Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: askanews

Dl Cutro, Gasparri: correzione emendamento non è stata imposta

Dl Cutro, Gasparri: correzione emendamento non è stata impostaRoma, 21 apr. (askanews) – Sull’emendamento al decreto Cutro che prevedeva di togliere il richiamo ai principi costituzionali e ai trattati internazionali “non abbiamo fatto nessuna marcia indietro, ci siamo consultati io con il capogruppo di FdI Lucio Malan, quello della Lega Massimiliano Romeo e il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Abbiamo deciso di modificare l’emendamento e abbiamo lasciato il richiamo”. Lo spiega il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri (Fi) in un’intervista al Corriere della Sera.

“Non si pensi che non volessimo seguire la Costituzione o i trattati internazionali – aggiunge Gasparri parlando dei motivi per cui si è deciso di modificare l’emendamento -. Qualcuno ha ritenuto fossero ridondanti, un richiamo ultroneo, eccedente. Sull’immigrazione negli anni si sono stratificate tante di quelle leggi. Poi nel governo giallorosso, nel 2020, si è deciso di aggiungere quel richiamo. Inutile. È ovvio che si devono rispettare la Costituzione e i trattati internazionali. Non c’è bisogno di scriverlo”. Comunque “non ho deciso io” di toglierlo, sottolinea Gasparri, “è stato un lavoro di tante persone. Anche il ministro Piantedosi ha convenuto che quel richiamo si poteva togliere” e in ogni caso all’esponente di Forza Italia non è arrivata alcuna telefonata dalla premier Meloni: “Non mi ha chiamato nemmeno Mattarella. È stata una semplice dinamica parlamentare – assicura Gasparri -. Ci siamo accordati in quattro per quella modifica, non certo gli ultimi arrivati. E comunque è bene che sia chiaro: non abbiamo fatto nessuna marcia indietro, le norme restrittive sui permessi speciali sono rimaste”.

Mattarella: il dialodo tra culture ha consentito il crescere delle civiltà

Mattarella: il dialodo tra culture ha consentito il crescere delle civiltàRoma, 21 apr. (askanews) – “L’incontro e il dialogo tra culture offre l’opportunità di conoscersi al di fuori di consolidati stereotipi e crea, nel confronto, le condizioni per superare la fragilità di una interpretazione dell’identità basata sulla chiusura e il rifiuto dell’altro. Il rispecchiarsi in uno spazio largo è ciò che ha consentito il crescere delle civiltà”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del Festival du Livre di Parigi, dove l’Italia è ospite d’onore. “Il sapere si è affermato come un valore democratico, anzi come condizione della stessa vita democratica. Non a caso l’accesso all’istruzione è divenuto uno dei diritti contemporanei. Un bagaglio di studi limitato è una barriera che, oltre a creare divari, genera incomprensioni e, dunque, conflittualità e, soprattutto, ci impedisce di progettare il futuro con chiavi interpretative adeguate a comprendere la complessità del nostro vivere contemporaneo” afferma il presidente.

“Il Mediterraneo – prosegue il presidente – è il nostro banco di prova come capacità di affermazione dei valori europei e come capacità di dispiegare politiche di cooperazione per fronteggiare, governandoli, fenomeni complessi”. Così, se “buoni esempi di “fraternità europea” non mancano “con le porte aperte ai profughi ucraini e la generosità ad essi mostrata da Paesi come la Polonia”, “i principi sono tali se non ammettono declinazioni di comodo” afferma il presidente. E quindi “la fraternità sarebbe più forte se fosse sempre ugualmente riservata a chi fugge da altre guerre, da altra fame, da altre catastrofi, lungo la linea del Mediterraneo, per esempio”. “Al centro deve essere la persona e i suoi diritti, senza distinzione, come recita l’articolo 3 della Costituzione “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” conclude Mattarella.

