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Lombardia, Trenitalia: sciopero personale mobile direzioni business Av e Ic

Lombardia, Trenitalia: sciopero personale mobile direzioni business Av e IcMilano, 18 feb. (askanews) – Le segreterie regionali Lombardia dei sindacati Filt-Fit-Uilt-Ugl-Fast-Orsa hanno proclamato uno sciopero del personale mobile delle direzioni business AV e IC, di Trenitalia dalle 9 alle 17 di lunedì 20 febbraio 2023. E’ quanto comunica in una nota Trenitalia.
Lo sciopero, avverte la nota, può comportare modifiche al servizio, anche prima dell’inizio e dopo la sua conclusione. Maggiori informazioni sui servizi garantiti in caso di sciopero sono disponibili sui canali digitali di Trenitalia.

Mondiali sci, Shiffrin beffa: battuta dalla canadese St-Germain

Mondiali sci, Shiffrin beffa: battuta dalla canadese St-GermainRoma, 18 feb. (askanews) – Incredibile nello slalom femminile dei Mondiali di Meribel. Mikaela Shiffrin battuta a sorpresa dalla canadese Laurence St-Germain, mai sul podio in Coppa del mondo e scesa con il pettorale n°18, che chiude in 1.43.15 e rifila 57 centesimi al fenomeno americano. In testa al termine della prima manche la Shiffrin ha visto sfumare il quinto oro in slalom e l’ottavo della carriera ai Mondiali, dove però centra la medaglia n°14, la seconda a Meribel. Podio completato dalla tedesca Lena Duerr. Lara Della Mea è 8^ a +1.19 e capace di rimontare ben 18 posizioni nella seconda manche. Più staccate Marta Rossetti, Beatrice Sola e Anita Gulli. Domani si chiude con lo slalom maschile

Autonomia, Fugatti: Regioni e Province speciali sono un modello

Autonomia, Fugatti: Regioni e Province speciali sono un modelloTrento, 18 feb. (askanews) – “Le Province Autonome e le regioni Speciali rimangono un modello” di amministrazione anche nella prospettiva della riforma delle autonomie. Lo ha detto Maurizio Fugatti, presidente della provincia di Trento al confronto sul tema dell’autonomia a Borghetto.
L’autonomia differenziata riguarda ‘poco’ le autonomie speciali, però le Speciali e le Province Autonome stanno mettendo a punto una loro Carta dell’Autonomia “per dare delle direttive di autogoverno”, ha precisato Fugatti. “Credo siano anche maturi i tempi per costituire un Centro Studi sull’Autonomia, portando a compimento un percorso avviato in precedenza per concretizzare un progetto che esca dalla sola dimensione puramente accademica per diventare uno strumento di divulgazione”.
Al convegno hanno partecipato, tra gli altri, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e il presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga. “Ci troviamo a discutere di autonomia in un luogo di confine, già confine del regno austroungarico, e che ha attraversato momenti particolare della nostra storia – le sue parole -. Qui cinquant’anni fa si iniziò a parlare di ASAR, di autonomia e di autogoverno, di autonomia integrale da Borghetto al Brennero. Sempre qui con i colleghi Kompatscher e l’allora capitano del Tirolo Guenther Platter ci ritrovammo qualche anno fa per la celebrazione dei confini dell’Euregio. Noi vogliamo parlare di autonomia con le orecchie attente a quanto accade a Roma sul piano delle riforme, ma con lo sguardo in un’orizzonte euroregionale, caratteristica che contraddistingue le speciali autonomie di TRENTO e Bolzano e che le rende un modello anche per gli altri territori”.

Calderoli rilancia le macroregioni: favorevoli da sempre

Calderoli rilancia le macroregioni: favorevoli da sempreTrento, 18 feb. (askanews) – Macroregioni? “Noi siamo sempre stati favorevoli”. Lo ha dichiarato il ministro leghista per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, nel corso di una conferenza stampa sul tema dell’autonomia a Borghetto di Avio in Provincia di Trento.
“Il migliore esempio dell’utilizzo del penultimo comma dell’art. 117 della Costituzione – ha sottolineato il ministro- viene proprio dalla Conferenza delle Regioni che per la prima volta ha deciso di proporre leggi Regionali che danno una veste istituzionale alla Conferenza”.
“Credo – ha concluso. che sia un esempio questa iniziativa e che quest’ultima, sulla base di quelli che possono essere gli accordi tra Regioni attraverso la realizzazione di organi comuni, possa essere un’ottima strada per territori che orbitino nella stessa zona del Paese”.

