Roma, Assemblea Capitolina: ok unanime a odg per riforma CapitaleRoma, 18 gen. (askanews) – L’Assemblea capitolina, al termine del consiglio straordinario dedicato alla riforma dell’ordinamento di Roma Capitale, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i capigruppo, che impegna il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ad adoperarsi con il governo Meloni perché si adotti “ogni misura necessaria a garantire il completamento della riforma sull’ordinamento di Roma Capitale”.
Il dispositivo approvato segnala, tra le premesse, che “è in atto un percorso di riforme istituzionali e delle autonomie locali nel quali esistono posizioni politiche diverse tra le forze rappresentante in parlamento e in quest’Aula”. I consiglieri segnalano, però, che “anche il dibattito odierno ha evidenziato una larga convergenza politica sull’esigenza di dotare finalmente Roma Capitale di un ordinamento adeguato al suo ruolo e alle sue funzioni”; e come sia necessario “coinvolgere tutti i livelli istituzionali interessati ad adottare specifici provvedimenti legislativi volti a definire il ruolo giuridico della Capitale, a riconoscerne pienamente la funzione politica, sociale, economica e culturale nonché una maggiore autonomia, che includa la potestà legislativa e risorse finanziarie adeguate, sempre nel pieno rispetto del principio di leale collaborazione nei rapporti tra Roma, la Regione e il Paese”. Il dispositivo votato in Aula chiede, inoltre, attenzione per i poteri amministrativi dei Municipi, “come punti nevralgici della gestione amministrativa del territorio” e un pieno coinvolgimento di “tutte le forze politiche e i vari livelli istituzionali trattandosi di un tema non di interesse locale ma di interesse nazionale”.
Cina, sviluppata batteria atomica che dura 50 anni senza ricaricaRoma, 18 gen. (askanews) – Un’azienda cinese ha annunciato di aver sviluppato una batteria atomica che, a suo dire, ha una durata di 50 anni senza bisogno di ricarica. Betavolt Technology, una startup, sostiene che la sua batteria BV100 – che sfrutta l’energia rilasciata da isotopi nucleari con l’utilizzo di semiconduttori per convertire in energia elettrica – è sicura.
“La batterie a energia atomica utilizza principalmente il nichel-63 come fonte di energia e un semiconduttore di diamante come convertitore di energia e può produrre alimentazione a impulsi con una durata maggiore aggiungendo supercondensatori per lo stoccaggio di energia. La struttura di base di questa batteria nucleare include: convertitore, substrato, sorgente di nichel-63 e strato protettivo della batteria”, spiega sul proprio sito internet la compagnia. “La batteria – sostiene ancora la compagnia – potrebbe consentire a dispositivi come gli smartphone di funzionare indefinitamente senza ricarica o ai droni di volare senza atterrare”. Il BV100 misura solo 15 x 15 x 5 mm (0,59 x 0,59 x 0,2 pollici), con una potenza di 100 microwatt e 3 volt. La società ha dichiarato di voler produrre in serie la batteria entro la fine di quest’anno e di introdurre una versione da 1 watt l’anno prossimo.
Al cinema 29, 30, 31 gennaio “Cover Story-20 anni di Vanity Fair”Roma, 18 gen. (askanews) – In arrivo nelle sale italiane il 29, 30 e 31 gennaio, il docufilm “Cover Story – 20 anni di Vanity Fair”, diretto e scritto dal regista Cosimo Alemà insieme a Matteo Menduni. Prodotto da Condé Nast ed Emma Film e distribuito da Adler Entertainment, è un ritratto di 20 anni di giornalismo, di costume, di spettacolo e di cultura: la storia di Vanity Fair, il settimanale lanciato in Italia nel 2003.
La pellicola rappresenta l’ultimo atto nella celebrazione del compleanno della rivista e si presenta come una riflessione sui valori, sulla storia, sui personaggi e sull’epopea giornalistica di un magazine che è lo specchio della fiera della vanità di ogni momento storico che racconta e che ha raccontato. La struttura del documentario si sviluppa intorno ai valori che hanno caratterizzato la linea editoriale di Vanity Fair: l’emancipazione delle donne, la sostenibilità, l’impegno politico, le lotte progressiste, la passione per il cinema e il mondo dello spettacolo, l’inclusione e il dialogo con tutte le diversità. Ex direttori, collaboratori di ieri e di oggi, opinionisti e giornalisti intervengono per raccontare i cambiamenti, le evoluzioni, gli errori, le battaglie perse e quelle vinte di un giornale che ha cambiato molte regole del mondo dell’informazione. Tanti i personaggi del mondo del cinema, della musica, della televisione e dell’intrattenimento insieme ai nuovi protagonisti dell’arena digitale che appaiono nel film in interviste, contributi speciali e ricordi. Ognuno di loro spiega il profondo e personale legame con Vanity Fair, un unicum nel panorama editoriale italiano che ha permesso alla rivista di raccontare il mondo dello spettacolo e i suoi cambiamenti come nessun altro.
