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A Parma torna Cibus connecting Italy, la fiera sull’alimentare italiano

A Parma torna Cibus connecting Italy, la fiera sull’alimentare italianoMilano, 9 feb. (askanews) – Torna Cibus il 29 e il 30 marzo 2023 alle Fiere di Parma, nella sua tipica veste degli anni dispari, “Cibus connecting Italy”, format di fiera compatto, che in due giorni sviluppa un programma mirato di eventi, panel, attività dimostrative e cooking show. In esposizione oltre 1.000 brand, tutti alfieri del food&beverage made in Italy, e circa cinquecento nuovi prodotti pronti al lancio. Attesi 20.000 professionisti, tra operatori della distribuzione moderna, dell’Horeca e delle catene di ristorazione; un quarto di loro sono buyer esteri provenienti da 90 Paesi, tra questi i top buyer selezionati per l’incoming in collaborazione con Agenzia Ice. Quattro le nuove aree tematiche che Cibus inaugura quest’anno, due tradizionalmente legate al made in Italy (ortofrutta fresca e produzioni artigianali di gelato e pasticceria), due ad alto contenuto innovativo (componenti plant-based e integrazione alimentare).
A “Cibus connecting Italy” il settore alimentare italiano fa il punto sulle prospettive del settore che si conferma forte e competitivo. Nonostante la crisi, infatti, il mercato interno ha tenuto, mentre l’export ha segnato ancora un nuovo record, come dimostrano le ultime stime disponibili sull’anno appena concluso: 176 miliardi di fatturato della sola industria alimentare, con un +13% sul 2021, a fronte di una crescita in volume dell’1% e un commercio estero che, sempre secondo le stime, farebbe registrare un +19% sul 2021 arrivando a 49,2 miliardi di euro, a fronte di una crescita in volume del 5%.
“I risultati del 2022 costituiscono un’ulteriore conferma che l’industria alimentare contribuisce in maniera rilevante alla crescita economica del Paese, di cui rappresenta un asset fondamentale – ha osservato il neopresidente di Federalimentare, Paolo Mascarino – Il successo delle esportazioni dell’alimentare made in Italy testimonia inoltre che l’originalità, la qualità e la sicurezza dei nostri prodotti rimangono una solida garanzia di competitività in tutti i principali mercati internazionali”.
“Cibus 2023 dimostra una visione sempre più organica del made in Italy alimentare – ha commentato Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma – spaziando trasversalmente tra settori ad alto tasso di integrazione commerciale e produttivo. Un operatore visitando Cibus 2023 può comprendere le radici del nostro saper fare spaziando dalle materie prime ai prodotti trasformati passando per i semi-lavorati. Una esperienza davvero immersiva anche grazie ai nostri numerosi ‘Factory&District tour’ dedicati a centinaia di buyers esteri nei diversi territori”.
La principale novità di questa edizione di Cibus è l’inaugurazione del nuovo percorso tematico fruit&vegetables. L’area intende portare in fiera esperienze e innovazioni dei produttori di frutta e verdura fresca, grazie a un ampio programma di eventi e incontri, che affrontano vari temi, quali la logistica sostenibile e solidale, la promozione di stili di vita salutari e delle vendite attraverso lo shopper marketing nutrizionale, la transizione climatica e i suoi effetti sui consumi. Anche il gelato all’italiana approda per la prima volta a Cibus: grazie alla collaborazione con Carpigiani, il comparto delle tecnologie, dei semilavorati, delle basi e degli ingredienti per gelateria e pasticceria si presenta ai professionisti della distribuzione nell’apposita area focus gelato&pastry.
Altra novità l’area riservata al comparto dell’integrazione alimentare e della nutrition. L’innovazione di prodotto e processo è al centro anche dell’area plant based, spazio sviluppato in partnership con l’azienda parmigiana Hi-Food, nel quale visitatori ed espositori potranno degustare alcuni prototipi, conoscere gli ingredienti innovativi di origine naturale e scoprire soluzioni di processing per alimenti con formulazioni a base vegetale o integrativi.

