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Iran, Tajani convoca l’ambasciatore: pretendiamo il rispetto dei diritti di Sala

Iran, Tajani convoca l’ambasciatore: pretendiamo il rispetto dei diritti di SalaRoma, 2 gen. (askanews) – “Ho dato mandato al Segretario generale della Farnesina di convocare l’Ambasciatore iraniano a Roma. L’incontro avverrà alle ore 12”: lo ha scritto su X il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.


“Il Governo, come dal primo giorno dell’arresto di Cecilia Sala, lavora incessantemente per riportarla a casa e pretendiamo che vengano rispettati tutti i suoi diritti. Fino alla sua liberazione, Cecilia e i suoi genitori non saranno mai lasciati soli”, ha aggiunto.

Cecilia Sala, Schlein: il governo condivida le iniziative per la liberazione

Cecilia Sala, Schlein: il governo condivida le iniziative per la liberazioneRoma, 2 gen. (askanews) – “Cecilia Sala va liberata e riportata a casa. E’ la priorità assoluta. Per questo, in contatto col Governo, ci siamo attenuti alla massima discrezione richiesta. Ma le notizie sulle sue condizioni di detenzione sono allarmanti. Il trattamento inumano che sta subendo è inaccettabile. Nella piena collaborazione fin qui assicurata, chiediamo al Governo, nelle forme che la delicatezza della vicenda prevede, la condivisione con tutte le forze politiche delle iniziative intraprese per la sua liberazione”. Lo affermano in una nota congiunta la segretaria del Pd Elly Schlein e il responsabile Esteri del Partito Democratico Peppe Provenzano.


“Al tempo stesso, con voce univoca – proseguono – ci si adoperi affinché sia garantito il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Calpestare la dignità di Sala significa calpestare la dignità dell’Italia”.

Cecilia Sala, Schlein: governo condivida iniziative per liberazione

Cecilia Sala, Schlein: governo condivida iniziative per liberazioneRoma, 2 gen. (askanews) – “Cecilia Sala va liberata e riportata a casa. E’ la priorità assoluta. Per questo, in contatto col Governo, ci siamo attenuti alla massima discrezione richiesta. Ma le notizie sulle sue condizioni di detenzione sono allarmanti. Il trattamento inumano che sta subendo è inaccettabile. Nella piena collaborazione fin qui assicurata, chiediamo al Governo, nelle forme che la delicatezza della vicenda prevede, la condivisione con tutte le forze politiche delle iniziative intraprese per la sua liberazione”. Lo affermano in una nota congiunta la segretaria del Pd Elly Schlein e il responsabile Esteri del Partito Democratico Peppe Provenzano.


“Al tempo stesso, con voce univoca – proseguono – ci si adoperi affinché sia garantito il rispetto dei suoi diritti fondamentali. Calpestare la dignità di Sala significa calpestare la dignità dell’Italia”.

Fi critica modifiche a Codice appalti:Salvini torni sui suoi passi

Fi critica modifiche a Codice appalti:Salvini torni sui suoi passiRoma, 2 gen. (askanews) – Forza Italia chiede al ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Matteo Salvini, leader della Lega, di rivedere il maxitesto con le modifiche al Codice appalti approvato a Natale e entrato in vigore con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 31 dicembre 2024. A parlare in una intervista al Sole 24 ore è Erica Mazzetti, deputata e responsabile del dipartimento Lavori Pubblici di Forza Italia, relatrice alla Camera del parere sul correttivo al Codice che era stato approvato soltanto nel 2023. “Da parte di Forza Italia la volontà di salvaguardare la maggioranza è una priorità, il ministro Salvini ha avuto un mese particolare con il suo processo il cui esito peraltro ci fa davvero piacere. Ma adesso mettiamo un po’ la testa su questo tema e rivediamo alcune norme, uno spazio c’è subito nel decreto milleproroghe”, osserva.


