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Tag: Sanremo 2023

Leonardo Maria Del Vecchio compra il Twiga da Briatore

Leonardo Maria Del Vecchio compra il Twiga da BriatoreMilano, 6 dic. (askanews) – LMDV Capital, il family office che fa capo a Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del fondatore di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, compra il Twiga dal Gruppo Majestas, che fa capo a Flavio Briatore.


LMDV Capital ha firmato un accordo per l’acquisizione del Brand Twiga e di 4 location del Gruppo Majestas, col quale Triple Sea Food, gruppo di proprietà di LMDV Capital, si avvia a diventare uno dei più importanti protagonisti dell’hospitality di lusso nel nostro Paese, con 50 milioni di fatturato e 600 persone, sottolinea una nota. Il closing dell’operazione, subordinato al positivo completamento delle condizioni previste nel contratto firmato tra le parti, è prevista per il primo trimestre 2025. L’operazione, nel dettaglio, prevede l’acquisizione del 100% del brand e delle quattro location Twiga Forte dei Marmi, Twiga Montecarlo, Twiga Baia Beniamin e lo storico immobile del Billionaire a Porto Cervo che dal prossimo anno diventerà Twiga.


“Da due anni investiamo in questo settore, e l’acquisizione rappresenta un altro passo importante,” commenta Leonardo Maria Del Vecchio, presidente di LMDV Capital. “Siamo orgogliosi di aver creato uno dei più grandi gruppi di ristorazione in Italia, consolidando un modello vincente che unisce alta cucina, intrattenimento e design esclusivo.”

Ue-Mercosur, un accordo storico, ma bisogna convincere l’Italia

Ue-Mercosur, un accordo storico, ma bisogna convincere l’ItaliaBruxelles, 6 dic. (askanews) – L’atteso accordo politico Ue-Mercosur, concluso e annunciato il 6 dicembre a Montevideo da Ursula von der Leyen e dai presidenti di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, ‘non è solo un’opportunità economica, è anche una necessità politica’, mentre ‘forti venti soffiano nella direzione opposta, verso l’isolamento e la frammentazione; Ma questo accordo è la nostra risposta chiara. Siamo uniti sulla scena globale, come partner’, ha detto la presidente della Commissione.


I ‘venti contrari’ sono quelli del protezionismo che sta prevalendo, con le nuove tensioni internazionali, la guerra in Ucraina e l’ostilità tra la Russia e l’Occidente, la rivalità economica e geopolitica della Cina, le minacce di una nuova stagione di dazi e sanzioni da parte della nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti. L’Europa e l’America latina appartengono alla stessa cultura e condividono storia, civiltà e valori, ma da 25 anni non riuscivano a concludere i negoziati per quest’accordo che comporterà enormi benefici per entrambe le parti. Sarà ‘uno dei più grandi partenariati per il commercio e gli investimenti che il mondo abbia mai visto’, con ‘un mercato di oltre 700 milioni di consumatori’, e significherà, ha sottolineato von der Leyen, ‘più posti di lavoro, e migliori, con più scelta, e prezzi più bassi’. Oltre ad abbattere i dazi alle dogane e le altre barriere agli scambi, il partenariato ‘rafforzerà le catene del valore; svilupperà industrie strategiche; sosterrà l’innovazione’.


Per l’Ue, si prevedono vantaggi pari a 4 miliardi all’anno solo dalla riduzione degli attuali dazi alle esportazioni nel Mercosur (sulle auto e parti di ricambio, sui macchinari, sui prodotti chimici e farmaceutici, su abbigliamento e calzature, su alcol e vini, sul cioccolato, sulla pasticceria). E ci sarà anche un capitolo dedicato alla facilitazione dell’approvvigionamento di diverse materie prime critiche, necessarie per la transizione energetica (litio dall’Argentina, alluminio, grafite, niobio, manganese, vanadio e tantalo dal Brasile). Per i paesi del Mercosur, l’ambizione è quella di sviluppare più attività economiche ad alto valore aggiunto, invece di affidarsi solo all’esportazione delle materie prime. Perché, allora, ci sono diversi paesi europei (la Francia, innanzitutto, a cui si sono aggiunte la Polonia, l’Irlanda, l’Austria, e ora anche l’Italia) che esprimono cautela, o insoddisfazione e perplessità, fino a una netta contrarietà a questo accordo? Al cuore di questa opposizione ci sono le lobby agricole, e soprattutto il comparto dell’allevamento, ma d’altra parte ci sono altri comparti, come quello vinicolo e i prodotti a denominazione d’origine protetta che hanno tutto da guadagnare dall’apertura del mercato latino americano, cn la garanzia della tutela delle Dop.


