Il Cda dell’Aifa chiede approfondimenti sulla rimborsabilità della pillolaRoma, 24 mag. (askanews) – Il Consiglio di Amministrazione di AIFA ha preso atto che le Commissioni consultive dell’Agenzia non hanno ancora elaborato precise indicazioni sulle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema Sanitario Nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità. Per esempio, per tutte le donne in età fertile, per le donne che versano in condizioni economicamente disagiate o per le giovani fino a 19/26 anni come avviene in alcuni Paesi europei e nelle sei regioni italiane che offrono gratuitamente la pillola anticoncezionale. Il CdA ha rilevato, dunque, che non sussistono gli elementi essenziali per deliberare.á Il CdA afferma di essere pronto a svolgere il suo ruolo e ad esprimere compiutamente il suo parere non appena disporrà dell’adeguata istruttoria richiesta alle Commissioni consultive. Inoltre, con queste indicazioni, il Consiglio si impegna ad attivare un tavolo di concertazione con i Ministeri vigilanti e la Conferenza delle Regioni.
Pnrr,Fitto chiede a ministeri elenco criticità e ipotesi revisioneRoma, 24 mag. (askanews) – A quanto si apprende, nell’ambito del processo di revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il ministro per gli Affari europei, il Sud, le polictiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, a seguito di diversi incontri bilaterali con ogni ministro responsabile per l’attuazione delle misure Pnrr, ha trasmesso in data 18 maggio 2023 a ciascuna amministrazione centrale titolare di interventi una nota in cui si chiede, entro il termine della giornata odierna, a) di formalizzare le ipotesi di revisione delle misure di propria competenza, b) di garantire il rispetto degli obiettivi, delle scadenze e delle condizionalità connesse agli interventi che si intendono confermare e infine c) di elencare gli interventi per i quali siano emerse criticità tali da compromettere il pieno conseguimento dei traguardi fissati nel Piano. Una volta acquisiti, i suddetti elementi informativi sarà completato il lavoro di questi mesi, che consentirà di definire la proposta italiana di revisione del Pnrr. La data di oggi suggerita dal ministro nella nota è puramente indicativa.
Bce, Lagarde: scriviamo un nuovo capitolo nella storia dell’euroRoma, 24 mag. (askanews) – Nell’Unione europea “è giunto il momento di scrivere il prossimo capitolo della storia dell’euro. E questo dipenderà dalle azioni che noi, come europei, attueremo”. Lo afferma la presidente della Bce, nel suo intervento in apertura della cerimonia per le celebrazioni del 25esimo anniversario dalla creazione della stessa istituzione di Francoforte.
In questa fase “la priorità assoluta e immediata della Be è riportare tempestivamente l’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%. E lo faremo – promette Lagarde -. Tuttavia, come ho affermato di recente, a fronte dei mutamenti geopolitici, della trasformazione digitale e della minaccia derivante dai cambiamenti climatici, le sfide che la Bce dovrà affrontare saranno più numerose. Dobbiamo continuare ad assicurare stabilità in un mondo tutt’altro che stabile”. “Contiamo che altri responsabili delle politiche facciano la loro parte. Un’unione monetaria non è un traguardo, è un processo costante di unificazione. Ogni generazione di leader deve continuare questo processo. L’Unione dovrebbe essere molteplice e includere tre dimensioni: fiscale, finanziaria e bancaria, per sviluppare un elevato grado di integrazione, soprattutto – ha proseguito – se vogliamo consolidare lo status internazionale dell’euro”.
“Quando Wim Duisenberg ritirò il premio Charlemagne conferito all’euro nel 2002, descrisse la moneta unica come un triplice contratto: è un contratto tra paesi che hanno deciso di unire le loro forze. È un contratto tra la Bce e i cittadini europei volto a soddisfare le loro esigenze, soprattutto la stabilità dei prezzi. Ed è un contratto tra gli stessi europei per condividere la loro moneta comune. Un contratto non comporta solo diritti, ma anche responsabilità. Ora spetta a tutti noi h concluso Lagarde – leader, istituzioni e cittadini – continuare a onorare questo contratto per molti anni a venire”.
