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Granarolo consegue la certificazione per la parità di genere

Granarolo consegue la certificazione per la parità di genereRoma, 3 dic. (askanews) – Granarolo ha ottenuto la certificazione per la parità di genere UNI/PdR 125:2022 per tutte le sue sedi in Italia. “La certificazione per la parità di genere testimonia l’impegno e i risultati raggiunti dal nostro Gruppo per rimuovere ogni barriera, che pregiudichi l’accesso e la crescita professionale in azienda in base al genere, è un passaggio significativo per un’azienda che vuole essere un esempio virtuoso in tutti i territori italiani in cui opera, anche in termini di responsabilità sociale ed equità”, commenta in una nota il presidente Gianpiero Calzolari.


L’introduzione del sistema di gestione per la parità di genere, secondo la prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, prevede la misurazione, rendicontazione e valutazione di un insieme di indicatori distribuiti in alcune aree, con l’obiettivo di colmare le aree scoperte eventualmente esistenti e produrre un cambiamento sostenibile e proiettato nel tempo, in virtù di un piano strategico dedicato. L’ottenimento della Certificazione per la parità di genere era uno dei 5 obiettivi strategici di sostenibilità del Piano Industriale 2024-2028 avviato a seguito dell’ingresso nel capitale del Gruppo Granarolo della Cassa di Depositi e Prestiti ed Enpaia.

Lollobrigida: minore protezione lupo è una grande notizia

Lollobrigida: minore protezione lupo è una grande notiziaRoma, 3 dic. (askanews) – “L’approvazione del declassamento dello stato di protezione del lupo da parte del Comitato permanente della Convenzione di Berna è una grande notizia, frutto di una posizione ampiamente condivisa dell’Unione Europea, che l’Italia, tra le prime Nazioni, ha sollecitato”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida commenta la notizia che il comitato permanente della convenzione di Berna ha votato a favore della proposta dell’UE di adeguare lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”. La modifica entrerà in vigore il 7 marzo 2025.


“Una decisione che – continua il ministro – sulla base di dati scientifici, permetterà di portare avanti un’attività di razionalizzazione per garantire la specie e le attività produttive che, in molte zone d’Italia, sono state messe in difficoltà”. “L’allevamento estensivo, il turismo e la stessa sicurezza di animali e persone – sottolinea ancora Lollobrigida – sono ormai da troppo tempo messe in pericolo da una presenza eccessiva di grandi carnivori. Finalmente si torna a ragionare con pragmatismo, superando posizioni ideologiche farneticanti, dannose per l’ambiente e per le attività umane”.


“Auspichiamo si possa ora lavorare rapidamente al fine di garantire la salvaguardia della specie in un quadro di garanzia più ampia per tutte le attività”, ha concluso il ministro.

Convenzione Berna adotta proposta Ue: da marzo lupo meno protetto

Convenzione Berna adotta proposta Ue: da marzo lupo meno protettoRoma, 3 dic. (askanews) – Oggi il comitato permanente della convenzione di Berna ha votato a favore della proposta dell’UE di adeguare lo status di protezione del lupo da “strettamente protetto” a “protetto”. La modifica entrerà in vigore il 7 marzo 2025. Dopo questa data l’Unione europea sarà in grado di adeguare i corrispondenti allegati della direttiva Habitat e la Commissione proporrà una modifica legislativa mirata, che dovrà essere adottata dal Parlamento europeo e dal Consiglio.


“Notizie importanti per le nostre comunità rurali e i nostri agricoltori – ha commentato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – La convenzione di Berna ha deciso di adeguare lo status di protezione dei lupi. Perché abbiamo bisogno di un approccio equilibrato tra la conservazione della fauna selvatica e la protezione dei nostri mezzi di sussistenza”. La richiesta era stata avanzata nel dicembre 2023 dalla Commissione Europea sulla base di un’analisi approfondita dello status del lupo nell’Ue, con la richiesta di modificare lo status di protezione del lupo, che è stato poi adottato dal Consiglio nel settembre 2024. La proposta della Commissione corrispondeva anche alla posizione espressa dal Parlamento europeo nel novembre 2022.


