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Tag: Sanremo 2023

Scandalo IA a Sports Illustrated, silurato il CEO

Scandalo IA a Sports Illustrated, silurato il CEORoma, 12 dic. (askanews) – L’amministratore delegato di Arena Group, proprietaria di Sports Illustrated, è stato licenziato poche settimane dopo che la rivista è stata accusata di pubblicare articoli generati dall’intelligenza artificiale. Ross Levinsohn è stato silurato “per migliorare l’efficienza operativa e i ricavi” della società, ha affermato Arena Group in una nota.

“Oggi, il consiglio di amministrazione di The Arena Group Holdings si è riunito e ha intrapreso azioni per migliorare l’efficienza operativa e le entrate dell’azienda. Il consiglio ha posto fine al rapporto di amministrazione del CEO Ross Levinsohn e ha nominato Manoj Bhargava amministratore delegato ad interim, entrambi a partire da oggi”, si legge nella nota. “Questa decisione segue le azioni della scorsa settimana, in cui la società ha terminato l’impiego del presidente delle operazioni e COO Andrew Kraft, del presidente dei media Rob Barrett e del consulente aziendale Julie Fenster”. Bhargava, dal canto suo, ha smentito che il siluramento di Levinson sia legato alla vicenda dell’IA. Il CEO ad interim ha detto alla BBC che la rimozione di Levinsohn “non ha assolutamente nulla a che fare con la questione dell’intelligenza artificiale”.

L’annuncio arriva un mese dopo che il notiziario tecnologico Futurism ha rivelato che Sports Illustrated ha pubblicato diversi articoli con nomi di autori falsi, generati con l’IA. La rivista ha rimosso i contenuti, ma ha contestato l’accuratezza del rapporto e ha avviato un’indagine interna. Secondo la sua ricostruzione, gli articoli erano stati stilati da un “service”, Advon Commerce che, dal canto suo, ha assicurato “che tutti gli articoli in questione sono stati scritti e modificati da esseri umani” e che l’azienda di e-commerce utilizza regolarmente “software antiplagio e anti-intelligenza artificiale”. Per quanto riguarda i nomi falsi, il gruppo ha affermato che ai giornalisti è consentito utilizzare pseudonimi “in alcuni articoli” per proteggere la propria privacy.

Questo incidente a Sports Illustrated arriva mentre cresce la preoccupazione nel mondo dei media che l’intelligenza artificiale generativa possa sostituire a buon mercato i giornalisti e potenzialmente diffondere disinformazione. Varie redazioni hanno sperimentato l’intelligenza artificiale o pubblicato linee guida per dipendenti e pubblico per spiegare il loro approccio nei suoi confronti.

Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebre

Meloni scivola su Draghi e attacca Conte:ok a Mes nelle tenebreRoma, 12 dic. (askanews) – L’impegno a ratificare il Mes è stato preso dal governo Conte “senza che ne avesse il potere” e con “il favore delle tenebre”. Arriva nella replica alla Camera, dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, l’attacco frontale di Giorgia Meloni a Giuseppe Conte.

Meloni parte dalle accuse di Elly Schlein, che chiama “il segretario” del Pd salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati Dem. “Ieri – argomenta – diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato” e “stiamo bloccando semmai il nuovo Mes”, ma “la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato” ma “quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato?” E’ stato fatto, accusa alzando la voce, dal governo di Giuseppe Conte “senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari correnti”, “senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre”. Le parole di Meloni scatenano la reazione dei pentastellati, con il presidente della Camera Lorenzo Fontana costretto a richiamare più volte all’ordine, ma la premier non rinuncia ad altre ‘punzecchiature’ contro il Movimento, quando replica a chi la critica per la telefonata dei comici russi ma “ha creduto a un partito fondato da un comico”. Sul Mes Conte, intervenendo in Aula, respinge al mittente le parole di Meloni: “Quando parla di Mes – attacca – diventa paonazza, scomposta, si agita, forse perchè il Mes è stato introdotto in Italia nell’agosto 2011, governo Berlusconi 4, ministro della gioventù Giorgia Meloni. Eravate sempre gli stessi, come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa in modo non trasparente?”. E poi il leader M5s accusa l’esecutivo di “degrado istituzionale” tornando a chiedere di “adottare provvedimenti” nei confronti di Santanchè, Delmastro, Sgarbi. Del resto – ironizza – ora che “è anche Natale potete vedervi in famiglia con sua sorella e suo cognato e decidere”.

