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Tag: Sanremo 2023

Giappone, IA contribuisce a vittoria in premio letterario

Giappone, IA contribuisce a vittoria in premio letterarioRoma, 18 gen. (askanews) – L’Intelligenza artificiale generativa ha contribuito alla scrittura del romanzo che ha vinto il più prestigioso riconoscimento letterario giapponese, il Premio Akutagawa. L’ha ammesso la vincitrice di quest’anno, Rie Kudan, rispondendo alle domande sul suo romanzo “Tokyo-to Dojo-to” (“Torre della simpatia di Tokyo”), che si è laureato vincitore del premio.

Il romanzo è ambientato in una Tokyo del futuro, dove viene creata una torre carceraria. L’intelligenza artificiale è presente nella trama, ma anche nel processo creativo. “Si solito mi consulto con l’intelligenza artificiale su provlemi che non posso dire a nessuno. Quando l’IA non diceva quello che mi aspettavo, facevo rispecchiare i sentimenti che provavo nelle battute messe in bocca al personaggio principale, l’architetto”, ha detto Kudan. “Vorrei continuare a scrivere romanzi che possano dimostrare la mia creatività mentre faccio uso attivo dell’IA generativa”, ha continuato la scrittrice 33enne, segnalando che circa il 5% del romanzo è attribuibile al contributo dato dall’IA.

L’ammissione ha provocato sui social network reazioni contrastanti. Qualcuno ha lodato la scelta, affermando che si tratta di un modo creativo di usare l’IA, mentre altri ritengono che il premio andrebbe ritirato. Recentemente sono apparsi titoli che elencano ChatGPT come co-autore, in particolare attraverso i market online. Ma è la prima volta che l’IA è accreditata per aver contribuito a vincere un premio letterario.

Spazio, da Enea un micro pomodoro per i viaggi su Luna e Marte

Spazio, da Enea un micro pomodoro per i viaggi su Luna e MarteRoma, 18 gen. (askanews) – Enea ha realizzato un pomodoro nano arricchito di molecole antiossidanti, utili per la dieta degli astronauti nelle missioni di lunga durata e in grado di resistere alle radiazioni dell’ambiente spaziale. Le attività sono state condotte nell’ambito dei progetti HORTSPACE e BIOxTREME, finanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana, e i risultati sono stati pubblicati sulle riviste scientifiche, Frontiers in Astronomy and Space Sciences e Frontiers in Plant Sciences.

“Nella roadmap di esplorazione umana dello spazio profondo in cui la Luna sarà tappa fondamentale verso Marte, gli astronauti dovranno autosostentarsi con le risorse a disposizione”, spiega Silvia Massa del Laboratorio Enea di Biotecnologie. “Queste piante – aggiunge – forniranno cibo fresco e salutare senza necessità di rifornimenti dalla Terra e rappresenteranno la principale fonte di molecole ad alto valore aggiunto, come antiossidanti e biofarmaci, a supporto della vita nei futuri avamposti spaziali”. In questo scenario, infatti, – si legge nella notizia che apre il numero odierno del settimanale ENEAinform@ – l’ambiente confinato, le differenti condizioni di gravità rispetto alla Terra e le radiazioni ionizzanti condizioneranno non solo la salute dell’uomo, ma anche la produttività delle piante e la qualità del cibo, potendo generare stress ossidativo e danni al DNA.