Questo cambiamento darà maggiore flessibilità agli Stati membri nella gestione delle loro popolazioni locali di lupi. Allo stesso tempo, poiché il lupo rimarrà una specie protetta, le misure di conservazione e di gestione degli Stati membri dovranno ancora raggiungere e mantenere uno stato di conservazione soddisfacente. Gli investimenti in adeguate misure di prevenzione dei danni rimangono essenziali, spiega la Commissione Ue, per ridurre la predazione del bestiame e la Commissione “continuerà ad aiutare gli Stati membri e le parti interessate nell’elaborazione e nell’attuazione di tali misure attraverso finanziamenti e altre forme di sostegno”.

Caivano, don Patriciello: qualcosa sta avvenendo, ma io in croce

Caivano, don Patriciello: qualcosa sta avvenendo, ma io in croceMilano, 3 dic. (askanews) – Al quartiere Parco Verde di Caivano (Napoli), dopo l’intervento del Governo “qualcosa sta avvenendo, a qualcuno piace, a qualcuno non piace, qualcuno stiracchia di qua e di là, un sacco di bugie che si dicono”, ma c’è ancora un “problema umanitario” e nell’ambito della gestione degli sgomberi, decisi dalla magistratura, di 36 famiglie abusive con problemi con la giustizia, sono stato “messo in croce” per la falsità di avere “chiuso la chiesa” ai bisognosi. Lo ha detto don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, nel suo intervento presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali.


“Siamo in un campo penale, non amministrativo, ma è bastata questa cosa qua per farmi mettere in croce, state parlando con una persona che sta veramente in croce” ha detto il sacerdote ricordando che “sono arrivati 1.200 poliziotti e carabinieri, hanno presidiato le chiesa, io ho dovuto sottostare anche non agli ordini ma ai consigli delle forze dell’ordine che mi dicevano ‘padre facia attenzione, tenga il cancello chiuso’, questo mi ha procurato la nomea di avere chiuso la chiesa alla gente che moriva di freddo. Niente di vero, tante di quelle famiglie non avevano bisogno, certamente tra queste 36 famiglie ci sarà pure qualcuno che ha sbagliato nel passato e ora stava faticosamente riprendendosi, ci sono bambini, ed è una tregedia” ha aggiunto. Don Patriciello ha ricordato che intorno a queste 36 famiglie subito si sono mossi “come gli avvoltoi la destra e la sinistra”, ma “un problema umanitario non è mai di parte” e questa tragedia non va stiracchiata”. Quanto ai membri delle altre 214 famiglie che vivono irregolarmente nelle case del Comune ma non saranno sgomberate, ha ricordato, “saranno finalmente sanati”, poi sono stati stanziati fondi per migliorare gli ambienti e “da un anno a questa parte la più grande piazza di spaccio d’Europa non funziona, potete immaginare coloro che di questo pane vivevano quanto mi vogliono bene” ha concluso il sacerdote.

Processo Regeni, il testimone Delta: ho sentito Giulio mentre veniva torturato

Processo Regeni, il testimone Delta: ho sentito Giulio mentre veniva torturatoRoma, 3 dic. (askanews) – “Ho sentito quando Giulio Regeni veniva torturato… Lui si lamentava e parlava in arabo. Ricordo che lo vidi per prima volta nel commissariato Dokki, eravamo stati arrestati entrambi il 25 gennaio del 2016. Lui chiedeva di potere parlare con un avvocato e con l’ambasciata”. Così ha raccontato il testimone ‘Delta’, un artigiano egiziano che venne arrestato lo stesso giorno del ricercatore friulano sequestrato, torturato ed ucciso al Cairo. Oggi la voce dell’uomo è stata ascoltata nell’aula magna del tribunale di Roma, in modalità protetta. Sotto processo – si ricorda – sono quattro 007 egiziani.


“In commissariato stava parlando con un ufficiale, (Giulio, ndr) era vestito con dei jeans e un pullover celeste. Poi ci hanno portato via, ci hanno fatto salire a bordo di un auto e ci hanno bendato gli occhi. Lui ha continuato a chiedere di un avvocato, parlava anche in italiano. Io, che conoscevo la lingua, l’ho spiegato a chi era in auto ma mi hanno dato un pugno dicendomi: ‘vuoi fare il traduttore, lui parla arabo meglio di te’”. Il testimone ‘Delta’, preso lo stesso giorno in piazza Tahrir, ha ricordato: “Siamo stati portati in un ufficio che era famoso come il cimitero dei vivi. Giulio è stato portato nella sezione per gli stranieri. Non l’ho più visto ma sentivo quando veniva picchiato perché eravamo in stanze vicine: quando si tratta di torturare le persone questi non fanno differenze, non sono razzisti”.


