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Meloni: l’Italia sostiene l’Ucraina, noi protagonisti della ricostruzione

Meloni: l’Italia sostiene l’Ucraina, noi protagonisti della ricostruzioneRoma, 26 apr. (askanews) – “L’Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi” per sostenere l’Ucraina “dal punto di vista politico, militare, umanitario” e si candida anche a diventare “protagonista” della ricostruzione. Questo il messaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha chiuso la Conferenza sulla ricostruzione organizzata al Palazzo dei Congressi di Roma.

A margine dei lavori, a cui ha preso parte in collegamento anche Volodymyr Zelensky, Meloni ha incontrato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal, che ha ringraziato l’Italia per il sostegno offerto in questi mesi. Un sostegno che non verrà meno, sul piano politico, militare, finanziario ma anche diplomatico: “Crediamo nella possibilità di una soluzione diplomatica a patto che non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere la resa di un Paese aggredito”. Infatti, per la presidente del Consiglio, “alla pace si potrà arrivare solo quando la Russia cesserà le ostilità e gli attacchi agli obiettivi civili” e partendo dal “presupposto che l’integrità della nazione non è in discussione”. Del resto, per lei, “l’Italia non avrebbe potuto fare altra scelta che essere al fianco del popolo ucraino, non solo perchè era giusto farlo ma anche perchè quello che accade oggi in Ucraina ci riguarda tutti. Il popolo ucraino sta combattendo anche per noi, allontana un possibile conflitto più vicino a casa nostra”. In sostanza, l’Ucraina è la prima linea di difesa dell’Europa e nel sistema continentale dovrà essere quindi sempre più integrata. “E’ un avamposto della sicurezza del continente – ha detto la premier – e credo che il modo più intelligente per ringraziare l’Ucraina per quello che sta facendo sia accelerare la possibilità di far parte delle istituzioni europeee, possibilità che l’Italia ha sempre sostenuto. Peraltro voglio sottolineare gli sforzi enormi che Kiev ha fatto per riformare il suo sistema e avvicinarlo ai target richiesti dalla Commissione. Penso sia fondamentale riconoscere quello sforzo accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all’Ue”. In attesa della fine del conflitto e di un futuro di “libertà e pace”, è però necessario andare “oltre”, sottolinea Meloni citando Antoine de Saint-Exupéry. Un andare oltre che parte, fin da subito, con la ricostruzione. “E’ nostro compito aiutare l’Ucraina a scrivere un nuovo capitolo della sua storia e l’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista, per la determinazione, la credibilità con cui abbiamo fatto le nostre scelte e non abbiamo mai tentennato ma anche perchè nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista in tutte le grandi scelte fatte in questi anni”, dice, candidando il nostro Paese a ospitare nel 2025 la Ukraine recovery conference.

Certo la ricostruzione è una sfida, ma il messaggio che manda agli imprenditori riuniti in platea è di non avere timori. “Alle imprese – scandisce – dico di non aver paura di investire, di costruire e ricostruire in Ucraina, di saper guardare oltre i difficili mesi che stiamo attraversando. Non abbiate paura di scommettere sulla vittoria dell’Ucraina e sulla sua integrazione europea. Perché noi sosterremo con forza il diritto degli ucraini a essere parte della famiglia europea”. L’Italia che ha costruito il “miracolo economico” dopo la Seconda guerra mondiale, per la presidente del Consiglio, può costruire anche il “miracolo economico dell’Ucraina”. E per farlo serve l’”impegno responsabile” di tutti, anche dei privati. Un primo passo è la disponibilità di Sace (società di assicurazioni per le imprese controllata dal Mef) a riprendere l’attività in Ucraina, sospesa all’inizio del conflitto, con uno stanziamento di un miliardo. “Mettiamo a disposizione il meglio dell’Italia – ha garantito il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Il saper fare di 4 milioni di piccole e medie imprese che sono il tessuto connettivo della seconda manifattura d’Europa, a dimostrazione che l’Italia sa essere solidale e sostenere chi è a noi vicino”.

Friuli, Fedriga: Consiglio regionale conferma correttezza elezioni

Friuli, Fedriga: Consiglio regionale conferma correttezza elezioniTrieste, 26 apr. (askanews) – “Mi auguro che il buon clima e la correttezza che hanno contraddistinto la campagna elettorale e questa prima seduta del Consiglio regionale siano di buon auspicio per la XIII legislatura: rapporti costruttivi all’interno dell’Aula, seppur partendo da posizioni diverse, possono infatti contribuire concretamente al benessere dei cittadini del Friuli Venezia Giulia”. Lo ha detto oggi a Trieste il governatore Massimiliano Fedriga a margine della seduta d’insediamento del Consiglio regionale, la prima della XIII legislatura, dedicata al giuramento dei neoeletti e all’elezione del presidente dell’Aula.

Come ha spiegato il governatore, “affinché si realizzi una leale collaborazione, oltre alla disponibilità della maggioranza a coinvolgere nei processi decisionali l’opposizione, è necessario anche un atteggiamento costruttivo da parte della minoranza, senza veti strumentali e ostruzionismi”. Fedriga, infine, dopo essersi congratulato con il neoeletto presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin, ha dato appuntamento alla prossima seduta dell’Aula, prevista per martedì 2 maggio, nel corso della quale lo stesso governatore presenterà la Giunta e pronuncerà il discorso programmatico.

Cosa si sono detti (secondo Pechino) Xi e Zelensky nel colloquio telefonico

Cosa si sono detti (secondo Pechino) Xi e Zelensky nel colloquio telefonicoRoma, 26 apr. (askanews) – Dal giorno dell’incontro a Mosca di Xi Jinping con il presidente russo Vladimir Putin, a marzo, da Pechino si continuava a ripetere che il leader cinese avrebbe sentito “al momento opportuno” anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Quel momento è venuto oggi: Xi ha avuto “su richiesta” una conversazione telefonica col leader di Kiev, la prima tra i due dall’invasione russa il 24 febbraio 2022 e la prima da quando la Cina ha presentato un “Position Paper” sulla crisi ucraina, con il quale si è proposta di fatto come mediatrice per una soluzione pacifica.

