Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: Sanremo 2023

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e Trento

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e TrentoBologna, 4 dic. (askanews) – Per la prima volta in 34 anni l’indagine annuale sulla qualità della vita nelle città italiane del Sole 24 Ore, basata su 90 parametri non solo economici, assegna alla provincia di Udine il primo posto in classifica, seguita sul podio da Bologna e Trento. Un risultato che premia il balzo in avanti della città friulana, dodicesima nella scorsa edizione, dopo che dal 1990 ad oggi si era piazzata tra le migliori dieci solamente tre volte, cioè nel 2016, nel 2020 e nel 2021. Suonano invece più come delle conferme il secondo e il terzo posto. La città emiliana aveva infatti vinto l’edizione 2022 spinta dai livelli d’istruzione sempre elevati, che anche quest’anno la vedono in testa nella categoria “Demografia, salute e società”, mentre Trento ha vinto l’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al quinto posto della classifica dei territori più vivibili, dove solamente nel 1990 aveva occupato l’ottavo posto, e conquista il primato nella classifica tematica di “Ambiente e servizi”. Anche Modena, settima, torna in una top ten che aveva raggiunto solo due volte: nel 1999 e nel 2022. Più solido, invece, il piazzamento nella parte alta della graduatoria della provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano, stabile all’ottavo posto rispetto allo scorso anno e prima nella categoria “Affari e lavoro”, e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta. Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che conquista 14 posizioni e il primato nella categoria “Ricchezza e consumi” grazie a buoni risultati nella spesa media delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e ai dati immobiliari. Se a chiudere la classifica delle migliori dieci c’è Verona, che l’aveva guidata sia nel 2020 sia nel 2021, si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in dodicesima e tredicesima posizione.

Quanto alle ultime venti posizioni appartengono tutte al Mezzogiorno con Foggia che torna a vestire la maglia nera dopo dodici anni (era stata ultima nel 2011 e nel 2002). Tra le ultime cinque classificate anche Siracusa e Napoli (105 , perde 7 posizioni). Restano sostanzialmente immobili, invece, le altre grandi aree metropolitane con Roma 35ma (-4 gradini), preceduta da Venezia (-12) e seguita da Torino (36ma) e Genova (47ma, in calo di 20 posizioni). Quello di Udine è “un risultato straordinario” e “inatteso” che “viene da lontano”, ha commentato il primo cittadino del capoluogo friulano Alberto Felice De Toni, in carica da otto mesi. “Ci ha molto gratificati, in particolare, essere arrivati primi nella qualità della vita delle donne. Questo dimostra, in un periodo in cui si parla molto di femminicidi, che avere un sistema di valori molto forte paga” ha aggiunto.

Il secondo posto di Bologna, ha osservato il suo sindaco Matteo Lepore, è “una conferma importante”, ma “la posizione la si può mantenere nel tempo solo migliorando ogni anno, ascoltando le critiche dei cittadini sul welfare e l’ambiente”. La vice sindaca di Trento, Elisabetta Bozzarelli, ha invece evidenziato il diffuso impegno dei suoi concittadini nel volontariato, “un modo di prendersi cura l’uno dell’altro, della comunità, e su questo Trento ha poggiato la sua identità, la sua vocazione e anche la sua aspirazione”.

Il mistero dietro il realismo, Ron Mueck in Triennale Milano

Il mistero dietro il realismo, Ron Mueck in Triennale MilanoMilano, 4 dic. (askanews) – Un artista misterioso pur nell’evidenza dei suoi soggetti, un realista che si muove in realtà su terreni invisibili, una scultura che coinvolge direttamente nella narrazione lo spettatore. Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano la settima mostra della loro collaborazione dedicata a Ron Mueck. Sei opere che portano lo spettatore in un mondo che è il nostro, ma che al tempo stresso è molto diverso, incerto, come lo sguardo della donna in un letto che accoglie il visitatore a inizio mostra.

“Quello che è veramente convincente e coinvolgente nelle sculture – ha detto ad askanews Charlie Clarke, co-curatore della mostra – è che in certo senso sono in grado di catturare la presenza di una persona. Non sta solo descrivendoci i dettagli del loro aspetto, noi crediamo che stiano davvero pensando, che siano persone reali alle quali ci sentiamo legati: è come se scolpisse quello che non può essere visto”. Al cuore dell’esposizione milanese c’è un’opera potente, sconvolgente per certi versi, che può rimandare alla storia e ai suoi incubi, come il colonialismo, oppure ai “memento mori”, o ancora al dilemma del principe Amleto. Ma l’opera in sé non offre risposte, solo domande.

