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Torna il Capalbio Film Festival, Margherita Buy inaugura la kermesse

Torna il Capalbio Film Festival, Margherita Buy inaugura la kermesseRoma, 28 ago. (askanews) – Torna a Capalbio (GR), da giovedì 14 a domenica 17 settembre 2023, l’appuntamento con la nuova edizione di Capalbio Film Festival diretto da Steve Della Casa e Daniele Orazi.

La manifestazione, promossa e organizzata da Fondazione Capalbio con il sostegno del Comune di Capalbio e con il Patrocinio di Regione Toscana, sarà inaugurata da Margherita Buy madrina del festival, e porterà nella cittadina toscana il cinema e i suoi protagonisti con una serie di appuntamenti che si svolgeranno nei luoghi più suggestivi e conosciuti del territorio. Il Cinema Tirreno di Borgo Carige per le proiezioni e lo Spazio Incontri il Frantoio di Capalbio ospiteranno i grandi protagonisti del cinema italiano. I temi del Festival saranno il racconto e le sceneggiature, dal libro allo schermo, le storie e i protagonisti del passato e del presente, con un’attenzione particolare al territorio e alla sostenibilità.

L’immagine ufficiale del Festival porta la firma dell’artista Vincenzo Marsiglia, il cui nuovo progetto si chiama “Capalbio. Map (Star) Red Carpet”: una dedica al cinema, a Capalbio e ai suoi abitanti. Incentrato sulla convergenza tra linguaggio artistico e cinematografico. “Facendo interagire la mia maglia stellare ed elementi tridimensionali con il paesaggio, posso far vedere una Capalbio nuova e proiettata verso il futuro”, ha spiegato Marsiglia, che nelle quattro date del Festival realizzerà un allestimento interattivo e site specific presso il Cinema Tirreno di Borgo Carige. Iniziativa che rientra nel progetto di riqualificazione a cura del Comune e di Fondazione Capalbio, da anni al lavoro per la valorizzazione del territorio.

“Fondazione Capalbio pensa al Festival come al momento più significativo delle sue annuali attività – ha affermato la Presidente Maria Concetta Monaci – ritenendo che, accogliendo al suo interno altre forme d’arte come la musica, la fotografia e le performance, svolga appieno uno degli obiettivi della propria attività: creare unità e incontro tra diverse generazioni e comunità. Il grande cinema, i protagonisti che interverranno, gli importanti talk che si terranno, la musica in piazza, l’installazione dell’artista Vincenzo Marsiglia e la mostra collettiva Landscape experience. Connessioni tra arte e paesaggio renderanno unica l’esperienza di questa edizione di Capalbio Film Festival”. “Siamo molto soddisfatti di poter ospitare un festival così articolato e suggestivo – ha commentato Gianfranco Chelini, Sindaco del Comune di Capalbio – Grazie all’ottenimento dei fondi del bando promosso da Fondazione Cr Firenze, abbiamo potuto riqualificare e valorizzare la sala Cinema Tirreno di Borgo Carige, consegnando a tutta la comunità una struttura polivalente e funzionale allo sviluppo culturale del territorio che anche dopo il festival continuerà a svolgere il suo compito. Altro grande motivo di soddisfazione è quello di offrire una rassegna ricca di appuntamenti di alto profilo qualitativo e di riuscire sempre più a coinvolgere il territorio capalbiese e la sua gente. Tra le tante pellicole presentate ci sarà anche quella di ‘Margini’, il film diretto dal grossetano Niccolò Falsetti, che ha riscosso un successo di critica di livello nazionale a partire dalla scorsa edizione del Festival di Venezia. Per noi maremmani essere consapevoli dei talenti del nostro territorio è un atto di doverosa attenzione che dobbiamo alle nostre eccellenze locali”.

