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L’Egitto prepara un piano di ricostruzione di Gaza senza trasferire i palestinesi come vuole Trump

L’Egitto prepara un piano di ricostruzione di Gaza senza trasferire i palestinesi come vuole TrumpRoma, 18 feb. (askanews) – L’Egitto sta studiando un piano per ricostruire Gaza senza costringere i circa 2 milioni di palestinesi che vivono lì a lasciare la Striscia, in contrasto con la proposta del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire i residenti in Paesi terzi in modo che gli Stati Uniti possano prendere il controllo dell’enclave e ricostruirla come una “Riviera del Medio Oriente”.


Il quotidiano egiziano Al-Ahram ha affermato che la proposta prevede la creazione di “aree sicure” all’interno di Gaza dove i palestinesi possano inizialmente vivere, mentre le aziende edili egiziane e internazionali ricostruiscono le infrastrutture della Striscia. Un funzionario egiziano ha discusso il piano con diplomatici europei, così come con Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, secondo due funzionari egiziani e diplomatici arabi e occidentali. Sono in corso anche discussioni su come finanziare la ricostruzione, tra cui una conferenza internazionale sulla ricostruzione di Gaza, hanno affermato un funzionario egiziano e un diplomatico arabo.


La proposta, secondo quanto precisato, è ancora in fase di negoziazione. Secondo il quotidiano egiziano Al-Ahram, è destinata a “confutare la logica del presidente americano Trump” mentre contrasta “qualsiasi altra visione o piano che miri a cambiare la struttura geografica e demografica della Striscia di Gaza”. I palestinesi hanno ampiamente affermato che non lasceranno la loro patria, mentre Egitto e Giordania, sostenuti dall’Arabia Saudita, hanno rifiutato le richieste di Trump di accogliere la popolazione di Gaza.

Appalti pubblici e certificazioni, SOA Semplice spiega le novità del 2025

Appalti pubblici e certificazioni, SOA Semplice spiega le novità del 2025Roma, 18 feb. (askanews) – Il settore degli appalti pubblici è in continua evoluzione e il 2025 si preannuncia come un anno ricco di aggiornamenti normativi e operativi. La certificazione SOA, essenziale per le imprese che intendono partecipare a gare d’appalto per lavori pubblici superiori ai 150.000 euro, rappresenta uno degli aspetti centrali di questo scenario. Mantenere la conformità ai requisiti richiesti e restare aggiornati sulle nuove disposizioni è fondamentale per evitare ostacoli burocratici e garantire la competitività delle aziende nel mercato delle opere pubbliche. In tal senso, il team di SOA Semplice, realtà specializzata nel supportare le imprese nel percorso di certificazione, analizza le novità previste per il 2025 fornendo un quadro chiaro sulle implicazioni per le aziende del settore.


Le modifiche normative legate alla certificazione SOA – si legge in una nota – rispondono alla necessità di rendere il sistema degli appalti pubblici più trasparente ed efficiente. Tra gli aspetti su cui si concentrano le nuove direttive vi sono il rafforzamento dei controlli sulla qualificazione delle imprese, la digitalizzazione delle procedure di attestazione e l’adozione di criteri più stringenti per la valutazione della solidità economica e tecnica delle aziende. Questi cambiamenti mirano a garantire che solo le imprese realmente qualificate possano accedere agli appalti, riducendo il rischio di inefficienze e garantendo una maggiore tutela della concorrenza. Un punto chiave delle novità del 2025 riguarda l’implementazione di strumenti digitali per la gestione delle pratiche di certificazione SOA. L’obiettivo è semplificare i processi di verifica documentale, ridurre i tempi di attesa e migliorare la tracciabilità delle informazioni. L’introduzione di piattaforme dedicate permetterà alle aziende di gestire in modo più fluido la raccolta e l’invio della documentazione necessaria, riducendo la possibilità di errori e garantendo un maggiore controllo sulla validità delle attestazioni. Questo passo verso la digitalizzazione rappresenta un vantaggio significativo per le imprese, che potranno snellire le operazioni burocratiche e concentrarsi maggiormente sulla pianificazione strategica delle proprie attività.


Parallelamente, il 2025 vedrà un rafforzamento delle verifiche sulle imprese in possesso della certificazione SOA. In particolare, saranno introdotti criteri più rigorosi per la valutazione della capacità economico-finanziaria delle aziende, con l’obiettivo di garantire che solo gli operatori con una solidità comprovata possano accedere agli appalti pubblici. Questo cambiamento si inserisce in un quadro di maggiore attenzione alla qualità e all’affidabilità delle imprese che operano nel settore delle opere pubbliche, promuovendo standard più elevati e riducendo il rischio di inadempienze contrattuali. L’adeguamento alle nuove normative richiederà alle aziende un’attenta pianificazione e una gestione accurata dei requisiti necessari per ottenere e mantenere la certificazione SOA. Oltre agli aspetti legati alla certificazione, le novità del 2025 coinvolgeranno anche le modalità di aggiudicazione degli appalti, con un crescente focus sulla sostenibilità e sulla responsabilità sociale d’impresa. Le nuove linee guida mirano a favorire aziende che dimostrano un impegno concreto nella riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività e nell’adozione di pratiche etiche e trasparenti. Questo orientamento rappresenta un ulteriore incentivo per le imprese a investire in processi produttivi innovativi e sostenibili, contribuendo alla crescita di un settore sempre più responsabile e orientato al futuro. L’introduzione di queste misure segna un passaggio significativo nella regolamentazione degli appalti pubblici, con l’obiettivo di rendere il sistema più efficiente e sicuro per tutti gli operatori coinvolti. Il 2025 – conclude il comunicato – sarà un anno di cambiamenti importanti, e le aziende che sapranno adattarsi rapidamente alle nuove disposizioni avranno maggiori opportunità di competere con successo nel mercato delle opere pubbliche. Affidarsi a professionisti del settore per una gestione strategica della certificazione SOA e delle procedure di gara sarà un fattore determinante per affrontare al meglio questa nuova fase normativa.


(Foto di Frames For Your Heart su Unsplash).

Ucraina, Macron: con leader Ue, Trump e Zelensky lavoreremo a pace forte

Ucraina, Macron: con leader Ue, Trump e Zelensky lavoreremo a pace forteRoma, 18 feb. (askanews) – “Dopo aver riunito diversi leader europei, ho appena parlato con il presidente @realDonaldTrump e poi con il presidente @ZelenskyyUa. Cerchiamo una pace forte e duratura in Ucraina. Per raggiungere questo obiettivo, la Russia deve porre fine alla sua aggressione e questo deve essere accompagnato da forti e credibili garanzie di sicurezza per gli ucraini. Altrimenti, c’è il rischio che questo cessate il fuoco finisca come gli accordi di Minsk. Ci lavoreremo insieme a tutti gli europei, americani e ucraini. Questa è la chiave.”. Lo scrive su X il presidente francese Emmanuel Macron dopo l’incontro di oggi a Parigi del leader europei e i suoi colloqui con il presidente americano e quello ucraino.


“Siamo convinti che gli europei debbano investire meglio, di più e insieme nella loro sicurezza e difesa, sia per oggi che per il futuro” aggiunge il capo dell’Eliseo. “A tal fine, gli europei vogliono accelerare l’attuazione della loro agenda per la sovranità, la sicurezza e la competitività. Il lavoro continuerà sulla base delle proposte della Commissione europea, sia nel sostenere l’Ucraina che nello sviluppare e investire nella nostra difesa. Questa agenda, definita nel 2022 al vertice di Versailles, deve essere semplicemente realizzata”. “Decisioni, azioni, coerenza. Rapidamente. Continuerò queste discussioni nei prossimi giorni” conclude Macron.

Risultati e classifica serie A, Genoa scatto salvezza

Risultati e classifica serie A, Genoa scatto salvezzaRoma, 17 feb. (askanews) – Questi i risultati e a classifica di serie A dopo Genoa-Venezia 2-0


25^ GIORNATA Bologna-Torino 3-2, Atalanta-Cagliari 0-0, Lazio-Napoli 2-2, Milan-Verona 1-0, Fiorentina-Como 0-2, Monza-Lecce 0-0, Udinese-Empoli 3-0, Parma-Roma 0-1, Juventus-Inter 1-0, Genoa-Venezia 2-0 Classifica: Napoli 56, Inter 54, Atalanta 51, Lazio, Juventus 46, Fiorentina 42, Bologna*, Milan* 41, Roma 37, Udinese 33, Genoa 30, Torino 28, Cagliari, Como, Lecce 25, Verona 23, Empoli 21, Parma 20, Venezia 16, Monza 14. * una partita in meno (Bologna-Milan 26 o 27 febbraio)