La direttrice delle collezioni della Fondazione Cartier, Grazia Quaroni, l’ha inquadrata nella più generale relazione tra la mostra e gli spazi espositivi: “Si adatta all’architettura e alla situazione e presenta questa opera straordinaria, ‘Mass’, che viene dalla National Gallery of Victoria di Melbourne ed è una prima assoluta in Europa che sarà molto difficile rivedere. È un’opera molto insolita nel corpo di opere di Ron Mueck, è un’opera molto impressionante che l’architettura della Triennale ha saputo esaltare in maniera incredibile”. L’ultima sala della mostra mette in evidenza come Mueck – nato in Australia, ma poi trasferitosi in Gran Bretagna – usi le dimensioni delle opere come ulteriore elemento di mistero e se i lavori di piccole dimensioni sono ricchissimi di rimandi e suggestioni, i tre grandi cani che custodiscono l’uscita sono tanto spaventosi quanto spaventati, e la mitologia si ribalta nella quotidianità. E poi ci sono i film di Gautier Deblonde, che sono parte essenziale del progetto e ci restituiscono anche la presenza di Ron Mueck. “È un artista che non ha bisogno di parlare del lavoro – ci ha detto il regista -. E pure io come filmaker non ho avuto bisogno di parlare troppo. Mi è stato possibile essere lì e filmare il tempo della creazione”.

Un tempo che le opere di Mueck in Triennale ci restituiscono rielaborato, ripensato. Forse anche con la possibilità di comprenderlo meglio. (Leonardo Merlini)

Università Parma, convegno “Proteggere l’infanzia, crescere cittadini”

Università Parma, convegno “Proteggere l’infanzia, crescere cittadini”Roma, 4 dic. (askanews) – Il CIRS – Centro Interdipartimentale di Ricerca Sociale dell’Università di Parma “Diritti, società e civiltà” organizza per martedì 12 dicembre, alle 9, nell’Aula Magna della Sede Centrale dell’Ateneo, un convegno dal titolo Proteggere l’infanzia. Crescere cittadini. L’evento si svolge simbolicamente a 50 anni dalla chiusura del brefotrofio di Parma (12 dicembre 1973) e nel 40esimo anno dell’introduzione della legge nazionale sull’affido e l’adozione.

La giornata si propone come un momento di contaminazione fra i saperi, le professioni e le competenze che riguardano, ad ampio raggio, le funzioni e gli assetti della tutela minorile. Le diverse sessioni su cui si articolerà il programma daranno voce alle testimonianze degli operatori sociali dei servizi e dell’associazionismo e permetteranno il dialogo fra giuriste/i, ricercatrici e ricercatori sociali e professioniste/i dell’aiuto. Nella prima sessione del convegno, moderata da Chiara Scivoletto, Direttrice del CIRS, ci saranno contributi di taglio storico e storiografico, inscritti nello scenario della ‘de-istituzionalizzazione’ che interessò l’Italia, e la città di Parma in particolare, negli anni ’70, con la nascita delle politiche pubbliche a sostegno dei bambini e delle bambine, con un focus sulla storia del brefotrofio in Italia.

Interverranno Stefano Magagnoli, Università di Parma (Infanzia e politiche sociali in Emilia-Romagna. Uno sguardo di lungo periodo), Patrizia Guarnieri, Università di Firenze (Questo bimbo a chi lo do. Storie di brefotrofi, bisogni e cure) e Pietro Stefanini, Fondazione Tommasini (Memorie dal campo: l’infanzia abbandonata e il Servizio sociale professionale nel territorio parmense). A seguire, Matteo D. Allodi, Stefania Fucci, Chiara Scivoletto e Irene Valotti del CIRS presenteranno alcuni dati emersi da un programma di ricerca di taglio socio-giuridico sostenuto dall’Associazione Parma per la Famiglia e realizzato dal CIRS, tramite un’indagine con i referenti delle comunità di accoglienza dell’intero territorio regionale e interviste con operatori sociali del territorio parmense.