Natale Roma, Rocca: culla della civiltà occidentale

Natale Roma, Rocca: culla della civiltà occidentaleRoma, 21 apr. (askanews) – “Il 21 aprile è un giorno importante per i cittadini della Capitale e del Lazio: celebriamo il 2776° Natale di Roma che, dopo anni difficili, rappresenta una vera occasione di rinascita non solo per la Città Eterna, ma per tutto il territorio regionale che costituisce le fondamenta della civiltà romana”. Lo afferma in una nota il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

“Il compleanno di Roma – prosegue Rocca – non è mai soltanto la celebrazione di un giorno: dobbiamo quotidianamente recuperare la sua millenaria vocazione ad essere faro di civiltà e di spiritualità. La storia di Roma e del Lazio sono più vive che mai. Non dobbiamo limitarci a contemplarne le splendide vestigia e la grande bellezza diffusa e meta del Grand Tour nei secoli, ma è necessario lavorare per un territorio all’avanguardia capace, oggi, di tornare all’altezza del suo glorioso passato. Bisogna pensare alla contemporaneità di Roma come Capitale d’Italia e del Lazio come culla della civiltà occidentale. E per farlo occorre che la valorizzazione di Roma comprenda anche quella delle altre provincie del Lazio. Servono vivibilità, decoro urbano, chiusura del ciclo dei rifiuti, una sanità dignitosa e una maggiore attenzione alle politiche sociali e all’inclusione. Tutto ciò consentirà di far ripartire economia, turismo e benessere diffuso”. “I due appuntamenti che abbiamo di fronte, il Giubileo 2025 e l’Expo 2030, saranno occasioni preziose per presentare al mondo l’immagine di un vasto territorio che riesca a tenere insieme i fasti della storia e la modernità, come ho avuto modo di sottolineare in occasione dei recenti incontri istituzionali e di pianificazione per i due eventi. La gestione dei fondi Pnrr, la realizzazione di opere e infrastrutture che potranno cambiare il volto di Roma e del Lazio sono l’assillo della mia amministrazione fin dall’insediamento: l’obiettivo è arrivare pronti, senza ritardi e inefficienze del sistema. Spero davvero – conclude Rocca – che in questo 21 aprile 2023 ci si ritrovi tutti insieme a guardare al futuro, per onorare al meglio una storia iniziata sul Palatino 2776 anni fa”.

Papa: unità Chiesa ferita da divisioni alimentate da “cricche”

Papa: unità Chiesa ferita da divisioni alimentate da “cricche”Città del Vaticano, 21 apr. (askanews) – “Purtroppo, vediamo anche ai nostri giorni come l’unità della Chiesa sia ferita dalla divisione. Ciò è spesso causato dall’influsso di ideologie e movimenti che, pur avendo talvolta buone intenzioni, finiscono per fomentare partiti e ‘cricche’, dove ciascuno sviluppa un certo complesso di superiorità quando si tratta di comprendere la pratica della fede”. A denunciarlo è stato stamane Papa Francesco ricevendo in udienza in Vaticano i membri della “Papal Foundation”, realtà che, ha ricordato lo stesso pontefice, assiste “il Papa nell’adempimento della sua missione”.

Francesco ha poi detto che proprio quella della mancata unità, resta un tema primario nella vita della Chiesa ma che oggi è “ulteriormente aggravato dall’applicazione di una terminologia mondana, soprattutto di tipo politico, quando si parla della Chiesa e della fede stessa. San Paolo ha messo in guardia la Chiesa nascente da questi strumenti di divisione, che parlano in modo superficiale o rifiutano del tutto la natura della Chiesa come unità nella diversità, come unità senza uniformità”, ha poi aggiunto.

