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Tag: Sanremo 2023

Salvini: non voglio litigare con Tajani, ma siamo stati eletti per tagliare tasse

Salvini: non voglio litigare con Tajani, ma siamo stati eletti per tagliare tasseRoma, 28 nov. (askanews) – “Il centrodestra è stato votato dai cittadini per abbassare le tasse, non per aumentarle. Peraltro il canone era già stato ridotto l’anno scorso con i voti di tutta la maggioranza. Non capisco le polemiche. Ammetto però che nelle ultime ore non ho seguito direttamente le dinamiche parlamentari perché mi sono dedicato allo sciopero dei trasporti. Mi dispiace che una forza di maggioranza abbia votato con il Pd e sottolineo con soddisfazione invece che la Lega ha ottenuto la rateizzazione dell’acconto di novembre da gennaio a maggio 2025. È una boccata di ossigeno per quasi 300mila contribuenti”. Lo dice il vicepremier, ministro per le Infrastrutture e i Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, in una intervista alla Verità.


“Non rincorro i retroscena e non voglio litigare con Tajani ma ribadisco che un anno fa Fi votò la riduzione del canone. Ricordo che l’amico Berlusconi anche lui riteneva che il canone fosse una gabella da limare. Io sarei per la cancellazione”, risponde alla domanda se per Fi il tema delle tv sia sensibile ed è per questo che il partito fondato da Berlusconi ha votato contro il taglio del canone mandando sotto il governo. Quanto alla diversità di vedute tra Lega e Fi su Unicredit-Banco Bpm, Salvini osserva: “Le banche sono private ma svolgono un servizio fondamentale per i cittadini: chiudere sportelli, licenziare lavoratori, ridurre mutui e prestiti erogati, come successo in passato dopo acquisizioni e fusioni, non è utile al paese e non è gradito alla Lega”. Per il Ministro Unicredit è una banca straniera “perché i fondi italiani rappresentano solo l’8%. Ricordo che il presidente del Cda è Padoan, già ministro di sinistra che non ha lasciato buoni ricordi nel sistema bancario italiano: mi riferisco ai danni fatti dal Pd al Monte dei Paschi di Siena”.

Riso Vialone Nano Veronese Igp, campagna 2024 produzione -10%

Riso Vialone Nano Veronese Igp, campagna 2024 produzione -10%Roma, 28 nov. (askanews) – Si chiude con una riduzione produttiva del 10% la campagna risicola del 2024 per il Riso Nano Vialone Veronese IGP, un riso ottenuto esclusivamente da semi selezionati della varietà Vialone Nano della specie japonica, che è il risultato di un rigoroso disciplinare di produzione.


Una riduzione dovuta a condizioni climatiche avverse, con piogge molto abbondanti che hanno influenzato le fasi di semina e raccolta. Nonostante ciò, spiega il Consorzio in una nota, la qualità del raccolto rimane invariata.

Ucraina, attacco russo alle infrastrutture energetiche, un milione di persone senza luce

Ucraina, attacco russo alle infrastrutture energetiche, un milione di persone senza luceRoma, 28 nov. (askanews) – L’infrastruttura energetica dell’Ucraina è “stata sottoposta a un massiccio attacco nemico”, ha affermato il ministro dell’Energia del paese, dopo che è stato dichiarato un allarme antiaereo a livello nazionale a causa del possibile arrivo di missili.


“Ancora una volta, il settore energetico è sottoposto a un massiccio attacco nemico. Gli attacchi alle strutture energetiche stanno avvenendo in tutta l’Ucraina”, ha affermato German Galushchenko in un post su Facebook, aggiungendo che l’operatore della rete elettrica nazionale ha “urgentemente introdotto interruzioni di corrente di emergenza”. Centinaia di migliaia di famiglie ucraine sono rimaste senza elettricità a causa del massiccio attacco missilistico russo contro le infrastrutture energetiche del Paese, secondo quanto riferito da funzionari regionali.