La seconda sessione del convegno, moderata da Giovanni Francesco Basini , Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali dell’Università di Parma, sarà dedicata alla conclusione del Corso regionale per Esperto giuridico in materia di infanzia e adolescenza a supporto dei servizi sociali e sanitari territoriali, realizzato grazie alla collaborazione fra la Regione Emilia-Romagna e il Dipartimento. Gemma Mengoli, Regione Emilia-Romagna, approfondirà la figura dell’esperto giuridico in materia di infanzia e adolescenza a supporto dei servizi sociali e sanitari territoriali, mentre Laura Cannarsa, Francesca Salami, Dario Vinci e Cinzia Zanoli si soffermeranno su come “Diventare Esperto giuridico: esperienze di formazione e visioni di sistema”.

Nella sessione finale spazio alla tavola rotonda La de-istituzionalizzazione, i servizi, la giustizia: il minore cittadino moderata da Alessandra Ambanelli, del CIRS, a cui parteciperanno Elena Abbruzzese, consigliera Ordine Assistenti sociali dell’Emilia-Romagna, Erika Azzali, responsabile Struttura Operativa Genitorialità – Settore Sociale del Comune di Parma, Claudio Cottatellucci, Direttore Rivista Minori Giustizia (AIMMF), Francesca Degli Antoni, avvocata Foro di Parma, Fabio Vanni, Direttore scientifico Progetto SUM ETS. Le conclusioni saranno affidate a Claudia Giudici, Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza. L’evento è accreditato per le professioni di avvocato e di assistente sociale. Il convegno è realizzato dal CIRS, Centro interdipartimentale di ricerca sociale dell’Università di Parma, in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, con l’Assessorato alle Politiche sociali del Comune di Parma e con la Fondazione Mario Tommasini; ha ricevuto il patrocinio del Comune di Parma, della Fondazione dell’avvocatura parmense-Ordine degli Avvocati, dell’OASER – Ordine Assistenti sociali dell’Emilia – Romagna, dell’Associazione Italiana di Sociologia ed ha ottenuto il contributo della Fondazione Cariparma e del Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali, che ne è anche il co-organizzatore. Segreteria organizzativa: Glenda D’Orefice, Giacomo Franzoso, Mattia Greca. Comitato scientifico: Alessandra Ambanelli, Erika Azzali, Stefania Fucci, Chiara Scivoletto, Pietro Stefanini Per maggiori informazioni: sociale.eventi@unipr.it

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e Trento

A Udine la migliore qualità vita, sul podio anche Bologna e TrentoBologna, 4 dic. (askanews) – Per la prima volta in 34 anni l’indagine annuale sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, basata su 90 parametri non solo economici, assegna alla provincia di Udine il primo posto in classifica, seguita sul podio da Bologna e Trento. Un risultato che premia il balzo in avanti della città friulana, dodicesima nella scorsa edizione, dopo che dal 1990 ad oggi si era piazzata tra le migliori dieci solamente tre volte, cioè nel 2016, nel 2020 e nel 2021. Suonano invece più come delle conferme il secondo e il terzo posto. La città emiliana aveva infatti vinto l’edizione 2022 spinta dai livelli d’istruzione sempre elevati, che anche quest’anno la vedono in testa nella categoria “Demografia, salute e società”, mentre Trento ha vinto l’Indice della sportività e di Ecosistema Urbano 2023.

Bergamo, quest’anno capitale della cultura insieme a Brescia, sale al quinto posto della classifica dei territori più vivibili, dove solamente nel 1990 aveva occupato l’ottavo posto, e conquista il primato nella classifica tematica di “Ambiente e servizi”. Anche Modena, settima, torna in una top ten che aveva raggiunto solo due volte: nel 1999 e nel 2022. Più solido, invece, il piazzamento nella parte alta della graduatoria della provincia di Aosta, al quarto posto. Si confermano nella top ten anche Milano, stabile all’ottavo posto rispetto allo scorso anno e prima nella categoria “Affari e lavoro”, e Firenze che, dopo aver occupato il podio nel 2022, quest’anno è sesta. Tra le prime dieci anche Monza e Brianza che conquista 14 posizioni e il primato nella categoria “Ricchezza e consumi” grazie a buoni risultati nella spesa media delle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e ai dati immobiliari. Se a chiudere la classifica delle migliori dieci c’è Verona, che l’aveva guidata sia nel 2020 sia nel 2021, si notano particolarmente le assenze di Trieste e Bolzano, scese rispettivamente in dodicesima e tredicesima posizione.

