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Morto a 100 anni Golestan, il grande vecchio del cinema iraniano

Morto a 100 anni Golestan, il grande vecchio del cinema iranianoRoma, 24 ago. (askanews) – Lo scrittore e regista iraniano Ebrahim Golestan, figura pionieristica del cinema e della letteratura moderni in Iran, è morto nel Sussex, nel Regno Unito, all’età di 100 anni, lo ha annunciato la sua famiglia. Nato il 19 ottobre 1922 a Shiraz, nel sud dell’Iran, Gulistan ha lasciato un segno indelebile nella scena cinematografica e letteraria del XX secolo nel suo paese natale.

“Papà, ci hai lasciato. Addio!”, ha scritto mercoledì sera sua figlia Lili su Instagram, accompagnando queste parole con una foto del regista. Nel 1957, Ebrahim Golestan diede vita al primo studio cinematografico iraniano, per produrre il suo primo lungometraggio, The Brick and the Mirror, sette anni dopo. Quest’opera satirica, raffigurante la società iraniana, ha dato il via all’ascesa della nouvelle vague della cinematografica iraniana. Nel 1974 diresse I misteri del tesoro della valle dei fantasmi, adattamento del suo romanzo omonimo, in cui esaminava criticamente la modernizzazione intrapresa dal regime dello Scià.

Oltre a “I misteri”, Golestan ha scritto diversi romanzi e racconti, spesso influenzati dai giganti della letteratura americana come Ernest Hemingway e William Faulkner. Dopo la rivoluzione islamica del 1979, pose fine alla sua carriera registica e si stabilì a Londra dove ha condotto una vita solitaria. Nel 2022, il cineasta è apparso nel documentario Ci vediamo venerdì, Mitra Farahani, un dialogo tra lui e Jean-Luc Godard che ha vinto il Premio Speciale della Giuria al festival di Berlino.

Suo figlio Kaveh, noto fotoreporter, ha perso la vita nel 2003 in seguito all’esplosione di una mina nel nord dell’Iraq.

Giansanti: surplus agro-industriale positivo per 7,5%

Giansanti: surplus agro-industriale positivo per 7,5%Rimini, 24 ago. (askanews) – “Mentre tutto va male, il sistema agro-industriale del Paese, negli ultimi anni, è invece andato molto bene. Il surplus commerciale oggi è positivo per 7,5 miliardi e quindi, se ripensiamo al 2015, l’anno di Expo, eravamo con una bilancia commerciale negativa e con un valore dell’export di 28 miliardi, oggi siamo a 62 miliardi e con una bilancia commerciale positiva di 7,5 miliardi”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine del Meeting di Rimini.

“E, soprattutto – ha aggiunto – con un dato molto interessante che è quello delle esportazioni nei Paesi extra-Ue. Mentre la Francia è scesa dal 19% al 17% l’Italia è aumentata, nello stesso periodo del 12%. Questo sta a significare che i nostri prodotti sui mercati internazionali performano e performano bene. In dieci anni dal 2013 al 2022”.

Libri, in uscita “I diari del Provinciale” di Federico Quaranta

Libri, in uscita “I diari del Provinciale” di Federico QuarantaRoma, 24 ago. (askanews) – La provincia, la sua cultura e la sua gente, un viaggio nelle terre che custodiscono l’Italia più profonda. Con “I diari del Provinciale” Federico Quaranta affida alla carta le testimonianze e le emozioni più forti dei suoi lunghi cammini televisivi. I racconti e le parole di scrittori e intellettuali si intrecciano tra le pagine con quelli di contadini e pescatori, di uomini e donne che fanno del legame con il territorio il fondamento della propria esistenza. Così l’autore è nel Mugello, alle porte di Firenze, per raccontare la figura rivoluzionaria di don Lorenzo Milani, nel Delta del Po tra Emilia e Veneto, per comprendere il sentimento che lega la gente alle terre e alle acque del Polesine, in Basilicata, sulle tracce della civiltà contadina narrata da Carlo Levi in “Cristo si è fermato a Eboli”, in Sicilia, per riscoprire la figura di Rosa Balistreri, cantautrice coraggiosa che ha cantato le contraddizioni della sua terra. Tante storie, tanti tasselli di un’identità sfaccettata, affascinante e sempre sorprendente.

