Solare e stoccaggio sotterraneo: Melinda spegne il caro energia
Solare e stoccaggio sotterraneo: Melinda spegne il caro energiaMilano, 10 feb. (askanews) – Autoproduzione energetica e uso di magazzini davvero speciali per conservare la frutta, le celle ipogee ricavate in ex cave, con un bassissimo impatto ambientale e energetico: quello di Melinda sarà un 2023 all’insegna del risparmio e del contrasto al caro energia. Una scelta inevitabile, ribadita anche nei contenuti al centro degli incontri, a Berlino, nel corso nel corso di “Fruit Logistic”, salone europeo del settore dei prodotti ortofrutticoli freschi.
Il ricorso alle celle ipogee, vere e proprie strutture per la frigo-conservazione naturale, si concretizza con il riutilizzo di 15 chilometri di gallerie, situate all’interno della miniera di dolomia Rio Maggiore. Queste “stanze”, protette dalla roccia a 300 metri di profondità, ospitano le mele in un ambiente asciutto e controllato. “Le mele si vendono tutto l’anno, per conservarle occorre mantenere intatte alcune condizioni precise – spiega Franco Paoli, direttore del Reparto Produzione di Melinda – La temperatura si stabilizza a 1 grado Celsius e la presenza di ossigeno si ferma all’1%: in questo modo è possibile rallentare la respirazione dei frutti conservandoli più a lungo”.
Le condizioni di partenza dell’ambiente, dalla bassa temperatura all’impermeabilità della roccia, consentono di impiegare un quantitativo ridotto di energia: circa il 30% in meno dell’ammontare richiesto dalla tradizionale conservazione nei magazzini di superficie. L’impatto positivo del risparmio energetico sull’intera attività di stoccaggio è destinato a crescere con il previsto incremento della capienza. “Oggi le celle ipogee ospitano circa 30mila tonnellate di mele – ricorda Fabrizio Conforti, ingegnere del Consorzio Melinda – ma entro la fine dell’anno si arriverà a 40 mila”. Un incremento di capacità di oltre il 30%, dunque.
I vantaggi delle celle sotterranee non si esauriscono però con il taglio dei costi. Determinante, infatti, è anche la riduzione dell’impatto per l’ambiente e il clima. Il ricorso a questo sistema di conservazione determina anche un calo delle emissioni di CO2 in atmosfera, un importante risparmio idrico nel raffreddamento dei compressori e l’eliminazione dei pannelli coibentanti, tipicamente complessi da smaltire. La possibilità di conservare le mele in profondità, infine, libera spazio in superficie a beneficio del paesaggio e dell’estensione delle coltivazioni.
Sul fronte energetico, poi, Melinda è attualmente impegnata nel piano di espansione della sua autoproduzione. Il Consorzio si basa da tempo su una fornitura 100% rinnovabile grazie all’energia idroelettrica e quella fotovoltaica. Quest’ultima è prodotta direttamente dai pannelli, installati sui tetti degli impianti di conservazione e lavorazione in due fasi (la prima nel 2008 e la successiva nel 2011) con un investimento di oltre 10 milioni di euro. Il nuovo piano di sviluppo prevede ora di garantire all’azienda una produzione aggiuntiva di 4,84 milioni di Kwh contro i 4,82 attuali. In pratica l’ammontare totale raddoppierà.
“Il progetto di espansione dei pannelli solari rappresenta perfettamente la nostra visione per lo sviluppo delle attività del Consorzio – commenta Ernesto Seppi, presidente Melinda – Oltre a confermare la nostra vocazione per la sostenibilità, che dal 2008 si traduce nell’impiego esclusivo di fonti rinnovabili, i nuovi investimenti nel fotovoltaico consentiranno di rispondere efficacemente alle sfide di una voce di costo che negli ultimi anni è divenuta sempre più rilevante nella spesa delle imprese. Sul fronte dei magazzini, inoltre, l’atteso aumento della capienza delle celle ipogee consentirà di ottenere ulteriori risparmi riducendo l’impiego totale di energia. Sono due esempi di come una realtà importante per il Trentino e per l’Italia intera cerca di ragionare in maniera lungimirante, per essere da esempio all’intera filiera agroalimentare italiana”.