26^ GIORNATA venerdì 21 febbraio ore 20.45 Lecce-Udinese, sabato 22 febbraio ore 15 Parma-Bologna, Venezia-Lazio, ore 18 Torino-Milan, ore 20,45 Inter-Genoa, domenica 23 febbraio ore 12.30 Como-Napoli, ore 15 Verona-Fiorentina, ore 18 Empoli-Atalanta, ore 20.45 Cagliari-Juventus, lunedì 24 febbraio ore 20.45 Roma-Monza

Ucraina, le “perplessità” di Meloni a Parigi: ‘coinvolgere gli Usa’

Ucraina, le “perplessità” di Meloni a Parigi: ‘coinvolgere gli Usa’Roma, 17 feb. (askanews) – Giorgia Meloni è stata a lungo in dubbio sull’opportunità di partecipare o meno al vertice di Parigi sull’Ucraina. Alla fine, obtorto collo, è andata (arrivando in ritardo e senza rilasciare dichiarazioni) per portare il punto di vista dell’Italia, mettendo in chiaro tutte le sue “perplessità” per un formato – ha detto, secondo quanto si apprende – che “esclude” molte nazioni, a partire da quelle “più esposte” al rischio di estensione del conflitto.


Al tavolo, riuniti per tre ore, oltre a Macron e Meloni c’erano il cancelliere tedesco Olaf Scholz; il primo ministro polacco Donald Tusk; quello spagnolo Pedro Sanchez; quello dei Paesi Bassi Dick Schoof; la premier danese Mette Frederiksen; il primo ministro britannico Keir Starmer; il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il segretario generale della Nato Mark Rutte. La presidente del Consiglio avrebbe preferito un Consiglio europeo straordinario, perchè ritiene necessario “includere”, a maggior ragione in questa fase storica. Anche perché – ha ricordato – la guerra in Ucraina “l’abbiamo pagata tutti”. Il Consiglio non è stato però convocato – almeno per il momento – perchè tra i 27 ci sono Paesi (vedi l’Ungheria di Viktor Orban) che sull’Ucraina hanno una posizione diversa dagli altri partner, più vicina alle istanze di Mosca, e che potrebbero quindi sfavorire un’intesa, come del resto già avvenuto in passato.


Venendo al merito – l’avvio dei negoziati già domani a Riyad in Arabia Saudita tra Usa e Russia – per Meloni il punto centrale sono le “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina, perché senza queste ogni negoziato “rischia di fallire”. La premier ha quindi ribadito i suoi dubbi sull’ipotesi di un dispiegamento di soldati europei in Ucraina per garantire un eventuale cessate il fuoco. Sarebbe la soluzione, per lei, “più complessa” e forse “la meno efficace”. Al contrario, per la premier, “vanno esplorate altre strade” che prevedano il “coinvolgimento” anche degli Stati Uniti, perché è nel contesto Nato che “si fonda la sicurezza europea e americana”.


E se è vero, è stato il suo ragionamento, che l’amministrazione americana ha lanciato una “sferzata” sul ruolo dell’Europa, già prima “analoghe considerazioni” erano già state fatte da “importanti personalità” europee. Adesso, per Meloni, la “sfida” è essere “più concreti” e “concentrarsi sulle cose davvero importanti”, come la necessità di “difendere la nostra sicurezza a 360 gradi”, compresi i confini, i cittadini, il sistema produttivo. E questo, ha sottolineato, l’Europa deve farlo “non perché lo chiedono gli americani, ma perché sono i nostri cittadini a farlo” e dunque, per parafrasare JFK, “non dobbiamo chiederci cosa gli americani possono fare per noi, ma cosa noi dobbiamo fare per noi stessi”. In quest’ottica – ha precisato – quello di Parigi non è un “formato anti-Trump”, anzi, perchè gli Stati Uniti lavorano a giungere ad una pace in Ucraina e gli europei devono fare “la propria parte”. Meloni, nel suo intervento, ha anche detto di condividere il senso delle parole del vice presidente Usa J.D. Vance, che ha accusato l’Europa, tra le altre cose, di “allontanarsi” da “alcuni dei suoi valori fondamentali, valori condivisi con gli Stati Uniti d’America”. “Ho espresso concetti simili da molto tempo”, ha concluso la premier, convinta che “ancora prima di garantire la sicurezza in Europa, è necessario sapere che cosa stiamo difendendo”.