“I diari del Provinciale” di Federico Quaranta, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 29 agosto 2023. Federico Quaranta è conduttore e autore televisivo e radiofonico di vari programmi (tra cui “La Prova del cuoco”, “Linea verde”, “Estate?in diretta” su Rai 1, “E la chiamano estate”, “Il Provinciale” su Rai 1 e Rai 2, “Decanter” su Rai Radio2), ed è noto esperto di enogastronomia, territorio e agricoltura. È autore di Terra. Riscoprire le nostre origini per costruire un futuro migliore (2019). Per la Rai ha pubblicato con Nicola Prudente (“Tinto”) due libri di successo della serie Sommelier… ma non troppo (2015 e 2016) e insieme ad Andy Luotto Anche i vegani fanno la scarpetta (2016).

Salario minimo, Giansanti: il problema è nei contratti ‘pirata’

Salario minimo, Giansanti: il problema è nei contratti ‘pirata’Rimini, 24 ago. (askanews) – Il salario minimo? “Io credo nel contratto che firmiamo con i sindacati. Nel momento in cui viene stabilita una tariffa oraria con i rappresentanti dei lavoratori, ritengo che quella tariffa prevista sia equa. L’elemento su cui bisogna continuare a lavorare è la centralità dei contratti di lavoro. Il problema sta nei contratti ‘pirata’”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, a margine del Meeting di Rimini.

“Anche in agricoltura – ha spiegato – noi abbiamo una serie di soggetti che si presentano alle porte delle aziende, che non sono necessariamente ‘caporali’ visto che si sono dati una veste giuridica e fanno anche la fattura, che offrono proposte estremamente vantaggiose, che vanno a destrutturare la contrattazione tra le associazione che rappresentano le imprese e i sindacati che rappresentano i lavoratori”. “E’ evidente che la centralità deve essere all’interno del contratto e soprattutto nella possibilità di costruire un modello in cui alla domanda corrisponda l’offerta, mentre oggi purtroppo a domanda non sempre corrisponde un’offerta ed è quello lo spazio in cui spesso si incunea quel mondo grigio con contratti che non richiamano né i contratti dell’agricoltura né i contratti del commercio e che rischiano di destrutturare il sistema, creando condizioni di disparità sia fra i lavoratori che fra le stesse imprese: l’azienda che ha un costo del lavoro più basso – ha proseguito – risulta più competitiva rispetto a quella vicina che rispetta il contratto di lavoro con le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori. Definire un numero per il salario minimo non significa nulla perché a quel punto dovremmo indicare anche il salario massimo per definire tutti i livelli e le scalette: ecco perché la centralità va data alla contrattazione”, ha concluso Giansanti.

Palermo, Costa Crociere con Addiopizzo per il ‘no mafia tour’

Palermo, Costa Crociere con Addiopizzo per il ‘no mafia tour’Roma, 24 ago. (askanews) – Costa Crociere fa rotta a Palermo per sostenere il movimento antimafia Addiopizzo. Gli ospiti italiani e internazionali della compagnia italiana in arrivo ogni giovedì a Palermo a bordo della nave Costa Smeralda potranno scoprire la città in una maniera davvero unica, partecipando al “Palermo No Mafia Tour”, un tour a piedi nel centro storico di Palermo alla scoperta dei luoghi-simbolo dell’antimafia civile e della ribellione al racket. Il tour è organizzato da Addiopizzo Travel, cooperativa sociale e tour operator nato nell’ambito del movimento Addiopizzo, che propone turismo etico per dire no alla mafia.