Quanto alle ultime venti posizioni appartengono tutte al Mezzogiorno con Foggia che torna a vestire la maglia nera dopo dodici anni (era stata ultima nel 2011 e nel 2002). Tra le ultime cinque classificate anche Siracusa e Napoli (105ª, perde 7 posizioni). Restano sostanzialmente immobili, invece, le altre grandi aree metropolitane con Roma 35ma (-4 gradini), preceduta da Venezia (-12) e seguita da Torino (36ma) e Genova (47ma, in calo di 20 posizioni). Quello di Udine è “un risultato straordinario” e “inatteso” che “viene da lontano”, ha commentato il primo cittadino del capoluogo friulano Alberto Felice De Toni, in carica da otto mesi. “Ci ha molto gratificati, in particolare, essere arrivati primi nella qualità della vita delle donne. Questo dimostra, in un periodo in cui si parla molto di femminicidi, che avere un sistema di valori molto forte paga” ha aggiunto.

Il secondo posto di Bologna, ha osservato il suo sindaco Matteo Lepore, è “una conferma importante”, ma “la posizione la si può mantenere nel tempo solo migliorando ogni anno, ascoltando le critiche dei cittadini sul welfare e l’ambiente”. La vice sindaca di Trento, Elisabetta Bozzarelli, ha invece evidenziato il diffuso impegno dei suoi concittadini nel volontariato, “un modo di prendersi cura l’uno dell’altro, della comunità, e su questo Trento ha poggiato la sua identità, la sua vocazione e anche la sua aspirazione”.

Mattarella: l’Europa non sia solo spazio economico e geo-politico

Mattarella: l’Europa non sia solo spazio economico e geo-politicoRoma, 4 dic. (askanews) – L’Europa non può essere solo “uno spazio geo-politico ed economico”, ma “anzitutto” un “luogo dove si condividono valori che pongono al centro la dignità della persona umana”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella incontrando i i membri del Comitato di monitoraggio dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

Il presidente ha ribadito il suo “profondo convincimento che l’Europa non sia semplicemente uno spazio geo-politico ed economico di collaborazioni proficue più o meno approfondite tra Stati. Essa si conferma, piuttosto e anzitutto, come luogo dove si condividono valori che pongono al centro la dignità della persona umana”. Ha ricordato Mattarella: “Nel dopoguerra, segnato da lutti e distruzioni, mentre il continente portava ancora le ferite profonde del conflitto mondiale, il Consiglio d’Europa ebbe a riconnettere i popoli europei alle loro radici fondamentali, alle radici comuni, facendo di questa condivisione di valori il suo tratto distintivo”.

Troppe pressioni, i bambini faticano a mostrare le loro emozioni

Troppe pressioni, i bambini faticano a mostrare le loro emozioniMilano, 4 dic. (askanews) – Al giorno d’oggi, i bambini si trovano ad affrontare pressioni per conformarsi a standard e ad aspettative elevate e la continua esposizione ai media spesso sovraccarica i piccoli. Capire e affrontare queste pressioni è diventato un argomento centrale per genitori ed educatori e in quest’ottica Hasbro, multinazionale del settore dei giochi, ha deciso di intraprendere una ricerca ispirata dalla personalità fuori dagli schemi di uno dei loro prodotti, il pupazzo “Furby”. Claudia Campisi, psicologa che collabora con Therapyside e che ha lavorato allo studio, ci ha illustrato i risultati principali emersi dalla ricerca.

“Circa due terzi dei genitori coinvolti nella survey, quindi parliamo del 65 per cento – ci ha detto la dottoressa – sostiene che i propri figli siano piuttosto inibiti nel mostrare le proprie emozioni, emozioni che riguardano l’espressione del sé, quindi la possibilità di esprimersi, raccontarsi e comportarsi soprattutto, quindi mostrarsi all’esterno in base ai propri interessi, in base al proprio modo di essere”. Questo per via delle pressioni non soltanto sociali, ma anche di quelle che derivano dal Web, un canale che è entrato prepotentemente nella quotidianità dei più giovani, spesso con impatti preoccupanti. Per questo è importante recuperare una dimensione di maggiore “realtà relazionale” e, secondo la psicologa, è possibile farlo anche ricorrendo al gioco.

“Il gioco – ha aggiunto Claudia Campisi – sicuramente ci può aiutare nel ‘fare finta di’ o anche semplicemente nell’esprimere quello che non abbiamo, il coraggio di dire quando siamo seri e siamo quindi nei nostri panni quotidiani, il gioco invece ci consente anche a noi adulti, per questo funziona benissimo a tutte le età, di prendere per un momento i panni di ciò che desideriamo essere o di fare esprimere a qualcun altro al posto nostro, Noi appunto abbiamo parlato di Hasbro e parlerei anche di Furby, una loro proposta, e fargli dire esattamente quello che stiamo provando noi, quello che non riusciamo a esprimere rimanendo noi stessi”. L’elemento di finzione o, per lo meno, la possibilità di indossare i panni di qualcun altro, insomma, possono offrire anche ai bambini la possibilità di raccontarsi, e quindi di riconoscersi e accettarsi, in modo più vero. Allentando, almeno per qualche momento, la pressione e le aspettative che gravano su di loro.