“Sono molto contento di essere in squadra nel Festival di Capalbio – ha sottolineato il Direttore Artistico Steve Della Casa – perché adoro i festival che hanno contenuti e che non fanno passarelle ma propongono incontri e approfondimenti importanti. Sarà il mio impegno mettermi a disposizione per fare in modo che questi quattro giorni – nei quali si parlerà di cinema, di televisione, di spettacolo ma anche di sostenibilità – siano interessanti, divertenti, profondi, nella stupenda cornice di quella parte d’Italia”. “Dopo la bella esperienza della scorsa edizione, sono molto felice di rinnovare la mia collaborazione per questo festival di cinema e non solo”, ha concluso il condirettore Artistico Daniele Orazi. “Dove c’è contaminazione tra arte e cinema mi sento a casa e in questo caso, dove la contaminazione è tra arte cinema e letteratura con particolare attenzione alla sostenibilità, sento questa casa affollata di parenti e amici che amo. Come in tutte le feste, quindi, sono certo che non mancheranno sorprese, contenuti interessanti, scoperte e divertimento. Ci vediamo a Capalbio e auguro buon festival”, ha aggiunto. La giornata conclusiva domenica 17 settembre sarà interamente dedicata al tema della sostenibilità, con proiezioni speciali e un incontro alle Terme di Saturnia Natural SPA & Golf Resort, moderato da Carlo Alberto Pratesi, Presidente di EIIS – European Institute of Innovation for Sustainability. “Il cinema è stato da sempre il mezzo più efficace per fare evolvere i comportamenti collettivi, aumentando la consapevolezza e stimolando le persone al cambiamento – ha affermato Pratesi – Grazie al cinema non solo sono nate le mode e gli stili di consumo ma anche i movimenti sociali e le nuove ideologie. Oggi, per vincere la grande sfida della sostenibilità ambientale e sociale che richiede un cambio di paradigma soprattutto di tipo culturale, abbiamo ancora più bisogno del cinema e della sua straordinaria forza comunicativa”. Capalbio Film Festival 2023 è reso possibile grazie ai Main Partner Artemisia Lab, Intesa San Paolo, Off Grid. Ai Partner: ADR Acquedotto del Fiora, Av Set, Ecocleaning ed ai Supporter My Style Bags Milano, Essenzialmente Laura, Gorilla Socks, Terme di Saturnia Natural SPA & Golf Resort, La Locanda Rossa, Il Frantoio, La Vigna sul Mare e la Valle del Buttero. Media Partner di Capalbio Film Festival 2023: Sky Arte, Sky Nature e Forbes.

Evergrande torna in borsa Hong Kong e fa un tonfo: -78%

Evergrande torna in borsa Hong Kong e fa un tonfo: -78%Roma, 28 ago. (askanews) – E’ stato un ritorno sul mercato rumoroso, in senso negativo, quello di Evergrande, il gigante immobiliare cinese con un indebitamento da capogiro. Dopo oltre un anno e mezzo di sospensione del titolo sulla borsa di Hong Kong, oggi è tornato sul mercato e alla fine della giornata ha perso il 78% arrivando a sfiorare durante le contrattazioni un crollo del 90%.

Le azioni di China Evergrande hanno aperto in ribasso dell’87% e hanno chiuso la giornata a 0,35 dollari di Hong Kong (0,04 euro). Quando il titolo fu sospeso, il 21 marzo 2022, valeva 1,65 dollari HK (0,19 euro). La riapertura delle contrattazioni per Evergrande ha coinciso con l’annuncio che un incontro con i creditori per discutere della ristrutturazione del debito offshore è stato rinviato da lunedì al 26 settembre. Ha citato varie ragioni per il ritardo, tra cui “numerosi resoconti dei media che hanno interpretato in modo errato” l’istanza di protezione dal fallimento presentata dall’azienda in un tribunale di New York il 17 agosto.

Evergrande è al centro della crisi immobiliare cinese. Quando ha cominciato a traballare era il più grande propmotore immobiliare della Cina. Ma negli ultimi anni non è riuscito a onorare una serie di obblighi debitori e ha lasciato molti clienti con case ancora da completare e fornitori con fatture da pagare. La società aveva chiesto la revoca della sospensione delle negoziazioni venerdì sera, dopo aver affermato di aver onorato gli obblighi posti dalla borsa di Hong Kong.

Ieri, inoltre, sono stati annunciati i risultati semestrali della compagnia, con una perdita di 33 miliardi di yuan (4,2 miliardi di euro). Il dato è stato giudicato migliore del previsto: lo scorso anno nello stesso periodo perdeva il doppio circa: 66,35 miliardi di yuan (8,5 miliardi di euro). La compagnia inoltre ha dichiarato ricavi del primo semestre in aumento del 44% rispetto all’anno precedente a 128,2 miliardi di yuan (16,4 miliardi di euro). La situazione, tuttavia, resta precaria per Evergrande: le passività, seppure sono leggermente scese dai 2.440 miliardi di yuan (312 miliardi di euro) della fine del 2022, restano a 2.390 miliardi di yuan (305,7 miliardi di euro). Inoltre la compagnia è invischiata in vari contenziosi.

