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Tag: Sanremo 2023

Terme di Saturnia assegna bonus extra di 500 euro ai dipendenti

Terme di Saturnia assegna bonus extra di 500 euro ai dipendentiRoma, 21 dic. (askanews) – Un’operazione di valorizzazione delle risorse umane è stata messa in campo da Terme di Saturnia, che ha destinato una parte del proprio utile annuale proprio al welfare dei dipendenti e delle loro famiglie. Dopo un turn-around durato 4 anni, che ha portato il fatturato dell’azienda da 15 a 25 milioni di euro annui, il complesso termale ha deciso di coinvolgere tutti i collaboratori in un processo premiante, stanziando il 3% dell’utile in loro favore, tramite l’assegnazione di un bonus indistinto del valore di 500 euro per ciascuno, in aggiunta ai meccanismi di compensazione variabile già in essere e legati ai risultati delle varie aree di business.

Terme di Saturnia, guidata dal General Manager Antonello Del Regno, è la flagship del Gruppo Terme Italia, e dimostra una volta di più di aver avviato una fase di ulteriore coinvolgimento delle risorse umane nello sviluppo aziendale, attraverso politiche attive di formazione, incentivazione e miglioramento della logistica per i collaboratori. Per l’attribuzione del bonus, assegnato in modo da consentire ai collaboratori di conciliare il regime fiscale di esenzione consentito dalla Legge, la Società si è avvalsa di una innovativa piattaforma welfare digitale, che consentirà loro di usufruire di beni e servizi utili, presenti a livello locale, regionale e internazionale, utilizzabili in modo efficiente e sicuramente gratificante. Un modo concreto per dimostrare l’appartenenza e la credibilità del progetto Terme di Saturnia, un luogo antico di benessere, sempre più proiettato verso il futuro. La realtà di Terme di Saturnia, stabilmente tra le prime aziende della Toscana e della provincia di Grosseto, dà lavoro a circa 200 persone e sta avviando un processo di sviluppo in Italia e all’estero, all’interno della holding Terme Italia. Il brand di Terme di Saturnia cresce costantemente facendo leva sulle sue caratteristiche straordinarie e sulla tradizione consolidata: la Società ha oltre 100 anni di storia ed è Marchio Storico Nazionale, e a novembre 2024 aprirà a Milano il complesso termale “Scuderie De Montel”, dopo una colossale attività di riqualificazione dello storico edificio adiacente allo stadio di San Siro.

Il cantante Ultimo destina fondi del suo brano all’Unicef

Il cantante Ultimo destina fondi del suo brano all’UnicefRoma, 21 dic. (askanews) – Niccolò Moriconi, il cantautore romano che da sempre è dalla parte degli “ultimi”, ha scelto di donare a Unicef i diritti d’autore di un brano a tema natalizio, che vede protagonisti proprio i bambini, un invito a non smettere mai di sorprendersi e credere nei sogni, cercando negli altri un po’ di se stessi e rimanendo incantati davanti alle cose semplici, come la neve che cade all’improvviso.

Si intitola Non lasciare le mie mani, testo e musica di Ultimo, che lascia l’interpretazione alle voci angeliche del coro della scuola di musica Cluster, da lui diretti e protagonisti anche del videoclip. I diritti d’autore relativi al brano saranno devoluti a Unicef e destinati ai bambini nelle emergenze con particolare attenzione a quelli nei conflitti. Le attività di Ultimo a sostegno di UNICEF e dei bambini meno fortunati in tutto il mondo rappresentano una parte fondamentale della vita e della missione del cantautore romano, che con i suoi testi e la sua musica riesce a parlare ai cuori di milioni di persone, soprattutto dei più giovani, con grande sensibilità e appassionato impegno.

Il sodalizio con il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia ha inizio nel 2019, quando Ultimo riceve la nomina di Goodwill Ambassador di UNICEF Italia in occasione di un incontro con i bambini della scuola elementare dell’Istituto Comprensivo “Gandhi”, nel quartiere romano di San Basilio. A febbraio 2020, dopo aver donato parte degli incassi del suo tour negli stadi per i progetti di sviluppo nel Paese, il cantautore realizza la sua prima missione sul campo a fianco di Unicef in Mali e nel dicembre dello stesso anno incontra a Roma una rappresentanza di donne italiane e straniere con i loro bimbi, portando con sé uno speciale regalo di Natale: una pergamena con il testo della canzone “7+3”, dedicata alle madri che vivono in condizioni di vulnerabilità e che continuano a lottare per il futuro dei propri figli. Ad aprile 2021, Ultimo rinnova il suo impegno a favore dei progetti Unicef in Mali con “Buongiorno vita – L’evento”, trasmesso in streaming dal Colosseo di Roma, sua città Natale. Ad aprile 2022 incontra e si esibisce di fronte ai bambini e alle famiglie ucraine ospiti presso l’associazione Fonte di Ismaele di Roma. In segno di vicinanza, dona loro il suo pianoforte personalizzato a mano.

