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Putin: Prigozhin uomo di talento che ha commesso gravi errori

Putin: Prigozhin uomo di talento che ha commesso gravi erroriRoma, 24 ago. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha definito oggi il leader del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, “un uomo di talento ma con un destino difficile”. Lo riporta l’agenzia di stampa Ria. Putin ha quindi rimarcato che il gruppo Wagner “ha dato un grande contributo alla lotta contro il nazismo in Ucraina”. “Conoscevo Prigozhin da molto tempo, dall’inizio degli anni ’90. Era un uomo dal destino difficile e ha commesso gravi errori nella vita… Era una persona di talento, un uomo d’affari di talento, ha lavorato non solo nel nostro paese, e ha lavorato ottenendo risultati, ma anche all’estero, in Africa in particolare”, ha detto Putin durante un un incontro con il leader filorusso dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin.

Quindi, il presidente russo ha detto che “i primi dati” emersi dalle indagini sull’incidente aereo avvenuto ieri nella regione di Tver “indicano che fossero presenti anche i dipendenti della compagnia Wagner”. “Vorrei sottolineare che si tratta di persone che hanno dato un contributo importante alla nostra causa comune di lotta contro il regime neonazista in Ucraina”, ha detto Putin, aggiungendo che il paese “non dimenticherà” il contributo di Wagner alla lotta contro il nazismo.

Ucraina, scrittore dissidente russo: epoca di Putin è già finita

Ucraina, scrittore dissidente russo: epoca di Putin è già finitaRimini, 24 ago. (askanews) – “Prima o poi anche i russi capiranno che vivere nella democrazia è meglio che stare sotto la dittatura”. Al Meeting di Rimini, la domanda ‘Fra democrazia e autocrazia: il destino della libertà’ ha trovato la risposta di Mikhail Shishkin, scrittore e giornalista russo vincitore dei premi Russian Booker, Russian National Bestseller, Big Book e Premio Strega Europeo 2022. “Sono ottimista sulle prospettive dell’evoluzione della democrazia nell’umanità”, ha detto lo scrittore, che però si dimostra pessimista a breve termine: “Quando uscirà di scena Putin in Russia arriverà il caos, e la gente chiederà l’ordine”, dunque un’altra dittatura.

Sul conflitto Shishkin ha aggiunto: “Questa mostruosa guerra non è soltanto contro l’Ucraina, ma è una guerra del regime di Putin che va anche contro la Russia”. La morte di Prigozhin in un incidente aereo nella giornata di ieri non ha stupito lo scrittore, secondo cui Putin, già indebolito dopo il fallimentare tentativo di guerra in Ucraina, avrebbe potuto essere defenestrato due mesi fa se Prigozhin non si fosse fermato: “Tutta la popolazione era pronta, ma lui no. Ora è venuto il castigo”. Per Shishkin però quella di Putin è un’era al tramonto: “L’epoca di Putin è già finita, sta già cominciando la battaglia per il dopo-Putin. Il dittatore è malato e chiuso nel bunker, quello che si vede è il suo sosia. Dopo di lui ci sarà la deputinizzazione e un nuovo Putin che dovrà a sua volta dimostrare la sua autorevolezza con una vittoria, non contro l’Ucraina, ma contro il vecchio regime”. Mikhail Shishkin ha però puntato il dito anche contro l’Occidente, colpevole, dopo la caduta del muro, di avere agevolato nella giovane democrazia russa degli anni ’90 quella corruzione che sarebbe poi germinata nel regime di Putin: “L’Occidente – ha spiegato lo scrittore – ha visto perfettamente che stava facendo nascere un aggressore e ha chiuso gli occhi. Ora l’Occidente deve correggere questo errore aiutando in tutti i modi l’Ucraina a vincere contro il regime di Putin”.