Il Copa-Cogeca, la confederazione delle associazioni di categoria agricole dell’Ue, ha sottolineato le proprie rivendicazioni in una nota in cui afferma che il settore ‘rimane particolarmente vulnerabile alle concessioni fatte nel capitolo agricolo sbilanciato di questo accordo. Comparti sensibili come carne di manzo, pollame, zucchero, etanolo e riso affrontano rischi maggiori di saturazione del mercato e perdita di reddito a causa dell’afflusso di prodotti a basso costo’ che si prevede dai paesi del Mercosur. Questi paesi, lamenta il Copa-Cogeca, ‘non soddisfano gli standard di produzione richiesti all’agricoltura dell’Ue, sia in termini di prodotti fitosanitari, che di benessere degli animali e pratiche di sostenibilità (ambientale, ndr). Le nazioni del Mercosur operano anche con norme sulle condizioni di lavoro e sicurezza inferiori, ciò che consente loro di produrre a costi inferiori, e rende impossibile una concorrenza leale per i produttori dell’Ue’.


Queste critiche sono riprese nella posizione espressa dal governo italiano alla vigilia dell’Accordo, anche se in questo caso sono declinate più come una puntualizzazione di ciò che va garantito e controllato attentamente che non come una bocciatura netta. ‘Va garantito che le norme europee sui controlli veterinari e fitosanitari siano pienamente rispettate e, più in generale, che i prodotti che entrano nel mercato interno rispettino pienamente i nostri standard di protezione dei consumatori e controlli di qualità’, sottolinea Palazzo Chigi. E aggiunge: ‘Serve un fermo impegno della Commissione a monitorare costantemente il rischio di perturbazioni del mercato e, in tal caso, ad attivare un rapido ed efficace sistema di compensazione, dotato di risorse finanziarie consistenti’. In realtà, le critiche all’Accordo non si riferiscono al testo attuale, ancora non pubblicato, ma a quello che era stato concordato con il Mercosur nel giugno 2019, e poi bloccato dalla marcia indietro del Brasile sugli impegni contro la deforestazione, sotto la presidenza Bolsonaro. Questo, almeno, rilevano fonti della Commissione, facendo notare che ci sono state negli ultimi mesi di negoziato tecnico notevoli aggiunte e modifiche, a cominciare dall’inserimento di una clausola secondo cui il partenariato potrà essere sospeso nel caso in cui una delle parti violi gravemente l’accordo di Parigi sul clima o decida di uscirne. Ci sono poi impegni legali concreti, non solo a livello politico, per fermare la deforestazione entro il 2030, e nuove disposizioni sugli appalti pubblici, sui dazi all’esportazione e sui veicoli. Ma soprattutto, la Commissione, e i paesi favorevoli all’Accordo avranno ora il compito di cercare di convincere gli Stati membri contrari del fatto che le loro preoccupazioni sono in realtà affrontate adeguatamente nel nuovo testo. Che i prodotti importati dal Mercosur rispetteranno le stesse norme fitosanitarie, di sicurezza alimentare (per esempio sui limiti ai residui di pesticidi, e i divieti all’uso degli antibiotici o degli ormoni negli allevamenti), e le stesse norme ambientali e sulle condizioni di lavoro (con il rispetto delle convenzioni dell’International Labour Organization) che si applicano nell’Ue. Un altro elemento importante dell’Accordo, a garanzia del settore agricolo europeo, sono le clausole sull’accesso limitato al mercato Ue, con il sistema delle quote, dei ‘prodotti sensibili’ importati dal Mercosur: carne di manzo, pollame, zucchero, etanolo, miele e riso. Inoltre, se le importazioni dal Mercosur dovessero impennarsi all’improvviso e provocare serie perturbazioni di mercato, potrà essere sospeso il loro ‘trattamento preferenziale’, ristabilendo temporaneamente dei dazi più alti. L’Accordo verrà pubblicato la settimana prossima, ma la Commissione deve ancora decidere la base giuridica, ovvero se sottoporlo poi all’approvazione del Parlamento europeo e degli Stati membri come un pacchetto unico, con competenze ‘miste’ – quella commerciale esclusiva dell’Ue e quella sulla cooperazione e gli aspetti politici di competenza dei paesi membri – o se se separare la procedura di ratifica su due diversi binari. Va considerato che un ‘accordo misto’ richiederebbe l’approvazione da parte dell’Ue e di tutti i suoi Stati membri (all’unanimità e con ratifiche nei parlamenti nazionali) sull’intero accordo prima che possa entrare pienamente in vigore. Se la Commissione sceglierà invece di procedere con il doppio binario, con due testi giuridicamente separati (pur se in unico pacchetto), sarebbe possibile anche un accordo provvisorio sulla sola parte commerciale, con le disposizioni che rientrano nella competenza esclusiva dell’Ue, che richiederebbe solo la ratifica del Parlamento europeo e della maggioranza qualificata del Consiglio Ue, senza le ratifiche dei parlamenti nazionali. In questo caso, che è quello più probabile, diventerà particolarmente importante per la Commissione cercare di convincere l’Italia, perché la sua eventuale opposizione, al fianco della Francia e di uno o due paesi più piccoli, basterebbe a determinare una minoranza di blocco e rendere impossibile la maggioranza qualificata in Consiglio Ue.