In Aula interviene anche Schlein, che inizia con “una frase semplice che rappresenta la precondizione dell’essere qui insieme: viva l’italia antifascista. Sentite come suona bene, la consiglierei anche alla presidente Meloni, che dovrebbe dirla con noi”. La leader Dem incalza poi sugli “alleati sbagliati”, a partire dal leader di Vox Abascal che “sarà ad Atreju: lo apprendiamo da un servizio del Tg1 degno del Minculpop. Dirà anche ad Atreju che Sanchez va appeso per i piedi? Lo chiediamo perché Meloni non ha detto nulla su quelle parole”. Scontro politico a parte, nel giorno in cui la premier deve convocare i capigruppo di maggioranza per sollecitare a “fare presto” nell’iter – al momento rallentato – della manovra (che potrebbe essere approvata con fiducia alla Camera il 29 dicembre), Meloni dedica ampio spazio delle sue comunicazioni alla riforma del Patto di Stabilità. L’Italia, sottolinea, lavora da mesi “in condizioni negoziali non semplici” per “bilanciare l’elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l’imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti”. E il Paese, rivendica, è ancora “in partita” perchè “tutti a Bruxelles hanno capito che la posizione del governo non si basa sul classico ‘tiriamo a campare’ ma su una politica di bilancio seria e rigorosa”. Dunque l’Italia “non chiede una modifica delle regole per poter spendere senza freni” ma perchè “il contesto in cui ci troviamo è ancora un contesto eccezionale e sono quindi necessarie regole adeguate”. La strada però – ammette – è ancora in salita, con posizioni “molto distanti”, e allora il sì di Roma non è scontato. “L’unica cosa che non sono disposta a fare – ribadisce – è dare il mio assenso a una riforma del Patto che non questo governo ma nessun governo italiano potrebbe in futuro rispettare”, dunque intende “condurre questa trattativa nel modo più serio possibile non anteponendo il mio interesse personale sapendo che se non si arrivasse a una soluzione verremmo accusati di essere isolati ma io preferisco essere accusata di essere isolata piuttosto che di aver svenduto l’Italia come capitato ad altri”.

La replica della premier vede anche uno ‘scivolone’, poi corretto, su Mario Draghi (che Emmanuel Macron vorrebbe alla guida della Commissione Ue). In Aula, Meloni sottolinea che “si è dato grande rilievo al fatto che del mio predecessore c’era una foto in treno verso Kiev. Mi pare chiaro che la politica estera per qualcuno erano fotografie anche quando non si portava a casa niente”. Parole che l’opposizione stigmatizza, tanto che la presidente del Consiglio è costretta a precisare: “Non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”.

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide lei

Mes, Conte a Meloni: lo approva o no? La ratifica la decide leiRoma, 12 dic. (askanews) – “Il Mes è un argomento che suona comico. La presidente Meloni quando parla di Mes diventa paonazza, si agita, è scomposta. Forse perché il Mes è stato introdotto nell’agosto 2011, governo Berlusconi, ministro della Gioventù Giorgia Meloni… Eravate sempre gli stessi. Come si permette di venire a dire che abbiamo fatto qualcosa non in modo trasparente”. Lo ha detto il leader M5s Giuseppe Conte parlando in aula dopo le comunicazioni della presidente del Consiglio alla viglia del Consiglio europeo.

“La ratifica la decide lei. Di cosa ha paura? Ci faccia sapere: l’approva o non l’approva? Non è più tempo di scaricare sugli altri, assumetevi le vostre responsabilità. La credibilità del governo dipende dalla coerenza”.