Napoli, Manfredi: riqualificazione urbana con l’albergo dei poveri

Napoli, Manfredi: riqualificazione urbana con l’albergo dei poveriRoma, 24 ago. (askanews) – Quello della riqualificazione urbana è un tema decisivo; significa “ripensare le città guardando alle città come luogo dove si riducono i conflitti e non si aumentano. La vera sfida per i sindaci, ma direi per tutta Italia, è di lavorare su una trasformazione e rigenerazione dei luoghi che non sia solo urbanistica ma anche sociale”. A sostenerlo è stato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, durante il panel Resurgence: progettare il futuro delle città.

Il primo cittadino di Napoli ha poi raccontato l’esperienza dell’albergo dei poveri, nel capoluogo campano. “Fu una grande utopia di Carlo III che decise di costruire l’edificio più grande d’Europa, perché voleva dare una casa ai poveri del Regno, con l’idea che non solo si desse aiuto ma si insegnasse loro un lavoro. Noi abbiamo un progetto di rigenerazione molto importante; l’idea è proprio questa: rileggere questo luogo mantenendo lo spirito con cui fu costruito. Partiamo dal fatto che dare un futuro ai giovani significa partire dal dare loro una conoscenza, far sì che questo sia un luogo di bellezza, costruzione, formazione, un mix di funzioni dove tante cose si possono mettere insieme, ma al centro ci sono le persone”. Manfredi ha spiegato cosa diventerà l’albergo dei poveri. “Sarà una grande casa della conoscenza, con una public library – ha aggiunto – avremo una zona espositiva museale con esposizioni sia permanenti che temporanee; ci sarà l’Università, dei luoghi di coworking e incubatori di azienda. E poi un grande spazio per lo sport. Sarà un polo attrattivo per tutta la città”.

Matteo Renzi visita, in forma personale, il Meeting di Rimini

Matteo Renzi visita, in forma personale, il Meeting di RiminiRimini, 24 ago. (askanews) – Visita a sorpresa dell’ex premier Matteo Renzi al Meeting di Rimini questo pomeriggio. Il leader di Italia viva è arrivato alla fiera intorno alle 16 e si è intrattenuto per circa un’ora e mezza visitando alcune mostre, sempre accompagnato dagli organizzatori della kermesse.

“Oggi per me è un giorno particolare: ricorre l’anniversario della scomparsa di un amico don Paolo Bargigia ed è bello essere qui in questa giornata”, ha detto Renzi prima di entrare alla mostra Peguy, citando l’amicizia con il sacerdote di Comunione e liberazione. Successivamente è stato accompagnato a visitare la mostra “Burri. Formae spazio equilibrio” e un altro allestimento sul mondo del lavoro, assieme al parlamentare Maurizio Lupi e al direttore della Fondazione Meeting, Emmanuele Forlani. Si è poi soffermato con alcuni volontari nello stand di Pizz Aut, il laboratorio di inclusione sociale che a Roma ha ricevuto la visita di Papa Francesco. A Pizz Aut farà visita anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che concluderà domani i lavori del Meeting di Rimini. Qui Renzi ha parlato con il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini. Prima di lasciare i padiglioni della fiera di Rimini, tra un selfie e un altro, Renzi ha salutato, tra gli altri, il presidente dell’ACI Angelo Sticchi Damiani, l’ex presidente del Forum delle Associazioni familiari, Gigi De Palo.

Ravello Festival, sul Belvedere tocca al parigino Alain Altinoglu

Ravello Festival, sul Belvedere tocca al parigino Alain AltinogluRavello (Salerno), 24 ago. (askanews) – Il gran finale è già sold out di questa settantunesima edizione del Ravello Festival diretta da Alessio Vlad: il 30 agosto l’atteso omaggio a Frank Sinatra dell’affasciante tenore Vittorio Grigolo. Ma intanto aspetta il pubblico un ultimo appuntamento sinfonico (e penultimo appuntamento in cartellone), dopo lo straordinario successo del Das Rheingold di Wagner diretto da Kent Nagano: domani, venerdì 25 agosto, ore 20, sullo scenografico palco del Belvedere di Villa Rufolo si esibirà la Frankfurt Radio Symphony Orchestra sotto la guida del suo direttore musicale Alain Altinoglu.