“Circa 523.000 consumatori, tra famiglie e aziende, sono rimasti senza elettricità nella regione occidentale di Leopoli”, ha affermato il presidente dell’amministrazione locale, Maksym Kozytsky. Nelle regioni nord-occidentali di Rivne e Volinia, invece sono senza corrente elettrica rispettivamente 280.000 e 215.000 utenti. “L’uso di bombe a grappolo da parte della Russia contro le infrastrutture energetiche ucraine é “una vile escalation delle tattiche terroristiche”, ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.


“In diverse regioni sono stati registrati attacchi con missili Kalibr con testata a grappolo, in particolare su infrastrutture civili. Questo rende molto più difficile per i nostri soccorritori e lavoratori del settore energetico riparare gli effetti degli attacchi” ha scritto Zelensky sul suo profilo di Telegram.

Si va verso una filiera brassicola italiana al 100%

Si va verso una filiera brassicola italiana al 100%Roma, 28 nov. (askanews) – Si va verso una filiera brassicola italiana al 100%, con birre aromatiche, a basso tenore alcolico e amiche dell’ambiente fatte con luppolo e orzo da filiera sostenibile. Sono gli obiettivi principali del progetto LOB.IT “Luppolo, Orzo, Birra: biodiversità ITaliana da valorizzare”, coordinato dal Crea con il suo Centro di Olivicoltura, Frutticoltura ed Agrumicoltura, in collaborazione con l’Università di Parma e finanziato dal Masaf, che punta a costruire una filiera nazionale di settore. I risultati del primo anno di attività progettuale sono stati presentati oggi a Roma, nel convegno “La centralità della ricerca per lo sviluppo di una filiera brassicola sostenibile e Made in Italy: l’esperienza del progetto LOB.IT”.


A fronte di una criticità nel fabbisogno di materia prima che si attesta per il malto d’orzo oltre il 60% e per il luppolo addirittura poco sotto il 100%, i ricercatori hanno lavorato per poter disporre di materiale di propagazione sano per la filiera. Sono stati sperimentati, inoltre, modelli di gestione virtuosi per una luppolicoltura che punta alla diversificazione e alla sostenibilità. Nel settore cerealicolo, invece, sono state studiate le varietà italiane di orzo distico da coltivazione convenzionale e biologica e gli aspetti legati all’attitudine maltaria di frumenti antichi e moderni. Infine, sono stati approfonditi sia l’utilizzo di lieviti spontanei nella produzione di birre sempre più legate al terroir sia l’impatto sul profilo aromatico dell’uso di lieviti innovativi nella produzione di birre a ridotto contenuto alcolico. Sul fronte economico, oltre alle analisi statistico-economiche del settore, sono stati presentati per la prima volta i dati sulle caratteristiche economiche e strutturali delle aziende della filiera brassicola, dai quali si evince che, sebbene la coltivazione del luppolo rappresenti una frazione marginale della superficie aziendale complessiva, essa mostra un’elevata redditività: il margine lordo si attesta intorno ai 14.000 euro/ha, mentre il margine operativo netto, una volta sottratti i costi della manodopera, è di poco inferiore agli 8.000 euro/ha. Situazione inversa per l’orzo distico da malto, per cui la redditività è modesta: il margine lordo è pari a circa 650 euro/ha e viene interamente assorbito dai costi della manodopera; la sostenibilità economica della filiera risulta garantita principalmente da un’elevata incidenza di manodopera familiare o dalla capacità di sfruttare economie di scala per ammortizzare i costi del lavoro.


La filiera in costruzione mira ad offrire prodotti italiani di qualità, sostenibili, innovativi e a forte connotazione territoriale, inducendo al tempo stesso il consumatore al consumo responsabile di questa bevanda, sottolineandone anche gli aspetti nutrizionali e nutraceutici. Il settore della birra è importante per il comparto agroalimentare italiano, perché genera valore condiviso lungo tutta la filiera e produce un gettito fiscale che si attesta intorno ai 4 miliardi di euro. Ma soprattutto, la birra è un prodotto della terra. Quello brassicolo, infatti, è un settore in cui le materie prime svolgono un ruolo cruciale, sia nel determinare la qualità delle produzioni, conclude il Crea, sia nel definirne la sostenibilità, dato che più dell’80% della materia prima in ingresso diventa scarto di produzione.