Sardegna, nasce primo ospedale di comunità. Solinas: passo importante

Sardegna, nasce primo ospedale di comunità. Solinas: passo importanteRoma, 18 feb. (askanews) – Stiamo realizzando un nuovo modello di sanità, moderno e sostenibile, in grado di mettere al centro i cittadini con i loro bisogni di cure e assistenza. Oggi segniamo un traguardo importante nel percorso che abbiamo fissato nell’ambito dell’attuazione del DM 77 e della realizzazione degli interventi previsti nella Missione 6 del Pnrr sul nostro territorio. Il primo ospedale di comunità della Sardegna è oggi una realtà al servizio dei cittadini”. Lo dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas, in occasione dell’inaugurazione dell’ospedale di comunità nella struttura sanitaria dell’ospedale Delogu a Ghilarza: il primo ospedale di comunità, a entrare in funzione, dei tredici complessivamente previsti su tutto il territorio regionale per un investimento di oltre 40milioni di euro.
Già avviati i primi ricoveri. Presenti al taglio del nastro l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, i vertici della Asl di Oristano e i rappresentanti delle istituzioni locali. L’ospedale di comunità è ospitato al secondo piano dell’ospedale Delogu, in locali adeguatamente riorganizzati ed attrezzati con un modulo di 20 posti letto, dove, in regime multiprofessionale, operano medici ospedalieri, infermieri, Oss, fisioterapisti e specialisti ambulatoriali. Ogni paziente è affidato a un ‘case manager’, un operatore infermieristico di riferimento che si fa carico di tutte le esigenze del paziente e che, all’occorrenza, istruisce i familiari e i caregiver per prepararli alla gestione domiciliare del paziente.
“L’ospedale di comunità – spiega l’assessore Doria – è una struttura intermedia tra l’ospedale per acuti e il rientro a casa o verso strutture residenziali. Qui vengono accolti i pazienti che presentano una serie di condizioni sanitarie che renderebbero inappropriato il ricovero nei reparti a più alta intensità di cure, ma che necessitano comunque di assistenza ospedaliera”.
“Parliamo in particolare di pazienti cronici o fragili – precisa l’assessore in riferimento all’assistenza all’interno dell’ospedale di comunità – clinicamente stabili provenienti dal domicilio, per i quali il ricovero è indicato a causa del peggioramento di una patologia pregressa, oppure di pazienti ricoverati in strutture ospedaliere per acuti, da cui, ad esempio, potrebbero essere dimessi ma che presentano comunque condizioni tali da richiedere un’assistenza infermieristica continuativa per la somministrazione di farmaci e la gestione di presidi e dispositivi. L’accesso al ricovero, previsto per brevi periodi, può essere richiesto dal medico di famiglia, dallo specialista ambulatoriale, dai reparti ospedalieri per acuti o dal pronto soccorso”.
“Nel caso della struttura ospedaliera del Delogu – precisa l’assessore – la presenza della Radiologia, del Laboratorio analisi, della Chirurgia, del 118 e della Continuità assistenziale costituiscono elementi di completamento importanti per l’assistenza”.
“La realizzazione dell’ospedale di comunità di Ghilarza rappresenta un passo importante verso il nuovo assetto dell’assistenza territoriale, di cui fanno parte anche le case della comunità e le centrali operative territoriali. La pandemia ha evidenziato la fragilità della medicina del territorio nel nostro sistema sanitario. Ospedale e territorio non sono compartimenti stagni, ma un sistema di vasi comunicanti: avere strutture intermedie in grado di dare risposte appropriate significa ridurre la pressione sugli ospedali che potranno così recuperare la propria vocazione all’assistenza ad alta intensità di cure, garantendo una maggiore efficienza dell’intero sistema sanitario”.