“Ho avuto un lungo e significativo colloquio telefonico con il presidente Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha scritto Zelensky su Twitter, tenendosi tutto sommato abbottonato sul coté più interessante, quello del conflitto con la Russia. La telefonata è stata seguita dalla nomina dell’ex ministro per le industrie strategiche Pavlo Riabikin ambasciatore “straordinario e plenipotenziario” a Pechino. Questo mentre la Cina comunicava l’invio del rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici Li Hui, che è stato anche ambasciatore cinese in Russia, come capo della delegazione in Ucraina e in altri paesi per consultazioni volte a una soluzione politica della crisi. Il canale, insomma, è stato aperto.

Nel comunicato rilanciato dai media di stato cinesi, sono stati forniti dettagli sulla posizione presentata da Xi al suo interlocutore ucraino. “Il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale è la base politica delle relazioni Cina-Ucraina”, hanno riferito i media cinesi. Xi Jinping ha sottolineato “che la complessa evoluzione della crisi ucraina ha avuto un forte impatto sulla situazione internazionale” e “la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace e la sua posizione è quella di promuovere la pace e i colloqui”. Xi ha assicurato che Pechino “in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di grande paese responsabile non volterà lo sguardo altrove, non aggiungerà benzina al fuoco, non punterà a trarre vantaggio” dal conflitto. E ha aggiunto: “Il dialogo e la negoziazione sono l’unica via d’uscita praticabile: non ci sono vincitori in una guerra nucleare”. Per questo motivo, tutte le parti coinvolte, alla luce anche dei rischi nucleari, “dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l’umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi”. Xi ha osservato che “la razionalità” e le voci per il dialogo “stanno aumentando”, quindi è il momento di “cogliere l’opportunità per mettere assieme condizioni favorevoli verso una soluzione politica della crisi”, e ha auspicato che “tutte le parti riflettano profondamente sulla crisi ucraina e cerchino insieme una via per la pace e la stabilità a lungo termine in Europa attraverso il dialogo”.

Con queste dichiarazioni, il presidente cinese sembra alludere ai segnali arrivati dalla recente visita a Pechino del presidente francese Emmanuel Macron, accompagnato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’inquilino dell’Eliseo ha detto di “contare” su Xi per lavorare a una soluzione pacifica. E, facendo riferimento alla crisi di Taiwan, in cui la Cina è parte in causa, ha affermato che l’Ue non si dovrebbe far coinvolgere e non dovrebbe essere “vassalla” degli Stati uniti. Le dichiarazioie del leader francese, che hanno suscitato polemiche in Occidente, non sono certamente passate inosservate in Cina. Xi ha insistito oggi che “continuerà a lavorare per la pace, a promuovere i colloqui e farà sforzi per fermare la guerra, per ottenere un cessate-il-fuoco e ripristinare la pace il prima possibile”.

Li Hui, ha chiarito il presidente, andrà “in Ucraina e in altri paesi per condurre una comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi ucraina”. Inoltre, il leader cinese ha ricordato come Pechino abbia “fornito diversi carichi di assistenza umanitaria all’Ucraina e sia disposta a continuare a fornire assistenza nell’ambito delle sue capacità”. Zelensky – secondo la versione raccontata dai media pubblici cinesi – si è congratulato con Xi Jinping per la sua rielezione allo storico terzo mandato come leader della Cina e ha ribadito come l’Ucraina si attenga al principio dell’”Unica Cina”, per quanto riguarda la questione di Taiwan, e speri di mettere in campo una cooperazione globale con la Cina, aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali, oltre a lavorare insieme per mantenere la pace e la stabilità nel mondo. Inoltre, Zelensky avrebbe “accolto con favore” l’importante ruolo della Cina nel ripristinare la pace e risolvere la crisi attraverso mezzi diplomatici.

Tajani: il giornalista italiano Corrado Zunino ferito a Kherson, ma sta bene

Tajani: il giornalista italiano Corrado Zunino ferito a Kherson, ma sta beneRoma, 26 apr. (askanews) – “Corrado Zunino giornalista di Repubblica, rimasto ferito ad una spalla durante l’attacco di un drone a Kherson, sta bene ed è seguito dalla nostra Ambasciata a Kiev. Sono insieme al Ministro Kuleba che ha assicurato la piena collaborazione delle autorità ucraine”. Lo scrive su Twitter il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli EsteriáAntonioáTajani. “Ho informato il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed espresso solidarietà e sostegno al Direttore Molinari. Seguiamo eventuali sviluppi”, ha aggiunto Tajani.

Arriva “Roma è gelato”, grande evento dal 29 aprile al 1° maggio

Arriva “Roma è gelato”, grande evento dal 29 aprile al 1° maggioRoma, 26 apr. (askanews) – Roma diventa la capitale del gelato. Quello artigianale ovviamente. Da sabato 29 aprile a lunedì 1° maggio 2023 arriva ‘Roma è gelato’, il primo grande evento aperto al pubblico (con biglietti acquistabili sul sito romagelato.it) tutto dedicato a uno dei prodotti italiani più famosi nel mondo e alle sue tante declinazioni, tra cucina, pasticceria, pizzeria e mixology. I più grandi maestri gelatieri da tutta Italia, una grande e affascinante location in centro città (PratiBus District nel quartiere Prati) e una full immersion di assaggi, curiosità, laboratori, cooking show, degustazioni, incontri, talk, masterclass e musica. Un grande evento durante un lungo weekend di festa (per il ponte del 1 maggio), dove il gelato è il protagonista indiscusso e diventa attrazione per famiglie, addetti ai lavori e appassionati.

Gli ospiti e i trend del gelato in scena. Ecco solo alcuni dei grandi maestri gelatieri protagonisti degli eventi di Roma è Gelato 2023: Paolo Brunelli (Paolo Brunelli), Marco Radicioni (Otaleg), Veronica Fedele (Gretel Factory), Eugenio Morrone (Il Cannolo Siciliano), Cinzia Otri (Gelateria della Passera), Valerio Esposito (Gelateria Tonka), Stefano Guizzetti (Ciacco Lab), Stefano Ferrara (Stefano Ferrara Gelato Lab), Maurizio Dattilo (Gelato San Lorenzo), Alessandro Giuffrè (Giuffrè), Dario Rossi (Greed-Avidi di Gelato) e tanti altri.