Il titolo “Cover Story” è stato scelto per raccontare una delle componenti di maggior successo della rivista: la copertina. Lungo i 90 minuti del documentario si scoprono dietro le quinte, storie, gossip e curiosità mai raccontati prima, una storia nella storia che racconta della passione e della determinazione di una redazione non solo nel costruire una parabola giornalistica autorevole e originale, ma nel ridefinire il dna della testata all’interno delle nuove e innumerevoli sfide digitali delle piattaforme social e delle nuove community online. La colonna sonora originale porta la firma di un grande musicista italiano, il compositore e produttore Dardust.
Regioni, Fedriga: poste basi per accordo Friuli-Repubblica CecaTrieste, 18 gen. (askanews) – “Stiamo continuando a cercare di rafforzare la presenza del Friuli Venezia Giulia nell’Europa centro-meridionale, un contesto che riteniamo altamente strategico per la nostra regione e per l’Italia. Una partnership con la Repubblica Ceca può aprire le porte a numerosi progetti comuni in diversi ambiti, come ad esempio la ricerca sulle nuove tecnologie, le attività produttive e il progetto della Valle dell’idrogeno (dove puntiamo a coinvolgere nuove realtà oltre a quelle già aderenti), creando in questo modo nuove opportunità reciproche”. Così il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga è intervenuto nel corso dell’incontro svoltosi questa mattina a Trieste con la delegazione della Regione Vysocina della Repubblica Ceca, guidata dal presidente Vítezslav Schrek, e a cui hanno partecipato anche gli assessori Sergio Emidio Bini (Attività produttive e Turismo), Riccardo Riccardi (Salute e Politiche sociali), Pierpaolo Roberti (Autonomie locali) e Alessia Rosolen (Lavoro, Istruzione e Formazione).
Fedriga ha sottolineato come le collaborazioni internazionali, oltre a fungere da traino per l’economia e a offrire maggiori opportunità a cittadini e imprese, siano fondamentali per “rafforzare la vicinanza tra i territori europei, specialmente in un momento storico caratterizzato da forti tensioni globali, e salvaguardare la tenuta delle democrazie occidentali e dei principi inviolabili di libertà, partendo dalle culture dei singoli territori”. L’assessore Bini, dopo aver evidenziato il significativo aumento del flusso turistico in Friuli Venezia Giulia dalla Repubblica Ceca negli anni post Covid, ha auspicato la possibilità di creare momenti di confronto con il coinvolgimento di PromoTurismoFVG e dell’omologa struttura della Vysocina, al fine di valutare lo sviluppo di progetti mirati che interessino entrambe le regioni. Analoga riflessione anche per quanto riguarda il comparto industriale, dove secondo l’esponente dell’Esecutivo “possono sussistere dei presupposti di collaborazione partendo da piccoli progetti, anche sulla base di esempi virtuosi come i nostri Consorzi di sviluppo economico locale”.
L’assessore Riccardi ha condiviso con il presidente Schrek l’opportunità di cooperare in campo sanitario in particolare per adeguare i bisogni di salute dei cittadini al progressivo invecchiamento della popolazione. Il rappresentante della Giunta ha inoltre messo in evidenza l’impegno avuto dalla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia come capofila nazionale nel prestare assistenza alla popolazione colpita dalla guerra in Ucraina, Paese con cui la Regione Vysocina ha intessuto da diversi anni un rapporto di collaborazione. Secondo l’assessore Roberti, Friuli Venezia Giulia e Vysocina presentano somiglianze dal punto di vista amministrativo per la presenza di numerose municipalità in un’area territoriale di dimensioni limitate. “Alla luce di questo – ha osservato Roberti – lo sviluppo di progetti comuni potrebbe basarsi sulla stretta relazione esistente tra le due Regioni e i rispettivi Municipi. Si potrebbe inoltre creare dei gemellaggi a livello comunale con il coinvolgimento di Anci”.