Giappone protesta con Nordcorea per lancio missile balistico

Giappone protesta con Nordcorea per lancio missile balisticoRoma, 18 feb. (askanews) – Il governo giapponese ha espresso la sua protesta nei confronti della Corea del Nord, dopo il lancio da parte di Pyongyang di un missile balistico che ha volato per oltre un’ora, arrivando a un’altezza massima di 5.700 km per una gittata di 900 km. Il proiettile è ammarato a 200 km a ovest dell’isola di Watarishima, nel nord del Giappone, all’interno dlela Zona economica esclusiva nipponica.
Il primo ministro Fumio Kishida è intervenuto sulla televisione pubblica NHK per confermare che il missile è caduto nella ZEE giapponese, dopo aver valutato la situazione con il suo team di sicurezza.
Secondo il ministero della Difesa giapponese, il proiettile lanciato dalla Corea del Nord era un missile intercontinentale balistico, che ha seguito una traiettoria molto alta.
E’ il secondo lancio effettuato dalla Corea del Nord nel 2023. Il primo gennaio aveva lanciato un missile a corto raggio. Lo scorso anno, invece, c’è stato un numero record di lanci, oltre 35.
Ieri Pyongyang ha minacciato una reazione “senza precedenti” se Corea del Sud e Usa proseguiranno nelle programmate manovre militari congiunte.

Giappone apre frontiere a professionisti ad alta qualifica

Giappone apre frontiere a professionisti ad alta qualificaRoma, 18 feb. (askanews) – Il governo giapponese ha deciso di modificare le normative sull’immigrazione puntando ad attirare talenti di livello mondiale, riducendo drasticamente i tempi d’attesa per i professionisti ad alta qualifica per ottenere la residenza permanente. Lo riferiscono i media nipponici
Tokyo attualmente concede visti a professionisti altamente qualificati con un sistema a punti, che tiene conto di fattori come la storia accademica, l’esperienza lavorativa e i risultati della ricerca. Solitamente, coloro che raggiungono un certo punteggio possono ottenere la residenza permanente dopo un massimo di tre anni invece dei tipici 10.
La modifica che il governo intende applicare da aprile riduce il periodo a un anno per ricercatori e ingegneri che guadagnano almeno 20 milioni di yen (circa 149mila euro) all’anno e hanno una laurea o almeno 10 anni di esperienza lavorativa.
La riduzione dei tempi si applica anche ai dirigenti aziendali che guadagnano almeno 40 milioni di yen (circa 300mila euro) e hanno almeno cinque anni di esperienza.
Questi profili, inoltre, potranno portare in Giappone due colf straniere al posto . I loro coniugi potranno lavorare a tempo pieno in una più ampia varietà di campi.
Le persone identificate come professionisti altamente qualificati nel semestre gennaio-giugno 2022 sono state 3.275.
L’emendamento alla legge consentirà inoltre ai laureati d’élite di tutto il mondo di rimanere in Giappone per due anni per cercare lavoro. Attualmente hanno 90 giorni.
Lo schema si applicherà a coloro che, negli ultimi cinque anni, si sono laureati in un’università in almeno due delle tre classifiche top-100 create da entità britanniche e cinesi. Potranno portare anche le loro famiglie.
La mossa del Giappone arriva in un momento di alta competizione tra i paesi di tutto il mondo per talenti qualificati in grado di stimolare l’innovazione. Il Regno Unito ha lanciato nel 2022 il visto “High Potential Individual” di due anni e che viene assegnato ai laureati delle migliori università. Il Tech.Pass di Singapore, lanciato nel 2021, consente ai lavoratori della tecnologia che guadagnano almeno 20.000 dollari di Singapore (13mila euro) al mese di lavorare o avviare un’attività nel paese.
Il Giappone è arrivato al 25mo posto su 35 paesi in termini di attrattiva per i lavoratori altamente istruiti in una classifica del 2019 dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. È stato valutato particolarmente basso in “qualità delle opportunità” e “ambiente familiare”.