ANGI: contrastare la diffusione delle challenge sui social

ANGI: contrastare la diffusione delle challenge sui socialRoma, 21 apr. (askanews) – “I dati evidenziano numerosi studi e ricerche demoscopiche, sia a livello nazionale che internazionale, le quali mostrano come l’onda lunga post-pandemica abbia lasciato ‘segni e scorie’ in quasi tutte le fasce della popolazione che però stanno reagendo in maniera diversa alla nuova dimensione del reale in cui compartecipano sia a livello sociale generale che a livello personale/familiare. I giovani sono uno dei target maggiormente esposti e che ha mutato in maniera più profonda le proprie abitudini socio-culturali. I fenomeni come le ‘challenge’ dei social acuiscono e accentuano nuovi paradigmi e nuove forme di condivisione sempre più spesso legati alla dimensione dell’individualismo partecipativo, che molto spesso porta con sé fenomeni di autodeterminazione, ricerca di identificazione e approvazione ma anche isolamento, autolesionismo, solitudine e scollamento sociale”. Lo hanno detto il presidente dell’ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) Gabriele Ferrieri (già ForbesU30) e il direttore del comitato scientifico dell’Associazione Roberto Baldassari, nel corso dell’audizione per la risoluzione 7-00055 Orrico, recante iniziative per contrastare la diffusione delle sfide di resistenza (challenge) nelle reti sociali telematiche in Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati presieduta dal presidente Federico Mollicone e dalla vicepresidente Valentina Grippo.

Per Ferrieri e Baldassari “poco efficaci e quasi sempre controproducenti appaiono azioni di demonizzazione e di divieto rigido e incondizionato a cui si potrebbero contrapporre iniziative inclusive, di ascolto e affiancamento, di alfabetizzazione e di integrazione multilivello. Sembra calzante una strategia ‘fluida’ che coinvolga le famiglie, le scuole, le piattaforme social e i mass media generalisti magari scegliendo e ingaggiando testimonial e figure provenienti dal mondo social e già riconosciuti come attori protagonisti del sistema web e che ne conoscono già il linguaggio, le dinamiche e che potrebbero contribuire attivamente e con ottimi risultati a informare, disintermediando e sensibilizzando, una fascia di popolazione particolarmente sensibile e fragile”, hanno concluso.

Expo 2030, Ferrieri (ANGI): opportunità unica per sviluppo Roma

Expo 2030, Ferrieri (ANGI): opportunità unica per sviluppo RomaRoma, 21 apr. (askanews) – “Expo Roma 2030 rappresenta un’opportunità unica per il rilancio e lo sviluppo della capitale in cui mettere al centro le persone e il territorio all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità. Roma aspetta questa occasione dagli anni Trenta del Novecento e come è stato un successo per il capoluogo lombardo nel 2015, lo potrebbe diventare anche per la città eterna”. Così commenta il Presidente dell’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, Gabriele Ferrieri (già ForbesU30) nel corso della conviviale a Palazzo Altemps in occasione della visita a Roma degli ispettori del Bureau International des Expositions.

“Il valore complessivo dell’impatto economico generato da Expo Roma 2030 per l’Italia è stato stimato in 50,6 miliardi di euro tra investimenti pubblici, privati e dei partecipanti. Le presenze attese ammontano a 30 milioni – prosegue il Presidente Ferrieri – La partita è strategica per il nostro Paese, ma anche per l’Europa, in una fase che vede delinearsi nuovi e delicati equilibri geopolitici mondiali”. Il Bureau International des Expositions emetterà il suo verdetto il 23 novembre, con il voto segreto di 171 Paesi. l passaggi successivi prevedono il controllo dei contenuti e la fattibilità del dossier di candidatura presentato dal Comitato promotore il 7 settembre scorso a Parigi.

Cina sta costruendo cyber-armi capaci di accecare satelliti Usa

Cina sta costruendo cyber-armi capaci di accecare satelliti UsaRoma, 21 apr. (askanews) – La Cina sta costruendo cyber-armi in grado di “prendere il controllo” di satellite nemici, accecandoli o costringendoli a inviare segnali inutili o sbagliati a terra. Lo sostiene un documento fuoriuscito dall’intelligence statunitense, secondo quanto riporta oggi il Financial Times.

