Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

E’ la serata finale del Festival di Sanremo. Si balla con Gabry Ponte, Conti con Marcuzzi e Cattelan

E’ la serata finale del Festival di Sanremo. Si balla con Gabry Ponte, Conti con Marcuzzi e CattelanSanremo, 15 feb. (askanews) – Al via la finale del Festival di Sanremo, che si apre con Gabry Ponte e la sua ‘Tutta l’Italia’, la canzone del dj e producer diventata anche il nuovo e contagioso jingle del festival. Conduttori con Carlo Conti: Alessia Marcuzzi e Alessandro Cattelan.


In gara 29 artisti, il regolamento della votazione prevede il 33% sala stampa, tv e web, 33% radio e 34% televoto. Poi si rivoterà per la cinquina finale. Secondo la scaletta definitiva, lo stop al televoto è previsto intorno all’1:36 mentre l’annuncio del vincitore o della vincitrice è previsto per l’1:47, con l’ingresso dei cinque finalisti sul palco. Tra gli ospiti Antonello Venditti a cui viene consegnato il Premio alla carriera; il calciatore della Fiorentina Edoardo Bove che racconta il dramma vissuto in campo dopo il malore allo stadio di Firenze, e Alberto Angela; sul palco tornano anche Bianca Balti, che consegna i premi collaterali e Mahmood, che presenta in anteprima il nuovo singolo.

Ucraina, Usa: negoziato senza l’Ue. E Macron convoca l’Europa

Ucraina, Usa: negoziato senza l’Ue. E Macron convoca l’EuropaMonaco di Baviera, 15 feb. (askanews) – Nessun posto per l’Europa al tavolo del negoziato. L’inviato di Donald Trump per l’Ucraina lo ha detto a chiare lettere anche oggi a Monaco: non c’è alcuna sedia per l’Ue, che pure si agita per farsi largo. Accettiamo “proposte e idee”, ma finisce qui, ha spiegato l’ex generale americano, mentre l’Unione europea prova a far fronte comune. Da Parigi rimbalzano indiscrezioni sulla proposta avanzata da Emmanuel Macron di un vertice dei capi di Stato e di governo europei da tenersi eventualmente nella capitale francese nella giornata di lunedì. Potrebbe essere allargato anche agli Usa: nulla di definito, “ci stiamo lavorando”, hanno confermato fonti dell’Eliseo e del governo italiano, nelle stesse ore in cui Volodymyr Zelensky ha tentato un colpo a sorpresa. Durante la sua partecipazione alla Conferenza sulla sicurezza in Baviera ha annunciato la disponibilità di Kiev a ragionare su un ritorno ai confini precedenti al 2022. Molto difficile, se non impossibile, che la proposta sia accolta a Mosca con favore. Ma il presidente ucraino si è spinto fino a dove non aveva mai osato prima: non solo l’Ucraina è pronta a discutere un piano di pace “comune”, risultato di una mediazione di Stati Uniti e Unione Europea, ma può prendere in considerazione la modifica dei suoi confini terrestri senza guardarsi troppo indietro. Che, in altre parole, significa recuperare dalla Russia solo una parte dei territori occupati: l’area di Zaporizhzha, quella di Kherson, alcune zone di Donetsk. Un’apertura che il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito di “buon senso”, perché se si vuole arrivare ad un accordo di cessate il fuoco serve “disponibilità” da parte di tutti i contendenti.


Un passo in avanti inatteso, quello di Zelensky, che però fa il paio con una brusca, seppur momentanea, inversione di tendenza su un eventuale accordo con Washington sulle terre rare. Il presidente ucraino lo ha respinto al mittente: “non è ancora pronto a proteggere gli interessi” di Kiev, ha detto. Secondo il capo dello Stato occorre infatti pensare a come distribuire i profitti, e a come correlarli alle “garanzie di sicurezza”. E “questa connessione ancora non c’è”, ha chiarito. Dopo l’accelerazione degli ultimi giorni, imposta da Trump, Zelensky non è ancora convinto delle buone intenzioni di Vladimir Putin, che a suo dire vorrebbe persino avere al suo fianco il presidente Usa “il 9 maggio sulla Piazza Rossa”. L’attacco della Russia contro la centrale nucleare di Chernobyl, nei giorni scorsi, è a suo avviso un chiaro messaggio del leader del Cremlino: “significa che non vuole la pace né è pronto al dialogo”. Secondo Zelensky, Mosca starebbe preparando 15 nuove divisioni, circa 150 mila soldati, ovvero tanti più militari di quelli che possono schierare molti Paesi europei insieme. La leadership ucraina avrebbe anche ricevuto informazioni di intelligence sul fatto che quest’estate la Russia dovrebbe inviare delle forze in Bielorussia con il pretesto di esercitazioni militari. “Forse attaccherà l’Ucraina o forse no” e potrebbe dirigersi contro altri Paesi, ha detto Zelensky.


Quella che arriva dal Cremlino, dunque, sarebbe una minaccia rivolta all’intera Europa. Ecco perché l’intera Unione ha bisogno di essere forte, anche in “chi va” a trovare Trump a Mar-a-Lago, secondo il leader ucraino. L’Ue ha perciò bisogno di agire, senza indugi, “per garantire la propria sicurezza”. Intanto, fornendo a Kiev tutto quello di cui ha bisogno, “armi, addestramento, assistenza”. Poi, collaborando per una produzione congiunta di materiale militare. Infine, costruendo delle “forze armate europee”, capaci di assicurare all’Unione un principio inderogabile: “il futuro dell’Europa deve dipendere solo dagli europei”. L’obiettivo, secondo Zelensky, deve essere chiaro a tutti: “l’Ue deve unirsi e agire in modo che nessuno posso comandarla a bacchetta o minacciarla”. Zelensky non ha citato esplicitamente né Trump né Putin, ma è ancora infastidito da quella telefonata fatta dal tycoon repubblicano prima al Cremlino e poi a Kiev. L’ha mal digerita, pur rimanendo aperto al dialogo. Ed ha posto dei paletti: sarebbe “pericoloso”, ha detto, se con l’avvio di un eventuale negoziato, l’inquilino della Casa Bianca dovesse decidere di incontrare prima il presidente russo. “L’Ucraina non accetterà mai accordi fatti alle nostre spalle senza il nostro coinvolgimento. E la stessa regola dovrebbe applicarsi a tutta l’Europa”, ha spiegato, ribadendo che “l’Ue deve avere un posto al tavolo” delle trattative.


Una scelta non scontata, in un momento in cui il filo diretto tra Washington e Mosca sembra proseguire. Il capo della diplomazia russo Sergey Lavrov, oggi, ha parlato al telefono con la sua controparte americana, Marco Rubio. Nelle stesse ore, durante i suoi incontri a Monaco, Kellogg ha ribadito a chiare lettere che nel percorso verso una soluzione negoziata del conflitto “ci sono due parti e un solo mediatore”, gli Stati Uniti, che stanno lavorando a un piano che dovrebbe realizzarsi “non in alcuni mesi, ma nel giro di settimane, giorni”. L’Europa sarebbe consultata, dunque, ma alla fine esclusa. “Potrebbe essere come il gesso sulla lavagna, potrebbe irritare un po’, ma vi sto dicendo qualcosa di molto onesto”, ha detto l’inviato Usa, che ha invitato “gli amici europei” a “non lamentarsi”, ma ad avanzare piuttosto “proposte concrete ed idee”. L’Europa sarebbe dunque fuori dai giochi, benché Tajani abbia assicurato che sia il segretario Stato Marco Rubio che lo stesso Kellogg, incontrati in Baviera, abbiano manifestato “voglia di ascoltare l’Europa e l’Italia”, in questo che il ministro ha definito solo “l’inizio” di un “percorso”, di una “nuova stagione”, in cui anche “l’Italia sta facendo la sua parte”. “Abbiamo detto molte cose a Rubio e a Kellogg”, ha spiegato Tajani, a partire proprio dal ruolo che dovrebbe avere l’Europa al tavolo del negoziato. L’argomento potrebbe essere discusso già domani in occasione di una possibile riunione informale dei ministri degli Esteri dell’Unione a Monaco.


L’arma più importante in mano all’Ue sarebbe sempre quella delle sanzioni. Adottate a più riprese per colpire personalità e aziende russe coinvolte nel conflitto, prossimo al suo terzo anniversario, potrebbero rivelarsi il grimaldello per scalfire il muro di gomma americano sul negoziato. Un nuovo round di misure contro Mosca, secondo quanto riferito da fonti diplomatiche, potrebbero irritare il Cremlino e minare i colloqui mediati da Washington, sollevando interrogativi in Russia sull’opportunità concreta di coinvolgere l’Unione nelle discussioni. Sanzioni che sono state evocate anche in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri del G7, convocata a margine della Conferenza di Monaco dalla presidenza canadese. Ogni nuova misura “aggiuntiva” dopo febbraio, si legge nel testo, dovrebbe però “essere collegata al fatto che la Federazione Russa intraprenda sforzi reali e in buona fede per porre fine in modo duraturo alla guerra”. (di Corrado Accaputo)

Tim, Poste entra nel capitale: è un investimento strategico

Tim, Poste entra nel capitale: è un investimento strategicoRoma, 15 feb. (askanews) – Poste entra nel capitale di Tim. In una settimana densa di notizie per il gruppo di telefonia con la cessione al Mef e Retelit del 100% Sparkle e l’aggiornamento del piano industriale, oggi è arrivata la notizia attesa nelle ultime ore: l’ingresso di Poste come azionista del gruppo di tlc con una quota del 9,81% al posto di Cassa depositi e presiti cui ha ceduto il suo 3,78% di Nexi più un corrispettivo mediante cassa che dovrebbe aggirarsi sui 180 milioni. Cessione che fa salire Cdp in Nexi dall’attuale 14,46% al 18,25%.