Sin dal 2014 nell’ambito del progetto BIOxTREME, Enea ha studiato come le piante alimentari possano crescere in modo adeguato in un ambiente extraterrestre, arrivando a sviluppare un vero e proprio modello. In seguito, nell’ambito del progetto HORTSPACE, i ricercatori hanno valutato i requisiti di produttività e di qualità anche nello spazio, studiando come le radiazioni influenzino la fisiologia di queste piante, sottoposte alla simulazione di un ambiente spaziale. Rispetto alle piante non ingegnerizzate, il pomodoro sviluppato da Enea – ribattezzato ‘San Marziano’ dai ricercatori – ha dimensioni più compatte e un maggior contenuto di antocianine, con trascurabili variazioni di crescita e fotosintesi. “Ad oggi, gli esperimenti dalla Nasa sulle piante al di fuori dell’ambiente terrestre hanno consentito valutazioni microbiologiche su specie edibili ma non studi sulle performance delle piante e degli alimenti derivati”, sottolinea Silvia Massa. “Grazie al nostro modello realizzato in collaborazione con l’Università di Amsterdam – Swammerdam, siamo riusciti a ‘riaccendere’ nel pomodoro la biosintesi delle antocianine che è ‘dormiente’ nelle specie attualmente coltivate, ottenendo così il pomodoro biofortificato e, per la prima volta al mondo in modo così sistematico, abbiamo studiato gli effetti delle radiazioni ionizzanti durante l’intero ciclo vitale, oltre che sui principali indici del metabolismo primario e secondario”, conclude Massa.

Il team Enea si è avvalso per le ricerche dell’impianto Calliope nel Centro Ricerche Casaccia (Roma). “Si tratta di una facility di irraggiamento dalle caratteristiche uniche nel panorama italiano ed europeo, in grado di simulare alcune delle condizioni presenti nello Spazio e utile per conoscere e prevenire gli effetti che l’ambiente spaziale – e le radiazioni di cui è ricco – possono provocare sull’uomo e sui dispositivi tecnologici”, sottolinea Alessia Cemmi, responsabile del Laboratorio Enea di Sistemi nucleari innovativi. L’esplorazione dello spazio ha sempre rappresentato un potente acceleratore di tecnologie per applicazioni sulla Terra, dove è urgente il ricorso all’innovazione tecnologica in agricoltura per far fronte all’aumento della popolazione mondiale, alla riduzione delle superfici coltivabili e agli effetti dei cambiamenti climatici. La ricerca Enea sulle biotecnologie punta allo sviluppo sia di piante resistenti a condizioni estreme (deserti, basi antartiche o ambienti disagiati come le basi militari) che di piante “biofabbrica” per la produzione di molecole di interesse farmaceutico.

Dal 5 febbraio in sala documentario “Ghost Detainee-Il caso Abu Omar”

Dal 5 febbraio in sala documentario “Ghost Detainee-Il caso Abu Omar”Roma, 18 gen. (askanews) – Dal 5 febbraio arriva nelle sale “Ghost Detainee – Il caso Abu Omar”, documentario scritto e diretto da Flavia Triggiani e Marina Loi con la collaborazione del giornalista Luca Fazzo che porta sul grande schermo la vicenda giudiziaria relativa al rapimento nel 2003 dell’imam milanese Abu Omar, primo caso al mondo in cui un sequestro di Stato operato dalla CIA finisce al centro di un’indagine della magistratura di un Paese alleato.

Distribuito da ILBE, che lo ha anche prodotto in collaborazione con In Bloom, Flair Media Production e La 7, il documentario ripercorre il rapimento attraverso interviste esclusive, collezionate tra Italia, Stati Uniti ed Egitto: si raccontano davanti alle telecamere lo stesso Abu Omar, sua moglie Nabila Ghali, il pubblico ministero Armando Spataro, che ha seguito l’intera inchiesta, i giornalisti Mattew Cole della NBC News e Sebastian Rotella del Los Angeles Time, voci autorevoli a livello internazionale, ma soprattutto esporrà per la prima volta la propria versione Niccolò Pollari, all’epoca dei fatti capo dei servizi segreti italiani. “Nei nostri documentari non abbiamo mai delle tesi precostituite, cerchiamo di rappresentare tutte le opinioni per far sì che lo stesso spettatore si faccia una propria idea in modo autonomo. Anche per questo abbiamo deciso di intervistare direttamente ad Alessandria d’Egitto l’ex Imam Abu Omar. Volevamo far sentire dalla sua voce, in esclusiva, e anche da quella di sua moglie, il racconto del rapimento, della carcerazione in Egitto e delle torture”, ha commentato Flavia Triggiani.

