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Confagricoltura Donna: affrontare insieme cambiamenti climatici

Confagricoltura Donna: affrontare insieme cambiamenti climaticiRoma, 14 giu. (askanews) – Un documento unitario da presentare alle istituzioni per affrontare insieme il problema dei cambiamenti climatici, perché siccità e alluvioni sono facce della stessa medaglia. Lo ha annunciato Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, all’evento “Le donne unite per l’acqua”, che si è tenuto a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura, a Roma.

“Vogliamo sancire la volontà delle associazioni femminili di quattro settori agricoli cardine: vino, olio, ortofrutta e riso di unirsi per fare quadrato e affrontare il problema dei cambiamenti climatici. Ci siamo riunite proprio per proporre, seguendo esigenze dei territori e produttive, un documento unitario che presenteremo alle Istituzioni”. Le imprese femminili attive in agricoltura sono 256.815. Dieci anni fa erano meno della metà, rappresentavano il 14% del totale. Il 31,5 % dei capi d’azienda agricola è donna, la percentuale più alta (40%) di imprenditrici agricole è in Molise, nel 2000 rappresentavano il 25,8% del totale. Nell’agricoltura italiana, secondo gli ultimi dati Censis, le donne a capo di aziende agricole coltivano il 21% della SAU (Superficie agricola utilizzata), ma producono il 28% del PIL agricolo.

Manutenzione dei bacini e risposte programmatiche in grado di introdurre misure stabili di resilienza e adattamento, monitorando il territorio per calcolare le diverse esigenze, coinvolgendo le associazioni imprenditoriali, a partire da quelle del comparto agricolo. Queste, in sintesi, le richieste alle Istituzioni delle imprenditrici, che evidenziano come la carenza nella gestione delle acque coinvolga anche le aziende femminili, che proprio oggi hanno dimostrato di riuscire a fare fronte comune su questi temi. “Proprio in quest’ottica – ha concluso la presidente di Confagricoltura Donna – chiediamo alle Istituzioni di ascoltare le loro proposte anche nei luoghi in cui si programmeranno le soluzioni. A provvedimenti e misure di emergenza e piani di intervento a lungo termine occorre puntare a incentivare l’innovazione, affiancando anche soluzioni che la natura stessa può darci, come intercettare le acque provenienti dagli eventi atmosferici”.

Export vino, Del Bravo (Ismea): congiuntura penalizza la Francia

Export vino, Del Bravo (Ismea): congiuntura penalizza la FranciaRoma, 14 giu. (askanews) – “Il mercato mondiale del vino sta mandando segnali di cambiamento che sembrano favorire al momento i vini di fascia più bassa”: una dinamica, con importanti conseguenze sull’export di vino italiano del primo trimestre, che a livello europeo penalizza la Francia e favorisce la Spagna, nostri diretti competitor. E’ l’analisi fatta da Fabio Del Bravo, responsabile della Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di Ismea, nel report sulle vendite di vino italiano all’estero fatto dall’Osservatorio Uiv-Ismea-Vinitaly, che ha elaborato gli ultimi dati Istat sul commercio estero.

Guardando alle dinamiche dell’export dei nostri principali competitor, infatti, la Francia appare particolarmente penalizzata dall’attuale orientamento del mercato, e registra una riduzione dei flussi in quantità del 7,5% (+3,4% gli incassi). I vini spagnoli, al contrario, sono favoriti da un prezzo più competitivo e spuntano delle progressioni sia in volume (+3,8%) che in valore (+11,4%). “Per quanto riguarda il nostro export – ricorda Del Bravo – siamo lontani dai tassi di crescita a cui settore ci aveva abituati negli ultimi anni. A complicare il quadro anche l’evidente rallentamento delle vendite alla distribuzione sul mercato interno e i quasi 53 milioni di ettolitri di vino stoccati negli stabilimenti che, sebbene in riduzione sui valori record dei mesi scorsi, fanno registrare una crescita di oltre il 4% sullo scorso anno”.