Non se la vede bene neanche la controllata per i veicoli elettrici, China Evergrande New Energy Vehicle Group, che ha registrato nel semestre una perdita di 6,86 miliardi di yuan ( La sua unità di veicoli elettrici China Evergrande New Energy Vehicle Group venerdì sera ha annunciato separatamente una perdita netta di 6,86 miliardi di yuan (877 milioni di euro) per i primi sei mesi dell’anno, sostanzialmente dimezzata rispetto alle perdite dello stesso periodo dello scorso anno. Ed è precaria anche la sua situazione debitoria: quasi 13 miliardi di yuan (1,7 miliardi di euro) tra debiti non pagati e fatture scadute. Questa è una brutta notizia anche alla luce del fatto che Evergrande ha individuato nella vendita della sua controllata per i veicoli elettrici alla NWIN Automobile di Alan Wu uno dei punti qualificanti del suo piano di ristrutturazione.

I medici: i positivi al Covid in ospedale devono essere isolati, proteggere i pazienti più fragili

I medici: i positivi al Covid in ospedale devono essere isolati, proteggere i pazienti più fragiliRoma, 28 ago. (askanews) – “L’abolizione dell’obbligo di isolamento domiciliare per i cittadini positivi al Covid, stabilito dal Decreto Legge n.105 del 10 agosto 2023, non deve porre in secondo piano la necessità di tutelare i pazienti più fragili ricoverati o seguiti negli ospedali, in particolare quelli colpiti da tumori solidi e del sangue, da patologie cardiovascolari e da altre gravi malattie. La norma citata, infatti, non contiene nessuna indicazione sull’individuazione e sull’isolamento dei pazienti positivi all’interno dei nosocomi. Si tratta di una lacuna molto grave: chiediamo al ministro Schillaci di intervenire quanto prima con un analogo provvedimento”. È quanto afferma Francesco Cognetti, presidente FOCE (Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi), che esprime preoccupazione per la mancata previsione dell’isolamento dei pazienti colpiti da Covid negli ospedali.

“Queste strutture sono frequentate da persone vulnerabili, che devono essere protette – spiega il prof. Cognetti -. Non dimentichiamo che il Covid continua a essere una malattia che, quando colpisce i fragili, può portare anche alla morte e l’isolamento dei positivi preserva dal contagio delle persone vulnerabili. In molti ospedali, ormai, non vengono più effettuati di routine i tamponi ai pazienti, ai sanitari e ai famigliari che li frequentano. Vanno pertanto definite norme sull’esecuzione dei tamponi e sulla loro frequenza, al fine di isolare e monitorare i positivi ed adeguare l’organizzazione dei reparti in caso di progressivo aumento dei contagiati”. In Italia si assiste, nelle ultime settimane, ad un incremento dei contagi e, in altri Paesi, anche dei ricoveri ospedalieri, dovuti a nuove varianti ipermutate, e ci si interroga su come affrontare una eventuale nuova ondata, per la diminuzione dei test di massa da parte dei cittadini ed il ridimensionamento della capacità di sorveglianza e di tracciamento delle varianti. Una situazione analoga potrebbe realizzarsi in Italia.

Nella settimana dal 17 al 23 agosto infatti, nel nostro Paese, sono stati registrati 11.606 nuovi casi di Covid, con un incremento del 96% rispetto alla settimana precedente (10-16 agosto). Anche il tasso di positività è aumentato di circa il 40%. L’abolizione dell’isolamento domiciliare obbligatorio per i positivi allinea l’Italia a numerosi altri Paesi europei (Francia, Spagna, Olanda,Belgio e Portogallo), che hanno stabilito simili indicazioni. “Si tratta di una decisione condivisibile, anche alla luce della disponibilità di vaccini e farmaci, ma va considerata la situazione degli ospedali del nostro Paese, che sono già oggi sotto pressione per mancanza di personale, posti letto e risorse e per scelte politiche sbagliate, che hanno progressivamente depotenziato la sanità negli ultimi 10 anni – spiega Pasquale Perrone Filardi, presidente SIC (Società Italiana di Cardiologia) -. Un eventuale incremento di casi Covid rischia di portare i nosocomi al collasso”.