Superbonus, Cgia: spesi 71,7 mld per riqualificare solo 3,1% edifici

Superbonus, Cgia: spesi 71,7 mld per riqualificare solo 3,1% edificiRoma, 18 feb. (askanews) – Cala il sipario sulle cessioni dei crediti, sugli sconti in fattura e il bilancio sul Superbonus è in chiaro-scuro. A fronte di 372.303 asseverazioni depositate entro il 31 gennaio scorso, lo Stato, con il cosiddetto 110 per cento, dovrà farsi carico di una spesa di 71,7 miliardi di euro. Ricordando che in Italia sono presenti quasi 12,2 milioni di edifici residenziali, l’Ufficio studi della Cgia ha ipotizzato che, fino ad ora, questa misura abbia interessato solo il 3,1 per cento del totale degli immobili ad uso abitativo. In altre parole, avendo dato la possibilità ai proprietari di riqualificare queste unità abitative con la detrazione fiscale del 110 per cento, lo Stato si è addossato un costo pari a 72,7 miliardi di euro per migliorare l’efficienza energetica di una quota ridottissima di edifici presenti nel Paese. Comunque il provvedimento, secondo la Cgia, non va bocciato e va trovata una soluzione per i crediti incagliati. Il Superbonus ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell’edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante. Tuttavia, questa misura ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che sono stati “efficientati”. Ora, dopo la cancellazione degli sconti in fattura e delle cessioni del credito, il proprietario di un immobile residenziale potrà beneficiare della detrazione del 90 per cento (e non più del 110), compensando lo sconto solo in sede di dichiarazione dei redditi. E’ evidente che l’appetibilità dello strumento è destinata a scemare. Tuttavia, la cosa più preoccupante è che con il decreto del governo approvato l’altro ieri non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili. Una situazione che nel giro di qualche mese rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni. La convinzione di aver speso troppo e di aver “drogato” anche il mercato edilizio è comunque molto elevata. Ricordiamo che questo meccanismo, che consentiva di detrarre fiscalmente molto più di quanto un proprietario era chiamato a spendere per ristrutturare un edificio, ha innescato una bolla inflattiva preoccupante, alimentata anche dal forte aumento dei prezzi registrato nel 2022 da tutte le materie prime. A fronte di un boom della domanda che, tra l’altro, per legge doveva essere soddisfatta entro un determinato periodo di tempo, il Superbonus 110 per cento ha contribuito a far schizzare all’insù i prezzi di moltissimi materiali (ferro, acciaio, legno, sabbia, laterizi, bitume, cemento, etc.) e altri per molto tempo sono pressocché scomparsi dal mercato (lana di roccia, polistirene, ponteggi, etc.). A livello regionale è il Veneto ad aver registrato il ricorso più numeroso al Superbonus 110 per cento in relazione agli edifici residenziali esistenti. Con 46.447 asseverazioni, l’incidenza percentuale di queste ultime sul numero degli edifici residenziali esistenti è pari al 4,4 per cento, in Toscana scende al 4 per cento e in Lombardia al 3,9. Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria, Valle d’Aosta e Liguria (tutte con un’incidenza del 2 per cento), insieme alla Sicilia che chiude la graduatoria con l’1,7 per cento. A livello nazionale, infine, l’importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 192.756 euro per edificio residenziale. I picchi massimi li scorgiamo in Campania (247.337 euro), Basilicata (254.090 euro) e Valle d’Aosta (267.698 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Friuli Venezia Giulia (152.056 euro), Toscana (151.206) e Veneto (150.906 euro).

Ft: la prossima settimana colloqui “segreti” Usa-Taiwan

Ft: la prossima settimana colloqui “segreti” Usa-TaiwanRoma, 18 feb. (askanews) – La Casa bianca la prossima settimana terrà colloqui segreti con il ministro degli Esteri taiwanese Joseph Wu e con il consigliere di sicurezza nazionale di Taipei Welington Koo. Lo ha rivelato oggi il Financial Times citando cinque fonti informate.
La delegazione taiwanese arriverà in questo weekend e la prossima setitmana incontrerà Jon Finer, vice consigliere di sicurezza nazionale Usa. Secondo una delle fonti del FT, ai colloqui sarà presente anche la vicesegretaria di Stato Wendy Sherman.
Questi colloqui hanno un formato chiamato “canale speciale”. Washington non ha mai confermato l’esistenza di questo canale la cui esistenza è stata rivelata due anni fa proprio dal FT.
L’appuntamento quest’anno arriva in un momento di forte tensione nei rapporti tra Usa e Cina a causa della vicenda del presunto pallone spia cinese abbattuto nei cieli americani dopo averli solcati per otto giorni.
La polemica ha provocato la cancellazione di una visita del segretario di Stato Usa Antony Blinken in Cina. Il capo della diplomazia Usa si trova ora a Monaco per l’annuale Conferenza sulla sicurezza, a cui partecipa anche l’alto diplomatico cinese Wang Yi. Non è annunciato un incontro faccia-a-faccia, ma non è ancora neanche escluso.