Ue-Mercosur accordo storico, ma bisogna convincere l’Italia

Ue-Mercosur accordo storico, ma bisogna convincere l’ItaliaRoma, 6 dic. (askanews) – L’atteso accordo politico Ue-Mercosur, concluso e annunciato il 6 dicembre a Montevideo da Ursula von der Leyen e dai presidenti di Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, è pronto. Adesso ci sarà da convincere i Paesi recalcitranti (tra cui l’Italia), spesso sensibili alle lobby agricole.


‘Non è solo un’opportunità economica, è anche una necessità politica’, mentre ‘forti venti soffiano nella direzione opposta, verso l’isolamento e la frammentazione. Ma questo accordo è la nostra risposta chiara. Siamo uniti sulla scena globale, come partner’, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. I ‘venti contrari’ sono quelli del protezionismo che sta prevalendo, con le nuove tensioni internazionali, la guerra in Ucraina e l’ostilità tra la Russia e l’Occidente, la rivalità economica e geopolitica della Cina, le minacce di una nuova stagione di dazi e sanzioni da parte della nuova amministrazione Trump negli Stati Uniti.


L’Europa e l’America latina appartengono alla stessa cultura e condividono storia, civiltà e valori, ma da 25 anni non riuscivano a concludere i negoziati per quest’accordo che comporterà enormi benefici per entrambe le parti. Sarà ‘uno dei più grandi partenariati per il commercio e gli investimenti che il mondo abbia mai visto’, con ‘un mercato di oltre 700 milioni di consumatori’, e significherà, ha sottolineato von der Leyen, ‘più posti di lavoro, e migliori, con più scelta, e prezzi più bassi’. Oltre ad abbattere i dazi alle dogane e le altre barriere agli scambi, il partenariato ‘rafforzerà le catene del valore; svilupperà industrie strategiche; sosterrà l’innovazione’. Per l’Ue, si prevedono vantaggi pari a 4 miliardi all’anno solo dalla riduzione degli attuali dazi alle esportazioni nel Mercosur (sulle auto e parti di ricambio, sui macchinari, sui prodotti chimici e farmaceutici, su abbigliamento e calzature, su alcol e vini, sul cioccolato, sulla pasticceria). E ci sarà anche un capitolo dedicato alla facilitazione dell’approvvigionamento di diverse materie prime critiche, necessarie per la transizione energetica (litio dall’Argentina, alluminio, grafite, niobio, manganese, vanadio e tantalo dal Brasile). Per i paesi del Mercosur, l’ambizione è quella di sviluppare più attività economiche ad alto valore aggiunto, invece di affidarsi solo all’esportazione delle materie prime.


Perché, allora, ci sono diversi paesi europei (la Francia, innanzitutto, a cui si sono aggiunte la Polonia, l’Irlanda, l’Austria, e ora anche l’Italia) che esprimono cautela, o insoddisfazione e perplessità, fino a una netta contrarietà a questo accordo? Al cuore di questa opposizione ci sono le lobby agricole, e soprattutto il comparto dell’allevamento, ma d’altra parte ci sono altri comparti, come quello vinicolo e i prodotti a denominazione d’origine protetta che hanno tutto da guadagnare dall’apertura del mercato latino americano, con la garanzia della tutela delle Dop. Il Copa-Cogeca, la confederazione delle associazioni di categoria agricole dell’Ue, ha sottolineato le proprie rivendicazioni in una nota in cui afferma che il settore ‘rimane particolarmente vulnerabile alle concessioni fatte nel capitolo agricolo sbilanciato di questo accordo. Comparti sensibili come carne di manzo, pollame, zucchero, etanolo e riso affrontano rischi maggiori di saturazione del mercato e perdita di reddito a causa dell’afflusso di prodotti a basso costo’ che si prevede dai paesi del Mercosur. Questi paesi, lamenta il Copa-Cogeca, ‘non soddisfano gli standard di produzione richiesti all’agricoltura dell’Ue, sia in termini di prodotti fitosanitari, che di benessere degli animali e pratiche di sostenibilità (ambientale, ndr). Le nazioni del Mercosur operano anche con norme sulle condizioni di lavoro e sicurezza inferiori, ciò che consente loro di produrre a costi inferiori, e rende impossibile una concorrenza leale per i produttori dell’Ue’.