Alluvione,Ue: spesa Italia per emergenze va considerata extra bilancioBruxelles, 24 mag. (askanews) – “Alla luce delle devastanti alluvioni che hanno colpito l’Italia nel maggio 2023, il costo del sostegno di emergenza diretto relativo a tali alluvioni sarà preso in considerazione” da parte della Commissione europea “nelle successive valutazioni di conformità” riguardo alle raccomandazioni sulla politica di bilancio e sulla situazione macroeconomica dell’Italia, e questo sostegno “sarà in linea di principio considerato come una misura ‘una tantum’ e temporanea”.
Lo si legge nella proposta di raccomandazioni del Consiglio Ue all’Italia che la Commissione europea ha presentato oggi a Bruxelles nel contesto del pacchetto di primavera del cosiddetto “Semestre europeo”. Questa frase riguardo al fatto che il costo delle misure di emergenza per le alluvioni verrà considerato “una tantum”, e quindi come un intervento che non pesa sul bilancio in modo strutturale, è ripetuta, identica, in due paragrafi diversi del documento: il 21, dove si ricorda che l’Italia, con le sovvenzioni del Pnrr e gli altri fondi Ue preserverà nel 2023 il livello degli investimenti pubblici nazionali; e il paragrafo 25, in cui si prevede che la spesa pubblica primaria nel 2024 “aumenterà dello 0,8%”, restando sotto la soglia massima del tasso di crescita raccomandata, che è dell’1,3%.
La Banca centrale europea celebra i suoi 25 anniRoma, 24 mag. (askanews) – Con una cerimonia solenne questa sera a Francoforte, la Banca centrale europea celebra il 25esimo anniversario dalla sua istituzione. E in un editoriale pubblicato su quotidiani dei 20 Paesi che partecipano alla valuta unica, la presidente Christine Lagarde rileva come negli ultimi 25 anni l’Unione monetaria sia stata “messa alla prova in molte occasioni. Ci siamo dovuti misurare con crisi che avrebbero potuto travolgerci, non da ultime la grande crisi finanziaria, la crisi del debito sovrano e la pandemia. In ogni occasione, però, ci siamo risollevati più forti di prima. Ora dobbiamo consolidare questa forza interna”.
“In un mondo che diventa più imprevedibile, l’Europa può rafforzare la resilienza su due fronti. Integrando i suoi mercati dei capitali, l’Europa può promuovere meglio gli investimenti nei settori verde e digitale, così cruciali per dare impulso alla sua crescita futura. Completando l’unione bancaria – prosegue Lagarde, che a breve terrà un discorso celebrativo – possiamo assicurare che il settore bancario contribuisca a contenere i rischi durante le crisi future anziché amplificarli”. Secondo la presidente Bce “l’euro è più di una valuta. È la forma più forte dell’integrazione europea e simboleggia un’Europa unita che sa collaborare, a tutela e beneficio di tutti i suoi cittadini”. Lagarde ribadisce l’intenzione di portare i tassi di interesse a un livello sufficientemente restrittivo da far calare l’inflaizone all’obiettivo del 2%.
Luo Qi e Giovanni Cerri al Centro Culturale di MilanoMilano, 24 mag. (askanews) – L’arte come linguaggio universale, ponte interculturale tra Occidente e Oriente, strumento privilegiato di dialogo fra culture differenti. “Memory of History”, progetto espositivo biennale ideato dagli artisti e Luo Qi e Giovanni Cerri, dopo aver inaugurato in Cina al Ningbo Art Museum nella provincia di Zehijang (14 febbraio – 14 marzo 2023), sarà contemporaneamente e al The Roof Art Museum nello storico Liangzhu Cultural Center di Hangzhou dal 16 maggio al 29 giugno, e in Italia al Centro Culturale di Milano dal 25 maggio al 16 giugno.
Le 24 opere esposte a Milano, oltre a sottendere il valore comune ai due artisti di “sentire” il richiamo dell’arte del passato come indispensabile premessa all’espressione contemporanea, mettono a confronto due stili e due linguaggi espressivi molto diversi fra loro, tenuti tuttavia insieme dalla consapevolezza comune che il linguaggio dell’arte ha una forza inclusiva assoluta e straordinaria, capace di azzerare distanze culturali e sociali. Luo Qi, nato a Hangzhou nella provincia di Zhejiang nel 1960, offre una riflessione visiva sull’eredità dell’immagine medievale e sulla sua reinterpretazione contemporanea, che rinnovi quel tipo di patrimonio iconografico e lo riporti alla luce con nuovi tratti, nuove luci e nuove tonalità. Nelle sue opere non traspare solo un’analisi dell’immagine medievale, ma una conoscenza del linguaggio dei gesti, dei simboli, dei colori. L’approccio di Luo Qi, che riconosce al Medioevo una grande ricchezza di contenuti, non è storico, ma iconografico: questo permette all’artista di rivisitarlo esaltandone la ricchezza delle immagini e ricreando un suo “personale Medioevo”.