Ma non solo: tanti anche gli chef, maestri pizzaioli e pasticceri che si avvicenderanno sul palco dell’evento, tra masterclass, laboratori e cooking show. Eccone solo alcuni: i maestri pasticceri Marco Pedron (Direttore Didattico Pasticceria di Congusto Gorumet Institute) e Dario Nuti (Roma Cavalieri); i pizzaioli Pier Daniele Seu (Seu Pizza Illuminati), Alessio Muscas (San Martino Pizza & Bolle), Alessio Mattaccini (Spiazzo), Giuseppe Colletto (That’s Amore Raffadali) e Mauro Pedone (San Biagio Pizza & Bolle) e tanti altri. Presenti anche i celebri lingotti della Pizzeria Extremis, presentati qui in una versione inedita: ‘Sembra fritto ma è Gelato’. Protagonista indiscusso il vero gelato artigianale made in Italy, con tutti i suoi grandi trend del momento, per seguire e tracciare l’evoluzione del gelato in Italia e non solo: dal gelato in abbinamento alla pizza a quello più ‘salutare’ per gli sportivi, dal gelato al minestrone di verdure a quello dedicato ai nostri amici a quattro zampe, dal gelato gastronomico a quello unito alla mixology, dal gelato in abbinamento allo champagne a quello da gustare insieme a rum e sigari, fino al gelato che utilizza gli insetti come parte proteica. Ce n’è davvero per tutti i gusti.

Ogni tematica avrà talk, laboratori, presentazioni, masterclass e show cooking dedicati, tutti consultabili e prenotabili al sito www.romegelato.it. Solo qualche esempio: il laboratorio ‘Assoluto di…’ con Cinzia Otri (Gelateria della Passera), per scoprire come realizzare un gelato zero waste (in programma sabarto 29 aprile alle ore 10.00); ‘Oggi serviamo insetti’, il laboratorio con Taila Semerano (Ciccio Pastigel) ed Erika Quattrini (Il Pinguino), per esplorare l’utilizzo degli insetti come parte proteica nel gelato (in programma il 29 aprile alle ore 15.00); ‘Gelato Minestrone’, il laboratorio di Paolo Brunelli in collaborazione con Roboqbo, per conoscere la realizzazione di un gelato gastronomico e salutare dalla terra al piatti (29 aprile alle 18.00); ‘Viaggio nella Miscelazione Gelata’, il laboratorio di Marco Pedron (Direttore Didattico Pasticceria di Congusto Gorumet Institute) per un omaggio al mondo della mixology unita al gelato (sabato 29 aprile alle 19.00); ‘Champagne e Gelato’ il laboratorio di Marco Radicioni (Otaleg) che realizzerà un gelato gastronomico con lo champagne Billecart (domenica 30 aprile alle 15.00); la presentazione del libro ‘Il Chilometro Consapevole’ in presenza dell’autore Carlo Catani (docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo), Angelo Raffaele Consoli (ambientalista, direttore dell’ufficio europeo di Jeremy Rifkin) e Livio De Santoli (Prorettore per la sostenibilità all’Università di Roma La Sapienza e docente di Energy Management alla Facoltà di Ingegneria per la stessa università) in programma il 30 aprile alle ore 13.00. Tanti gli appuntamenti dedicati al futuro della gelateria, per esplorare l’avvenire del settore tra nuovi trend e nuovi modelli di fare impresa: come il talk ‘Scalabilità della Gelateria e Franchising’, con Maurizio Dattilo (Gelato San Lorenzo), Alessandro Giuffrè (Giuffrè) e Maurizio Manzi (Naturalis Gelato, Australia) in programma sabato 29 aprile alle ore 16.99; e Osservatorio sulla Gelateria del Futuro’, altro talk con Carlo Meo, Pierfrancesco Romano e Maurizio Bernardini, Dario Rossi, Stefano Ferrara, Giuseppe Crea, Carlo Catani, Avv. Mario Pecoraro, Simone Capello, Amedea Visioni e Valentina Vitale, in programma il 30 aprile alle 17.00.

Imperdibili anche gli eventi d’intrattenimento, come ‘Pizza + Gelato… e Bolle’ (in programma il 29 e il 30 aprile), con cooking show a quattro mani di maestri pizzaioli e gelatieri che realizzeranno ricette di pizza in abbinamento al gelato e allo champagne: Pied Daniele Seu (Seu Pizza Illuminati) insieme a Paolo Brunelli, Alessio Mattaccini (Spiazzo) insieme a Stefano Ferrara), Alessio Muscas (San Martino Pizza e Bolle), Mauro Pedone (San Biagio Pizza e Bolle) insieme a Dario Rossi. E poi ancora ‘Gelato e Workout’ (29 e 30 aprile + 1 maggio), con la personal trainer Monica Rainaldi e il gelato proteico di Stefano Ferrara; e ‘Sigaro + Gelato Cioccolato e Rum’ (in scena il 1 maggio alle ore 15.00), con il gelato al gusto rum e cioccolato di Eugenio Morrone in abbinamento ad una selezione di rum e sigari curata da Massimiliano Cinque (Elvis Wine Bar). Anche questi sono tutti consultabili e prenotabili al sito www.romegelato.it. Spazio anche alla ricerca, con il laboratorio ‘Gelato Senza’ condotto da Chiara Ghiron (Gelato Consapevole), Stefano Ferrara (Stefano Ferrara Gelato Lab) e Latte Sano insieme al Prof. Massimiliano Caprio – Responsabile del laboratorio di Endocrinologia Cardiovascolare dell’IRCCS San Raffaele e ordinario di Endocrinologia presso l’Università San Raffaele Roma – che tra cucina, pasticceria e mixology indaga con il suo team di ricercatori nuovi protocolli per la creazione di un prodotto low-carb o chetogenico dedicato, nell’ambito di percorsi nutrizionali, a persone con obesità o diabete (in programma sabato 29 aprile alle ore 14.00).

Il concept dell’evento e le gelaterie presenti.

L’evento ‘Roma è gelato’ è dedicato a tutti i gelato lovers. Una tre giorni dove gli operatori di settore si incontreranno tra loro e si presenteranno al pubblico in grande stile, durante la quale verranno affrontati tutti i temi della gelateria moderna con i suoi valori principali, e si parlerà di sostenibilità, di fare impresa, di qualità, di nutrizione e sport, sviluppo, tecnica, ricerca, nuovi trend ed educazione alimentare. Gli appassionati potranno vedere e conoscere l’intera filiera del gelato: dalle materie prime al prodotto pronto per essere gustato, dai gusti più tradizionali a quelli più innovativi.

