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Tag: Sanremo 2023

OpenAI ci ripensa, Altman richiamato alla guida dopo soli 4 giorni

OpenAI ci ripensa, Altman richiamato alla guida dopo soli 4 giorniRoma, 22 nov. (askanews) – Dopo appena quattro giorni dalla clamorosa estromissione, OpenAI, la società di intelligenza artificiale che controlla il sistema ChatGPT ha annunciato un accordo per il ritorno del cofondatore Sam Altman alla carica di amministratore delegato. L’annuncio è stato affidato ad una breve nota, in cui si precisa che è stata decisa anche una nuova composizione del Cda con la presenza di Bret Taylor quale presidente, Larry Summers e Adam D’Angelo.

Altman era stato estromesso a sorpresa venerdì scorso dopo che il Cda lo aveva accusato di scarsa trasparenza sulla gestione dello sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale. L’episodio aveva innescato una turbolenta rivolta degli investitori che ora vede estromettere il Cda con questa totale marcia indietro.

M.O., approvato accordo su ostaggi, 4 giorni di cessate il fuoco

M.O., approvato accordo su ostaggi, 4 giorni di cessate il fuocoRoma, 22 nov. (askanews) – I media israeliani riferiscono che il gabinetto israeliano ha votato per approvare l’accordo sugli ostaggi, che, riferisce Haaretz, “comporterebbe lo scambio di ostaggi detenuti dall’organizzazione per i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane .”

Citando un alto funzionario israeliano, Haaretz riferisce che “il piano prevede che Hamas rilasci 30 bambini rapiti, otto madri e altre 12 donne durante un cessate il fuoco di cinque giorni”. La fonte riferisce ad Haaretz che “tutti i rami dei servizi di sicurezza israeliani – l’IDF, lo Shin Bet e il Mossad – sostengono l’accordo pianificato. Il funzionario ha precisato che l’accordo riguarda solo gli israeliani ancora in vita, aggiungendo che Hamas potrebbe rilasciare contemporaneamente cittadini stranieri, in conformità con gli accordi raggiunti con quei paesi”.

Sei ospedali israeliani si starebbero preparando ad accoglieregli ostaggi rilasciati che verrebbero ricoverati in zone speciali senza accesso ai media. Il Times of Israel riporta, citando un anonimo funzionario governativo, che l’accordo votato dal governo israeliano vedrà il rilascio di “50 cittadini israeliani viventi, per lo più donne e bambini, in gruppi di 12-13 persone al giorno”.

“Non ci sono ancora dettagli immediati su come hanno votato i ministri. Mentre la stragrande maggioranza dei 38 ministri del governo ha sostenuto l’accordo, i rappresentanti dei partiti di estrema destra Otzma Yehudit e Sionismo religioso hanno espresso opposizione all’accordo prima dell’incontro”, riferisce il Times of Israel. “Non tutti i dettagli dell’accordo sono stati formalmente resi pubblici, ma martedì un funzionario del governo israeliano ha riferito ai giornalisti che l’accordo prevede il rilascio di 50 cittadini israeliani vivi, per lo più donne e bambini, in gruppi di 12 persone. 13 persone al giorno.”

Fonti del governo israeliano citate dal Times of Israel precisano che il cessate il fuoco dopo l’accordo sugli ostaggi dovrebbe durare almeno 4 giorni.

Ue, Urso a Strasburgo per voto Eurocamera su imballaggi domani

Ue, Urso a Strasburgo per voto Eurocamera su imballaggi domaniStrasburgo, 21 nov. (askanews) – Il ministro per le Imprese e iol made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi a Strasburgo gli eurodeputati italiani e alcuni rappresentanti del sistema produttivo nazionale, alla vigilia del voto della plenaria del Parlamento europeo, domani a mezzogiorno, sul nuovo regolamento Ue relativo agli imballaggi e ai rifiuti da imballaggi.