Il caso del generale Vannacci, la ricostruzione del ministro della Difesa Crosetto

Il caso del generale Vannacci, la ricostruzione del ministro della Difesa CrosettoRoma, 4 dic. (askanews) – “Nello scusarmi, in premessa, per il tono burocratico che userò in questo mio comunicato, mi preme sottolineare che il polverone che ogni singola notizia sul tema che riguarda la posizione del generale dell’Esercito italiano, Roberto Vannacci, solleva, richiede, purtroppo, espressioni e formulazioni formali, come si confà a una organizzazione complessa e regolata da regole e regolamenti specifici come e’ la Difesa, il cui unico fine è preservare l’integrità, la correttezza e il dovere che ogni militare, chiamato a giurare sulla Costituzione repubblicana, assolve nell’esercizio delle sue funzioni, dal primo dei generali all’ultimo dei soldati, compreso, evidentemente, il Ministro della Difesa pro tempore, ruolo che oggi ricopro”: esordisce così, in una nota alla stampa, il Ministro alla Difesa, Guido Crosetto, per spiegare l’ennesimo capitolo del caso Vannacci, neo capo di Stato maggiore del Comfoter, il Comando delle Forze operative terrestri, e autore del controverso libro “Il mondo al contrario”, che gli è costato l’avvio di un procedimento disciplinare.

“Ma veniamo ai fatti – scrive Crosetto – oggi, 4 dicembre, il Generale di corpo d’armata Mauro D’Ubaldi, in base alle conclusioni dell’inchiesta sommaria (articolo 552 e seguenti del Testo Unico dell’Ordinamento Militare), ha notificato al Generale di Divisione Roberto Vannacci l’avvio dell’inchiesta formale (disciplinare) prevista dall’articolo 1377 del Codice dell’Ordinamento militare. L’inchiesta sommaria era stata disposta dal capo di stato maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, il 18 agosto e si è conclusa il 16 ottobre. Al termine, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, visti gli esiti dell’inchiesta sommaria, ha proposto al Ministro della Difesa l’apertura di un’inchiesta formale per accertare eventuali infrazioni disciplinari”. Quindi, “anche sulla base della relazione della Direzione Generale del Personale Militare, ho accolto la sua richiesta, lo scorso I dicembre, nominando contestualmente l’Ufficiale inquirente, il Generale di Corpo d’Armata Mauro D’Ubaldi”. “Inoltre – prosegue il ministro – con lo stesso atto del I dicembre, ho individuato l’eventuale ufficiale difensore d’ufficio, qualora il Generale Vannacci non intenda avvalersi di un suo difensore di fiducia e/o di un avvocato del libero foro, come pure è sua facoltà”.

“Il Generale Vannacci – si spiega ancora – era stato avvicendato, e non ‘rimosso’, come continuano a scrivere molti organi di stampa, nonostante le mille successive precisazioni, il 21 agosto 2023, per una esplicita decisione del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Al Generale Vannacci, dirigente generale della Pubblica Amministrazione, è stato dunque assegnato un incarico adeguato al suo ruolo, nella sede di Roma, non essendoci, al momento, alcun provvedimento disciplinare nei suoi confronti. Con l’incarico di Capo dello Stato Maggiore del Comando delle Forze Operative Terrestri, il Generale di Divisione Roberto Vannacci sarà il Capo dello Staff in supporto al Comandante e al Vicecomandante del suddetto Comando”. Infine, precisa Crosetto, “il Gen. Vannacci, già la settimana scorsa, il 28 novembre, aveva ricevuto l’ordine di trasferimento e ne era stato preavvisato il 22 novembre scorso. In quella stessa data, il Generale Vannacci ha chiesto una licenza ‘per motivi familiari’, e non oggi, come hanno scritto alcuni organi di stampa”.