Quindi ha aggiunto, sempre rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco: “Io sono seduto qui e sono terrorizzato”. Poi ha spiegato: “Ci hanno picchiato. Io sono stato legato alle maniglie del letto e hanno usato la scossa elettrica”. Ed oggi? “Ci sono segni nel mio corpo, ho segni su un braccio, ho di tutto”. “Tante le cicatrici. Una da 5 o 6 centimetri sulla tempia sinistra. I segni sul braccio, invece, sono coperti da una serie di tatuaggi. I segni risalgono a quel luogo e a quei giorni”.

Quattro regole d’oro per investire in bitcoin in sicurezza

Quattro regole d’oro per investire in bitcoin in sicurezzaRoma, 3 dic. (askanews) – Con una capitalizzazione di mercato di 1,9 trilioni di dollari, bitcoin è diventato il settimo asset più prezioso al mondo, superando recentemente Saudi Aramco. Creata nel 2009 da un inventore anonimo sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, bitcoin è una moneta digitale decentralizzata perché, diversamente dalle altre, non ha dietro di sé una Banca centrale che distribuisce nuova moneta, bensì si fonda su due principi: un network di nodi, cioè di pc, che la gestiscono in modalità distribuita, peer-to-peer, e sull’uso di una forte crittografia per validare e rendere sicure le transazioni.


Bitcoin ha di fatto introdotto un nuovo paradigma, sfidando i sistemi finanziari tradizionali e affermandosi come un attore di primo piano nell’economia globale. Negli ultimi 15 anni, ha superato numerose sfide, tensioni geopolitiche, difficoltà normative, attacchi informatici di alto profilo, oltre alle fluttuazioni di mercato. La sua resilienza, adattabilità e accettazione crescente, da parte di investitori individuali e istituzionali, ne hanno accresciuto il valore e la solidità. Tant’è che bitcoin ha acquisito importanza anche come una sorta di “oro digitale”, un modo per conservare valore e condurre transazioni al di fuori del sistema bancario tradizionale. Questo è dovuto, tra le altre cose, alla sua disponibilità, limitata a un massimo di circa 21 milioni di unità. Questa scarsità, simile a quella dell’oro, contribuisce in modo significativo alla sua crescita di valore. Adozione globale in aumento: i motivi L’adozione di bitcoin è aumentata significativamente nel tempo: oggi i possessori superano i 54 milioni. Quest’anno il suo prezzo ha raggiunto un nuovo massimo storico di 99.118 dollari il 22 novembre, con una dominanza di mercato del 58,9%. L’incremento è dovuto a vari fattori, tra cui l’ingresso degli investitori istituzionali, stimolato dal lancio degli ETF su BTC da parte di importanti gestori come Blackrock, che hanno portato oltre 27 miliardi di dollari di afflussi. Inoltre, l’elezione di Trump e l’ipotesi di riconoscere Bitcoin come riserva nazionale, unitamente a normative favorevoli, potrebbero ulteriormente rafforzare il suo valore.


Il Dipartimento di Ricerca di Bitget, società Web3 tra i più importanti exchange di criptovalute al mondo, con 45 milioni di utenti registrati e 200 Paesi coinvolti, suggerisce le regole d’oro per investire in bitcoin. 1) Valutare i propri obiettivi e profilo di rischio Prima di investire in Bitcoin, è importante valutare la propria tolleranza al rischio, gli obiettivi finanziari e l’orizzonte d’investimento, prendendo sempre decisioni informate. Sono disponibili validi questionari online oppure è possibile chiedere la consulenza di un esperto.