L’assessore Rosolen ha sostenuto come la presenza in Friuli Venezia Giulia di 40 enti di ricerca internazionale permetta alla Regione di mettere in campo progetti di sviluppo che possono diventare strategici anche per i partner internazionali. “Tra questi – ha affermato Rosolen – risaltano in particolare le attività di approfondimento e rilancio del settore delle live science; la Hydrogen valley come progetto faro nell’Unione europea per la ricerca sull’idrogeno; lo sviluppo del comparto navale che si intreccia con quello dell’area meccanica”.
Carrozza (Cnr): dal prossimo anno vedremo impatto Pnrr su ricercaRoma, 18 gen. (askanews) – Gli effetti del Pnrr “ancora non li vediamo pienamente ma li vedremo nelle ricerche del prossimo anno e di quello dopo. Sarà interessante vedere l’impatto del Pnrr sullo stato di salute della ricerca italiana. Fino adesso abbiamo dei dati ottimistici, perché abbiamo avuto più investimenti negli anni recenti, più ricercatori sia negli enti di ricerca che nelle università e anche più programmi di ricerca, e poi il Pnrr”. Lo ha detto la presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza aprendo a Roma nella sede centrale dell’Ente l’evento di presentazione della quarta edizione della “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia. Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia” frutto della collaborazione tra l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps), l’Istituto di ricerca sulla crescita economica sostenibile (Cnr-Ircres), e Istituto per gli studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie (Cnr-Issirfa).
“Sappiamo – ha detto poi ad askanews la presidente del Cnr – che l’Italia è specializzata a livello internazionale nei settori tradizionali, tipici del Made in Italy, che probabilmente saranno meno importanti nell’economia del futuro. Per fare un salto dalle specializzazioni tradizionali a quelle più innovative ci vuole uno sforzo congiunto delle imprese, del settore pubblico e delle università. Dalla relazione emergono dei punti di forza, ad esempio nei semiconduttori, che potrebbero essere quelli su cui si può costruire una capacità scientifica e tecnologica per sostenere il progresso italiano nei prossimi anni”. “In Italia – ha detto ancora ad askanews Maria Chiara Carrozza in relazione allo studio – c’è una lieve ripresa dell’investimento in ricerca, anche grazie al Pnrr. L’Italia ha un ecosistema che produce brevetti, forse non abbastanza ma tendenzialmente in un’area della ricerca più tradizionale del made In Italy, però c’è un ambito quello delle nanoscienze, delle microstrutture dove stiamo andando bene. La ricerca enfatizza anche l’importanza della mobilità dei dottorandi e anche l’investimento nei dottorati di ricerca. La mobilità, il fatto di andare in un sistema diverso a fare una parte del percorso può essere vincente poi per la carriera successiva”.
“Complessivamente – ha concluso – mi aspetto che alla fine del Pnrr il sistema italiano sia molto più forte e che anche la collaborazione pubblico-privato abbia dato i suoi frutti e penso che ovviamente ci dobbiamo preoccupare di un consolidamento a medio e lungo termine degli investimenti però la mia prospettiva è sempre di lavorare prima con quello che abbiamo. Penso che i talenti che noi formiamo, solo qui al Cnr abbiamo centinaia di nuovi ricercatori a tempo determinato sul Pnrr, saranno i talenti dell’Italia. Si dice sempre che c’è un grande carenza, noi con il Pnrr abbiamo l’occasione di formare queste persone altamente qualificate”.
Il 19 gennaio il Forum Italia-Giappone con focus su agricolturaRoma, 18 gen. (askanews) – Japan Italy Economic Federation in collaborazione con il CREA, CIA Agricoltori Italiani, con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Japan Business Federation, presenta il Forum Italia-Giappone 2023, riunione annuale per favorire il dialogo e lo scambio tra decisori pubblici e privati dei 2 Paesi, mantenendo un osservatorio stabile non solo sulle dinamiche economiche, ma anche su quelle scientifiche, sociali e culturali in atto tra Italia e Giappone.
Questa undicesima riunione del Forum Italia Giappone, di nuovo a Roma dopo 5 anni, si terrà presso la Biblioteca del CREA e metterà a confronto Italia e Giappone sull’agricoltura, snodo strategico di una serie di tematiche fondamentali quali: la sicurezza alimentare, il clima, la tutela ambientale, le questioni geopolitiche e il ricambio generazionale, tutte legate dal comune filo conduttore della sicurezza nazionale. La riunione mira a portare un contributo concreto al dialogo tra i due paesi sui temi affrontati, coinvolgendo gli attori principali delle massime istituzioni, i vertici delle rappresentanze diplomatiche, i rappresentanti apicali delle organizzazioni di categoria e delle imprese, scuole, centri di ricerca.