Sul fronte dei mercati, cresce in volume la piazza Ue (+7,3%) e si contrae quella extra-Ue (-7,7%); tra i top buyer gli Usa rimangono in terreno positivo (+0,4% volume, +10,8% valore) cresce, grazie agli sfusi, la Germania (+6,2% in volume e +5,6 in valore) mentre il Regno Unito cede il 13,5% (-7% il valore). In contrazione, nei volumi, mercati di sbocco ed emergenti come Canada (-24%), Svizzera (-8,4%), Giappone (-22,9%) e si conferma in caduta libera il mercato cinese (-43,7%). Volano gli ordini dalla Russia: +33,0%. Tra le regioni, rallentano i valori export per le top 3, con il Veneto a +3%, il Piemonte a +0,2% e la Toscana a +0,6%. Sopra la media gli incrementi di importanti regioni produttrici, come il Trentino-Alto Adige, l’Emilia-Romagna, la Lombardia.

Musica, nuovo singolo di Baby K “M’AMA NON M’AMA”

Musica, nuovo singolo di Baby K “M’AMA NON M’AMA”Roma, 14 giu. (askanews) – BABY K annuncia l’uscita del suo nuovo e atteso singolo, “M’AMA NON M’AMA” (Columbia Records/Sony Music Italy), in arrivo venerdì 16 giugno e già disponibile in pre-save e pre-add al link https://columbia.lnk.to/mamanonmama.

Una continua evoluzione, quella che la regina della bella stagione porta con sé con il suo nuovo singolo: un nuovo look passionale anticipa il mood esplosivo di “M’ama non m’ama”, brano – prodotto da Davide Simonetta e scelto per la nuova campagna Fonzies – pronto a farci ballare e a prendere la vita con leggerezza. “Sono finalmente tornata nel quartiere, – commenta Baby K – tornando alle mie radici fra un sound che mescola l’hip hop classico al calore della dancehall. M’ama non M’ama è un racconto divertente che ci ricorda che non si trova l’amore né marito nel club: ‘mamma diceva che no, non si fa m’ama non m’ama dentro una dancehall’”.

Claudia Nahum è in arte Baby K. Nata a Singapore e cresciuta a Londra, Baby K è l’artista italiana dei record. Collabora con diversi artisti tra i più importanti del panorama musicale come Tiziano Ferro e Major Lazer. Baby K è l’unica artista italiana ad aver ottenuto nell’era digitale un disco di diamante da FIMI, grazie al singolo “Roma-Bangkok”. Nel 2020 riconferma il record di artista più vista su Vevo dal 2009 ad oggi, con 3 dei suoi videoclip in classifica tra i primi 10. Nel 2021 è la prima artista italiana a totalizzare un miliardo di views sul suo canale YouTube.

Assitol: clima, guerra Ucraina e rincari minacciano il 2023

Assitol: clima, guerra Ucraina e rincari minacciano il 2023Roma, 14 giu. (askanews) – Dopo un 2022 difficile, anche il 2023 non sembra in discesa, a causa del conflitto russo-ucraino, dei rincari e del cambiamento climatico. E nonostante le aziende abbiano dimostrato una grande capacità di resilienza nell’affrontare le sfide del mercato interno e dell’export, ora è necessario accelerare su digitale e ricerca per sostenerle. E’ l’analisi fatta da Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia, aderente a Federalimentare e Confindustria, nel corso dell’Assemblea annuale, durante la quale è stata annunciata anche la nascita di Ailma, associazione italiana lavorazione mais alimentare, che rappresenta le aziende specializzate nella produzione di farine proteiche vegetali.

Dopo un 2022 di siccità, il primo semestre del 2023 è invece caratterizzato dalle piogge alluvionali, che potrebbero riproporre il problema della mancanza di materie prime. “Abbiamo vissuto una stagione complicata, che non si è ancora conclusa – ha spiegato Riccardo Cassetta, presidente di Assitol – l’associazione intende continuare a sostenere le imprese in tutti i modi possibili, ma è indispensabile un cambio di passo. Diversamente, non saremo più in grado di fronteggiare gli effetti dell’instabilità geopolitica e le conseguenze periodiche del meteo estremo”.

A incidere sull’andamento delle aziende sono intervenuti fattori diversi, che hanno colpito tutte le componenti dell’associazione: dall’olio d’oliva agli oli da semi, dai semilavorati per pane, pizzeria e pasticceria, fino al lievito per panificazione e alle agroenergie. Il primo è la guerra in Ucraina, che ha scatenato rincari pesanti sulle materie prime, di cui sia la Russia sia la stessa Ucraina sono importanti fornitori. A questo primo contraccolpo si è unita una siccità inarrestabile, seguita in autunno da fenomeni di meteo estremo, che ha messo in profonda difficoltà non soltanto l’agricoltura nazionale ma quella dell’intero Mediterraneo. L’olio d’oliva, secondo i dati Ismea, ha perso quasi il 30% della produzione in Italia. La Spagna, primo produttore al mondo, ha visto dimezzare le sue quantità. Le imprese del settore hanno dovuto affrontare la mancanza di olio in parallelo all’aumento dell’energia e a quello del packaging.

