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Il parco a tema Leolandia emette il suo primo bond da 12,5 milioni di euro

Il parco a tema Leolandia emette il suo primo bond da 12,5 milioni di euroRoma, 23 gen. (askanews) – Leolandia Holding S.p.A., capofila del Gruppo Leolandia che gestisce l’omonimo parco divertimenti a Capriate San Gervasio (BG), specializzato nell’accoglienza di famiglie con bambini piccoli, ha finalizzato l’emissione del suo primo bond per un importo di 12,5 milioni di euro, con l’obiettivo di supportare un programma pluriennale di investimenti che prevede il potenziamento delle aree a tema e delle attrazioni e un focus sulle iniziative in campo ambientale.


L’operazione, strutturata e collocata da Banca Finint, ha una durata pari a 6 anni con un profilo di rimborso a quote capitali crescenti (balloon) ed è stata sottoscritta da Ver Capital SGR con il fondo Ver Capital Credit Partners SMEs VII, Finint Investments con il fondo di private debt PMI Italia III e Solution Bank. Banca Finint ha svolto inoltre il ruolo di Banca Agente dell’operazione, mentre lo studio legale Greenberg Traurig Santa Maria ha agito in qualità di deal legal counsel. Il prestito obbligazionario permetterà al Gruppo di proseguire nel piano di investimenti in atto, con l’obiettivo di estendere progressivamente l’offerta di Leolandia anche ai bambini dai 6 ai 12 anni, rispetto al focus target attuale 0/6 anni, consolidando la storica leadership del parco nell’accoglienza delle famiglie. Nello specifico, già entro l’estate è prevista l’apertura della prima parte di una nuova area tematica che comprenderà in totale 10 attrazioni, di cui 2 completamente nuove, entrambe rivolte a bambini e ragazzi in cerca di maggiore adrenalina; sempre entro l’estate saranno realizzati un nuovo punto ristoro, postazioni di street food e una zona games. Altre novità saranno prese in considerazione nel 2026. In funzione di queste novità, l’aspettativa di Leolandia è di crescere del 20% rispetto al milione di visitatori totalizzati nel 2024.


Il progetto prevede inoltre il rinnovo, l’ammodernamento ed il miglioramento dell’infrastruttura per il turismo sostenibile, con una nuova area verde e l’ampliamento dell’impianto fotovoltaico, che coprirà l’intero parcheggio visitatori, con l’obiettivo di rendere il parco completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. “Questa operazione, la prima nel mercato dei capitali, è un attestato di stima e di fiducia nei confronti della nostra solidità e permetterà a Leolandia, il più importante parco a tema nazionale ancora al 100% italiano, di accelerare la fase di crescita. Ringraziamo il Gruppo Banca Finint, Ver Capital e Solution Bank per aver creduto fin da subito nel nostro progetto e aver scelto di finanziare questo importante passaggio della storia del nostro parco”, ha commentato Giuseppe Ira, Presidente del Gruppo Leolandia.

Autogrill ottiene la certificazione per la parità di genere

Autogrill ottiene la certificazione per la parità di genereMilano, 23 gen. (askanews) – Autogrill ha ottenuto la certificazione Uni/PdR 125:2022 per la parità di genere, un riconoscimento – scrive l’azienda oggi pare di Avolta – che testimonia l’impegno nel creare un ambiente di lavoro equo, inclusivo e diversificato, favorendo l’adozione di politiche per la parità di genere, migliorando la possibilità per le donne di accedere al mercato del lavoro e a posizioni di leadership, e al contempo favorire la genitorialità di uomini e donne attraverso iniziative per la conciliazione dei tempi vita e lavoro”.