“La procedura della delega – osserva Mazzetti – non è stata completata e alcune regole rischiano di penalizzare fortemente il mondo delle piccole e medie imprese. Il correttivo andava fatto assolutamente, io stessa ho presentato una risoluzione già lo scorso aprile che andava verso una correzione puntuale di alcune parti della norma. Andavano ascoltate le richieste degli operatori del settore, tant’è che in commissione abbiamo svolto ben 100 audizioni. Ma il ministro ha deciso di portare questo testo in Consiglio dei Ministri all’insaputa di tutti, 500 pagine che più che correggere stravolgono il codice anche sui principi dello stesso. E peraltro con un iter non propriamente lineare”. “La legge delega – ricorda Mazzetti – stabiliva che il consiglio dei ministri, valutati i pareri della commissione parlamentare competente, deve motivare le ragioni per cui non accoglie i pareri parlamentari, soprattutto nelle condizioni che se non accolte hanno 10 giorni per motivare il rigetto. Dopodiché si deve fare un altro passaggio nelle commissioni parlamentari per la stesura definitiva, cosa che non è avvenuta”.


Cosa succede adesso, osserva, “non spetta a me dirlo, ci sono gli organi di controllo che possono fare tutte le verifiche del caso sulle procedure”. Secondo Mazzetti potrebbero esserci dei ricorsi: “Organi terzi, come la Corte Costituzionale e ANAC, sono preposti al controllo delle procedure e potrebbero sollevare obiezioni”. “Io – racconta – sono da anni in continuo contatto con il settore delle costruzioni e i punti critici sollevati sono molti, sono certa che alcune questioni avrebbero creato meno problemi se la legge 36/2023 non fosse stata toccata. Quello era un codice fatto con buon senso, realismo e il lungimiranza, liberale e garantista che metteva al centro le piccole medie imprese, professionisti, stazioni appaltanti, Rup e che dava uno slancio diverso al nostro paese, basato su principi politici condivisi e univoci illuminanti”. Secondo Mazzetti “il correttivo danneggia questo mondo: non si fa un idoneo adeguamento dei prezzi, le imprese più piccole sono le prime che non ce la fanno a recuperare i soldi e non è giusto accollare tutti gli aumenti sulle spalle degli imprenditori anziché sulla pubblica amministrazione”.

Usa, Cnn: l’attentatore di New Orleans voleva uccidere la sua famiglia

Usa, Cnn: l’attentatore di New Orleans voleva uccidere la sua famigliaRoma, 2 gen. (askanews) – Il responsabile dell’attacco a New Orleans, Shamsud-Din Jabbar, aveva registrato alcuni video in cui affermava di voler uccidere la propria famiglia e di aver aderito allo Stato islamico (Isis). Lo hanno riferito alla Cnn diverse fonti al corrente delle indagini in corso sull’attacco costato la vita ad almeno 15 persone, secondo cui Jabbar avrebbe realizzato le registrazioni mentre dalla sua casa in Texas era alla guida alla volta della Louisiana.


Cittadino statunitense e veterano dell’esercito, nei video Jabbar parla del suo divorzio e di come inizialmente avesse pianificato di riunire la sua famiglia per una “festa” con l’intenzione di ucciderla. Stando al resoconto fatto da due funzionari, nei filmati l’uomo aggiunge quindi di aver cambiato i suoi piani e di essersi unito all’Isis, facendo riferimento ad alcuni sogni per spiegare i motivi della sua adesione al gruppo terroristico. Le autorità americane hanno rinvenuto una bandiera del gruppo islamista nel retro del pickup che ha usato per lanciarsi contro la folla in festa a New Orleans la notte di Capodanno. Un portavoce dell’esercito Usa ha precisato alla Cnn che Jabbar ha prestato servizio come specialista delle risorse umane e delle tecnologie dell’informazione in servizio attivo tra marzo 2007 e gennaio 2015 ed è stato inviato in Afghanistan una volta, da febbraio 2009 a gennaio 2010. Dopo aver lasciato il servizio attivo nel gennaio 2015, Jabbar ha prestato servizio nella riserva dell’esercito fino a luglio 2020, quando ha lasciato con il grado di sergente maggiore.