La valutazione dei servizi americani è che Pechino stia sviluppando capacità di “negazione, sfruttamento e hackeraggio” dei satelliti nemici, come parte importante del suo sforzo di controllo delle informazioni in campo di guerra. Il documento – che è classificato come materiale CIA – è datato quest’anno e non era stato precedentemente comunicato all’esterno. E’ uno dei tanti che sono stati condivisi sui social network da un aviere 21enne, Jack Teixeira, dopo averli fotografati presso una struttura del Pentagono.

Queste capacità, secondo quanto scrive il FT, surclasserebbero quelle in possesso, per esempio, della Russia e rappresentano un ambizioso tentativo di mettere in scacco le capacità spaziali statunitensi rendendo inoffensivo l’apporto dai satelliti. La Cina sta lavorando molto sulle sue capacità cyber in vista anche del rischio di conflitto nella regione connesso alla crisi di Taiwan.

Taipei, dal canto suo, si sta impegnando nella costruzione di sistemi di comunicazione che possano sopravvivere ai cyberattacchi cinesi, anche alla luce di quanto è successo in Ucraina, dove un cyberattacco russo è riuscito ad accecare i satelliti Usa Viasat nelle ore precedenti il lancio della sua invasione su vasta scala il 24 febbraio dello scorso anno.

Natale Roma, Meloni: da 2776 anni culla di civiltà e splendore

Natale Roma, Meloni: da 2776 anni culla di civiltà e splendoreRoma, 21 apr. (askanews) – “21 aprile: 2776 volte auguri Roma, culla di civiltà e splendore. Città eternamente unica, che nei suoi quasi trenta secoli di vita ha toccato mille primati e dato i natali a eroi, leader e visionari. Città senza tempo, che si proietta nel futuro con la forza dirompente della sua identità”. Lo scrive su facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in occasione del compleanno di Roma: oggi, 21 aprile, l’Urbe compie ufficialmente 2776 anni (facendo data dal 753 avanti Cristo).

Province, Calderoli: obiettivo è tornare a voto diretto nel 2024

Province, Calderoli: obiettivo è tornare a voto diretto nel 2024Roma, 21 apr. (askanews) – Il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, intervistato dal Corriere della Sera, torna a chidere l’eliminazione del ballotaggio nelle elezioni per i sindaci dei Comuni sopra i 15mila abitanti: “Il caso di Udine è emblematico – spiega Calderoli -. Chi ha vinto (il candidato sindaco del centrosinistra, Ndr) ha preso meno voti di quanti ne aveva presi il sindaco uscente al primo turno. Così non viene rispettata la volontà popolare”. E’ vero che è un voto democratico anche quello del ballottaggio, “ma i cittadini si sono già espressi una volta, non capiscono perché devono essere costretti a tornare ai seggi dopo due settimane. Così non vince chi ha il consenso ma chi ha più capacità di mobilitazione degli iscritti e dei simpatizzanti”.

Secondo il ministro per gli Affari regionali “il sistema elettorale migliore è quello delle Regionali che di norma è su un unico turno, con premio di maggioranza per chi supera il 40%. È un modello che ha garantito governabilità e stabilità. Ma farei un’altra modifica: basta voto disgiunto, è una vera sciocchezza. Se il sistema è bipolare non si capisce perché un sindaco può trovarsi a governare con una maggioranza di altro colore”. Sul tema del ripristino delle Province Calderoli ha spiegato che “la prima ipotesi era che si procedesse con una iniziativa governativa, ma poi si è preferito lasciare la palla al Parlamento. C’è la volontà di ritornare all’elezione diretta del presidente della Provincia e di eleggere i consiglieri su liste provinciali con le preferenze. Torniamo agli enti che la riforma Delrio ha azzoppato, lasciandoli in vita ma stravolgendone il modo d’elezione e togliendogli competenze”.