Il regolamento, in discussione da quasi un anno dopo la proposta della Commissione del 30 novembre 2022 che dovrà sostituire le norme attuali, è stato oggetto di fortissime pressioni da parte dei gruppi d’interesse, e in particolare di quelli italiani, come dimostra l’altissimo numero di emendamenti (circa 2.500) presentati dal Parlamento europeo. “Sono venuto a Strasburgo per incontrare, come doveroso, tutte le delegazioni del Parlamento europeo, per fare squadra con le nostre istituzioni e le nostre imprese a sostegno del sistema industriale, e quindi del lavoro italiano; a cominciare dal dossier cruciale sugli imballaggi che, se non fosse modificato sostanzialmente, avrebbe un impatto molto pesante per il nostro sistema produttivo””, ha detto Urso durante un punto stampa nel pomeriggio.

“In realtà – ha osservato il ministro – si tratta di un dossier di natura industriale, che avrebbe un impatto molto pesante, ove non fosse modificato in modo sostanziale, sul nostro sistema produttivo. Fare squadra – ha sottolineato Urso – è importante, a tutela del sistema Italia. Di questo sono convinte le nostre imprese e i sindacati, che ci hanno stimolato a coinvolgere tutti i gruppi in questa battaglia”. I punti più controversi del regolamento sono sostanzialmente due: l’accento posto in priorità sugli obiettivi di riuso degli imballaggi, e non più solo su quelli di riciclaggio, come modo per ridurre la produzione di rifiuti in quest’area; e i divieti di usare imballaggi monouso, soprattutto per confezioni di piccole dimensioni, di alimenti e bevande nei settori della distribuzione e della ristorazione.

L’Italia, che ha già superato abbondantemente gli obiettivi fissati dalla normativa attuale dell’Ue per il riciclaggio degli imballaggi, si è opposta fin dall’inizio all’impianto del regolamento, basato sul principio della “gerarchia dei rifiuti” nell’economia circolare, per cui, quando è possibile, il riuso è prioritario rispetto al riciclo. L’applicazione di questo principio basilare della politica ambientale comunitaria rischierebbe, è questo il timore, di mettere in crisi la fiorente industria del riciclaggio in Italia. Di qui l’opposizione a diverse disposizioni del regolamento Ue da parte del governo e di molti eurodeputati italiani, che sono contrari anche al ritorno del sistema di cauzione e riconsegna delle bottiglie vuote, che molti anni fa esisteva in Italia, e che esiste o è stato introdotto in molti altri paesi europei. Non sarebbe più sensato reintrodurlo anche in Italia?

“Per vent’anni – ha detto Urso, replicando a questa domanda – le istituzioni europee, e noi con esse, abbiamo indicato al sistema produttivo di realizzare un sistema avanzato di riciclo. Da vent’anni questa era stata l’indicazione data al sistema produttivo italiano, che si è mosso sulla strada del riciclo meglio delle altre imprese europee. E noi siamo il paese leader nel campo del riciclo in Europa e nel mondo. Ora ci dicono che il riciclo non conta più nulla, ma conta il riuso; cioè hanno cambiato le regole del gioco che loro stessi hanno dato vent’anni fa alle imprese europee, e questo è illogico”. A un giornalista che ricordava che le direttive europee prevedono la “gerarchia dei rifiuti” già dal 2008, il ministro ha poi risposto: “Ma infatti noi non vogliamo dire di utilizzare una strada piuttosto che un’altra: la nostra azione è sempre frutto del buon senso, e della consapevolezza che l’Europa è il continente delle libertà. E quindi se un obiettivo si può raggiungere meglio col riciclo, lo si raggiunga col riciclo, se si può raggiungere con riuso, lo si raggiunga col riuso. Noi siamo neutrali sul piano della tecnologia da utilizzare, e siamo fermamente convinti che bisogna procedere sulla strada della sostenibilità ambientale. Ma neutrali sulla tecnologia da utilizzare”, ha ripetuto. “Questo vale per quanto riguarda il riciclo rispetto al riuso nel regolamento sugli imballaggi di domani, ma vale anche per il dossier dell’automobile, perché secondo me occorre utilizzare tutte le tecnologie possibili, per quanto riguarda il biocombustibile come il combustibile sintetico, che hanno la stessa valenza”. Il biocombustibile – ha osservato il ministro -“può raggiungere gli stessi obiettivi del motore elettrico. Perché dire al cittadino che può utilizzare solo il motore elettrico, se poi c’è una tecnologia che oggi può essere il combustibile sintetico, può essere domani il biocombustibile e dopodomani l’idrogeno, che raggiunge gli stessi obiettivi? Per questo bisogna avere un approccio – ha insistito – che sia neutrale sul piano della scienza e della tecnologia, e fermo sul piano dei valori”, ha rilevato Urso. A margine della seduta plenaria del Parlamento Europeo in corso a Strasburgo, Urso ha anche incontrato i rappresentanti delle associazioni di imprese e di alcune grandi aziende italiane per un confronto sui temi della competitività e sui dossier in corso di discussione nelle istituzioni europee. Alla riunione hanno partecipato anche i rappresentanti di Confindustria e di Eni, Enel, Ferrovie dello Stato, Iveco, Versalis, Edison, Seda International Packaging Group, Fincantieri. “Istituzioni e imprese insieme per difendere la competitività del Sistema Italia”, ha detto il ministro Urso.

