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Sanità digitale, Liguria prima regione a dotarsi dell’App mi@Salute

Sanità digitale, Liguria prima regione a dotarsi dell’App mi@SaluteRoma, 24 apr. (askanews) – Parte dalla Liguria l’App mi@Salute dedicata a tutti i cittadini italiani che intendono consultare la propria storia clinica, anche attraverso i dati del Fascicolo Sanitario Elettronico.

La piattaforma innovativa è stata presentata durante la cerimonia di consegna di tablet con applicazione dedicata in favore dei degenti dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova. L’iniziativa, che rientra nel programma dell’anno europeo delle competenze, è stata promossa dalla Fondazione Aidr – Italian Digital Revolution (www.aidr.it) in collaborazione con il professor Matteo Bassetti, direttore Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino, alla presenza del presidente della Regione Liguria, dell’assessore alla Sanità della Regione Liguria, dell’amministratore unico di Liguria Digitale, Enrico Castanini, del direttore generale del Policlinico, Marco Damonte Prioli e di Mauro Nicastri, presidente della Fondazione Aidr, e Andrea Bisciglia, cardiologo PO San Filippo Neri di Roma e responsabile dell’Osservatorio Sanità Digitale – Fondazione Aidr. I 10 tablet, donati dai partner tecnologici della Fondazione Aidr, FujiFilm Italia e Normadec, sono dotati di un’App dedicata di ultima generazione, che consente a tutti i cittadini di consultare la propria storia clinica, anche attraverso l’interoperabilità del fascicolo sanitario, su tutto il territorio nazionale, rendendo così disponibile per ogni paziente l’intero fascicolo sanitario, a prescindere della regione in cui decida di sottoporsi a visita medica.

“La Regione Liguria – ha sottolineato il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti – ha accolto con molto interesse la proposta presentata oggi dalla Fondazione Aidr. Portare i dati sanitari dei pazienti nel modo più veloce e fruibile è uno degli obiettivi che dobbiamo raggiungere per consentire quella snellezza che ci può aiutare anche ad abbattere le liste d’attesa che si sono create a causa del Covid. Questa applicazione è quindi un esempio di come la tecnologia può essere messa al servizio dei cittadini semplificando loro la vita, soprattutto in ambito sanitario. Ne abbiamo avuto altri esempi anche durante la pandemia, basti pensare al portale realizzato da Liguria Digitale per la prenotazione dei vaccini anti Covid su tutto il nostro territorio oppure con la dematerializzazione delle ricette in collaborazione con le farmacie. E il fatto che sia stato scelto il Policlinico San Martino e l’istituto di Malattie infettive è un segno della stima di cui gode il nostro principale ospedale regionale”. “Si tratta – ha dichiarato durante la cerimonia il professore Matteo Bassetti – di un passo in avanti fondamentale in direzione della interoperabilità del fascicolo sanitario elettronico a tutela del cittadino, il quale potrà condividere con i medici la sua storia clinica, e al contempo aiuterebbe molto noi medici nella semplificazione e maggior appropriatezza di cure; consentendoci anche di evitare ripetizioni di esami inutili, che attualmente ingolfano e allungano le liste d’attesa. In questa direzione sarà fondamentale la sensibilizzazione dei medici, che dovranno informare i cittadini dei vantaggi della nuova tecnologia”.

“La parola d’ordine è semplificazione e sicuramente l’informatica, attraverso strumenti facili come i tablet, consente al cittadino di poter condividere velocemente notizie sanitarie evitando inutili percorsi aggiuntivi, esami clinici e strumentali che altro non fanno che appesantire il sistema – ha aggiunto l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola -. Questo è il presente e sarà certamente il futuro con l’opportunità quindi, anche da remoto, di poter condividere dati sanitari con il proprio medico senza doversi recare fisicamente in studio: tutto ciò limiterà così il numero delle visite che a volte sono soltanto valutazioni di esami e interpretazioni di dati”. “Ringrazio i donatori per i device – ha affermato il direttore generale dell’Ospedale Policlinico San Martino, Marco Damonte Prioli – che saranno integrati nel sistema operativo del nostro Policlinico. Il nostro ospedale, grazie alla costante collaborazione con Liguria Digitale e il suo amministratore unico Enrico Castanini, sta innalzando gli standard tecnologici. Il San Martino intende perseguire una strada sempre più mirata all’alta complessità di cura, che inevitabilmente sposta l’asticella degli investimenti verso la tecnologia e le sue derivazioni, in ogni settore della medicina compreso quello delle Malattie Infettive, reparto di eccellenza e di fama nazionale diretto dal prof. Bassetti.