Presenti più di 20 stand di famose gelaterie artigianali da tutta Italia, con i loro gusti più iconici tutti da assaggiare. Solo qualche nome: Stefano Ferrara Gelato Lab, Neve di Latte, Gretel Factory, Greed Avidi di Gelato, Gelato San Lorenzo, Giuffrè, DeCore, Gunther Gelato, Manny’s, Gelarmony, Perfecto, Caduzini e Zoldani, Lenci in Darsena, Fortini La Gelateria, Doppia Panna, L’Officina-Gelato & Bakery, Mamò, Settimo Gelo.

Completano il programma: eventi musicali – musica live di cantautori nazionali con lounge bar tutte le sere – un’area street food e un finale col botto per la Festa del 1 Maggio, dove il grande spazio esterno di PratiBus District accoglierà un’enorme ‘scampagnata urbana’ come nella migliore tradizione romana, tra barbecue e gelato al gusto ‘fave e pecorino’.

I biglietti per accedere alla manifestazione sono acquistabili sul sito www.romagelato.it. Parte dell’incasso dell’evento verrà devoluto alla Fondazione Bambino Gesù, partner istituzionale dell’evento: i fondi raccolti saranno destinati al Programma Accoglienza della Fondazione, dedicato alle famiglie dei pazienti ricoverati presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

Il gelato per i più piccoli: l’area didattica for family

Non mancano gli eventi dedicati ai bambini e alle famiglie, con l’area didattica ‘For Family’ diretta da Veronica Fedele (Gretel Factory), con diversi contenuti e laboratori in programma per tutti e tre le giornate. In collaborazione con Agrigiochiamo si propongono attività ludico-didattiche per i più piccoli, con interi spazi dedicati, come la libreria per bambini e l’area baby) Eccone solo qualche esempio di laboratori dell’Area For Family di Roma è gelato 2023: ‘Il Rebus dei Sensi’ (per conoscere la filiera corta del gelato attraverso i cinque sensi), ‘Il Gelato che faccio io’ (un laboratorio di gelato fatto in casa per piccoli gelatieri), ‘Il Laboratorio della Frutta’ (dove i più piccoli conosceranno le materie prime e la loro stagionalità) e molti altri.

I grandi temi di ‘Roma è gelato 2023.

Il Gelato del Futuro è Green Roma è Gelato punta ad un approccio green e sostenibile, attraverso l’impiego di prodotti che prevedono un riutilizzo delle risorse naturali secondo le logiche dell’economia circolare. La gelateria si tinge di verde. Un settore che nell’ultimo anno ha ricevuto grande attenzione da parte dei consumatori, grazie anche ad inediti canali di vendita online sviluppati durante la pandemia, e che ora si presenta rinnovato e più in forma che mai, con una grande attenzione al benessere del Pianeta e delle persone che lo abitano. Giovani gelatieri stanno lavorando sodo, mutuando tendenze dall’alta cucina e dalla pasticceria, creando nuovi trend, sperimentando nuove materie prime, gusti ed approcci innovativi.

L’Evoluzione della Gelateria come Impresa: da bottega ad azienda Durante la manifestazione si esplorerà il futuro del settore, della gelateria intesa come vera e propria azienda e non più come ‘bottega’. Nuovi modelli di business e opportunità, tra talk e presentazioni con maestri gelatieri, consulenti e professionisti del campo.

Gelato per Famiglie Durante i tre giorni di Roma è Gelato, per i più piccoli e per i loro genitori sarà possibile visitare la piccola fattoria didattica creata nello spazio esterno della struttura: saranno presenti mucche e animali da latte, alberi da frutto, un planisfero con la provenienza del cacao. I ‘piccoli gelatieri’, armati di paletta e cappello, potranno preparare il proprio gelato secondo le antiche ricette, diventando assistenti dei maestri gelatieri, e ricevere un attestato di partecipazione. I genitori invece impareranno le tecniche base di produzione del gelato, per poterlo così realizzare anche a casa.

Il Gelato è un alimento: gelato e sport Il gelato è un vero e proprio alimento ‘completo’, adatto per tutti gli sportivi che seguono un’alimentazione sana fortemente interconnessa con la pratica regolare di attività fisica, anche intensa. Il gelato è inoltre rinfrescante, dissetante e in grado di restituire energia all’organismo. Dona un’immediata sensazione di sollievo e ristoro dopo l’impegno dello sforzo muscolare.

Gelato gastronomico Banalmente chiamato ‘gelato salato’, in realtà dietro il gelato gastronomico c’è molto di più. Tanto studio, tecnica e fantasia. A Roma è Gelato si farà un viaggio nella storia del gelato gastronomico e nelle sue migliori interpretazioni, grazie agli chef e ai gelatieri che hanno reso celebre questa preparazione.

Gelato e Mixology Al Vermouth, al Grand Marnier, ma anche al Moscato, allo Cherry e al Gin Tonic. Durante Roma è Gelato il gelato incontra gli spirits per una miscelazione innovativa. Non sarà un semplice limitarsi a trovare dei gusti che ricordino i drink, ma si riproporrà nella coppetta esattamente il bilanciamento degli ingredienti presenti nel bicchiere. Un’operazione facile a dirsi ma tutt’altro che semplice nella realizzazione, poiché l’alcool, lo zucchero e il sale sono anticongelanti naturali.

Telefonata Xi-Zelensky, cosa si sono detti i leader (secondo Pechino)

Telefonata Xi-Zelensky, cosa si sono detti i leader (secondo Pechino)Roma, 26 apr. (askanews) – Dal giorno dell’incontro a Mosca di Xi Jinping con il presidente russo Vladimir Putin, a marzo, da Pechino si continuava a ripetere che il leader cinese avrebbe sentito “al momento opportuno” anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Quel momento è venuto oggi: Xi ha avuto “su richiesta” una conversazione telefonica col leader di Kiev, la prima tra i due dall’invasione russa il 24 febbraio 2022 e la prima da quando la Cina ha presentato un “Position Paper” sulla crisi ucraina, con il quale si è proposta di fatto come mediatrice per una soluzione pacifica.

“Ho avuto un lungo e significativo colloquio telefonico con il presidente Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha scritto Zelensky su Twitter, tenendosi tutto sommato abbottonato sul coté più interessante, quello del conflitto con la Russia. La telefonata è stata seguita dalla nomina dell’ex ministro per le industrie strategiche Pavlo Riabikin ambasciatore “straordinario e plenipotenziario” a Pechino. Questo mentre la Cina comunicava l’invio del rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici Li Hui, che è stato anche ambasciatore cinese in Russia, come capo della delegazione in Ucraina e in altri paesi per consultazioni volte a una soluzione politica della crisi. Il canale, insomma, è stato aperto.