Usa, Fed: tassi restrittivi finché serve per rientro inflazione a 2%

Usa, Fed: tassi restrittivi finché serve per rientro inflazione a 2%Roma, 21 nov. (askanews) – I tassi di interesse sul dollaro fissati dalla Federal Reserve dovranno restare restrittivi abbastanza a lungo da garantire il ritorno dell’inflazione al valore obiettivo del 2%. E’ il messaggio chiave che viene ribadito dai verbali dell’ultimo direttorio di politica monetaria, il Fomc della Fed, che si è svolto il 31 ottobre il 1 novembre, il cui resoconto è stato pubblicato oggi dall’istituzione monetaria.

Non sembra fornire grandi elementi di novità rispetto a un quadro che già il primo novembre, dopo la conferma dei tassi al 5,25-5,50§% si era delineato come di sostanziale stabilità per i mesi a venire. Negli Stati Uniti “l’inflazione resta elevata ma ha continuato a mostrare segni di rallentamento”, secondo i tecnici della Fed. La crescita è rimasta solida nel terzo trimestre e componenti del Fomc, pur riconoscendo il continuo rallentamento dell’inflazione hanno anche notato che ci sono progressi solo limitati limitati nel rallentamento dei prezzi sui servizi chiave.

I partecipanti del Fomc hanno notato che l’inflazione resta ben al di sopra l’obiettivo del 2% e che l’alta inflazione continua a danneggiare imprese famiglie. Ma al tempo stesso si va attenuando la situazione di squilibrio sul mercato del lavoro. Per quanto riguarda la politica monetaria, secondo i verbali al Fomc è stato concordato che è cruciale che la linea di politica monetaria resti sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione 2% sul medio termine. Tutti hanno concordato che il comitato si trova nella posizione di poter procedere con cautela e che debba decidere volta per volta sulla base di tutte le informazioni disponibili. La decisione di confermare i tassi è stata unanime.

Salario minimo, Conte: il Governo prende in giro gli italiani

Salario minimo, Conte: il Governo prende in giro gli italianiRoma, 21 nov. (askanews) – “Anche nella nostra proposta c’è la valorizzazione della contrattazione collettiva. Ma attenzione: ci sono tanti contratti collettivi in questo momento che sono al di sotto dei 9 euro lordi. Quindi è chiaro che bisogna introdurre una soglia, una clausola di salvaguardia: ce l’hanno Francia, Germania, Spagna, di che cosa abbiamo paura?”. Lo ha detto Giuseppe Conte, leader del M5S, nel corso della registrazione di Cinque minuti, che andrà in onda stasera su Rai1.

“La contrattazione collettiva, benissimo, introduce tutte le tutele però – ha precisato commentando la posizione della maggioranza parlamentare – se la soglia è inferiore ai 9 euro l’ora si chiama sfruttamento della manodopera, dobbiamo adeguarci all’articolo 36 della Costituzione. E’ una norma di civiltà”. A giudizio dell’ex premier “questo governo è completamente scorretto: ha mandato la palla in tribuna al Cnel di Brunetta, adesso ha bucato il pallone. Addirittura siamo in discussione (in commissione alla Camera, ndr) su una proposta che reca la mia prima firma e stanno costruendo, con un emendamento, in modo proditorio, una legge di delega che addirittura rimanda la palla adesso al Governo e non si sa quando ci sarà un decreto legislativo delegato. Il tutto per costruire una campagna elettorale europea sulla presa in giro degli italiani”.