Il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha definito l’operazione “nel suo complesso un investimento di natura strategica, con la finalità di creare sinergie tra le aziende e favorire, con tutti gli attori interessati, il consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia”. Una indicazione che sembra aprire la strada al coinvolgimento di altri attori per ridurre il numero di operatori esistenti con margini sempre più risicati. A tal proposito Poste ha fatto sapere di avere in fase avanzata la negoziazione per la fornitura di servizi per l’accesso di Postepay, società interamente controllata da Poste Italiane all’infrastruttura di rete mobile di Tim. Collaborazioni che potrebbero allargarsi ulteriormente convolgento altre parti del business.


Le possibili sinergie commerciali sono state messe in luce giovedì scorso, in occasione della presentazione del Piano, dall’ad di Tim Pietro Labriola che ha valutato positivamente un accordo con Poste, giudicato come uno dei candidati migliori per un consolidamento del mercato. Tuttavia ieri il titolo è stato fortemente penalizzato in Borsa perdendo fino al 7,6% con scambi sul 7% del capitale. Vendite scattate da parte di chi scommetteva in direzione di un’operazione di riassetto con protagonista Iliad e il fondo Cvc su cui erano emerse indiscrezioni nei giorni precedenti. L’ingresso di Poste è stato visto nelle ultime ore dagli investitori come una frenata ai progetti di consolidamento per ridurre gli operatori da quattro a tre. Lunedì l’operazione, ufficializzata, andrà al test dei mercati.

Sul mercato le prime bottiglie del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”

Sul mercato le prime bottiglie del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”Montepulciano (Siena), 15 feb. (askanews) – E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 5 febbraio scorso il decreto con annesso Disciplinare del Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”, e la nuova tipologia sarà in commercio a partire dai prossimi giorni con l’annata 2021. I produttori che sono pronti con le bottiglie già quest’anno dovrebbero essere tra i 15 e i 20 ma, secondo i calcoli del Consorzio, nel giro di due anni la percentuale dovrebbe superare il 50%. La presentazione ufficiale del progetto è stata fatta oggi, 15 febbraio, nell’ambito dell’”Anteprima” nella fortezza di Montepulciano (Siena) e poi in quello straordinario capolavoro del Cinquecento toscano che è il Tempio di San Biagio che il Consorzio del Nobile ha allestito a festa. Presenti le autorità ecclesiastiche, gli amministratori locali, i produttori e molti rappresentanti della stampa di settore internazionale.


“Questa terza tipologia di Vino Nobile sarà il prodotto di punta, l’apice della piramide qualitativa della Denominazione e nonostante sarà una piccola quantità rispetto alla totalità sarà un prodotto che farà parlare nuovamente di questo territorio” ha commentato il presidente dell’ente consortile, Andrea Rossi, spiegando che, da una prima stima, la produzione potrebbe aggirarsi tra il 3 e il 5% del totale del Vino Nobile di Montepulciano. “L’idea nasce da un percorso metodologico che ha visto il consenso e la partecipazione di tutte le aziende produttrici” ha ricordato Rossi, indicando “un percorso che ha portato alla nascita di una ‘visione’ univoca del Nobile”. Un tema questo che il Consorzio sviluppa dagli anni Novanta (è stato tra i primi in Italia a lavorare sulla zonazione del territorio di produzione) attraverso uno studio storico della geologia e della geografia del territorio che ha portato all’individuazione di 12 zone (Unità geografiche aggiuntive, Uga), che ora vengono anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi nasce dalla volontà del Consorzio di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna. L’uvaggio è legato al Sangiovese e ai soli vitigni autoctoni complementari ammessi dal Disciplinare con uve esclusivamente prodotte dall’azienda imbottigliatrice.