Giovanni Cerri, artista milanese classe 1969, rivisita il paesaggio urbano – sia quello riferito ad architetture di carattere storico, sia quello periferico, più “anonimo” – con l’aggiunta della tematica urgente e “mondiale” dell’emergenza climatica. Luoghi che ci appaiono sotto una nuova luce, inquietante nella sua caratterizzazione di un ambiente post-umano.
A Venezia apre Ca’ Select: una porta sul mondo per l’aperitivo venezianoMilano, 24 mag. (askanews) – “Venezia è una porta aperta verso il mondo che può sicuramente dare a Select un impulso particolare”. Le parole del ceo del gruppo Montenegro, Marco Ferrari, raccontano lo spirito con cui il gruppo ha inaugurato a Venezia, all’interno di un ex laboratorio industriale, nel sestiere di Cannaregio, Ca’Select uno spazio che già nel nome racconta il legame di questo aperitivo, a tutti gli effetti rientrante nella categoria dei bitter, con la città lagunare. Perchè l’obiettivo di questo investimento, nelle intenzioni del gruppo, è quello di valorizzare il Select, ingrediente essenziale dello spritz veneziano, e la sua città di origine.
“Ca’ Select ha come obiettivo quello di portare a Venezia il cuore, l’essenza dell’aperitivo Select un legame che dura da più di 100 anni – ci ha detto inaugurando un progetto nato tre anni fa e che ha dovuto superare i burrascosi anni della pandemia per vedere la luce – Nel 1920 i Fratelli Pilla hanno scelto Venezia per creare questo elisir, una scelta non casuale quella di questa città, crocevia tra Occidente e Oriente ma anche centro di scambio delle più preziose erbe e spezie che compongono il nostro aperitivo”. Select nasce infatti nel sestiere di Castello, cuore storico della città di Venezia, dall’esperienza liquoristica della distilleria Fratelli Pilla e sembra debba il suo nome al Vate, Gabriele D’Annunzio, che lo aveva battezzato Selectus poi abbreviato in Select. Dal 1988 poi il marchio è entrato a far parte del gruppo Montenegro entrando, come ha sottolineato Ferrari, “insieme ad Amaro Montenegro e Vecchia Romagna tra i marchi che noi stiamo spingendo, su cui stiamo investendo particolarmente per la crescita internazionale del nostro gruppo”.
A Ca’ Select il rosso del bitter scalda l’ambiente e domina sul legno delle travi a soffitto e il seminato veneziano dei pavimenti, tutti materiali e maestranze a chilometro zero: i suoi 700 metri quadrati sono suddivisi in quattro aree: la zona bar-mixology, l’area eventi, un percorso espositivo analogico e digitale curato da Studio Fludd e l’area produttiva. Sì perchè nel retro di questo spazio dall’estate partirà la macerazione di ginepro e rabarbaro (almeno inizialmente), due delle trenta spezie che si utilizzano per il Select. L’inaugurazione dello spazio è stata anche la “premier” della Select Spritz Week, al debutto a Venezia dal 25 al 28 maggio. Un palinsesto di eventi ed esperienze diffuse che consentirà a turisti e visitatori di scoprire la città lagunare attraverso uno dei suoi simboli, lo spritz veneziano appunto, quello dove il prosecco “spruzzato” con un po’ di acqua gassata o soda (il nome deriva infatti dal tedesco spritzen a ricordare l’abitudine austriaca di allungare i vini, considerati troppo forti del nord est, con dell’acqua) e “sporcato” col rosso del Select.