In linea con i principi del suo “Manifesto per un turismo di valore, sostenibile e inclusivo”, Costa Crociere ha voluto scegliere per i suoi ospiti in visita a Palermo un percorso di turismo etico e responsabile, un nuovo modo di visitare la città, dove ogni tappa offre lo spunto per una riflessione sul fenomeno della mafia e sulla mobilitazione civile contro il potere mafioso. Durante la passeggiata a piedi di circa tre ore, accompagnata dal racconto di chi la città la vive quotidianamente, gli ospiti potranno conoscere Palermo nella sua vera essenza, al di là dei luoghi comuni. L’itinerario di “Palermo No Mafia Tour” si snoda tra le vie del centro storico per mostrare una nuova immagine della città. Dopo l’accoglienza al porto, la prima tappa è il Teatro Massimo, luogo che per molti è legato all’immaginario del film “Il Padrino”. Da lì si raggiunge a piedi il Muro della Legalità, un murale di oltre 60 metri, che ritrae i volti dei caduti nella lotta contro la mafia, come Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Peppino Impastato, ma anche di personaggi della letteratura e cultura siciliane, come Andrea Cammilleri, Leonardo Sciascia e Letizia Battaglia, che sono sempre stati in prima linea nella lotta per la legalità.

Il tour prosegue poi per Piazza Beati Paoli, per raccontare del legame leggendario, ma infondato, fra la setta del romanzo di Luigi Natoli “I Beati Paoli” e Cosa nostra, passando per il celebre e pittoresco Mercato del Capo. La tappa successiva è Piazza della Memoria, con il memoriale dedicato ai magistrati uccisi dalla mafia, alle spalle del Tribunale, e poi ancora la Cattedrale, dove viene affrontata la questione dei rapporti fra Mafia e Chiesa e l’impegno antimafia di martiri come Don Pino Puglisi. Si raggiunge quindi il Municipio, per tanti anni simbolo del connubio fra mafia e politica, ma che ha vissuto anche la stagione della Primavera di Palermo. Il tour prevede anche una pausa di consumo critico, in uno dei negozi che espongono il logo della campagna “Pago chi non paga”: sono negozi che hanno detto no al racket delle estorsioni, dichiarando pubblicamente di non voler più pagare il pizzo. In questo modo gli ospiti di Costa Smeralda potranno non solo contribuire al cambiamento, sostenendo un circuito di economia etica e libera dal pizzo, ma anche conoscere i commercianti della rete Addiopizzo e le loro storie.

Addiopizzo è un movimento antimafia nato nel 2004 da un gruppo di giovani intorno a uno slogan: “un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità”. Opera dal basso attraverso la strategia del “consumo critico”, coinvolgendo i cittadini e turisti per sostenere con i propri acquisti i commercianti che non cedono alle richieste estorsive e che si sono apertamente schierati contro la prepotenza mafiosa, oltre a offrire assistenza gratuita alle vittime di estorsione e di usura. Costa Smeralda è una nave di ultima generazione, alimentata a gas naturale liquefatto, la tecnologia attualmente più avanzata nel settore marittimo per abbattere le emissioni. Sino al 14 marzo 2024 Costa Smeralda farà scalo a Palermo tutti i giovedì, nell’ambito di un itinerario di una settimana nel Mediterraneo occidentale, che comprende anche Civitavecchia, Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca. Dal 23 marzo 2024 sino a fine anno, sarà invece Costa Toscana, nave gemella di Costa Smeralda, a fare scalo a Palermo ogni settimana.

Autonomia, Lorenzin: Riforma Calderoli distruttiva per la sanità

Autonomia, Lorenzin: Riforma Calderoli distruttiva per la sanitàRoma, 24 ago. (askanews) – “Senza un chiaro disegno sui Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) e un adeguato finanziamento, l’autonomia differenziata si potrà ribattezzare con il nome di ‘Sfascia-Italia’. La riforma del titolo V e la tormentata vicenda dei Lea (Livelli essenziali d’assistenza) in sanità dovrebbe costituire un monito. Ma così non sembra. Errare è umano, perseverare è diabolico. D’altra parte nel Def o nelle bozze della Legge di Bilancio che girano manca la cosa principale: finanziare la sostenibilità della riforma del ministro Calderoli”. Lo dichiara in una nota Beatrice Lorenzin, vicepresidente dei senatori Pd.