In un video del 2020 postato su YouTube, intitolato “Presentazione personale”, l’uomo nato a Beaumont, in Texas, si presentava come agente immobiliare con ufficio a Houston. Jabbar aveva divorziato dalle due mogli: nel 2012 la prima moglie lo aveva citato in giudizio per il mantenimento dei figli subito dopo aver presentato domanda di divorzio. Nel 2020 un giudice del Texas aveva emesso un ordine restrittivo temporaneo contro di lui, accogliendo la richiesta presentata dalla seconda moglie durante la causa di divorzio. L’ordine imponeva a Jabbar di astenersi da minacce, danni fisici o altri comportamenti simili nei confronti della sua ex moglie e dei loro figli. Negli ultimi anni avrebbe avuto problemi finanziari.

Maltempo, da qui alla Befana previste due perturbazioni

Maltempo, da qui alla Befana previste due perturbazioniRoma, 2 gen. (askanews) – L’inizio del 2025 non sarà certo statico come lo sono stati gli ultimi giorni del 2024, segnati dalla la presenza dell’alta pressione delle Azzorre: fino al giorno dell’Epifania l’Italia verrà attraversata da ben due perturbazioni, in attesa poi di una possibile ondata di gelo artico. Antonio Sanò, fondatore del sito www.iLMeteo.it ci spiega il tempo che farà nei prossimi giorni e fino al giorno della Befana con una tendenza anche per il periodo successivo.


Saranno due le perturbazioni che si avvicenderanno fino al 6 gennaio. Entrambe saranno alimentate da aria polare in quota e sospinte da venti meridionali, anche forti nella seconda di esse. La prima inizierà a interessare l’Italia venerdì 3 con piogge in arrivo sull’Emilia Romagna, successivamente al Centro e quindi in Campania. Questo fronte instabile sfilerà velocemente verso il Sud peninsulare nella giornata di sabato 4 gennaio. L’aria fredda polare in quota favorirà la caduta della neve fin sopra i 900-1000 metri sui rilievi emiliano romagnoli e dai 1400 metri sui rilievi del Centro. La seconda perturbazione si attiverà sul finire di domenica 5 compromettendo il giorno dell’Epifania. Questo corpo nuvoloso sarà sospinto da venti piuttosto forti che soffieranno di Libeccio e Scirocco rendendo i mari molto mossi. Le precipitazioni interesseranno a carattere irregolare tutto il Nord e la Toscana. La neve tornerà a cadere sulle Alpi sopra i 6-800 metri, ma vi è il rischio di vedere qualche fiocco anche su alcune zone pianeggianti di Piemonte, Lombardia ed Emilia. Sul fronte del maltempo, verso il 9-10 gennaio, ci sarà una irruzione di aria fredda dal Nord Europa che potrebbe dar vita a un guasto del tempo su tante regioni.


Giovedì 2. Al Nord: cielo spesso coperto, piogge sullo spezzino. Al Centro: piogge sull’Alta Toscana, molte nubi altrove. Al Sud: in prevalenza soleggiato. Venerdì 3. Al Nord: piogge in Emilia Romagna. Al Centro: peggiora con piogge sparse. Al Sud: peggiora in Campania con piogge.


Sabato 4. Al Nord: possibili nebbie o nubi basse in pianura, altrimenti sole. Al Centro: nubi al mattino poi sole. Al Sud: ultimi rovesci su Calabria e Basilicata. Tendenza: domenica nuova perturbazione dalla sera, Epifania con pioggia e neve a quote medie al Nord; forti venti ovunque.

Calcio, addio ad Aldo Agroppi, ex di Torino e Fiorentina

Calcio, addio ad Aldo Agroppi, ex di Torino e FiorentinaRoma, 2 gen. (askanews) – Il mondo del calcio dice addio ad Aldo Agroppi, ex centrocampista e allenatore, scomparso all’età di 80 anni dopo una lunga malattia e un ricovero per polmonite bilaterale. Agroppi iniziò la carriera nelle giovanili di Piombino, Torino e Genoa, prima di affermarsi come bandiera del Torino, con cui giocò otto stagioni totalizzando 212 presenze, 15 gol e due Coppe Italia (1967-68, 1970-71). Concluse la carriera da calciatore al Perugia, disputando due stagioni in Serie A da capitano, e collezionò cinque presenze in Nazionale.