Trasporti, accordo Ue per ridurre emissioni CO2 da camion e busBruxelles, 18 gen. (askanews) – I negoziatori del Parlamento europeo, della presidenza di turno spagnola del Consiglio Ue e della Commissione hanno raggiunto, oggi a Strasburgo, un accordo provvisorio sul regolamento per la riduzione delle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli pesanti. Il regolamento era stato proposto dalla Commissione il 14 febbraio 2023.
I negoziatori hanno concordato obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, avendo come riferimento la media del 2019, del 45% per il periodo 2030-2034, del 65% per il 2035-2039 e del 90% a partire dal 2040. Le nuove norme riguardano gli autobus e i camion di grandi dimensioni (compresi i veicoli professionali, come i camion per la spazzatura, i ribaltabili e le betoniere, a partire dal 2035) e autobus. Gli obiettivi concordati per i nuovi autobus urbani prevedono una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2030, e zero emissioni entro il 2035. Vengono fissati obiettivi di riduzione delle emissioni anche per rimorchi (7,5%) e semirimorchi (10%), a partire dal 2030. Sono esentati invece i veicoli pesanti fabbricati da industrie di piccole dimensioni (“small-volume manufacturer”), quelli utilizzati per l’estrazione mineraria, la silvicoltura e l’agricoltura, i veicoli utilizzati dalle forze armate e dei vigili del fuoco e quelli destinati alla protezione civile, all’ordine pubblico e all’assistenza medica.
Secondo l’accordo, la Commissione effettuerà una revisione dettagliata sull’efficacia e sull’impatto del regolamento entro il 2027. Questa revisione valuterà, tra l’altro, l’estensione del campo di applicazione ai camion più piccoli (sotto le 5 tonnellate). Il Parlamento europeo (in particolare la sua commissione Ambiente) e il Consiglio Ue dovranno ora approvare formalmente l’accordo, prima che il nuovo regolamento possa entrare in vigore.
I veicoli pesanti (camion, bus urbani e autobus a lunga percorrenza), sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto su strada nell’Ue e rappresentano oltre il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’Unione.
Calabria, 2 nuovi Presidi Slow Food: pruna di frati e piparelleRoma, 18 gen. (askanews) – La Calabria ha due nuovi Presìdi Slow Food: le “pruna di frati” e le “piparelle”. Le prime sono una varietà di prugne, le seconde un biscotto secco a base di mandorle, spezie e miele. Le “pruna di frati” sono una varietà di susina selezionata cinque secoli fa dai monaci benedettini di Terranona: si tratta di una cultivar di susina originaria del territorio pre-aspromontano della Piana di Gioia Tauro.
Furono proprio i monaci nel ‘500, a selezionare questo ecotipo e a sviluppare la coltivazione del pruno: ancora oggi, tra i ruderi dell’edificio, qua e là spuntano alcune piante. Il prugno produce susine verde-giallastri che virano verso il rosso-violetto a piena maturazione, hanno buccia sottile e forma allungata e sono coperti da un consistente strato di pruina che li protegge dagli agenti patogeni. I produttori che aderiscono al Presidio sono sei e coltivano circa 7 ettari. Mediamente, in un ettaro crescono 350 piante. Il percorso che ha portato al riconoscimento come Presidio Slow Food delle piparelle di Villa San Giovanni, invece, non nasce dalla necessità di riconoscere un valore anche economico al prodotto, bensì dall’urgenza di difenderlo dalle imitazioni. Le piparelle sono farre con mandorle, zucchero, miele, farina di frumento e spezie come cannella e chiodi di garofano, oltre all’olio essenziale di arancio.
Simili per alcuni aspetti alle omonime piparelle messinesi, quelle prodotte a Villa San Giovanni si distinguono dalle siciliane perché sono più sottili, per l’abbondanza di mandorle nell’impasto e per l’uso più parsimonioso delle spezie.
Ue, Dombrovskis: aperti a libero scambio ma anche pronti a difenderciRoma, 18 gen. (askanews) – Come primo blocco mondiale sugli scambi commerciali l’Unione europea ha tutto l’interesse a preservare un sistema multilaterale basato su regole. Ma dato che non può dare per scontato che questo rimanga in futuro, deve essere anche “pronta a difendersi”. Lo affermato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, responsabile del commercio con l’estero per l’Ue, intervenendo a un panel di discussione al forum economico mondiale a Davos, in Svizzera.