Oxfam: la crisi climatica asseterà il mondo

Oxfam: la crisi climatica asseterà il mondoRoma, 24 ago. (askanews) – Nei prossimi anni e decenni aree sempre più vaste e spesso poverissime del pianeta saranno colpite da una sempre maggiore carenza d’acqua. Una crisi idrica di portata epocale che diverrà sempre di più conseguenza diretta della crisi climatica, poiché causata in gran parte dal riscaldamento globale accelerato dalle emissioni di gas serra, con conseguenze drammatiche sull’aumento di fame, malattie e migrazioni forzate di massa. Basti pensare che in soli 10 tra i Paesi al mondo più colpiti dai cambiamenti climatici – Somalia, Haiti, Gibuti, Kenya, Niger, Afghanistan, Guatemala, Madagascar, Burkina Faso e Zimbabwe – la malnutrizione cronica potrebbe aumentare di oltre un terzo entro il 2050, colpendo 11,3 milioni di persone in più rispetto ad oggi. È l’allarme lanciato da Oxfam in occasione della Settimana mondiale dell’acqua con il primo di una serie di rapporti, che fotograferanno una crisi che determinerà il futuro del pianeta. Il dossier – prendendo in esame 20 dei principali Paesi colpiti dalla crisi idrica e climatica in 4 aree del mondo – denuncia infatti un’emergenza che già oggi colpisce 2 miliardi persone nel mondo che non hanno accesso adeguato all’acqua e che entro il 2050 potrebbe colpire 1 miliardo di persone in più. Una data entro la quale si potrebbero registrare fino a 216 milioni di migranti climatici interni a livello globale, tra cui 86 milioni solo in Africa sub-sahariana. ‘Il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra e dall’uso di petrolio, carbone e gas, sta portando ad una terribile crisi idrica globale, che deve essere affrontata prima che sia troppo tardi per tantissimi. – ha detto Paolo Pezzati, policy advisor sulle emergenze umanitarie di Oxfam Italia – Quella che abbiamo di fronte è una delle più gravi minacce che l’umanità si trova ad affrontare e a pagarne il prezzo più alto sono già i Paesi e le comunità più povere e meno preparate, che paradossalmente spesso sono anche i meno responsabili delle emissioni inquinanti. Ne abbiamo già la dimostrazione plastica nel nostro lavoro quotidiano per portare acqua alle comunità più povere in tutto il mondo. I nostri ingegneri sono costretti a scavare pozzi sempre più profondi, più costosi e più difficili da mantenere in funzione, spesso solo per trovare falde già esaurite o inquinate. – continua – Ad esempio, in Africa orientale, alle prese con la peggiore siccità degli ultimi 40 anni, in media 1 pozzo su 5 che scaviamo oggi è già asciutto, là dove dovrebbe esserci acqua. I terreni sono aridi e dobbiamo scavare sempre più a fondo o impiegare tecnologie di desalinizzazione che a volte non funzionano, con costi sempre maggiori, proprio mentre gli aiuti internazionali per fronteggiare l’emergenza idrica stanno calando’. La crisi climatica in Africa orientale e occidentale In vaste zone dell’Africa orientale oltre 32 milioni di persone al momento sono alla fame estrema a causa di 5 anni di siccità, emergenza aggravata dai conflitti in corso e dalla crescita dei livelli di povertà. Altre zone della stessa regione sono invece colpite da alluvioni improvvise e piogge imprevedibili, che devastano i raccolti e i mezzi di sussistenza della popolazione allo stesso modo della siccità. E la situazione è destinata peggiorare. Il rapporto di Oxfam rivela infatti come, entro il 2040, l’Africa orientale potrebbe essere colpita da un aumento dell’8% delle precipitazioni, che provocherà un ciclo di inondazioni e siccità che porterebbe a un aumento potenzialmente catastrofico del 30% del deflusso superficiale delle acque, che riduce la ricarica delle acque sotterranee e abbassa la falda freatica, peggiorando la siccità soprattutto per il settore agricolo e per tutte quelle persone che dipendono dai pozzi d’acqua per sopravvivere. Un fenomeno che quindi produrrà un impatto devastante sull’impoverimento dei terreni, che verranno privati delle sostanze nutritive essenziali per i raccolti e aumenterà il rischio che molte infrastrutture essenziali vengano distrutte dalle alluvioni. La conseguenza ad esempio potrebbe essere l’aumento esponenziale di casi di malaria che entro il 2030 potrebbe colpire tra 50 e 60 milioni di persone in più, rispetto ad uno scenario in cui si escludesse l’impatto della crisi climatica. In modo simile anche l’Africa occidentale sarà colpita dalla crisi idrica. Entrambe le regioni stanno già affrontando infatti ondate di calore più intense dell’8-15% e cali della produttività del lavoro dell’11-15%, a causa di migrazioni di massa di comunità costrette a spostarsi per sopravvivere a fame e povertà estrema, cambiamenti nelle colture, perdita di bestiame e l’intensificarsi di conflitti causati proprio dalla scarsità d’acqua. A livello globale si stima che negli ultimi 20 anni quest’ultimi siano quadruplicati, rispetto al periodo 1980-99. ‘Il riscaldamento globale sta aumentando la frequenza e la gravità dei disastri, che colpiranno sempre più duramente negli anni a venire, mentre l’enorme mancanza di investimenti nel rafforzamento dei sistemi idrici sta lasciando i Paesi più poveri e vulnerabili del tutto impreparati ad affrontare nuovi