Come allenatore, iniziò col Pescara in Serie B (1980-81) e l’anno successivo portò il Pisa in Serie A. Dopo una breve esperienza al Padova, sfiorò la promozione in Serie A col Perugia (1984-85), stabilendo un record con una sola sconfitta in campionato. Nel 1985 approdò alla Fiorentina, ma il suo mandato fu segnato da tensioni con i tifosi e culminò con una rissa sfiorata fuori dallo stadio Franchi. Coinvolto nel caso Totonero-bis, fu squalificato per omessa denuncia. Chiuse la carriera da allenatore con esperienze poco fortunate a Como, Ascoli e nuovamente Fiorentina. Uscito dal mondo del calcio giocato, Agroppi divenne un opinionista televisivo noto per le sue posizioni critiche e anticonformiste, lasciando un segno indelebile nella storia del calcio italiano.

Cecilia Sala, Renzi: notizie gravi,Meloni riunisca tutti i partiti

Cecilia Sala, Renzi: notizie gravi,Meloni riunisca tutti i partitiRoma, 2 gen. (askanews) – “Le ultime notizie sulla detenzione di Cecilia Sala sono molto gravi e preoccupanti. Le condizioni della vita di Cecilia nel carcere di Evin appaiono lontanissime da quelle descritte dal nostro ministero degli Esteri nei giorni scorsi. Nessuno di noi vuole far mancare il proprio sostegno al Governo perché davanti all’arresto illegittimo di una cittadina italiana, a maggior ragione se giornalista, non c’è maggioranza e non c’è opposizione. C’è solo l’Italia. Ma la situazione è molto seria”. Lo scrive il leader di Iv, Matteo Renzi, su X.


“In casi come questo – prosegue – è giusto che la Premier riunisca subito i leader di tutti i partiti o i capigruppo. Chiedo alla Presidente Meloni di riunire in sua presenza i leader di maggioranza e opposizione o semplicemente i capigruppo già oggi. O al più tardi domani. Siamo pronti a raggiungerla a Palazzo Chigi oggi o domani, interrompendo tutti le vacanze, perché la situazione è molto più seria e più grave di come è stata descritta ai giornali. Diamo la massima disponibilità e il massimo sostegno al Governo, ma il Governo faccia ciò che altri premier hanno fatto in situazioni analoghe in passato coinvolgendo da subito tutte le opposizioni. Cecilia deve essere liberata subito e tutti insieme dobbiamo fare la nostra parte. Non c’è un minuto da perdere”.

Da Mattarella invito a speranza e impegno, per Italia luci e ombre

Da Mattarella invito a speranza e impegno, per Italia luci e ombreRoma, 31 dic. (askanews) – Un appello alla speranza e all’impegno. Lo rivolge agli italiani Sergio Mattarella nel suo decimo messaggio di fine anno. Parla dalla sala del Lucernario, il Presidente della Repubblica, una delle stanze adiacenti il suo studio nella Palazzina del Fuga. In piedi e senza leggìo, sullo sfondo si vede la riproduzione di una natività di Raffaello e un albero di Natale decorato con palline che riproducono gli articoli della Costituzione.


Mattarella traccia un bilancio fatto di luci e ombre per l’Italia, mentre intorno a noi infiammano guerre e tensioni internazionali. In questo periodo dell’anno “rinsaldiamo la relazione con gli altri – dice – dobbiamo farlo tanto più in quanto viviamo momenti difficili. Quando migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze” e neanche la notte di Natale interrompe la “barbarie” che ha visto morire assiderata una bambina a Gaza. “Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane”. Eppure per il capo dello Stato “mai come adesso la pace grida la sua urgenza” quella pace che “l’Italia ha sempre perseguito” e che “non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità”. L’augurio di Mattarella è dunque che il nuovo anno porti “vera pace ovunque”.