La fragilità del sistema complessivo è testimoniata dal tasso di mortalità fra i contagiati dal virus, che è stato particolarmente elevato nel nostro Paese: “Ogni settimana, attualmente in Italia, circa 50-60persone ancora muoiono per le conseguenze dell’infezione – sottolinea Paolo Corradini, presidente SIE (Società Italiana di Ematologia) -. Il livello del contagio, di recente, è in aumento ed il dato è da ritenersi sottostimato per il più basso numero di tamponi effettuati rispetto a mesi fa. Per creare una ‘gabbia’ di protezione intorno al paziente, è fondamentale, inoltre, vaccinare con cadenza semestrale i fragili e tutti gli over 60 contro il Covid, ma anche contro l’influenza e lo pneumococco. L’immunizzazione deve riguardare non solo i malati, ma anche i famigliari, i caregiver e tutti gli operatori sanitari. E i cittadini positivi al Covid non devono assolutamente entrare in contatto con i fragili e frequentare gli ospedali”.

Elkann al Ft: investimento in Philips naturale evoluzione per Exor

Elkann al Ft: investimento in Philips naturale evoluzione per ExorMilano, 28 ago. (askanews) – John Elkann, pronipote del fondatore della Fiat Giovanni Agnelli e presidente di Stellantis e delle auto di lusso Ferrari, ha commentato con il Financial Times l’investimento da 2,6 miliardi di euro nel gruppo olandese Philips, definendolo parte di una naturale evoluzione per la holding familiare Exor che concentra gli investimenti nei settori della salute, della tecnologia e del lusso.

L’espansione del portafoglio di Exor, ha detto al quotidiano finanziario, fa parte di un’evoluzione dopo due decenni trascorsi a porre la holding sul mercato al passo giusto. Exor, ha aggiunto, sente “una forte affinità con l’assistenza sanitaria” e “i primi insegnamenti” derivanti dell’investimento di oltre 800 milioni di euro lo scorso anno nel gruppo sanitario francese privato Institut Mérieux hanno “rafforzato la nostra convinzione sull’importanza di questo settore e sulla sua crescita potenziale”. Sotto Gianni Agnelli, nonno di Elkann, che guidò la Fiat per mezzo secolo dalla fine degli anni ’50, l’attività della famiglia si spostò fortemente verso l’industria automobilistica. Tuttavia, l’Istituto finanziaro industriale, precursore di Exor, deteneva anche partecipazioni nei settori alimentare, finanziario, dei consumi e immobiliare, possedendo il quotidiano La Stampa e la squadra di calcio della Juventus, entrambi mantenuti da Exor, ricorda il Ft. 

Sebbene la trasformazione dell’azienda di famiglia fosse già iniziata prima della morte di Gianni Agnelli nel 2003, quando Elkann entrò nella holding di famiglia quell’anno la Fiat era piena di debiti, i rapporti con il suo partner statunitense General Motors si erano inaspriti e il futuro del gruppo era in bilico. Sotto la guida del 47enne Elkann, Exor ha aumentato il proprio patrimonio netto da circa quattro miliardi di euro nel 2009 a 33 miliardi di euro quest’anno, mentre le azioni Exor sono passate da valori a una cifra agli attuali 80 euro per azione. Elkann ora afferma che il primo decennio dopo la morte di suo nonno è stato un decennio di conservazione: “Ci siamo concentrati su disinvestimenti, semplificazione e riduzione del debito per garantire che ciò che avevamo potesse essere salvato”. Il decennio che seguì “fu un decennio di stabilizzazione” che, secondo lui, aveva posto Exor su una traiettoria di crescita costante. Exor ha promesso di reinvestire i proventi della vendita di PartnerRe in tecnologia, lusso e sanità e ha acquisito una quota del 24% nel produttore di scarpe di lusso Christian Louboutin, una quota di maggioranza nel marchio di lifestyle cinese Shang Xia e una quota del 45% nell’italiana Lifenet Healthcare. “Stiamo chiaramente guardando ai settori che hanno il vento a favore”, ha affermato Suzanne Heywood, direttore operativo di Exor e presidente di CNH Industrial, al quotidiano. “Siamo cresciuti ma siamo ancora una squadra snella e affiatata, il che ci porta a essere molto concentrati su dove vogliamo investire”.

Il gruppo siede nel consiglio di amministrazione di tutte le società in portafoglio. “Ci descriviamo come amici critici – ha detto Heywood – Non siamo attivisti ma siamo attivi”. Exor quest’anno è tornata anche ai servizi finanziari con il lancio di Lingotto, una società di investimento con sede a Londra presieduta dall’ex cancelliere britannico George Osborne alla quale ha stanziato i primi 1,5 miliardi di euro dalla vendita di PartnerRe. Tuttavia, ricorda Ft, non è andato tutto liscio: la morte improvvisa dello storico capo della Fiat Sergio Marchionne nel 2018 e poi la vicenda della Juventus che ha portato lo scorso anno alle dimissioni del consiglio di amministrazione e a un rimpasto dirigenziale.