2) Capire la tecnologia Bitcoin Bitcoin è un sistema di verifica decentralizzato basato sulla matematica e sulla crittografia. I dettagli di ogni singola transazione sono pubblici, perché registrati sulla blockchain. La blockchain è un registro digitale distribuito e immutabile che registra transazioni in modo sicuro e trasparente. Funziona come una catena di blocchi, dove ogni blocco contiene dati collegati ai precedenti, rendendo quasi impossibile modificarli. Non esiste una banca o un’istituzione centralizzata per elaborare i trasferimenti. Chi si occupa di registrare i dettagli della transazione e di archiviarli riceve bitcoin come ricompensa. La blockchain bitcoin utilizza un meccanismo chiamato “Proof-of-Work” che garantisce un alto livello di sicurezza, così come di tracciare e di avere la prova che tutte le transazioni effettuate sulla blockchain siano valide. 3) Dove e come comprare bitcoin Per acquistare bitcoin è necessario avere un portafoglio digitale, cioè un wallet, che può essere online (hot wallet) o offline (cold wallet). Ogni tipo di wallet ha i suoi pro e contro, quindi è importante fare ricerche e scegliere quello che meglio si adatta alle proprie esigenze. Scegliere un exchange di criptovalute può essere una buona soluzione, soprattutto per i principianti, grazie a interfacce semplici, varie soluzioni di pagamento e basse commissioni. Quando si sceglie la piattaforma, è possibile esaminare i suoi parametri di sicurezza, come la Proof of Reserves, la sua storia in termini di hacking e gli standard di sicurezza generali per le transazioni on-chain e l’archiviazione degli asset. Il passo successivo è aprire un account, verificare la propria identità ed effettuare un ordine di bitcoin tramite uno qualsiasi dei metodi di pagamento forniti, carta di credito, bonifico bancario, Google Pay/Apple Pay, P2P (peer-to-peer). Non è necessario possedere già criptovalute, possono essere acquistate con denaro fiat (euro o dollari, ecc..), direttamente dal proprio conto bancario o tramite carta di credito. Possono essere comprate anche frazioni di bitcoin, con piccole somme come 10$ o 100$, e non è necessario acquistare un intero bitcoin in una sola volta. La strategia d’acquisto può essere a breve o a lungo termine, a seconda dell’obiettivo individuale. È possibile acquistare bitcoin per un determinato ammontare, ogni mese, fino a raggiungere una certa cifra, indipendentemente dai movimenti del mercato. Oppure per speculazione a breve termine, si dovranno seguire con precisione i movimenti del mercato per assicurarsi di generare profitti.


4) Come operare in sicurezza ed evitare le truffe Per acquistare in sicurezza è necessario impiegare password robuste e abilitare l’autenticazione a due fattori sugli account di wallet ed exchange. Inoltre, è sempre importante prestare attenzione alle truffe di phishing (è possibile implementare un codice anti-phishing nei parametri di sicurezza) e non condividere mai le chiavi private con nessuno. Le password rappresentano le chiavi di accesso al proprio “caveau” bitcoin, quindi è fondamentale mantenerle sicure e protette. Uno dei modi migliori per farlo è conservarle in modalità offline, ad esempio scrivendole su un foglio o memorizzandole su un’unità USB sicura; in questo modo anche in caso di attacchi hacker o malware non potranno essere rubate. Il backup regolare del proprio wallet bitcoin è necessario e permette di tutelarci nel caso in cui il computer si guasti o il wallet stesso venga compromesso. Un backup recente può aiutare a recuperare i propri fondi. Aggiornare regolarmente il software è essenziale per garantire la sicurezza del wallet: gli aggiornamenti spesso includono patch per vulnerabilità recentemente scoperte.

Inail intitola Auditorium a Maglio, ideatore della Paralimpiadi

Inail intitola Auditorium a Maglio, ideatore della ParalimpiadiRoma, 3 dic. (askanews) – Medico dell’Inail, Antonio Maglio negli anni ’50 del secolo scorso, quando avere una disabilità equivaleva spesso a una condanna all’emarginazione, intuì le straordinarie potenzialità dello sport come strumento terapeutico e di riabilitazione, con effetti benefici sia dal punto di vista fisico e psicologico. Direttore del Centro Paraplegici Villa Marina di Ostia, dove erano ricoverati reduci di guerra e infortunati sul lavoro, Maglio introdusse un nuovo metodo riabilitativo basato sui concetti di presa in carico dei pazienti, di terapia occupazionale e di reinserimento socio-lavorativo, fornendo un contributo decisivo per l’evoluzione della percezione e del trattamento della disabilità. A lui si deve anche l’idea di organizzare a Roma, subito dopo la conclusione dei Giochi della XVII Olimpiade del 1960, quelle che oggi sono riconosciute come le prime Paralimpiadi della storia.