Dopo il nuovo attacco dalla Russia, Mattarella sceglie il silenzio. Ecco perché

Dopo il nuovo attacco dalla Russia, Mattarella sceglie il silenzio. Ecco perchéPodgorica, 17 feb. (askanews) – Nessun commento. Sceglie il silenzio Sergio Mattarella dopo il nuovo attacco della portavoce del ministero degli Esteri secondo la quale “il paragone della Russia con il Terzo Reich, nell’anno dell’80esimo anniversario della Vittoria sovietica sui nazisti, la Guerra Patriottica, non può essere lasciato senza conseguenze e non lo sarà mai”. La situazione evidentemente tesa suggerisce prudenza e attesa. Su questo e sui prossimi passi eventuali da fare il Colle e la Farnesina, fanno sapere, si muovono insieme. Del resto, fanno notare fonti di governo, non è ancora chiaro il ruolo svolto da Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo. Secondo alcune voci fatte trapelare da Mosca, infatti, potrebbe trattarsi di un regolamento di conti interno all’establishment russo e alla volontà di mostrarsi come “falco” in vista di qualche riequilibrio.


La situazione quindi richiede per ora di non esacerbare ancora di più gli animi, l’Italia, viene ricordato, ha sempre svolto un ruolo di mediatore e di interlocutore con tutti gli attori in campo, e questo deve continuare a fare. Di qui la scelta di non aggiungere altro a quello fatto trapelare nei giorni scorsi dal Quirinale, ossia che il presidente è “assolutamente sereno”, e “richiama al discorso fatto a Marsiglia” quando ha svolto un’analisi sull’attuale situazione internazionale associando la “guerra di conquista” della federazione russa in Ucraina al progetto del Terzo Reich. Intanto oggi sono continuate le attestazioni di stima e la difesa da parte di esponenti politici e parlamentari, seppur con qualche distinguo come quello dei Cinque stelle, mentre dal punto di vista istituzionale si è tenuto un basso profilo. Il momento è reso ancora più delicato dalla presenza di due vertici in contemporanea, quello tra Usa e Russia in Arabia Saudita e quello di Parigi con i leader dei paesi europei che cercano di far valere le loro ragioni nella difficile ricerca di pace per l’Ucraina.


Il capo dello Stato è volato oggi a Podgorica, per una visita ufficiale in Montenegro dove ribadirà la volontà di collaborazione con il paese vicino, “siamo uniti dall’Adriatico” ha detto oggi incontrando i connazionali che lavorano in Montenegro. La posizione italiana è di sostegno all’ingresso del paese balcanico nell’Unione europea per ragioni di amicizia e vicinanza. Con le tensioni che si registrano nell’area, (in Serbia da mesi ci sono manifestazioni di protesta in piazza contro il governo e il presidente Aleksandar Vucic accusati tra l’altro di corruzione e controllo sui media) l’Italia cerca di sostenere il governo europeista del Montenegro.

Lavrov e Ushakov a Riad per colloqui con Usa. Funzionario russo: Ucraina non è al primo posto dell’agenda

Lavrov e Ushakov a Riad per colloqui con Usa. Funzionario russo: Ucraina non è al primo posto dell’agendaRoma, 17 feb. (askanews) – Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e l’assistente del Cremlino Yury Ushakov sono arrivati oggi a Riad in Arabia saudita per partecipare ai colloqui tra Russia e Stati Uniti. Lo riferiscono i media russi.


Il consigliere presidenziale russo Yury Ushakov ha affermato oggi che l’obiettivo principale del processo negoziale che si avvierà domani a Riyad sarà avviare una normalizzazione dei rapporti tra Mosca e Washington.“Vediamo, la cosa fondamentale è avviare una vera normalizzazione dei rapporti tra noi e Washington” ha dichiarato Ushakov a Rossiya 24, quando gli è stato chiesto quale sarebbe stato il risultato ideale dell’incontro tra le delegazioni russe e statunitensi a Riyadh.