Altinoglu, 47 anni, francese con origini armene, repertorio classico ma anche contemporaneo, è il direttore musicale della Frankfurt Radio Symphony dal 2021. Curriculum internazionale di straordinario prestigio, è, tra le altre cose, anche il direttore artistico del festival di Colmar, il paese fiabesco dell’Alsazia noto per il suo magico Natale. Del resto “La musica – dice il maestro parigino – è la più forte forma di magia. La cosa più potente che il mondo ha da offrire”.

L’orchestra, fondata nel 1929, è una delle prime compagini radiofoniche tedesche, interprete di riferimento di Bruckner e Mahler (delle cui sinfonie ha eseguito la registrazione digitale integrale). A Ravello propone un concerto che riserva ancora un omaggio a Wagner (Die Mastersinger, Preludio) insieme a una più composita proposta musicale che mette in programma l’Ouverture del The Sea Hawk di Erich Wolfgang Korngold, Till Eulenspiegels lustige Streiche (I tiri burloni di Till Eulenspiegel), op.28 di Richard Strauss, e Sheherazade, suite sinfonica, op.35 da le “Mille e una notte” di Nikolay Rimsky-Korsakov. Il Ravello Festival è sostenuto dalla Regione Campania e dal MiC.

Vino, il 17 settembre a Sandrigo (Vicenza) torna “Bacco e Baccalà”

Vino, il 17 settembre a Sandrigo (Vicenza) torna “Bacco e Baccalà”Milano, 24 ago. (askanews) – Domenica 17 settembre a Villa Mascotto di Ancignano di Sandrigo (Vicenza) torna “Bacco & Baccalà”, l’appuntamento dedicato all’abbinamento di vini con pietanze a base di baccalà con lo stoccafisso norvegese di Lofoten Igp. Dalle 17.30 alle 22 il grande parco e i porticati della villa ospiteranno un banco d’assaggio con oltre 80 etichette e, per la prima volta, una selezione di Champagne.

Saranno protagoniste aziende vinicole di varie regioni d’Italia, tra cui Ferrari, Donnafugata, Casali Maniago, Fratelli Berlucchi, Cantina Tramin, Marco Felluga, Anselmi, Tenutefosca, Maculan, Ca’ Biasi, Selezioni Roberta Moresco, Tenuta Natalina Grandi, Cantina Beato Bartolomeo Breganze e Boscodivino. Gli Champagne in degustazione saranno quelli dei produttori Mallol-Gantois della Côte des Blancs, Casters Louis e Jean Noel Haton della Vallée de la Marne, Larnaudie-Hirault, Monmarthe e Luoise Nicaise della Montagne de Reims. L’evento offre anche la possibilità di visitare la mostra “Artisticamente donna” a cura di Marzia Rigo, allestita a Villa Mascotto. “Bacco & Baccalà” è organizzata dalla Pro Sandrigo in collaborazione, tra gli altri, con la Confraternita del Bacalà alla vicentina ed è parte integrante del ricco programma della 36esima Festa del Bacalà alla vicentina che si terrà sempre a Sandrigo (Vicenza) dal 14 al 25 settembre.

Hyundai avvia produzione Kona Electric in Repubblica Ceca

Hyundai avvia produzione Kona Electric in Repubblica CecaMilano, 24 ago. (askanews) – Hyundai ha inziato la produzione della nuova Kona Electric presso lo stabilimento in Repubblica Ceca (Hmmc). Durante il primo anno, l’obiettivo è produrre 21mila unità di Kona Electric per arrivare a 50mila nel 2024. Hyundai punta a vendere solo auto a zero emissioni in Europa entro il 2035.

La seconda generazione del B-suv Hyundai è stata progettata partendo dalla versione elettrica, in linea con l’accelerazione nella strategia di elettrificazione del brand (annunciata a marzo 2022) che avrà 11 nuove EV in gamma entro il 2030. “Per Hyundai, l’Europa è un mercato chiave. Più del 70% dei modelli commercializzati in Europa viene anche prodotto nel Continente. In un momento in cui la domanda di EV sta aumentando sensibilmente e i tempi di consegna sono un aspetto chiave, poter contare su una produzione di auto elettriche in Europa è fondamentale”, afferma Michael Cole presidente e Ceo di Hyundai Motor Europe.