Territorio, tradizione, raffinatezza, eleganza e storia: sono le parole chiave evocate negli addetti ai lavori dal Vino Nobile di Montepulciano “Pieve”. È uno dei dati che il campione di professionisti del settore Horeca intervistato da Nomisma ha messo in evidenza sul nuovo Disciplinare che da quest’anno determina la nuova Docg di Montepulciano. Un prodotto che desta interesse soprattutto alle enoteche (l’82%) e che per quanto riguarda la fascia di prezzo attesa dalle rivendite dovrà rispondere a un prodotto dai 40 ai 70 euro (per il 60%) e da 70 a oltre 100 euro (per il 17% degli intervistati). Tra i punti di forza messi in evidenza da Nomisma la “forte identità e tradizione di Montepulciano incarnata da questo nuovo progetto” (31%), “la qualità superiore attesa” (20%) poi “il prestigio del marchio” (12%). Tra i punti di forza del Disciplinare “Pieve”, secondo il campione preso in analisi, l’identità delle singole Pievi (23%), l’esperienza gustativa di questo nuovo vino (18%) e la storia del terroir che lo rappresenta. Nel frattempo, dopo la chiusura in sostanziale parità dell’anno scorso, i dati delle vendite di gennaio registrano “una crescita significativa” che fa ben sperare.

Festival Canzone Cristiana 2025, vince Piero Chiappano

Festival Canzone Cristiana 2025, vince Piero ChiappanoSanremo, 15 feb. (askanews) – Con la canzone “Una strada in mezzo al cielo” il cantautore Piero Chiappano di Gaggiano, in provincia di Milano, ha vinto la quarta edizione del Sanremo Cristian Music Festival, Festival della Canzone Cristiana. Si colloca al secondo posto Gipsy Fiorucci con la canzone “Regina del suo regno”, mentre Gabylo ha conquistato il terzo posto con la canzone “Ho fede”.


A decretare i nomi dei vincitori è stata la Giuria del Festival, composta dal discografico Michele Schembri, Presidente di giuria, dal Producer e Autore Marco Camasso, da Genny Cusopoli, autore e vincitore del premio “Mia Martini” e da Carlo Famularo, interprete della sigla del programma televisivo “Un posto al Sole”. Genny Cusopoli e Carlo Famularo si sono esibiti in qualità di ospiti.


La giuria è stata coordinata dall’Avvocato Brunella Postiglione, responsabile organizzativo del Festival della Canzone Cristiana. Tutti i premi sono stati realizzati dal Maestro orafo Michele Affidato. Sono stati assegnati ulteriori premi a Tony Strano per la canzone “Vento”, come migliore interprete, al Gruppo Odissea per la canzone “C’è un tempo per amare”, come miglior gruppo della quarta edizione del Festival, a Renato Belluccio, per la canzone “La guerra è finita andiamo in pace”, come miglior testo, e a Xada, per la canzone “Fantasie”, come migliore composizione.


Il Premio della Stampa è stato assegnato a Raffaele Mario Arteca, per la canzone “Core ‘e mamma”, il Premio Papa Giovanni Paolo II è stato assegnato a Francesco Bartoletti, per la canzone “Sei la mia roccia”, il Premio Alberto Testa è stato assegnato a Gina Palmieri, per la canzone “Rosa”, il Premio Speciale Festival della Canzone Cristiana di Sanremo è stato assegnato a Figli del Padre, per la canzone “Le dieci vergini”. Il maestro Fulvio Vasarri ha ritirato un premio speciale, come composizione discografica e come coautore insieme a Fabrizio Venturi del brano “Sempre rimesso in piedi”, tratto dal libro omonimo scritto dallo stesso Venturi. La Quarta edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2025 www.sanremofestivaldellacanzonecristiana.it si è tenuta nei giorni 14 e 15 febbraio 2025, in concomitanza con il Festival della Canzone Italiana, nello storico Teatro F.O.S. – Teatro della Federazione Operaia Sanremese, in via Corradi, a Sanremo, ed è stata trasmessa in diretta sui social de “La Luce di Maria”, del Festival della Canzone Cristiana nonché su Rete Tv Italia, del regista editore Carmine Donato Pelusi, visibile in tutto il Mondo su TIMVISION – AMAZON TV e APP e in diretta radiofonica su Radio Amore.