Queste critiche sono riprese nella posizione espressa dal governo italiano alla vigilia dell’Accordo, anche se in questo caso sono declinate più come una puntualizzazione di ciò che va garantito e controllato attentamente che non come una bocciatura netta. ‘Va garantito che le norme europee sui controlli veterinari e fitosanitari siano pienamente rispettate e, più in generale, che i prodotti che entrano nel mercato interno rispettino pienamente i nostri standard di protezione dei consumatori e controlli di qualità’, sottolinea Palazzo Chigi. E aggiunge: ‘Serve un fermo impegno della Commissione a monitorare costantemente il rischio di perturbazioni del mercato e, in tal caso, ad attivare un rapido ed efficace sistema di compensazione, dotato di risorse finanziarie consistenti’. In realtà, le critiche all’Accordo non si riferiscono al testo attuale, ancora non pubblicato, ma a quello che era stato concordato con il Mercosur nel giugno 2019, e poi bloccato dalla marcia indietro del Brasile sugli impegni contro la deforestazione, sotto la presidenza Bolsonaro. Questo, almeno, rilevano fonti della Commissione, facendo notare che ci sono state negli ultimi mesi di negoziato tecnico notevoli aggiunte e modifiche, a cominciare dall’inserimento di una clausola secondo cui il partenariato potrà essere sospeso nel caso in cui una delle parti violi gravemente l’accordo di Parigi sul clima o decida di uscirne. Ci sono poi impegni legali concreti, non solo a livello politico, per fermare la deforestazione entro il 2030, e nuove disposizioni sugli appalti pubblici, sui dazi all’esportazione e sui veicoli. Ma soprattutto, la Commissione, e i paesi favorevoli all’Accordo avranno ora il compito di cercare di convincere gli Stati membri contrari del fatto che le loro preoccupazioni sono in realtà affrontate adeguatamente nel nuovo testo. Che i prodotti importati dal Mercosur rispetteranno le stesse norme fitosanitarie, di sicurezza alimentare (per esempio sui limiti ai residui di pesticidi, e i divieti all’uso degli antibiotici o degli ormoni negli allevamenti), e le stesse norme ambientali e sulle condizioni di lavoro (con il rispetto delle convenzioni dell’International Labour Organization) che si applicano nell’Ue. Un altro elemento importante dell’Accordo, a garanzia del settore agricolo europeo, sono le clausole sull’accesso limitato al mercato Ue, con il sistema delle quote, dei ‘prodotti sensibili’ importati dal Mercosur: carne di manzo, pollame, zucchero, etanolo, miele e riso. Inoltre, se le importazioni dal Mercosur dovessero impennarsi all’improvviso e provocare serie perturbazioni di mercato, potrà essere sospeso il loro ‘trattamento preferenziale’, ristabilendo temporaneamente dei dazi più alti. L’Accordo verrà pubblicato la settimana prossima, ma la Commissione deve ancora decidere la base giuridica, ovvero se sottoporlo poi all’approvazione del Parlamento europeo e degli Stati membri come un pacchetto unico, con competenze ‘miste’ – quella commerciale esclusiva dell’Ue e quella sulla cooperazione e gli aspetti politici di competenza dei paesi membri – o se se separare la procedura di ratifica su due diversi binari. Va considerato che un ‘accordo misto’ richiederebbe l’approvazione da parte dell’Ue e di tutti i suoi Stati membri (all’unanimità e con ratifiche nei parlamenti nazionali) sull’intero accordo prima che possa entrare pienamente in vigore. Se la Commissione sceglierà invece di procedere con il doppio binario, con due testi giuridicamente separati (pur se in unico pacchetto), sarebbe possibile anche un accordo provvisorio sulla sola parte commerciale, con le disposizioni che rientrano nella competenza esclusiva dell’Ue, che richiederebbe solo la ratifica del Parlamento europeo e della maggioranza qualificata del Consiglio Ue, senza le ratifiche dei parlamenti nazionali. In questo caso, che è quello più probabile, diventerà particolarmente importante per la Commissione cercare di convincere l’Italia, perché la sua eventuale opposizione, al fianco della Francia e di uno o due paesi più piccoli, basterebbe a determinare una minoranza di blocco e rendere impossibile la maggioranza qualificata in Consiglio Ue. di Lorenzo Consoli e Alberto Ferrarese

Risultati e classifica di serie A, Inter a -1 dal Napoli

Risultati e classifica di serie A, Inter a -1 dal NapoliRoma, 6 dic. (askanews) – Questi i risultati e la classifica di serie A dopo Inter-Parma 3-1


Quindicesima giornata Inter-Parma 3-1, ore 20.45 Atalanta-Milan, ore 15 Genoa-Torino, ore 18 Juventus-Bologna, ore 20.45 Roma-Lecce, domenica 8 dicembre ore 12.30 Fiorentina-Cagliari, ore 15 Verona-Empoli, ore 18.00 Venezia-Como, ore 20.45 Napoli-Lazio. Classifica: Napoli 32, Atalanta, Inter 31, Fiorentina, Lazio 28, Juventus 26, Milan 22, Bologna 21, Udinese 17, Empoli 16, Torino, Parma 15, Cagliari, Genoa 14, Roma, Lecce 13, Verona 12, Como 11, Monza 10, Venezia 8.


venerdì 13 dicembre ore 20.45 Empoli-Torino, sabato 14 dicembre ore 15 Cagliari-Atalanta, ore 18 Udinese-Napoli, ore 20.45 Juventus-Venezia, domenica 15 dicembre ore 12.30 Lecce-Monza, ore 15 Bologna-Fiorentina, Parma-Verona, ore 18 Como-Roma, ore 20.45 Milan-Genoa, lunedì 16 dicembre ore 20.45 Lazio-Inter