“John è emerso come qualcuno che sa affrontare gli scettici, e ce n’erano molti quando suo nonno morì, con fatti piuttosto che con le parole”, ha riferito una fonte vicina a Exor al Financial Times. Sul futuro, lo stesso Elkann dice: “Naturalmente non c’è alcuna certezza su ciò che ci aspetta. Ciò che è chiaro per noi è il nostro scopo, ovvero costruire grandi aziende con grandi persone”.

Naufragio al largo di Lesbo: 4 morti. Attraccata a Napoli la nave Ocean Viking con 254 migranti

Naufragio al largo di Lesbo: 4 morti. Attraccata a Napoli la nave Ocean Viking con 254 migrantiNapoli, 28 ago. (askanews) – E’ attraccata questa mattina poco dopo le 8, al porto di Napoli la nave Ocean Viking con a bordo 254 migranti soccorsi tra Lampedusa e la Tunisia. Alcuni erano stati fatti sbarcare ieri a Vibo Valentia. L’imbarcazione della ong avrebbe dovuto arrivare a Genova, ma a causa del maltempo annunciato in Liguria è stata destinata allo scalo partenopeo.

In vista dell’arrivo, ieri, il Prefetto Claudio Palomba ha presieduto una riunione presso il Palazzo del Governo per il coordinamento delle operazioni di sbarco e di accoglienza, con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, il Comune di Napoli (assessorato al Welfare e Polizia municipale), la Città metropolitana, la Asl Napoli 1 centro, la Protezione civile regionale, l’Ufficio sanitario regionale e la centrale 118, i rappresentanti delle Forze dell’ordine, dei vigili del fuoco, della Capitaneria di porto, l’Autorità portuale, l’Ufficio per la sanità marittima, la Cri e la Caritas diocesana. Un’altra tragedia del mare, intento, si è consumata al largo di Lesbo. Quattro persone sono morte nel naufragio di un’imbarcazione che trasportava migranti, al largo dell’isola di Lesbo nel Mar Egeo, mentre altre diciotto sono sopravvissute. Lo ha dichiarato la guardia costiera greca, dopo aver salvato l’imbarcazione in difficoltà.

Una motovedetta della guardia costiera “ha individuato e soccorso 22 stranieri al largo dell’isola di Lesbo, quattro dei quali” erano morti, si legge in una breve dichiarazione della polizia portuale. “Sono stati tutti trasferiti al porto di Mitilene”, la capitale di Lesbo, il solito porto di scalo per i migranti provenienti dalle coste occidentali vicine alla Turchia, ha aggiunto il comunicato. Le autorità non hanno ancora reso note le condizioni del naufragio né l’identità delle vittime. La polizia portuale greca, con l’aiuto dell’agenzia europea di sorveglianza delle frontiere Frontex, pattuglia regolarmente la zona marittima del Mar Egeo orientale, di fronte alla Turchia, da dove molti migranti tentano di attraversare la Grecia, spesso diretti verso l’Europa occidentale. Malgrado le numerose operazioni di salvataggio da parte delle autorità greche di imbarcazioni in difficoltà, in questa zona si verificano molti naufragi, che spesso provocano vittime. Le autorità greche sono spesso accusate dai media e dalle ong per i diritti umani di respingere illegalmente i migranti nelle acque turche per limitare il numero di arrivi sul territorio greco.

Ocse, lieve rallentamento crescita a +0,4% in secondo trimestre

Ocse, lieve rallentamento crescita a +0,4% in secondo trimestreRoma, 28 ago. (askanews) – La crescita del PIL dell’OCSE rallenta leggermente nel secondo trimestre del 2023 Secondo le stime provvisorie, il prodotto interno lordo (PIL) nell’OCSE è aumentato dello 0,4% su base trimestrale nel secondo trimestre del 2023, leggermente in calo rispetto alla crescita dello 0,5% del trimestre precedente. Ciò estende il modello costante di crescita moderata osservato dal primo trimestre del 2022.

