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Tag: Sanremo 2023

Ambiente, Ogyre rafforza la presenza nel Mediterraneo e si espande in Grecia

Ambiente, Ogyre rafforza la presenza nel Mediterraneo e si espande in GreciaRoma, 14 dic. (askanews) – Ogyre, la startup italiana che ha implementato la piattaforma globale di fishing for litter per ripulire gli oceani dai rifiuti marini con l’aiuto dei pescatori locali, continua a crescere e amplia la sua portata in Europa con l’avvio delle attività anche in Grecia.

La nuova comunità di 24 nuovi pescatori a Corfù si unisce ai gruppi già attivi in Italia, Brasile e Indonesia già impegnati nella raccolta di una media mensile stimata di oltre 20.000 kg di rifiuti marini, pari a 37 container di bottigliette di plastica. “Aprire un porto in Grecia rappresenta un notevole passo avanti per Ogyre, essendo il primo paese europeo, dopo l’Italia, in cui estendiamo l nostra iniziativa di fishing for litter. Questa nuova espansione ci permette di rendere più attiva la nostra presenza sul territorio e di ispirare azioni simili in altre parti d’Europa”, afferma Andrea Faldella, co-founder di Ogyre.

Il porto di Corfù, sottolinea una nota, si aggiungerà quindi ai porti in cui sarà possibile riciclare i rifiuti, insieme al Brasile e all’Indonesia. In questi due Paesi, infatti, i partner locali individuano e separano le principali tipologie di rifiuti riciclabili (PET, plastica rigida, vetro e metallo) per inviarli alle aziende di riciclo. Ad esempio, le plastiche PET rappresentano circa il 10% dei rifiuti destinati al riciclo in Brasile, mentre in Indonesia costituiscono ben il 76% di tali rifiuti. Questi, principalmente costituiti da bottiglie, vengono inviati a impianti di trasformazione per essere convertiti in pellet o trasformati in prodotti finiti destinati al mercato. “Con l’apertura in Grecia, miriamo a riciclare il 50% dei rifiuti raccolti. Questo obiettivo ambizioso non solo migliorerà le nostre metriche di riciclo, ma ci avvicina alla seconda fase del progetto Ogyre: la trasformazione dei rifiuti raccolti in nuove risorse”, sottolinea Antonio Augeri, co-founder di Ogyre.

L’apertura nel nuovo Paese è un nuovo passo verso l’ambizioso obiettivo di raccogliere 1,5 milioni di chili di rifiuti marini dai mari entro fine 2024. In soli tre anni Ogyre ha già raccolto oltre 400.000 kg di rifiuti marini, coinvolgendo più di un centinaio di aziende in progetti di sostenibilità e responsabilità sociale, tra cui Luna Rossa Prada Pirelli (di cui Ogyre è anche Sustainability Partner per la prossima Coppa America), Corona, Yoox, Panerai e Gruppo Unipol.

Alleanza Cooperative: bene nuove risorse Masaf per pere e kiwi

Alleanza Cooperative: bene nuove risorse Masaf per pere e kiwiRoma, 14 dic. (askanews) – “Lo stanziamento di 11 milioni di euro per i produttori di pere e kiwi che vanno ad aggiungersi ai 12 milioni già stanziati il mese scorso attestano un segnale di grande attenzione che tutto il dicastero ha avuto verso due filiere strategiche del Made in Italy che in questi ultimi anni hanno registrato forti contrazioni della produzione”. Così il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Carlo Piccinini, commenta la firma del decreto con cui il Masaf stanzia ulteriori risorse per i comparti di pere e kiwi.

“Apprezziamo il grande sforzo fatto dal Ministero – prosegue Piccinini – specie in un contesto in cui risulta davvero difficile riuscire a trovare risorse e stanziamenti per le imprese”. “Le ulteriori risorse, pari a 8 milioni per il comparto delle pere e a 3 per quello dei kiwi, consentiranno a molte imprese che hanno subito cali produttivi di poter accedere a nuovi contributi”, conclude il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, ricordando come il solo comparto delle pere sia stato interessato da un drastico calo delle superfici pari al 35% negli ultimi dodici anni, con circa 15.000 ettari perduti.