Milano Premier Padel P1, Coello e Tapia volano in semifinale

Milano Premier Padel P1, Coello e Tapia volano in semifinaleRoma, 6 dic. (askanews) – Arturo Coello e Agustin Tapia ancora imbattibili al Milano Premier Padel P1. Dominatori incontrastati della stagione (13 titoli totali e 43 vittorie consecutive), la coppia più forte del mondo tornerà in campo sabato, nel giorno in cui saranno trascorsi cinque mesi dall’ultima sconfitta, sempre in Italia, nella finale del P2 di Genova. Anche all’Allianz Cloud, come accaduto una settimana fa nel Major in Messico, Arturo e Agustin hanno dovuto giocare il terzo set: merito di Paquito Navarro e Pablo Cardona (5), capaci di resistere per due ore e 32′ e di trovarsi più volte nel corso del match avanti di un break. Ad affrontarli in semifinale – si legge in una nota – ci saranno Edu Alonso e Jeronimo “Momo” Gonzalez, che quest’anno in Italia hanno già conquistato il Fip Platinum Sardegna. La coppia ha già centrato la semifinale al primo torneo Premier Padel giocato insieme (in Finlandia) e si è ripetuta in Egitto, a NewGiza. Dopo due semifinali in un P2, ecco la prima in un P1, quello di Milano, dopo il ritiro di Franco Stupaczuk e Mike Yanguas per un infortunio subito dall’argentino nel terzo set. “Ho un buon feeling con il pubblico italiano e con l’Italia”, ha commentato Momo Gonzalez a fine partita, ricordando – oltre la vittoria nel Platinum – anche l’Europeo vinto sempre a Cagliari con la Spagna. “Ho buonissimi ricordi sul Centrale qui a Milano contro Galan e Lebron due anni fa ma anche contro Coello e Tapia lo scorso anno. Spero di andare avanti nel torneo il più possibile”.

Banco Bpm: il Credit Agricole si rafforza al 15,1% ma esclude un’Opa

Banco Bpm: il Credit Agricole si rafforza al 15,1% ma esclude un’OpaMilano, 6 dic. (askanews) – Si accende la battaglia attorno a Banco Bpm. Il Credit Agricole, già primo azionista, rafforza la presa, portando la sua posizione complessiva al 15,1% nel capitale della banca italiana, su cui la scorsa settimana Unicredit aveva lanciato a sorpresa un’Ops. Una mossa che, al momento, sembra essere più “difensiva” che di sfida, visto che i francesi hanno dichiarato di non intendere lanciare un’Opa su Banco Bpm.


Il Credit Agricole ha sottoscritto contratti derivati relativi al 5,2% del capitale, che potranno avere regolamento in azioni una volta ottenute le necessarie autorizzazioni regolamentari. Considerata la partecipazione già detenuta, pari al 9,9%, la complessiva partecipazione aggregata nell’istituto guidato da Giuseppe Castagna sale al 15,1%. Il Credit Agricole presenterà istanza presso l’Autorità di vigilanza per essere autorizzata a incrementare la propria quota al di sopra della soglia del 10% del capitale e sino al 19,99%. L’operazione, spiegano i francesi, “è coerente con la strategia di Crédit Agricole quale investitore e partner di Banco Bpm, rafforza le partnership industriali in essere nel settore del credito al consumo e della banca-assicurazione, nonché testimonia l’apprezzamento per le qualità intrinseche di Banco Bpm, come una solida posizione di mercato e positive prospettive finanziarie”.


Lo scorso 25 novembre, Unicredit ha lanciato un’offerta pubblica di scambio volontaria su Banco Bpm da oltre 10 miliardi, interamente in azioni, e alcune indiscrezioni riferivano che Andrea Orcel avesse lanciato l’Ops proprio temendo il rafforzamento dei francesi, che tra l’altro, tramite Amundi, sono partner di Unicredit nel risparmio gestito. L’offerta è stata nettamente bocciata l’indomani dal cda di Banco Bpm, che ha giudicato le condizioni “del tutto inusuali per operazioni di questa tipologia, non riflettendo in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti della banca”. Il rapporto di concambio è stato fissato a 0,175 azioni di nuova emissione di Unicredit per ogni azione Banco Bpm, pari a un prezzo implicito di offerta di 6,657 euro per azione e un premio di solo lo 0,5% rispetto ai prezzi ufficiali del 22 novembre. Anche il mercato, portando il titolo Banco Bpm sui massimi fino a 7,51 euro (chiusura odierna), ha giudicato fin da subito troppo basso il prezzo messo sul piatto da Orcel, scommettendo su futuri rilanci. Ora la partita si riapre con la mossa dei francesi.

Banco Bpm: il Credit Agricole sale al 15,1% del capitale

Banco Bpm: il Credit Agricole sale al 15,1% del capitaleMilano, 6 dic. (askanews) – Il Crédit Agricole sale al 15,1% di Banco Bpm, dalla precedente quota del 9,9%, e lancia così la sfida a Unicredit.


