Inps: 853.842 pensioni in 2022 e 370.136 in primi 6 mesi 2023Roma, 19 lug. (askanews) – Il totale delle pensioni con decorrenza nel 2022 è di 853.842, per un importo medio mensile alla decorrenza di 1.180 euro. Quelle con decorrenza nel periodo gennaio-giugno 2023 sono state 370.136 in totale, per un importo medio di 1.168 euro. Lo ha rilevato l’Inps nell’osservatorio sul monitoraggio dei flussi di pensionamento, relativo alle pensioni con decorrenza nel 2022 e nei primi sei mesi del 2023, con rilevazione al 2 luglio 2023.
Tali valori – spiega l’Inps – si riferiscono alle pensioni di vecchiaia, agli assegni sociali, alle pensioni anticipate, a quelle di invalidità e a quelle ai superstiti delle gestioni considerate. In particolare, per quanto riguarda le singole categorie, le pensioni con decorrenza 2022 sono state: 298.436 pensioni di vecchiaia (compresi gli assegni sociali), 259.747 pensioni anticipate, 51.330 pensioni di invalidità e 244.329 pensioni ai superstiti. Nel primo semestre 2023: 138.513 vecchiaia, 108.445 anticipate, 20.442 invalidità e 102.736 superstiti.
Analizzando le singole gestioni, il FPLD ha totalizzato 369.579 pensioni nel 2022 e 166.652 nel primo semestre 2023; seguono la gestione dipendenti pubblici con rispettivamente 146.828 e 42.955, artigiani (91.077 e 42.159), commercianti (81.004 e 36.509), parasubordinati (41.894 e 19.622) e coltivatori diretti, coloni e mezzadri (39.323 e 17.500). Gli assegni sociali sono stati 84.137 nel 2022 e 44.739 nel 2023.
Casa, Rocca: 3-4 sgomberi a settimana a RomaRoma, 19 lug. (askanews) – Ogni settimana a Roma “vengono sgomberati 3-4 alloggi occupati abusivamente e di questo ringrazio il prefetto. Si procede piano, perché compatibilmente con la disponibilità della forza pubblica, ma inesorabilmente e stiamo cominciando dalle famiglie criminali a Tor Bella Monaca e Ostia che occupano abusivamente immobili dell’edilizia residenziale pubblica”. Così il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, a margine della seduta consiglio regionale del Lazio. “Mi arrivano voci di veri e propri racket all’interno di questi immobili. Lì la tolleranza sarà zero” ha aggiunto Rocca. Per quanto riguarda le famiglie che abitano abusivamente da generazioni in queste case e che hanno superato i redditi per una casa popolare, Rocca ha sottolineato che “chi ha redditi importanti si deve trovare un affitto sul mercato privato e non certo ai prezzi dell’edilizia residenziale pubblica e lasciare quegli immobili. Quindi, di sicuro non continuerò con questa politica di cedere a cifre ridicole e a persone con redditi significativi gli immobili destinati all’edilizia residenziale pubblica. Io non gliele venderò, se ne devono andare. Io devo liberare questi immobili e per fare spazio a chi non ha i soldi per pagare l’affitto a canoni di mercato” ha concluso Rocca.
Casa, Rocca: ex Ipab S. Michele di Roma a fragili e anzianiRoma, 19 lug. (askanews) – L’ex Ipab San Michele di Roma sarà destinato alle sue funzioni istituzionali che sono l’assistenza agli anziani e ai fragili. Lo ha spiegato il presidente della regione Lazio, Francesco Rocca, parlando a margine della seduta del Consiglio regionale del Lazio a proposito del futuro dello stabile di Tor Marancia. Non case popolari come aveva stabilito la giunta Zingaretti ma servizi destinati a fragili e anziani, bocciando il piano di recupero finalizzato alla creazione delle case popolari, come sostenuto dagli occupanti grazie al piano dell’ex amministrazione Zingaretti.
Quel piano di recupero “nasce da una occupazione illegale, è un principio che non condivido a prescindere – ha detto – c’era un piano di investimenti imbarazzante, quindi il piano di recupero va per le finalità istituzionali del San Michele che deve assistere gli anziani e i più fragili”. “Noi, purtroppo, abbiamo ereditato una situazione di sfascio sociale enorme, sulla quale dobbiamo mettere mano in maniera ordinata, dove i più fragili non devono rimanere indietro. Quindi, riqualificare l’ex Ipab San Michele per le sue funzioni istituzionali: l’assistenza agli anziani” ha aggiunto Rocca. Per quanto riguarda l’eventuale sgombero dell’immobile “spetta alla Prefettura e a chi ha in capo l’ordine pubblico – ha spiegato Rocca – io quell’immobile lo voglio destinare alle persone fragili”, ha concluso Rocca.
TeamSystem cresce in Spagna: acquisite Aplifisa e Asesor ExcelenteMilano, 19 lug. (askanews) – TeamSystem, tech company italiana che sviluppa soluzioni digitali per la gestione del business di imprese e professionisti, cresce nel mercato spagnolo con l’acquisizione del 100% del capitale di Aplifisa e di Asesor Excelente. L’operazione ha l’obiettivo di rafforzare la posizione della società nel mercato delle soluzioni software per i commercialisti e consulenti del lavoro in Spagna, dove è già presente grazie alle acquisizioni di Del Sol Software, Bilin e Acumbamail.
Aplifisa è uno dei principali sviluppatori di soluzioni software per i professionisti del settore fiscale e del lavoro in Spagna. Fondata nel 1990 e con sede a Salamanca, vanta oltre 34 anni di esperienza e i suoi software di ultima generazione godono della fiducia di oltre 5.000 clienti. Il perimetro dell’acquisizione comprende anche la piattaforma Asesor Excelente, che fornisce servizi e formazione a più di 2.000 consulenti nel Paese. L’azienda – con una quota di mercato di circa 10% – impiega 63 professionisti e, nel 2022, ha registrato un fatturato di quasi 5 milioni di euro.
“Siamo entusiasti di accogliere Aplifisa all’interno di TeamSystem perchè ci permetterà di fare un salto di qualità significativo in termini di dimensioni, presenza internazionale e offerta in alcuni segmenti di mercato chiave”, ha detto Federico Leproux, ceo di TeamSystem. “Questa operazione – ha aggiunto – è un tassello fondamentale all’interno della nostra più ampia strategia di internazionalizzazione: integriamo un team con know-how e talento e un prodotto affidabile e completo dedicato ai professionisti; dall’altro portiamo in dote la nostra expertise in Italia nel segmento della fatturazione elettronica che – ha concluso – in breve tempo diverrà obbligatoria per tutti gli attori del sistema economico spagnolo”.
Federvini: caldo e peronospora stressano la vendemmia 2023Roma, 19 lug. (askanews) – Il caldo record e la peronospora che ha colpito soprattutto i vigneti del Centro e del Sud Italia stressano la vendemmia 2023. Anche se tra le cantine associate a Federvini c’è fiducia nella resilienza climatica della vite, nella sua resistenza alle alte temperature e nei benefici dovuti alle piogge primaverili, cadute tra maggio e giugno, che hanno consentito alle colture di accumulare importanti risorse idriche e di affrontare queste giornate di forte stress climatico.
La preoccupazione principale è dovuta però alla peronospora, il fungo delle piante, che si propaga con la pioggia e che sta attaccando i vigneti del centro e sud Italia. Nelle aziende si riscontrano perdite produttive a macchia di leopardo tra il 15% e il 30%. La lotta contro la proliferazione della peronospora, spiega Federvini, è stata ostacolata da terreni allagati e quindi impraticabili, alimentando la pressione del patogeno. Inoltre, gli appezzamenti abbandonati da piccoli viticoltori che non sono riusciti a gestire il fungo risultano ora come punti d’inoculo per i vigneti adiacenti. Micaela Pallini, presidente di Federvini ricorda che a causa del cambiamento climatico “i fenomeni legati al riscaldamento globale stanno mettendo a dura prova i nostri territori e le nostre imprese: se l’anno scorso il problema era la forte siccità, quest’anno le abbondanti piogge hanno favorito la peronospora”. Diventa quindi “fondamentale potenziare la ricerca scientifica ed ottenere il sostegno delle istituzioni, che soprattutto a livello europeo spesso risultano lontane dalle nostre istanze”.
