A Gaza ucciso un capo di Hamas che teneva i civili ostaggio in ospedaleRoma, 11 nov. (askanews) – L’esercito israeliano ha dichiarato oggi di aver ucciso un comandante del gruppo estremista palestinese Hamas che “teneva in ostaggio circa 1.000 abitanti di Gaza all’ospedale Rantisi”.
Nella dichiarazione riportata dai media israeliani, l’esercito ha spiegato che, grazie alle informazioni raccolte dallo Shin Bet e dalla direzione dell’intelligence militare, le truppe della Brigata Givati hanno inviato un caccia per colpire Ahmed Siam, il comandante della compagnia Nasser-Radwan di Hamas, che impediva ai civili di lasciare l’ospedale. Siam è stato ucciso nella scuola al-Buraq di Gaza City, insieme ad altri agenti di Hamas sotto il suo comando, ha precisato l’esercito. Ieri l’agenzia di stampa palestinese Wafa aveva riferito del raid israeliano sulla scuola, affermando che ha causato oltre 50 morti, tra cui donne e bambini.
Vino, da 24 a 26 novembre a Genova la Convention nazionale dell’AisMilano, 11 nov. (askanews) – Da venerdì 24 a domenica 26 novembre a Genova si terrà la Convention nazionale 2023 dell’Associazione italiana sommelier (Ais), giunta quest’anno alla 55esima edizione. Dopo ventidue anni dal Congresso nazionale svoltosi nel 2001 nel capoluogo ligure, l’appuntamento biennale di Ais ritorna nel capoluogo ligure con un format rinnovato: il congresso, infatti, si trasforma in una vera e propria Convention, aperta per la prima volta al pubblico. Un contenitore ricco di appuntamenti, dibattiti, itinerari e iniziative legate al tema del “Paesaggio”, il fil rouge della nuova edizione. Ai consueti appuntamenti istituzionali, come la riunione del Consiglio nazionale e l’Assemblea dei soci, si alternano degustazioni, visite alla città, iniziative didattiche e culturali dedicate al pubblico di appassionati.
“Il Congresso nazionale di Ais è l’appuntamento più importante della nostra associazione” ha ricordato il presidente dell’Ais, afferma Sandro Camilli, spiegando che “quest’anno abbiamo deciso di estenderlo agli appassionati del settore enogastronomico e trasformarlo in una Convention aperta a tutti”. “Il tema centrale del paesaggio legherà tutti gli eventi, dagli incontri divulgativi a quelli di degustazione, fino a toccare gli ambiti artistici” ha proseguito, aggiungendo che “durante la convention lo esploreremo con una tavola rotonda, una mostra fotografica, l’istallazione di opere scultoree realizzate appositamente e, ancora, attraverso un tour ideato per l’occasione ai Palazzi dei Rolli e interpretato per l’occasione dalla storica dell’arte Federica Spadotto”. “Il paesaggio è una realtà complessa e i cambiamenti climatici, con le loro conseguenze, hanno messo a nudo la sua fragilità: sta a noi prendere coscienza del nostro impatto sul pianeta e prendercene cura” ha continuato Camilli, concludendo che “il messaggio che parte dalla convention di Genova è quello che dobbiamo ritrovare l’armonia con noi stessi, con i nostri simili, con la natura e con la nostra storia e che il paesaggio può essere uno straordinario elemento di sintesi di queste dimensioni”. In queste tre giornate, Genova diventa teatro di importanti eventi per la valorizzazione delle eccellenze e le tipicità territoriali. La giornata iniziale di venerdì è dedicata agli addetti ai lavori e alle scuole, con la Riunione del Consiglio Nazionale e l’incontro dedicato agli studenti dal titolo “Il bere consapevole”. Sabato, dopo l’Assemblea dei soci riservata al pubblico di settore, è invece in programma la tavola rotonda “Paesaggio e cambiamenti climatici” a cui parteciperanno, tra gli altri, l’esploratore Alex Bellini, il climatologo Luca Mercalli e lo scrittore e paesaggista Antonio Perazzi. Sempre il 25 novembre è in programma un’originale visita ai Palazzi dei Rolli in chiave enogastronomica, in cui il pubblico, condotto da esperte guide, può visitare le meravigliose dimore storiche genovesi sempre attraverso il fil rouge del “paesaggio” e assaggiare in anteprima 22 tra le “Gemme di Vitae” della Guida “Vitae 2024” dell’Ais che raccoglie i migliori vini italiani dell’anno. Infine, domenica si terrà la finale del concorso il “Miglior Sommelier d’Italia – Premio Trentodoc”: dopo la semifinale a porte chiuse in programma il giorno precedente, la finale alla presenza del pubblico si terrà a bordo di MSC World Europa, la nuova ammiraglia “green” di MSC Crociere.