Non è andata meglio con i cereali e le oleaginose, basilari per comparti diversi come gli oli da semi la panificazione e la pasticceria, le bioenergie. Oltre al girasole, ingrediente irrinunciabile dell’industria alimentare, rincari energetici e siccità hanno provocato il calo del 15% della produzione di grano, mentre quella di soia, che ci vede al primo posto in Europa, è riuscita a coprire a malapena il 35% del fabbisogno nazionale. Male anche il mais, che ha visto i suoi quantitativi ai minimi storici.

Torino è primo scalo italiano a disporre di un’ambulanza elettrica

Torino è primo scalo italiano a disporre di un’ambulanza elettricaRoma, 14 giu. (askanews) – È entrata in servizio a Torino Airport la prima ambulanza elettrica per le operazioni di soccorso aeroportuali. Lo scalo di Torino è il primo in Italia e tra i primi in Europa a dotarsi di un veicolo a zero emissioni di CO2 impiegato per prestare assistenza sanitaria a passeggeri e utenti dell’aeroporto.

L’ambulanza elettrica rientra nel processo di sostituzione dei mezzi aeroportuali con veicoli ibridi o full electric e rappresenta un avanzamento del percorso di sostenibilità ambientale Torino Green Airport, con l’obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni sotto il proprio controllo con largo anticipo rispetto alla scadenza del 2050. Il mezzo elettrico è alimentato da due batterie al litio da 100 A/h con un’autonomia che arriva fino a 6 ore, in grado di ricaricarsi completamente in circa 4 ore grazie a due caricabatterie da 25 Ampère l’uno. Le batterie al litio hanno una durata doppia rispetto a quelle tradizionalmente utilizzate e, una volta giunte a fine vita, possono essere revisionate e riutilizzate in ottica di circular economy.

L’ambulanza dispone inoltre di pannelli solari di ultima generazione installati sul tetto, in grado di erogare fino a 20 A/h in condizioni meteo ideali, e capaci di far fronte al consumo energetico dei presìdi sanitari presenti a bordo. I dispositivi installati sull’ambulanza elettrica sono gli stessi che si trovano su un mezzo di soccorso tradizionale (barella, sedia portantina, impianto di ossigeno e aspiratore), a cui si aggiunge un ozonificatore per la sanificazione degli ambienti progettato ad hoc per il mezzo aeroportuale. Per l’allestimento interno dell’ambulanza elettrica è stato utilizzato il PVCE, un materiale plastico facilmente smaltibile in fase di riciclo, che, a differenza delle resine normalmente utilizzate non si spezza in caso di urto, ma si deforma, non rilasciando polveri dannose per la salute. Tutta la componentistica degli allestimenti, come maniglie e cerniere dei gavoni, è in metallo.

La livrea esterna è stata realizzata con fasce catarinfrangenti ad elevato potere illuminante; per contribuire ad aumentare la luminosità e la sicurezza del mezzo in caso di impiego notturno è stato installato un impianto sottoscocca progettato ad hoc, in grado di creare un’isola di luce ad elevata visibilità. Con l’entrata in servizio dell’ambulanza elettrica si amplia così il parco mezzi aeroportuali a zero emissioni di CO2 operativi sottobordo. L’aeroporto di Torino dispone già di veicoli full electric che effettuano le operazioni di assistenza agli aeromobili, rendendo possibile un processo di turnaround 100% green. Effettuare un turnaround con mezzi elettrici porta con sé numerosi vantaggi, anzitutto sul fronte ambientale, poiché si azzerano le emissioni inquinanti di circa 1 quintale di CO2 derivanti dall’utilizzo di veicoli tradizionali alimentati a carburante diesel per l’intero processo.