Rai Pubblica Utilità realizza video con Lis del Presepe San Pietro

Rai Pubblica Utilità realizza video con Lis del Presepe San PietroRoma, 21 dic. (askanews) – Nell’ambito della media partnership tra Rai Pubblica Utilità e la Diocesi di Rieti per il “Centenario del primo presepe di San Francesco”, Rai Accessibilità ha realizzato dei video con lis e sottotitoli, descrittivi dei presepi attualmente posti in piazza San Pietro e in Aula Paolo VI per poter condividere con tutti la bellezza ed il fascino incantato e mistico di queste due opere d’arte , simbolo del Santo Natale. L’interprete Lis è Maria Cristina Cuccurullo e la voce narrante è di Catia Svizzero.

Nello specifico, il Presepe in Piazza San Pietro è un’istallazione artistica che prende la forma concreta di una scenografia teatrale, frutto del confronto e della collaborazione tra il maestro presepista Francesco Artese, gli artigiani di Cinecittà e il maestro artigiano presepiale Antonio Cantone di Napoli. L’intera opera prende spunto dalla roccia del Santuario di Greccio ed è concepita come una quinta abbracciata idealmente dal colonnato di Piazza San Pietro. Il presepe in Aula Paolo VI è invece un’opera in mosaico – composta dall’innesto di circa 30.000 tessere di vetro – realizzata dall’artista Alessandro Serena, di Spilimbergo in Friuli Venezia Giulia, e sottolinea due punti fissi e straordinari per la storia dell’umanità: la Natività di Gesù, quella reale nell’anno zero, e la celebrazione di quella Nascita nel 1223 voluta da Francesco ottocento anni fa, con l’invenzione del presepio che ne codifica la memoria.

Roma, Gualtieri: il 21 e 22 stop auto benzina euro3 gasolio euro4

Roma, Gualtieri: il 21 e 22 stop auto benzina euro3 gasolio euro4Roma, 21 dic. (askanews) – A seguito delle rilevazioni effettuate dalle stazioni della rete urbana di monitoraggio che ha registrato il superamento in diverse stazioni del valore limite per il PM10 nelle giornate del 18, 19 e 20 dicembre, e acquisite le previsioni sullo stato della qualità dell’aria e sulla sua evoluzione, fornite da A.R.P.A. Lazio, che indicano sull’area di Roma per i prossimi giorni il permanere di una situazione di criticità con il rischio di superamento dei valori limite, a salvaguardia della salute dei cittadini si rende necessario intervenire con misure idonee a limitare la circolazione dei veicoli a maggior impatto ambientale, come previsto dalla legislazione vigente.

Pertanto, con Ordinanza del Sindaco del 21.12.2023 nella giornata del 22 dicembre 2023, dalle 07.30 alle 10.30 e dalle 17.30 alle 20.30 e nella giornata del 23 dicembre 2023, dalle 7.30 alle 10.30, oltre ai divieti permanenti già previsti nell’Ordinanza del sindaco n. 115/2023, è disposto il DIVIETO DELLA CIRCOLAZIONE VEICOLARE PRIVATA, nell’area del territorio di Roma Capitale delimitata dal perimetro coincidente con quello della Z.T.L. “Fascia Verde” per le seguenti tipologie di veicoli: – Autoveicoli alimentati a benzina Euro 3 – Autoveicoli alimentate a gasolio Euro 4 – Ciclomotori e motoveicoli (a 3 e 4 ruote) alimentati a gasolio Euro 2. Il perimetro della Fascia Verde (allegato 1) e le categorie di veicoli derogate/esentate dai divieti di circolazione (allegato 2) saranno consultabili sull’ordinanza pubblicata sul portale web di Roma Capitale. Nelle giornate del 22 e 23 dicembre 2023 sull’intero territorio comunale, si dispone: – il divieto di utilizzo di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa (in presenza di impianto di riscaldamento alternativo) che non sono in grado di rispettare i valori previsti almeno per la classe 3 stelle (D. M. n.186 del 7 novembre 2017); – il divieto assoluto di combustioni all’aperto per qualsiasi tipologia; – il divieto per tutti i veicoli di sostare con il motore acceso; – il potenziamento del lavaggio delle strade; – il potenziamento dei controlli da parte degli Organi preposti, in particolare sul rispetto dei divieti di limitazione della circolazione veicolare e di utilizzo degli impianti termici a biomassa legnosa e di combustioni all’aperto. Inoltre, nella giornata del 22 e 23 dicembre 2023, sull’intero territorio comunale, si dispone inoltre lo spegnimento degli impianti di riscaldamento in tutti gli Uffici pubblici che non svolgono servizi essenziali.

Agroalimentare, presentati 7 nuovi Presìdi Slow Food della Puglia

Agroalimentare, presentati 7 nuovi Presìdi Slow Food della PugliaMilano, 21 dic. (askanews) – Sono stati presentati a Bari sette nuovi Presìdi della Puglia istituiti grazie alla sinergia fra l’assessorato alle Politiche Agricole della Regione e Slow Food regionale, nell’ambito del secondo step del progetto “Presidiamo la Puglia”, volto alla valorizzazione delle eccellenze agroalimentari locali.