Di fronte all’obiezione che la cifra fissata nella proposta del M5S, di 9 euro l’ora, in Europa viene raggiunta solo da paesi con reddito pro-capite superiore a quello italiano, Conte ha replicato: “Non facciamo paragoni di questo tipo, ne usciremmo umiliati. Addirittura in Gemania fra un po’ veleggeranno sui 15 euro e più. Noi abbiamo una perdita di potere d’acquisto reale. Parliamo di 3 milioni e 600mila lavoratori che prendono buste paga da fame. Lei può accettare che ci siano persone con 4 5 euro lordi l’ora? Non riescono a mangiare. Ma di cosa stiamo parlando? Noi dobbiamo intervenire per far riguadagnare potere salariale anche al ceto medio, che sta scivolando giù in tutte le classifiche europee. Ma non ci compariamo agli altri Paesi perché facciamo figuracce”, ha concluso.

Tavolo Asilo e Immigrazione chiede revoca protocollo Italia-Albania

Tavolo Asilo e Immigrazione chiede revoca protocollo Italia-AlbaniaRoma, 21 nov. (askanews) – Il Tavolo Asilo e Immigrazione chiede che il Protocollo Italia-Albania venga revocato dal Governo e fa fin da ora un appello al Parlamento perché voti contro il disegno di legge di ratifica preannunciato dal ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, durante le odierne comunicazioni alla Camera sull’intesa.

Il tavolo asilo e immigrazione spiega in un comunicato che “l’accordo firmato con il governo albanese si pone, come quello con la Tunisia, l’obiettivo di esternalizzare le frontiere e il diritto d’asilo, violando gli obblighi costituzionali e internazionali del nostro Paese”. L’accordo Italia-Albania così come delineato – si legge nel testo – comporterebbe “il rischio di gravi violazioni dei diritti umani”. Tanto più, spiegano i relatori, che “il testo dell’intesa non chiarisce se i centri da realizzarsi in Albania saranno destinati alle procedure di esame delle domande di protezione internazionale e in particolare alle procedure di frontiera o al rimpatrio, ma alle persone condotte nei centri sarebbe impedito di uscire, subendo di fatto un regime di detenzione automatica e prolungata, senza una chiara base legale”.

Secondo le organizzazionid del Tavolo anche la possibilità di controllo giurisdizionale sembra compromessa, così come il diritto di difesa e a un ricorso effettivo. L’Accordo non chiarisce infatti la competenza a convalidare il trattenimento delle persone, né che cosa accadrà alle persone che hanno chiesto protezione internazionale che non ottengano risposta entro i 28 giorni previsti dalla procedura accelerata. Infine, le organizzazioni si dicono preoccupate per la “mancanza nel Protocollo di qualsiasi riferimento alle persone maggiormente vulnerabili, minori, donne, famiglie, vittime di tortura, e di come queste sarebbero salvaguardate dall’applicazione dell’accordo, così come era stato invece annunciato nei giorni scorsi”.

Per questi motivi le Organizzazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione ne hanno chiesto oggi la revoca da parte del Governo durante una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il Segretario di +Europa Riccardo Magi, il senatore Graziano Delrio, Presidente del Comitato Parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Le associazioni hanno inoltre lanciato un appello al Parlamento perché voti contro il disegno di legge di ratifica preannunciato dal ministro degli Esteri durante le odierne comunicazioni alla Camera.

Al Tavolo Asilo e Immigrazione partecipano: A Buon Diritto, ACAT, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CNCA, Commissione Migranti e GPIC Missionari Comboniani Italia, DRC Italia, Emergency, Europasilo, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, Intersos, Medici del Mondo, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Oxfam Italia, Refugees Welcome Italia, Save the Children Italia, Senza Confine, Società Italiana Medicina delle Migrazioni, UIL, UNIRE Aderiscono inoltre: AOI, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Rivolti ai Balcani, Sea Watch e Sos Mediterranée Italia.

Patto stabilità, Lindner: progressi, ma tassi alti cambiano le cose

Patto stabilità, Lindner: progressi, ma tassi alti cambiano le coseRoma, 21 nov. (askanews) – Il ministro delle Finanze della Germania, Christian Lindner insiste sulla necessità di assicurare risanamento e sostenibilità dei conti con la riforma del Patto di stabilità e di crescita dell’Ue. E dopo la clamorosa bocciatura, da parte della Corte costituzionale tedesca, del reindirizzo su altre misure di decine di miliardi di fondi di aiuti per il Covid non utilizzati, sembra voler rimettere in discussione anche gli investimenti sulla transizione energetica.