Smartpricing: round da 13 mln per la startup che porta l’Ai in hotel

Smartpricing: round da 13 mln per la startup che porta l’Ai in hotelMilano, 14 dic. (askanews) – Round da 13 milioni di euro per Smartpricing, startup italiana che ha realizzato un software di revenue management per hotel. La raccolta, 11 milioni di euro equity e 2 milioni di euro di linee di credito bancarie, è guidata da Partech, venture capital internazionale con sede a Parigi che ha deciso di investire per la prima volta in Italia. Hanno investito anche The Techshop, Azimut Digitech Fund con l’aiuto di FNDX e i founders di Bending Spoons.

Smartpricing offre soluzioni basata su intelligenza artificiale per la gestione tariffaria delle camere: la società permette di massimizzare i ricavi degli hotel con un algoritmo proprietario che processa dati relativi al mercato, alla saturazione, all’andamento dei prezzi dell’area e allo storico della struttura. L’obiettivo della startup è raggiungere i 100 milioni di euro di fatturato annuo nel medio periodo, con l’estensione del team e il lancio dei nuovi prodotti innovativi. Ad oggi, la società ha gestito più di 2 milioni di prenotazioni per più di 3mila strutture, incrementando mediamente il loro fatturato di oltre il 30% in media. “Crediamo di essere al giorno 1 di un viaggio che ci porterà ad aiutare decine di migliaia di strutture in tutto il mondo con svariati prodotti che ad oggi non esistono sul mercato”, ha detto Luca Rodella, ceo e co-founder di Smartpricing.

Slitta l’avvio del Consiglio Ue, Michel vedrà Orban per cercare l’intesa

Slitta l’avvio del Consiglio Ue, Michel vedrà Orban per cercare l’intesaBruxelles, 14 dic. (askanews) – Slitta di un’ora, alle 10.30, l’avvio del Consiglio europeo stamani a Bruxelles.

Prima dei lavori il presidente del Consiglio Charles Michel vedrà il premier ungherese Viktor Orban, per discutere dei ‘nodi’ da sciogliere, in particolare della posizione ungherese contraria all’apertura dei negoziati per l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea. Anche oggi, in un’intervista, Orban ha ribadito che “l’Ucraina non è realmente in grado di avviare negoziati, ma a causa della guerra, per ragioni geostrategiche, diciamo politiche, dobbiamo avviare i negoziati con loro. Penso che sia un errore. Questo è un errore, stiamo distruggendo l’Unione Europea”. All’incontro parteciperanno anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Anche la premier Giorgia Meloni (che nella notte ha avuto un lungo colloquio in hotel con Macron e Scholz) sta lavorando a un bilaterale con Orban a margine del summit.

“L’Ucraina non è realmente in grado di avviare negoziati, ma a causa della guerra, per ragioni geostrategiche, diciamo politiche, dobbiamo avviare i negoziati con loro. Penso che sia un errore. Questo è un errore, stiamo distruggendo l’Unione Europea”. Lo afferma il primo ministro ungherese Viktor Orban, in una intervista pubblicata su X dal suo portavoce Zoltan Kovacs.

Crosetto firma un accordo con Giappone e Gb per lo sviluppo di un nuovo caccia avanzato