Si tratta dell’Uva Baresana, Piselli tradizionali Salentini, Agrumi tradizionali di Palagiano, Cipolla rossa delle Saline di Margherita di Savoia, Suino Nero Pugliese, Carciofo della Terra dei Messapi e Pecora Gentile di Puglia, che si aggiungono ai cinque nati nella prima fase del progetto, portando a 12 i nuovi Presìdi Slow Food nella regione in due anni. Un risultato numericamente e qualitativamente importante se si considera che il Presìdio è il frutto di un’azione volta a tutelare le piccole produzioni di qualità e a rendere protagonisti dei territori di appartenenza i contadini, gli allevatori e i pescatori locali. “Si tratta di sette tasselli che sono identitari di un territorio, della cultura e della storia di tante comunità, elementi che rappresentano anche fortissimi attrattori turistici” ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, sottolineando che “quella di Slow Food non è solo un’azione strategica di promozione dei nostri prodotti, ma una vera e propria operazione culturale che può avere un ritorno straordinario anche da un punto di vista economico, per le imprese agricole, i produttori, per il comparto turistico-ricettivo”

“Con gli ultimi 12, salgono a 35 i Presìdi in Puglia” ha precisato il presidente di Slow Food Puglia, Marcello Longo, evidenziando che “sono numeri importanti che lasciano comprendere chiaramente quanto si stia lavorando per rendere la Puglia una regione sempre più biodiversa”. “La Puglia per Slow Food Italia è un punto di riferimento – ha aggiunto la Dg di Slow Food Italia, Serena Milano – in questa regione, la nostra associazione ha messo al centro dell’attenzione la biodiversità, lavorando al fianco di contadini, allevatori, pescatori, artigiani, per salvare una ricchezza straordinaria di varietà vegetali, razze autoctone, formaggi, dolci…”.

SOS Villaggi dei Bambini e US Acli firmano Protocollo d’intesa

SOS Villaggi dei Bambini e US Acli firmano Protocollo d’intesaRoma, 21 dic. (askanews) – SOS Villaggi dei Bambini e Unione Sportiva Acli, ente di promozione sportiva e sociale in Italia riconosciuta dal Coni, nel loro anniversario dei 60 anni di attività hanno siglato un protocollo per promuovere e rafforzare a livello nazionale il volontariato e l’attivismo attraverso una progettazione comune. Un impegno costante che ha contraddistinto entrambe le associazioni, dallo sport e dalle tante discipline proposte, all’inclusione sociale, sempre con una grande attenzione all’infanzia e all’adolescenza. Un protocollo che formalizza e valorizza progetti già avviati, sintesi di tanti eventi fatti insieme e che arriva in un anno significativo in cui SOS Villaggi dei Bambini e US Acli festeggiano il loro anniversario.

Per SOS Villaggi dei Bambini e US Acli in questi anni l’attenzione verso l’inclusione sociale è sempre stata un elemento centrale e con questa collaborazione svilupperanno congiuntamente percorsi formativi per volontari e attivisti finalizzati allo sviluppo e alla gestione delle attività di sensibilizzazione sui temi legati all’infanzia più vulnerabile, affidando allo sport un essenziale ruolo di contrasto alle dinamiche di esclusione. SOS Villaggi dei Bambini si avvarrà del radicamento territoriale di US Acli per rafforzare la rete e favorire la crescita di Gruppi SOS di attivisti. “Questa firma ci permette di capitalizzare quanto già fatto insieme. Ricordo – spiega Maria Grazia Lanzani, Presidente SOS Villaggi dei Bambini – con moltissimo piacere, tra tutte le iniziative, la campagna ‘Il futuro è in gioco’ volta a sensibilizzare e sostenere i nostri progetti a contrasto della povertà educativa in Italia, dove bambini, ragazzi e genitori, appartenenti alla realtà di US Acli, hanno partecipato a un bellissimo progetto di video testimonianze andate poi in onda su Rai Sport nel corso delle Olimpiadi del 2021. Questo accordo consente, inoltre, di dare concretezza ai nostri intenti comuni e ci permette di guardare al futuro, che siamo certi sarà costellato di tante e nuove iniziative che ci vedranno fianco a fianco. Agire concretamente è nel dna di SOS Villaggi dei Bambini ed è una caratteristica che riscontriamo ogni qualvolta abbiamo occasioni di avere al nostro fianco US Acli”.