La co-regista Marina Loi ha aggiunto: “In questo racconto si spazia dalla Spy story al Legal, e momenti di grande azione si intervallano con tanti spunti di riflessione. Questa commistione di generi ci ha appassionato molto: da una parte scene di rapimenti, torture, degne di un film d’azione, dall’altro domande “universali” su quale sia il comportamento giusto in casi estremi come il post 11 settembre”. “Con Ghost Detainee prosegue l’impegno di ILBE nella produzione di documentari di alto livello, destinati a un pubblico informato”, ha dichiarato da parte sua Andrea Iervolino, CEO del Gruppo ILBE. “Dopo il successo de Le Mura di Bergamo, presentato in concorso al 73esimo Festival Internazionale del Cinema di Berlino e vincitore del Premio Miglior Documentario Italiano DPA al Torino Film Festival, ci siamo lanciati in questa nuova avventura, in cui crediamo moltissimo. Questa è una pellicola che fa luce su una storia controversa e che siamo certi saprà stimolare riflessioni e dibattiti”.

Ghiaccio sepolto su Marte, la scoperta grazie a un radar italiano

Ghiaccio sepolto su Marte, la scoperta grazie a un radar italianoMilano, 18 gen. (askanews) – Nuovi dati della missione Mars Express indicano la presenza di spessi strati di ghiaccio estesi per alcuni chilometri nel sottosuolo marziano. Si tratta del più vasto deposito di acqua scoperto nei pressi dell’equatore di Marte. Lo studio si basa sui dati del radar MARSIS, uno dei due strumenti a bordo di Mars Express forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), e vede la partecipazione di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Lo spiega l’Asi in una nota.

Medusae Fossae è una vasta regione geologica che si estende per migliaia di chilometri lungo l’equatore di Marte. Più di quindici anni fa, la sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) aveva identificato in quest’area del pianeta dei misteriosi depositi di materiale fino a 2,5 chilometri sotto la superficie. Secondo un nuovo studio, potrebbe trattarsi di un enorme accumulo di ghiaccio. Il lavoro si basa su nuovi dati raccolti con il radar MARSIS, uno dei due strumenti a bordo di Mars Express forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), progettato da Sapienza Università di Roma con la partecipazione del Jet Propulsion Laboratory della NASA e dell’Università dell’Iowa, negli Stati Uniti, e gestito dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). I dati mostrano che i depositi nella regione di Medusae Fossae si estendono fino a 3,7 chilometri nel sottosuolo del Pianeta rosso, una profondità ancora maggiore di quanto stimato dalle osservazioni precedenti. Il segnale è consistente con quanto ci si aspetta dal ghiaccio stratificato ed è simile a quello rilevato nei pressi delle calotte polari di Marte, che sono ricche di ghiaccio.

Si tratta del più grande deposito di acqua mai rilevato in questa porzione del pianeta: se si sciogliesse, potrebbe coprire la superficie di Marte con uno strato d’acqua profondo da 1,5 a 2,7 metri. Sulla Terra, una simile massa di acqua sarebbe sufficiente a riempire il Mar Rosso. I risultati della ricerca, guidata da Thomas Watters della Smithsonian Institution, sono stati pubblicati sulla rivista Geophysical Research Letters. La regione di Medusae Fossae si trova al confine tra le pianure e gli altopiani che caratterizzano la geologia di Marte. Comprende formazioni scolpite dal vento, alte diversi chilometri, che si estendono per centinaia di chilometri e rappresentano uno dei depositi di polvere più vasti del pianeta. Per questo, dalle prime osservazioni di Mars Express, non era stato possibile confermare con certezza la presenza di ghiaccio: poteva infatti trattarsi di grandi accumuli di polvere spinta dal vento, oppure di cenere vulcanica o sedimento.