disastri naturali. – continua Pezzati – Già oggi, a causa della durissima siccità che colpisce queste aree dell’Africa, molti dei sistemi idrici installati da Oxfam stanno diventando insufficienti a garantire l’acqua necessaria alle comunità più colpite, e molti pastori e piccoli allevatori, ad esempio, sono costretti a migrare per cercare nuovi pascoli. In Corno d’Africa sono già morti oltre 13 milioni di capi di bestiame a causa della siccità. Nel frattempo in Sud Sudan le inondazioni stanno spazzando via le strutture igienico-sanitarie, inquinando e quindi rendendo inservibili le fonti d’acqua dolce disponibili. Mentre aumenta la diffusione di malattie, come il colera, che vengono contratte per l’uso di acqua contaminata’. In Medio Oriente l’aumento delle temperature e il drastico calo delle piogge causeranno un aumento esponenziale del prezzo dell’acqua Un’altra delle aree più colpite dalla crisi idrica è e sarà il Medio Oriente, dove entro il 2040 le precipitazioni potrebbero diminuire al punto tale da provocare una forte diminuzione della portata dei fiumi e dei livelli di acqua disponibile nei bacini idrici. Le ondate di calore aumenteranno del 16%, provocando un calo della produttività del lavoro del 7%, mentre i prezzi dell’acqua aumenteranno esponenzialmente di pari passo con una sempre maggiore necessità e domanda d’acqua. Tutto questo provocherà anche un aumento dell’insicurezza alimentare in Paesi spesso già attraversati da conflitti lunghissimi e atroci, come lo Yemen e la Siria; o in Paesi come l’Iraq, (uno degli stati al mondo più vulnerabili agli effetti della crisi climatica) che sta già affrontando una delle più gravi siccità di sempre, che ha colpito un’area vastissima del Paese. Al momento 7 milioni di persone sono senz’acqua, cibo ed elettricità e tanti agricoltori sono costretti ad abbandonare terreni e animali per migrare verso città e centri urbani. Nella provincia di Diyala, nel nord dell’Iraq, ad esempio, le alte temperature hanno prosciugato le riserve d’acqua da cui dipende la sussistenza della popolazione, compreso il lago artificiale Hamrin, che in buona parte è diventato una pianura desertica. In Asia il livello del mare potrebbe salire di mezzo metro entro il 2100 mettendo a rischio la sopravvivenza di centinaia di milioni di persone In Asia, invece, vastissime aree saranno colpite dall’innalzamento del livello del mare, che potrebbe superare il mezzo metro entro il 2100 e dallo scioglimento dei giacchiai. Questo provocherà inondazioni e renderà inservibili molte delle falde acquifere da cui dipendono centinaia di milioni di persone, lungo le zone costiere. Le ondate di calore aumenteranno in media dell’8% e la produttività del lavoro calerà del 7%, con un conseguente aumento della povertà e delle migrazioni. Uno scenario in cui malattie come la malaria e la dengue potrebbero crescere del 183%. I fattori che aggravano la crisi idrica globale lasciando milioni di persone del tutto impreparate Se i cambiamenti climatici sono il fattore scatenante della crisi idrica globale che ci troviamo di fronte, sono diverse le concause che stanno lasciando milioni di persone nei Paesi più poveri e vulnerabili del tutto impreparate ad affrontarne le conseguenze, lungo un trend destinato a peggiorare nel tempo. Tanti gli esempi: decenni di investimenti insufficienti nei sistemi idrici, una gestione inadeguata del sistema delle acque, l’erosione, l’inquinamento e lo sfruttamento eccessivo delle falde acquifere sotterranee, solo per citarne alcuni. Nel ’22 mancavano all’appello 2,5 miliardi di dollari per affrontare l’emergenza Nonostante quanto sta già accadendo e le previsioni per il prossimo futuro, l’anno scorso da parte dei Paesi donatori è stato finanziato appena il 32% dei 3,8 miliardi di dollari richiesti dalla Nazioni Unite per garantire acqua pulita e servizi igienico-sanitari adeguati nelle aree di crisi più colpite, lasciando i Paesi più a rischio di scarsità d’acqua, senza le risorse necessarie per gli investimenti in infrastrutture idriche adeguate ed essenziali. ‘Continuando con gli attuali livelli di emissioni stiamo andando incontro ad uno scenario drammatico. – conclude Pezzati – Le nazioni ricche e più inquinanti, non possono continuare a far finta di nulla, al contrario è cruciale che riducano immediatamente e drasticamente le loro emissioni e che aumentino gli aiuti ai Paesi più poveri e a rischio. Siamo ancora ancora in tempo per correggere la rotta, ma dobbiamo agire in fretta!’. L’appello ai Governi: servono 114 miliardi l’anno per affrontare la crisi idrica globale Oxfam lancia quindi un appello urgente ai Governi: ‘ perché riorientino importanti investimenti nell’adeguamento dei sistemi idrici nazionali, rendendola una priorità politica; ‘ sostengano l’obbiettivo delle Nazioni Unite di destinare 114 miliardi di dollari all’anno per affrontare l’emergenza idrica e igienico-sanitaria a livello globale. Risorse fondamentali per salvare tantissime vite oggi e che avranno un impatto positivo per il raggiungimento di quasi tutti gli altri obiettivi definiti dalle Nazioni Unite nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Alluvione, Giansanti: politica non tiri per giacca aziende agricole