Crosetto firma un accordo con Giappone e Gb per lo sviluppo di un nuovo caccia avanzatoMilano, 14 dic. (askanews) – Giappone, Regno Unito e Italia hanno firmato un accordo per unire i progetti di aerei da caccia da combattimento dei rispettivi paesi. Invece di sviluppare i propri modelli di aerei, i paesi svilupperanno congiuntamente nuovi tipi di caccia – la cui produzione inizierà nel 2035 – valorizzando ulteriormente la base industriale della difesa di ciascuno dei tre paesi.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro della Difesa del Giappone Minoru Kihara ed il Segretario di Stato alla Difesa del Regno Unito Grant Shapps si sono incontrati a Tokio per la Riunione Ministeriale della Difesa a livello trilaterale relativa al GLOBAL COMBAT AIR PROGRAMME (GCAP). Nell’occasione, i tre ministri hanno firmato il Trattato per l’istituzione dell’Organizzazione Governativa Internazionale del GCAP (GCAP International Government Organization – GIGO). “Essere qui oggi rappresenta per l’Italia, e penso per tutti noi, un traguardo molto importante per il programma Gcap, e allo stesso tempo un messaggio fortissimo perché la nostra partnership è un messaggio per il resto del mondo”, ha detto Crosetto all’inizio dell’incontro trilaterale. “Viviamo in un’epoca molto complessa che è caratterizzata dalla presenza di attori aggressivi sul palcoscenico internazionale – ha continuato il Ministro della Difesa. Una situazione di instabilità crescente, di competizione tra stati e di rapidi cambiamenti tecnologici. Ed è quindi diventato di vitale importanza rimanere un passo avanti rispetto alle minacce che crescono ogni giorno. Le nostre tre nazioni hanno relazioni antiche consolidate, basate sugli stessi valori di democrazia e libertà, rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto. Attraverso il Gcap potremmo sviluppare ancora di più i nostri rapporti e rafforzarli nel campo della difesa”. In seguito ai progressi compiuti dal momento dell’annuncio della Dichiarazione congiunta dei tre Primi ministri del dicembre 2022, e del lancio del Global Combat Air Programme (GCAP), oggi i tre ministri hanno concordato che le prossime attività di definizione degli accordi implementativi della futura GIGO e della correlata organizzazione industriale avverranno in uno spirito di equo partenariato. Scopo del programma GCAP non è solo quello di produrre un caccia di sesta generazione entro il 2035, ma anche di valorizzare ulteriormente la base industriale della difesa di ciascuno dei tre paesi. I Ministri hanno espresso soddisfazione per i progressi compiuti dai partner industriali nell’istituire la struttura organizzativa che costituirà l’interfaccia industriale dell’Organizzazione Governativa Internazionale GCAP (GIGO), a sostegno di un programma in grado di produrre capacità e tecnologie sostenibili e all’avanguardia. I tre ministri hanno concordato che la sede del GIGO e la corrispondente Struttura d’impresa congiunta saranno ubicate nel Regno Unito e, al fine di garantire e favorire una partnership efficace e ben equilibrata tra i tre paesi, il primo direttore dGenerale dell’Agenzia GCAP sarà di nazionalità giapponese, ed il primo amministratore delegato della Joint venture industriale sarà di nazionalità italiana.

I vertici della Difesa di Italia, Giappone e Regno Unito, hanno così confermato il forte impegno ad approfondire la cooperazione trilaterale sugli obiettivi comuni del GCAP ed a garantirne il costante successo.

Maltempo al Centro-Sud con neve fino in collina

Maltempo al Centro-Sud con neve fino in collinaRoma, 14 dic. (askanews) – L’atmosfera nei prossimi giorni sarà irrequieta. Avremo degli scambi importanti ed anomali nel cuore del mese di dicembre: passeremo infatti da 5-7°C sotto media, previsti fino al weekend, ad una scaldata eccezionale da domenica pomeriggio in poi ad iniziare dalle Alpi. Andrea Garbinato, responsabile redazione del sito www.iLMeteo.it, conferma grandi movimenti atmosferici nei prossimi giorni. La sorpresa arriverà da domenica quando nel cuore dell’Europa Centrale si formerà un blocco anticiclonico granitico ed eccezionale con valori di pressione fino ed oltre 1045 hPa. Questo blocco si espanderà, con l’inizio della nuova settimana, verso l’Italia iniziando dalle Alpi dove già domenica andremo sopra media di quasi 10°C. In seguito il termometro salirà in modo sensibile quasi ovunque, ma soprattutto dalla collina in su: con questo tipo di blocco anticiclonico non escludiamo infatti frequenti nubi basse o nebbie nelle pianure del Centro-Nord. Prima di arrivare al gigantesco blocco anticiclonico nel cuore dell’Europa, l’Italia risentirà ancora del passaggio del Ciclone di Santa Lucia che porterà nelle prossime ore maltempo al Centro-Sud: sono previste piogge in trasferimento dalla Toscana verso Abruzzo e Molise con neve sugli Appennini oltre i 1100-1300 metri; il sistema perturbato raggiungerà anche il Sud con un brusco calo delle massime che dai 25-28 gradi anomali di ieri si riporteranno nelle medie. Venerdì 15 dicembre, assisteremo ancora a instabilità e rovesci al Sud e sul Medio Adriatico con altre nevicate sugli Appennini, fino a quote collinari; al Nord splenderà il sole, a tratti disturbato dal vento sulle Alpi di confine e dalle nebbie anche fitte in Pianura Padana. Il weekend sarà ‘Giano bifronte’, dai 2 volti: sabato ancora freddo con valori sotto le medie quasi ovunque, specie al mattino con locali forti gelate; da domenica, invece, il respiro prepotente del Blocco anticiclonico franco-teutonico espellerà aria calda verso il nostro Paese. Ecco che, gradualmente, le temperature tenderanno a salire iniziando dall’alta quota per poi investire gran parte del nostro territorio da lunedì 18 in poi; se la proiezione venisse confermata potremmo andare incontro ad un Santo Natale mite e soleggiato come oramai avviene da decenni. D’altronde dobbiamo ricordare che il mese di dicembre è il mese più caldo dell’inverno, ancora in presenza di mari relativamente caldi e dei ricordi dell’estate italiana sempre più lunga e senza fine.