“È qui che entrano in gioco i nuovi dati del radar MARSIS – ha spiegato Andrea Cicchetti, ricercatore INAF e co-autore del nuovo studio – data la sua profondità, se la formazione di Medusae Fossae fosse semplicemente un gigantesco mucchio di polvere, ci aspetteremmo che si compattasse sotto il suo stesso peso. Ciò creerebbe qualcosa di molto più denso rispetto a quello che effettivamente vediamo con MARSIS. Abbiamo provato a modellare il comportamento dei diversi materiali privi di ghiaccio, ma nessuno di essi riproduce le proprietà osservate: c’è bisogno del ghiaccio”. “Lo studio appena pubblicato sarà di cruciale importanza per pianificare le prossime missioni spaziali dirette verso Marte -ha aggiunto Eleonora Ammannito, ricercatrice dell’Agenzia Spaziale Italiana – è sempre più evidente, infatti, la necessità di fare uno studio di dettaglio di tutta l’immediata sotto-superficie di Marte per verificare se il caso del deposito di ghiaccio sotto le Medusae Fossae sia isolato oppure se sia uno scenario che si verifica anche in altri punti del pianeta. Proprio per questo motivo l’ASI, insieme alla CSA, la NASA e la JAXA stanno studiano un concetto di missione “Ice Mapper” che ha l’unico obiettivo di fare una mappatura del ghiaccio sotto-superficiale. Queste informazioni serviranno sia per una rivisitazione dei modelli evolutivi attualmente esistenti sia per supportare lo sviluppo delle missioni umane sulla superficie di Marte che dovranno necessariamente fare affidamento su depositi di ghiaccio in zona equatoriale”.

Secondo il nuovo studio, il deposito consiste di strati di polvere e ghiaccio, il tutto sormontato da uno strato protettivo di polvere secca o cenere spesso diverse centinaia di metri. Oggi Marte è un pianeta dall’aspetto arido, ma la sua superficie è ricca di segni dell’acqua che un tempo era abbondante. Presenta inoltre notevoli riserve di ghiaccio d’acqua, come le calotte polari. Eppure una riserva di ghiaccio estesa come quella appena scoperta non avrebbe potuto formarsi nel clima attuale del pianeta, ma deve risalire a un’epoca climatica precedente. Se i risultati di questo studio saranno confermati, bisognerà aggiornare la nostra comprensione della storia del clima di Marte. L’estensione e la posizione dei depositi ghiacciati nell’area di Medusae Fosse li renderebbero molto interessanti per l’esplorazione umana di Marte in futuro. Le missioni spaziali dovranno atterrare vicino all’equatore del pianeta, lontano dalle calotte polari ricche di ghiaccio o dai ghiacciai ad alta latitudine, e avranno bisogno dell’acqua come risorsa, quindi trovare ghiaccio in questa regione è praticamente essenziale per eventuali future missioni umane sul Pianeta Rosso. Purtroppo i depositi identificati in questo studio sono coperti da centinaia di metri di polvere, dunque inaccessibili almeno per i prossimi decenni. Tuttavia conoscere la distribuzione del ghiaccio sulla superficie odierna di Marte aiuta i ricercatori a comprendere sempre meglio dove scorreva l’acqua in passato e dove può essere trovata oggi.

Bmw Italia, Di Silvestre: vendite 2023 +21%, miglior risultato in Ue

Bmw Italia, Di Silvestre: vendite 2023 +21%, miglior risultato in UeMilano, 18 gen. (askanews) – Il 2023 “ha segnato un’altra pietra miliare nella storia del gruppo Bmw e l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano, facendo segnare la miglior performance di crescita e livello europeo e la seconda miglior performance a livello mondiale per il brand Bmw”. Così l’Ad e presidente di Bmw Italia, Massimo Di Silvestre durante la presentazione dei conti 2023 e delle prospettive per il 2024.

Nel 2023 il gruppo Bmw (Bmw, Mini e Rolls-Royce) ha consegnato nel mondo 2,55 milioni di veicoli con un incremento del 6,5%, segnando un nuovo record assoluto di vendite. Il 15% delle vendite o 376mila unità è rappresentato da auto elettriche, un dato in crescita del 74% sul 2022. Per il 2024 Bmw punta a vendere più di 500mila auto elettriche (1 auto su cinque) per poi salire al 25% del totale nel 2025. In Italia le vendite del gruppo hanno toccato quota 79.283 unità (di cui 60.529 Bmw +27,6%), con un incremento del 21,45% rispetto all’anno precedente. Nel mercato dell’elettrificato la crescita è stata del 3,5% a 12.194 unità Bmw e Mini, con le bev in crescita del 14% a 4.162 unità. “La nostra attuale leadership nell’elettrico rispetto ai competitor tradizionali non può essere considerata un punto di arrivo, ma solo di partenza”, ha detto Di Silvestre.