Nel G7, la crescita del PIL su base trimestrale – informa una nota dell’Organizzazione di Parigi – è aumentata leggermente allo 0,5% nel secondo trimestre del 2023, rispetto allo 0,4% nel primo trimestre. Ciò riflette un quadro contrastante tra i paesi del G7. Da un lato, la crescita del PIL è aumentata notevolmente in Giappone (all’1,5% nel secondo trimestre del 2023, rispetto allo 0,9% nel primo trimestre) e in Francia (allo 0,5%, rispetto allo 0,1%). Anche la crescita ha accelerato, anche se in modo più marginale, negli Stati Uniti e nel Regno Unito (allo 0,6% e allo 0,2% nel secondo trimestre, rispettivamente, rispetto allo 0,5% e allo 0,1% nel primo trimestre). D’altro canto, il PIL in Italia si è contratto nel secondo trimestre del 2023 (meno 0,3%) dopo una crescita dello 0,6% nel primo trimestre. La crescita ha rallentato anche in Canada (allo 0,3% nel secondo trimestre, rispetto allo 0,8% nel primo trimestre). La crescita è stata piatta in Germania nel secondo trimestre, dopo la contrazione nei due trimestri precedenti. Diversi paesi del G7 hanno pubblicato i dettagli dei principali fattori che determinano le variazioni del PIL. In Giappone, le esportazioni nette (esportazioni meno importazioni) sono state il principale motore della crescita, riflettendo un aumento del 3,2% delle esportazioni e un calo del 4,3% delle importazioni, mentre i consumi privati si sono contratti nel secondo trimestre (meno 0,5%). Allo stesso modo, in Francia, le esportazioni nette hanno sostenuto la crescita mentre i consumi privati si sono contratti (-0,3%). Nel Regno Unito, invece, gli incrementi della spesa pubblica e privata hanno sostenuto la crescita, mentre le esportazioni nette hanno continuato a costituire un fattore frenante. Quest’ultimo è avvenuto anche in Germania, con un calo delle esportazioni dell’1,1%. Negli Stati Uniti, gli investimenti e i consumi privati hanno contribuito alla crescita del PIL, anche se la crescita dei consumi privati ha subito un notevole rallentamento (allo 0,4% nel secondo trimestre, rispetto all’1,0% nel primo trimestre). Secondo l’analisi preliminare pubblicata dall’Italia, la contrazione del PIL riflette una riduzione della domanda interna (compresa la variazione delle scorte).

Tra i paesi OCSE più vicini (geograficamente) alla guerra in Ucraina, il PIL ha registrato una forte ripresa in Lituania nel secondo trimestre del 2023, crescendo del 2,8%, rispetto a una contrazione del 2,1% nel primo trimestre. Al contrario, il PIL ha subito una brusca contrazione in Polonia nel secondo trimestre del 2023 (meno 3,7%) dopo una crescita del 3,8% nel primo trimestre. Il PIL ha continuato a contrarsi in Ungheria (-0,3%) per il quarto trimestre consecutivo. Tra gli altri paesi OCSE per i quali sono disponibili dati, l’Irlanda ha registrato la crescita del PIL più forte (3,3%) nel secondo trimestre, seguita da Slovenia (1,4%) e Costa Rica (1,3%). Al contrario, il PIL si è contratto in dieci paesi OCSE, in particolare in Polonia (meno 3,7%) seguita da Svezia (meno 1,5%) e Colombia (meno 1,0%).

Nel secondo trimestre del 2023 il PIL nell’area OCSE ha superato del 5,1% il livello pre-pandemia (4° trimestre 2019). Nel G7 il PIL ha superato del 4,0% il livello pre-pandemico, anche se nel Regno Unito il PIL è rimasto leggermente al di sotto il suo livello pre-pandemia (Figura 2). Altrove nell’OCSE, nel secondo trimestre del 2023 il PIL è stato superiore ai livelli del quarto trimestre del 2019 in tutti i paesi per i quali erano disponibili dati, ad eccezione della Repubblica Ceca. La Spagna, il paese OCSE più gravemente colpito dalla pandemia (con una contrazione del PIL dell’11,3% nel 2020), ha superato per la prima volta il livello del PIL pre-pandemia nel secondo trimestre del 2023

Occhiuto: offrire incentivi economici a medici che vengono in Calabria

Occhiuto: offrire incentivi economici a medici che vengono in CalabriaRoma, 28 ago. (askanews) – “Mettendo a posto i conti” della sanità calabrese, “qui ho trovato un avanzo di 200 milioni: soldi non spesi, servizi non erogati ai cittadini”. Quanto ai miliardi necessari per la sanità, “aspettiamo la legge di bilancio per verificare se la lezione del Covid è servita o meno”. Così Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, in un colloquio con La Stampa. “Ma, oltre ai soldi, servono le riforme. Per noi in Calabria, ad esempio, il reclutamento dei medici è molto difficile: vorrei poter offrire incentivi economici e di carriera ai professionisti disposti a venire a lavorare nei nostri ospedali, esattamente come già si può fare con i magistrati assegnati alle nostre procure”, aggiunge.