“Già nel corso di un precedente convegno promosso da Aidr nei mesi scorsi a Roma, alla presenza del professore Bassetti – ha rimarcato il presidente della Fondazione, Mauro Nicastri – avevamo lanciato un patto per l’interoperabilità del fascicolo sanitario elettronico, quale strumento a tutela dei cittadini, nell’ottica di una fruizione dei dati da parte dei sanitari su tutto il territorio il territorio nazionale. Oggi siamo orgogliosi di aver contribuito a costruire un altro tassello fondamentale in questa direzione”. “Questa App consentirà una gestione puntuale e aggiornata del quadro clinico dei pazienti – ha evidenziato infine Andrea Bisciglia, cardiologo PO San Filippo Neri di Roma e Responsabile Osservatorio Sanità Digitale AIDR -. Già nei mesi scorsi ci eravamo fatti portavoce di questa fondamentale implementazione all’interno del fascicolo sanitario elettronico e grazie alla collaborazione di istituzioni e aziende, abbiamo fatto un notevole passo in avanti”.

Sudan, Tajani: orgoglioso di accogliere italiani a Ciampino

Sudan, Tajani: orgoglioso di accogliere italiani a CiampinoRoma, 24 apr. (askanews) – “Felice e orgoglioso di accogliere i connazionali di rientro dal Sudan. Operatori umanitari, diplomatici e militari che con impegno e dedizione ancora una volta hanno fatto onore all’Italia. Grazie all’Unità di Crisi, al ministero della Difesa e a Palazzo Chigi”, ha scritto su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani postando le foto dell’accoglienza del primo gruppo di italiani e stranieri atterrato a Ciampino nell’ambito dell’operazione di evacuazione dal Sudan.

I primi connazionali evacuati dal Sudan sono atterrati poco dopo le ore 20.25 all’aeroporto militare di Ciampino a bordo di un velivolo KC-767 dell’Aeronautica Militare. Sul volo anche il personale dell’ambasciata italiana a Khartoum, e l’ambasciatore Michele Tommasi che ha parlato di “momenti delicati” e di un’operazione condotta “perfettamente” e seguita “passo dopo passo” dall’Unità di crisi. Insieme a loro anche i militari della Joint Evacuation Task Force (JETF), il team militare della Difesa composto anche da Forze speciali che ha gestito sul campo le operazioni di evacuazione dal Sudan.

In nottata è previsto l’arrivo di un secondo velivolo: un C-130 con a bordo altri civili evacuati. Due velivoli distinti per un totale di 83 connazionali rimpatriati e 13 stranieri.

Borrell: Pechino ha preso distanze da suo ambasciatore a Parigi

Borrell: Pechino ha preso distanze da suo ambasciatore a ParigiBruxelles, 24 apr. (askanews) – “E’ stato importante, e ci tengo a segnalarlo, che Pechino abbia preso le distanze dalle dichiarazioni inaccettabili del suo ambasciatore a Parigi. Ieri avevo detto su Twitter che speravo che queste ossservazioni o dichiarazioni dell’ambasciatore non fossero la posizione ufficiale della Cina; e ora abbiamo una risposta concreta che non lo sono. Quindi è una buona notizia”.

Lo ha affermato l’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Affari Esteri di oggi a Lussemburgo, in riferimento alle dichiarazioni dell’ambasciatore cinese a Parigi, Lu Shaye, secondo cui la Crimea apparterrebbe alla Russia e i paesi dell’ex Unione sovietica non avrebbero uno “status effettivo” di Stati sovrani nel diritto internazionale. “Ora – ha osservato Borrell -, nel comportamento degli ambasciatori di tutto il mondo può succedere che vi sia un’espressione sbagliata, o una frase espressa in modo equivoco. Non entro in questa faccenda, è una questione che riguarda il Ministero degli Esteri cinese. Quello che volevo sapere è quale fosse la posizione ufficiale. Questo è stato chiarito, e, come previsto, non mette in discussione la sovranità delle ex repubbliche sovietiche, siano esse nel Baltico, o in Asia centrale, o nel Caucaso. Ci possono essere altri problemi, ma credo che questo incidente, debitamente chiarito, sia servito”.