Come Ue “siamo il più grande blocco commerciale del mondo. Quindi per l’Ue ci sta tanto in ballo quando discutiamo di sistema commerciale globale, siamo impegnati a preservare un sistema multilaterale basato su regole. Ma il commercio sta cambiando c- ha notato – sta diventando molto più conflittuale e questo avrà un costo. Ci sono stime sul fatto che se si creerà un sistema a blocchi ci saranno ricadute. Quindi è importante preservare il sistema multilaterale. Al tempo stesso e anche evidente che c’è uno spostamento dalla efficienza alla resilienza”. “Parte della risposta è esattamente la diversificazione. Cooperare con una gamma più ampia di partner, restare aperti al mondo resta cruciale, ma al tempo stesso non possiamo dare per scontato che l’apertura degli scambi di oggi resti anche domani. Dobbiamo essere in grado di difenderci e stare attenti al fatto che altri non violino le regole – ha detto Dombrovskis -. Lavoriamo più possibile per il sistema multilaterale, ma restiamo pronti a agire in maniera unilaterale”.
I verbali della Bce, tra falchi e colombe ecco perché l’ultimo board ha lasciato i tassi invariatiRoma, 18 gen. (askanews) – L’ultimo Consiglio direttivo della Bce ha deciso di mettersi definitivamente alle spalle la fase di aumento dei tassi di interesse, una linea unanime, tracciata tra falchi e colombe, mentre con un voto a maggioranza, “molto ampia” è stata decisa una accelerazione, a sorpresa, sulla graduale riduzione degli stock di titoli, accumulati anche con il piano anticrisi Pepp.
Secondo i verbali della riunione dello scorso 14 dicembre, che sono stati pubblicati oggi dall’istituzione, all’incontro è stata sollevata l’argomentazione che l’impatto dell’inasprimento monetario già operato potrebbe risultare più forte del previsto nei prossimi trimestri. Tuttavia a queste tesi, evidentemente di qualcuno tra le “colombe”, è stato obiettato che non vi sono evidenze al momento in tal senso e più in generale “è stato sottolineato che non ci sono margini per autocompiacimento e che non è il momento per il consiglio direttivo di abbassare la guardia” nella lotta all’inflazione.
Secondo i verbali della riunione “sono state espresse preoccupazioni sul fatto che nel breve termine l’inflazione potrebbe risalire e che le continue incertezze in merito alle dinamiche dei salari dell’inflazione di fondo suggeriscono ccome sia troppo presto – riportano ancora i verbali – per essere fiduciosi che sul fatto che è stato svolto il compito” (di riportare il caro vita ai livelli obiettivo). Per questo è stata approvata all’unanimità di linea di mantenere i tassi di interesse “a livelli restrittivi tutto il tempo che sarà necessario” per centrare l’obiettivo di ritorno dell’inflazione al 2% sul medio termine.
La proposta del capo economista, Philip Lane, di accelerare il processo di graduale riduzione anche dello stock di titoli pubblici e privati acquistati con il programma Pepp è stata invece approvata “con una maggioranza molto ampia”, prosegue il documento. Su questo aspetto durante la riunione è stato argomentato “che sarebbe prematuro pensare che la debolezza dell’attività sia passata. Ci sono diversi motori di crescita che è improbabile sostengano le economia dell’area euro nel breve termine. Non ci sono segnali di un miglioramento nel commercio globale mentre i rischi geopolitici potrebbero raggiungere debolezza, almeno nel manufatturiero”. Inoltre “i margini patrimoniali di imprese famiglie hanno finora ritardato l’impatto della stretta monetaria sulla domanda, ma mentre questi margini si riducono in tandem con la contrazione del bilancio dell’eurosistema ed è probabile che l’impatto delle condizioni finanziarie più restrittive diventi più forte”.
Inoltre è stato sostenuto che le previsioni di crescita dei tecnici della stessa Bce potrebbero risultare eccessivamente ottimistiche. Alla fine sul Pepp “alcuni componenti erano a favore di una conclusione anticipata dei pieni reinvestimenti dei titoli che giungono alla scadenza, come proposto, altri hanno sostenuto che fosse meglio continuare con il pieno rinnovo dei bond fino alla fine del 2024”.