Nel comunicato rilanciato dai media di stato cinesi, sono stati forniti dettagli sulla posizione presentata da Xi al suo interlocutore ucraino. “Il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale è la base politica delle relazioni Cina-Ucraina”, hanno riferito i media cinesi. Xi Jinping ha sottolineato “che la complessa evoluzione della crisi ucraina ha avuto un forte impatto sulla situazione internazionale” e “la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace e la sua posizione è quella di promuovere la pace e i colloqui”. Xi ha assicurato che Pechino “in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di grande paese responsabile non volterà lo sguardo altrove, non aggiungerà benzina al fuoco, non punterà a trarre vantaggio” dal conflitto. E ha aggiunto: “Il dialogo e la negoziazione sono l’unica via d’uscita praticabile: non ci sono vincitori in una guerra nucleare”. Per questo motivo, tutte le parti coinvolte, alla luce anche dei rischi nucleari, “dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l’umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi”.

Xi ha osservato che “la razionalità” e le voci per il dialogo “stanno aumentando”, quindi è il momento di “cogliere l’opportunità per mettere assieme condizioni favorevoli verso una soluzione politica della crisi”, e ha auspicato che “tutte le parti riflettano profondamente sulla crisi ucraina e cerchino insieme una via per la pace e la stabilità a lungo termine in Europa attraverso il dialogo”. Con queste dichiarazioni, il presidente cinese sembra alludere ai segnali arrivati dalla recente visita a Pechino del presidente francese Emmanuel Macron, accompagnato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’inquilino dell’Eliseo ha detto di “contare” su Xi per lavorare a una soluzione pacifica. E, facendo riferimento alla crisi di Taiwan, in cui la Cina è parte in causa, ha affermato che l’Ue non si dovrebbe far coinvolgere e non dovrebbe essere “vassalla” degli Stati uniti. Le dichiarazioie del leader francese, che hanno suscitato polemiche in Occidente, non sono certamente passate inosservate in Cina.

Xi ha insistito oggi che “continuerà a lavorare per la pace, a promuovere i colloqui e farà sforzi per fermare la guerra, per ottenere un cessate-il-fuoco e ripristinare la pace il prima possibile”. Li Hui, ha chiarito il presidente, andrà “in Ucraina e in altri paesi per condurre una comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi ucraina”. Inoltre, il leader cinese ha ricordato come Pechino abbia “fornito diversi carichi di assistenza umanitaria all’Ucraina e sia disposta a continuare a fornire assistenza nell’ambito delle sue capacità”. Zelensky – secondo la versione raccontata dai media pubblici cinesi – si è congratulato con Xi Jinping per la sua rielezione allo storico terzo mandato come leader della Cina e ha ribadito come l’Ucraina si attenga al principio dell’”Unica Cina”, per quanto riguarda la questione di Taiwan, e speri di mettere in campo una cooperazione globale con la Cina, aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali, oltre a lavorare insieme per mantenere la pace e la stabilità nel mondo. Inoltre, Zelensky avrebbe “accolto con favore” l’importante ruolo della Cina nel ripristinare la pace e risolvere la crisi attraverso mezzi diplomatici.

Meloni: Italia sostiene Ucraina, noi protagonisti di ricostruzione

Meloni: Italia sostiene Ucraina, noi protagonisti di ricostruzioneRoma, 26 apr. (askanews) – “L’Italia continuerà a fare la sua parte a 360 gradi” per sostenere l’Ucraina “dal punto di vista politico, militare, umanitario” e si candida anche a diventare “protagonista” della ricostruzione. Questo il messaggio della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha chiuso la Conferenza sulla ricostruzione organizzata al Palazzo dei Congressi di Roma.

A margine dei lavori, a cui ha preso parte in collegamento anche Volodymyr Zelensky, Meloni ha incontrato il primo ministro ucraino Denys Shmyhal, che ha ringraziato l’Italia per il sostegno offerto in questi mesi. Un sostegno che non verrà meno, sul piano politico, militare, finanziario ma anche diplomatico: “Crediamo nella possibilità di una soluzione diplomatica a patto che non si pensi che la soluzione del conflitto possa essere la resa di un Paese aggredito”. Infatti, per la presidente del Consiglio, “alla pace si potrà arrivare solo quando la Russia cesserà le ostilità e gli attacchi agli obiettivi civili” e partendo dal “presupposto che l’integrità della nazione non è in discussione”. Del resto, per lei, “l’Italia non avrebbe potuto fare altra scelta che essere al fianco del popolo ucraino, non solo perchè era giusto farlo ma anche perchè quello che accade oggi in Ucraina ci riguarda tutti. Il popolo ucraino sta combattendo anche per noi, allontana un possibile conflitto più vicino a casa nostra”. In sostanza, l’Ucraina è la prima linea di difesa dell’Europa e nel sistema continentale dovrà essere quindi sempre più integrata. “E’ un avamposto della sicurezza del continente – ha detto la premier – e credo che il modo più intelligente per ringraziare l’Ucraina per quello che sta facendo sia accelerare la possibilità di far parte delle istituzioni europeee, possibilità che l’Italia ha sempre sostenuto. Peraltro voglio sottolineare gli sforzi enormi che Kiev ha fatto per riformare il suo sistema e avvicinarlo ai target richiesti dalla Commissione. Penso sia fondamentale riconoscere quello sforzo accelerando e avviando in tempi rapidi i negoziati di adesione all’Ue”. In attesa della fine del conflitto e di un futuro di “libertà e pace”, è però necessario andare “oltre”, sottolinea Meloni citando Antoine de Saint-Exupéry. Un andare oltre che parte, fin da subito, con la ricostruzione. “E’ nostro compito aiutare l’Ucraina a scrivere un nuovo capitolo della sua storia e l’Italia ha tutte le carte in regola per giocare un ruolo da protagonista, per la determinazione, la credibilità con cui abbiamo fatto le nostre scelte e non abbiamo mai tentennato ma anche perchè nel 2024 sarà presidente di turno del G7, è stata protagonista in tutte le grandi scelte fatte in questi anni”, dice, candidando il nostro Paese a ospitare nel 2025 la Ukraine recovery conference.