In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, l’Inail ha voluto intitolare a lui l’Auditorium della sede centrale dell’Istituto a Roma. “La capacità di Antonio Maglio di dare nuove prospettive a persone all’epoca destinate ad essere escluse dalla vita deve essere di ispirazione per tutti”, ha detto il presidente dell’Inail Fabrizio D’Ascenzo durante la cerimonia a cui hanno preso parte il direttore generale dell’Istituto, Marcello Fiori, il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, la vedova di Maglio, Maria Stella Calà, e i giovani paralimpici Giada Rossi, Alberto Amodeo e Domiziana Mecenate reduci dalle vittorie riportate nelle Paralimpiadi di Parigi che ha visto l’Italia portare a casa 71 medaglie. La vedova di Maglio ha ricordato la figura schiva di Maglio, “persona sempre rivolta verso il bene, verso la comunità. Sempre accanto ai suoi atleti, che non ha mai lasciato soli non solo durante il recupero ma anche dopo, convinto che si vince solo insieme”. “Forse – ha detto l’atleta paralimpico Alberto Amodeo – nessuno di noi sarebbe andato a Parigi senza il lavoro del prof. Maglio”. “Attraverso lo sport – ha aggiunto Giada Rossi, alla sua terza paralimpiade – riusciamo a esprimere le nostre potenzialità, siamo fortunati a poter vivere la nostra normalità”.


“Maglio ha gettato un seme – ha detto il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli – ha avuto intuizioni rivoluzionarie sul ruolo della riabilitazione e nello sfruttare le Olimpiadi di Roma del 1960 per accendere i riflettori sulla disabilità con le prime Paralimpiadi. Un filo rosso lega l’Italia in bianco e nero degli anni ’50 con le immagini in alta definizione di oggi e con il futuro”. “Quello di oggi – ha concluso il direttore generale dell’Inail Marcello Fiori – è un atto d’amore che riafferma il principio ispiratore del nostri mandato: la persona al centro. Intitolare il nostro Auditorium ad Antonio Maglio è un piccolo gesto ma anche un’occasione di riflessione, di scoperta della sua figura, di richiamo al suo esempio di medico e di grande dirigente dell’Inail. L’obiettivo è recuperare la vita vera”.


L’eredità di Maglio è testimoniata anche attraverso alcuni oggetti commemorativi esposti all’interno di cinque teche posizionate nella sala di accesso all’Auditorium: dal provvedimento del 23 maggio 1957 che istituì il Centro paraplegici di Ostia, con contestuale nomina di Maglio a direttore sanitario, alle medaglie conquistate dagli atleti azzurri alle Paralimpiadi di Roma. Nella sala congressi sono invece stati allestiti due pannelli fotografici: il primo è composto da una sequenza di scatti storici che descrivono il percorso professionale del medico dell’Inail, mentre il secondo è un’immagine del 1959 che lo raffigura insieme ad alcuni atleti della squadra paralimpica italiana.

Con fotovoltaico persi 400 ettari di suolo agricolo nel 2023

Con fotovoltaico persi 400 ettari di suolo agricolo nel 2023Roma, 3 dic. (askanews) – Tra abbandoni, cementificazioni e cambi di destinazione sono stati persi, nel 2023, altri 4.000 ettari di suolo agricolo, secondo il Rapporto ISPRA 2024. Un fenomeno dovuto anche all’installazione di impianti fotovoltaici a terra che, in base a una stima Ismea ha coinvolto poco meno di 400 ettari, il 9,5% del suolo agricolo consumato nell’anno, seppure con una diversa intensità territoriale.


Il Focus Ismea, abbinato al Rapporto Ispra presentato oggi a Roma, rivela, a livello di macro-ripartizioni geografiche, una maggiore incidenza dei suoli agricoli convertiti a fotovoltaico al Nord, con il 46,5% dei circa 400 ettari, contro il 40% di Sud e Isole e il 13,5% del Centro Italia. Il Veneto, con poco più del 17% del totale, apre la classifica regionale, seguito da Piemonte e Sicilia, con circa il 14% ciascuno, e da Lazio e Sardegna con quote rispettivamente dell’11,5% e dell’11%. Marginale l’effetto “covering” da fotovoltaico in Puglia, con poco più del 2% dei 400 ettari nazionali, e soprattutto in Umbria, Marche, Toscana e Campania (ciascuna con 1% circa di quota), nessun contributo, invece, da Trentino-Alto Adige, Val d’Aosta, Liguria, Molise e Calabria.