La produzione di Kona Electric rappresenterà il 15% della produzione dello stabilimento entro fine 2023. Hyundai punta ad estendere la distribuzione di Kona Electric a ulteriori 20 mercati in Europa, fra cui Turchia e Israele, rispetto agli attuali 20. Lo stabilimento Hmmc produrrà entrambe le versioni della Nuova Kona con batterie da 65,4 kWh (motore da 160 kW e 514 km di autonomia) e da 48,4 kWh (114,6 kW e 377 km di autonomia) e la versione con guida a destra per i mercati UK, Irlanda e Cipro. Le batterie di Kona Electric sono prodotte nello stabilimento LG Energy Solution a Breslavia, in Polonia. Le batterie vengono poi assemblate nella sezione dello stabilimento Hmmc che fino a fine 2021 era dedicata ai cambi manuali.

Cosa è emerso sulla manovra dal Meeting di Rimini, con l’incognita risorse

Cosa è emerso sulla manovra dal Meeting di Rimini, con l’incognita risorseRoma, 24 ago. (askanews) – Una manovra tutta concentrata sul sostegno ai redditi di fronte all’inflazione e al rallentamento del Pil che con realismo consegna al prosieguo della legislatura le misure “bandiera” più onerose. E’ quella che emerge dai dibattiti del Meeting di Rimini e che può essere sintetizzata mettendo in fila le parole pronunciate l’anno scorso dal palco da Mario Draghi e quest’anno del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. “L’Italia ce la farà anche questa volta” anche se “non si potrà fare tutto”.

A circa un mese dall’avvio ufficiale dei lavori sulla legge di bilancio, con la pubblicazione della Nadef, proprio dal Meeting che si chiuderà domani sono emersi con una certa chiarezza diversi elementi che caratterizzeranno la prossima manovra e alcune linee, per la verità non molte, che il governo intende perseguire per assicurarne la copertura. Confermata a Rimini la volontà di rendere stabile il taglio del cuneo, o quantomeno di prorogarlo per il 2024. “Dovremo intervenire a favore dei redditi medio-bassi, come abbiamo fatto con la decontribuzione” ha detto Giorgetti con l’obiettivo di sostenere il potere d’acquisto. Anche il titolare del Mimit, Adolfo Urso, ha sottolineato che “la via maestra è rendere strutturale i due tagli al cuneo fiscale che abbiamo realizzato”, strada confermata anche dal vicepremier Antonio Tajani. Solo questa misura, se confermata negli stessi importi attuali, assorbirebbe intorno ai 9 miliardi di euro, più o meno tutte le risorse finora accertate (tra cui extradeficit, tassa sulle banche, tagli ai ministeri) per la manovra 2024. Le priorità, ha sintetizzato a Rimini l’altro vicepremier Matteo Salvini, “sono aumentare stipendi e pensioni” mettendo “quello che riusciremo a ricavare, ad esempio risparmiando sul reddito di cittadinanza per chi non ne ha diritto, e confermando il prelievo sui guadagni milionari delle banche, in aumento di stipendi e pensioni”.

Confermato quindi al Meeting il pacchetto di interventi che il governo prepara per sostenere i salari. Il ministro del Lavoro Marina Calderone dal palco ha parlato di “detassazione dei premi di produttività e di tassazione agevolata di alcune forme di welfare” che “credo debbano essere dei punti di riferimento delle analisi che faremo per la manovra di bilancio”. Anche Tajani ha riferito che al centro degli interventi a sostegno del lavoro ci saranno “il tema del welfare, l’abbattimento delle tasse sugli stipendi dei dipendenti, detassando tredicesime, straordinari e premi di produzione. Questa è la strada che dobbiamo seguire”. Sollecitato nel corso di un dibattito sul fisco, il viceministro all’economia Maurizio Leo da parte sua ha anticipato un pacchetto di misure per le famiglie numerose, che troverebbe spazio nel bilancio perchè “quando parliamo di famiglie con tre figli parliamo di numeri contenuti”.