Ushakov è arrivato stasera nella capitale saudita assieme al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Ma l’Ucraina “non sarà al primo posto” nei colloqui di domani tra Russia e Stati Uniti: l’ha affermato oggi Rodion Miroshnik, ambasciatore speciale del ministero degli Esteri russo alla Tv bielorussa.“La questione ucraina chiaramente non sarà al primo posto. Sarà, ovviamente, una delle questioni importanti da discutere, ma ci sono un’intera serie di problemi che si sono accumulati nell’ultimo anno, perché la mancanza di comunicazione non porta a nulla di buono, porta solo all’accumulo di problemi”, ha detto Miroshnik.


Il diplomatico, commentando le affermazioni di Europa e Kiev sulla partecipazione ai colloqui tra Russia e Stati Uniti, ha osservato che, se si tratta di negoziati per la pace, è inappropriata la presenza di parti che non sono favorevoli a tale processo. 

Italiani d’Australia, Fedi (Co.As.It): serve maggiore coesione politica

Italiani d’Australia, Fedi (Co.As.It): serve maggiore coesione politicaMilano, 17 feb. (askanews) – Organizzata dal presidente, Sam Sposato, e dal coordinatore Giovanni Butera, si è tenuta domenica 9 febbraio al Calabria Club di Bulla la Sagra della Melanzana, un evento nato per celebrare la tradizione gastronomica italiana che è stato anche l’occasione per rilanciare le relazioni all’interno della folta comunità italiana di Merlbourne e sottolineare l’importanza della sua unità per la promozione della cultura italiana e il sostegno a giovani e anziani.


All’incontro, che si è svolto grazie all’impegno di molti volontari, hanno preso parte anche l’amministratore delegato del CO.AS.IT., Marco Fedi, la Console Generale d’Italia a Melbourne, Chiara Mauri, il presidente del COMITES, Ubaldo Aglianò e il deputato Nicola Carè. L’amministratore delegato del CO.AS.IT., Marco Fedi, che ha preso la parola durante l’evento, ha definito i “simboli della cucina mediterranea” un mezzo di trasmissione di “sapori” e “tradizioni” della nostra terra, strumenti per celebrare la tipica “creatività” italiana, che con “pochi ingredienti semplici, ha saputo creare piatti straordinari” rinomati in tutto il mondo.


“Ma la sagra è stata molto più di una festa gastronomica – ha voluto aggiungere Fedi -: È stato il riflesso di una storia comunitaria fatta di sacrifici, di sogni e di successi. La nostra comunità italiana in Australia – ha continuato – ha saputo evolversi, crescere e affermarsi, contribuendo in modo significativo alla vita culturale, sociale ed economica. Abbiamo costruito scuole, associazioni, club e imprese che oggi sono pilastri della società multiculturale australiana. Eppure – ha voluto sottolineare l’amministratore delegato del CO.AS.IT. -, questa crescita e questa eredità vanno difese e rafforzate”. Per farlo, ha spiegato Fedi, “mai come oggi sentiamo la necessità di una forte e maggiore coesione politica, affinché la nostra comunità possa continuare a prosperare e a far sentire la propria voce. Dobbiamo lavorare insieme per garantire il riconoscimento delle nostre istanze, per promuovere la lingua e la cultura italiana e per sostenere le nuove generazioni affinché abbiano opportunità e strumenti per portare avanti con orgoglio la nostra identità”. Insomma, ha concluso Fedi con un po’ di ironia, “se la comunità italiana fosse unita così come lo è nell’uso nazionale della ‘melanzana’, non avremmo limiti”. E allora, “Viva la politica della melanzana!”.

Conte chiama in piazza, Schlein e Avs: noi ci siamo. Nodo piattaforma

Conte chiama in piazza, Schlein e Avs: noi ci siamo. Nodo piattaformaRoma, 17 feb. (askanews) – Il sasso è stato lanciato. A farlo il presidente M5S Giuseppe Conte: “siamo pronti ad una grande mobilitazione di piazza” contro il governo Meloni e la Commissione europea che “mettono il cappio al collo a famiglie e imprese, mentre offrono champagne a banche e industrie delle armi”. Una mobilitazione tutta da costruire su cui Conte ha di fatto voluto dare le carte senza dilungarsi in dettagli e che, nel ‘campo’ dell’area progressista e/o di centrosinistra, ha registrato subito le prime reazioni.