Reporter Senza Frontiere: in 11 mesi morti sul lavoro 45 giornalisti

Reporter Senza Frontiere: in 11 mesi morti sul lavoro 45 giornalistiMilano, 14 dic. (askanews) – Secondo Reporter Senza Frontiere (RSF), dal primo gennaio al primo dicembre 2023 sono stati uccisi 45 giornalisti sul lavoro e il numero è il più basso da oltre 20 anni. “Un calo nonostante tragedia di Gaza”, dice l’organizzazione sul suo sito. I dati si inseriscono nel dibattito su un tema molto caldo al momento, alla luce di quanto accade in Medio Oriente.

In base alle stime nel 2023 sono stati uccisi complessivamente 45 giornalisti in relazione al loro lavoro , 16 in meno rispetto al 2022. Si tratta del dato più basso registrato dal 2002. Nel 2012 e nel 2013 sono stati uccisi più di 140 giornalisti, principalmente a causa delle guerre in Siria e Iraq, dove quasi 600 giornalisti sono stati uccisi nello svolgimento delle loro funzioni dal 2003 al 2022. “A Gaza, almeno 13 giornalisti sono stati uccisi a causa del loro lavoro dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas: un totale che sale a 56 se includiamo tutti i giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza, impegnati o meno nel loro lavoro. In tutto il mondo, 521 giornalisti sono attualmente detenuti per motivi arbitrari legati alla loro professione (in calo dell’8,4% rispetto al 2022)” si aggiunge.

“Tra i civili a Gaza, i giornalisti stanno pagando un prezzo alto. Abbiamo constatato che il numero dei giornalisti uccisi in relazione al loro lavoro è altissimo: almeno 13 in un territorio così ristretto”, dichiara Christophe Deloire, segretario generale di Rsf. Deloire afferma inoltre che RSF ha presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (ICC) per chiarire se i giornalisti siano stati deliberatamente attaccati. “Abbiamo presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (CPI) per stabilire i fatti e fino a che punto i giornalisti siano stati consapevolmente presi di mira”, dice.

E poi continua: “Su scala globale, sembra che il numero di giornalisti uccisi nello svolgimento del loro lavoro o in connessione con il loro lavoro sia in netto calo, da un lungo periodo di tempo” aggiunge. “Le ragioni? Misure di sicurezza nelle testate giornalistiche, formazione e dotazione di dispositivi di protezione, prudenza, effetti della lotta all’impunità e azioni delle organizzazioni intergovernative. Indubbiamente anche il lavoro delle ONG sta avendo un effetto”.

Reporter Senza Frontiere: morti 45 giornalisti su lavoro in 11 mesi

Reporter Senza Frontiere: morti 45 giornalisti su lavoro in 11 mesiMilano, 14 dic. (askanews) – Secondo Reporter Senza Frontiere (RSF), dal primo gennaio al primo dicembre 2023 sono stati uccisi 45 giornalisti sul lavoro e il numero è il più basso da oltre 20 anni. “Un calo nonostante tragedia di Gaza”, dice l’organizzazione sul suo sito. I dati si inseriscono nel dibattito su un tema molto caldo al momento, alla luce di quanto accade in Medio Oriente.

In base alle stime nel 2023 sono stati uccisi complessivamente 45 giornalisti in relazione al loro lavoro , 16 in meno rispetto al 2022. Si tratta del dato più basso registrato dal 2002. Nel 2012 e nel 2013 sono stati uccisi più di 140 giornalisti, principalmente a causa delle guerre in Siria e Iraq, dove quasi 600 giornalisti sono stati uccisi nello svolgimento delle loro funzioni dal 2003 al 2022. “A Gaza, almeno 13 giornalisti sono stati uccisi a causa del loro lavoro dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas: un totale che sale a 56 se includiamo tutti i giornalisti uccisi nella Striscia di Gaza, impegnati o meno nel loro lavoro. In tutto il mondo, 521 giornalisti sono attualmente detenuti per motivi arbitrari legati alla loro professione (in calo dell’8,4% rispetto al 2022)” si aggiunge.