“In conclusione, rimane cruciale ottenere il sostegno delle istituzioni a livello europeo e nazionale per un’ uniforme e coordinata azione di contrasto e prevenzione in occasione di situazioni climatiche imprevedibili. Il vino – conclude Pallini – è un asset fondamentale della nostra cultura ed economia: per questo motivo è indispensabile che le istituzioni promuovano politiche in grado di sostenere efficacemente la crescita del comparto”.
Tlc, Agcom: digitale fondamentale ma giù ricavi e investimentiRoma, 19 lug. (askanews) – La trasformazione digitale è fondamentale per lo sviluppo del paese ma il settore delle telecomunicazioni in Italia è mettendo sotto pressionee dalle dinamiche competitive in corso con un calo considerevole dei ricavi che va avanti da anni e che impatta inevitabilmente sugli investimenti. Lo ha sottolineato il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Giacomo Lasorella, nella sua Relazione al Parlamento in cui ha tracciato un quadro del settore dei media in Italia auspicando inoltre di potere avere un quadro definito sul riassetto proprietario e strutturale di Tim,”l’operatore dominante” al centro della partita per la vendita della rete infrastrutturale Netco.
“Il settore delle comunicazioni elettroniche conosce nell’anno 2022 una ulteriore riduzione in termini di risorse complessive pari al 3,3% (-2,8 nel 2021) nell’ambito di un quadro macroeconomico che, pur caratterizzato da rilevanti dinamiche inflattive, si mostra nei suoi indicatori principali (Pil, consumi delle famiglie ed investimenti), in sostanziale ripresa”, ha rilevato l’Agcom. Il valore complessivo del settore si attesta oggi intorno ai 27 miliardi di euro, con una flessione, nel quinquennio 2018-2022 dell’ordine del 13,7%, pari a circa 4,3 miliardi di euro. Tale flessione è ascrivibile principalmente al calo delle risorse della rete mobile, il cui valore – oggi pari a 11,74 miliardi di euro – appare ridotto del 5,3% rispetto al 2021, mentre i servizi di rete fissa – con un valore complessivo pari a 15,19 miliardi di euro – mostrano una riduzione più contenuta (-1,7%).
Ne deriva che la “riduzione delle risorse disponibili” nel settore delle telecomunicazioni “ha avuto effetti negativi anche sull’andamento degli investimenti: in rapporto ai ricavi, nel 2022, gli investimenti restano superiori al 25% ma si riducono in misura non marginale in termini assoluti (-7,3%, passando da 7,49 a 6,95 miliardi di euro)”. Tuttavia le nuove modalità di comunicazione, di organizzazione del lavoro e di consumo di media (streaming in particolare), che, seppur già in atto da tempo, hanno caratterizzato la fase pandemica, hanno prodotto mutamenti di natura strutturale che trovano conferma nelle ultime evidenze disponibili.
Tra il 2013 ed il 2022 il numero delle linee a larga banda in rapporto a quelle complessive è passato dal 66,4% al 93,6%, e, tra queste, quelle con maggiore velocità di connessione (Fttc-Ftth) sono cresciute dall’1,6% al 69,1%. Quanto alla diffusione dei servizi a larga banda sul territorio italiano, a fine 2022 si stima che gli accessi broadband e ultrabroadband residenziali e affari siano pari a 18,6 milioni. Una quota pari all’81% (77% nel 2021) degli accessi ultrabroadband è commercializzata con velocità pari o superiore a 30 Mbit/s mentre il 68% (61,6% nel 2021) supera i 100 Mbit/s.