“Il concetto di Select spritz week nasce l’anno scorso all’interno del gruppo Montenegro con l’obiettivo di promuovere, e raccontare l’autentico spritz veneziano non solo agli italiani ma anche in giro per il mondo – ci ha detto il ceo – oltre che agli eventi di Venezia, infatti, la Spritz week vivrà in giro per il mondo nelle principali città, da Londra, Parigi, New York e con diverse attivazioni anche in quel caso con l’obiettivo di promuovere l’autentico spritz veneziano”. Per la sezione spirits di Montenegro infatti l’estero rappresenta un mercato importante arrivato a superare il 30% sul fatturato nell’ultimo bilancio, chiusosi il 30 aprile scorso. “La nostra è una azienda al 100% italiana che negli ultimi 7 anni ha quasi raddoppiato il fatturato con una forte crescita sia italiana ma anche all’estero – ha rimarcato Ferrari – Solo nel 2014 l’estero valeva il 4%”.
Alluvione, Bonaccini: un commissario da Roma? Sarebbe meglio di noBologna, 24 mag. (askanews) – L’Emilia-Romagna ha bisogno immediatamente di risorse da dare alle persone, alle famiglie e alle imprese colpite dall’alluvione, altrimenti “non ripartiamo”. Vista l’urgenza “è possibile che in questi tempi e con questo livello di dettaglio queste opere possano essere concordate, progettate, appaltate e realizzate da un commissario a Roma? Non mi interessa il nome e il cognome, sto ponendo un problema specifico”. E’ il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a interrogare i consiglieri regionali, durante il suo intervento in aula. Nel fare il bilancio sui danni causati dall’alluvione dei giorni scorsi, il governatore si sofferma sul tema che sta occupando il dibattito politico delle ultime ore: il nome del commissario per la ricostruzione che dovrà essere nominato dal governo. “Qualcuno pensa che si possa nominare commissario il presidente dell’Emilia-Romagna solo quando il paese intero è in emergenza come per il gas e c’è bisogno di fare il rigassificatore e, invece, fare diversamente sull’alluvione. Il problema non è Stefano Bonaccini, ma come diamo una risposta che sia la più efficace”.
Bonaccini affronta la questione nel dettaglio, annunciando un incontro a breve con il ministro agli Affari europei per discutere dei fondi, una parte dei quali dovranno essere utilizzati per l’emergenza in Romagna. “Ci vedremo con il ministro Fitto e proveremo a trovare accordi – spiega Bonaccini -. Porterò con me le tabelle 2014-2020 per dimostrare quello può fare l’Emilia-Romagna: la spesa dei fondi europei programmati di 2,5 miliardi per gli anni 2014-2020 è stata impegnata tutta al 98% già alla fine del 2019 ed eravamo partiti un anno dopo perché le dimissioni di Errani”. “So bene cosa vuol dire essere commissario perché lo sono da 9 anni e ne avrei fatto volentieri a meno – ha proseguito -. E sono commissario anche per il rigassificatore perché me l’ha chiesto il governo, lo facciamo a Ravenna per il paese e non per noi. Prima il terremoto e poi la pandemia, ne avremmo fatto volentieri a meno di quello che è caduto. Potremmo far vedere che tra un mese avremo già impegnato un terzo della programmazione dei fondi europei 2021-2027 per circa 3,5 miliardi di euro. Non per fare i primi della classe”.
Quindi il rapporto con l’esecutivo: “Quante volte si è visto in questo paese parti politiche diverse – chiede Bonaccini – che stanno collaborando come stiamo facendo? Non è un messaggio positivo che dall’Italia arriva a tutta la politica, nazionale ed europea, rispetto a scontri che a volte tutti quanti abbiamo avuto e che in momenti così drammatici sarebbe bene tenere toni molto più pacati e civili?”. Per gestire l’emergenza in Romagna “serviranno molte risorse da spendere bene e presto” altrimenti “molti non riapriranno più la loro attività o vedranno andare dissipato il patrimonio di una vita che avevano accumulato con anni di fatica e di lavoro”. Quindi “indipendentemente da chi sarà il commissario, quelle risorse debbono arrivare direttamente nelle casse delle famiglie e delle imprese altrimenti non ce la faranno più”. E poi interventi sulle strade e sulle infrastrutture: “Dobbiamo fare queste cose prima dell’autunno altrimenti un evento ordinario potrebbe rimetterci nei guai per quello che è accaduto”. Da qui la domanda retorica: “E’ possibile che in questi tempi e con questo livello di dettaglio queste opere possano essere concordate, progettata, appaltate e realizzate da un commissario a Roma?”. In aula il governatore porta come esempio il lavoro svolto per la ricostruzione post-sisma 2012 che provocò 12 miliardi di danni: “tutti insieme siamo riusciti a fare una ricostruzione che non ha eguali e precedenti nella storia del paese. Abbiamo ricostruito praticamente tutto, abbiamo restituito”.