“Crédit Agricole – si legge in una nota del gruppo francese – ha notificato all’Autorità italiana e a Banco Bpm la stipula di strumenti finanziari relativi al 5,2% del capitale sociale di Banco Bpm, che potranno essere fisicamente regolati previa autorizzazione regolamentare. Considerando la quota del 9,9% già detenuta, la conseguente posizione aggregata in Banco Bpm notificata dal Crédit Agricole ammonta al 15,1%”. Il Crédit Agricole chiederà l’autorizzazione all’autorità di vigilanza per aumentare la propria partecipazione in Banco Bpm oltre il 10% e fino al 19,99%.


L’operazione, spiega la banca francese, “è coerente con la strategia del Crédit Agricole di investitore e partner di lungo periodo del Banco Bpm: rafforza le solide partnership industriali nel consumer finance e nelle assicurazioni danni, protezione della persona e protezione dei creditori, e sottolinea l’apprezzamento del Crédit Agricole per le qualità intrinseche del Banco Bpm, ovvero un solido business franchise con prospettive finanziarie positive”.

Le Fonti Awards 2024: il settore delle energie rinnovabili protagonista

Le Fonti Awards 2024: il settore delle energie rinnovabili protagonistaRoma, 6 dic. (askanews) – Nato per celebrare le aziende e i professionisti che si sono distinti per innovazione, leadership e impegno verso la sostenibilità, il premio Le Fonti Awards2024 rappresenta uno dei riconoscimenti internazionali più prestigiosi. L’evento ha visto la premiazione delle realtà italiane che, con il loro lavoro, contribuiscono al progresso del Paese e affrontano con determinazione le sfide globali. Organizzato dalla televisione in live streaming Le Fonti, che da anni si dedica a temi economici e legali, l’iniziativa ha messo in luce le eccellenze che guidano il cambiamento.


Tra i settori premiati, le energie rinnovabili hanno avuto un ruolo di primo piano, evidenziando l’importanza di un futuro sempre più verde e sostenibile. In questo contesto, spicca IMC Holding, che ha ricevuto il prestigioso premio come “Eccellenza dell’Anno Innovazione & Leadership Energie Rinnovabili”, un riconoscimento che consolida ulteriormente il suo ruolo di leader nel settore. Per il quarto anno consecutivo, l’azienda, proprietaria del marchio Fotovoltaico Semplice, è stata premiata per il suo costante impegno nell’innovazione tecnologica e nella promozione di soluzioni energetiche sostenibili, che stanno contribuendo in modo concreto alla transizione ecologica dell’Italia. IMC Holding si è infatti distinta per la sua capacità di unire tecnologie avanzate e attenzione alla sostenibilità, mettendo a disposizione soluzioni che riducono l’impatto ambientale e favoriscono la crescita di un’economia verde. Il suo approccio innovativo ha fatto dell’energia solare un’opportunità concreta per chi desidera un futuro più pulito e responsabile. “Ricevere questo premio per il quarto anno consecutivo è un riconoscimento che ci riempie di soddisfazione e orgoglio”, afferma Daniele Iudicone, CEO di IMC Holding. “Grazie all’impegno del team, alla capacità di innovare e alla continua attenzione verso i clienti, siamo riusciti a mantenere una crescita costante nel tempo, cercando sempre di fare meglio, nonostante le difficoltà che hanno caratterizzato gli ultimi anni. L’obiettivo che ci poniamo è contribuire a rendere l’Italia un Paese più sostenibile, puntando principalmente sulle energie rinnovabili. Questo premio è il risultato del lavoro di tutti i membri della nostra squadra.”


Il prestigioso riconoscimento rafforza ulteriormente la posizione di IMC Holding come leader nel settore delle energie rinnovabili. Questo premio evidenzia il continuo impegno dell’azienda nel promuovere una trasformazione ecologica e tecnologica, contribuendo al progresso dell’Italia verso un futuro più sostenibile. IMC Holding si dedica con determinazione alla diffusione delle energie rinnovabili per ridurre l’impatto ambientale, consolidandosi così come punto di riferimento nel settore. “L’obiettivo rimane quello di costruire un Paese più verde, innovativo e responsabile”, conclude Daniele Iudicone

”Fotonica”, a Roma l’ottava edizione del festival di arte digitale

”Fotonica”, a Roma l’ottava edizione del festival di arte digitaleRoma, 6 dic. (askanews) – Dal 13 al 21 dicembre Roma si accende con l’ottava edizione di Fotonica, uno degli eventi più importanti nel panorama internazionale delle Audio Visual Digital Arts che ogni anno porta nella Capitale le più avanzate forme d’arte in cui è centrale l’elemento della luce.