Sul palco ha condotto il Festival, insieme al Direttore artistico Fabrizio Venturi, Carmen Attardi, volto noto della televisione e conduttrice dell’emittente radiofonica siciliana Radio Amore. Il Festival, organizzato dal Cantautore e Direttore artistico Fabrizio Venturi, per la sua quarta edizione, dedicata a Papa Francesco e al Giubileo, ha ottenuto i patrocini delle più importanti Istituzioni, tra cui quello del Senato della Repubblica, quello della Camera dei Deputati, quello della Regione Liguria e quello della Provincia di Imperia. Nel corso della manifestazione, il Direttore artistico Venturi ha annunciato che rientra nei suoi progetti la realizzazione di un’edizione speciale del Festival della Canzone Cristiana a New York. “Con gioia e soddisfazione annuncio che rientra tra i nostri progetti la realizzazione di un’edizione del Festival della Canzone Cristiana a New York. Portare negli Stati Uniti d’America quello che è stato definito il più importante Festival di musica cristiana in Italia è un progetto che vogliamo realizzare. La Christian Music, infatti, è nata negli Stati Uniti. Avrò la possibilità, pertanto, di poter instaurare un rapporto musicale e culturale tra i due Paesi, l’Italia e gli Stati Uniti, grazie ai musicisti e ai cantanti che rappresentano questo importante genere musicale” ha dichiarato Fabrizio Venturi, Direttore artistico e ideatore del Sanremo Christian Music Festival, il quale ha sottolineato altresì: “Ho voluto portare in Italia la Christian Music dando vita al Festival della Canzone di ispirazione cristiana nella città di Sanremo, che è il tempio della musica italiana. L’edizione che si terrà negli Stati Uniti sarà un incontro, mai verificatosi finora, che entrerà nella storia della musica, tra i nostri cantanti e i nostri musicisti di musica cristiana italiana e i grandi esponenti della canzone e della musica cristiana americana. Fondere le nostre espressioni musicali, le nostre tradizioni canore con le loro sonorità ed il loro stile è un grande esperimento che collegherà la nostra cultura musicale alla loro. L’obiettivo primario del Festival della Canzone Cristiana è lodare Dio attraverso la musica e diffondere anche in Italia, come avviene in altri Paesi del mondo, fra i quali gli Stati Uniti d’America, la canzone di ispirazione cristiana o Christian Music, al fine di trasmettere la gioia che scaturisce dalla fede cristiana. L’Italia e l’intero universo hanno bisogno di nutrirsi dei valori dell’amore. Il ponte che stiamo creando con gli Stati Uniti attesta che stiamo realizzando un sogno”. Di seguito, i nomi di tutti i concorrenti che hanno partecipato alla quarta edizione del Festival della Canzone Cristiana: Tony Strano di Pozzuoli (NA), con la canzone “Vento”; Francesco Bartoletti di Rho (MI), con la canzone “Sei la mia roccia”; Gina Palmieri di Lesina (FG), con la canzone “Rosa”; Giovanni Sisti di Roma, con la canzone “Le parole di Pietro”; Giuseppe Marchese di Biancavilla (CT), con la canzone “Preghiera”; Figli del padre di Vezzano sul Crostolo (RE), con la canzone “Le dieci vergini”; Gipsy Fiorucci di Città di Castello (PG), con la canzone “Regina del suo regno”; Gabylo di Casarza Ligure (GEO), con la canzone “Ho fede”; Baby Rush di Frascati (RM), con la canzone “Gesù”; Odissea di La Spezia (SP), con la canzone “C’è un tempo per amare”; Piero Chiappano di Gaggiano (MI), con la canzone “Una strada in mezzo al cielo”; Xada di Bressana Bottarone (PV), con la canzone “Fantasie”; Renato Belluccio di Capaccio Paestum (SA), con la canzone “La guerra è finita andiamo in pace”; Selmar di Pelago (FI), con la canzone “Tuo amore”; Gabry di Cavriago (RE), con la canzone “Quotidianità”; Marco Celauro di Agrigento (AG), con la canzone “Adoro te”; Raffaele Mario Arteca di Padula (SA), con la canzone “Core ‘e mamma”

Roma, sovraccarico idrico nelle fontane di piazza Navona e Farnese

Roma, sovraccarico idrico nelle fontane di piazza Navona e FarneseRoma, 15 feb. (askanews) – Dopo il sovraccarico dell’acquedotto Traiano Paolo nella zona di Bracciano si è verificato uno sversamento di acqua e fango nelle fontane monumentali di piazza Navona e di piazza Farnese rifornite dall’acquedotto e nel fontanone del Gianicolo che ne costituisce la mostra terminale. La Sovrintendenza Capitolina e i tecnici di Acea si sono subito attivati per valutare eventuali danni, mantenere puliti i bacini delle vasche e monitorare la situazione.


Secondo Acea l’evento è stato causato dalle forti piogge di questi giorni che hanno comportato un consistente aumento della torbidità nelle sorgenti dell’acquedotto. La situazione è sotto monitoraggio ma, a causa del tempo di transito all’interno dell’acquedotto, i valori dovrebbero cominciare a regolarizzarsi in serata. Al momento, le fontane sono in scarico e il regolare flusso dell’acqua sarà ripristinato nella mattina di domani. Le fontane di piazza Navona e piazza Farnese sono state oggetto di una recente manutenzione straordinaria nell’ambito del programma Caput Mundi terminata a dicembre 2024. Lo sversamento non comporterà alcun danno alla superficie delle vasche che, una volta ripulite, torneranno alla loro condizione originaria.