Roma, torna il Festival “Jazz Idea” del Conservatorio “Santa Cecilia”

Roma, torna il Festival “Jazz Idea” del Conservatorio “Santa Cecilia”Roma, 18 feb. (askanews) – Prende il via domenica 26 febbraio la 2a edizione del Festival “Jazz Idea” del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, con la direzione artistica di Carla Marcotulli, cantante e docente di Canto Jazz presso il Conservatorio. Dopo il successo della prima edizione nel 2022, si replica la manifestazione che quest’anno contempla ben 12 concerti a ingresso libero, con grandi esponenti del jazz italiano e internazionale accanto ai nuovi talenti provenienti dal Dipartimento Jazz del Conservatorio.
Anche quest’anno, protagoniste del Festival sono le nuove idee musicali, attraverso un dialogo interattivo tra tradizione e nuovi linguaggi. Tra i nomi in cartellone: il pianista Enrico Pieranunzi con la cantante Valentina Ranalli, il duo formato da Rita Marcotulli e Carla Marcotulli, il pianista Aaron Goldberg ospite del quartetto guidato dal chitarrista Fabio Zeppetella che comprende anche il bassista Dario Deidda, il trombettista Flavio Boltro, il batterista Ettore Fioravanti, la pianista Patrizia Scascitelli.
I 12 concerti, strutturati in 6 appuntamenti, si terranno anche per questa edizione nella bellissima Sala Accademica del Conservatorio, caratterizzata da una delle migliori acustiche al mondo e dal Grande Organo Walcker-Tamburini.
Il concerto inaugurale, domenica 26 febbraio alle 18.00, vede sul palco il grande pianista Enrico Pieranunzi insieme alla talentuosa cantante partenopea Valentina Ranalli con i brani dell’album Cantare Pieranunzi che propone nuove, emozionanti versioni vocali di composizioni originali del “gigante” del jazz internazionale. Un disco che ha fatto registrate un alto numero di ascolti su piattaforme come Spotify. Profondamente ispirata dai brani di Pieranunzi, Valentina Ranalli ha scritto intriganti testi in italiano, inglese, francese e napoletano e, insieme allo stesso pianista, ha dato loro una nuova veste vocale che ne esalta la suggestione narrativa. Nato proprio nell’ambito dei corsi del Conservatorio di Santa Cecilia, Cantare Pieranunzi è, oltre che un incontro tra generazioni, l’appassionante rappresentazione in suoni e parole di una simbiosi artistica che grazie alla sua intensità, freschezza, creatività porterà gli spettatori in un mondo di storie sonore cui sarà impossibile resistere.
A seguire, il progetto Opus Magnum, una naturale evoluzione del duo formato dal batterista Ettore Fioravanti e dal sassofonista Marco Colonna, con il coinvolgimento del contrabbassista Igor Legari e del vibrafonista Andrea Biondi. La musica che ne scaturisce esprime il loro mondo poetico e libera le forze creative del gruppo, manipolando, modificando, eventualmente distruggendo e ricostruendo tutte le componenti originali. Non c’è limite agli argomenti musicali trattati, dalla tradizione jazzistica (Monk e Dolphy in particolare) a quella popolare, dalle canzoni agli spunti dal repertorio classico, dal rock alle suggestioni africane. Si tratta sempre di creare stimoli all’improvvisatore, perché la musica si sviluppi in tempo reale e con la partecipazione di tutti, creando un lavoro grande che sia specchio della loro anima.