Sulla riforma del Patto di stabilità la cooperazione franco tedesca “fa progressi, ma le cose sono cambiate con i tassi più alti”, ha detto Lindner. Rispetto a un anno fa, in cui “si discuteva unicamente di aumentare gli investimenti, oggi si parla molto di più di sostenibilità dei debiti”, ha affermato durante una conferenza su inflazione e democrazia. Pur dicendosi favorevole alla transizione energetica, Lindner ha messo in rilievo (quasi a puntarvi il dito contro) il fatto che alcuni investimenti green non risultano favorevoli alla crescita economica, senza specificare meglio quali. E intanto oggi “i soldi ci servono per assicurare il servizio del debito. Non è facile trovare fondi per finanziare nuovi investimenti – ha avvertito -. La questione qui è mantenere la stabilità finanziaria e in Europa molti Stati membri devono pagare differenziali sui tassi (spread) alti. Penso che debbano tornare a politiche di bilancio sane e deficit più bassi in modo da ridurre il rapporto debito-Pil”.

AccessiWay propone il “Manifesto” per la piena accessibilità digitale

AccessiWay propone il “Manifesto” per la piena accessibilità digitaleRoma, 21 nov. (askanews) – Difendere l’accessibilità digitale non solo come motore di inclusione, ma come diritto umano inalienabile. Agevolare la realizzazione di un mondo fisico e digitale accessibile, sostenuto da un contesto normativo chiaro e coerente, per evitare che ogni giorno si alimentino nuove forme di discriminazione. Infatti, nonostante l’accessibilità digitale sia legalmente obbligatoria, il panorama attuale risulta ancora insoddisfacente e contraddittorio. Ecco perché si deve puntare al pieno recepimento dello “European Accessibility Act”, che promuove accessibilità totale per tutti i prodotti e servizi. È questa la “mission” del “Manifesto per la piena accessibilità digitale”, idea lanciata dal presidente di FISH (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) Vincenzo Falabella, rivolto a “leader politici, pilastri dell’industria e cittadini d’Italia”, in occasione del workshop organizzato da AccessiWay dal titolo “2025 Accessibilità e cittadinanza. Il digitale nelle organizzazioni; ecosistemi e processi inclusivi. L’occasione giusta per chiamare a raccolta gli esperti del settore e tracciare un bilancio realistico, guardando ad un percorso comune che possa finalmente fornire le adeguate risposte alle esigenze avvertite, nel mondo, da oltre il 15% della popolazione.

I numeri in Italia. L’accessibilità digitale è un diritto essenziale spesso negato ad oltre un miliardo di persone, nel mondo, con disabilità e bisogni specifici. Appena il 3% circa del web è realmente accessibile, mentre circa il 90% dei siti internet non sono adeguati alle tecnologie assistive. Sono alcuni numeri che fotografano un disagio, prima di tutto la negazione di un diritto, che in Italia danneggia oltre 13 milioni di cittadini ai quali quotidianamente viene impedito di accedere al mondo digitale. Secondo i dati più recenti, nel nostro Paese ci sono 2 milioni di persone con disabilità visiva, oltre 3 milioni di persone con limitazioni funzionali importanti, 2,5 milioni di persone con daltonismo, 500mila persone con epilessia, 3 milioni di persone con Dsa, mentre fra gli adolescenti circa il 7% ha una diagnosi di ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività). In Italia, secondo uno studio condotto da AccessiWay, sono pochissimi i siti, le applicazioni mobili e i documenti digitali in grado di rispondere al 100% ai requisiti richiesti per l’accesso completo delle persone con disabilità. Gli interventi. A sottolineare l’importante dell’accessibilità digitale è stato il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, nel videomessaggio di saluto inviato in occasione del workshop: “Si tratta di un tema attuale, importantissimo, soprattutto per le tante persone con disabilità che entrano nei percorsi di formazione, nel mondo del lavoro, ma anche nel tempo ricreativo della vita quotidiana. È un tema che dovrà trovare molto spazio per il futuro anche per quanto riguarda il progetto di vita, perché per tenere insieme alcune dimensioni, per dare la possibilità a tutti anche di potersi muovere, spostare, comunicare, è importantissimo che cerchiamo sempre di avanzare in questo settore, oggi più che mai”.

Per Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid), “promuovere l’accessibilità digitale significa anche creare l’inclusione massima possibile. Agid sta spingendo per far capire a tutti gli attori coinvolti che migliorare i propri servizi digitali significa raggiungere obiettivi di civiltà, centrare gli impegni dell’Agenda europea 2030, ma anche aumentare il proprio business. Per questo occorre certamente lavorare sui meccanismi sanzionatori e di accertamento ma bisogna battere sul canale culturale per avviare una vera e propria svolta in questo settore”. A descrivere il manifesto è stato Edoardo Arnello, Ceo AccessiWay: “Avere la voce di un’importante Agenzia governativa come Agid, nonché delle maggiori Istituzioni ed Associazioni del settore, non può che aver fatto bene a tutto il panorama del digitale. Quello che abbiamo lanciato oggi è un passaggio importantissimo per tutta la comunità delle persone con disabilità: il “manifesto sulla piena accessibilità digitale” è un documento che mettiamo a disposizione di tutti, pubblico e privato, per far comprendere quanto sia importante garantire la piena fruibilità degli strumenti digitali. Non ci può essere qualcuno, nei prossimi anni, cui sarà negato il diritto alla piena partecipazione della vita quotidiana”.

A farsi promotore del manifesto è stato Vincenzo Falabella, presidente nazionale della Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap): “In questi anni abbiamo lavorato affinché le persone con disabilità fossero considerate non più come persone malate e l’accessibilità digitale è un elemento fondamentale per superare alcuni elementi di stigma che sono ancora presenti nella nostra società. Serve mettere a fattor comune tutte le competenze digitali per raggiungere il massimo livello di accessibilità. Occorre lavorare molto specie in alcune aree del Paese che non hanno ancora una copertura adeguata”. Un appello raccolto dalle Istituzioni, come testimoniato dall’intervento dell’onorevole Luciano Ciocchetti, vice presidente della commissione Affari Sociali della Camera, che ha lanciato la proposta di creare un intergruppo parlamentare per l’accessibilità digitale: “AccessiWay potrebbe svolgere un ruolo di coordinamento e supporto tecnico scientifico e il lavoro dell’intergruppo potrebbe svolgere un compito di spinta per le istituzioni a tutti i livelli per far in modo che le scadenze europee che abbiamo come Paese possano essere portate avanti e rispettate per colmare il gap nel più breve tempo possibile”.

Oltre i vini e i tartufi: il Natale per scoprire colline e borghi del Roero

Oltre i vini e i tartufi: il Natale per scoprire colline e borghi del RoeroMilano, 21 nov. (askanews) – Se i prodotti raffinati che il territorio offre – vini Doc e Docg, tartufi – da soli valgono il viaggio, l’orizzonte delle colline punteggiate da castelli e torri in cotto e arenaria, da borghi sospesi nel tempo e vigneti adagiati sui pendii, contribuisce a immortalarne il ricordo nel tempo. I paesaggi di Langhe, Monferrato e Roero, patrimonio mondiale dell’Umanità per l’Unesco, schiudono la loro riservata bellezza a chi li sceglie come meta, offrendo nuove occasioni di scoperta che si aggiungono a quelle tradizionali dell’enogastronomia e destagionalizzano gli arrivi.