“Credo che le spiegazioni che abbiamo ricevuto dal ministero degli Esteri cinese in Cina siano sufficienti”, ha tagliato corto l’Alto rappresentante. “Sulla Cina: come è noto, la mia visita” a Pechino “ha dovuto essere riprogrammata”, ma bisogna “parlarsi per capirsi meglio. Insistiamo sull’idea, e io personalmente insisto sull’idea, che ci sono aree in cui i nostri interessi convergono e dobbiamo lavorare insieme. Le sfide globali non si risolvono senza la Cina”, come per il clima, o la salute mondiale. “Ma noi ci aspettiamo anche – ha ricordato Borrell – che la Cina agisca in difesa delle regole e delle norme internazionali, in modo del tutto non selettivo”. E in particolare, “quando si tratta della Russia che giustifica la guerra contro l’Ucraina, la Cina in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza ha la responsabilità di difendere la carta delle Nazioni Unite”.

“Ma sulla Cina – ha annunciato Borrell – dovremo continuare a discutere sulla prossima riunione di Gymnich”, la riunione informale dei ministri degli Esteri che si svolgerà in Svezia; “stiamo preparando un ‘position paper’ che aggiorna e ricalibra la nostra strategia nei confronti della Cina, così come è stata definita nel 2019, che è molto tempo fa; stiamo studiando come attuare un nuovo approccio. Anche in questo caso la politica estera deve essere definita dal Consiglio dell’Unione europea, e lavoreremo per presentarla con un’analisi, il ‘position paper’, che sarà discusso dai leader” dei Ventisette. “Oggi c’erano troppi temi all’ordine del giorno per poter approfondire il tema della Cina, ma sarà un tema permanente di cui parleremo al Gymnich”. “Non si tratta di riscoprire la ruota, o di cambiare tutto: è chiaro che la definizione della Cina come concorrente, partner e rivale (che era stata affermata nel 2019, ndr) è ancora molto valida, perché rispecchia fedelmente la situazione; puoi combinare questi tre elementi in proporzioni diverse e trovare un mix diverso. Tutto dipende da come li combini; e oggi è chiaro che la dimensione della rivalità è aumentata, ma non sono diminuite le dimensioni del partneriato, né la dimensione della competizione; al contrario, è aumentata anche la dimensione della concorrenza”, ha spiegato l’Alto Rappresentante.

E ha aggiunto: “Mentre continuiamo a parlare della Cina, i nostri rapporti commerciali con essa continuano ad aumentare. La stessa cosa era accaduta la dipendenza energetica della Russia: tutti nel mondo parlavano della dipendenza energetica dalla Russia, mentre quella dipendenza continuava ad aumentare. Noi continuiamo ad avere un rapporto economico, finanziario e commerciale con la Cina di tale importanza che non può essere ignorato: ci sono quasi 12,5 miliardi di euro al giorno di relazioni commerciali, e questa cifra è in aumento”. “Quindi – ha sottolineato Borrell – dobbiamo continuare a lavorare su questo trittico. Ma dove sia il baricentro di questo trittico, il punto di equilibrio di quel triangolo, dipende dal peso di ogni vertice. Parlando in termini di meccanica, in un triangolo con tre vertici dipende la direzione in cui il tirangolo si inclina dipende dal peso di ciascun vertice. Ma questi tre lati del triangolo continueranno comunque ad esistere”.

“Quello che faremo, con i dati attuali, diversi da quelli di qualche anno fa, e con l’atteggiamento degli Stati Uniti, diverso da quello di quattro o cinque anni fa, sarà ricalibrare il nostro approccio verso la Cina, tenendo conto conto dei punti di vista espressi dalla presidente della Commissione europea, naturalmente, e di quelli dei capi di Stato e di governo dei diversi paesi dell’Unione. E ovviamente del nostro, quello dei ministri degli Esteri, che hanno il compito di proporre al Consiglio europeo una politica estera così importante come lo è il rapporto con la Cina”, ha concluso l’Alto Rappresentante.

Alcuni italiani sono rimasti in Sudan

Alcuni italiani sono rimasti in SudanRoma, 24 apr. (askanews) – “Tutto si sta concludendo nel modo migliore, in Sudan sono rimasti alcuni italiani che non sono voluti partire, fanno parte di ong e qualche missionario che ha deciso di rimanere in Sudan, continueremo a seguire anche loro con grande attenzione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani da Ciampino, poco prima dell’atterraggio del primo aereo con i connazionali evacuati da Khartoum a causa dei combattimenti. Tajani ha poi specificato che oggi rientrano 83 italiani e 13 stranieri evacuati ieri da Khartoum.