Certo la ricostruzione è una sfida, ma il messaggio che manda agli imprenditori riuniti in platea è di non avere timori. “Alle imprese – scandisce – dico di non aver paura di investire, di costruire e ricostruire in Ucraina, di saper guardare oltre i difficili mesi che stiamo attraversando. Non abbiate paura di scommettere sulla vittoria dell’Ucraina e sulla sua integrazione europea. Perché noi sosterremo con forza il diritto degli ucraini a essere parte della famiglia europea”. L’Italia che ha costruito il “miracolo economico” dopo la Seconda guerra mondiale, per la presidente del Consiglio, può costruire anche il “miracolo economico dell’Ucraina”. E per farlo serve l’”impegno responsabile” di tutti, anche dei privati. Un primo passo è la disponibilità di Sace (società di assicurazioni per le imprese controllata dal Mef) a riprendere l’attività in Ucraina, sospesa all’inizio del conflitto, con uno stanziamento di un miliardo. “Mettiamo a disposizione il meglio dell’Italia – ha garantito il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Il saper fare di 4 milioni di piccole e medie imprese che sono il tessuto connettivo della seconda manifattura d’Europa, a dimostrazione che l’Italia sa essere solidale e sostenere chi è a noi vicino”.

Appello di Kiev a Roma: aiutateci a ricostruire il nostro futuro

Appello di Kiev a Roma: aiutateci a ricostruire il nostro futuroRoma, 26 apr. (askanews) – La guerra non può essere “un ostacolo” alla ricostruzione dell’Ucraina devastata dall’invasione russa e l’Italia ha la grande “opportunità” di investire nel Paese, con le sue risorse migliori, “per costruire insieme un futuro di libertà e sicurezza”. Nel giorno della Conferenza bilaterale sulla ricostruzione dell’Ucraina, Kiev chiama Roma a un ruolo da protagonista. Ed è molto più di un invito. E’ un vero e proprio appello quello che il governo ucraino nella sua interezza rivolge al governo e alle aziende italiane: “Venite anche se il conflitto è in corso”, sono state le parole – esplicite – della vice premier e ministra dell’Economia Julija Svyrydenko, membro della delegazione arrivata nella capitale e guidata dal premier Denys Shmyhal.

La Russia vuole ancora distruggere l’Ucraina, non cerca la pace e dopo un anno non ha cambiato progetto, ha sottolineato il primo ministro ucraino, descrivendo la situazione attuale. E mentre i soldati ucraini sono impegnati nella difesa del territorio, il governo sta provando a completare quello che il capo della diplomazia Dmytro Kuleba ha definito “un miracolo”. Kiev è impegnata a risolvere problemi commerciali, instaurare rapporti economici, portare avanti riforme, ha ricordato. Sta lavorando per attrarre investimenti esteri. E l’Italia non può che essere un partner privilegiato. “Aiutateci a costruire “un futuro sicuro per tutti noi”, sono state le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, collegato in video. “Siamo pronti a far rinascere” il Paese, “non lasceremo mai queste ferite aperte sulle nostre terre”. Moltissimo il lavoro da fare e la Conferenza di Roma ha fornito spunti interessanti sui possibili campi d’intervento: il settore energetico, le infrastrutture, la logistica, l’industria. E poi occorre modernizzare le forze armate ucraine, e corrispondere agli standard di sicurezza dell’Unione europea, di cui Kiev “entrerà presto a far parte”. Una buona base di partenza saranno i Memorandum d’intesa firmati oggi: tra gli altri, quello tra ministero degli Esteri ucraino e l’Ice, per attivare i rapporti, e quelli relativi alla protezione dell’ambiente, al settore dell’industria, all’ammodernamento delle ferrovie ucraine, al reparto agro-industriale e alla costruzione di centrali idroelettriche.

Di certo, secondo Kiev, l’Ucraina ha bisogno di oltre 24 miliardi di dollari nel 2023 per almeno sei settori prioritari: energia, alloggi, sminamento, infrastrutture sociali, trasporti e piccole e medie imprese. L’obiettivo è “aiutare la gente a creare nuovo lavoro”. Un risultato che potrebbe essere ottenuto anche grazie a Sace, a cui Shmyhal ha espresso gratitudine per la decisione di stanziare un miliardo per le necessità primarie della popolazione. Simest, da parte sua, “darà investimenti diretti per creare nuove aziende in Ucraina”, ha commentato il premier. Tutti concordi – rappresentanti dei due governi e dirigenti delle oiltre 750 aziende presenti alla Conferenza – sul fatto che il momento di pensare alla ricostruzione dell’Ucraina è adesso. Le scelte fatte oggi “guideranno lo sviluppo economico nei prossimi anni”, ha detto la ministra Svyrydenko, citando i settori di interesse immediato per le aziende italiane: infrastrutture, tecnologia militare, metallurgia, area digitale ed informatica. Ricordando che il suo Paese è “leader globale nel settore agricolo” ed ha “capacità nel settore edile”, la vice premier ha quindi spiegato che “ricostruire le abitazioni” rase al suolo dai bombardamenti “sarà la nuova sfida”. Una considerazione condivisa da Zelensky, che ha allargato il campo: centinaia di scuole e ospedali sono stati completamente distrutti o gravemente danneggiati, ha ricordato il presidente. L’obiettivo di Kiev è ora ricostruirli con nuovi standard, moderni, “per far sì che la nostra gente possa vivere come vivono milioni di altre persone in sicurezza”, ha commentato Zelensky.

Un impegno a cui l’Italia potrà dare un contributo decisivo impiegando le sue risorse migliori, guardando alle “esigenze più immediate e al lungo periodo”, ha assicurato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Mettiamo a disposizione il meglio dell’Italia. Il saper fare di 4 milioni di piccole e medie imprese che sono il tessuto connettivo della seconda manifattura d’Europa, a dimostrazione che l’Italia sa essere solidale e sostenere chi è a noi vicino”, ha detto il ministro, che ha incassato – con la premier Giorgia Meloni – i ringraziamenti sentiti di tutta la delegazione ucraina arrivata a Roma. Un sentimento di riconoscenza espresso, a distanza, anche dallo stesso presidente ucraino. “Vorrei ringraziare tutti voi e personalmente la presidente Meloni per il suo sostegno”, ha detto Zelensky, invitato a Roma dalla presidente del Consiglio. “Grazie Giorgia per le tue parole, per il lavoro e per l’appoggio. Gloria all’Italia”. (di Corrado Accaputo)

Gabbani, Rocco Hunt e Boomdabash all’EstEstate Festival

Gabbani, Rocco Hunt e Boomdabash all’EstEstate FestivalRoma, 26 apr. (askanews) – Rocco Hunt, Gabbani, Boomdabash e Michael Bolton: sono tra i grandi artisti che si esibiranno sul palco dell’Arena del Castello Carrarese di Este (PD) dal 29 giugno al 15 luglio all’interno della terza edizione di EstEstate Festival. La cinta muraria e la torre del mastio che dal medioevo domina la città diventeranno le quinte del palcoscenico che ospiterà i migliori artisti della scena musicale pop e rock italiana e internazionale, due appuntamenti con la musica sinfonica, one man show, spettacoli di cabaret e persino dj set.