Il protocollo testimonia, quindi, i valori condivisi da SOS Villaggi dei Bambini e da US Acli e il valore dello sport come strumento per favorire lo sviluppo armonioso di bambini e ragazzi e l’aggregazione sociale e incoraggiare la partecipazione attiva nella comunità. Lo sport insegna a conoscere sé stessi, il rispetto per gli avversari, a coinvolgere e aiutare tutti i compagni. “Siamo molto felici della scelta che abbiamo intrapreso, cioè quella di affiancare SOS Villaggi dei Bambini in Italia” commenta il Presidente dell’US Acli, Damiano Lembo. “Sappiamo che l’attività sportiva favorisce una crescita sana ed equilibrata dei bambini/e e dei ragazzi/e; lo sport è un valore nel quale crediamo profondamente. Collaborare con SOS Villaggi dei Bambini è sicuramente uno stimolo per tutto lo staff e per i volontari a porre più attenzione ai bambini che per crescere non possono avere, anche solo temporaneamente, le cure e l’amore della propria famiglia di origine. Grazie a tutte le persone che ci hanno permesso di concretizzare questo importante progetto, nel quale abbiamo sempre creduto. L’affidabilità e le garanzie date da un partner importante come SOS Villaggi dei Bambini sono un plus valore che va ad aggiungersi alla qualità delle iniziative che US Acli realizza in Italia”.

”La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo”, mostra al Colosseo

”La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo”, mostra al ColosseoRoma, 21 dic. (askanews) – La Colonna di Traiano veniva inaugurata il 12 maggio 113 d.C., 1910 anni fa. Sin dalla sua progettazione e costruzione la Colonna rappresentò una sfida per l’ingegno umano: l’estrazione del marmo dalla cava di Carrara, il trasporto via terra, via mare e via fiume, e infine la lavorazione e posa in opera nel cantiere del Foro di Traiano rappresentarono le tappe di un ardito processo ingegneristico e tecnologico ancora oggi fonte di stupore e meraviglia.

Ma non basta, perché nel cantiere del Foro la Colonna, di lì a poco avvolta in un fregio a spirale a celebrare le gloriose campagne daciche dell’Optimus Princeps Traiano, venne scavata per ricavare una scala a chiocciola e la struttura marmorea venne svuotata dall’interno quasi fosse una gigantesca vite di Archimede. È Apollodoro di Damasco, il geniale e innovativo architetto e ingegnere di origine siriana, parte attiva nei successi dell’imperatore, ad illustrare a Traiano il progetto della Colonna sullo sfondo delle Alpi Apuane, nello straordinario arazzo della manifattura di Ouderarde, esposto in mostra nella sua versione digitalizzata. Con l’architetto e il suo illustre committente, di nuovo l’uno di fronte all’altro a distanza di quasi duemila anni, si apre l’esposizione “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo”, organizzata e promossa dal Parco archeologico del Colosseo e dal Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza con la curatela di Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Angelica Pujia e Giovanni Di Pasquale. La mostra sarà visitabile dal 22 dicembre 2023 al 30 aprile 2024 al secondo ordine del Colosseo.

Il calco del busto attribuito ad Apollodoro proveniente dal Museo della Civiltà romana e quello di Traiano proveniente dal Museo Palatino, assieme agli stili e agli strumenti per scrivere e disegnare e al modello in scala del ponte sul Danubio, altro capolavoro di carpenteria in grado di superare l’ampiezza e la potenza della corrente del fiume Danubio, introducono il visitatore nella bottega del Maestro architetto, genius loci di tutta l’esposizione. Per comprendere appieno il processo di costruzione della Colonna e con esso la fatica e la potenza muscolare di centinaia di uomini che contribuirono a realizzare questo indiscusso capolavoro, in un Colosseo fasciato di blu, sono esposti i principali strumenti antichi utilizzati per l’estrazione dei blocchi di marmo, per il trasporto su imbarcazione e per la messa in opera, assieme ai modelli ricostruttivi delle macchine da cantiere dell’epoca (gru, torri, ruote), realizzati da Claudio Capotondi, novello “Maestro delle Imprese di Traiano”.

Video e proiezioni su schermo realizzati dal Museo Galileo assieme ad una grafica coinvolgente e a testi che superano le dimensioni dei pannelli didascalici per divenire narrazione anche visiva di un’unica Storia, offrono un racconto più didattico oltre che una maggior comprensione degli oggetti esposti in mostra. A contribuire al racconto permanente della Colonna è stata anche realizzata una webAPP in lingua italiana e inglese e, grazie al prezioso coinvolgimento e alla collaborazione dell’Ambasciata di Romania, anche in lingua romena. Il cantiere della Colonna resta un’impresa epica, dove arte e tecnica, scultura e ingegneria si fondono e oggi tornano a rivivere grazie ad un’operazione di restituzione del passato: ancora una volta l’ingegno umano diventa esso stesso arte. E sono proprio la techne e l’ars a guidare il racconto di un’opera temeraria, che divenne nei secoli simbolo universale a cui si ispirarono imperatori, Papi e sovrani.

L’allestimento narra e spiega questa funzione simbolica con due registri narrativi: quello più propriamente storico e artistico, con l’ardita ricostruzione del fregio in scala 1:1 le cui spire si avvolgono sui pilastri del Colosseo, separate nel racconto della Prima e Seconda Guerra Dacica dalla Vittoria che scrive sullo scudo riprodotta nel calco dei Musei Vaticani; e quello invece più specificamente tecnico, con le tappe della lavorazione del marmo, fino ad arrivare alla idolatria e all’uso politico dei sovrani d’Europa che ne pretesero la riproduzione attraverso la tecnica della calcatura. La funzione simbolica di quest’opera si traduce, infatti, già molto presto nella sua replicabilità e come raccontato nell’ultima sezione, oggi il patrimonio di disegni, stampe e riproduzioni, ma soprattutto il patrimonio di calchi che dalla metà del XVI secolo e fino al XX secolo hanno “invaso” l’Europa, le corti e le collezioni dei principali musei del continente – dalla Francia alla Romania all’Italia – fotografano la fortuna della Colonna, da monumento “politico”, a oggetto dal forte valore didattico e formativo, fino al destino di “replica” e “copia”. Ma è da qui che la mostra intende riavvolgere il nastro della Storia: dal calco, come opera d’arte in sé in quanto testimone di un procedimento tecnologico di riproduzione di un modello, al calco, come testimone dello scorrere del tempo sulle superfici della Colonna nel corso dei secoli, scaturisce l’immagine di un monumento unico e irripetibile e per questo destinatario ormai da quarant’anni e senza soluzione di continuità di restauri e manutenzioni, ma anche di estese campagne di documentazione fotografica, rilievi e da ultimo riprese 3D fotogrammetriche, di cui la camera immersiva al termine del percorso di visita concepita e realizzata da Sergio Fontana offre una straordinaria suggestione. Qui, i visitatori si ritroveranno letteralmente immersi nei paesaggi della Dacia del II secolo d.C., e potranno ammirare il fregio della Colonna che si svolge davanti ai loro occhi a grandezza naturale, con un dettaglio e una qualità delle immagini mai raggiunti in precedenza. Così, se oggi è possibile srotolare i quasi trecento metri di fregio ammirando in un sol colpo d’occhio le imprese di Traiano, allo stesso modo è possibile avvalersi di questi nuovi strumenti per migliorare gli approcci di tutela e conservazione e traghettare nel futuro un monumento significativo per la storia, l’architettura e la tecnologia, che non ha mai perso il suo fascino. ‘La Colonna Traiana, costruita dall’architetto Apollodoro di Damasco su ordine dell’imperatore Traiano, non è solo una preziosa cronaca visiva della guerra dacico-romana, ma anche una testimonianza della nostra storia comune nei secoli. Questo maestoso monumento, che nel corso degli anni è stato fonte di ispirazione per molti altri monumenti in tutto il mondo, rappresenta oggi, per il popolo romeno e soprattutto per la comunità romena in Italia, molto più di un monumento di significato storico. Dopo che la latinità è servita come fattore di coagulazione nazionale e di modernizzazione politica e sociale nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, oggi, per la comunità romena nella Penisola, la Colonna Traiana facilita il riavvicinamento tra i nostri popoli, diventando nel tempo un luogo di incontro in cui i romeni stabiliti in Italia celebrano le feste nazionali più importanti, che si tratti della Giornata della Cultura Nazionale, della Festa Universale dell’Ia o della Festa Nazionale della Romania’, così S.E. Gabriela Dancau, Ambasciatore di Romania nella Repubblica Italiana, Malta e San Marino. ‘La Colonna Traiana è la porta d’ingresso al Parco archeologico del Colosseo, essa si trova all’avvio di quel percorso che, con un’unica passerella, oggi unisce il Foro di Traiano e quello di Cesare con il Foro Romano e il Palatino fino al Colosseo – commenta il Direttore del Parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo. Ma la Colonna, innalzata a celebrare le gesta di Traiano e la massima espansione dell’impero romano, oggi è anche un simbolo dell’Europa come dimostra la sua “presenza” diffusa nelle collezioni dei principali musei europei. Ed è motivo di orgoglio proseguire il percorso di conoscenza, tutela e valorizzazione di un monumento così iconico, contribuendo alla sua fortuna nel tempo’. Federica Rinaldi, archeologa responsabile del progetto e co-curatrice del progetto espositivo spiega: ‘Questa mostra ha una duplice valenza: da un lato, grazie all’idea iniziale e al supporto scientifico del Museo Galileo e del Maestro Claudio Capotondi, approfondisce con un forte taglio didattico e un’accessibilità per tutti il tema affascinante delle modalità di costruzione dei monumenti di età romana, esponendo gli strumenti antichi e le macchine usate nei cantieri dell’epoca in un continuo gioco di specchi tra fonti antiche e ricostruzioni contemporanee; dall’altro si colloca all’inizio di un percorso di studio, ricerca e valorizzazione