Primo ciak per “Prima la vita”, il nuovo film di Francesca Comencini

Primo ciak per “Prima la vita”, il nuovo film di Francesca ComenciniRoma, 28 ago. (askanews) – Primo ciak a Roma per il nuovo film di Francesca Comencini “Prima la vita”. Un padre e sua figlia, gli anni di piombo e la “generazione scomparsa”. Un film autobiografico che sa di vita e di cinema, interpretato da Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano.

“Prima la vita” è una produzione Kavac Film, IBC Movie, One art con Rai Cinema, in coproduzione con la francese Les Films du Worso, prodotto da Simone Gattoni, Beppe Caschetto e Bruno Benetti, coprodotto da Sylvie Pialat. “Questo film è il racconto molto personale di momenti con mio padre emersi precisissimi dai ricordi e rimasti vividi e intatti nella mia mente come delle stanze poetiche concluse in sé. Un racconto personale che credo però trovi la giusta distanza nel fatto che in mezzo al padre e alla figlia c’è sempre il cinema come passione, scelta di vita, modo di stare al mondo”, ha dichiarato Francesca Comencini. “Intorno, un periodo storico preciso: gli anni di piombo, quelli delle lotte politiche, delle stragi, delle rivoluzioni sociali, della comparsa dell’eroina, che stravolse la vita di generazioni perdute”.

Imprese giovanili ottimiste sul futuro, aumenti fatturato per 1 su 2

Imprese giovanili ottimiste sul futuro, aumenti fatturato per 1 su 2Roma, 28 ago. (askanews) – Sono più fiduciose per il futuro rispetto alle loro colleghe “over 35”: fatturano, assumono e innovano di più, ma sono meno presenti all’estero e le barriere economiche rischiano di frenarne la crescita. È l’identikit delle imprese guidate dai giovani under 35 tracciato dal Centro Studi Tagliacarne confrontando le loro aspettative di crescita per il 2023 e il 2024 con quelle delle non giovanili sulla base di un’indagine condotta su un campione di 4.000 imprese manifatturiere e dei servizi con una forza lavoro tra i 5-499 addetti.

Secondo i dati dell’indagine, il 49% delle imprese under 35 prevede per quest’anno di aumentare il fatturato contro il 42% delle non giovanili. E per il 2024 le attese di crescita restano positive per il 43% delle imprese giovanili (contro il 34%). In aumento pure le previsioni occupazionali per il 31% delle imprese capitanate dai giovani per il 2023 (contro il 23%) e per il 23% del campione nel 2024 (contro il 18%). Anche perché sarà necessario equipaggiarsi con personale qualificato per sfruttare al meglio gli investimenti in programma nella duplice transizione: tra il 2023 e il 2025, il 36% delle imprese under 35 intende investire contemporaneamente in digitale e green (contro il 28%). Tuttavia, in termini di export le imprese giovanili mostrano un ritardo rispetto alle loro colleghe più “mature”: il 38% delle aziende under 35 esporterà nel 2023 a fronte del 45% delle non giovanili. E per il prossimo anno, pur se la presenza degli imprenditori giovani sui mercati stranieri è attesa in aumento, la distanza “generazionale” all’estero resterà inalterata di 7 punti percentuali quando ad esportare sarà il 40% delle imprese giovanili contro il 47% delle altre. Ma al Sud la presenza delle imprese under 35 sui mercati esteri è ancora più bassa: nel 2023 esporterà solo il 26% e nel 2024 il 27%.

“La scelta imprenditoriale per i giovani è sempre più selettiva rispetto al passato e meno legata all’autoimpiego, come dimostra il calo di circa il 13% delle imprese under 35 registrato nell’ultimo decennio al netto dell’andamento demografico”, ha osservato il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito, spiegando che anche per questo l’imprenditoria giovanile si proietta con maggior fiducia sul mercato. Tuttavia, queste imprese scontano assetti meno strutturati, e questo spiega anche la loro minore presenza all’estero che deve, invece, essere sostenuta perché pure per gli imprenditori giovani l’internazionalizzazione è una leva strategica indispensabile per crescere. Nonostante la minore presenza sui mercati stranieri, le imprese giovanili che esportano sembrano però avere una marcia in più: per il 2023 il 44% prevede aumenti delle vendite all’estero contro il 33% delle non giovanili mentre per il 2024 incrementi sono stimati dal 42% del campione (contro il 31%). Nel complesso, per aumentare le vendite oltreconfine, le imprese giovanili contano di utilizzare principalmente strategie improntate sulla qualità dei prodotti (42%) e investimenti in comunicazione e branding (24%)