Giappone, think tank: Pil ottobre cresciuto dell’1,9%

Giappone, think tank: Pil ottobre cresciuto dell’1,9%Roma, 12 dic. (askanews) – L’economia giapponese è cresciuta dell’1,9% annualizzato in ottobre rispetto al mese precedente, segnando l’espansione più rapida in più di un anno. Lo affermano le stime pubblicate oggi dal Centro giapponese per la ricerca economica (JCER).

A guidare questa crescita sono state le esportazioni di beni e servizi, che sono aumentate dell’8,9% in ottobre, rispetto ad un’espansione del 2,5% in settembre. La crescita di ottobre “potrebbe essere una tendenza temporanea”, ha affermato il think tank in una nota, sottolineando che i consumi privati, che rappresentano più della metà del prodotto interno lordo, gli investimenti aziendali e le esportazioni di beni sono aumentati solo modestamente.

I consumi privati sono cresciuti dello 0,1%, rispetto alla contrazione dello 0,4% di settembre, mentre gli investimenti aziendali sono aumentati dello 0,7%, rispetto alla crescita piatta di settembre. Il JCER ha affermato che, se la tendenza di ottobre continuerà, il Pil per il quarto trimestre del 2023 crescerà del 6,1% annualizzato rispetto al trimestre luglio-settembre.

Ue,Meloni: non ho attaccato Draghi ma Pd, rispetto sua fermezza

Ue,Meloni: non ho attaccato Draghi ma Pd, rispetto sua fermezzaRoma, 12 dic. (askanews) – Il mio “non è un attacco a Draghi ma al Partito democratico che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intercettata dai cronisti a margine del dibattito in aula sul prossimo Consiglio europeo.

Meloni attacca Draghi: la politica estera non è fare foto e non portare a casa niente

Meloni attacca Draghi: la politica estera non è fare foto e non portare a casa nienteMilano, 12 dic. (askanews) – Giorgia Meloni proverà a convincere Orbàn sulla questione dell’ingresso nella Ue dell’Ucraina, e può provarci “perchè io dialogo con tutti”. Lo ha rivendicato la stessa presidente del Consiglio, nella replica alla Camera sul punto sollevato da Lia Quartapelle che chiedeva di “scegliere tra Zelensky e Orbàn”.

Ribatte così Meloni: “Le posizioni di Orbàn le conosco bee, le mie posizioni sono differenti e l’ho dimostrato. Non so quanto sulle convinzioni di Orbàn incida anche una rigidità che la Commissione Ue ha dimostrato verso l’Ungheria, penso al blocco delle risorse Pnrr. Farò quello che posso per consentire che si facciano passi in avanti, ma se posso fare la mia parte – sottolinea Meloni – è proprio perché riesco a fare la mia parte. Che vuol dire in politica estera ‘scelga’? La politica per me è saper dialogare, con tutti, e credo sia anche il modo per dare all’Italia un ruolo da protagonista”. E poi attacca: “Si è dato grande rilievo per il fatto che il mio predecessore (Draghi, ndr) c’era in una foto in treno verso Kiev. Mi pare chiaro che la politica estera per qualcuno erano fotografie anche quando non si portava a casa niente, ma per le la politica estera non sono fotografie, per la Ue non è a 3 ma a 27; e si parla con tutti i 27 membri: riesco a parlare con Germania, Francia e pure con l’Ungheria e credo di fare bene così il mio mestiere”.

Distretto Brera, il nuovo orizzonte della ristorazione milanese

Distretto Brera, il nuovo orizzonte della ristorazione milaneseRoma, 12 dic. (askanews) – I milanesi sono tornati a popolare via Fiori Chiari, strada simbolo di Brera, dimostrando che la ristorazione genuina e di qualità può mettere d’accordo sia i residenti che i visitatori di quello che è considerato l’unico, vero centro storico di Milano.