“E’ un importante riconoscimento del nostro impegno a livello aziendale, che testimonia come per noi sia fondamentale garantire a tutti la possibilità di perseguire le proprie scelte professionali e di vita, e di avere pari opportunità di realizzarsi, creando così un modello di business basato sull’inclusione sociale – commenta Massimiliano Santoro, Ceo Italy F&B di Avolta – Questa certificazione non rappresenta per noi un punto di arrivo, ma un percorso di crescita continuo con cui, guidati dai valori di equità e inclusione, ci impegniamo anno dopo anno a migliorare attraverso azioni concrete e misurabili, nella convinzione che il benessere delle nostre persone e l’abbattimento delle barriere sul posto di lavoro contribuiscano alla crescita professionale di ogni individuo, all’innovazione e al successo di un’impresa”. Oggi in Autogrill il 68,6% dei dipendenti è donna. L’azienda, spiega la nota, crede che lo sviluppo di un modello culturale che promuova la parità di genere, oltre a creare valore sociale, sia la base per lo sviluppo di un business sempre più sostenibile, impegnandosi attraverso iniziative ad hoc, in linea con il framework di sostenibilità Journey Sustainably On. Tra queste, ad esempio, l’adesione dal 2012 a Valore D, associazione italiana di grandi imprese che si pone l’obiettivo di promuovere e sostenere concretamente la leadership femminile, e l’adesione al progetto Il giorno dopo Ucraina, grazie al quale quattro donne ucraine in fuga dalla guerra sono state inserite a lavorare in alcuni punti vendita Autogrill. Tra i progetti più recenti, inoltre, anche la partnership con Includere per crescere, iniziativa promossa da ELIS, ente non profit che promuove progetti di innovazione e formazione insieme a grandi gruppi e start-up, che si prefigge di integrare nelle aziende persone con esperienze professionali pregresse che, a causa di un bisogno o una fragilità, sono escluse dal mondo del lavoro.

Fedagripesca: nel giusto a opporci a politiche Timmermans

Fedagripesca: nel giusto a opporci a politiche TimmermansRoma, 23 gen. (askanews) – Se venisse confermato quanto rivelato dall’inchiesta del quotidiano olandese De Telegraaf, ossia che le proposte legislative dell’ex Commissario Frans Timmermans abbiano goduto del sostegno di gruppi ambientalisti che ricevevano denaro dalla Commissione, “avremmo la riprova che non siamo stati nel torto in questi anni quando abbiamo scelto di opporci con fermezza a una serie di decisioni politiche e proposte normative provenienti da Bruxelles a dir poco dissennate, che tanto duramente hanno colpito nella passata legislatura gli agricoltori europei”. Così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei commenta la notizia resa nota ieri sui possibili fondi utilizzati per appoggiare lobby europee che si sono rilevate decisive per l’approvazione di molte delle proposte legislative dell’ex vice presidente della Commissione Frans Timmermans, che nella passata legislatura aveva la delega al Green Deal.


“Abbiamo ripetutamente denunciato in questi anni – commenta il presidente di Fedagripesca Confcoperative – che norme come quella del ripristino della natura e della riduzione dell’uso dei fitofarmaci fossero di fatto prive di basi scientifiche o di valutazioni di impatto e che muovessero solo da scelte di natura ideologica. Scelte che finivano per criminalizzare gli agricoltori, accusandoli di essere nemici dell’ambiente”. “Eravamo dunque nel giusto – rivendica Drei – quando denunciavamo il fatto che dietro tali decisioni ci fossero solo principi ispirati ad una ideologia green e che non si fosse prestata la dovuta attenzione al rischio che tali norme riducessero la capacità produttiva del continente europeo e minacciassero altresì la competitività di intere filiere produttive”.


“In attesa che si faccia chiarezza sul caso – conclude Drei – lanciamo ora un appello alla nuova Commissione e ai nuovi parlamentari europei affinché le proposte normative del Green Deal vengano tutte messe in stand-by. È opportuno rivedere attentamente e rivalutare tutte le scelte passate che impattano pesantemente sulla sostenibilità economica di molti comparti agricoli, in particolare quelli delle aree mediterranee”.

Delusione per Vermiglio: nessuna nomination agli Oscar. Per Emilia Perez 13 candidature

Delusione per Vermiglio: nessuna nomination agli Oscar. Per Emilia Perez 13 candidatureRoma, 23 gen. (askanews) – Delusione per Vermiglio nella corsa agli Oscar in programma al Dolpy Theatre di Los Angeles il 2 marzo. Il film di Maura Delpero non è purtroppo riuscito a entrare nella cinquina dei nominati resa pubblica oggi. I giurati della Academy hanno optato per “Emilia Pérez” di Jacques Audiard per la Francia (grande favorito), “Io sono ancora qui” di Walter Salles per il Brasile, “Il seme del fico sacro” dell’iraniano Mohammad Rasoulof (ma il film compete per la Germania), “Flow” di Gints Zilbalodis per la Lettonia e “The Girl With the Needle” di Magnus Van Horn per la Danimarca.