Disponibilità a “organizzarla insieme” è arrivata dalla segretaria dem Elly Schlein sul refrain dell’essere ‘testardamente unitari’ contro l’esecutivo Meloni. “Per manifestare sulla questione sociale, i salari bassi, le pensioni, le bollette noi ci siamo e ci saremo sempre contro la propaganda di questo governo”, ha precisato. Avs con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni hanno accolto l’idea non solo come occasione di “convergenza” delle opposizioni ma pure sui temi, su cui c’è “sintonia”. A mettere il dito su una potenziale piaga Riccardo Magi di +Europa: “se i temi sono bollette, mancanza di lavoro, crisi industriali, sanità, diritti noi ci siamo. Se è invece una piazza per dire no al sostegno a Kiev e quindi sì alla politica imperialista di Putin, noi non ci saremo”. Uno scenario che, se si materializzasse, rischierebbe di provocare diversi distinguo nel Pd tra riformisti e ‘pacifisti’. Nell’intervista a ‘La Stampa, Conte è sembrato volersi smarcare in anticipo sul coinvolgimento degli ‘alleati’: “i nostri primi alleati sono i cittadini, quell’Italia che non si rassegna al declino, all’impunità di chi si sente intoccabile e al di sopra della legge”, ha risposto a domanda diretta. Dal Movimento Cinque Stelle si è poi fatto notare che non c’è ancora una data né una ‘veste’ della mobilitazione, e si puntualizza che l’iniziativa non vuole ridursi ad una photo ‘opportunity’ dei leader dell’opposizione ma vuole essere un percorso di coinvolgimento dei cittadini nel dibattito pubblico. Una mobilitazione tutta da costruire quindi, un bilancio al contrario dei primi due anni di governo del centrodestra.


D’altronde il ventaglio di argomenti toccati da Conte è ampio: c’è certamente la questione economico-sociale ma anche le critiche all’economia di guerra invocata da Bruxelles, dopo l’aggressione russa all’Ucraina, e la bocciatura dello scorporo dal patto di stabilità delle spese militari. Spese, osserva, che drenano risorse che altrimenti potrebbero essere impiegate ad esempio per investimenti sulla politica industriale e il lavoro. Chissà se la mobilitazione troverà una saldatura con la Cgil di Maurizio Landini, al momento impegnata sul dossier dei cinque referendum (dal jobs act alla cittadinanza).


Il sasso è stato lanciato nello stagno. Vedremo che spinte a fare e pensare porterà.

Vertice di Parigi sull’Ucraina, Tusk: nessuna decisione sull’Ucraina senza Kiev

Vertice di Parigi sull’Ucraina, Tusk: nessuna decisione sull’Ucraina senza KievRoma, 17 feb. (askanews) – “Nessuna decisione sull’Ucraina senza l’Ucraina”: lo ha ribadito il premier polacco Donald Tusk al termine del mini vertice svoltosi a Parigi, ribadendo inoltre che qualsiasi pace in Ucraina dovrebbe essere giusta e duratura.


Tusk ha inoltre sottolineato come i leader europei abbiano concordato sull’importanza di una stretta cooperazione tra Ue e Stati Uniti sui prossimi passi e ribadito l’importanza di allentare le regole europee in modo che le spese per la Difesa superiori al 2% del PIL siano esentate dalla procedura per deficit eccessivo. Tusk ha tenuto a precisare che tutti i partecipanti avevano “opinioni simili” sulle questioni chiave: pur non avendo dato luogo ad alcuna decisione vincolante, era importante allineare le opinioni di tutti gli alleati, compresa la Gran Bretagna epr poter parlare con una sola voce anche a livello della Nati. Quanto alle relazioni europee con gli Stati Uniti, con Donald Trump stanno entrando in una “nuova fase”, ha concluso Tusk: i leader europei si rendono conto che è giunto il momento per loro di diventare più autosufficienti e aumentare radicalmente la spesa per la difesa europea.