Ad inaugurare il Festival, giovedì 29 giugno alle 21.30 sarà il trio comico Giuseppe Giacobazzi, Paolo Cevoli e Duilio Pizzocchi. Per il festival atestino il Maestro Diego Basso ha poi studiato una produzione divisa in due appuntamenti con orchestrali e ospiti d’eccezione: sabato 1 luglio alle 21.30, il concerto “Tu chiamale se vuoi emozioni” celebrerà gli 80 anni di Lucio Battisti, la seconda parte, martedì 4 luglio sempre alle 21.30, intitolata “Diego Basso e Andrea Griminelli. Musiche da Oscar”, vedrà protagonista, insieme all’Orchestra, diretta dal Maestro Basso, il flautista di fama internazionale Andrea Griminelli. Lunedì 3 luglio alle ore 21.30 sul palco dell’EstEstate Festival l’unica data italiana del cantautore statunitense Michael Bolton, tra i cantanti più amati e conosciuti della musica pop internazionale. Venerdì 7 luglio alle ore 21.30, ancora musica protagonista con Francesco Gabbani, che farà tappa ad Este con il tour “Ci vuole un fiore”, il primo show amico dell’ambiente. A seguire, l’8 luglio Rocco Hunt, con il tour “L’ammore overo”. E ancora grande aria di festa, mercoledì 12 luglio alle 21.30, quando i Boomdabash arriveranno a Este con “The party specialists”, uno show completamente nuovo e rinnovato.

A grande richiesta, venerdì 14 luglio alle ore 21.30, torna a calcare il palco estense il cabarettista milanese Pucci, con il suo “Pucci Summer Tour”. A chiusura del festival, sabato 15 luglio alle ore 21.30 l’Arena del Castello Carrarese si trasformerà in grande dance floor all’aperto con “Wonderland 2000”, festa-evento ad ingresso gratuito. Gli eventi sono organizzati da Delphi International con il contributo e il patrocinio del Comune della Città di Este e la direzione artistica di Cinzia Bonafede. Tutti gli spettacoli avranno inizio alle 21.30 e si svolgeranno anche in caso di pioggia. I prezzi dei biglietti, in vendita nel circuito Ticketone e in tutte le rivendite locali di Ticketone, per tutti gli spettacoli, e sul circuito Ticketmaster per il concerto dei Boomdabash.

Haavisto: la Finlandia non è più sola a difendere se stessa, ma anche tutti gli stati membri della Nato

Haavisto: la Finlandia non è più sola a difendere se stessa, ma anche tutti gli stati membri della NatoHelsinki, 26 apr. (askanews) – ‘Ciò che sta cambiando è che se qualcuno sta minacciando la Finlandia, in qualsiasi circostanza, non è solo la Finlandia a difendere se stessa, ma anche tutti gli stati membri della Nato ai sensi dell’articolo 5’. Il ministro degli Esteri finlandese Pekka Haavisto parla in una video intervista ad askanews – la prima rilasciata a un media italiano dopo lo storico ingresso della Finlandia nella Nato, il 4 aprile – che pubblichiamo di seguito per esteso.

‘La Finlandia ovviamente, porta come membro della Nato un lungo confine: quello con la Russia è lungo più di 1300 km: ora è un confine Nato-Russia’ precisa Haavisto. ‘La nostra volontà è quella di portare un confine pacifico alla Nato e mantenerlo pacifico e speriamo che il confine sia pacifico in futuro. E attualmente non ci sono tensioni militari al confine finlandese tra Finlandia e Russia. In realtà il nostro confine non permette al momento il turismo dalla Russia, a causa delle sanzioni, ma ammettiamo chi studia in Finlandia, chi lavora in Finlandia o ha parenti in Finlandia. Quindi il confine non è totalmente chiuso’. Un grande cambiamento, anche se molte cose restano le stesse. ‘Molte molte cose rimangono: siamo membri attivi dell’Unione Europea’ prosegue il ministro. ‘Abbiamo sempre detto che non siamo più politicamente neutrali da quando abbiamo aderito all’Unione Europea perché l’Unione Europea assume anche una posizione politica globale. Ora stiamo terminando il nostro non allineamento militare, unendoci alla Nato. Abbiamo una forte forza militare. Abbiamo un esercito di coscrizione, quindi tutti prestano servizio, abbiamo una grande riserva di 300.000 persone pronte nella nostra riserva’.

Già a dicembre la Finlandia ha dichiarato che avrebbe sostituito i suoi vecchi jet da combattimento F/A-18 con 64 aerei F-35 e sistemi d’arma: il paese utilizza più del 2% del suo Pil per le spese militari. askanews: Che cosa ha pensato e quali sentimenti prova e ha provato in un momento così storico come l’ingresso come 31esimo Paese membro della Nato?