“E’ per questo che in genere commissario viene nominato il presidente di Regione, come stanno dicendo i colleghi del centrodestra Zaia, Occhiuto, Toni e Fedriga – ha ricordato Bonaccini -. Non li voglio tirare in ballo per fare polemica politica, non me ne frega. Voglio che a quelle persone che hanno subito questi danni devastanti il prima possibile chi ha la responsabilità di rifondare lo faccia”. E ancora: “Ci dobbiamo occupare delle nostre comunità e non degli equilibri politici sulle nomine. Come avete visto io col governo ho collaborato fin dal primo giorno, perché nella mia cultura vale in generale e vale tanto di più quando siamo nel dramma e nell’emergenza. Abbiamo un solo obiettivo: dare le migliori risposte alla popolazione colpita nel minor tempo possibile. Per questo ho chiesto al governo, al mio partito, di collaborare nell’interesse della Romagna”.
Bruxelles, approvato a unanimità parere Pais su coesione digitaleRoma, 24 mag. (askanews) – E’ stato approvato all’unanimità dall’Assemblea plenaria del Comitato europeo delle Regioni, senza emendamenti, il parere presentato dal Presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, sull’interoperabilità dei sistemi digitali della pubblica amministrazione.
Nella sua relazione il presidente Pais, nella sua qualità di relatore, ha spiegato che si tratta di un’iniziativa volta ad aiutare le amministrazioni pubbliche di tutta Europa, mettendo nelle stesse condizioni tutti i cittadini d’Europa che possono attraverso i sistemi digitali superare condizioni isolamento, come i territori insulari. “L’approvazione all’unanimità del parere – ha detto Pais – è motivo di grande soddisfazione ed orgoglio, perché la Sardegna ha rappresentato e dato voce a tutte le regioni d’Europa da cui siamo stati delegati. Sono convinto che l’avvicinamento delle soluzioni digitali ai cittadini debba iniziare a livello di regioni e progredire dal basso verso l’alto. Deve raggiungere gli angoli più lontani e remoti dell’Europa, comprese le isole e le aree montane, perché nell’Unione europea nessun cittadino e nessuna regione possano essere considerati territori disagiati ed essere lasciati indietro. La coesione digitale può fornire nuove soluzioni all’isolamento fisico di molti territori, soprattutto delle aree remote e di quelle insulari che più di tutte scontano la mancanza di infrastrutture e la maggiorazione dei costi in termini di energia, trasporti, infrastrutture. Può essere uno strumento chiave per affrontare alcune delle sfide più grandi, tra cui lo spopolamento e la fuga dei giovani”. Il Presidente Pais ha sottolineato però che creare un’Europa perfettamente interconnessa digitalmente comporta notevoli costi che, soprattutto per i comuni più piccoli, potrebbero essere insostenibili. Quindi, nel parere approvato, i membri del Comitato europeo delle regioni (CdR) invitano la Commissione europea a utilizzare tutte le risorse disponibili per aiutare città e comuni più piccoli all’adeguamento digitale così da garantire il successo della transizione digitale in ogni angolo d’Europa.
“Attraverso una serie di passaggi inclusi nel parere, abbiamo chiesto alla Commissione europea – ha aggiunto Pais – di garantire che gli enti locali e regionali possano, grazie a un adeguato sostegno economico, finanziare i compiti legati alla interconnessione digitale e quindi portare i loro servizi al livello che deve essere pari in tutta Europa, non solo nelle grandi metropoli. I cittadini si aspettano risultati concreti”.
Alluvione, Bonaccini: commissario da Roma? Sarebbe meglio di noBologna, 24 mag. (askanews) – L’Emilia-Romagna ha bisogno immediatamente di risorse da dare alle persone, alle famiglie e alle imprese colpite dall’alluvione, altrimenti “non ripartiamo”. Vista l’urgenza “è possibile che in questi tempi e con questo livello di dettaglio queste opere possano essere concordate, progettate, appaltate e realizzate da un commissario a Roma? Non mi interessa il nome e il cognome, sto ponendo un problema specifico”. E’ il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, a interrogare i consiglieri regionali, durante il suo intervento in aula. Nel fare il bilancio sui danni causati dall’alluvione dei giorni scorsi, il governatore si sofferma sul tema che sta occupando il dibattito politico delle ultime ore: il nome del commissario per la ricostruzione che dovrà essere nominato dal governo. “Qualcuno pensa che si possa nominare commissario il presidente dell’Emilia-Romagna solo quando il paese intero è in emergenza come per il gas e c’è bisogno di fare il rigassificatore e, invece, fare diversamente sull’alluvione. Il problema non è Stefano Bonaccini, ma come diamo una risposta che sia la più efficace”.
Bonaccini affronta la questione nel dettaglio, annunciando un incontro a breve con il ministro agli Affari europei per discutere dei fondi, una parte dei quali dovranno essere utilizzati per l’emergenza in Romagna. “Ci vedremo con il ministro Fitto e proveremo a trovare accordi – spiega Bonaccini -. Porterò con me le tabelle 2014-2020 per dimostrare quello può fare l’Emilia-Romagna: la spesa dei fondi europei programmati di 2,5 miliardi per gli anni 2014-2020 è stata impegnata tutta al 98% già alla fine del 2019 ed eravamo partiti un anno dopo perché le dimissioni di Errani”. “So bene cosa vuol dire essere commissario perché lo sono da 9 anni e ne avrei fatto volentieri a meno – ha proseguito -. E sono commissario anche per il rigassificatore perché me l’ha chiesto il governo, lo facciamo a Ravenna per il paese e non per noi. Prima il terremoto e poi la pandemia, ne avremmo fatto volentieri a meno di quello che è caduto. Potremmo far vedere che tra un mese avremo già impegnato un terzo della programmazione dei fondi europei 2021-2027 per circa 3,5 miliardi di euro. Non per fare i primi della classe”.
Quindi il rapporto con l’esecutivo: “Quante volte si è visto in questo paese parti politiche diverse – chiede Bonaccini – che stanno collaborando come stiamo facendo? Non è un messaggio positivo che dall’Italia arriva a tutta la politica, nazionale ed europea, rispetto a scontri che a volte tutti quanti abbiamo avuto e che in momenti così drammatici sarebbe bene tenere toni molto più pacati e civili?”. Per gestire l’emergenza in Romagna “serviranno molte risorse da spendere bene e presto” altrimenti “molti non riapriranno più la loro attività o vedranno andare dissipato il patrimonio di una vita che avevano accumulato con anni di fatica e di lavoro”. Quindi “indipendentemente da chi sarà il commissario, quelle risorse debbono arrivare direttamente nelle casse delle famiglie e delle imprese altrimenti non ce la faranno più”. E poi interventi sulle strade e sulle infrastrutture: “Dobbiamo fare queste cose prima dell’autunno altrimenti un evento ordinario potrebbe rimetterci nei guai per quello che è accaduto”. Da qui la domanda retorica: “E’ possibile che in questi tempi e con questo livello di dettaglio queste opere possano essere concordate, progettata, appaltate e realizzate da un commissario a Roma?”. In aula il governatore porta come esempio il lavoro svolto per la ricostruzione post-sisma 2012 che provocò 12 miliardi di danni: “tutti insieme siamo riusciti a fare una ricostruzione che non ha eguali e precedenti nella storia del paese. Abbiamo ricostruito praticamente tutto, abbiamo restituito”.
“E’ per questo che in genere commissario viene nominato il presidente di Regione, come stanno dicendo i colleghi del centrodestra Zaia, Occhiuto, Toni e Fedriga – ha ricordato Bonaccini -. Non li voglio tirare in ballo per fare polemica politica, non me ne frega. Voglio che a quelle persone che hanno subito questi danni devastanti il prima possibile chi ha la responsabilità di rifondare lo faccia”. E ancora: “Ci dobbiamo occupare delle nostre comunità e non degli equilibri politici sulle nomine. Come avete visto io col governo ho collaborato fin dal primo giorno, perché nella mia cultura vale in generale e vale tanto di più quando siamo nel dramma e nell’emergenza. Abbiamo un solo obiettivo: dare le migliori risposte alla popolazione colpita nel minor tempo possibile. Per questo ho chiesto al governo, al mio partito, di collaborare nell’interesse della Romagna”.