Le imprese giovanili investiranno di più delle altre nella transizione green e digitale. Tra 2023 e il 2025, il 53% delle imprese giovanili investirà in green e il 48% in digitale (contro rispettivamente il 45% e il 41% delle over 35). Mentre il 36% delle imprese under 35 ha in programma di investire contemporaneamente in digitale e green. Ma le risorse economiche insufficienti all’interno dell’azienda e i tassi di interesse elevati per l’accesso al credito sono il principale ostacolo che rischia di intralciare il loro cammino verso la transizione. Le barriere economiche sono un problema, infatti, per il 39% delle imprese giovanili che non intendono investire nella sostenibilità (contro il 31% delle non giovanili) e per il 45% che prevede di non fare investimenti 4.0 (contro 29% delle non giovanili).

Mondiali basket, domani per l’Italia sfida decisiva con le Filippine

Mondiali basket, domani per l’Italia sfida decisiva con le FilippineRoma, 28 ago. (askanews) – Dopo la sconfitta contro la Repubblica Dominicana, l’Italia (foto federbasket) è tornata in palestra per preparare l’ultima e decisiva sfida nel gruppo A, quella alle Filippine, domani martedì 29 agosto alle ore 14.00 italiane.

A margine della sessione di allenamento della mattina, il Presidente della Federazione Italiana Pallacanestro Giovanni Petrucci, è tornato sul match contro la Repubblica Dominicana: “I nostri avversari hanno vinto meritatamente. Gli errori arbitrali ci sono stati e sempre ci saranno, ma non sono quelli che ci hanno fatto perdere la partita e non è responsabilità FIBA. Questa mattina ho avuto un colloquio con tutto lo staff tecnico e ho detto loro che intemperanze come quelle di ieri non devono più accadere. Abbiamo un’immagine da difendere e dobbiamo agire di conseguenza. Il CT Gianmarco Pozzecco gode della fiducia della squadra e soprattutto gode della mia fiducia. È una persona straordinaria sotto molti punti di vista ed è il primo ad essere dispiaciuto. Ho per lui stima e affetto e continuo a considerarlo un ottimo allenatore. Non è un dramma aver perso una partita e di certo il nostro CT non è l’unico responsabile. Abbiamo un gruppo di ragazzi intelligenti che hanno tutte le carte in regola per reagire alla sconfitta già da domani contro le Filippine”. Vincere. Per passare alla seconda fase del Mondiale e per essere certi, almeno, di un posto al torneo Pre Olimpico del prossimo anno. Come sempre la posta in palio è altissima e per afferrarla, gli Azzurri dovranno battere domani alle 14.00 italiane (le 20.00 locali) le Filippine nel catino dell’Araneta Coliseum. La sconfitta contro la Repubblica Dominicana ha complicato le cose ma per l’Italia ci sono diversi scenari favorevoli: addirittura una sconfitta con 11 punti di scarto (non uno di più) se i dominicani battessero l’Angola nel match del pomeriggio. Non ancora assegnato nemmeno il primo posto nel girone. La Repubblica Dominicana, per ora imbattuta, potrebbe non raggiungerlo in caso di sconfitta contro gli africani fino a 22 punti. Azzurri primi in quel caso battendo le Filippine. Matematica, calcoli da classifiche avulse, teoria. La pratica, quella a cui ci hanno abituato Datome, Melli e compagni, è quella di un gruppo che ha la ferma volontà di tornare a brillare come fatto finora. Di interpretare, in maniera corale, un basket bello da vedere e tremendamente efficace. La rimonta rabbiosa, ma lucida, dal -17 al -3 (prima del definitivo -5) di ieri sera, è la scintilla con cui la squadra è tornata ad allenarsi stamattina in vista della sfida alle Filippine, che si giocherà davanti a quasi 13.000 spettatori pronti a sostenere i propri beniamini nell’arena che vide Alì chiudere i conti con Frazier (2-1) nel 1975. Il famoso “Thrilla” in Manila, ovvero il “brivido” a Manila. Il brivido ci sarà anche domani perché nel caso in cui l’Italia perdesse con oltre 11 punti di scarto e la Rep. Dominicana vincesse, oppure entrambe le formazioni non riuscissero a superare rispettivamente Filippine e Angola, per gli Azzurri si aprirebbero le porte del Classification Round, quello riservato alle terze e quarte classificate di tutti i gironi del Mondiale, quindi fuori dalle migliori 16.