Sui tempi, ha aggiunto Calderoli, “si sta lavorando perché si possa riallineare tutto il sistema nel 2024. Il nostro obiettivo è approvare la legge entro ottobre per indire un turno unico di voto nella primavera 2024 per le elezioni Europee e per le Province e i sindaci delle città metropolitane”.

Speciale Lettonia, viaggio a Riga dove allineamento Nato è totale

Speciale Lettonia, viaggio a Riga dove allineamento Nato è totaleRiga, 21 apr. (askanews) – Può sembrare davvero strano vedere la bandiera giallo-blu, quella ucraina, che sventola sulla facciata principale dell’Accademia delle scienze di Riga, in Lettonia. Un palazzone, in completo stile sovietico, principale simbolo del quartiere russo della capitale del Paese baltico. Maskavas Forstate, che in lettone significa sobborgo russo, è il quartiere sulla riva destra del fiume Daugava, che meglio racconta il suo passato, a cavallo tra due popoli e due regimi.

Al mercato si parla solo russo. I palazzi richiamano l’architettura sovietica. Nel Paese ci sono più di mezzo milione di lettoni russi, un quarto dell’intera popolazione. Nessuno vuole rispondere a chi gli chiede se temono una invasione anche in Lettonia, dopo l’Ucraina, da parte di Mosca. E si percepisce paura, timore, diffidenza. “Se ho paura che la guerra arrivi anche da noi? Certamente, chi non ha paura di Putin?”, risponde un giovane, uno dei pochi che – oltre al russo – parla anche inglese. “Non voglio essere fotografato – prosegue – non voglio finire con un colpo in testa dai russi. Qui siamo nel quartiere della piccola Mosca – ci spiega – tutti qui parlano russo. Tutti hanno paura, ma nessuno lo dice”. Poi l’accusa all’Occidente. “Denunciano quanto accaduto in Georgia prima, in Ucraina ora. Però stanno tutti a guardare”.

Da Riga arriva un segnale chiaro alla Russia di Putin: l’allineamento alla Nato è totale. Consolati chiusi nel Paese, diplomatici espulsi. La bandiera ucraina svetta in ogni dove nella capitale lettone. Dalla città vecchia, Patrimonio Unesco, fino al quartiere Art Nouveau. Bandiere, striscioni, slogan davanti ai Musei, sui tram, ma anche al Comune, ai ministeri e davanti al castello, sede del presidente lettone. Una gigantografia, che campeggia da oltre un anno sulla facciata del Museo della Scienza, di fronte all’ambasciata russa, riproduce il presidente russo Vladimir Putin come un teschio. “Con questo manifesto esprimiamo il nostro sostegno all’Ucraina – si legge sul sito ufficiale del museo – e, dalla nostra posizione vicina all’ambasciata di Mosca, facciamo una chiara dichiarazione contro la guerra scatenata Putin”. I segni del sostegno a Kiev, qui a Riga sono ancora visibili, anche se nel tempo sono diminuiti. Tante anche le bandiere della Nato nella piccola perla del Baltico, che si specchia sulle acque del fiume Daugava. I lettoni riconoscono il ruolo importantissimo della base dell’Alleanza ad Adazi, a una trentina di chilometri da Riga, a 300 chilometri dalla Russia. Circa 4mila soldati impiegati per garantire la sicurezza del confine est, ma è già previsto un aumento.

In Lettonia, un paese grande come la Svizzera, con appena 2 milioni di abitanti, è stata da poco reintrodotta la leva obbligatoria per gli under 28, a partire dall’anno prossimo. Non è ancora del tutto chiaro come funzionerà ma c’è chi la vive come una imposizione che Riga aveva abolito dopo l’ingresso nella Nato nel 2004. (di Serena Sartini e Cristina Giuliano)