che con Angelica Pujia, co-curatrice del progetto, è stato concepito per leggere la materia e quindi lo stato conservativo del fregio storico attraverso le attività di manutenzione già in programma fino al 2026, ma anche e soprattutto con uno sguardo allargato alla fortuna della Colonna dal XVI secolo in poi grazie alla documentazione storica costituita da calchi, disegni, stampe e riproduzioni’. Giovanni Di Pasquale, vicedirettore scientifico del Museo Galileo e co-curatore del progetto espositivo, aggiunge: ‘La Colonna Traiana è un’opera di ingegneria di complessità inaudita, che testimonia i vertici elevatissimi raggiunti dalla civiltà romana nell’arte del costruire. La mostra racconta la fatica e l’ingegno di uomini che hanno estratto tonnellate di marmo per poi affrontare con slitte di robusto legno i quasi 700 metri di dislivello per raggiungere la pianura e il porto di Luni, dove enormi navi erano pronte a raggiungere Ostia e Roma. È difficile oggi immaginare l’organizzazione di un cantiere così complesso e la precisione meccanica necessaria per la composizione del monumento, con i suoi blocchi precisamente giustapposti uno sull’altro e i gradini della scala interna a combaciare perfettamente. Se le conoscenze che hanno permesso di portare a compimento tutte le fasi di quest’impresa, mai registrate in forma scritta, sono svanite con la fine delle civiltà che le misero in atto, il dialogo tra fonti letterarie e archeologiche permette di ricomporre questa straordinaria avventura. Per ottenere questo risultato, il percorso di mostra è scandito dalla presenza di reperti archeologici, modelli di macchine, ricostruzioni 3D e approfondimenti multimediali: ne scaturisce una narrazione che permetterà di riflettere sul ruolo fondamentale, e scarsamente noto, recitato dalle conoscenze scientifiche e tecnologiche nello sviluppo della civiltà romana’. Scaturita dall’accordo di collaborazione tra il Parco archeologico del Colosseo e il Museo Galileo, Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze e dall’accordo tra il Parco archeologico del Colosseo e la Sovrintendenza capitolina ai Beni Culturali, questa mostra propone con una nuova chiave di lettura, e con uno sguardo fino al contemporaneo, le vicende della costruzione e della fortuna della Colonna. Il nucleo, costituto dall’esposizione ideata dal Museo Galileo di Firenze tenutasi nel 2019 al Museo degli Uffizi – Limonaia del Giardino di Boboli, si arricchisce di nuovi materiali e di nuovi contenuti multimediali oltre che di nuove immagini del fregio, che porteranno il racconto a diretto contatto con i visitatori. Con la guida del genius loci Apollodoro la mostra ripercorre in tre sezioni le tappe della costruzione della Colonna, indugiando sulla forma e sulla tecnica con cui essa venne realizzata grazie a quel bagaglio di conoscenze che era stato maturato secoli addietro con la costruzione delle piramidi egizie, le viti idrauliche per l’irrigazione dei giardini pensili di Mesopotamia, il faro di Alessandria, l’estrazione dei marmi dalle cave del Monte Pentelico per l’acropoli di Atene. Spiega e illustra – anche con un taglio didattico – il processo di costruzione del monumento, utilizzando modelli ricostruttivi, non solo della Colonna stessa (tra tutti il sommoscapo e la scala a chiocciola interna in sala 1:1 realizzati da Opera Laboratori Fiorentini), ma anche delle macchine per il trascinamento e sollevamento dei blocchi colossali, così come delle funi e dei sistemi di aggancio, in un costante dialogo con le fonti letterarie, i reperti archeologici e iconografici e con gli strumenti (compassi, squadre, argani, manovelle, fili a piombo) rinvenuti nei contesti di scavo e ad esse riferibili. Indugia, infine, sull’eternità della Colonna, già raggiunta in età antica per la sua stessa collocazione tra le due biblioteche del Foro imperiale, quella greca e quella latina; in tempi più recenti idolatrata da Papi e sovrani d’Europa che non potendola spostare, la fecero disegnare (Francesco I), calcare (Luigi XIV, Napoleone III), replicare (Napoleone I), e perfino riconsacrare (Papa Sisto V). Per la realizzazione di questo racconto illustrato, avvolto nel colore blu che riecheggia il Danubio ma anche l’interazione tra Uomo e Tecnologia, hanno contribuito 20 tra istituzioni ed enti pubblici e privati, che hanno garantito il prestito di più di 60 oggetti tra reperti, modelli, macchine, calchi e disegni. Accompagna l’esposizione temporanea un regesto con i pannelli e i testi di approfondimento corredato da immagini inedite e soprattutto da un allegato bibliografico che riassume le principali pubblicazioni scientifiche dedicate alla Colonna degli ultimi anni, rappresentate da cataloghi di mostre, miscellanee di studi, raccolte di saggi scientifici. Nel corso della durata della mostra saranno programmate conferenze a tema, podcast dedicati ed è previsto in primavera una giornata di studi che farà il punto sulle ultime ricerche, sulle problematiche conservative e sul tema dei calchi.