Franco Masini, il coordinatore medico per Emergency del Centro Salam di Khartoum, il più grande ospedale di cardiochirurgia di tutta l’Africa, ha deciso di restare in Sudan, nonostante i combattimenti in corso, e con lui sono rimasti “altri 38 italiani, medici e infermieri”. “Non c’erano alternative – ha spiegato Masini al Corriere della Sera – che fine farebbero gli 81 pazienti che abbiamo in questo momento? Li lasciamo in mezzo alla battaglia? Dobbiamo restare”. Il coordinatore di Emergency ha spiegato che “sono partiti per l’Italia solo in sette, tre erano a fine missione, gli altri quattro sono amministrativi, perciò il loro contributo non era più essenziale, qui le banche ormai sono tutte chiuse”. Masini era grande amico di Gino Strada: “Oggi vi dico che qui a Khartoum Gino ci sarebbe servito moltissimo, lui aveva una capacità unica di rapportarsi con le diverse fazioni. Anche pensando a lui, ho deciso di restare”. Dall’inizio delle ostilità, il 15 aprile scorso, il personale vive accampato in ospedale: “Nessuno torna a casa, ogni tanto sentiamo gli spari qui vicino che arrivano dal ponte sul Nilo”. “Viveri ne abbiamo perché i nostri fornitori sudanesi malgrado i rischi sono venuti giorni fa con un carico. Ma se continuano i combattimenti, tra un mese i farmaci cominceranno a scarseggiare”, ha denunciato.

Il primo 25 aprile per Meloni da premier

Il primo 25 aprile per Meloni da premierRoma, 24 apr. (askanews) – L’unico appuntamento in agenda, ormai da un paio di settimane, continua a essere la presenza in mattinata all’Altare della Patria con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un momento, per prassi, di raccoglimento e silenzio. Per il resto palazzo Chigi ha contribuito a creare un alone di mistero sul primo 25 aprile di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio, nonché il primo di un governo di destra-centro. Segno che questo passaggio è vissuto come un momento di grande importanza. Quel che filtra, però, è che la premier non si limiterà a quel raccoglimento e a quel silenzio. In che forma non è ancora dato sapere – potrebbe trattarsi di una intervista o di una lettera a un quotidiano, più difficilmente un post sui social o una dichiarazione: comunque Giorgia Meloni si prepara a fare un intervento in cui – viene spiegato – pronuncerà “parole chiare” su una festa che ritiene non debba essere divisiva e su concetti, come libertà e democrazia, “che non appartengono solo alla sinistra”, sulla Costituzione come faro di tutti.

Inutile chiedere se accoglierà il suggerimento di Gianfranco Fini, che ha invitato lei e tutta la destra a pronunciare senza remore la parola antifascismo. Ma la presidente del Consiglio, viene assicurato, andrà oltre la condanna delle leggi razziali come “macchia indelebile” più volte ribadita. Anche per superare le polemiche sulla recente dichiarazione sulle Fosse ardeatine – e sull’eccidio causato dal solo fatto di essere italiani – per non dire della ‘revisione’ storica operata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sui fatti di via Rasella.Finora i partiti della maggioranza sono andati in ordine sparso, tanto che il punto di equilibrio tra le diverse sensibilità è stata la risoluzione presentata in Senato in cui il 25 aprile veniva affiancato a una serie di altre feste e in cui si condannavano complessivamente tutti i totalitarismi. Forza Italia, forte del famoso discorso di Onna pronunciato da Berlusconi nel 2009, sin da subito si è dichiarata pronta a partecipare in prima fila alle celebrazioni. Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per esempio, sarà alle Fosse ardeatine e con lui anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Nella Lega, dopo qualche ondeggiamento, hanno cominciato a prevalere voci più nette. Come quella del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che qualche giorno fa ha dichiarato che il 25 aprile è una data “fondamentale” perché “segna la sconfitta della dittatura fascista” e “il ritorno alla libertà”. Ma anche del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di “festa fondante”. Matteo Salvini ha fatto sapere che festeggerà la “Liberazione del nostro Paese”, ma per quel che è dato sapere in agenda ci sono solo dei comizi elettorali in Brianza. Nelle scelte del partito della presidente del Consiglio, invece, a dominare sono le diverse sfumature. Non è certo il caso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che da tempo ha annunciato che accompagnerà il capo dello Stato in Piemonte, a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo.La Russa, dopo aver dichiarato che nella Costituzione la parola antifascismo non c’è, come noto domani sarà a Praga dove deporrà una corona al monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao prima di recarsi al campo di concentramento di Theresienstadt. Come a dire che se si condannano fascismo e nazismo non bisogna dimenticare il comunismo. Nelle ultime ore, tuttavia, anche nel partito della premier cominciano ad emergere posizioni più chiare. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato e ascoltato consigliere della premier, se in un primo momento aveva spiegato di non poter partecipare a nessuna celebrazione perché impegnato nel G7 in Giappone, adesso ha deciso di anticipare il suo rientro e domani sarà a Subiaco al monumento dei martiri di Cicchetti prima di partecipare alla cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione. Il ministro Urso sarà invece a Porta San Paolo alla commemorazione organizzata dalla comunità ebraica di Roma. D’altra parte, già a inizio legislatura – fanno notare dal suo staff – aveva dichiarato che “il 25 aprile rappresenta una data storica per il nostro Paese, la data in cui gli italiani hanno ritrovato la libertà”.

 

25 aprile, attesa per le parole di Meloni: non sia una giornata divisiva

25 aprile, attesa per le parole di Meloni: non sia una giornata divisivaRoma, 24 apr. (askanews) – L’unico appuntamento in agenda, ormai da un paio di settimane, continua a essere la presenza in mattinata all’Altare della Patria con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un momento, per prassi, di raccoglimento e silenzio. Per il resto palazzo Chigi ha contribuito a creare un alone di mistero sul primo 25 aprile di Giorgia Meloni da presidente del Consiglio, nonché il primo di un governo di destra-centro. Segno che questo passaggio è vissuto come un momento di grande importanza. Quel che filtra, però, è che la premier non si limiterà a quel raccoglimento e a quel silenzio. In che forma non è ancora dato sapere – potrebbe trattarsi di una intervista o di una lettera a un quotidiano, più difficilmente un post sui social o una dichiarazione: comunque Giorgia Meloni si prepara a fare un intervento in cui – viene spiegato – pronuncerà “parole chiare” su una festa che ritiene non debba essere divisiva e su concetti, come libertà e democrazia, “che non appartengono solo alla sinistra”, sulla Costituzione come faro di tutti.

Inutile chiedere se accoglierà il suggerimento di Gianfranco Fini, che ha invitato lei e tutta la destra a pronunciare senza remore la parola antifascismo. Ma la presidente del Consiglio, viene assicurato, andrà oltre la condanna delle leggi razziali come “macchia indelebile” più volte ribadita. Anche per superare le polemiche sulla recente dichiarazione sulle Fosse ardeatine – e sull’eccidio causato dal solo fatto di essere italiani – per non dire della ‘revisione’ storica operata dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, sui fatti di via Rasella. Finora i partiti della maggioranza sono andati in ordine sparso, tanto che il punto di equilibrio tra le diverse sensibilità è stata la risoluzione presentata in Senato in cui il 25 aprile veniva affiancato a una serie di altre feste e in cui si condannavano complessivamente tutti i totalitarismi. Forza Italia, forte del famoso discorso di Onna pronunciato da Berlusconi nel 2009, sin da subito si è dichiarata pronta a partecipare in prima fila alle celebrazioni. Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per esempio, sarà alle Fosse ardeatine e con lui anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Nella Lega, dopo qualche ondeggiamento, hanno cominciato a prevalere voci più nette. Come quella del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che qualche giorno fa ha dichiarato che il 25 aprile è una data “fondamentale” perché “segna la sconfitta della dittatura fascista” e “il ritorno alla libertà”. Ma anche del governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha parlato di “festa fondante”. Matteo Salvini ha fatto sapere che festeggerà la “Liberazione del nostro Paese”, ma per quel che è dato sapere in agenda ci sono solo dei comizi elettorali in Brianza. Nelle scelte del partito della presidente del Consiglio, invece, a dominare sono le diverse sfumature. Non è certo il caso del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che da tempo ha annunciato che accompagnerà il capo dello Stato in Piemonte, a Cuneo e a Borgo San Dalmazzo.

La Russa, dopo aver dichiarato che nella Costituzione la parola antifascismo non c’è, come noto domani sarà a Praga dove deporrà una corona al monumento di Jan Palach in Piazza San Venceslao prima di recarsi al campo di concentramento di Theresienstadt. Come a dire che se si condannano fascismo e nazismo non bisogna dimenticare il comunismo. Nelle ultime ore, tuttavia, anche nel partito della premier cominciano ad emergere posizioni più chiare. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, cognato e ascoltato consigliere della premier, se in un primo momento aveva spiegato di non poter partecipare a nessuna celebrazione perché impegnato nel G7 in Giappone, adesso ha deciso di anticipare il suo rientro e domani sarà a Subiaco al monumento dei martiri di Cicchetti prima di partecipare alla cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione. Il ministro Urso sarà invece a Porta San Paolo alla commemorazione organizzata dalla comunità ebraica di Roma. D’altra parte, già a inizio legislatura – fanno notare dal suo staff – aveva dichiarato che “il 25 aprile rappresenta una data storica per il nostro Paese, la data in cui gli italiani hanno ritrovato la libertà”.

Sudan, ringraziamenti di Tajani per successo evacuazione italiani

Sudan, ringraziamenti di Tajani per successo evacuazione italianiBruxelles, 24 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con la stampa a margine del Consiglio Esteri dell’Ue oggi a Lussemburgo, ha rivendicato il successo dell’operazione di evacuazione degli italiani in Sudan, che ha coinvolto anche altri cittadini stranieri, e che ha dimostrato un alto grado di collaborazione fra diverse amministrazioni dello Stato.

“Voglio ringraziare l’ambasciatore d’Italia” in Sudan “perché ha fatto un lavoro straordinario: durante tutte le giornate più complicate, tutti gli italiani sono stati sempre e comunque informati di ciò che stava accadendo, e l’Ambasciata d’Italia è stato un punto di riferimento anche per tanti altri cittadini stranieri”, ha riferito il ministro. “Sono tanti – ha continuato Tajani – quelli che hanno trovato rifugio nell’Ambasciata d’Italia, e questo ci fa onore, dimostra che nei momenti di difficoltà siamo sempre pronti ad aiutare altre persone, e non soltanto i nostri connazionali”.

“Ringrazio di cuore – ha ribadito il ministro – le nostre Forze armate che hanno compiuto l’operazione, e ringrazio di cuore l’intelligence e ovviamente tutti i funzionari del Ministero degli Esteri, a cominciare da quelli dell’Unità di crisi, che giorno e notte hanno lavorato per rintracciare e contattare uno per uno i cittadini italiani”, tenendoli “informati e aggiornati sull’evolversi della situazione. Giorno e notte hanno lavorato i nostri funzionari, in contatto con la nostra Ambasciata a Khartoum”. “E’ importante che l’operazione si sia conclusa in maniera seria ed efficace, che i nostri connazionali siano tutti quanti salvi e possono rivedere le loro famiglie godendo di buona salute. Io li andrò a salutare all’aeroporto di Ciampino”, ha annunciato.

“Devo sottolineare – ha aggiunto Tajani – l’eccellente collaborazione tra le diverse organizzazioni dello Stato; coordinare le azioni di tutte le diverse amministrazioni non è una cosa semplice. Invece, c’è stata una perfetta armonia tra Ministero degli Esteri, il Ministero della difesa, l’intelligence. E naturalmente il presidente del Consiglio è stato costantemente informato, e sono sempre stato in contatto con il ministro della Difesa. Questo a dimostrazione del fatto che si può lavorare insieme anche quando si fa parte di diverse amministrazioni: l’importante è dare risposte concrete ai nostri concittadini”, ha concluso.

Ue, Tajani: nomina Di Maio decisa da Borrell, difficile modifica

Ue, Tajani: nomina Di Maio decisa da Borrell, difficile modificaBruxelles, 24 apr. (askanews) – “La nomina di Luigi Di Maio non è di nostra competenza, è una proposta che deve essere fatta dall’Alto Rappresentante; è una sua scelta, non è la scelta del governo. Lui ha avviato un iter che non è così facilmente modificabile. Però, ripeto, si tratta una scelta legittima”.

Lo ha ribadito il ministro degli Esteri Antonio Tajani oggi a Lussemburgo, parlando con la stampa a margine del Consiglio Esteri dell’Ue, a proposito dell’intenzione espressa dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, di nominare Di Maio Rappresentante Ue per la regione del Golfo.