“Emilia Pérez”, che ha avuto ben 13 nomination, sarà anche tra i grandi favoriti nella categoria generale per il miglior film, insieme a “The Brutalist” di Brady Corbet: i due titoli si sono divisi i principali Golden Globe (rispettivamente miglior film nel gruppo delle commedie e musical e miglior film drammatico) e si dovrebbero contendere l’Oscar più atteso in assoluto. Gli altri nominati nella categoria miglior film sono “Conclave” di Edward Berger, “A Complete Unknown” di James Mangold, “Wicked” di Jon M. Chu, “Anora” di Sean Baker, “Dune – Parte 2” di Denis Villeneuve, “The Substance” di Coralie Fargeat, “Nickel Boys” di RaMell Ross e “Io sono ancora qui” di Walter Salles. Jacques Audiard e Brady Corbet se la vedranno per l’Oscar al miglior regista (insieme a loro ci sono Coralie Fargeat, Sean Baker e James Mangold), ma “Emilia Pérez” e “The Brutalist” sono in prima fila anche per diverse categorie tecniche come la miglior canzone originale, per il film di Jacques Audiard, o la miglior fotografia e il miglior montaggio, per il film di Brady Corbet.


Miglior attrice protagonista: Demi Moore per “The Substance” sembra la favorita, ma le grandi prove di Fernanda Torres (“Io sono ancora qui”) e Karla Sofía Gascón (“Emilia Pérez”) meritano un riconoscimento. Le altre nominate sono Cynthia Erivo (“Wicked”) e Mikey Madison (“Anora”). Tra gli attori protagonisti Adrien Brody (“The Brutalist”), Ralph Fiennes (“Conclave”) e Timothée Chalamet (“A Complete Unknown”), mentre scarsissime possibilità hanno Colman Domingo (“Sing Sing”) e Sebastian Stan (“The Apprentice”). Come miglior attrice non protagonista, in prima fila c’è la grandiosa Zoe Saldaña di “Emilia Pérez”, ma avrà filo da torcere da Ariana Grande (“Wicked”) e Isabella Rossellini (“Conclave”). Chiudono la cinquina Felicity Jones (“The Brutalist”) e Monica Barbaro (“A Complete Unknown”). Per il miglior attore non protagonista, corsa a due tra Kieran Culkin (“A Real Pain”) e Edward Norton (“A Complete Unknown”), mentre più distanti gli altri nominati Guy Pearce (“The Brutalist”), Yura Borisov (“Anora”) e Jeremy Strong (“The Apprentice”).


Per la miglior colonna sonora non è entrato in nomination “Challengers” di Luca Guadagnino, che avrebbe invece meritato grazie alla potentissima partitura musicale di Trent Reznor e Atticus Ross: probabilmente il vincitore sarà “The Brutalist” anche in questa categoria.

D’Eramo (Masaf): Comm. Ue faccia chiarezza su caso Timmermans

D’Eramo (Masaf): Comm. Ue faccia chiarezza su caso TimmermansRoma, 23 gen. (askanews) – “Desta forte preoccupazione l’inchiesta del giornale olandese De Telegraaf, secondo cui la Commissione Ue avrebbe pagato gruppi e associazioni per promuovere i piani green dell’ex commissario Frans Timmermans. Una vicenda inquietante su cui va fatta al più presto chiarezza”. Così in una nota il sottosegretario al Masaf, Luigi D’Eramo.


“Se fosse confermato quanto emerso, abbiamo avuto ancora più ragione ad esserci sempre opposti a scelte ecologiste ideologiche che nulla avevano a che fare con una reale difesa dell’ambiente – continua D’Eramo – Più che favorire la sostenibilità, il Green deal targato Timmermans pare puntasse a favorire solo lobby e multinazionali, mortificando gli agricoltori, reali custodi dell’ambiente e del territorio, a vantaggio di chi trae profitto da insetti e cibo sintetico”. Per il sottosegretario si tratta di “politiche lontane dalla gente e dai territori, che hanno anteposto gli interessi di pochi a quelli dei cittadini. E contro le quali ci siamo sempre battuti, al fianco di agricoltori e allevatori. Da Bruxelles ci sia massima trasparenza”, conclude D’Eramo.