Scienza, medaglia Galileo Galilei ai fisici Sikivie e Susskind

Scienza, medaglia Galileo Galilei ai fisici Sikivie e SusskindRoma, 15 feb. (askanews) – I fisici Pierre Sikivie e Leonard Susskind sono stati insigniti della Medaglia Galileo Galilei 2025, premio assegnato ogni due anni dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare con il Galileo Galilei Institute, il suo Centro Nazionale per la Fisica Teorica in partnership con l’Università di Firenze, a ricercatori e ricercatrici che hanno dato un contributo eccezionale al progresso delle ricerche in fisica teorica.


Il premio nella ricorrenza del compleanno del grande scienziato Galileo Galilei, è stato assegnato a Leonard Susskind e Pierre Sikivie “per il loro lavoro che rappresenta i persistenti sforzi dell’umanità per vedere e comprendere ciò che può sembrare invisibile, rivelando nel processo profonde connessioni tra le scale più grandi e più piccole della Natura.” In particolare, Pierre Sikivie ha fornito contribuiti pionieristici alla nostra comprensione del cosmo, come fece Galileo Galilei, per cercare di rendere visibile l’”assione invisibile”. Gli assioni sono ipotetiche particelle inizialmente introdotte per risolvere un problema nell’ambito microscopico della teoria delle interazioni forti. Se la loro esistenza fosse confermata si potrebbe risolvere uno dei più grandi misteri del nostro universo, ovvero si riuscirebbe a dare un volto alla materia oscura, e si chiarirebbe anche un mistero fondamentale che riguarda i quark del mondo subatomico.


Il lavoro di Leonard Susskind è stato, invece, fondamentale perché ha scoperto e decifrato le sfide che i buchi neri nell’universo pongono alla natura classica e quantistica della gravità, tessendo anche profonde connessioni tra il cosmo e le particelle elementari.

Ue travolta da “ciclone” Trump su Ucraina e dazi, Meloni a un bivio

Ue travolta da “ciclone” Trump su Ucraina e dazi, Meloni a un bivioRoma, 15 feb. (askanews) – L’Europa sarà “pronta” ad affrontare le sfide determinate da Donald Trump, aveva assicurato lo scorso 21 gennaio a Davos la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. E invece l’Ue è stata “travolta” dagli Stati Uniti: tagliata fuori sull’Ucraina, minacciata da dazi pesanti, sembra un pugile scosso. Compresa Giorgia Meloni, che aveva probabilmente sopravvalutato il rapporto “privilegiato” instaurato con il tycoon. Il risveglio è stato traumatico: Trump non guarda in faccia a nessuno. E tantomeno all’Europa e all’Italia. Adesso la premier dovrà decidere come schierarsi, in primo luogo sull’Ucraina. Per questo venerdì mattina ha riunito i vice Matteo Salvini e Antonio Tajani e il ministro della Difesa Guido Crosetto (collegato da Monaco) per stabilire una linea e ha poi sentito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.


Con la telefonata a Putin – di cui né von der Leyen, né il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, né alcun leader dei Paesi Ue era stato avvertito – l’Europa è stata messa fuori dai giochi. Trump ha sostanzialmente dato a Putin l’assicurazione che gli saranno riconosciuti i territori occupati e che Kiev non entrerà nella Nato, senza avere in cambio nient’altro che la promessa di cessate il fuoco. I negoziati saranno condotti da Usa e Russia direttamente, ma l’Ucraina sarà coinvolta “in un modo o in un altro”, secondo il Cremlino. Un “piano” che assomiglia molto a un riconoscimento di vittoria per Putin e in cui non è previsto che l’Europa tocchi palla. Un primo incontro a tre Usa-Russia-Ucraina si è tenuto venerdì 14 febbraio alla Conferenza di Monaco (e tanti hanno ricordato quella del 1938, in cui Francia e Regno Unito persero l’occasione di bloccare sul nascere l’espansionismo di Adolf Hitler). Proprio a Monaco Meloni, che inizialmente aveva confermato la sua presenza, ha deciso di non andare, così come alla conferenza di Parigi sull’Intelligenza artificiale, un tema da sempre a lei caro. Assenze – non incontra i giornalisti dal punto stampa del 27 gennaio ad Al-Ula – che sottolineano un momento di difficoltà interna (per i casi Al-Masri, lo spyware Paragon, l’affaire Caputi) ma anche in Europa. Meloni, unica leader europea all’Inauguration day, si era proposta come “ponte” tra Washington e Bruxelles, aveva assicurato di essere in grado di gestire e arginare Trump. Così non è stato e adesso è nell’imbarazzante situazione di dover decidere con nettezza da che parte stare. E la parte non può essere che l’Ue. Peraltro l’effetto Trump ha dato nuovo vigore a Matteo Salvini, che non perde occasione per metterla in difficoltà. Capitolo dazi. Il presidente Usa ha ribadito, ancora il 13 febbraio, che saranno “reciproci” imposti “Paese per Paese”, a partire da quelli con cui gli Stati Uniti hanno il maggiore deficit commerciale. “Se loro ci tassano, noi tassiamo loro, allo stesso modo”, ha attaccato, aggiungendo che gli alleati degli Usa sono “spesso peggio dei nostri nemici” sul fronte commerciale. Anche l’imposta sul valore aggiunto sarà considerata un dazio. L’Ue, ha assicurato a Monaco von der Leyen, risponderà “in maniera chiara e proporzionata” a misure “ingiustificate”. Ma la partita è più grande di quella – pur importante – di una guerra commerciale. L’obiettivo di Trump è disarticolare l’Ue, rendendola un attore al più di livello regionale nella grande competizione tra Usa e Cina. L’unità europea è oggi quantomai importante e allo stesso tempo fragile.