“Un’idea di business che cambia la prospettiva sull’impatto che la ristorazione può avere sul tessuto urbano, sulla qualità di vita dei lavoratori e sul ritorno che possono aspettarsi gli investitori. È la scommessa vinta da TSF Holding – spiega il Ceo Davide Ciancio – che ha recentemente inaugurato il terzo ristorante – la Trattoria del Ciumbia – in via Fiori Chiari, che si affianca al VESTA e all’omonimo CASA Fiori Chiari. La nuova idea è un distretto della ristorazione di alto livello: tre realtà completamente diverse ma che sono collegate da un pensiero comune. “Trattoria del Ciumbia si dedicherà alla cucina lombarda, VESTA è specializzata nella tradizione della cucina di pesce, CASA Fiori Chiari offre una cucina ‘filopartenopea’ che esalta pizza, pasta e pomodoro. Tutti utilizzeranno un unico laboratorio (il TSF Lab): 150 metri quadrati che fungono da centrale di acquisto e da struttura specializzata per pasticceria, pane, e pulizia del pesce fresco che arriva ogni giorno e viene consegnato, già abbattuto e sottovuoto, nelle cucine dei ristoranti”.

Questa organizzazione garantisce il massimo dell’efficienza e dell’igiene per le lavorazioni più delicate ma non è l’unica innovazione apportata da Triple Sea Food. Altra novità è l’All Day Dining: i ristoranti sono aperti dalle 12:00 a pranzo alle 01:00 la notte, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno (Casa Fiori Chiari con 500 coperti al giorno) o 362 per il Vesta (chiuso il 26 dicembre e l’1 e 2 gennaio). “Questa soluzione ci permette di avere coperti soprattutto nell’orario tra le 15:00 e le 18:00, accogliendo sia il pranzo ‘tardivo’ di culture come quella spagnola o la cena ‘anticipata’ del mondo anglosassone e nordeuropeo. Ma è una soluzione che incuriosisce anche gli italiani ed è perfetta per i nostri dipendenti (150 con la Trattoria del Ciumbia) che possono finalmente, godere dei turni pieni e non spezzati.

“Un’altra scommessa – conclude Davide Ciancio – è stato capire che tre ristoranti affiancati di alto livello non si sarebbero fatti concorrenza, ma avrebbero allargato il mercato creando un distretto capace di attirare il nostro target e fissarsi nell’immaginario, un po’ come hanno fatto altri settori in città, a partire dalla moda: il pubblico sa che c’è una zona dedicata alla sua passione nella quale può trovare diversi stili e retailer”. Sono state queste le intuizioni di mercato che hanno convinto l’investitore di maggioranza, Leonardo Maria del Vecchio Capital (che gestisce il 78% di Triple Food) a sostenere un progetto innovativo che ha portato ad aprire 3 ristoranti nell’arco di 14 mesi.

“Il fatturato dei primi due ristoranti supera il milione di euro al mese, in proporzione uno dei più alti del settore in Italia – spiega Marco Talarico, Ceo di LMDV Capital – e CASA Fiori Chiari raggiungerà break-even prima ancora che sia passato un anno dall’inaugurazione, il VESTA entro due anni. Risultati fuori dall’ordinario che dimostrano la vitalità del settore per chi porta investimenti a forte contenuto di innovazione. LMDV Capital, Family Office del Chief Strategist di EssilorLuxottica Leonardo Maria Del Vecchio è uno di questi attori, un investitore istituzionale che si caratterizza per un ampio e diversificato portafoglio”. Recentemente, per esempio, LMDV Capital ha annunciato la sua partecipazione nel lancio di Boem, bevanda giovanile gassosa a basso contenuto calorico e bassa gradazione alcolica che vede la partecipazione dei due artisti Fedez e Lazza sia come testimonial che partner dell’iniziativa. “La nostra aspirazione è innovare i modelli di business ed esplorare per primi le opportunità dei nuovi ambiti di mercato così creati – aggiunge il presidente Leonardo Maria del Vecchio -; ma siamo anche consapevoli che una buona innovazione si accompagna al senso di responsabilità, affinché l’attività imprenditoriale contribuisca al progresso, e non solo economico, del tessuto urbano e sociale nel quale si inserisce”. Con l’apertura della Trattoria del Ciumbia, LMDV Capital e TSF Holding compiono un ulteriore passo nel nuovo modello di ristorazione sviluppato a Brera, annunciando la prossima apertura di ulteriori due ristoranti in due città italiane ancora da svelare.