Shoah, ancora insulti contro Segre. Il 28 la senatrice sarà al Quirinale per il Giorno della memoria

Shoah, ancora insulti contro Segre. Il 28 la senatrice sarà al Quirinale per il Giorno della memoriaRoma, 23 gen. (askanews) – Il 28 gennaio sarà al Quirinale per celebrare insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il Giorno della memoria contro vecchi e nuovi antisemitismi ma Liliana Segre, 95 anni, senatrice a vita e testimone dell’orrore della Shoah, continua ad essere tutti i giorni vittima di insulti e attacchi social proprio per quello che rappresenta.


La senatrice non sarà oggi al Memoriale della Shoah a Milano per l’inaugurazione della mostra di Marcello Maloberti dopo che le campagne degli hater sui social hanno rinfocolato il clima d’odio contro di lei, anche in occasione dell’uscita del docufilm “Liliana”. Il figlio di Liliana Segre, Luciano Belli Paci, ha dato mandato al legale di famiglia di verificare chi sono gli autori dei post minacciosi apparsi sulle pagine social dei cinema che proiettano il film di Ruggero Gabbai. Intanto arrivano gli attestati di solidarietà, per primi quelli di Pd e Italia Viva. “Massima solidarietà a Liliana Segre, costretta a non partecipare a un evento al Memoriale della Shoah a causa dei continui attacchi d’odio. Il Pd è al suo fianco nel combattere l’intolleranza e per difendere i valori della democrazia”, scrive su X Silvia Roggiani, deputata e segretaria regionale del Partito Democratico della Lombardia. “Provo sdegno e vergogna per l’antisemitismo dilagante e la violenza con cui si tratta una donna che ha vissuto la terribile esperienza della deportazione e dei campi dì concentramento e che ha fatto della Memoria una ragione di vita. Tutta la politica faccia di più contro questo insopportabile clima di odio”, sottolinea Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd.


Anche la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva e componente della commissione anti discriminazioni, esprime “massima vicinanza e solidarietà a Liliana Segre, vittima di un assurdo e indegno odio social”. “Hater e leoni da tastiera non possono avere cittadinanza in un dibattito democratico. Resto al fianco di Liliana Segre nel suo impegno contro l’antisemitismo e l’odio razziale, sia nel paese e che nella commissione che presiede, e di cui faccio parte. Liliana Segre è un esempio per tutti noi”, conclude Paita.

Lollobrigida: comportamento Timmermans discutibile, fare luce

Lollobrigida: comportamento Timmermans discutibile, fare luceRoma, 23 gen. (askanews) – “Gli imprenditori agricoltori ancora oggi si sforzano di superare le difficoltà nelle quali si sono trovati per politiche italiane a volte insufficienti, ma soprattutto per politiche europee sulle quali si dovrà fare luce anche viste le notizie giunte ieri rispetto a un potenziale atteggiamento del commissario Timmermans particolarmente discutibile”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, nel corso di una risposta al question time al Senato.


Il “caso Timmermans”, ex vicepresidente Ue responsabile per il Green Deal, è esploso dopo che ieri il quotidiano olandese De Telegraaf ha pubblicato una inchiesta secondo la quale durante il mandato di Franz Timmermans la Commissione europea avrebbe finanziato tramite il programma Life, con somme importanti, una serie di lobby ecologiste per condizionare il dibattito pubblico e il voto dei parlamentari europei a favore dell’agenda green dell’ex commissario.

Lollobrigida: vino dealcolato opportunità, ma tutelando settore

Lollobrigida: vino dealcolato opportunità, ma tutelando settoreRoma, 23 gen. (askanews) – Il decreto del Masaf sui vini dealcolati “garantisce la massima trasparenza per i cittadini e tutela l’integrità del settore vitivinicolo tradizionale”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, rispondendo al question time al Senato a una interrogazione presentata dal senatore Giorgio Maria Bergesio, vicepresidente della commissione Agricoltura e responsabile dell’omonimo dipartimento della Lega, sulla recente disciplina della produzione di vini dealcolizzati.


“Ho più volte espresso le mie perplessità sull’argomento, condividendo la posizione dell’OIV, che considera l’alcol un elemento intimamente connesso al vino – ha detto – Il confronto avviato con la filiera nazionale, tuttavia, ha evidenziato l’interesse dei mercati globali per questa nuova tipologia prodotto e la necessità di introdurre anche in Italia regole chiare, con l’obiettivo di evitare uno svantaggio competitivo per il nostro settore di fronte alle produzioni già avviate dai principali Stati produttori”. Il ministro ha poi sottolineato che il decreto tutela comunque il settore vino perché “si prevede che i prodotti dealcolati siano segnalati con adeguata etichettatura, è imposto l’obbligo di separazione fisica, in azienda, tra la produzione convenzionale e la nuova tipologia di prodotto ed, infine, specialmente, è stabilito il divieto di procedere alla dealcolazione per i vini DOP e IGP”.