Alluvione, Bonaccini: si sta perdendo tempo, serve commissario

Alluvione, Bonaccini: si sta perdendo tempo, serve commissarioBologna, 14 giu. (askanews) – “Spero si vada velocemente verso la nomina di un commissario straordinario e una struttura commissariale” per la gestione dell’emergenza e della ricostruzione dopo i danni dell’alluvione in Romagna. Perché “noi stiamo perdendo settimane quando invece e avremmo bisogno di avere interlocuzione veloce, rapida nel rapporto che abbiamo aperto col governo che vuole essere da parte mie e da parte nostra il più collaborativo possibile nell’interesse delle popolazioni colpite”. Lo ha detto il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, a margine del convegno di Legacoop a Bagnacavallo, nel ravennate.

“Stiamo lavorando con i singoli ministeri ma adesso serve una forma di unitarietà perché la struttura commissariale per la ripartenza serve a questo” ha aggiunto Bonaccini ricordando che c’è da gestire “un’emergenza” ma anche “una ricostruzione immediata, non solo quella futura”.

Export vino I trimestre, volumi piatti. Rossi ancora in discesa

Export vino I trimestre, volumi piatti. Rossi ancora in discesaRoma, 14 giu. (askanews) – Export di vino stabile nel primo trimestre dell’anno, con volumi piatti (+0,1%) e una performance tendenziale in valore a +3,8% (1,8 miliardi di euro). Ancora in calo i vini rossi, contrazione per Dop e Igp, e a tenere a galla il mercato sul fronte dei volumi commercializzati è la fascia dei vini low cost: la vendita del vino sfuso mette a segno un +13,4% e quella dei vini comuni +12,8%. Il quadro sulle vendite di vino italiano all’estero è fatto dall’Osservatorio Uiv-Ismea-Vinitaly, che ha elaborato gli ultimi dati Istat sul commercio estero.

Nonostante l’exploit di vendite, il vino sfuso registra però una forte contrazione dei listini (-9,2%). In sofferenza, sempre nei volumi, i prodotti bandiera del made in Italy, a partire dai vini fermi Dop imbottigliati, che si scendono del -5,3% (+2,5% il valore) con i rossi a -6,6%. Giù anche gli Igp (-2,5%), dove la crescita dei bianchi (+8,3%) non è bastata calmierare la perdita dei rossi (-7,5%) e dove il segno rosso si evidenzia anche nei valori. Tra le tipologie, si conferma l’avvio difficile per gli spumanti (-3,2% volume e +7,3% valore), complice la contrazione dei volumi esportati di Prosecco (-5,5%), mentre prosegue la buona stagione dell’Asti Spumante (+9,1%) e degli sparkling comuni (+4,4%). “In questo primo trimestre – spiega il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti – la coperta troppo corta è sempre più evidente: la crescita in valore è infatti insufficiente per far fronte al surplus di costi dettato da materie prime ed energetici, che influisce per circa il 12% su un prezzo medio aumentato di appena il 3,7%”.

Restano sul campo “le notevoli difficoltà dei rossi, in particolare quelli Dop e Igp – analizza Castelletti – a cui si aggiunge la battuta d’arresto dello spumante. Più in generale, l’attuale congiuntura impone alla domanda scelte low cost, e per questo in termini volumici fanno meglio prodotti base che hanno ritoccato poco i listini. Ma a che prezzo?”.

Scozia, livello acque del lago di Loch Ness ai minimi storici

Scozia, livello acque del lago di Loch Ness ai minimi storiciRoma, 14 giu. (askanews) – La siccità ha portato ai minimi storici il livello delle acque del lago scozzese di Loch Ness, un effetto pesante della situazione climatica e meteorologica che tuttavia potrebbe contribuire a dare nuovi elementi sulla leggenda del “mostro” che si dice viva acquattato nelle profondità dello specchio d’acqua.

“Già due volte quest’anno, Loch Ness ha raggiunto il livello più basso mai registrato per questo periodo”, ha avvertito il direttore del Ness District Salmon Fishing Council, in un articolo del Guardian pubblicato a fine settimana. . Dall’inizio delle misurazioni, nel 1990, il livello del lago non era mai stato così basso come in questi giorni. I Il Regno Unito sta vivendo una siccità prolungata di diverse settimane. La Scottish Environmental Protection Agency ha emesso un avviso per la scarsità d’acqua in diverse aree. Il livello eccezionalmente basso del lago di Loch Ness – almeno questa è la speranza di molti – permetterà forse di trovare Nessie, il famoso mostro della leggenda.