L’evento è organizzato dall’Ais con il patrocinio della Commissione Europea, del ministero del Turismo e dell’Università di Genova, e il sostegno di Regione Liguria, Camera di Commercio e Comune di Genova.
Schlein: Meloni ha già fallito, dobbiamo costruire una alternativa vincenteRoma, 11 nov. (askanews) – “Meloni ha fallito e noi sentiamo la responsabilità di costruire un’alternativa credibile e vincente”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, in un’intervista a la Repubblica, a poche ore dalla manifestazione a Piazza del Popolo a Roma.
“La piazza del popolo per la pace e la giustizia sociale. Abbiamo lanciato la manifestazione con lo slogan ‘per un futuro più giusto’ per le persone e per il pianeta. Quello che tiene insieme tutto è l’idea di eguaglianza e la difesa dei più deboli. Siamo in piazza la giustizia sociale contro la precarietà e lo sfruttamento che sono favoriti dalle politiche di questo governo. Per dire basta alle discriminazioni contro le donne, contro le persone migranti, le persone Lgbtq+”, ha detto. Schlein ha attaccato anche la manovra del governo Meloni. “Il taglio del cuneo non aumenta di un euro i salari nel 2024 e dura solo un anno, è uno spot per le Europee e poi chissà. La realtà è che questa manovra è profondamente iniqua e riesce a colpire tutte le generazioni. Le nonne e i nonni sulle pensioni e la sanità, colpisce le madri e i padri aumentando le tasse sui pannolini, sui prodotti per la prima infanzia e persino sugli assorbenti, tradisce la promessa sui nidi gratuiti e non migliora le condizioni di vita delle famiglie e delle donne. E, infine, colpisce anche le figlie e i figli, perché non c’è nulla sul diritto allo studio, sul diritto alla casa e sul clima”.
“Questo governo non solo sembra essersi arreso nel contrasto all’evasione, ma ha adottato misure che strizzano l’occhio a chi evade e danno una sberla a chi le tasse le paga, come i pensionati. Pensi che hanno persino rinunciato all’obiettivo da 15 miliardi del Pnrr legato al recupero dell’evasione”, ha aggiunto Schlein.
Oggi e domani il 12esimo turno di serie A con il derby Lazio-RomaRoma, 11 nov. (askanews) – Si gioca oggi e domani il dodicesimo turno di serie A in cui spicca il derby della Capitale Lazio-Roma. Poi la sosta. Si riprende il 25 novembre con la dodicesima giornata. Turno che prevede domenica 26 Juventus-Inter alle 20.45. Questo il programma: 12^ giornata Sassuolo-Salernitana 2-2 Genoa-Hellas Verona 1-0 Sabato 11 novembre 15 Lecce-Milan 18 Juventus-Cagliari 20.45 Monza-Torino Domenica 12 novembre 12.30 Napoli-Empoli 15 Fiorentina-Bologna 15 Udinese-Atalanta 18 Lazio-Roma 20.45 Inter-Frosinone Classifica: Inter 28, Juventus 26, Milan 22, Napoli 21, Atalanta 19, Bologna 18, Fiorentina, Roma 17, Monza, Lazio 16, Torino e Frosinone 15, Genoa 14, Lecce 13, Sassuolo 12, Udinese 10, Cagliari 9, Verona 8, Empoli 7, Salernitana 5.
Cinque Regioni al voto nel 2024, il centrodestra cerca confermeMilano, 11 nov. (askanews) – Non solo le europee di giugno, ma anche cinque banchi di prova regionali. È lo scenario elettorale del 2024 che vede in programma il rinnovo delle amministrazioni di Sardegna e Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria. Tutti territori governati oggi dal centrodestra che andranno molto probabilmente al voto in date diverse, da febbraio all’autunno. La coalizione di governo, salvo sorprese, si presenterà compatta cercando la riconferma dei presidenti uscenti, mentre il centrosinistra dovrà cercare un asse con il M5s e con almeno una parte del defunto Terzo Polo (Azione).
In Sardegna, dove si voterà molto probabilmente a febbraio, non è però ancora certa la ricandidatura di Christiano Solinas (Partito sardo d’azione-Lega). Al suo posto Fdi potrebbe far correre il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. Per il centrosinistra è stata invece ufficializzata la corsa dell’ex viceministra Cinque Stelle Alessandra Todde, che al termine di un incontro a Cagliari fra i rappresentanti delle forze di opposizione a Solinas ha ottenuto il disco verde da 12 sigle su 15. Non ha convinto l’ex presidente Renato Soru che potrebbe correre comunque da solo. In Abruzzo si andrà alle urne il 10 marzo e il centrodestra sembra avviato verso la ricandidatura di Marco Marsilio (Fdi), mentre la coalizione di centrosinistra ha ufficializzato che lo sfidante sarà l’ex rettore dell’Università di Teramo, Luciano D’Amico, appoggiato, dopo qualche tentativo di resistenza, anche da Azione. L’altro presidente uscente la cui ricandidatura sembra più a rischio è quello della Basilicata, Vito Bardi (Forza Italia), nonostante i vertici del suo partito abbiano finora cercato di blindarlo. Sul fronte opposto il centrosinistra non ha ancora deciso se scegliere lo sfidante con le primarie o meno, ma intanto il Pd ha lanciato l’imprenditore Angelo Chiorazzo, gradito finora solo da una parte del M5s. In Piemonte, salvo l’ipotesi di un anticipo del voto a marzo in tutte le Regioni in scadenza eccetto l’Umbria, si voterà a giugno e in ogni caso Alberto Cirio (Forza Italia) conta di correre per un secondo mandato per il centrodestra anche se Giorgia Meloni, un mese fa a Torino, non ha confermato il suo via libera ma solo la sua “stima” per il presidente uscente. Quanto al centrosinistra si è fatta avanti la vicepresidente del Pd Chiara Gribaudo e la candidatura di Todde in Sardegna potrebbe aumenta le sue possibilità di ottenere l’appoggio del M5s piemontese.
In Umbria, nonostante si voti probabilemente a ottobre, la presidente uscente Donatella Tesei (Lega) ha già ufficializzato la propria ricandidatura, ma Fdi farà pesare il proprio maggiore peso elettorale.
Regione Liguria, Lega: Alessio Piana per assessorato Sviluppo economicoRoma, 11 nov. (askanews) – “Il direttivo regionale della Lega Liguria – allargato ai consiglieri regionali – ha indicato il genovese Alessio Piana alla guida dell’assessorato regionale allo Sviluppo economico in Liguria”. Così in una nota
“Già presidente del consiglio comunale di Genova, Piana è consigliere regionale e presidente della Commissione Sviluppo economico. Ad Andrea Benveduti, che nelle ultime ore ha rimesso le deleghe al governatore Toti, va il nostro più sincero ringraziamento per l’importante lavoro svolto nel quinquennio in cui è stato assessore. Con Piana prosegue un percorso in continuità fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi comuni al buongoverno della giunta di centrodestra di cui la Lega è un solido pilastro”, conclude la nota.
Israele annuncia una “pausa tattica” nel campo profughi di Jabalia a GazaRoma, 11 nov. (askanews) – L’esercito israeliano ha annunciato su Twitter sette ore di corridoio umanitario lungo la strada Salah a-Din, già usata nei giorni scorsi dai palestinesi che si spostano dal nord al sud della Striscia di Gaza, e “una pausa tattica delle attività militari” di quattro ore nel campo profughi di Jabalia, sempre per consentire l’evacuazione verso sud.
Il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane, il tenente colonnello Avichay Adraee, ha precisato su X che la strada Salah a-Din sarà aperta dalle 9 alle 16, aggiungendo che i civili potranno raggiungere il sud della Striscia di Gaza anche attraverso la strada costiera. Inoltre ha dichiarato che l’esercito effettuerà “una pausa tattica delle attività militari” a Jabalia dalle 10 alle 14.
A Gaza spenti tutti i generatori all’ospedale Al ShifaRoma, 11 nov. (askanews) – “Questo è il momento su cui avevamo in guardia il mondo intero, tutti i generatori sono spenti, tutte le fonti di energia sono esaurite”: lo ha detto ad Al Jazeera il vice ministro della Sanità della Striscia di Gaza, Youssef Abu Alreesh, che si trova all’interno dell’ospedale al-Shifa, il più grande dell’enclave palestinese, circondato dalle forze israeliane.
“Abbiamo 39 neonati nelle incubatrici, quei bambini stanno lottando contro la morte”, ha denunciato, aggiungendo: “Nessuno può muoversi nel complesso, i cecchini sono posizionati ovunque, oltre ai droni che prendono di mira e uccidono qualsiasi persona si muova”. Il vice ministro ha riferito di “violenti scontri nei pressi dell’ospedale”. “Tutto quello che posso dire è che abbiamo iniziato a perdere vite umane. I pazienti muoiono di minuto in minuto, anche i bambini nelle incubatrici. Abbiamo perso un bambino nell’incubatrice, abbiamo perso anche un giovane nel reparto di terapia intensiva”: è quanto ha detto ad al Jazeera il direttore dell’ospedale al Shifa di Gaza City, Muhammad Abu Salmiya. La struttura ospedaliera, la più grande della Striscia di Gaza, “è circondata e gli edifici dell’ospedale presi di mira, le forze di occupazione israeliane sono fuori e impediscono a chiunque di muoversi”. “L’ospedale è rimasto senza elettricità, senza internet e perfino senza acqua e forniture mediche – ha proseguito Abu Salmiya – siamo totalmente tagliati fuori dal mondo, siamo a pochi minuti da una morte imminente. Siamo bloccati, abbiamo inviato molti SOS al mondo intero, non c’è stata risposta, nessuna risposta”.
Nuovi Orizzonti, a un mese di distanza la Missione di Roma continuaRoma, 11 nov. (askanews) – ‘È passato quasi un mese dalla Missione di Roma, quando più di 400 missionari sono andati per le strade, nelle piazze, nelle scuole, in università, ospedali, carceri, centri commerciali… in tanti luoghi di aggregazione per proporre l’esperienza di Dio attraverso incontri, ascolto, testimonianze o momenti di preghiera e di festa. È stato forte, anche i più esperti sono rimasti sorpresi da come il Signore ha operato e dalla sete grande delle persone incontrate. Si è innescato qualcosa che non vuole finire: i sacerdoti delle parrocchie di Roma vedono tornare le persone incontrate, che li cercano; persone lontanissime dalla Chiesa hanno ripreso a frequentare la Messa e si sono messe a disposizione per attività di volontariato. La Missione continua’.
Un articolo per il sito di Nuovi Orizzonti, la comunità fondata da Chiara Amirante, racconta il bilancio della missione di strada a Roma e, a distanza di un mese, la sua continuità. ‘Pochi giorni fa – spiega Don Davide Banzato che ha curato con la redazione del sito di Nuovi Orizzonti questo articolo – ero connesso con un gruppo in cui c’era Catalina, che è venuta apposta dal nord della Germania per vivere qualche giorno di Missione. All’inizio della connessione, ho notato che aveva al polso il braccialetto rosso dei missionari, col QR Code che rimanda alle informazioni sulle nostre attività. Le ho chiesto perché portava ancora il braccialetto e mi ha risposto che così la gente lo notava, le chiedeva e lei poteva spiegare… E nella stessa connessione era presente una statunitense incontrata in Piazza del Popolo, che ora dagli Stati Uniti segue la SpiriTherapy: la Missione continua. E ogni sabato la gente di Nuovi Orizzonti torna in piazza, in strada, là dove siamo nati, là dove è nato il Vangelo’.
Ecco alcuni racconti dei missionari: Mi ha colpito soprattutto un ragazzo che camminava insieme a noi, come me alla sua prima esperienza di missione: i primi giorni non sorrideva, non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti. Ma poi pian piano già dal secondo giorno tutti vedevamo in lui una luce diversa. Ha iniziato a raccontare di se stesso e delle sue ferite, ha trovato in noialtri missionari dei fratelli a cui affidare il suo dolore. Alla fine della missione sembrava un ragazzo nuovo.
A volte penso che ‘gli ultimi’ siano quelli senza una lira, e invece ho visto sguardi spenti e tristi, tanto tra gli studenti all’università la Sapienza, tra i lavoratori in giacca e cravatta, tra i ‘trasgressivi’ dell’ultimo banco a scuola, tra i commessi sorridenti di Dior e in strada sui cartoni… ma ho visto quegli sguardi duri cambiare e sciogliersi quando capivano che non eravamo in giro per vendere qualcosa o per pubblicizzare… eravamo lì solo per ascoltarli, per chinarci sulle loro sofferenze, perché potevano gettare via per un attimo ogni meccanismo di difesa e mostrarsi così come erano. Mi porto il desiderio di eternità che ho visto impresso nei loro cuori. Davanti all’ ‘Amore per sempre’ si scioglievano. Siamo fatti per quello. Un’altra esperienza con due ‘invisibili’ l’ho vissuta alla stazione Termini. Qui Anton e Florian in principio erano arrabbiati, non tanto con noi che ascoltavamo la loro storia, quanto nei confronti di Dio, dal quale si sentivano abbandonati. Quando una missionaria ha testimoniato come Gesù ha cambiato la sua vita, il loro sguardo è cambiato, e quando uno di noi ha abbracciato Anton, senza chiederglielo, con un gesto spontaneo d’amore, quest’ultimo ha sentito l’abbraccio di Gesù, come ci ha detto lui stesso.
I primi giorni sono stati difficili, mi sentivo fuori luogo. I giorni successivi sono riuscita a uscire dai miei limiti, fermavo qualsiasi persona e non sentivo stanchezza. Giorno dopo giorno avevo il desiderio di dare sempre di più, di trasmettere l’amore che avevo in quel momento dentro di me. Più persone evangelizzavo e più quest’amore aumentava. Sentivo Gesù vicino a me. Persone incontrate al carcere di Rebibbia mi hanno consegnato vissuti importanti in una combinazione di ferite e speranze. Hanno toccato il mio cuore, commuovendolo e attivandolo in una profonda preghiera perché le loro vite rifioriscano al più presto. Insieme abbiamo consegnato al Signore tutto il peso che continua a segnare il loro presente. Ed Egli ha immediatamente consolato e trasformato il volto di questi fratelli, rendendoli contagiosi di una luce che prima mancava. Insieme agli altri detenuti e agli amici missionari, infatti, siamo stati spettatori e allo stesso tempo protagonisti della presenza e dell’azione dello Spirito Santo in quella cappellina tra i padiglioni di Rebibbia, in quel preciso gruppo che con noi ad un certo punto ha iniziato a cantare e ballare, a condividere abbracci e una forte vicinanza fraterna. Incredibile… eppur vero! All’università La Sapienza con tre ragazze indonesiane, una cattolica, una protestante e l’altra islamica: abbiamo pregato insieme a loro ed è stato bello! Al centro commerciale avevamo il cartello degli ‘abbracci gratis’ e una signora dopo aver letto il cartello mi dice: ‘Da quanto tempo lo aspettavo!’. Quanto c’è bisogno di abbracci! E poi c’è stata la festa, c’è stata la preghiera, c’è stato il momento finale che ha fatto esplodere quella gioia incontenibile che mi portavo nel cuore. Mi sono rimaste nel cuore le ragazze dell’istituto professionale che hanno paura di essere felici, perché la felicità a volte fa veramente paura: in particolare Alessia e la sua solitudine, quella solitudine dove chiedere aiuto è più difficile della paura stessa del lasciarsi amare. Grazie a voi ragazzi, perché mi ricordate che per raggiugere la felicità dobbiamo essere noi per primi a rincorrerla e soprattutto c’è Qualcuno che prima di noi vuole donarcela. L’ultimo grazie va a te, Chiara, perché, nonostante le tue quattro sindromi, sei stata in prima linea a testimoniare nelle piazze e nelle strade che Dio è amore e che senza di Lui siamo nulla. Grazie perché ancora una volta ci hai dimostrato la forza da Lui donata, una forza e una fede che sposta le montagne, che spazza via ogni nuvola, che fa gridare al mondo che siamo amati da un Amore pazzo e incondizionato. Tra le corsie di neurochirurgia insieme ad un sacerdote ho potuto tenere la mano ad una donna che aveva appena subito un delicato intervento alla testa. L’incontro con quegli occhi di moglie, di madre di due figli, di una donna giovane con una strada così in salita mi ha spalancato il cuore e mi sono sentita privilegiata a poter custodire le sue lacrime; anche quelle di un uomo molto coraggioso e tenace che non poteva alzarsi dal letto senza un aiuto per riprendere piano piano a camminare e si è lasciato accompagnare da noi, riprendendo improvvisamente fiducia nel poterci riprovare da solo, sostenuto da una fede rinnovata e così come le lacrime di un altro uomo che ci ha raccontato che dopo un incidente gravissimo, in un’esperienza di premorte ha visto Gesù e ha lasciato una vita di truffe e criminalità in favore di una vita onesta, alla ricerca della vera ricchezza che non si perde. Porto nel cuore la semplicità dell’accoglienza che abbiamo ricevuto da un gruppo di giovani: alcuni stavano fumando degli spinelli quando siamo arrivati e ci siamo trovati a festeggiare i 15 anni di una ragazza davvero tenerissima. Loro ci hanno tenuto che stessimo lì con loro a festeggiare e accettando di pregare insieme e chiedendoci di pregare ancora. Uno di loro, Alessandro, residente di un quartiere malfamato di Roma, è venuto al concerto finale ed è rimasto a pregare e cantare con noi e ci ha condiviso che ‘una cosa così bella non l’aveva mai vissuta’. Ho sperimentato la vertigine di un amore capace di miracoli. La missione di Roma è stata forse la settimana più emozionante della mia vita. Un giorno siamo andati a San Pietro, mi sono messo a chiedere lo Spirito Santo e poi, voltandomi, mi è venuto incontro un ragazzo. Ci siamo fermati e l’ho subito abbracciato e nel parlare mi ha raccontato che vive per strada, che è stato in galera, che fuma cocaina e ha cominciato a parlare e a raccontare. Intorno a questo ragazzo si è formato un gruppo di missionari e, nel ricevere un abbraccio da uno di noi, mi ha stupito vedere il suo volto cambiare, rilassarsi, e ho visto nascere nei suoi occhi un po’ di pace e speranza. Alla fine L’abbraccio di Chiara che mi ha ringraziato della testimonianza che ho fatto e trovarmi lì con lei che ringrazia me è stato troppo emozionante: vorrei ringraziarla di cuore per questa realtà che ha creato visto che in quel momento sono rimasto senza parole e non sono riuscito a dirglielo. La cosa che mi porto dietro di questa missione è che ho capito che, se stai all’amore e credi veramente che Dio c’è, si può aprire un mondo che per me prima era solo fantasia; da questa missione ho capito che vorrei donare l’amore che mi è stato donato e poter aiutare, o almeno provare a spiegare a chi è come ero io nella solitudine, che insieme a Dio e alle persone si può uscire dagli inferi. Se tra il caos di Roma perdevo le persone di riferimento, appena vedevo un altro gruppetto con la mia stessa maglietta rossa mi sentivo già al sicuro, perché anche se non le avevo mai viste in vita mia, sapevo che erano persone squisite! Nella chiesa San Giuseppe Cottolengo eravamo sempre indaffarati: chi partiva e chi tornava, sembrava un alveare di api produttrici d’amore! Quando penso a tutto ciò mi si riempie il cuore d’amore. Sicuramente non dimenticherò l’incontro fatto con Sofia durante la ‘Luce nella notte’ al centro commerciale Aura: sugli scalini c’era una ragazzetta intenta a guardare il suo telefonino: anfibi ai piedi, pantaloni neri e giacchetto in pelle nero. Ho guardato il mio fratello Jimmy, appena conosciuto, facendogli cenno di sedersi con me sugli scalini inferiori e così abbiamo conosciuto la studentessa punk: le parlavo ma lei, guardando il cellulare, mi ha detto che il suo ragazzo stava arrivando a prenderla e non aveva tempo per ascoltarmi. Mentre temporeggiava, io le parlavo e appena le ho parlato del mio incontro con l’amore, ha alzato lo sguardo e mi ha ascoltato incuriosita. Le ho proposto di entrare in chiesa e non avrei mai pensato che avrebbe accettato. Non esistono parole per descrivere cosa ho provato portandola di fronte a Gesù e pregare con lei in ginocchio, una ragazzina così piccola. Terminato tutto, fuori dalla chiesa, con le lacrime sul viso, mi ha ringraziato per averle fatto conoscere il nostro Gesù. Ripenso agli occhi dei ragazzi e delle ragazze delle scuole che da vacui e spenti diventano vivi e assetati, perché il nostro cuore riconosce l’Amore, il nostro cuore riconosce Dio. ‘Ringrazio Gian Michele, Giulia, Glauco, Chiara, Davide, Rita, Carmen, Francesca, Francesca, Riccardo, Salvatore e Sara per le loro condivisioni – conclude Don Davide Banzato -. Il titolo della Missione era Vivi per qualcosa di grande. Ecco: è successo qualcosa di così grande che non ci stanchiamo di raccontarcelo. Così grande che la Missione continua! ‘.
Strage Nassiriya, Schifani depone corona allora a PalermoRoma, 11 nov. (askanews) – In occasione delle celebrazioni per il ventesimo anniversario della strage di Nassiriya, in Iraq, del 12 novembre 2003, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha deposto una corona di alloro ai piedi della lapide dedicata ai caduti militari e civili che si trova a Palazzo d’Orléans.
“La memoria di chi ha dato la vita per il nostro Paese non appartiene alle forze armate, né alle istituzioni, né ad una parte politica, ma è patrimonio indissolubile dell’intera collettività e per questo va coltivata sempre. A 20 anni di distanza da quel 12 novembre 2003, è ancora vivido il ricordo degli italiani caduti in Iraq e il nostro pensiero va in particolare ai caduti siciliani: Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Emanuele Ferraro, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horacio Majorana e Alfio Ragazzi. I loro nomi rimarranno per sempre nel cuore di tutti noi per la dedizione e il senso del dovere profuso in una missione di pace che li ha strappati alla vita e all’affetto dei loro cari. E proprio a loro, a chi è rimasto, dico che in questi anni ho sempre apprezzato la compostezza con cui hanno vissuto il loro dolore”, ha detto il governatore. Nel corso della commemorazione per la “Giornata del ricordo dei Caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace”, a cui hanno partecipato autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e d’arma, oltre ad alcuni familiari delle vittime, è stato suonato il Silenzio di ordinanza in onore di tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita nelle numerose missioni di pace condotte dall’Italia.
“Ricordo con commozione il giorno del quinto anniversario dell’attentato, nel 2008, quando il Senato, di cui ero presidente, ha intitolato la Sala delle conferenze stampa di Palazzo Madama ‘A tutti gli italiani caduti nel corso dell’operazione Antica Babilonia’. Costruire la pace nei territori di guerra è un gesto nobile e rappresenta l’identità del nostro Paese ma, proprio in questo particolare momento storico, dobbiamo essere sempre più consapevoli che significa anche rischiare la vita in prima persona. E per questo, dobbiamo essere sempre grati alle nostre forze armate”, ha aggiunto Schifani.