Il governo, ha annunciato, sta anche valutando la possibilità di “dare un periodo di benefici alle imprese che assumono delle donne che hanno nuclei familiari consistenti” mentre per “valutare l’ipotesi del quoziente familiare dovremo assolutamente tenere conto delle risorse che si possono mettere a terra”. Leo a Rimini ha confermato anche possibili interventi fiscali anche sugli straordinari ed un’estensione della platea dei benefici per i fringe benefit. Dal Meeting arriva anche qualche elemento utile a capire cosa invece con ogni probabilità non entrerà nella prossima manovra. Sicuramente una riforma organica delle pensioni.

Se, in generale “non c’è nessuna riforma previdenziale che tiene nel medio e lungo periodo con i numeri della natalità che vediamo oggi in questo Paese”, come ha sottolineato Giorgetti, nel particolare le rivalutazioni e la conferma sell’aumento a 600 euro delle minime (FI chiede di arrivare a 1.000) assorbiranno tutti gli spazi finanziari possibili per questo capitolo. Escluso che si arrivi quindi a quota 41 per tutti, come riconosciuto dallo stesso Salvini. “Non possiamo fare tutto e subito” ha detto spiegando che il superamento della legge Fornero sarà fatto “nell’arco dei 4 anni”. Possibile una proroga di quota 103 o una “mini-quota 41” per l’anno prossimo legata però al ricalcolo contributivo dell’assegno. Sembra poco probabile anche la possibilità che possa partire dal primo gennaio la parte onerosa della riforma fiscale ed in particolare la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef “Molte misure non richiedono risorse, come le procedure di accertamento e di riscossione ma anche gli adempimenti, e pertanto potranno entrare in vigore già nel 2024” ha detto il vceministro Leo dal palco di Rimini “altri, come i tributi in particolare, Irpef, Ires, Iva, Irap invece richiedono coperture e per questo dovremo verificare se ci saranno queste coperture con la Nadef”. Governo meno loquace al Meeting sulle coperture che dovranno accompagnare la manovra. A parte la tassa sugli extraprofitti delle banche che dovrebbe garantire 2-2,5 miliardi. Su questa Salvini ha assicurato che “non si torna indietro” mentre Tajani ha annunciato “emendamenti” in primis per escludere “le banche di prossimità” e poi per “prevedere la deducibilità della tassa che viene pagata”. Deducibilità sulla quale Bruxelles potrebbe avere qualcosa da ridire visto che trasformerebbe la tassa in una sorta di debito fuori bilancio se si decidesse di restituirla negli anni sotto forma di crediti fiscali. E proprio all’Unione Europea ci si rivolge per scongiurare un ritorno alle vecchie regole del Patto che scatterebbero dal 1 gennaio, senza un accordo sulla riforma, e che renderebbero ancora più stretto il sentiero del bilancio. Dall’esecutivo si auspica una intesa entro ottobre ma la Nadef, da chiudere per fine settembre, dovrà inevitabilmente tenere conto della fine delle deroghe sui conti pubblici decise per il Covid. “Dobbiamo impedire che il Patto di stabilità e crescita diventi un Patto che porti alla recessione e al blocco dell’economia europea” ha avvertito Tajani chiamando in causa il commissario Gentiloni che “mi auguro faccia la sua parte per tutelare l’interesse italiano” e anticipando che per “trovare altri fondi per la crescita, si possono privatizzazione alcuni servizi, anche i porti”. Sullo sfondo l’andamento del Pil che da elemento confortante, in vista della manovra, sta diventando un’incognita dopo il calo inatteso del secondo trimestre e mentre si dispiega l’effetto restrittivo degli aumenti dei tassi della Bce. Il “prudente” +1% previsto dal governo nel Def di aprile per il 2023 potrebbe diventare un risultato da festeggiare. Mentre si profila un 2024 meno brillante dopo il taglio delle stime di Bankitalia e Upb. Ma se ne parlerà al prossimo Meeting.