A questo ha pensato Pier Paolo Guelfo, anima e mente del Magico paese di Natale, quando diversi anni fa in questo lembo di terra piemontese ha iniziato a organizzare questo evento natalizio che solo lo scorso anno ha portato qui oltre 500.000 persone, coinvolgendo più di 2.700 strutture ricettive e 11.000 operatori turistici. In realtà tutto è partito da Govone, borgo in provincia di Cuneo, poco più di 2mila abitanti, e sede di una delle residenze reali dei Savoia. Per l’occasione si trasforma in un villaggio natalizio a tutti gli effetti, sulla scia dei grandi parchi divertimento con la differenza che qui il Castello è una residenza reale del ‘700. Nel tempo, però, l’evento è cresciuto e come ricorda Guelfo, “in tanti mi facevano la battuta: ‘con tutta questa gente ogni anno Govone sprofonda di un centimetro in più’”. Da qui la decisione di trasformarlo in un evento diffuso sul territorio, che oggi abbraccia anche altri due centri: oltre a Govone, infatti, fanno parte del Magico paese di Natale Asti, sede del mercatino natalizio, e San Damiano d’Asti, che ospiterà il Presepe vivente. Così, tra elfi, fatine e Santa Claus per cinque settimane, dall’11 novembre al 17 dicembre, il Magico paese di Natale si illumina a festa – scenografica la stella cometa da 17 metri davanti al Castello reale di Govone – richiamando turisti e visitatori che in questi anni hanno contribuito a decretare il successo dell’evento, inserito dal portale European best destinations tra i 10 più importanti mercatini natalizi d’Europa.

Ad aprire le danze della 17esima edizione è stata Asti che, nella centrale piazza Alfieri, ospita il mercatino con 130 casette di legno quest’anno. Nel fine settimana del 18 e 19 novembre, invece, a Govone ha aperto le porte la Casa di Babbo Natale dove musical e animazione attirano adulti e bambini. Infine a partire dal 3 fino al 10 dicembre, la città di San Damiano d’Asti si trasforma in un Presepe vivente dove tra cantine, cortili, vicoli acciottolati e sotterranei un corteo di viandanti accompagna i visitatori a scoprire la rievocazione della natività. “Il Magico paese di Natale è un sogno che mi permette di restare bambino” dice Guelfo, che da entusiasta organizzatore dell’evento, in questi 17 anni, lo ha fatto crescere e ora lo proietta nel futuro lavorando per farlo diventare, entro il 2028, una manifestazione a impatto zero. Un percorso obbligato in un certo senso per rispettare la storia discreta di questi luoghi, l’equilibrio forgiato dalla mano stessa dell’uomo e permettere alle generazioni future di poterne godere, apprezzando il genio e la maestria di chi li ha preceduti.

Mps: tonfo in Borsa (-7,9%) dopo collocamento 25% Mef, scambi boom

Mps: tonfo in Borsa (-7,9%) dopo collocamento 25% Mef, scambi boomMilano, 21 nov. (askanews) – Pioggia di vendite in Borsa, con scambi boom, su Mps dopo il collocamento lampo del 25% del capitale della banca da parte del Tesoro ad un prezzo di 2,92 euro, pari a uno sconto del 4,9% rispetto al prezzo di chiusura del 20 novembre, per un incasso complessivo di 920 milioni. Sulla performance del Monte, reduce da un recente rally, pesa la cessione a sconto: le azioni hanno lasciato sul terreno il 7,94%, chiudendo a 2,828 euro, al di sotto quindi del prezzo dell’accelerated book building rivolto agli investitori istituzionali che ieri sera in poche ore ha ricevuto richieste pari a oltre 5 volte l’ammontare iniziale, alzando l’offerta dal 20% al 25%. Fortissimi gli scambi, con il 7,9% del capitale passato di mano, pari a oltre 100 milioni di titoli.

Con il placement, il Mef è sceso dal 64% del capitale al 39% e si è impegnato a non vendere sul mercato ulteriori azioni per un periodo di 90 giorni. L’operazione, ha spiegato il Tesoro, “rappresenta la prima fase del più ampio processo che porterà il Mef a valorizzare pienamente la banca, nell’interesse della stessa e di tutti gli stakeholders, nel contesto del solido quadro patrimoniale e reddituale che caratterizza la banca e delle sue prospettive di ulteriore sviluppo”. Il mercato si interroga ora sul destino della banca, su quali possono essere i nuovi soci entrati nel capitale e sugli scenari di aggregazione, facilitato dalla discesa nel capitale del Mef. Anche se, “nell’attuale contesto di mercato – scrivono gli analisti di Equita – non vediamo necessariamente l’M&A come uno scenario di breve termine”. A Piazza Affari, intanto, dopo Mps i titoli più venduti sono proprio i due istituti che da sempre vengono associati, nonostante le ripetute smentite, a una possibile unione con Rocca Salimbeni: Banco Bpm ha perso il 4%, Bper il 3,87%.