E “questa fuga di notizie mi consente di ribadire la rigorosa necessità di riservatezza dell’inchiesta, prevista tra l’altro dall’art.1050 del Testo Unico dell’Ordinamento Militare, necessita’ indispensabile in casi come questi. Ho trovato molto grave la fuga di notizie che ha anticipato anche il mio comunicato ufficiale e sono particolarmente amareggiato non soltanto di questo fatto, ma anche di tutte le illazioni che sono circolate da agosto ad oggi su questa vicenda”. Come se non bastasse, a far discutere oggi anche le parole del generale Vannacci sul femminicidio in un’intervista a La Stampa. “Il paradosso è che pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario. Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti. Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi abolendo le punizioni”, ha detto il generale. E, in particolare, riguardo il caso di Giulia Cecchettin, “prima di tutto non mi piace chiamarlo femminicidio, perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso? Mi sembra più importante evidenziare – prosegue Vannacci – che siamo tutti uguali davanti alla violenza. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi, maschi e femmine, che la vita è una lotta e che per andare avanti bisogna avere fiducia nella possibilità di rialzarsi”.

Mattarella: Convenzione Istanbul strumento per uguaglianza genere

Mattarella: Convenzione Istanbul strumento per uguaglianza genereRoma, 4 dic. (askanews) – L’uguaglianza di genere è “un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne” e la Convenzione di Istanbul è uno degli “strumenti per contrastare le discriminazioni”. Lo ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella, incontrando i membri del Comitato di monitoraggio dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

L’uguaglianza di genere, ha sottolineato il presidente, è un “tema che rientra nella protezione e promozione dei diritti umani. Tra gli strumenti di cui si è dotato il Consiglio d’Europa, per contrastare le discriminazioni nei confronti delle donne e per valorizzare il loro ruolo nella società, spicca la Convenzione di Istanbul alla base della quale vi è la convinzione che il raggiungimento dell’uguaglianza di genere ‘de jure e de ‘facto’ costituisca un elemento chiave per prevenire la violenza contro le donne”. Ha aggiunto il capo dello Stato: “La Convenzione, nel suo preambolo, riconosce che ‘la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione’”.

“Purtroppo – ha concluso – le notizie dei femminicidi che ci giungono così frequentemente, anche negli ultimi giorni, sono un triste promemoria di quanto intenso sia lo sforzo ancora da compiere per realizzare un cambiamento radicale di carattere culturale. Cambiamento che chiama in causa le famiglie, l’intera società e gli stessi governi”.

Classifica città, Sala: ottavo posto è ottimo risultato per Milano

Classifica città, Sala: ottavo posto è ottimo risultato per MilanoMilano, 4 dic. (askanews) – L’ottavo posto raggiunto per il secondo anno consecutivo da Milano nella classifica de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita nelle province italiane “è un ottimo risultato” che “ci conferma nel bene e nel male”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, in collegamento con la presentazione della classifica a Bologna.

“Siamo in una fase di trasformazione profonda, le città sono obbligate a cambiare e questa trasformazione” ha osservato, porta anche un grosso contributo al paese” come il lavoro, ma anche “problematiche” tipiche delle grandi città internazionali come la sicurezza e il costo elevato delle case. “Queste classifiche non vanno prese come oro colato” ha continuato, ma come “strumenti di riflessione” e questa “mi conferma nel percorso di lavoro che stiamo facendo” come sul tema della sicurezza. “Per noi sindaci è impossibile non essere consapevoli” delle esigenze della città, il tema è proporre “soluzioni adeguate al momento storico” ha proseguito. La classifica dunque suggerisce, ha concluso, che “stiamo lavorando sui percorsi giusti, ma c’è ancora tanto da fare”.

Salario minimo, Schlein: governo vergognoso ma domani dovranno votare

Salario minimo, Schlein: governo vergognoso ma domani dovranno votareMilano, 4 dic. (askanews) – “È vergognoso il tentativo che sta facendo il governo di Giorgia Meloni di sfilare dal Parlamento la discussione, domani, sul salario minimo e sulla proposta unitaria delle opposizioni. Il Parlamento ha il diritto di discutere e di votare quella proposta. Stanno cercando di toglierla dal Parlamento, noi domani li costringeremo a votare e a prendere finalmente posizione perchè non possono continuare a voltare la faccia dall’altra parte rispetto a 3 milioni e mezzo di lavoratori poveri. Domani si voterà e capiremo finalmente se questo governo sta dalla parte di chi lavora e prende 5 europ all’ora o di chi il lavoro lo vuole sfruttare”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein a Civitavecchia per un incontro alla Compagnia dei portuali con il commissario europeo al Lavoro Nicolas Schmit.