Novità anche sul fronte delle vendite con l’avvio in anteprima europea del modello retail di agenzia per le vendite della nuova Mini, mentre l’attuale gamma sarà venduta attraverso il canale retail tradizionale.

Chip, TSMC: ricavi 2024 cresceranno del 26% grazie a sviluppo IA

Chip, TSMC: ricavi 2024 cresceranno del 26% grazie a sviluppo IARoma, 18 gen. (askanews) – Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC), il più grande produttore di chip a contratto al mondo, ha dichiarato oggi che i suoi ricavi potrebbero crescere fino al 26% quest’anno grazie al boom dei semiconduttori connessi allo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa.

TSMC ha segnalato che il suo utile netto del quarto trimestre 2023 è sceso del 19,3% su base annua a 238,71 miliardi di nuovi dollari di Taiwan (7 miliardi di euro), mentre i ricavi sono rimasti poco cambiati rispetto a un anno fa a 625,52 miliardi (18,2 miliardi di euro). Ma, secondo il management del gigante dei seminconduttori, i ricavi sono destinati a crescere tra il 21 e il 26% grazie all’espansione della produzione d’intelligenza artificiale.

I ricavi dell’intero anno di TSMC nel 2023 sono diminuiti del 4,5% a 2.161 miliardi di dollari taiwanesi (62,9 miliardi di euro), il primo calo dal 2009. Per l’intero anno 2024, il CFO di TSMC Wendell Huang ha affermato che gli investimenti pianificati dell’azienda saranno compresi tra 28 e 32 miliardi di dollari, con il 70%-80% destinato alla tecnologia avanzata di produzione di chip, dal 10% al 20% per tecnologie speciali e il 10% per una capacità avanzata di confezionamento dei chip.

TSMC ha come clienti tutti i principali sviluppatori di chip a livello mondiale – Apple, Nvidia, Qualcomm, Broadcom e MediaTek – ed è considerata dai dirigenti e dagli analisti del settore come un barometro delle prospettive dell’elettronica mondiale.

San Valentino alle Terme di Chianciano tra relax e benessere

San Valentino alle Terme di Chianciano tra relax e benessereRoma, 18 gen. (askanews) – Dal 10 febbraio si comincia a festeggiare il San Valentino con “I Sensi dell’Amore” e i “Bagni di Notte – Love Edition”. Il 14 febbraio due eventi speciali per una notte indimenticabile alle Terme Sensoriali e alle Piscine Termali Theia. Fino al 25 febbraio la promozione “Day Spa Love Edition” per continuare a regalare la magia di San Valentino.

Terme di Chianciano, il complesso termale incastonato tra la Val di Chiana e la Val d’Orcia, vuole celebrare l’amore nella giornata più romantica dell’anno. Il San Valentino alle Terme di Chianciano è dedicato a tutti gli innamorati. Per chi fosse alla ricerca di un’esperienza profondamente intima, la serata ideale è alle Terme Sensoriali con l’evento “I Sensi dell’amore”: due date speciali, il 10 febbraio e il 14 febbraio, dalle 20.00 alle 23.00, in cui gli ospiti potranno immergersi in un percorso olistico sensazionale, tra suggestioni notturne, aromi, colori e sapori, con venti esperienze sensoriali uniche, a cui seguono il “percorso del gusto”, realizzato in collaborazione con le aziende locali Bradi Toscani (cinta senese) e Pianporcino (formaggi).

Per coloro che invece volessero trascorrere una notte romantica e all’insegna del divertimento, la meta perfetta sono le Piscine Termali Theia con l’evento “Theia in Love”: il 14 febbraio dalle 19.30 alle 24.00, gli ospiti saranno avvolti da un’atmosfera magica, con musica dal vivo (chitarra e voce) che accompagnerà una cena in accappatoio. La serata regalerà intimità e divertimento con drink, festa, sfere luminose e vapori termali notturni. Un’esperienza unica i cui posti sono limitati. Si consiglia quindi di prenotare in anticipo contattando la struttura. Non può mancare il consueto appuntamento con i “Bagni di Notte” del 10 febbraio, sempre alle Piscine Termali Theia, che per l’occasione si reinventano “Love Edition”: sfondo ideale per una sera romantica, l’ingresso notturno all’area spa permette di apprezzare la musica dal vivo sorseggiando un calice di vino delle aziende agricole locali.

La promozione speciale Day Spa Love Edition, estesa fino al 25 febbraio, consente alle coppie di prolungare la magia di San Valentino, regalando ore di relax e benessere grazie a un pacchetto speciale che include 4 ore alle Piscine Theia e 3 ore alle Terme Sensoriali.

Lollobrigida: Italia protagonista in Uk in Fiera macchine agricole

Lollobrigida: Italia protagonista in Uk in Fiera macchine agricoleRoma, 18 gen. (askanews) – “Il Sistema Italia protagonista anche nel Regno Unito. La partecipazione alla principale fiera di macchinari agricoli e attrezzature di Londra conferma la centralità del Made in Italy sui mercati internazionali”. Così in una nota il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida che ringrazia “l’Italian Trade Agency e FederUnacoma che, con il supporto di Ice, hanno lavorato per portare 15 aziende tricolore in una delle principali piazze per l’export italiano. Grazie anche agli imprenditori che rappresentano l’Italia migliore, quella che il Governo Meloni intende difendere, valorizzare e promuovere”.

“È sempre più determinante – conclude il ministro – far conoscere l’autenticità dei nostri prodotti. Questi appuntamenti, infatti, sono un importante momento di confronto per nuove iniziative sinergiche che ci rendano sempre più competitivi”.

Mammi: bene via libera a export carni suine su mercato giapponese

Mammi: bene via libera a export carni suine su mercato giapponeseRoma, 18 gen. (askanews) – Via libera all’export in Giappone di carni suine e salumi sottoposti a trattamento termico. La riapertura delle frontiere segue l’accordo di maggio 2023 tra i servizi veterinari del Ministero della Salute italiano e quelli del Ministry of Agriculture, Forestry and Fisheries giapponese sui requisiti sanitari necessari per la rimozione del bando dovuto alla Peste suina africana.

L’accordo è partito dall’impegno dell’ambasciata d’Italia a Tokyo e del Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che ha consentito di creare condizioni negoziali favorevoli basate sull’evidenza scientifica. Per l’Emilia Romagna si partirà con Parmacotto. “Un risultato importante – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura e alimentazione Alessio Mammi – per il sistema italiano e per l’intero sistema delle Denominazioni di origine protetta dell’Emilia-Romagna. Secondo il rapporto Ismea Qualivita 2023 le Dop derivanti da carne suina nella nostra regione valgono quasi 1,5 miliardi di euro, oltre a tutta la restante produzione”.

“Il tema dell’export delle carni suine – prosegue Mammi – è stato il primo punto che abbiamo portato all’attenzione delle autorità italiane in Giappone nel corso dell’ultima missione istituzionale che la Regione ha fatto nel paese asiatico nei mesi scorsi. Ora lavoriamo perché ci sia attenzione e apertura anche per i salumi crudi stagionati, in particolare prosciutti stagionati oltre i 400 giorni”.

Alzheimer, regolare livelli dopamina riduce sintomi primi fasi malattia

Alzheimer, regolare livelli dopamina riduce sintomi primi fasi malattiaRoma, 18 gen. (askanews) – Uno studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma e condotto su modelli sperimentali, ha confermato che la stimolazione dopaminergica è efficace nel ridurre l’ipereccitabilità dell’ippocampo condizione alla base dell’insorgenza di epilessia e che può contribuire al progressivo danno cognitivo nella malattia di Alzheimer.

La malattia di Alzheimer è la prima causa di demenza nella popolazione italiana e oltre 600.000 persone convivono con questa condizione. Sebbene la diagnosi della malattia sia, ad oggi, esclusivamente legata ai sintomi riportati al neurologo dal paziente e misurati dal neuropsicologo, la ricerca sta proponendo sempre maggiori soluzioni per la diagnosi precoce dell’Alzheimer. Un ambito promettente è nello studio delle aree del cervello preposte alla produzione della dopamina, un importante neurotrasmettitore il cui deficit è solitamente legato alla malattia di Parkinson per la quale esistono, già oggi, numerose terapie. In quest’ambito, l’equipe di ricerca del prof. Marcello D’Amelio, Responsabile del laboratorio di Neuroscienze Molecolari del Santa Lucia IRCCS e Professore Ordinario di Fisiologia Umana dell’Università Campus Bio-Medico, da alcuni anni si è focalizzata sull’Area Tegmentale Ventrale (VTA), un’area del cervello legata alla produzione di dopamina e coinvolta in numerose funzioni cerebrali, in quanto punto di passaggio di numerosi circuiti cerebrali che collegano aree differenti del cervello.

Un nuovo studio dell’equipe del prof. D’Amelio ha confermato che i livelli di dopamina nell’ippocampo, l’area del cervello sede della memoria, svolgono un ruolo nella lunga fase pre-clinica della malattia di Alzheimer, caratterizzata da ipereccitabilità corticale, piccoli episodi epilettici (spesso asintomatiche e rilevabili con approfondimenti elettroencefalografici). “Agire prima ancora che il paziente manifesti sintomi evidenti della malattia è molto complesso”, spiega D’Amelio: “Per riuscirci è necessario individuare con ragionevole certezza il paziente che effettivamente svilupperà la malattia ed intervenire il prima possibile per preservare i neuroni. Infatti, non tutti i pazienti con le lesioni tipiche dell’Alzheimer sviluppano la malattia e un nostro precedente studio clinico sulla VTA ha permesso di identificare in maniera molto precoce i pazienti che svilupperanno la malattia di Alzheimer isolandoli da chi, pur presentando le lesioni da amiloide, è meno a rischio. Con questo studio aggiungiamo un ulteriore tassello alla conoscenza delle fasi pre-cliniche dell’Alzheimer. Intervenendo sui meccanismi dopaminergici del cervello con farmaci ben noti per la loro efficacia nella malattia di Parkinson, siamo riusciti, in modelli sperimentali e non ancora sull’uomo, a preservare l’attività neuronale in aree colpite dalla malattia riducendo l’ipereccitabilità ippocampale che può sfociare in attività epilettiche, tipiche delle fasi iniziali della malattia di Alzheimer, e contribuire al peggioramento del declino cognitivo”.

Il meccanismo scatenato dalla carenza di dopamina, a sua volta legata ad una precoce degenerazione dell’Area Tegmentale Ventrale, impedisce una corretta attivazione di interneuroni che hanno la funzione di controllare l’eccitabilità corticale. Questo studio conferma l’importanza che i circuiti dopaminergici rivestono nella malattia di Alzheimer, storicamente legata alla carenza di altri neurotrasmettitori tra cui l’acetilcolina. Si tratta di un ambito di ricerca promettente perché permetterebbe di trasferire le terapie oggi disponibili per la malattia di Parkinson nella malattia di Alzheimer. Conclude D’Amelio: “La diagnosi precoce e accurata della malattia di Alzheimer è fondamentale per selezionare i pazienti che devono imboccare specifici percorsi terapeutici anche farmacologici, incluse le terapie con anticorpi monoclonali contro la beta-amiloide. È, infatti, evidente che tanto più precoce è l’inizio del trattamento tanto maggiori sono le probabilità di rallentare o auspicabilmente arrestare il deterioramento cognitivo che conduce il paziente alla completa perdita dell’autonomia. Questo lavoro va nella direzione di identificare specifiche alterazioni di eccitabilità corticale come biomarcatori di malattia che insieme ad altri, oggi disponibili, possano meglio caratterizzare lo stadio di sviluppo di malattia e aiutare il clinico a intraprendere il percorso terapeutico più adatto”.