Volkswagen riorganizza l’acquisto di chip: la crisi non è finita

Volkswagen riorganizza l’acquisto di chip: la crisi non è finitaMilano, 24 ago. (askanews) – Volkswagen riorganizza le operazioni di acquisto di chip, aprendo a trattative dirette con i dieci principali player globali, fra cui Nxp, Infineon e Renesas. “Le conseguenze della pandemia da Covid-19 e della relativa crisi dei chip continuano a farsi sentire”, afferma il gruppo tedesco. Volkswagen non ha ancora stretto accordi di fornitura diretta con il principale produttore, la Tsmc di Taiwan. Fino ad oggi per l’acquisto di componenti elettronici come le centraline i fornitori di primo livello (Tier 1) avevano le mani libere, mentre in futuro dovranno coordinarsi con il dipartimento Acquisti del Gruppo Volkswagen, semplificando le catene di fornitura.

“Questo approccio sarà esteso a tutti i Brand del Gruppo attraverso un apposito Comitato, il Semiconductor Sourcing Committee (SSC), che include rappresentanti dei reparti Acquisti e Sviluppo dei brand Volkswagen e di Cariad”, afferma Karsten Schnake, a capo della task force, trasversale a tutti i brand, Compass (Cross Operational Management Parts & Supply Security), istituita nel 2022 per garantire le forniture e ottimizzare la produzione. Il forte aumento della domanda di semiconduttori è legato all’elettrificazione dei veicoli e all’aumento delle funzioni di assistenza alla guida. Nel 1978, nella centralina di una Porsche 911 erano installati 8 semiconduttori. Oggi, una Skoda Enyaq ha 90 centraline, per un totale di circa 8mila componenti elettronici. Fra le conseguenze c’è l’aumento del costo dei componenti elettronici per veicolo, che entro il 2030 sarà più che raddoppiato rispetto all’attuale media di circa 600 euro. Anche il peso del settore automotive come cliente dell’industria dei semiconduttori è in crescita. Oggi, il settore è al quinto posto tra i principali acquirenti, con un volume di acquisti globali di semiconduttori pari a circa 47 miliardi di dollari. Entro il 2030 si prevede che salirà al terzo posto, con un volume di mercato di circa 147 miliardi di dollari.

Consorzio Asti Docg: vendemmia al via con ottime uve, quantità come ’22

Consorzio Asti Docg: vendemmia al via con ottime uve, quantità come ’22Milano, 24 ago. (askanews) – Qualità nel complesso ottima con rese in linea con gli anni precedenti. Sono queste le previsioni per la vendemmia 2023 dell’Asti Docg, con la raccolta al via oggi dall’Acquese seguita nei prossimi giorni dalle zone a maturazione precoce di media collina, per poi estendersi a quelle intermedie a fine mese e chiudersi a settembre in alta collina. Secondo le elaborazioni del Consorzio dell’Asti Docg, attualmente le uve Moscato Bianco si presentano in buone condizioni fitosanitarie con una pressione contenuta degli agenti patogeni quali peronospora e oidio che non ha particolarmente influito sul livello produttivo. Sul fronte quantitativo la produzione dovrebbe attestarsi intorno al milione di quintali (circa 750mila ettolitri), un valore simile a quello raggiunto negli anni precedenti per un corrispettivo di circa cento milioni di bottiglie.

“Il 2023 è stato un anno complesso dal punto di vista metereologico, caratterizzato da periodi di caldo estremo e prolungata siccità alternati a fenomeni avversi come le grandinate di luglio e di agosto che hanno per fortuna colpito solo marginalmente la denominazione” ha spiegato il vicepresidente del Consorzio, Stefano Ricagno, sottolineando che si tratta di “una complessità a cui però imprese e produttori hanno fatto fronte con tecniche sempre più raffinate che hanno contribuito a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima. Il potenziale produttivo – ha concluso – resta in linea con gli scorsi anni con l’allegagione proceduta regolarmente tranne in pochi casi estremi dove lo stress idrico e il calo termico legato alle piogge di maggio e giugno si è fatto sentire”.