Il fenomeno, che implica un effettivo consumo di suolo agricolo ma che, a differenza della cementificazione, non assume carattere irreversibile, ha interessato per il 51% aree rurali con agricoltura di tipo intensivo, collocate in prevalenza in territori di pianura e collina, il cui impatto sul piano economico e produttivo è significativamente maggiore rispetto ad altri contesti. Un altro 28% ricade in ambiti classificati “intermedi”, il 13% in aree interne con problemi di sviluppo, soggette anche a fenomeni di spopolamento, e solo l’8% in aree urbane e periurbane. Non si tratta dunque di aree marginali; da rilevare, inoltre, una schiacciante prevalenza dei seminativi, per lo più in territori di pianura. Al Centro-Nord il 95% delle superfici agricole dirottate sul fotovoltaico riguarda questa tipologia colturale, contro il 77% del Mezzogiorno. Al Sud e nelle Isole si osserva un significativo coinvolgimento anche delle colture permanenti (20%), con un quinto dei terreni agricoli disimpegnati per fare posto ai pannelli solari situato in zone montane o pedemontane.


Complessivamente, la copertura di suolo nazionale con pannelli fotovoltaici ha cumulato negli anni un’estensione di circa 18.000 ettari, tra suoli agricoli ed extra-agricoli. Il Focus ISMEA fornisce anche una stima del valore fondiario dei terreni transitati al “solare” nel 2023, pari a 9,7 milioni di euro, effettuata a partire dagli indicatori agronomici-estimativi derivati dalle banche dati dell’Istituto. “Lo scopo – spiega il direttore generale Ismea Sergio Marchi – è monitorare in maniera continuativa i dati sul consumo e sull’uso del suolo in Italia, in ottica valutativa e anticipatrice rispetto alle possibili implicazioni agricole, rurali e di sovranità alimentare. Sono tematiche che contribuiranno a migliorare la comprensione dei fenomeni in atto a supporto della governance del sistema agroalimentare, con valutazioni d’impatto sulle relazioni tra diverse opzioni, anche sul trade-off tra la conservazione e il rafforzamento del potenziale produttivo agricolo del Paese e lo sviluppo di energie rinnovabili”.

Meloni tiene delega Sud, ricognizione per sviluppo Mezzogiorno

Meloni tiene delega Sud, ricognizione per sviluppo MezzogiornoRoma, 3 dic. (askanews) – La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sentito il Consiglio dei ministri, ha affidato oggi al ministro Tommaso Foti le deleghe relative agli affari europei, alla coesione territoriale e all’attuazione del PNRR.


Meloni – secondo quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi – ha mantenuto in capo a sé il coordinamento delle politiche per il Sud e ha avviato, da subito, una ricognizione all’interno del Governo in merito a quanto già realizzato “per rafforzare lo sviluppo del Mezzogiorno, ai programmi in atto e alle proposte ancora da implementare, in particolare su incentivi, infrastrutture e investimenti”. Come la stesso premier ha detto recentemente, nel 2023 il Sud è stato “la locomotiva d’Italia, con PIL e occupazione in crescita sopra la media nazionale e un forte impulso alle esportazioni”. È intenzione della presidente del Consiglio “procedere su questo percorso con ancora maggiore determinazione”.

Unieuro, via libera Ue alla francese Fnac sull’acquisizione

Unieuro, via libera Ue alla francese Fnac sull’acquisizioneRoma, 3 dic. (askanews) – Via libera della Commissione europea al gruppo francese Fnac per l’acquisizione del controllo esclusivo sull’italiana Unieuro. Secondo quanto riporta un comunicato, l’Antitrust comunitario ha concluso che l’operazione di concentrazione “non solleverebbe problemi di concorrenza, tenuto conto delle quote limitate delle rispettive imprese sui diversi mercati in cui sono attive”.


La transazione è stato esaminata sulla base della “procedura semplificata” e riguarda il settore della vendita al dettaglio di dispositivi elettronici, elettrodomestici e beni legati alla cultura e all’intrattenimento.