Vino, il 15 giugno Chiara Civello chiude rassegna “Calici di Jazz”

Vino, il 15 giugno Chiara Civello chiude rassegna “Calici di Jazz”Milano, 14 giu. (askanews) – La celebre compositrice, cantante e polistrumentista Chiara Civello chiuderà la rassegna “Calici di Jazz” con un concerto che si terrà il 15 giugno alle 21 a Villa Della Torre a Fumane di Verona.

Lo spettacolo, nuovo live del tour estivo 2023 dell’artista romana, è inserito nella rassegna promossa dal Teatro Ristori in collaborazione con l’Associazione Famiglie Storiche, che da fine maggio ha proposto concerti con le stelle del jazz italiano ed internazionale nei territori del vino della Valpolicella. L’evento sarà preceduto alle 20 da una degustazione a cura dell’associazione Famiglie Storiche, con i vini delle aziende Allegrini, Begali, Brigaldara e Venturini, accompagnati da un menù dedicato.

Villa Della Torre, nel cuore della Valpolicella classica, è uno dei gioielli più rari e preziosi del Rinascimento, opera di Giulio Romano e Michele Sanmicheli che ne disegnarono le forme tra la fine del 1440 ed il 1562, secondo il modello della domus romana. “La cultura e l’arte, nelle loro varie espressioni, sono parte integrante della storia e della vita di Villa Della Torre fin dal periodo in cui venne progettata” ha spiegato Marilisa Allegrini, socio amministratore del Gruppo Allegrini, sottolineando “è un piacere, perciò, che in questo luogo così suggestivo ed affascinante, la musica prenda lo spazio che merita e che contribuisca a valorizzare l’ambiente della Valpolicella e dei suoi vini”.

Istat: quasi 1 su 4 a rischio povertà-esclusione sociale nel 2022

Istat: quasi 1 su 4 a rischio povertà-esclusione sociale nel 2022Roma, 14 giu. (askanews) – Nel 2022 poco meno di un quarto della popolazione (24,4%) è a rischio di povertà o esclusione sociale, quasi come nel 2021 (25,2%). E’ quanto emerge dal report Istat “Condizioni di vita e reddito delle famiglie, anni 2021-2022”.

La popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, nel 2022, interessa circa 14 milioni 304mila persone. Questo andamento “sintetizza la sensibile riduzione della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale, grazie alla ripresa economica, con una quota di popolazione a rischio di povertà uguale all’anno precedente”. Nel 2022, il 20,1% delle persone residenti in Italia risulta a rischio di povertà, circa 11 milioni e 800mila individui. A livello nazionale la quota di popolazione a rischio di povertà rimane uguale all’anno precedente (20,1%).

Il 4,5% della popolazione, circa 2 milioni e 613mila individui, si trova in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, ossia presenta almeno sette segnali di deprivazione dei tredici individuati dal nuovo indicatore (Europa 2030). Rispetto al 2021 (la quota era del 5,9%) “vi è una decisa riduzione delle condizioni di grave disagio, grazie alla ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica e l’incremento dell’occupazione e dei redditi familiari”. Nel 2022 la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale interessa tutte le ripartizioni ad eccezione del Mezzogiorno, che rimane l’area del paese con la percentuale più alta di individui a rischio (40,6%, come nel 2021). In questa ripartizione l’indicatore composito rivela un aumento della quota di individui a rischio di povertà (33,7% rispetto al 33,1% del 2021) e il segnale positivo della riduzione della quota di individui che vivono in famiglie a bassa intensità di lavoro (17,1% rispetto al 19,5% del 2021). A livello regionale si osserva un deciso miglioramento per la Campania e la Sicilia, con la riduzione del rischio di povertà o esclusione sociale, trainato da una sensibile riduzione di tutti e tre gli indicatori (rischio di povertà, grave deprivazione e bassa intensità di lavoro). Tuttavia, il rischio di povertà o esclusione sociale aumenta in Puglia, Sardegna e Calabria; in queste ultime due regioni peggiorano i tre indicatori e soprattutto aumentano la bassa intensità di lavoro e la grave deprivazione.

Nel 2021 il reddito medio delle famiglie (33.798 euro) è tornato a crescere sia in termini nominali (+3%) sia in termini reali (+1%). Nel 2021 il reddito totale delle famiglie più abbienti è 5,6 volte quello delle famiglie più povere (rapporto sostanzialmente stabile rispetto al 2020). Tale valore sarebbe stato più alto (6,4) in assenza di interventi di sostegno alle famiglie.

Mlp