Si insedia Consorzio del Ficodindia dell’Etna: due donne ai vertici

Si insedia Consorzio del Ficodindia dell’Etna: due donne ai verticiMilano, 21 dic. (askanews) – Si è insediato il 20 dicembre il Consorzio di tutela del Ficodindia dell’Etna Dop, riconosciuto ufficialmente dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle foreste il 30 novembre scorso. Ai vertici dell’ente consortile, il neo eletto Cda ha nominato due donne: la presidente Sarah Bua e la direttrice Rita Serafini.

“Il raggiungimento di questo importantissimo traguardo ci gratifica e incoraggia ad andare avanti nella strada intrapresa” ha dichiarato Bua, aggiungendo che “siamo certi che questo prodotto dalle incredibili caratteristiche possa dare grandi soddisfazioni in termini di visibilità ma anche di nuove possibilità per il territorio vocato”. “Ci siamo già messi al lavoro per confrontarci con tutti i soci sulle priorità operative da realizzare nel breve periodo – ha concluso la presidente – e l’agenda dei lavori è già molto piena”. Il Ficodinidia dell’Etna Dop, che nel 2003 ha ottenuto il riconoscimento di qualità europeo, è tra i trentasette prodotti agroalimentari a marchio Dop e Igp della Sicilia, la decima regione in Italia per valore generato dal comparto cibo Dop e Igp, un comparto che nel 2022 ha fatto registrare un incremento del 12,5% sul valore economico raggiungendo i 94 milioni di euro, registrando l’impiego di quasi settemila operatori.

“Da oggi, grazie al Consorzio e ad un’adeguata strategia, il Ficodinidia dell’Etna Dop potrà fare quello scatto ulteriore necessario a raggiungere maggiore visibilità e una crescente affermazione del prodotto sui mercati nazionali e internazionali” ha commentato Serafini, che è anche direttrice del Consorzio di tutela della Pesca di Leonforte Igp, ricordando che “l’ortofrutta è indubbiamente una delle espressioni più autentiche e nobili dell’agricoltura e sono lieta di contribuire con questo nuovo incarico alla valorizzazione che merita”.

Intelligenza Artificale, previsione di Acronis per il 2024

Intelligenza Artificale, previsione di Acronis per il 2024Roma, 21 dic. (askanews) – Con l’avvicinarsi del 2024, è tempo di guardare avanti per capire cosa ci riserverà quest’anno in termini di cybersecurity. Si prevede che i costi della cybersecurity aumenteranno a livello globale fino a 10,5 trilioni di dollari entro il 2025, a causa della crescente sofisticazione del crimine informatico.

L’uso dell’Intelligenza Artificiale continua a evolvere e i cybercriminali stanno diventando sempre più creativi. “Abbiamo notato un aumento nei rapporti dell’FBI riguardanti la creazione di deepfake, attraverso l’AI generativa, sfruttati con l’intenzione di causare gravi danni attraverso la disinformazione. Crisi pubbliche, estorsione alle famiglie o gravi interruzioni operative, sono incrementati notevolmente ed è probabile che ciò accadrà più spesso man mano che la tecnologia verrà meglio compresa, soprattutto grazie agli incentivi finanziari. Alcuni cybercriminali potrebbero anche iniziare a utilizzare l’Intelligenza Artificiale in modi creativi per estorcere informazioni sensibili. Per questo nel 2024, mi aspetto un gran numero di nuove regolamentazioni riguardanti l’AI”, così commenta Candid Wuest, VP of Cyber Protection Research di Acronis. “Storicamente, l’MFA è stata il metodo collaudato e comprovato per proteggere al meglio le informazioni sensibili. Questo potrebbe cambiare, tuttavia, poiché abbiamo visto svolgersi numerosi attacchi di alto profilo MFA e di ingegneria sociale. Siccome gli hacker hanno trovato dei modi per violare il sistema ed eludere l’MFA, è possibile che ci sarà un cambiamento verso un uso più diffuso della tecnologia MFA anti-phishing. Questo processo consentirà all’utente di accedere ricevendo un token o un codice specifico che non potrà essere utilizzato per accedere da un altro dispositivo e sarà legato esclusivamente alla sessione in corso”, prosegue Wuest.

“All’inizio di quest’anno, Apple ha integrato la ricarica USB-C nella sua nuova linea di prodotti, stabilendo potenzialmente un nuovo standard per la ricarica dei dispositivi dei consumatori. Le stazioni di ricarica pubbliche, quindi, saranno più accessibili a tutti e questo potrebbe rappresentare un’opportunità per un aumento del juice jacking nel 2024. Quando un dispositivo viene collegato a una porta di ricarica compromessa, i cybercriminali possono utilizzare la connessione per scaricare i dati dell’utente. Questo modello di attacco non può essere molto diffuso, quindi questo problema potrebbe essere contenuto, ma gli utenti devono rimanere vigili nell’aggiornare il software del loro dispositivo per evitare vulnerabilità. Inoltre, i consumatori potranno evitare di essere raggirati da un juice-jacking utilizzando un blocco di ricarica invece di un cavo di ricarica USB o utilizzando un cavo senza collegamento dati”, conclude l’esperto. “La Cyber Protection – cybersecurity integrata e backup – è diventata la posta in gioco per le difese cyber. Dato l’uso diffuso di AI e automazione, le tattiche di difesa multistrato diventeranno la norma per evitare attacchi su larga scala personalizzati attraverso l’AI.