Psichiatra uccisa, appello dei direttori dei dipartimenti di salute mentale

Psichiatra uccisa, appello dei direttori dei dipartimenti di salute mentaleMilano, 24 apr. (askanews) – “Il dramma di Barbara Capovani, responsabile dell’SPDC dell’Azienda USL Nord Ovest Toscana, aggredita, come ritenuto dalla polizia, da un paziente con diversi precedenti penali, vede in primo luogo la vicinanza dei direttori dei dipartimenti di salute mentale italiani alla collega psichiatra, in fin di vita, alla famiglia, ai suoi affetti e a tutti gli operatori che hanno lavorato al suo fianco. Si tratta di una tragedia a fronte della quale non possiamo e non dobbiamo rimanere inermi”. Lo scrivono i Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale in una lettera appello condivisa anche da oltre 2 mila psichiatri pubblici e privati e indirizzata al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al premier Giorgia Meloni, ai ministri Orazio Schillaci, Carlo Nordio e Lorenzo Fontana, ai presidenti di Camera e Senato nonchè al presidente della Regione Fvg Massimilino Fedriga.

“Certamente – si legge nella lettera va affrontato in generale in modo incisivo il tema delle aggressioni agli operatori sanitari, ma c’è anche un tema specifico del rapporto tra salute mentale e giustizia fino ad oggi nascosto sotto il tappeto. La stessa Corte Costituzionale con la sentenza 22/2022, ha chiesto al Parlamento di intervenire, così come noi stessi Direttori di Dipartimento di Salute Mentale abbiamo recentemente diffuso una lettera appello a tutte le Istituzioni per affrontare le gravi criticità dei nostri servizi territoriali ed ospedalieri. Due richieste, ad oggi senza risposte”. Inoltre, sottolineano i dirigenti e medici psichiatri, “c’è bisogno di rivedere, dopo la giusta chiusura degli OPG, l’attuale situazione critica di risposte della società ai pazienti psichiatrici, o così ritenuti tali, che commettono reati, che sta riversando su chi lavora nei reparti di psichiatria e nelle Rems, problematiche, in particolare relative a quelle persone che manifestano manifestazioni aggressive incoercibili che non possono essere gestite con iniziative solo sanitarie”.

“I gravi disturbi di personalità antisociali, che commettono reati o che evidenziano condizioni pericolose di violenza sono da affrontare e gestire attivando percorsi specifici di massima sicurezza che garantiscano cure appropriate ma anche l’incolumità e la protezione di chi lavora, come avviene in tutti i paesi del mondo civile. C’è bisogno di una nuova progettazione e rivalutazione della salute mentale in carcere. C’è necessità di rivedere le norme sulla semi infermità e sulla non imputabilità. C’è bisogno di nuovi strumenti, sia dal lato sanitario che della Giustizia, senza continuare a lasciare a mani nude migliaia di operatori. Anche perchè la vicenda di Barbara non debba riguardare in futuro altri operatori”, conclude la missiva.

25 aprile, Toti: liberiamoci dalle ipocrisie su festa Libertà

25 aprile, Toti: liberiamoci dalle ipocrisie su festa LibertàRoma, 24 apr. (askanews) – “Ci prepariamo a celebrare il 25 aprile, la data in cui l’Italia ha riacquistato la sua libertà nel 1945. Dunque celebriamo la Festa della Libertà” ma “lo sarà davvero quando ci libereremo anche delle ipocrisie che circondano da sempre questo giorno”. Lo scrive sulla sua pagina facebook il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti.

La prima iprocrisia, scrive Toti, è che “durante la guerra ci furono vittime da entrambe le parti. Pietà per tutti – spiega -, ma gratitudine e onore a coloro che combatterono dalla parte della democrazia e dei diritti. Grazie a loro oggi siamo cittadini e non sudditi”. “La seconda ipocrisia: questa non è la festa di una parte – sottolinea il presidente della Liguria -, ma la festa di tutti coloro che credono nella libertà. È il giorno in cui si celebra il sacrificio non di chi combatteva per le proprie idee, ma per fare in modo che anche le idee diverse dalle sue potessero essere espresse liberamente”.

“Quando tutto questo diventerà patrimonio comune di memoria e di futuro, allora la nostra Repubblica avrà fatto un altro passo avanti. Viva il 25 aprile”, conclude Toti.