Alluvione, Giansanti: politica non tiri per giacca aziende agricoleRimini, 24 ago. (askanews) – “Ci troviamo di fronte a qualcosa di storico negativo, perché i danni sono stati incalcolabili. Si stima una variabile tra un miliardo e mezzo-2 miliardo per ora stimati da aziende agricole. Abbiamo avuto una serie di incontri anche nelle settimane scorso col governo. Mi auguro e spero che rispetto a quanto definito col governo si passi adesso alla perimetrazione e definizione delle aree colpite dai danni e che nel minor tempo possibile possano arrivare i ristori”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, parlando dei danni relativi all’alluvione in Emilia-Romagna.

“Mi dice, il governo, che entro autunno questi ristori arriveranno. Aspettiamo fiduciosi e sono convinto che le promesse seguono i fatti, perché se ciò non dovesse avvenire non c’è solo un problema di danno nell’anno in corso, ma anche di continuità aziendale perché se non ho le risorse per poter far fronte alle necessità per l’anno prossimo mi troverei in difficoltà e perderei due anni. L’importante non farsi tirare per la giacca da nessuno, perché le cose vanno fatte bene perché le imprese non possono aspettare e non possono essere tirate per la giacca. Vedo che c’è molta polemica da una parte e dall’altra, noi siamo imprenditori. Noi vogliamo parlare con governo nazionale, regionale, ognuno che ha responsabilità deve far fronte alle proprie responsabilità”.