Il Presidente della Repubblica rivolge un pensiero anche a Cecilia Sala che in un teatro di guerra in Iran è stata arrestata e si trova detenuta. “Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”. Una occasione per ricordare il valore della libera informazione e il servizio alla comunità che i giornalisti svolgono e che non va mai dimenticato. Non manca nel messaggio di fine anno un ringraziamento a Papa Francesco, in particolare per il Giubileo appena iniziato e per il suo messaggio di speranza. “Quelle di questa sera sono ore di speranza nel futuro, nell’anno che viene” ma per Mattarella “tocca a noi saperla tradurre in realtà” ritrovando le ragioni dello stare insieme e superando le contrapposizioni e le solitudini. Il capo dello Stato registra le ansie di chi rinuncia a curarsi per mancanza di risorse, la precarietà del lavoro, i salari bassi, chi è in cassintegrazione. E mentre nel nostro paese aumenta il turismo tanti giovani, soprattutto laureati sono costretti a cercare lavoro all’estero. E ancora le differenze tra Nord e Sud del paese, il mutamento del clima. Mattarella definisce “sconfortante” che nell’ultimo anno la spesa per armamenti abbia superato di 8 volte quella per combattere il cambiamento climatico.


“Un’attenzione particolare” il Presidente della Repubblica la dedica “al fenomeno della violenza” che è “ancor più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi. Bullismo, risse, uso di armi, alcool e droghe, vecchie e nuove. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo. I giovani – dice – sono la grande risorsa del nostro Paese abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio – dice il capo dello Stato -, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni”. Dura poco più di 15 minuti il suo discorso, Mattarella è in abito e cravatta blu. Le parole chiave del messaggio sono rispetto e speranza. Il rispetto, dice “è il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà”. Il rispetto della dignità della persona che vale anche per i detenuti, per Mattarella è “inammissibile” il numero dei suicidi in carcere: “i detenuti – ha aggiunto il capo dello Stato – devono potere respirare un’aria diversa da quella che li ha condotti alla illegalità e al crimine”.


Nel suo bilancio di fine anno Mattarella parla anche dei tanti incontri positivi con i nostri concittadini, come quello con Sammy Basso “che insegna a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà” o “le ragazze e i ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi”. Cita Giulia Cecchettin tra tutte la cui “inaccettabile sorte” invita a dire basta “parlare delle donne come vittime” ma piuttosto come protagoniste. Mattarella invita tutti “ad agire, rifuggendo da egoismo, rassegnazione o indifferenza”. E a suo avviso ci sono tanti italiani che dimostrano quotidianamente il loro patriottismo: i militari impegnati nelle missioni ma anche i medici di pronto soccorso, gli insegnanti, gli imprenditori e chi, nato fuori dall’Italia ne rispetta le leggi e i valori della Costituzione. In conclusione Mattarella ricorda che nel 2025 ricorre l’80esimo anniversario della Liberazione, una ricorrenza “importante” perchè ci richiama alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia. Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le nostre comunità” ed è necessario oggi “consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale”. “La speranza” insomma, dice il Presidente agli italiani “non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte”.

Mattarella nel discorso di fine anno: la pace grida la sua urgenza

Mattarella nel discorso di fine anno: la pace grida la sua urgenzaRoma, 31 dic. (askanews) – “Migliaia di vittime civili delle guerre in corso turbano tragicamente le nostre coscienze”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno sottolineando alcuni episodi che lo hanno colpito particolarmente: “nella notte di Natale si è diffusa la notizia che a Gaza una bambina di pochi giorni è morta assiderata. Nella stessa notte di Natale feroci bombardamenti russi hanno colpito le centrali di energia delle città dell’Ucraina per costringere quella popolazione civile al buio e al gelo. Gli innocenti rapiti da Hamas, e tuttora ostaggi, vivono un secondo inizio di anno in condizioni disumane”. “Queste forme di barbarie – osserva il capo dello Stato – non risparmiano neppure il Natale e le festività più sentite”. “Mai come adesso la pace grida la sua urgenza. La pace che la nostra Costituzione indica come obiettivo irrinunziabile, che l’Italia ha sempre perseguito, anche con l’importante momento quest’anno della presidenza del G7. La pace di cui l’Unione Europea è storica espressione”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno. “La pace – ha aggiunto il capo dello Stato – non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità. Perché è giusto. E perché è l’unica garanzia di una vera pace, evitando che vengano aggrediti altri Paesi d’Europa”. “Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia”.


L’arresto di Cecilia Sala “segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità”, ha detto il Presidente. “La notte di Natale Papa Francesco – cui invio auguri pieni di riconoscenza – ha aperto il Giubileo, facendo risuonare nel mondo il richiamo alla speranza”.


“La crescita della spesa in armamenti, innescata nel mondo dall’aggressione della Russia all’Ucraina, che costringe anche noi a provvedere alla nostra difesa, ha toccato quest’anno la cifra record di 2.443 miliardi di dollari. Otto volte di più di quanto stanziato alla recente Cop 29, a Baku, per contrastare il cambiamento climatico, esigenza, questa, vitale per l’umanità. Una sconfortante sproporzione”. “I giovani sono la grande risorsa del nostro Paese. Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni”, così Mattarella.


Il capo dello Stato ha dedicato ai giovani un passaggio del suo discorso anche in merito al crescere di fenomeni di violenza che, a suo avviso diventa “più allarmante quando coinvolge i nostri ragazzi. Bullismo, risse, uso di armi. Preoccupante diffondersi del consumo di alcool e di droghe, vecchie e nuove, anche tra i giovanissimi. Comportamenti purtroppo alimentati dal web che propone sovente modelli ispirati alla prepotenza, al successo facile, allo sballo”. “L’alto numero di suicidi nelle carceri è indice di condizioni inammissibili. Abbiamo il dovere di osservare la Costituzione che indica norme imprescindibili sulla detenzione in carcere. Il sovraffollamento vi contrasta e rende inaccettabili anche le condizioni di lavoro del personale penitenziario”, ha aggiunto.


“Vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita e numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”, ha anche affermato il presidente. “Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste”, ha anche affermato Mattarella. “La fine dell’anno è anche tempo di bilancio. Ho incontrato valori e comportamenti positivi e incoraggianti nel volto, nei gesti, nelle testimonianze di tanti nostri concittadini”. “Li ho incontrati nel coraggio di chi ha saputo trasformare il suo dolore, causato da un evento della vita, in una missione per gli altri – ha ricordato il capo dello Stato -. Li ho letti nelle parole di Sammy Basso che insegnano a vivere una vita piena, oltre ogni difficoltà. Si trovano nel rumore delle ragazze e dei ragazzi che non intendono tacere di fronte allo scandalo dei femminicidi”. “È patriottismo quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive appieno la quotidianità, e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità”. “La sicurezza rimane una preoccupazione dei cittadini e massimo sostegno deve essere assicurato alle vittime dei reati. Dal Rapporto Censis, sulla base di dati del Ministero dell’Interno, risulta che, dal 2013 al 2024, sono stati raggiunti risultati significativi sul fronte della prevenzione, con una forte riduzione degli omicidi volontari, delle rapine, dei furti nelle abitazioni. Siamo grati alle Forze dell’Ordine, presidio della libertà dei cittadini, per il contributo decisivo che recano alla cornice di sicurezza in cui vive il nostro Paese”. Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso di fine anno. Nel messaggio di fine anno Sergio Mattarella ha voluto rivolgere anche “un saluto alle donne e agli uomini di sport in questo che è stato un anno olimpico e paralimpico. Ricordo le notti di Parigi, l’orgoglio dei nostri atleti attorno alla nostra bandiera. Sono a loro grato per i successi e ancor di più per l’autentico spirito sportivo con cui hanno vissuto la loro partecipazione: un bell’esempio, ben oltre i confini dello sport”. “Nel 2025 – ha anche detto Mattarella – celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia”. “L’ampia partecipazione dei cittadini al voto rafforza la democrazia attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica”, ha inoltre affermato il presidente. La speranza non è attesa inoperosa, siamo noi, è il nostro impegno. Con queste parole il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si rivolge agli italiani nel messaggio di fine anno. Quasi un’esortazione a darsi da fare in prima persona in un momento storico che ci vede sottoposti “a una allarmante forza centrifuga capace di dividere, di allontanare, di radicalizzare le contrapposizioni”. “Faglie profonde attraversano le nostre società”, registra il capo dello Stato, e allora cosa fare? “C’è bisogno di riorientare la convivenza, il modo di vivere insieme”, dice. “Tocca a noi tradurre la speranza in realtà”. E di nuovo in conclusione del suo discorso Mattarella aggiunge: “la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi, il nostro impegno, la nostra libertà, le nostre scelte”. Gal