Di Alberto Ferrarese e Lorenzo Consoli

Ue, Starlink e Iris 2: perché al governo italiano non bastano gli attuali servizi satellitari Ue

Ue, Starlink e Iris 2: perché al governo italiano non bastano gli attuali servizi satellitari UeRoma, 15 feb. (askanews) – Ci sono due elementi nuovi riguardo alle polemiche del mese scorso sui colloqui tra il governo italiano e la società SpaceX di Elon Musk per un potenziale contratto per comunicazioni militari sicure basato sulla costellazione satellitare Starlink.


Il primo è una lettera, molto preoccupata e circostanziata, che il 10 febbraio scorso l’eurodeputato francese Christophe Grudler, del gruppo liberale Renew, co-presidente dell’intergruppo “Cielo e Spazio” del Parlamento europeo e relatore per nuovo programma satellitare “Iris 2” dell’Ue, ha inviato alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e al commissario per la Difesa e lo Spazio, Andrius Kubilius. Da notare che Iris 2 è da intendersi come Iris “al quadrato”, e non come un secondo Iris. Si tratta di un programma dell’Ue per una nuova generazione di satelliti per telecomunicazioni europei, che incorpora tecnologie all’avanguardia, tra cui tecnologie quantistiche. I lanci di questi satelliti sono previsti entro il 2030.


Le preoccupazioni espresse da Grudler riguardano in particolare: 1) il costo molto alto (definito “stravagante”) di un eventuale contratto dell’Italia con SpaceX, ipotizzato a circa 1,5 miliardi di euro in cinque anni, ovvero 300 milioni di euro all’anno; è la stessa cifra che oggi tutti i governi Ue insieme pagano per i servizi di comunicazione forniti dall’attuale sistema satellitare europeo GovSatCom, con in più il rischio che l’Italia sia distolta dai finanziamenti per Iris 2 e per lo stesso GovSatCom; 2) i posti di lavoro che sarebbero creati e sostenuti da un contratto Italia-SpaceX negli Usa e non in Italia o in Europa, dove l’industria satellitare occupa oggi 70.000 addetti; 3) un problema di sovranità, italiana ed europea, che è stato già denunciato da più parti durante le polemiche del mese scorso, “l’Italia, una delle più grandi forze militari d’Europa, affiderebbe le sue comunicazioni protette a una società privata straniera. Starlink non soddisfa gli standard di sicurezza militare europei, contrariamente alle capacità nazionali esistenti” sottolinea Grudler. Inoltre, ricorda, “è stato riferito che Elon Musk ha ordinato di disattivare la sua rete di comunicazioni satellitari Starlink vicino alla costa della Crimea per impedire un attacco di droni ucraini alle navi da guerra russe. Nessun esercito dell’Ue dovrebbe essere alla mercé delle decisioni di un miliardario”. L’europarlamentare francese nota poi che “l’argomento principale del governo italiano per raggiungere un accordo con SpaceX è stato che il sistema militare italiano non ha ‘alcuna alternativa pubblica’ a Starlink di Musk. Questo non è vero. In una recente riunione della commissione per l’Industria, l’Energia e la Ricerca del Parlamento europeo, il rappresentante della Commissione europea ha confermato che i servizi del sistema GovSatCom saranno operativi nel 2025”.