Complessivamente si stima siano disponibili 31,6 linee ogni 100 abitanti anche se permangono, come già evidenziato in passato, non marginali differenze territoriali nella penetrazione di tali servizi. Del resto lo stesso andamento del mercato televisivo rispecchia i cambiamenti in corso nelle modalità di connessione. Il broadbad e ultrabroadband sono sempre più necessari perchè le modalità di fruizione di tv, video e intrattenimento in generale avvengono sempre più via internet, con un boom delle piattaforme. Valutando la concentrazione nel settore televisivo, – ha spiegato l’Agcom – nell’ultimo anno ne va sottolineata una diminuzione del livello sebbene i primi tre operatori detengano ancora il 73% delle risorse complessive, pari a circa 8 miliardi (-0,3% sul 2021). Rai, come nel 2021, occupa la prima posizione (con una quota prossima al 30%), davanti a Comcast/Sky (23%), che continua a scontare il decremento dei ricavi da vendita di abbonamenti. Fininvest, attiva nel settore mediante le società del gruppo Mfe-Mediaset, mantiene il terzo posto (detenendo circa il 20% del totale degli introiti televisivi). Lo rileva la Relazione al parlamento sull’attività del 2022 dell’Autorità per le garanzie nelle cominicazioni. Tra i restanti operatori, anche in ragione dell’attrattività dei contenuti premium (quali film, serie tv, eventi sportivi come il campionato di calcio di Serie A o la Champions League) che compongono le proprie offerte, aumenta sensibilmente l’incidenza delle piattaforme online (tra cui Netflix, Dazn, Tim, Disney +, Prime Video), che guadagnano porzioni di ricavi, arrivando a rappresentare congiuntamente il 17% delle risorse economiche del settore televisivo (+5 punti percentuali rispetto al 2021).
L’esercito ucraino distrugge un deposito di munizioni russe in CrimeaMilano, 19 lug. (askanews) – L’Ucraina afferma di aver effettuato con successo un attacco a una base militare in Crimea, secondo Mosca è stato colpito un deposito di munizioni. L’incendio scoppiato in un campo di addestramento nel distretto di Kirov, avrebbe interessato anche un deposito di munizioni. Il capo del parlamento russo di Crimea, Vladimir Konstantinov, ha affermato che la situazione al campo di addestramento di Starokrymsky sarà risolta in un “giorno o due”. Lo ha detto in un commento sul canale televisivo Rossia24. “Ora ci sono esplosioni. La situazione è ancora dinamica”, ha detto Konstantinov.
Oltre 2.000 persone nei pressi della base militare di Kirovske in Crimea sono state evacuate oggi a causa del fuoco. Lo ha affermato il governatore nominato dai russi della penisola occupata, Sergei Aksenov. Il Ministero dei Trasporti della Crimea riferisce che “gli autobus turistici da e per la Crimea partono attraverso un percorso alternativo via terra”. “Nel campo di addestramento di Starokrymsky vicino al villaggio di Krynychki, è stato preso di mira un deposito di munizioni, la detonazione continua”, afferma il canale Telegram Krymskij Veter. Si noti inoltre che ci sono stati tre attacchi e sono stati registrati colpi sul campo di addestramento, dopodiché si è verificata una detonazione e “si sono sentite esplosioni anche a Feodosia”.
Successivamente, i militari russi hanno bloccato le strade e tutte le uscite che passano davanti al campo di addestramento di Starokrymsky in direzione di “Tavrida”. Ciò è stato confermato anche da Aksenov. Il presidente russo Vladimir Putin è a conoscenza della situazione in Crimea. Lo rende noto il Cremlino attraverso i suoi canali. “È noto che c’è stato un incendio, si stanno prendendo misure”, ha fatto sapere il Cremlino. Oggi un incendio e una serie di esplosioni hanno interessato l’area della penisola ucraina, annessa dalla Russia nel 2014. “L’Occidente collettivo è pronto a chiudere un occhio su qualsiasi attacco terroristico che il regime di Kiev organizza nel nostro Paese. In questo caso, non rifuggono da alcun silenzio. Questa non è una novità, è già successo e continuerà a essere così. Lo sappiamo molto bene”. Lo ha detto Dmitry Peskov, addetto stampa del presidente della Federazione Russa, sottolineando che l’Occidente non abbia ancora condannato l’attacco al ponte di Crimea
Schlein: contrasto alle mafie parte dalla giustizia socialePalermo, 19 lug. (askanews) – “Siamo qui non solo per ricordare ma per trarre dalla memoria di Paolo Borsellino, e vogliamo ricordare anche gli agenti della scorta uccisi qui insieme a lui, un esempio che deve portarci ad un impegno costante e quotidiano nello sradicare le mafie in tutte le infiltrazioni che tentano nella società, nell’economia e nella politica”. Lo ha detto la leader del Pd Elly Schlein, oggi a Palermo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio.
