Ucraina e Cina, la Conferenza di Monaco a “un punto di svolta”
Ucraina e Cina, la Conferenza di Monaco a “un punto di svolta”Roma, 15 feb. (askanews) – “Zeitenwende”, punto di svolta. Così, a Berlino, definiscono il cambio di paradigma storico della politica di difesa tedesca nella direzione di una militarizzazione più assertiva. Una scelta obbligata, dopo l’aggressione russa all’Ucraina. E’ iniziata il 24 febbraio scorso e la Conferenza sulla Sicurezza di Monaco (Msc) si era chiusa da pochi giorni. A un anno dall’invasione, il conflitto è ancora in corso, più cruento e sanguinoso che mai. “Non ci sono segnali che Putin voglia la pace”, ha detto appena ieri il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. E intatte sono rimaste la necessità di una riscrittura delle regole, della riforma delle istituzioni, di un ripensamento dell’intero strumento di difesa europeo, del sistema di alleanze internazionali, alla luce di minacce nuove o precedentemente non rilevate. Non si tratta solo della Russia di Putin. A preoccupare è anche la Cina e la sua recente, e al momento solo presunta, offensiva di intelligence in svariati Paesi del mondo. Telecamere, droni e palloni spia di fabbricazione cinese hanno costretto le autorità di molti Stati – Usa, Regno Unito, Australia e Canada, su tutti – a ‘drizzare le antenne’ per evitare il furto di informazioni sensibili.
Di questo, e di molto altro ancora, si discuterà dunque da venerdì prossimo durante i tre giorni di lavoro dell’edizione 2023 della Conferenza di Monaco, costretta a rifocalizzarsi sulle sue origini – l’ordine di sicurezza in Europa – dopo le digressioni degli anni scorsi su questioni globali come il clima, la biodiversità, il digitale, la salute e il cibo. Tutti temi che resteranno sul tavolo, di certo, ma nel quadro di una valutazione su un calo della sicurezza globale che ha inevitabili ripercussioni sulla prosperità economica, il cambiamento climatico, gli interessi nazionali contrastanti e, in generale, la sensazione che nell’attuale ordine mondiale le “regole” non si applicano sempre allo stesso modo per tutti. “Se non affrontiamo il risentimento che i paesi dell’Africa, dell’America Latina e dell’Asia nutrono nei confronti dell’ordine internazionale, che non sempre ha servito i loro interessi, faticheremo a vincere i recinti come alleati nella difesa di regole e principi fondamentali”, ha commentato il presidente della Msc, Christoph Heusgen.
Con queste premesse, è facile capire perché quasi tutti i Paesi invitati parteciperanno con delegazioni di alto livello. Gli Stati Uniti invieranno una folta rappresentanza, guidata dalla vicepresidente Kamala Harris. A fare gli onori di casa ci sarà il cancelliere tedesco Olaf Scholz. E’ prevista la presenza del presidente francese Emmanuel Macron, mentre per l’Italia ci saranno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ma a Monaco arriveranno centinaia di altri capi di stato e di governo, ministri e dignitari stranieri. E poi vertici militari, responsabili della sicurezza, spie e funzionari dell’intelligence. La minaccia per l’Europa legata alla guerra in Ucraina è un motivo per raddoppiare il dialogo, ha evidenziato Heusgen. E in questo contesto si inserirà anche la discussione sull’adesione alla Nato di Finlandia e Svezia. “La guerra russa è solo l’attacco più sfacciato all’ordine basato sulle regole”, ha scritto nel Rapporto sulla sicurezza di Monaco, pubblicato alla vigilia della Conferenza. “Attori revisionisti stanno cercando di minare lo status quo e cambiare l’ordine internazionale in molti modi diversi”.
A Monaco, dunque, dove è atteso anche il responsabile della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi, ci si interrogherà su cosa ha gettato le basi per l’invasione della Russia, sul perché molti stati al di fuori delle sfere più ricche ed eurocentriche esitano a sostenere l’Ucraina, e su quali lezioni si applicano alle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina nella regione indo-pacifica. Per quanto riguarda l’Ucraina, i paesi neutrali o di tendenza russa ospitano la maggior parte della popolazione mondiale. Dallo Yemen alla Siria, dall’Etiopia e al Mali, fino all’India, al Pakistan e alla stessa Cina, la guerra in Ucraina può apparire solo come un altro conflitto brutale, ma distante dai loro interessi, dai loro confini. I paesi di quelle regioni si chiedono perché dovrebbero schierarsi apertamente al fianco dell’Occidente in una guerra che non considerano “propria”, quando lo stesso Occidente ha fatto ben poco per risolvere i loro stessi problemi. “L’immediata risposta dell’Occidente alla guerra in Ucraina non ha certamente aiutato”, rileva il Rapporto sulla sicurezza di Monaco. “Piuttosto che assistere i paesi nell’affrontare l’impennata dei prezzi del cibo e dell’energia, li ha richiamati per non aver mostrato sufficiente solidarietà a Kiev”.
Ecco allora riemergere – e tornerà a galla anche a Monaco – l’esigenza di un “riequilibrio delle relazioni economiche”, tema che necessita di ben altra sostanza rispetto a semplici iniziative o incontri diplomatici atti a mostrare una presenza fine a se stessa. Vale per la guerra in Ucraina, vale per la Cina e il desiderio statunitense di contenere il suo ruolo smepre più assertivo nel Pacifico. A margine della conferenza potrebbe esserci un incontro, al momento non confermato ufficialmente, tra Wang Yi e il segretario di Stato Antony Blinken. Il momento è di grande tensione. La vicenda dei presunti palloni spia rischia di provocare un’escalation. Così come la decisione di alcuni Paesi – in particolare il Regno Unito – di rimuovere dagli uffici governativi tutte le telecamere di sorveglianza di fabbricazione cinese. Il timore è che Pechino possa acquisire informazioni sensibili che dovrebbero rimanere riservate.
Il rischio, segnala Politico, è reale anche a Monaco. Mentre l’élite mondiale della sicurezza sarà impegnata nei colloqui, i telefoni cellulari di tutti potrebbero essere agganciati alle apparecchiature di telecomunicazione cinesi che circondano la sede dei lavori, l’Hotel Bayerischer Hof. Alcune delle antenne che è possibile scorgere ammirando lo skyline della città, entro 300 metri dal luogo che ospita la conferenza, sono dotate di hardware fornito dal colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei, che continua a negare di rappresentare un rischio per la sicurezza europea. L’Hotel Bayerischer Hof ha inoltrato agli organizzatori dell’evento alcune domande sull’infrastruttura mobile montata sul tetto. “Per principio, non commentiamo i dettagli esatti dell’infrastruttura utilizzata per la conferenza principale di Monaco”, è stata la risposta. “Siamo in stretto contatto con tutte le autorità competenti al fine di proteggere di conseguenza la sede della conferenza, i partecipanti e lo spazio digitale”. Da parte sua, l’Ufficio federale per la sicurezza delle informazioni (BSI) ha tenuto a precisare che la Conferenza sulla sicurezza di Monaco è “al di fuori della responsabilità del BSI”. Un’incertezza di fondo, precisano alcuni esperti europei e americani, che conferma quanto sia necessario porre l’accento sul rafforzamento della cooperazione attraverso la definizione congiunta di norme in materia di tecnologia e sicurezza informatica, in particolare tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. (di Corrado Accaputo)