Ciò include l’integrazione di varie misure, come la prevenzione con la valutazione delle vulnerabilità e la gestione delle patch, il rilevamento con soluzioni di controllo degli endpoint, e rimedi che vanno dal ripristino al backup passando per l’analisi forense”, commenta Gaidar Magdanurov, Presidente di Acronis. Continua evoluzione delle applicazioni verso le piattaforme “I clienti finali e aziendali si sono abituati a un’esperienza d’uso senza soluzione di continuità delle applicazioni integrate, spingendo i fornitori a integrarsi meglio con altre applicazioni utilizzate dai clienti stessi. Man mano che le piattaforme di integrazione aumentano, prevedo che vedremo un aumento nell’esposizione delle API. Queste piattaforme consentono il provisioning di capacità aggiuntive per i clienti, a basso costo per i fornitori, così come per i fornitori di applicazioni specializzate, per ottenere immediatamente accesso a una base di clienti di un fornitore di piattaforma”, conclude Magdanurov.

“Nel 2023 abbiamo assistito ad alcuni casi di attacchi di ingegneria sociale assistiti da AI; il ransomware del casinò di Las Vegas fu il primo caso. Ce ne saranno di più nel 2024, potrebbero addirittura diventare diffusissimi. Alcuni scenari possibili sono: falsificazione della voce della vittima con l’AI per bypassare l’autenticazione biometrica; inganni ai danni di helpdesk IT per reimpostare password o disabilitare il 2FA; attacchi a singoli dipendenti in scenari di ingegneria sociale “Frode del CEO”. Tutti, e di più, utilizzeranno gli LLM per generare tonnellate di testi. Il web, i forum, i blog aziendali, tutti i social media ne saranno pieni, molti falsi non per intenzione dei clienti, ma per incapacità di distinguere le risposte valide di ChatGPT dalle falsificazioni LLM. Questo potrebbe influenzare anche siti come Wikipedia. Tutti i programmatori utilizzeranno gli LLM per generare codici, copiando e incollando ciecamente i risultati nei loro programmi, come facevano con Stackoverflow in passato, ma su una scala molto più grande. Sarà difficile diagnosticare i bug e potenzialmente persino le vulnerabilità di sicurezza che ne deriveranno, e alcune di queste potranno essere sfruttate, forse anche con un ulteriore assistenza LLM. Anche gli autori di ransomware utilizzeranno gli LLM per sviluppare software malevoli. Poiché è difficile dedurre l’intento dello sviluppo del software, non importa quali protezioni gli LLM cercheranno di mettere in atto, ci saranno sempre dei bypass. Il ransomware continuerà a crescere. Se le grandi aziende migliorano le loro protezioni – cosa di cui dubito, sono sicuro che vedremo più attacchi ransomware di alto profilo – i cybercriminali passeranno alle aziende di medie dimensioni e cercheranno ulteriori modi per scalare le loro operazioni. Al momento, il deployment del ransomware è un’operazione in gran parte manuale, ma se sarà automatizzato, sarà in grado di puntare a più aziende, estorcendo potenzialmente meno soldi ogni volta, ma avendo a disposizione volumi maggiori. Lo vediamo già accadere, con alcuni sindacati di ransomware che sono essenzialmente dei franchise, spiega Kevin Reed, CISO di Acronis. Per contrastare questi fenomeni, si prevede che la spesa per la cybersecurity continui a crescere. Gartner ha stimato che la spesa globale per la cybersecurity e la gestione del rischio crescerà del 14,3% rispetto al 2023, raggiungendo i 215 miliardi di dollari. Sarà sufficiente?

Manovra, La Marca (Pd): non servono mancette a italiani nel mondo

Manovra, La Marca (Pd): non servono mancette a italiani nel mondoRoma, 21 dic. (askanews) – “Le mancate politiche a favore degli italiani nel mondo in questa legge di bilancio e da parte di questo governo in generale non sono un torto che si fa agli emigrati ma rappresentano invece un grande torto all’Italia”. Lo ha detto la senatrice Pd, Francesca La Marca, eletta nella circoscrizione estero, ripartizione America Settentrionale e Centrale, intervenendo in Aula nella discussione generale sulla legge di bilancio.

“Gli italiani nel mondo non hanno bisogno di mancette ma di politiche lungimiranti che sappiano valorizzare questo grande bacino con enorme potenziale, soprattutto economico, e che sono tra l’altro i più grandi promotori del Made in Italy e che contribuiscono alla ricchezza di questo paese. Peccato l’ennesima opportunità sprecata”, ha aggiunto.