“In questo modo – ha concluso – si consente alle imprese una diversificazione dell’offerta e una netta distinzione tra differenti produzioni, salvaguardando la storia e l’eccellenza del nostro settore enologico. Lavoreremo ancora con attenzione alle imprese, alla competitività e ovviamente dall’altra parte alla difesa dei nostri settori strategici per quello che complessivamente rappresenta”.

Piantedosi: Almasri rimpatriato perchè pericoloso

Piantedosi: Almasri rimpatriato perchè pericolosoRoma, 23 gen. (askanews) – Almasri, il comandante della polizia libica è stato rilasciato il 21 gennaio per poi essere rimpatriato a Tripoli, “per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo al question time al Senato a una interrogazione sulla scarcerazione e il rientro in patria con un aereo di Stato del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, conosciuto come ‘Almasri’.


“Lo scorso 19 gennaio, – ha detto il ministro dell’Interno – il cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish, da poco arrivato a Torino dopo essere stato nei giorni precedenti in altri Paesi europei, è stato sottoposto all’esecuzione del mandato d’arresto internazionale a fini di estradizione, emesso il giorno precedente dalla Corte Penale Internazionale. Ad avvenuta esecuzione del provvedimento, sono stati informati gli Uffici della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Roma e il competente Dipartimento del Ministero di Giustizia, oltre al difensore nominato d’ufficio e le Autorità Consolari. Il cittadino libico – ha aggiunto Piantedosi – è stato temporaneamente associato alla locale casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ e, quindi, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, ossia la Corte d’Appello di Roma e la citata Procura Generale presso la stessa Corte d’Appello. Il successivo 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma, nell’ambito delle prerogative di vaglio dei provvedimenti di limitazione della libertà personale, ha dichiarato il non luogo a provvedere sull’arresto del cittadino libico, valutato come irrituale in quanto non previsto dalla legge, disponendone l’immediata scarcerazione se non detenuto per altra causa. L’uomo è stato dunque rilasciato nella serata dello stesso giorno per poi essere rimpatriato a Tripoli, per ragioni di sicurezza, vista la pericolosità del soggetto”. “Il Governo – ha proseguito il titolare del Viminale – ha dato la disponibilità a rendere un’informativa di maggiore dettaglio sul caso in questione. Sarà quella l’occasione utile per approfondire e riferire su tutti i passaggi della vicenda, ivi compresa la tempistica riguardante la richiesta, l’emissione e l’esecuzione del mandato di cattura internazionale, che è poi maturata al momento della presenza in Italia del cittadino libico”.

Europarlamento: vietare esposizione simboli nazisti e comunisti

Europarlamento: vietare esposizione simboli nazisti e comunistiBruxelles, 23 gen. (askanews) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato oggi a Strasburgo, con 480 voti favorevoli, 58 contrari e 48 astensioni, una risoluzione contro la disinformazione e le manipolazioni storiche usate dalla Russia per giustificare la guerra illegale in Ucraina, in cui si chiede anche di vietare a livello dell’Ue l’uso negli spazi pubblici di “simboli dei regimi totalitari”, sia nazisti che comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina.


Il testo esprime poi “preoccupazione” per la decisione di alcuni social media di allentare il fact-checking nella moderazione dei contenuti sulle proprie piattaforme (in particolare dopo il recente annuncio in questo senso di X e Meta negli Stati Uniti). Il Parlamento europeo, si legge nella risoluzione, “respinge le affermazioni del regime russo sulla storia e l’identità nazionale dell’Ucraina come futili tentativi di giustificare una guerra di aggressione illegale”. Condanna inoltre “l’incapacità della Russia di riconoscere le proprie responsabilità per i crimini sovietici, e il suo tentativo di reprimere le ricerche storiche e dibattiti pubblici su tali questioni”, affermando che queste pratiche “hanno contribuito alla capacità dell’attuale regime russo di rivitalizzare le politiche imperialiste e strumentalizzare la storia per i suoi scopi criminali”.