Borsa, Istanbul batte Londra e Milano nella corsa alle IPO del 2023

Borsa, Istanbul batte Londra e Milano nella corsa alle IPO del 2023Roma, 24 ago. (askanews) – Istanbul ha avuto più successo nell’attrarre offerte pubbliche iniziali quest’anno rispetto alle borse molto più grandi di Londra, Francoforte o Milano, aiutata dal boom del commercio di azioni al dettaglio in Turchia in un anno altrimenti in gran parte negativo per le quotazioni a livello globale. Secondo i dati Dealogic, riportati dal Financial Times, quest’anno trenta società hanno venduto azioni in IPO alla Borsa di Istanbul, raccogliendo complessivamente 1,9 miliardi di dollari.

Il volume delle operazioni ha spinto Istanbul tra le prime 10 sedi globali per le IPO del 2023, davanti ai mercati azionari molto più grandi dell’Europa occidentale e della Corea del Sud. Il successo della Turchia, insieme a quello di altre economie emergenti come Romania e Indonesia, evidenzia come alcune delle principali borse occidentali non riescano ad attrarre importanti accordi azionari. Le IPO di Londra, ad esempio, hanno raccolto solo 967 milioni di dollari, mentre quelle di Francoforte hanno raccolto 1,1 miliardi di dollari.

La Turchia – sottolinea i Ft – sta traendo vantaggio dal fatto che gli investitori al dettaglio locali stanno diventando una parte sempre più influente del mercato. Mentre i capitali stranieri sono fuggiti a causa delle preoccupazioni per le politiche economiche non convenzionali del presidente Recep Tayyip Erdogan, i trader al dettaglio si sono rivolti alle azioni nella speranza di ottenere grandi rendimenti per compensare gli effetti di una crisi inflazionistica di lunga durata e del crollo della lira. Secondo la Turkish Capital Markets Association, il numero di investitori nelle azioni turche è più che quadruplicato, raggiungendo i 5,1 milioni dall’inizio del 2019. La proprietà del mercato azionario complessivo da parte dei singoli investitori è raddoppiata in quel periodo raggiungendo il 38%.

Sisma 2016, Di Venanzio (Unindustria): ricostruzione, passi avanti

Sisma 2016, Di Venanzio (Unindustria): ricostruzione, passi avantiRoma, 24 ago. (askanews) – “A sette anni dal terremoto in Centro Italia il primo pensiero va alle vittime e ai loro familiari per quella sciagura: per sanare queste ferite tuttora aperte, è urgente imprimere una spinta sensibile al processo di ricostruzione con interventi concreti sulle infrastrutture materiali e immateriali” dichiara in una nota Alessandro Di Venanzio, Presidente di Unindustria Rieti, in occasione dell’anniversario del sisma che sconvolse l’area di Amatrice e quelle limitrofe nelle confinanti regioni Abruzzo, Marche e Umbria. “Bisogna saper cogliere le opportunità che ci sono per scongiurare il rischio della desertificazione economica e imprenditoriale – purtroppo già in atto – anche se va riconosciuto l’impegno dei Commissari che si sono succeduti in questi anni per contrastare il fenomeno. Tra gli strumenti che sono a disposizione penso ai bonus edilizi, per i quali servono soluzioni efficaci per la cessione dei crediti d’imposta, e ai fondi Pnrr che mettono a disposizione 700 milioni destinati alle imprese, a valere sul bando Next Appenino”.

“Dall’inizio dell’anno, come ha ricordato il Commissario Castelli, sono stati 800 i milioni erogati alla ricostruzione privata, con un aumento del +22% nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2022. In totale, fino a oggi, sono state presentate 28.855 richieste di contributo per 11,11 miliardi di euro (di cui 6,6 concessi e 3,3 liquidati) su un totale di circa 50.000. I numeri sono incoraggianti e i segnali positivi, ma ci sono ancora 14.211 nuclei familiari, corrispondenti a circa 30.000 persone sui 41.000 sfollati complessivi dal terremoto, che ancora non hanno fatto rientro nelle proprie abitazioni”.