“Tra i civili a Gaza, i giornalisti stanno pagando un prezzo alto. Abbiamo constatato che il numero dei giornalisti uccisi in relazione al loro lavoro è altissimo: almeno 13 in un territorio così ristretto”, dichiara Christophe Deloire, segretario generale di Rsf. Deloire afferma inoltre che RSF ha presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (ICC) per chiarire se i giornalisti siano stati deliberatamente attaccati. “Abbiamo presentato una denuncia alla Corte penale internazionale (CPI) per stabilire i fatti e fino a che punto i giornalisti siano stati consapevolmente presi di mira”, dice.

E poi continua: “Su scala globale, sembra che il numero di giornalisti uccisi nello svolgimento del loro lavoro o in connessione con il loro lavoro sia in netto calo, da un lungo periodo di tempo” aggiunge. “Le ragioni? Misure di sicurezza nelle testate giornalistiche, formazione e dotazione di dispositivi di protezione, prudenza, effetti della lotta all’impunità e azioni delle organizzazioni intergovernative. Indubbiamente anche il lavoro delle ONG sta avendo un effetto”.

Jake Sullivan oggi in Isreale per “colloqui molto seri”

Jake Sullivan oggi in Isreale per “colloqui molto seri”Roma, 14 dic. (askanews) – Il consigliere Usa per la sicurezza nazionale Jake Sullivan sarà oggi in Israele per “conversazioni estremamente serie” sugli aiuti umanitari e sulla prossima fase della campagna militare israeliana, ha affermato un funzionario dell’amministrazione Biden citato dai media americani. La Casa Bianca, sottolinea la Cnn, fatica a far quadrare i commenti del presidente degli Stati Uniti sui “bombardamenti indiscriminati” a Gaza con l’insistenza sul fatto che “l’intento” di Israele resta quello di limitare le vittime tra i civili. Secondo una valutazione dell’intelligence statunitense, quasi la metà delle munizioni aria-terra utilizzate da Israele a Gaza non erano guidate e quindi non potevano colpire con precisione bersagli. Israele ha annullato il viaggio programmato in Qatar del capo dei servizi segreti stranieri per riavviare i colloqui su un possibile secondo accordo per il rilascio degli ostaggi, ha confermato una fonte sempre alla Cnn, secondo cui Hamas non ha risposto alle aperture degli ultimi giorni per cercare di riprendere i negoziati.

 

Save the Children: nel 2022 un bambino su 6 viveva in zona di guerra

Save the Children: nel 2022 un bambino su 6 viveva in zona di guerraRoma, 14 dic. (askanews) – Un bambino su sei, ossia 468 milioni di bambini, nel 2022 viveva in una zona di guerra, mentre il numero di gravi violazioni commesse nei confronti dei bambini in contesti di conflitto è aumentato del 13%, raggiungendo il numero complessivo di 27.638, in media 76 al giorno. È quanto emerge dal rapporto “Stop the war on children”, pubblicato oggi da Save the Children, secondo il quale il numero di gravi violazioni nei confronti dei minori (uccisioni e mutilazioni, rapimenti, stupri e violenze sessuali, reclutamento ed utilizzo in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali e diniego di accesso umanitario) ha raggiunto nel 2022 il livello più alto dal 2005, anno in cui sono iniziate le rilevazioni di questo tipo. Numeri che purtroppo rappresentano solo una piccola parte del totale di casi, poiché alcuni abusi non vengono denunciati, mentre altri commessi nel 2022 sono ancora in fase di verifica.