Haavisto: ‘Ovviamente l’innalzamento della bandiera finlandese davanti al quartier generale della NATO a Bruxelles è stata una grande festa non solo a Bruxelles, ma anche qui in Finlandia’ dice Haavisto, concentrandosi anche sui sentimenti provati in un momento storico. ‘Molti dei miei amici l’hanno festeggiato; mio fratello mi ha detto che anche lui stava alzando la bandiera qui in Finlandia perché si sentiva così emozionato per l’adesione della Finlandia alla Nato. Nonostante questo processo sia stato abbastanza rapido – se si guarda allo standard della Nato, abbiamo iniziato lo scorso maggio e ora siamo già membri, quindi è meno di un anno – nelle circostanze in cui l’Europa è in guerra, quando c’è un’aggressione russa contro l’Ucraina, ogni giorno sembrava abbastanza lungo mentre aspettavamo l’ultima ratifica Siamo grati all’Italia, perché l’Italia è stata uno di quei Paesi che ha ratificato molto rapidamente’. Il ministro nota inoltre che ‘fortunatamente’ le ultime ratifiche sono arrivate anche da Ungheria e Turchia.

askanews: Cosa ci può dire dei rapporti con Paesi come l’Italia all’interno e al di fuori della Nato? Haavisto: ‘L’Italia è già un nostro buon partner già nel contesto dell’Unione Europea e siamo uno dei Paesi che guarda all’importante ruolo degli italiani nel Mediterraneo. L’Italia ha molti confini di migrazione e per i rifugiati. Vorrebbe condividere maggiormente con gli altri Paesi Ue la questione. Ho chiamato il vostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, per parlare dell’incontro del ministri degli Esteri Ue in Lussemburgo di lunedì (24 aprile, ndr): abbiamo discusso diverse questioni. Abbiamo discusso i risultati dell’incontro G7 di cui è parte l’Italia. Abbiamo discusso anche degli aiuti italiani all’Ucraina e abbiamo sentito che ci sono molti aiuti commerciali per la ricostruzione che arriveranno dall’Italia per l’Ucraina’, ha proseguito Haavisto. Nel corso del colloquio avvenuto giovedì i due ministri hanno parlato anche della questione migranti e della ‘attuale situazione in Sudan, dove entrambi i nostri Paesi – ha detto Haavisto – hanno propri connazionali in circostanze davvero difficili, a Khartoum e in altri luoghi in Sudan’.

askanews: Se c’è un punto in comune fra Finlandia e Italia è proprio quello di avere entrambi confini impegnativi, che richiedono molta attenzione. Condivide questo punto di vista?

Haavisto: ‘Condivido pienamente questa visione. L’Italia è uno di quei Paesi che conosce molto bene la situazione nordafricana, in particolare la Libia certamente. Dobbiamo dare ascolto molto attentamente all’esperienza italiana su questi temi. Noi (finlandesi) abbiamo un confine molto lungo con la Russia e abbiamo analizzato molto spesso gli sviluppi in Russia e abbiamo anche cercato di aumentare la nostra conoscenza, ma queste sono dinamiche interne. Penso che entrambi i Paesi (Italia e Finlandia, ndr) si prendono cura dei confini esterni della Nato e Ue’.

askanews: Sappiamo che non ci sono piani per una base Nato in Finlandia. Ma sicuramente c’è molto nel vostro futuro di Paese Nato e Paese Nato nel Mar Baltico, anche alla luce delle attuali esercitazioni in Svezia. Insomma, dopo il vostro ingresso, cosa verrà ora?

Haavisto: ‘Prima di tutto ora che siamo membri della NATO, uno dei problemi più acuti è ovviamente quello di coinvolgere la Svezia, anche come membro della NATO. Ci auguriamo che ciò accada prima del vertice di Vilnius in estate, perché quando si fa qualsiasi pianificazione militare nella Nato intorno al Mar Baltico e agli Stati del Mar Baltico, è molto difficile fare a meno della Svezia. La Svezia è una parte importante della difesa nordica, la Svezia è una parte molto importante della difesa del Mar Baltico. E allo stesso tempo, ora che siamo membri della NATO i nostri colleghi del Baltico, di Estonia, Lituania e Lettonia sono abbastanza interessati a cooperare più strettamente e probabilmente faremo parte della sorveglianza (del Baltico, ndr) in futuro. Ed è molto importante che anche noi, non solo pensiamo alla Nato come a un tutto, ma anche a diverse regioni della Nato, e che rafforziamo la nostra cooperazione con la Svezia. E ora che siamo membri della NATO, ci sono più esercitazioni militari, in Svezia ci sono grandi esercitazioni in corso, ma accoglieremo anche in Finlandia diverse esercitazioni e ci saranno più esercitazioni di questo tipo in futuro. Non stiamo parlando tanto di una base NATO permanente: sappiamo che il nostro paese è ben controllato dai nostri stessi militari ma, ovviamente, questi sono problemi che saranno poi risolti nella pianificazione militare della NATO in futuro’.

askanews: Cosa vi attendete dal summit di Vilnius a luglio?

Haavisto: ‘Il vertice di Vilnius in Lituania sarà una pietra miliare molto importante per la NATO. Penso che l’argomento chiave da discutere sia come continuare il nostro intenso sostegno all’Ucraina. La Finlandia ha già aiutato l’Ucraina con 14 pacchetti militari – per un valore di circa 1 miliardo di euro – e continueremo il nostro sostegno militare all’Ucraina. L’Ucraina avrà anche bisogno di ricostruzione, aiuti umanitari e quindi è importante che l’UE e la NATO siano coinvolte nel sostenere l’Ucraina. E poi c’è la questione indopacifica: la tensione tra Cina e Taiwan sarà discussa dagli Stati membri della Nato a Vilnius’.

askanews: Quando la guerra in Ucraina finalmente sarà conclusa, sarà il momento della ricostruzione. Cosa può fare la Finlandia in questo senso?

Haavisto: ‘La ricostruzione in Ucraina, ovviamente, è molto importante dopo gli effetti devastanti della guerra e tutto ciò che è stato distrutto. E penso che ci siano alcuni settori in cui la Finlandia potrebbe aggiungere qualcosa, prima di tutto abbiamo già lavorato attivamente nel settore energetico: piccoli generatori e altro sono stati forniti dalla Finlandia all’Ucraina. La nostra primo ministro e ora anche il nostro ministro dell’ambiente hanno visitato l’Ucraina e hanno offerto aiuto nel settore ambientale, con analisi ambientali e bonifiche. Poi anche sulla questione della sicurezza nucleare abbiamo visto tutti quei problemi intorno all’impianto nucleare di Zaporizhzhia: la sicurezza nucleare è sicuramente un argomento chiave in Ucraina. E infine la Finlandia è ben nota per il sistema scolastico, il sistema educativo e così via tutto quello che possiamo fare per sostenere il settore dell’istruzione in Ucraina. Abbiamo circa 50.000 rifugiati ucraini in Finlandia e ovviamente è nostro dovere aiutare queste persone. Sono ben accolti e apprezzati dalla società finlandese e abbiamo cercato di offrire loro una scuola adeguata qui in Finlandia’. (di Cristina Giuliano e Serena Sartini)