Il Parlamento europeo lancia quindi un appello all’Ue e ai suoi Stati membri affinché aumentino e coordinino meglio gli sforzi per contrastare la disinformazione, la manipolazione delle informazioni e le ingerenze da parte della Russia. Ciò è essenziale, affermano gli eurodeputati, per proteggere l’integrità dei processi democratici e rafforzare la resilienza delle società europee. Gli europarlamentari sottolineano anche la necessità di promuovere attivamente l’alfabetizzazione mediatica e sostenere i media di qualità e il giornalismo professionale. Nella risoluzione si invita l’Ue a rafforzare le sanzioni nei confronti dei media russi che promuovono campagne di disinformazione a sostegno della guerra di aggressione della Russia in Ucraina, e si esortano i paesi dell’Ue ad attuare pienamente tali sanzioni e a destinare risorse sufficienti per affrontare efficacemente questa “guerra ibrida”. Gli eurodeputati chiedono anche che l’Ue rafforzi il suo sostegno ai media russi indipendenti in esilio per sostenere la pluralità nei media in lingua russa.


Gli europarlamentari del Pd non hanno partecipato al voto finale perché, secondo quanto ha fatto sapere il capo delegazione, Nicola Zingaretti, la risoluzione chiede un divieto di esporre svastica e falce martello mettendo i due simboli “sullo stesso livello”, e perché “non si scrive la storia nei parlamenti”. Gli eurodeputati italiani del M5S e della Sinistra hanno invece votato contro. In effetti, il testo contiene dei passaggi discutibili, in cui la condanna del “revisionismo storico” da parte del regime russo tende ad avvalorare una versione storiografica opposta e a sua volta di parte, in cui viene fortemente sottovalutato il ruolo oggettivamente essenziale svolto dall’Unione Sovietica (che nella seconda guerra mondiale ebbe 20 milioni di morti) nella sconfitta del nazismo.


Nel paragrafo 14 si legge che l’Europarlamento “ritiene che i tentativi della Russia di distorcere, rivedere e travisare la storia dell’Ucraina compromettano la memoria collettiva e l’identità dell’Europa nel suo insieme e rappresentino una minaccia alla verità storica, ai valori democratici e alla pace in Europa; invita pertanto gli Stati membri a investire maggiormente nell’istruzione e nella ricerca sulla storia comune dell’Europa e sulla memoria europea, nonché a sostenere progetti che promuovano una migliore comprensione dell’impatto della divisione dell’Europa durante la Guerra fredda; sostiene la costruzione di un memoriale paneuropeo a Bruxelles per tutte le vittime dei regimi totalitari del XX secolo; deplora il continuo utilizzo di simboli di regimi totalitari negli spazi pubblici e chiede un divieto a livello dell’Ue sull’uso di simboli nazisti e comunisti sovietici, nonché di simboli dell’attuale aggressione della Russia contro l’Ucraina”. Nel “considerando G”, d’altra parte, si osserva che “non solo la Russia non ha riconosciuto l’imperdonabile ruolo iniziale dell’Unione Sovietica nelle prime fasi della Seconda guerra mondiale, ad esempio attraverso il Trattato di non aggressione del 1939 tra la Germania nazista e l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche e i suoi protocolli segreti, comunemente noti come Patto Molotov-Ribbentrop, in cui i due regimi totalitari cospirarono per dividere l’Europa in sfere di influenza esclusive”; non solo non si è assunta “la responsabilità delle numerose atrocità e dei crimini di massa commessi nei territori occupati dall’Unione Sovietica”, ma – sostengono gli eurodeputati – “l’attuale regime russo ha anche strumentalizzato la storia e creato un culto della ‘vittoria’ attorno alla seconda guerra mondiale per mobilitare ideologicamente i cittadini e manipolarli per indurli a sostenere una guerra illegale di aggressione”, contro l’Ucraina. Infine, il Parlamento europeo si dice “profondamente preoccupato per i recenti annunci fatti da Meta e X in merito a un allentamento delle loro norme in materia di verifica e moderazione dei contenuti, in quanto ciò potrebbe consentire alla campagna di disinformazione della Russia di diffondersi ulteriormente in tutto il mondo”. L’Assemblea chiede pertanto alla Commissione e agli Stati membri “di applicare rigorosamente il regolamento Ue sui servizi digitali, anche come elemento importante della lotta contro la disinformazione russa”.