In particolare, sono stati 8.647 i bambini uccisi o mutilati, in crescita rispetto agli 8.113 del 2021. Il Paese con il maggior numero di casi di minori uccisi o mutilati, secondo il rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Unite, è stata l’Ucraina (1.386), mentre già nel 2022 nei Territori palestinesi occupati 1.134 bambini sono stati uccisi o hanno subito mutilazioni, in particolare nella Striscia di Gaza, cifra destinata a salire vertiginosamente nel 2023. La seconda grave violazione per numero di casi registrati è stata il reclutamento e l’utilizzo dei minori nei conflitti: 7.610 gli episodi verificati nel 2022, in crescita del 20% rispetto al 2021. Sul nuovo sito web, lanciato oggi da Save the Children, è possibile mappare queste violazioni sia per luogo, che per tipo e data, con l’obiettivo di rendere per la prima volta disponibili al pubblico dati combinati che mostrino una fotografia esaustiva dei trend rilevati.

Il continente africano è l’area con il maggior numero assoluto di minori in contesti di guerra, mentre il Medio Oriente, già prima del conflitto in corso a Gaza, registrava la proporzione più elevata, pari a un bambino su tre. In generale, secondo l’analisi elaborata da Save the Children sulla base di diversi indicatori, è la Repubblica Democratica del Congo il Paese peggiore in cui potesse vivere un minore nel 2022 a causa della guerra, seguito dal Mali e dal Myanmar. Ad essi si aggiungono, in ordine alfabetico altri paesi che ricoprono le prime dieci posizioni, quali: Afghanistan, Burkina Faso, Nigeria, Somalia, Siria, Ucraina e Yemen. I bambini continuano inoltre a essere colpiti nei luoghi in cui dovrebbero sentirsi maggiormente al sicuro. Il numero di attacchi a scuole e ospedali è infatti aumentato del 74% in un anno, da 1.323 nel 2021 a 2.308 nel 2022. Dati che sono destinati a salire nel 2023 a causa dei continui bombardamenti a Gaza e del conflitto in Sudan, che ha causato la più grave crisi di bambini sfollati al mondo, ha sottolineato l’organizzazione.

“È un momento terribile per essere un bambino in guerra. Le leggi globali che erano state istituite per proteggere i bambini dalle violenze peggiori che potevano essere commesse contro di loro si stanno sgretolando. Gli attuali trend testimoniano che si sta andando nella direzione sbagliata. Le violazioni contro i bambini aumentano anno dopo anno: nel 2022 si è registrata una media di 76 violazioni contro i bambini al giorno, anche se, a causa di segnalazioni insufficienti, sappiamo che questa è probabilmente solo la punta dell’iceberg”, ha dichiarato Inger Ashing, Direttrice Generale di Save the Children International. “Sebbene i dati si riferiscano al 2022, ci aspettiamo che il 2023 non sia migliore, anzi, potremmo raggiungere nuovi tristi record – ha aggiunto Ashing – la crisi umanitaria in Sudan, la più grave crisi di sfollamento sulla terra per i bambini, ha visto uccisioni, orribili violenze sessuali, torture e mutilazioni di minori a livelli che non si vedevano da tempo. Stiamo assistendo al dramma dei bambini a Gaza, costretti a sopportare il peso di un conflitto in cui oltre un milione di giovani vite sono in pericolo. Gli ospedali sono diventati campi di battaglia e le forniture di cibo e acqua sono state interrotte. È necessario un cessate il fuoco definitivo, ora, immediatamente, per fermare le loro sofferenze”. I bambini consultati per il rapporto chiedono che i decisori garantiscano protezione a tutti i loro coetanei che stanno vivendo la propria infanzia in aree di conflitto. I bambini vogliono essere protetti da bombe, missili e mine antiuomo, dalla violenza e dagli abusi. Vogliono sentirsi al sicuro, soprattutto nelle loro case e nei loro quartieri, con le loro famiglie e con i loro amici. E farlo non è semplice perché, come attesta una dichiarazione del Consiglio dei bambini palestinesi di Gaza, “quando un razzo cade dal cielo, non fa differenza tra un sasso e un albero, e tra un bambino e un giovane”.

“I numeri delle gravi violazioni sono estremamente allarmanti. Soprattutto perché questi casi accertati rappresentano probabilmente solo la punta dell’iceberg – ha commentato Gudrun Østby, Professore di ricerca presso il Peace Research Institute di Oslo, che ha collaborato al rapporto – ogni bambino che cresce in contesti di guerra potrebbe essere a rischio. Le nostre stime per il 2022 indicano che un bambino su sei vive a meno di 50 km di distanza da almeno un conflitto. La comunità internazionale deve esercitare tutto il suo potere per fare pressione sulle parti affinché rispettino il diritto internazionale e proteggano i bambini”.