Installazioni ad alto impatto visivo e sensoriale, performance audio-video realizzate live, musica elettronica, video mapping futuristici, workshop per tutte le età, residenze artistiche e simposi: Fotonica celebra l’arte digitale e la sperimentazione audiovisiva presentando le migliori esperienze mondiali e contribuendo alla creazione di un network globale che raduna le più importanti realtà del settore. Il Festival prodotto da Flyer riconferma come sede d’eccezione l’Accademia d’Ungheria in Roma di via Giulia 1 e, novità di questa edizione, si sposta nel quartiere Alessandrino in una location avveniristica di ultima generazione: il Chromosphere Dome in via Casilina 1011, un’enorme cupola, solitamente utilizzata in campo astronomico e in particolare nei planetari, che avvolge il pubblico con suoni e immagini da ogni direzione, garantendogli una reale quanto rara esperienza immersiva a 360 gradi.


Fiore all’occhiello di Fotonica i live audio video di otto artisti di fama internazionale che apriranno e chiuderanno il Festival: Lydia Yakonowsky (Canada), VJ Spetto (Brasile), Ployz (Germania) Monocolor (Austria), Damiano Simoncini | Levi & Cristina Angeloro (Italia) Kati Katona (Ungheria), Milian Mori (Svizzera), Touchy Toy Collective (Italia) Konx-om-Pax (Uk) che si alterneranno nei giorni di venerdì 13, sabato 14, venerdì 20 e sabato 21 dicembre, dalle 21 a mezzanotte. Con un’attenzione particolare alla parità di genere (50% di artiste e artisti sono donne), Fotonica ospita 71 artisti e artiste provenienti da 19 paesi, (Austria, Brasile, Canada, Cina, Colombia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Giappone, Messico, Polonia, Romania, Svizzera, Taiwan, Thailandia, Regno Unito e Stati Uniti) per un totale di 49 eventi tra Fulldome, AV Performance, Workshop per adulti e bambini, Residenze Artistiche, Installazioni Luminose, Simposi, Videomapping, VJ Set, DJ Set e Lecture.


Dal 13 al 21 dicembre, tutti i giorni dalle 11 alle 17, nel Chromosphere Dome si susseguiranno le opere video dedicate a bambini e bambine, mentre sempre per i più piccoli il 15 dicembre in programma 2 workshop che stimolano la loro creatività come: “Fulldome for kids” dove i bambini con la loro manualità trasformeranno i loro schizzi in visualizzazioni animate proiettate sulla cupola grazie a tecniche digitali, e “Recycled paper spheres” con cui si cimenteranno nella decorazione di palline in carta riciclata. Dalle 17 in poi, l’esterno della cupola ospiterà gli spettacolari video mapping di un peso massimo delle arti digitali come DeRe dal Michigan e i lavori finali delle residenze artistiche e dei workshop per adulti e bambini a cura di Naba, FLxER e Fusolab, mentre all’interno della cupola, parallelamente, saranno proiettate le opere video dei più autorevoli artisti internazionali destinate a un pubblico adulto: dal Giappone Yuri Urano e Manami Sakamoto, dalla Cina Te-Hsing Lu e Calvin Sin, dalla Polonia Ari Dykier, dalla Germania Sergey Prokofyev, dalla Grecia e dal Regno Unito Uncharted limbo Collective, e infine dalla Francia Milkorova, Sandrine Deumier, François Vautier, Flore e Sébastien Labrunie.


Per gli adulti il 14 dicembre sarà possibile partecipare al talk “Amplifying Sustainability” a cura di Nuva, e al workshop a seguire, con esperti, partner e organizzatori di eventi Chromosphere Fulldome per esplorare l’impatto ambientale delle arti performative, enfatizzando la necessità di pratiche sostenibili, e all’incontro con i partner del progetto Creative Europe Chromosphere che permetterà di interagire con i rappresentanti di organizzazioni europee che operano nell’ambito delle arti di digitali: Flyer New Media (Italia) Athens Digital Arts Festival (Grecia), Photon (Polonia), Fonix (Ungheria), AADN (Francia) e Art Mirror (Romania). Fotonica inaugura venerdì 13 dicembre all’Accademia d’Ungheria in Roma con Modulator V3, installazione del celebre artista ungherese Dávid Ariel Szauder, ispirata all’iconico “Light Prop for an Electric Stage” (1930) della figura di spicco del Bauhaus László Moholy-Nagy. L’opera concepita da László Moholy-Nagy e progettata dall’architetto István Sebok era originariamente intesa come un “dispositivo sperimentale per la pittura della luce” con la possibilità di utilizzare informazioni raccolte da vari campi dell’arte per creare molteplici installazioni multimediali in una. Attingendo al prototipo originale Szauder crea una performance interattiva arricchita da un’esperienza uditiva che risponde all’ambiente di luci e ombre creato dal movimento della scultura. L’opera sarà visitabile tutti i giorni dalle 11 alle 19. L’opening del Festival e della mostra si terrà alle 18 e sarà preceduto da un talk con con Dávid Ariel Szauder, Szabolcs Vida, direttore del museo Light Art Museum Budapest e i partner del Progetto Creative Europe Chromosphere. Dalle 17 in poi l’interno della cupola sarà invaso dalle opere video di artisti internazionali riconosciuti a livello mondiale tra cui: Yuri Urano e Manami Sakamoto che presentano “Metaract”dove musica elettronica e visual dinamici creano un’esperienza multisensoriale che immerge il pubblico in un mondo di suoni ipnotici e immagini astratte per esplorare la dualità tra analogico e digitale; Te-Hsing Lu e Calvin Sin che con “4993 Feet Under”, con un approccio documentaristico ibrido, permettono al pubblico di intraprendere un viaggio toccante, assistendo agli ultimi momenti di una balena morente che scende a 4993 piedi sotto la superficie, nel punto in cui è avvenuto il disastro ambientale causato dalla fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon; Milkorova che con “Tidal echoes” cattura l’essenza dei paesaggi marini attraverso una personale interpretazione che fonde visioni astratte con paesaggi sonori naturali grazie all’uso delle nuove tecnologie. Così, gli elementi visivi si sviluppano dinamicamente riflettendo i movimenti fluidi delle onde oceaniche e coinvolgendo il pubblico in un’esperienza sensoriale totale. Contemporaneamente, l’esterno della cupola verrà animato con proiezioni spettacolari. Di particolare rilievo è l’opera “The Great Shifter” di DeRe che trasformerà la struttura esterna del Chromosphere Dome in una tela luminosa che racconta l’evoluzione delle città moderne attraverso visual futuristici e suoni industriali.

Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande Brera

Milano, dopo 52 anni a Palazzo Citterio apre la Grande BreraMilano, 6 dic. (askanews) – Dopo 52 anni si è finalmente realizzato l’ampliamento della Pinacoteca di Brera di Milano con l’apertura di Palazzo Citterio, che ospiterà oltre 200 opere moderne e mostre temporanee. In qualche modo il dicembre del 2024 vede la realizzazione di un sogno lungamente coltivato dall’ex direttore Franco Russoli a partire dagli anni Cinquanta. Ma cosa vedremo a Palazzo Citterio? “Innanzitutto – ci ha risposto Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Nazionale Braidense – esposte in maniera straordinaria le grandi collezioni del Novecento, la Jesi e la Vitali con capolavori assoluti dell’arte italiana internazionale del primo Novecento, quindi Modigliani, Boccioni, una serie di Morandi davvero straordinari ma anche Carrà, Picasso, Braque e poi spazio anche alle mostre temporanee perché questo palazzo ci permetterà di avere degli spazi belli per mostre interessanti”.


La “Grande Brera” vuole ora essere un ecosistema che unisce la Pinacoteca, l’Accademia, il Giardino botanico e l’Osservatorio, e ora anche Palazzo Citterio. “Riusciamo oggi – ha aggiunto la vicedirettrice Chiara Rostagno – a dare una dimostrazione anche della volontà che si sono susseguite in questi 52 anni di cui noi siamo stati in qualche modo i privilegiati che hanno potuto portare a compimento questa grande opera. Siamo quindi debitori comunque di tutti quelli che ci hanno preceduti. Oggi apriamo una parte importante della nostra Pinacoteca, questo Palazzo Citterio che avvicina molto alla Milano d’oggi, all’Italia d’oggi, un’istituzione culturale come la nostra Pinacoteca”. Oltre alle grandi collezioni novecentesche, Palazzo Citterio ospita anche mostre temporanee e per l’inaugurazione il pubblico potrà visitare quella site-specific dedicata a Mario Ceroli con dieci lavori inediti e quella sulla comunità di arti e scienze della Grande Brera, curata da Luca Molinari.


Atro elemento importante è la collaborazione con l’architetto Mario Cucinella, che ha realizzato diversi interventi negli spazi espositivi, a partire dal tempietto in legno che accoglie le persone all’ingresso del palazzo. “Il tempietto – ci ha detto – è un modo per collegarsi anche a uno degli ultimi quadri della Pinacoteca, dove c’è lo sposalizio della Vergine di Raffaello, dove si vede questo tempio bramantesco. E poi, insomma, è anche un ricordo di Bramante a Roma, la costruzione di un piccolo tempietto all’interno di un cortile, in una visione contemporanea. Mi sembrava che fosse anche un modo per raccontare, nel momento in cui si aprono le porte dopo tanti tanti anni a Palazzo Citterio, che questo stesso palazzo continua la tradizione di inserti di architettura contemporanea, quindi questo è un po’ un dialogo tra la città, la storia della città e la contemporaneità”. Insomma, la macchina della Grande Brera si sta mettendo in moto. Il lavoro di anni giunge a un nuovo punto di partenza dopo un percorso non facile. “Sono precipitato dentro in una macchina molto complessa, abbiamo avuto tantissimi problemi – ha concluso Angelo Crespi – ma non abbiamo mai perso di vista l’obiettivo, ho focalizzato l’obiettivo e devo dire che in parte mi ascrivo il merito, in parte è anche una questione secondo me di spirito dei tempi, era il momento giusto, tutto concordava perché potessimo arrivare a questa apertura”.


Il resto lo potrà dire solo il tempo.