Questo sistema europeo mette in comune i satelliti europei sicuri esistenti di alcuni Stati membri (Italia, Francia, Germania, Spagna e Lussemburgo), rendendoli accessibili a tutti i paesi alle istituzioni dell’Ue. Secondo Grudler, GovSatCom, “in quanto infrastruttura europea di comunicazioni sicure, sarà pienamente in grado di soddisfare le esigenze immediate dell’Italia, garantendo al contempo sicurezza e autonomia strategica”. Il secondo elemento nuovo riguarda proprio quest’ultima affermazione dell’europarlamentare francese. Abbiamo chiesto a una fonte comunitaria se sia vero che l’attuale sistema europeo possa soddisfare pienamente le esigenze dell’Italia, e la risposta è stata che in realtà il governo Meloni non ha torto a cercare di negoziare la fornitura di una copertura satellitare da Starlink di Musk. Questo perché i satelliti del sistema europeo attuale GovSatCom sono in un’orbita a quota troppo elevata. Sono utilissimi per le comunicazioni e altre funzioni civili e militari, compresa la protezione civile e la sorveglianza marittima e delle frontiere. Ma a causa dell’altezza elevatissima dell’orbita hanno dei forti limiti, soprattutto negli usi per la sicurezza e per la sorveglianza dei flussi dei migranti irregolari nel Mediterraneo. Il nuovo progetto Iris 2 avrà orbite satellitari più basse, e dovrebbe quindi rispondere alle esigenze dell’Italia, ma i suoi satelliti, come abbiamo visto, saranno operativi solo nel 2030.


Alla luce di queste precisazioni si capisce meglio anche la spiegazione tecnica che, a questo proposito, aveva dato il ministro della Difesa Guido Crosetto durante il “Question time” alla Camera l’8 gennaio scorso: “Le nostre forze armate sono chiamate spesso a operare a tutela degli interessi nazionali, oggi più che mai, anche a grande distanza dall’Italia e non sempre in presenza di adeguati servizi e infrastrutture. Nell’anno appena concluso, a titolo di esempio – aveva ricordato il ministro -, siamo stati presenti nel quadrante Indo-Pacifico, in Africa, Medio Oriente, Nord Europa, Est Europa, ponendo in essere attività che richiedono comunicazione affidabile, sicura e continua, nonché connettività e servizi di posizionamento e navigazione”. “In ambito nazionale a livello militare, questi servizi vengono erogati grazie a sistemi in orbita geostazionaria Sicral, che sono affidabili ma – aveva puntualizzato Crosetto – offrono una copertura geografica e banda limitata. Ne consegue che la difesa è interessata, anzi obbligata forse, a integrare tale capacità con quelle fornite da satelliti in orbita bassa, che offrono maggiore continuità, copertura e miglior tempo di latenza”. “A livello europeo, rammento che il programma più noto di connettività sicura, appena avviato e noto come Iris 2, prevederà a regime circa 290 satelliti”, aveva concluso il ministro. Tra l’altro, uno dei centri di controllo della nuova costellazione satellitare è stata assegnata proprio all’Italia, nel marzo 2024, nel centro spaziale di Fucino, in Abruzzo. Altri due centri saranno in Francia e Lussemburgo. Di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Sanremo, bene la prima del Festival della Canzone Cristiana

Sanremo, bene la prima del Festival della Canzone CristianaRoma, 15 feb. (askanews) – Bene la prima della quarta edizione del Festival della Canzone Cristiana Sanremo 2025 www.sanremofestivaldellacanzonecristiana.it, che ha visto l’esibizione dei 17 artisti in gara nello storico Teatro della Federazione Operaia Sanremese.


Il primo appuntamento della due giorni canora cristiana è iniziato è stato condotto dal Direttore artistico ed ideatore del Sanremo Cristian Music, il cantautore Fabrizio Venturi e dalla speaker radiofonica Carmen Attardi, con il supporto di Brunella Postiglione, avvocato e coordinatrice della kermesse canora. Il Maestro Michele Schembri, nel ruolo di Presidente di Giuria, ha ascoltato le esibizioni degli artisti apprezzandone la qualità. Il Festival della Canzone Cristiana si svolge in concomitanza con il Festival della Canzone Italiana, le cui finali sono trasmesse in diretta sul profilo Facebook de “La Luce di Maria” , sul canale YouTube de “La luce di Maria”, sul profilo Facebook del Festival della Canzone Cristiana, sul canale Youtube Festival della Canzone Cristiana e sul sito ufficiale del Festival della Canzone Cristiana nonché su Rete Tv Italia, il cui Editore è Carmine Donato Pelusi, visibile in tutto il Mondo su TIMVISION – AMAZON TV e APP e sul circuito televisivo Local TV e e in diretta radiofonica su Radio Mater e Radio Amore. Oggi sarà decretato il vincitore della quarta edizione del Sanremo Cristian Music Festival dedicata a Papa Francesco e al Giubileo, patrocinata dal Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Regione Liguria e della Provincia di Imperia.