“Il contrasto alle mafie parte anche dalla giustizia sociale – ha aggiunto Schlein – Lo Stato deve poi stare accanto ad amministratori e ad amministratrici entrati nel mirino delle mafie soltanto per avere fatto rispettare le regole e deve stare accanto anche agli imprenditori e alle imprenditrici che hanno detto no a Cosa nostra”.
Brics, Cremlino: Putin non andrà in Sudafrica, “nulla da spiegare”Milano, 19 lug. (askanews) – Da spiegare “non c’è niente” secondo il Cremlino: il presidente russo Vladimir Putin non andrà al vertice dei Brics a Johannesburg dal 22 al 24 agosto. Secondo l’ufficio del Presidente del Sudafrica, è stata raggiunta una decisione congiunta su questo tema e Mosca sarà rappresentata dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov.
Il Cremlino ha tagliato corto affermando che Mosca non ha parlato con il Sudafrica della possibilità di un arresto al vertice dei Brics in Sudafrica perché equivarrebbe a una dichiarazione di guerra: “non c’è niente” di cui parlare, ha detto il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitri Peskov. “In questo mondo, è assolutamente chiaro a tutti cosa significhi un tentativo di violazione del capo dello stato russo. Pertanto, non c’è bisogno di spiegare niente a nessuno”, ha detto. L’addetto stampa del presidente russo ha confermato che al posto di Putin, il Paese sarà rappresentato al vertice da Lavrov. Da notare che il Sudafrica ha ratificato lo Statuto di Roma, quindi è legalmente obbligato a detenere Putin per ordine della Corte penale internazionale ed estradarlo davanti al tribunale in caso di visita di un presidente nella Repubblica del Sudafrica.
Così l’ufficio del presidente del Sudafrica ha dichiarato che il collega russo Putin non andrà grazie a “una decisione reciproca”. “Di comune accordo, il presidente russo Vladimir Putin non parteciperà al vertice”, ha dichiarato l’ufficio del presidente sudafricano in una nota, togliendo la spinosa questione dal tavolo. In precedenza, un rappresentante del vicepresidente del Sudafrica ha affermato che il presidente Cyril Ramaphosa discute direttamente le questioni relative alla Corte penale con Putin. Ramaphosa aveva precedentemente notato che il vertice dei BRICS si sarebbe tenuto di persona, e i media locali, citando il capo del BRICS Business Council, Nicolau Stavros, avevano riferito che al vertice erano attesi i capi di tutti e cinque gli stati del formato. Ma il rappresentante dell’ufficio del presidente del Sudafrica Vincent Magvenia ha esortato ad attendere la dichiarazione del capo di stato.
Il Brics unisce Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Numerosi altri paesi intendono aderire al blocco economico, tra cui Argentina, Iran e, secondo il ministero degli Esteri cinese, Indonesia, Turchia, Arabia Saudita ed Egitto.
lollobrigida: non basta cibo per tutti, serve buon cibo per tuttiRoma, 19 lug. (askanews) – “Noi dobbiamo affrontare il tema della sicurezza alimentare sapendo che non basta ‘cibo per tutti’, ma deve esserci ‘buon cibo per tutti’. Non possiamo accettare culturalmente un mondo diviso in due, con i ricchi che mangiano bene e i poveri che mangiano cose processate, standardizzate e dannose”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, intervenendo al Senato nel corso della discussione sul Ddl contro i cibi sintetici.
“L’Italia è la nazione della qualità – ha ribadito – qui la qualità è stata trasmessa dalla comunitùà scientifica, ma anche dalle mamme e dalle nonne. In altre nazioni questo non è accaduto, sono state condizionate da logiche di mercato come negli Stati Uniti. Non è vero che la sceltea di produrre i cibi in laboratorio sia una scelta neutra”, ha aggiunto. Il ministro è poi tornato sulla questione Nutriscore, l’etichetta a semaforo. “L’Italia non ha paura della ricerca e della trasparenza, ma il Nutriscore è una etichetta condizionante”.