Mes, Meloni: impegno su Mes firmato da governo Conte dopo dimissioni

Mes, Meloni: impegno su Mes firmato da governo Conte dopo dimissioniMilano, 12 dic. (askanews) – L’impegno a ratificare le modifiche al trattato del Mes, che ora “ci mette in una condizione difficile”, è stato preso “dal governo Conte, senza mandato parlamentare, un giorno dopo essersi dimesso, quando era in carica solo per gli affari corrente, dando mandato a un ambasciatore, mandato firmato dall’allora ministro Esteri Di Maio, senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani, e con il favore delle tenebre. E allora forse è oggi che bisogna guardare in faccia gli italiani e spiegargli come sono andate le cose”. Lo ha detto in aula alla Camera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, citando una frase dell’allora premier Giusepe Conte che appunto aveva espresso le sue riserve sul Mes assicurando che un’eventuale decisione non sarebbe stata presa “col favore delle tenebre”.

Meloni parte dalle accuse di Schlein, che chiama “il segretario” salvo poi scusarsi e passare a “segretaria” dopo le proteste dei deputati del Pd: “Ieri diceva che stiamo bloccando tutta l’Europa. A parte che il Mes può essere utilizzato, non secondo le modifiche del trattato: stiamo bloccando semmai il nuovo Mes, non il Mes che c’è. Ma la lettura della segretaria Schlein ha un fondo di verità. L’Italia si è impegnata sulla modifica del trattato, si è impegnata con altri 18 Paesi che partecipano al Mes, che hanno ratificato in Parlamento la modifica del trattato e noi questo passaggio ancora non lo abbiamo fatto. Ma quando l’Italia ha detto sì alla modifica di questo Trattato? Io ricordo che nel 2019 l’ultimo mandato parlamentare che sul Mes c’è stato prima di quesllo ricevuto da questo governo, impegnava l’allora governo Conte a non ratificare la modifica del trattato, a non dare l’assenso. E ricordo anche una memorabile conferenza stampa di Conte che a chi lo accusava di aver dato l’assenso rispondeva orgoglioso che questo governon o lavora col favore delle tenebre e ribadiva che se ne sarebbe parlato in parlamento”.

Renault cede 5% di Nissan, azioni riacquistate da casa giapponese

Renault cede 5% di Nissan, azioni riacquistate da casa giapponeseRoma, 12 dic. (askanews) – Nissan Motor ha annunciato oggi che acquisterà il 5% delle sue azioni che sono state trasferite da Renault a una società fiduciaria nellambito di una revisione della posizione uguale delle relazioni di capitale.

Nissan e Renault hanno deciso di rivedere i loro equilibri di capitale su un piano di parità quest’anno e Renault ha trasferito circa il 28% delle azioni in circolazione di Nissan a una società fiduciaria francese. La casa automobilistica giapponese ha annunciato che ha deciso di acquistare il 5% di questo titolo. L’importo – secondo la tv giapponese NHK – dell’acquisto è circa 119 miliardi di yen (757 milioni di euro).

Nissan ha un diritto di prelazione anche sul 23% circa delle azioni rimaste nella società fiduciaria per accordo tra le due società.

Meloni: tassa società energetiche immutata, non facciamo sconti

Meloni: tassa società energetiche immutata, non facciamo scontiRoma, 12 dic. (askanews) – “E’ una fake news quella delle risorse che non sarebbero state prese dalle società energetiche: la tassa è immutata, l’incasso non è ridotto. Semplicemente l’ultima rata della tassazione 2023 sarà versata nel 2024 anche perchè nel 2023 ringraziando Dio gli introiti sono stati superiori a quelli preventivati. Sconti non ne facciamo, sono stati altri a farli”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica alla Camera dopo il dibattito sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo.