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Tag: Sanremo 2023

”Cocktail d’amore” di Mahmood primo posto classifica EarOne

”Cocktail d’amore” di Mahmood primo posto classifica EarOneRoma, 1 dic. (askanews) – “Cocktail d’amore”, il singolo che ha segnato il ritorno di Mahmood, conquista per la seconda settimana di seguito il primo posto nella classifica EarOne dei brani più trasmessi in radio. La canzone, uscita venerdì 3 novembre, è disponibile anche su tutte le piattaforme digitali.

Il brano, scritto da Mahmood e prodotta da Dardust, è una ballad malinconica che sfoglia con delicatezza i ricordi di una coppia, dai viaggi ai momenti e gesti più semplici, fino a ripercorrere aspettative e desideri talvolta annebbiati dai rimpianti. La copertina del brano è stata curata dal fotografo Frederik Heyman, che – con il suo immaginario surreale creato con l’ausilio della tecnologia 3D – ha collaborato con le più importanti star internazionali. Il videoclip, girato a Napoli e diretto dai Torso – registi di Los Angeles internazionalmente riconosciuti nel mondo della musica e che hanno firmato le campagne di moda più importanti degli ultimi anni – traduce in immagini l’atmosfera della canzone, attraverso un gioco di contrapposizioni dove Mahmood cerca di fuggire dal limbo della sua stanza d’albergo immergendosi completamente nel videogioco a cui sta giocando. I confini tra la vita reale e l’action game si confondono, fin quando le acrobazie in pixel e gli effetti speciali lasciano spazio ai veri vicoli della città, attraverso i quali il protagonista corre confondendosi tra la folla e le nuvole, fino a trovare sollievo in un tuffo liberatorio nel mare.

Nei mesi di aprile e maggio 2024 si terrà l’European Tour, 16 date – prodotte da Friends & Partners – che vedranno Mahmood esibirsi nei principali club di 10 Paesi europei – fra cui Regno Unito, Francia, Germania, Spagna – per poi concludere con una tappa italiana al Fabrique di Milano, prevista per il 17 maggio 2024.

Conferiti i CEO Italian Awards a 15 capitani d’impresa italiani

Conferiti i CEO Italian Awards a 15 capitani d’impresa italianiMilano, 1 dic. (askanews) – Conferiti ai 15 “Capitani d’impresa” più innovativi e di successo dell’anno i “CEO Italian Awards”, riconoscimenti assegnati nell’ambito dell’evento “CEO Italian Summit & Awards” organizzato da Business International, la knowlwdge unit di Fiera Milano, in collaborazione con Forbes Italia.

I premi sono stati consegnati al termine di una giornata di lavoro nel corso della quale gli oltre 200 partecipanti al Summit – tra amministratori delegati e imprenditori italiani – si sono confrontati insieme ad esperti di economia e business a livello nazionale e internazionale su tre domande: Come rimanere resilienti, continuando a essere profittevoli e sostenibili? Che tipo di ecosistema dell’innovazione bisogna costruire per avere successo? Come evolvere il proprio mindset per cambiare visione e approccio? Si è partiti dall’analisi dei trend di crescita dell’Italia, presentati in anteprima dall’OCSE, per poi dibattere su come interpretare le logiche e le dinamiche di un mondo sempre più messo alla prova dalla “policrisi” geopolitica, economica, culturale e ambientale in atto, in un contesto di volatilità dei mercati, inflazione, e con la minaccia di una recessione globale.

L’iniziativa è stata supportata da ipartner come Amref Health Africa-Italia, Mutika EMC, Daiichi Sankyo, Epta, HARIBO, HP Italy, Zentiva Italia e Arkadia Translations. La giornata di lavori si è conclusa con le premiazioni dei CEO Italian Awards co-organizzati con Forbes Italia. In base alle specifiche categorie, i premiati sono stati: Filippo Surace, Founder & CEO di Cube Labs (categoria: Life Science); Lara Ponti, Vicepresidente e CEO di Ponti (categoria: Food); Mauro Macchi, Country Managing Director in Italy, Accenture (categoria: Innovazione); Monica Poggio, CEO di Bayer Italia (categoria: Pharma); Nicola Veratelli, CEO di OCTO Group (categoria: Smart Mobility); Fadel Al Faraj, CEO Q8 Italia e EVP Marketing KPI (categoria: Energy); Fabrizio Soru, CEO di Datlas (categoria: Emergente; Francesco Vanni, Managing Director Italy, Spain and Portugal di Harley-Davidson (categoria: Motori); Federica Minozzi, CEO di Iris Ceramica Group (categoria: Design); Stefano Azzi, CEO for Italy di Dazn (categoria: Entertainment); Alessandro Bernini, CEO di MAIRE (categoria: Industry); Fabrizio Ruggiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Edenred Italia (categoria: Welfare); Danilo Cattaneo, Amministratore Delegato di Infocert (categoria: IOT); Carlo Bertelli, Founder di Kama.Sport (categoria: SportTech); Sabrina De Filippis, CEO di Mercitalia Logistics – Polo Logistica Gruppo FS (categoria: Logistica).

Salzano: ruolo SIMEST cruciale per colmare gap tecnologico imprese

Salzano: ruolo SIMEST cruciale per colmare gap tecnologico impreseRoma, 1 dic. (askanews) – “SIMEST svolge un ruolo cruciale nel colmare il divario tecnologico delle imprese, sostenendo l’innovazione e la digitalizzazione, in particolare delle PMI italiane”. Sono le parole del Presidente di SIMEST, Pasquale Salzano, in un editoriale pubblicato oggi sulla rivista Longitude.

“Uno dei principali obiettivi del nuovo Piano Strategico da 18,5 miliardi della società – aggiunge – è proprio questo: sostenere la competitività internazionale delle imprese italiane favorendone la transizione tecnologica”. “In un mondo in cui le complessità geopolitiche modellano il panorama internazionale, SIMEST – grazie allo stretto coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e alla sinergia con Cassa Depositi e Prestiti – sostiene la diffusione dell’eccellenza Made in Italy a livello globale. Si tratta di un’azione resa possibile dall’impegno di tutte le principali istituzioni del Sistema Paese per fornire alle imprese le soluzioni più efficaci per prosperare nel mercato globale”, conclude Salzano.

Giustizia, Crosetto alla Camera: contro di me plotone di esecuzione

Giustizia, Crosetto alla Camera: contro di me plotone di esecuzioneRoma, 1 dic. (askanews) – “Ho sessant’anni e non sono mai stato sfiorato da nulla, non ho paura di nulla”: Guido Crosetto rivendica, rispondendo in aula alla Camera a una interpellanza di Benedetto Della Vedova (+Europa), la sua “libertà” di esprimere giudizi sul dibattito politico che coinvolge i magistrati e sulle posizioni espresse da alcuni di essi. “Forse ho sbagliato a non farlo di più, a non riprendere un ruolo politico, ne parleremo molto più diffusamente nella riunione che faremo prossimamente”, ha affermato, garantendo la sua disponibilità a una informativa come quella richiesta dalle opposizioni dopo le sue dichiarazioni al Corriere della sera in materia di giustizia: “Se volete che venga verrò mille volte in Parlamento”.

Crosetto denuncia di essere vittima di attacchi concentrici: “In questi giorni – afferma nel suo intervento a Montecitorio – è stato messo su un plotone di esecuzione ad personam: trasmissioni, insulti, interpretazioni malevole delle mie parole. Stia tranquillo l’onorevole Della Vedova, quando ho elementi per denunciare vado a denunciare, in questo caso era una cosa molto più semplice: una riflessione da fare in questo luogo. Poi parleremo anche di altri numeri che non sono quelli dello scontro fra politica e magistratura: di 30.778 innocenti finiti in manette negli ultimi vent’anni, tutti sconosciuti; parleremo delle scarse dotazioni che hanno i magistrati per fare il loro lavoro”. Sulle sue dichiarazioni è in atto un “tentativo di mistificazione”, sostiene il ministro. “Rileggo in italiano: ‘a me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura’. Ho mai detto incontri segreti? Cospirazioni?”. Per Crosetto a muoverlo è solo la preoccupazione “da cittadino” per parole che giudica “gravissime. Io – spiega – ho trovato alcuni magistrati – ho sentito esponenti di Area (una delle correnti della magistratura associata, ndr) – che vedono nel Governo un attacco alla magistratura, quasi che non voglia farla lavorare. C’è chi ha detto che il ruolo della magistratura deve essere quello di riequilibrare la volontà popolare. Ma chi ha responsabilità deve essere terzo: pensate se questa frase la avesse pronunciata un generale o un prefetto”.

L’esponente di Fratelli d’Italia rivendica di non aver “mai attaccato la magistratura” nel suo complesso ma aggiunge: “Prima o poi questo scontro tra politica e magistratura dovrà finire”. Poi rassicura: “Non penso che possa esistere una riforma della giustizia che vada contro la magistratura. Non penso e l’ho sentito anche in molti interventi di Area dire che si possa pensare ‘a un conflitto permanente tra la magistratura e la politica’”. Lasciata la seduta, supplemento di confronto per Crosetto con Della Vedova alla buvette della Camera. E ai cronisti il ministro confida la sua delusione per l’Aula non troppo affollata: “C’era poca gente, gente che ha detto che le mie parole erano gravi non c’era. Ringrazio Conte e Schlein per la loro presenza, hanno dimostrato che la loro attenzione era vera”.

Industria farmaceutica italiana accelera:+9-10% valore produzione’23

Industria farmaceutica italiana accelera:+9-10% valore produzione’23Roma, 1 dic. (askanews) – L’industria farmaceutica italiana, prima in Europa, accelera. Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, anticipa che “il 2023 dovrebbe essere un anno con una crescita organica del valore della produzione attorno al 9-10%: queste sono le nostre stime rispetto a un 2022 che è stato straordinario. Quindi anche un timore di minor crescita alla fine si sta attenuando proprio perché succede quello che abbiamo sempre detto: la domanda di farmaci e di salute su scala mondiale è esplosa, in particolare a valle dei Covid. E la reazione è stata l’esplosione degli investimenti in ricerca e sviluppo”.

In un incontro con la stampa svoltosi a Roma il presidente degli industriali farmaceutici ha segnalato la forza del comparto e alcune delle sfide da superare: “Noi – ha sottolineato – siamo un Paese manifatturiero, il nostro settore è un settore industriale non finanziario, non scordiamolo, e abbiamo la forza della prima industria farmaceutica europea con un valore integrato di filiera dalla ricerca e sviluppo alla produzione di farmaci e una dedizione all’export. L’Italia è un ponte per la produzione di farmaci verso tutto il mondo. E’ un ponte confermato dal dato: se guardiamo il 2022 il 97% di ciò che è stato prodotto nel nostro Paese contribuisce all’export”. Non basta. Va considerato “il valore economico del settore, diretto e indiretto, anche rispetto ai consumi che lo stato italiano ha di farmaci, con un saldo rispetto alle esportazioni che resta positivo per il Paese di circa 9 miliardi. Ma soprattutto se guardiamo anche all’indotto si superano abbondantemente i 100 miliardi di valore”.

Il presidente di Farmindustria ha spiegato che l’Italia è molto particolare come composizione di compagini aziendali: abbiamo un mix tra aziende a capitale italiano, circa il 45%. Mantre la restante parte sono gruppi stranieri e questo da la caratteristica e la forza del nostro settore che resta una filiera industriale estremamente attraente per le risorse che il sistema-Paese riesce a mettere a disposizione”. Cattani ha definito “la collaborazione con il Governo è estremamente positiva: registriamo con positività alcuni interventi effettuati dal governo appena insediato. Il primo in ordine temporale è stata la riforma dell’agenzia del farmaco che si deve compiere. E’ una riforma carine per il nostro settore e soprattutto per i cittadini per dare tempi di accesso più veloci”.

Cattani ha anche segnalato un “gap legislativo” rispetto all’Europa per la ricerca clinica per andare nella direzione dello snellimento e della velocità. “Ricerca clinica, semplificazione, digitalizzazione, trial decentralizzati: è la direzione giusta. E apprezziamo il fatto – ha sottolineato il presidente di Farmindustria – che il ministro Schillaci su questo abbia avviato un tavolo con noi e gli stakeholders per migliorare e rendere il Paese più attrattivo. Siamo terzi e quarti nelle ‘intention to invest’ e quindi qualcuno ci ha superato, ed è la Spagna, che ha degli hub di ricerca e innovazione che sono molto attrattivi. Quindi questo (sforzo, ndr) aiuta a recuperare posizioni e a mantenere e possibilmente ad accrescere la nostra competitività”.

Valore sociale sport in Costituzione, Special Olympics: “Ma non basta”

Valore sociale sport in Costituzione, Special Olympics: “Ma non basta”Roma, 1 dic. (askanews) – Per il secondo anno consecutivo torna l’incontro in Parlamento fra gli atleti leader dell’Associazione e i parlamentari. Bene la modifica dell’articolo 33 della Costituzione ma non basta. Ora tocca al mondo del lavoro e a quello della comunicazione fare la propria parte per rendere autonome le persone con disabilità intellettive. La testimonianza di chi, grazie allo sport, riesce a vivere una vita dignitosa.

Lo sport come strumento per ottenere autonomia e inclusione sociale. Un principio che, grazie anche alle battaglie degli atleti di Special Olympics, ha trovato spazio in Costituzione. “La modifica dell’articolo 33 che di fatto riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme -ha spiegato Alessandra Palazzotti, Direttore nazionale di Special Olympics Italia- è una conquista culturale a beneficio della comunità intera, di tutti, comprese le persone con disabilità intellettive e le loro famiglie”. Di questo si è parlato nel corso dell’incontro svoltosi a Palazzo San Macuto e a cui ha partecipato anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Sono felice di rinnovare la vicinanza e il sostegno dello sport italiano nei confronti di Special Olympics, nell’ambito delle iniziative sviluppate per la giornata internazionale delle persone con disabilità. Approfondire i contenuti della recente modifica dell’articolo 33 della Costituzione Italiana -ha detto ancora Malagò- sottintende la volontà di proiettare nel futuro un modello ancora più inclusivo, fruibile a tutti, orientato alla declinazione di attività fisica che risponde maggiormente alle esigenze e agli obiettivi delle straordinarie atlete e dei fantastici atleti che fanno parte di questa famiglia”. L’incontro, svoltosi a ridosso della Giornata internazionale per le persone con disabilità istituita dall’Onu nel 1992, ha visto l’adesione di numerosi parlamentari ai quali si sono rivolti i nove atleti leader di Special Olympics che, nel corso del proprio intervento, hanno raccontato la loro personale esperienza di vita fatta di ostacoli ma anche di traguardi e obiettivi raggiunti: “Ho una malattia genetica sconosciuta -ha spiegato Daniela Valentino- che mi porta diverse difficoltà ma lo sport è il mio mondo, mi dà tantissimo e gliene sono grata. Il nuoto insomma è il mio migliore amico e, quando sono in acqua, mi sento una ragazza come le altre”. “Se 50 anni fa – ha ricordato Luciano Scandariato – le persone come me venivano relegate in casa, oggi noi atleti abbiamo la fortuna di partecipare a eventi nazionali e internazionali e di essere protagonisti”. “All’inizio – ha aggiunto Andrea Tomasoni – non riuscivo ad accettare la mia diversità, ma ora, grazie alla danza sportiva, riesco a essere me stessa e sono riuscita anche a partecipare ai Giochi Nazionali Invernali che si sono svolti a Bardonecchia. Un sogno”.

Storie che fanno ben comprendere come lo sport abbia un ruolo sociale fondamentale: “Le testimonianze dei nostri atleti leader -ha sottolineato il Presidente di Special Olympics Italia – hanno il potere di mettere in moto un meccanismo di trasformazione culturale che guardi al futuro. Un futuro dove la diversità non sia più un limite ma anzi un arricchimento per tutte le comunità. Un futuro che valorizzi le persone e che non parli esclusivamente di integrazione, ma di inclusione vera. Il cui raggiungimento non può fermarsi di certo al comma introdotto dall’articolo 33 della Costituzione. Sono diverse, infatti, le battaglie che intendiamo portare avanti, battaglie che riguardano in particolare il mondo del lavoro e della comunicazione”. Se infatti l’attività sportiva è ora un diritto costituzionale, occorre lavorare in modo che non solo lo sport possa rendere autonome le persone con disabilità ma ogni aspetto della vita quotidiana: “Il nuoto -ha raccontato nel corso dell’incontro Alessandro Brivio- mi ha letteralmente trasformato. Lo pratico ogni giorno e sono sempre fuori per partecipare a gare di ogni tipo. Ma anche il lavoro fa parte della mia vita. Da due anni, grazie a una borsa di studio, sono impegnato in una piscina e questo mi rende felice. Ma so bene che questo non sarebbe stato possibile se i miei professori e la mia famiglia non avessero insistito. Mi piacerebbe che tutte le persone con disabilità, anche intellettive, potessero avere la mia stessa fortuna ma questo è spesso difficile. La politica dovrebbe aiutarci con interventi mirati e risolutivi”.

Un appello ascoltato dai vari parlamentari presenti: Pietro Lorefice, Senatore e Segretario della Presidenza del Senato, Clotilde Minasi, Senatore e membro della 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale), Alessandra Maiorino, Senatore e membro della 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali), Luciano Ciocchetti, deputato e Vicepresidente della XII Commissione (Affari sociali), Paolo Trancassini, Deputato e Questore della Camera dei Deputati e Nazario Pagano, Deputato e Presidente della I Commissione (Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) che hanno dimostrato interesse per il tema proposto e si sono impegnati di condividerlo con i colleghi. Ma c’è un altro punto su cui quest’anno Special Olympics vuole accendere i riflettori: “Pensiamo -ha concluso ila Palazzotti- che unire le forze per concretizzare, nella vita quotidiana, ciò che è stato sancito dall’articolo 33 della Costituzione oggi sia un impegno da assumersi con grande forza di volontà. Si affronta il tema della disabilità, intellettiva in particolare, ancora con troppi retaggi e pregiudizi. Necessario è sensibilizzare il comune sentire, mettendo in luce le capacità e i talenti. E allora, forse, anche le aziende sarebbero stimolate ad assumere le persone con disabilità. Ecco, penso che la nuova frontiere per rendere il nostro Paese sempre più civile passi proprio da qui”.

Giappone, indice Jibun PMI industria in calo

Giappone, indice Jibun PMI industria in caloRoma, 1 dic. (askanews) – Le condizioni generali dell’attività tra i produttori industriali giapponesi si sono deteriorate per il sesto mese consecutivo a novembre, a causa di forti riduzioni sia della produzione che dei nuovi ordini. Questo l’esito dell’indagine Jibun Bank Manifacturing PMI, che nel mese appena concluso è scesa a 48,3 da 48,7 di ottobre, rispetto a un livello di parità di 50.

Le aziende comunemente associano il calo alla debole domanda dei clienti nei mercati nazionali e internazionali, nonché alla mancanza di lancio di nuovi prodotti. Allo stesso tempo, i produttori hanno segnalato che l’inflazione dei prezzi alla produzione ha avuto una tendenza al ribasso a metà dell’ultimo trimestre, con l’ultimo aumento delle spese operative che rappresenta il più lento da luglio 2021. Nonostante la persistente debolezza dei dati principali, le imprese sono rimaste fiduciose sul lancio di nuovi prodotti e un’ampia ripresa economica nazionale e globale consentirebbe un aumento dei livelli di produzione nei prossimi 12 mesi.

Anche se modesta, la riduzione dell’indice è stata la più forte da febbraio. A contribuire al valore inferiore a 50,0 del PMI è stata un’ulteriore contrazione dei livelli di produzione, la più forte degli ultimi nove mesi. Secondo quanto riferito dai manager, la flessione riflette gli aggiustamenti della produzione in risposta alla domanda più debole e alla mancanza di lancio di nuovi prodotti.

Si è verificata anche una contrazione prolungata dei nuovi ordini a metà dell’ultimo trimestre del 2023. Il tasso di calo si è accentuato a partire da ottobre in un contesto di raffreddamento della domanda sia sui mercati nazionali che internazionali. Pertanto, le vendite estere di manufatti giapponesi si sono ridotte per il ventunesimo mese consecutivo. Inoltre, il tasso di riduzione è stato il più forte registrato da giugno.

Esce i/o, il nuovo album in studio di Peter Gabriel

Esce i/o, il nuovo album in studio di Peter GabrielRoma, 1 dic. (askanews) – Al termine di un anno in cui Peter Gabriel ha pubblicato una nuova canzone in occasione di ogni luna piena e si è esibito dal vivo davanti a un pubblico entusiasta in tutto il Regno Unito, l’Europa e il Nord America, esce oggi il suo attesissimo nuovo album in studio, i/o.

i/o è un disco di 12 brani di grazia, gravità e grande bellezza che confermano la capacità di Peter di scrivere canzoni che colpiscono nel profondo e esaltano la sua voce straordinaria, ancora perfettamente e piacevolmente intatta. In tutto l’album, le canzoni intelligenti e riflessive – spesso ricche di spunti- affrontano il tema della vita e dell’universo. La nostra connessione con il mondo circostante – “I’m just a part of everything” canta Peter nella title track i/o – è un motivo ricorrente, ma anche il passare del tempo, la mortalità e il dolore, insieme a temi come l’ingiustizia, la videosorveglianza e le radici del terrorismo. Ma questo non è un disco austero. Pur essendo riflessivo, il tono non è mai sconfortante; i/o è musicalmente avventuroso, spesso gioioso e in definitiva pieno di speranza, coronato com’è dall’ottimismo della canzone conclusiva, Live and Let Live. Registrato per la maggior parte presso i Real World Studios e lo studio di Peter, la lunga lavorazione di i/o garantisce un cast eccezionale. Peter ha mantenuto la sua fidata cerchia di musicisti accanto a sè, ragion per cui il chitarrista David Rhodes, il bassista Tony Levin e il batterista Manu Katché sono presenze solide in tutto il disco. Diverse canzoni recano l’impronta del collaboratore di lunga data Brian Eno, mentre sono rilevanti i contributi di Richard Russell, del pianista Tom Cawley, dei trombettisti Josh Shpak e Paolo Fresu, della violoncellista Linnea Olsson e del tastierista Don E. La figlia di Peter, Melanie, contribuisce con calde voci di sottofondo, così come Ríoghnach Connolly dei The Breath, mentre gli habitué dei Real World Richard Chappell, Oli Jacobs, Katie May e Richard Evans curano collettivamente la produzione e suonano vari strumenti. Il Soweto Gospel Choir e il coro svedese maschile Oprhei Drängar prestano le loro magnifiche voci a una selezione di brani, mentre gli archi della New Blood Orchestra, guidati da John Metcalfe, elevano le canzoni.

Realizzato da Peter Gabriel, noto per essere un artista d’avanguardia, i/o non è una semplice raccolta di una dozzina di canzoni. Tutti i 12 brani sono proposti in due mix: il Bright-Side Mix, curato da Mark ‘Spike’ Stent, e il Dark-Side Mix, rimodellato da Tchad Blake. “Abbiamo due dei più grandi mixatori al mondo, Tchad e Spike, che danno un carattere diverso alle canzoni. Tchad è uno scultore che costruisce un viaggio con il suono e il sentimento, mentre Spike ama il suono e l’assemblaggio di queste immagini, quindi è più un pittore”. Entrambe le versioni sono incluse nella versione doppio CD e sono disponibili anche separatamente come doppio album in vinile. E non è tutto. Una terza versione, l’In-Side Mix, in Dolby Atmos, è stata realizzata da Hans-Martin Buff “che ha fatto un lavoro meraviglioso generando questi mix molto più tridimensionali” ed è inclusa nel set di tre dischi, compreso il Blu-ray. Continuando l’idea sviluppata per gli album “US” e “UP”, Peter ha nuovamente invitato una serie di artisti visivi a contribuire con un’opera d’arte per accompagnare la sua musica. Ciascuna delle 12 canzoni di i/o è stata affidata a un artista di fama mondiale per creare un’opera di accompagnamento, che si tratti di pittura, fotografia, scultura o persino plastilina. La dozzina di artisti costituisce una squadra di collaboratori davvero impressionante: Ai Weiwei, Nick Cave, Olafur Eliasson, Henry Hudson, Annette Messager, Antony Micallef, David Moreno, Cornelia Parker, Megan Rooney, Tim Shaw, David Spriggs e Barthélémy Toguo.

Un altro legame visivo con il lavoro passato di Peter è lo scatto di copertina. Scattata dal fotografo Nadav Kander, riecheggia le copertine dei suoi album precedenti, ad eccezione di “So”, intrigantemente oscurate o manipolate. Questi echi del passato possono risuonare, ma i/o è fondamentalmente un album del – e per il – qui e ora. Molti dei suoi temi possono essere senza tempo, ma sono anche avvertimenti del fatto che stiamo vivendo in un tempo preso in prestito, sia come pianeta che come individui. Come canta Peter nella divina So Much, “questa edizione è limitata”.

Carburanti, Consiglio di Stato accoglie ricorso Mimit su cartellonistica

Carburanti, Consiglio di Stato accoglie ricorso Mimit su cartellonisticaRoma, 1 dic. (askanews) – Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Mimit contro la decisione del Tar che aveva sospeso il drecreto del Mimit che impone ai gestori di esporre i cartelli sui prezzi medi dei carburanti. “Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) – si legge nel dispositivo – accoglie l’istanza cautelare nei sensi di cui in motivazione e, per l’effetto, sospende l’esecutività della sentenza impugnata”. L’udienza pubblica è stata fissata per l’8 febbraio prossimo. Soddisfazione viene espressa dal Mimit: “L’esposizione del cartello sul prezzo medio dei carburanti in questi mesi ha riscontrato piena efficacia, come dimostrano la sensibile riduzione del margine di distribuzione in Italia, per la prima volta minore a quello degli altri grandi paesi europei e di un terzo inferiore a quello dello scorso anno, e la progressiva contrazione dei prezzi alla pompa dei carburanti, particolarmente intensa per la benzina che in due mesi ha visto i prezzi diminuire di circa 20 centesimi al litro, arrivando a toccare stamattina il valore medio nazionale più basso dell’anno sulla rete stradale di 1,802 euro/litro”.

Banche, Barr (Fed): vulnerabilità causano fallimenti, non social

Banche, Barr (Fed): vulnerabilità causano fallimenti, non socialRoma, 1 dic. (askanews) – I social media e la velocità con cui le informazioni si propagano tramite gli stessi hanno avuto un ruolo nei fallimenti del Credit Suisse e della Silicon Valley bank, ma non ne sono stati la causa: il motivo dei fallimenti è stato nelle vulnerabilità di fondo degli istituti, come sulla gestione dei rischi di liquidità. Lo ha affermato Michael Barr, vicepresidente e capo del ramo di supervisione bancaria della Federal Reserve, nel suo intervento in apertura della seconda giornata del forum sulla vigilanza della Bce.

In queste vicende “i social media hanno avuto un ruolo e non lo voglio sottostimare, monitoriamo i social. Però il loro ruolo può anche essere sopravvalutato. Credit Suisse – ha detto Barr – aveva vulnerabilità di fondo e sono stati colpiti da uno shock, se non avessero avuto queste vulnerabilità non sarebbero spariti. Penso lo stesso con la Silicon Valley Bank: non è fallita per un social media ma per carenze fondamentali su rischi di liquidità e vulnerabilità”. “Dobbiamo stare attenti ai social ma anche focalizzarci molto sui fondamentali delle banche”, ha concluso l’esponente della Fed.