Comitato Regioni, Bianco: lotta inquinamento tema strategico per Europa

Comitato Regioni, Bianco: lotta inquinamento tema strategico per EuropaRoma, 9 feb. (askanews) – “Il rispetto dell’ambiente, della blue economy, del contrasto ai cambiamenti climatici e dell’economia circolare sono battaglie fondamentali sia a livello europeo che regionale e locale”. Lo ha sottolineato Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale Anci, intervenendo alla 153^ sessione plenaria del Comitato delle Regioni (Cor) che si è svolto a Bruxelles.
“Questi temi – ha aggiunto – sono centrali per lo sviluppo del Mediterraneo e dell’Europa. Le città possono fare molto su questo versante e sono molto impegnate in progetti per il futuro delle prossime generazioni. E’ un tema che sostengo da anni, sin da quando l’Assemblea regionale e locale euromediterranea (Arlem), su mia iniziativa, ha approvato un parere sul miglioramento dell’economia”.
Lo sviluppo sostenibile è stato al centro del dibattito della due giorni, durante cui “sul surriscaldamento globale, inquinamento e crisi ambientale, sono state approvate, con il voto di gran parte della delegazione italiana, alcune mozioni favorevoli ad un incremento della legislazione Ue”, ricorda Bianco.
Durante la riunione è stato anche conferito a Marek Nazarko, sindaco di Michalowo, Comune polacco a ridosso del confine tra Polonia e Bielorussia, il Premio Pawel Adamowicz, istituito dal Comitato europeo delle regioni in partenariato con il comune di Danzica, e riservato ai leader – politici o della società civile – locali che agiscono con coraggio e integrità per soccorrere chi ha bisogno di aiuto e lottano contro l’intolleranza, la radicalizzazione, l’incitamento all’odio, l’oppressione e la xenofobia. La commissione, presieduta da Bianco, ha assegnato il premio a Nazarko che con la sua amministrazione ha fornito ai migranti bisognosi vestiti, pasti caldi e una sistemazione per la notte e si è prodigata per ospitare in un alloggio temporaneo alcune famiglie ucraine in fuga.

Emiliano: Puglia promossa per i Lea del servizio sanitario

Emiliano: Puglia promossa per i Lea del servizio sanitarioRoma, 9 feb. (askanews) – “Quando sono diventato presidente nel 2015, la Puglia si attestava al penultimo posto in Italia per i livelli essenziali di assistenza (Lea): in parole semplici vuol dire che le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario forniva ai cittadini, in Puglia, nel 2015 erano inferiori rispetto al resto del Paese. Abbiamo lavorato moltissimo in questi anni per migliorare la sanità e siamo riusciti non solo a recuperare posizioni ma ad essere inserite tra le regioni più virtuose. La Puglia peraltro è l’unica del Sud promossa proprio sui Lea. Questo per noi è un incoraggiamento importantissimo a proseguire nel lavoro, sappiamo che molto c’è da fare, andremo avanti con ancor più determinazione”. Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha commentato la valutazione positiva della Puglia nell’erogazione dei Lea: il primo gennaio 2020 è entrato in vigore il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) di erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, che sostituisce la cosiddetta “griglia LEA”, per la valutazione della qualità dell’assistenza e per l’accesso da parte delle Regioni ad una quota premiale del Fondo Sanitario Nazionale.

A14, Marsilio al Mit con Salvini: rimodulare agenda cantieri

A14, Marsilio al Mit con Salvini: rimodulare agenda cantieriL’Aquila, 9 feb. (askanews) – “Alla presenza del ministro Salvini, abbiamo oggi preso l’impegno di istituire un tavolo tecnico con ASPI e la struttura tecnica del MIT, con l’obiettivo di rimodulare l’agenda dei cantieri sulle nostre autostrade. E’ stato un incontro molto costruttivo, per garantire al più presto una soluzione di buon senso ai troppi cantieri autostradali, in particolare quelli dell’A14.” Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, al termine dell’incontro convocato questa mattina dal ministro per Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, presso la sede del dicastero.
Marsilio ha riferito di aver inoltre “chiesto al ministro di intervenire sul alcune norme che oggi ci costringono a fare troppi cantieri, tutti insieme, su tratte con traffico intenso. Con il risultato che, per eliminare un rischio potenziale, si crea un rischio molto concreto che continua a produrre morti sulle nostre strade. Ringrazio il ministro Salvini per aver dato subito seguito alla mia precedente richiesta, e quella del Presidente delle Marche Acquaroli, di affrontare al più presto il tema della pericolosità dell’A14 e più in generare della fragilità di questa importante infrastruttura autostradale che, servendo da collegamento per l’intera costa adriatica, ha urgentemente bisogno della realizzazione di una terza corsia. Dobbiamo infatti pretendere che anche l’Abruzzo possa usufruire di infrastrutture degne del 21° secolo e che possa guardare al futuro con un sistema stradale e ferroviario capaci di sostenere il traffico e di permettere a cittadini e aziende di poter vivere e prosperare sul nostro territorio con lo stesso diritto di mobilità garantito sulla costa tirrenica”, ha concluso Marsilio.

Vino, Andrea Machetti nuovo direttore del Consorzio del Brunello

Vino, Andrea Machetti nuovo direttore del Consorzio del Brunello

Subentra a Michele Fontana. Presidente Bindocci: scelta di alto profilo

Milano, 9 feb. (askanews) – Il Consiglio di amministrazione del Consorzio del vino Brunello di Montalcino (Siena) ha eletto Andrea Machetti nuovo direttore. Machetti subentra a Michele Fontana in carica da giugno 2020.
“Confido di poter dare al Consorzio un contributo importante per tracciare il futuro di questa grande denominazione” ha affermato il neo direttore, aggiungendo che “tra le priorità quella di potenziare ulteriormente il team di lavoro pronto a raccogliere le sfide che il futuro di impone”. Tra le esperienze manageriali di Machetti ci sono quella a Villa Banfi dal 1983 al 1989, a Castiglion del Bosco fino al 1992, da dove poi si è spostato all’azienda agricola Mastrojanni, dove è rimasto per 30 anni fino al dicembre scorso, come amministratore delegato.
“Siamo doppiamente soddisfatti che Andrea Machetti abbia accettato questo incarico: innanzitutto perché è un manager di successo e di altissimo profilo, profondo conoscitore del brand Brunello e delle dinamiche di mercato, e poi perché è un montalcinese doc, nato e vissuto in questo microcosmo enoico vocato all’eccellenza” ha commentato il presidente del Consorzio, Fabrizio Bindocci, sottolineando che “sotto la sua direzione il Consorzio saprà consolidare la crescita della denominazione”.

Melinda: sistema Sophia in 300 ettari di coltivazione entro il 2025

Melinda: sistema Sophia in 300 ettari di coltivazione entro il 2025Milano, 9 feb. (askanews) – Un sistema di precisione a punto fisso per l’applicazione dei trattamenti fitosanitari e la protezione antibrina per le colture arboree. Una tecnologia che, installata all’interno del frutteto, consente in pratica di indirizzare – valutando tempistica, condizioni meteo e altre parametri – gli antiparassitari in modo mirato sulle colture, riducendo così in modo sostanziale l’impatto ambientale. E’ ‘Sophia’, ovvero Spray Overcanopy PHytosanitary Innovative Application, l’iinnovativa tecnologia per la protezione di precisione delle colture, sviluppata dalla società israeliana Netafim, e gestita in esclusiva in Italia da Melinda e La Trentina per le produzioni del consorzio. A Berlino, nel corso di “Fruit Logistic” – salone europeo del settore dei prodotti ortofrutticoli freschi – Melinda ha annunciato che entro fine anno estenderà l’uso di Sophia dagli attuali 15 ettari di frutteti nella Val di Non a 80 ettari, con l’obiettivo impiantare la nuova tecnologia in complessivi 300 ettari di coltivazione entro il 2025.
Il sistema Sophia consente di mettere in atto una difesa delle colture calibrata, intervenendo al bisogno e non in modo preventivo. In questo modo è possibile applicare le soluzioni per la difesa delle colture in tempi molto più rapidi, permettendo all’agricoltore un utilizzo efficace delle molecole meno impattanti per l’ambiente. Ma i vantaggi non si esauriscono qui. Grazie alle sue caratteristiche tecniche, infatti, Sophia può essere usato con successo per la difesa dei danni da gelo fino a una temperatura di -5° C. Il suo sistema pulsante è in grado di ridurre del 50% l’impiego delle risorse idriche nel confronto con i metodi tradizionali ad alta portata e copertura totale. Si migliora quindi in modo sensibile quantità e qualità della produzione nel pieno rispetto dell’ambiente e della salvaguardia delle risorse naturali.
“L’uso di questa tecnologia apre nuove e importanti prospettive nella coltivazione – ha detto Ernesto Seppi, presidente di Melinda – In primo luogo, si ha la possibilità di operare nelle aree periurbane e di agire anche in condizioni difficili, ad esempio durante le piogge, su frutteti scoscesi e ripidi. In questo modo si tutela la sicurezza degli agricoltori, che non sono più costretti ad avventurarsi di persona nelle aree più impervie, e si riducono i passaggi complessivi dei trattori, limitando così la compattazione del suolo e le emissioni di CO2”.
“L’accordo siglato con Netafim prevede l’utilizzo esclusivo della tecnologia a livello nazionale da parte di Melinda e La Trentina ancora per due anni – ha aggiunto Seppi – La nostra intenzione è quella di espandere l’applicazione e di misurarne i vantaggi concreti per il clima e l’ambiente, calcolando ad esempio l’ammontare di acqua risparmiata e il quantitativo di emissioni evitate. In questo modo il Consorzio potrà continuare a perseguire gli obiettivi di sostenibilità in linea con quanto previsto dalla nuova Politica Agricola Comune, tutelando il nostro territorio e il benessere dei suoi abitanti, dei soci e dei consumatori”.
“La tutela dell’ambiente e la protezione delle risorse naturali sono i principi che ci guidano nello sviluppo di soluzioni per l’agricoltura di precisione sempre più innovative – ha poi detto Stefano Ballerini, country manager di Netafim Italia – La Partnership con il Consorzio Melinda concretizza un approccio all’agricoltura basato su tre valori che sono da sempre al centro del nostro operato: responsabilità verso l’utilizzo delle risorse naturali, salubrità delle produzioni agricole e ricerca della qualità per il consumatore. Il progetto Sophia rappresenta un ambizioso passo avanti nel comune obiettivo di proteggere le colture in modo sempre più sostenibile, prestando attenzione al consumo di risorse e all’impatto sull’ambiente e sulle comunità locali”.

Gse e Anci insieme per supportare transizione energetica dei Comuni

Gse e Anci insieme per supportare transizione energetica dei ComuniRoma, 9 feb. (askanews) – E’ stato siglato oggi il protocollo d’intesa tra Anci e il Gestore dei Servizi Energetici – Gse S.p.A. – società del ministero dell’Economia che in Italia promuove la transizione ecologica. La collaborazione è finalizzata a diffondere l’autoconsumo da fonti rinnovabili sul territorio anche al fine di contenere la spesa energetica dei Comuni, a potenziare il ricorso al Conto Termico quale risorsa chiave per una gestione efficiente del patrimonio edilizio pubblico, nonché a supportare i Comuni nell’ambito della pianificazione e sviluppo delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.
“In questo momento tutti, Comuni, imprese, cittadini, siamo impegnati, da un lato nella condivisione di buone pratiche di risparmio energetico e nella produzione di energia da fonti rinnovabili, dall’altro nella riduzione dei consumi e dei costi che, così come gravano sui costi delle famiglie, purtroppo pesano anche sui bilanci dei Comuni. Consideriamo ogni forma di collaborazione e condivisione di intenti e responsabilità nelle politiche di efficientamento energetico – punti essenziali del protocollo sottoscritto da Anci e GSE – un passo importante nella direzione che ci mostrano tutti gli indicatori, nazionali ed europei: nel rispetto degli equilibri di bilancio, ma anche e soprattutto della salvaguardia del pianeta e dell’ambiente in cui viviamo” ha sottolineato il presidente Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro.
“Il GSE – ha dichiarato l’amministratore unico del GSE, Andrea Ripa di Meana – è lieto di collaborare con Anci per rafforzare il sostegno ai Comuni e alle Città metropolitane nella promozione delle Comunità energetiche e dell’autoconsumo diffuso e nella programmazione degli investimenti per la sostenibilità ambientale, economica e sociale del patrimonio edilizio pubblico e del territorio, anche con programmi di formazione dedicata”.

Sangiuliano: Festival di Sanremo ricordi l’orrore delle foibe

Sangiuliano: Festival di Sanremo ricordi l’orrore delle foibeMilano, 9 feb. (askanews) – “Domani 10 febbraio è la giornata dedicata al ricordo dell’orrore delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. Sono rispettosissimo dell’autonomia dell’arte e del lavoro culturale degli artisti. Ma da cittadino, prima che da Ministro, credo sarebbe un gesto importante che il Festival Sanremo dedicasse un momento, domani sera, proprio al Giorno del Ricordo. Per non dimenticare tutti gli italiani e le italiane che persero la vita nelle Foibe o che furono costretti a fuggire dalle proprie case e dalla propria terra. Uomini, donne, vecchi e bambini che non avevano alcuna colpa. Perché coltivare la memoria è l’unico antidoto affinché tragedie come queste non accadano mai più”. Lo ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, rivolgendo un appello agli organizzatori del Festival di Sanremo affinché si dedichi uno spazio, all’interno dell’evento, al giorno del ricordo delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.

Cnr, ricerca in Artico strategica per studio clima. L’Italia c’è

Cnr, ricerca in Artico strategica per studio clima. L’Italia c’èRoma, 9 feb. (askanews) – Dal punto più estremo della Terra arrivano segnali allarmanti sul cambiamento climatico. L’Artico si sta scaldando a un ritmo preoccupante e la sua lontananza non deve rassicurarci, perché quello che accade lì anticipa quello che accadrà nel resto del pianeta. Ecco perché è importante condurre ricerche lì e l’Italia lo fa con il Programma di Ricerche in Artico (PRA), avviato nel 2018, finanziato con un milione di euro l’anno, che coinvolge ministeri, enti di ricerca e università e a cui il Cnr dedica l’evento “Il Programma di Ricerche in Artico – Le sfide della ricerca”, in corso a Roma, per fare il punto sui primi anni di attività. Presenti la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza, i presidenti dell’Enea Gilberto Dialuce, dell’Ingv Carlo Doglioni, dell’Ogs Nicola Casagli, il Ministro Plenipotenziario, Inviato speciale per l’Artico Carmine Robustelli insieme a ricercatori e rappresentanti di altri istituti coinvolti.
“Abbiamo sviluppato una grande competenza e quindi possiamo dare un ruolo sempre più importante al nostro Paese”, ha detto Maria Chiara Carrozza. “Come presidente del Cnr – ha aggiunto – cercherò con i ministeri, soprattutto della Ricerca e degli Esteri, di caldeggiare una crescita di questo programma, un maggiore investimento e anche una prospettiva a lungo termine di cui c’è bisogno per dare stabilità alle ricerche e alle campagne che effettuiamo”.
Durante i lavori è emerso che i più recenti rilevamenti confermano che l’aumento della temperatura in Artico è quasi tre volte rispetto alla media mondiale, con alcune regioni che presentano un aumento fino a 2.7°C ogni dieci anni, corrispondente addirittura a 5-7 volte il tasso di crescita globale della temperatura. Il ghiaccio marino artico si sta riducendo sia in estensione che in spessore a una velocità che non ha precedenti. A questo si aggiunge la fusione del permafrost terrestre e subacqueo con la conseguente accelerazione dell’immissione di gas climalteranti in atmosfera.
La riduzione del ghiaccio marino sta anche favorendo un incremento del traffico navale nella regione, con conseguente aumento dei rifiuti in mare e soprattutto con un aumento delle emissioni di fuliggine, che “sporca” il ghiaccio riducendone la capacità di riflettere l’energia infrarossa. Studi recenti confermano come anche gli incendi nella zona boreale – soprattutto nelle regioni siberiane come la Yakutia – stiano pericolosamente aumentando a causa della crisi climatica in atto. Si osservano anche importanti variazioni nella struttura e nella circolazione dell’oceano e dell’atmosfera, e impatti importanti sull’ecosistema.
Fenomeni che accadono nell’Artico ma che influenzano tutto il pianeta. L’estendersi in Europa, e fino al Mediterraneo, delle conseguenze dei fenomeni di riduzione dell’ozono che hanno caratterizzato l’Artico nel 2011 e il 2020, è stato messo in evidenza da recenti studi anche di ricercatori italiani e rappresentano un esempio immediato di interazione e interconnessione tra le regioni artiche e le nostre latitudini.
L’Artico si conferma quindi una regione chiave per lo studio dei cambiamenti climatici, i cui effetti sono sempre più evidenti a tutte le latitudini. Per queste ragioni il PRA si è focalizzato sul fenomeno della cosiddetta “amplificazione artica”, sugli ecosistemi artici, sull’atmosfera e sulla colonna d’acqua dei mari artici, sulle ricostruzioni paleoclimatiche e sugli effetti della crisi climatica sulle popolazioni che vivono in Artico.
Il PRA mette anche in evidenza l’importanza per la ricerca in Artico della Stazione “Dirigibile Italia” gestita dal Cnr alle Isole Svalbard sin dal 1997, come pure le iniziative italiane presso altre strutture artiche, a partire da quelle di Enea, Ingv e Università di Roma Sapienza presso l’High Arctic Atmospheric Observatory (THAAO) di Thule in Groenlandia e dell’Ingv presso le stazioni di monitoraggio della ionosfera a Ny Alesund e Longyearbyen.
Sul piano infrastrutturale, la novità per l’Italia nell’ultimo periodo è l’acquisizione di una nuova nave da ricerca polare da parte dell’OGS, la nave oceanografica Laura Bassi, che ha già effettuato una prima campagna in Artico, con tre progetti di ricerca co-finanziati su fondi PRA, e che auspicabilmente potrà tornare in Artico, in coordinamento con le attività previste in Antartide. A questa disponibilità si aggiunge, a partire dal 2023, quella della nave oceanografica del Cnr, Gaia Blu, in grado di svolgere ricerche in oceano e in aree polari artiche durante la stagione estiva. Senza dimenticare gli osservatori marini profondi al largo delle Svalbard (mooring oceanografici), mantenuti dal 2014 con sforzo congiunto di Ogs e Cnr, con il supporto dell’Istituto Idrografico (IIM) e del Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE).
Nel quadro del PRA sono state fatte finora due call per progetti di ricerca e una per il potenziamento di infrastrutture di ricerca, ed è in uscita una terza call per progetti di ricerca con un budget di circa 1,4 milioni di euro.

India invita i citadini a “abbracciare una mucca” a San Valentino

India invita i citadini a “abbracciare una mucca” a San ValentinoRoma, 9 feb. (askanews) – Il governo indiano ha esortato i suoi cittadini a mettere da parte le tradizioni “occidentali” del giorno di San Valentino e a celebrare invece l’occasione coccolandosi con le mucche sacre del Paese.
Il 14 febbraio è stato dichiarato “Cow Hug Day”, e gli indiani sono incoraggiate ad abbracciare le mucche. Mucche che sono sacre nell’induismo, la religione maggioritaria in India, e che sono considerate animali sacri in tutto il Paese.
Secondo la dichiarazione del governo, abbracciare una mucca “porterà ricchezza emotiva” e “aumenterà la nostra felicità individuale e collettiva”.
Il nuovo Cow Hug Day ha lo scopo di compensare “l’abbaglio della civiltà occidentale”, che secondo il governo è arrivato a scapito delle tradizioni più antiche dell’India.
Negli ultimi dieci anni, con l’apertura dell’economia indiana, il giorno di San Valentino, nato come festa cristiana, è diventato un’occasione sempre più popolare tra i giovani, favorito da vigorose campagne di marketing di massa con mazzi di fiori, orsacchiotti, cuoricini doni e sgargianti gesti romantici.
Ma poiché una forma più vigorosa di politica nazionalista indù ha preso piede in India, le feste e le tradizioni occidentalizzate come il giorno di San Valentino hanno suscitato sempre più un contraccolpo per la promozione di valori “corrotti”.
Il Cow Hug Day è l’ultima iniziativa del governo del partito nazionalista indù Bharatiya Janata (Bjp), guidato dal primo ministro Narendra Modi, per rendere il rispetto della mucca una politica nazionale. La maggior parte degli Stati dell’India vieta la macellazione delle mucche e la vendita e il consumo di carne bovina sono vietati in molti luoghi del Paese, inclusa la capitale, Delhi.
Un esame nazionale proposto sul tema della “scienza delle mucche”, ideato dalla National Cow Commission come parte del curriculum rivisto del Bjp, è stato rinviato nel 2021 dopo essere stato accusato di promuovere la pseudoscienza religiosa sulle mucche indiane.
Tra il materiale dei libri di testo c’erano affermazioni discutibili secondo cui le mucche indiane hanno più emozioni delle loro controparti straniere, che le loro gobbe contengono poteri magici e che il loro sterco potrebbe prevenire le radiazioni.