Agricoltura, Prandini: risorse Pac non sono più sufficienti

Agricoltura, Prandini: risorse Pac non sono più sufficientiRoma, 28 nov. (askanews) – “Le risorse della Pac così come sono state pensate non sono più sufficienti: gli Stati Uniti investono 4 volte di più rispetto all’Europa sulle filiere del cibo e dell’agricoltura e si deve guardare all’innovazione, al giusto reddito degli agricoltori, all’agricoltura di precisione con uso dei dati e intelligenza artificiale dove però la macchina non deve mai sostituire l’uomo”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, a margine della giornata inaugurale del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti.


“L’Europa – ha detto Prandini – deve guardare a una sfida di carattere globale, Stati Uniti e Cina sono molto più avanti di noi e dobbiamo potere recuperare anche attraverso grandi progetti come quello per i bacini di accumulo in termini di acqua”.

Gualtieri: agricoltura al centro nostra azione amministratitva

Gualtieri: agricoltura al centro nostra azione amministratitvaRoma, 28 nov. (askanews) – “Stiamo cercando di fare tornare l’agricoltura al centro della nostra azione amministrativa e vogliamo valorizzare il patrimonio dell’agro romano puntando sull’innovazione e sull’agricoltura sociale”. Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intervenendo in apertura del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione di Coldiretti in corso oggi e domani a Villa Miani a Roma e organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti.


Gualtieri ha sottolineato che l’agricoltura “è un bene prezioso e un grande generatore di socialità, e penso ad esempio agli orti urbani stanno diventano una realtà importante, come anche la rete dei farmers market che noi vogliamo aumentare. Abbiamo portato l’agricoltura tra all’interno dei progetti del Giubileo e vogliamo valorizzare i mercati come centri vivi del quartiere”.

6 italiani su 10 temono che cibo finisca per carestie e guerre

6 italiani su 10 temono che cibo finisca per carestie e guerreRoma, 28 nov. (askanews) – Oltre sei italiani su dieci temono che la proliferazione delle guerre e gli effetti dei cambiamenti climatici finiscano per ridurre la quantità di cibo disponibile. Ritorna dunque la paura di una carestia globale dinanzi alla quale occorre razionalizzare l’utilizzo delle risorse, a partire dalla necessità di destinare i fondi agricoli europei della Pac solo ai veri agricoltori per continuare a garantire in futuro la produzione alimentare.


E’ quanto emerge dal rapporto Coldiretti/Censis presentato oggi a Villa Miani a Roma in occasione della prima giornata del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma organizzato in collaborazione con The European House – Ambrosetti. Il forum si concluderà domani. Il cibo diventa dunque nell’immaginario degli italiani, spiegano Coldiretti/Censis, una risorsa incerta, potenzialmente scarsa anche in società in cui da tempo prevale l’abbondanza. Non sorprende dunque che il 76% degli italiani chiede di aumentare urgentemente la disponibilità di terreni agricoli per la produzione di cibo e garantirsi l’autonomia alimentare rispetto ai rischi provenienti da guerre e carestie.


Uno scenario, spiega la confederazione agricola, che rafforza le richieste avanzate in tutte le sedi da Coldiretti di incrementare il bilancio agricolo della Pac, la Politica agricola comune, per sostenere la produzione agricola messa sempre più a rischio dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle tensioni internazionali che fanno esplodere i costi di produzione abbassando il reddito degli agricoltori, con il rischio di un crollo della disponibilità di cibo che andrebbe a danneggiare in primis le fasce più deboli della popolazione. La Pac in Europa vale oggi 386 miliardi di euro in totale fino al 2027, di cui trentacinque miliardi di euro per l’Italia. Negli Usa il Farm Bill, il programma di sostegno all’agricoltura statunitense, ricorda la Coldiretti, vale 1400 miliardi di dollari in dieci anni, con un gap profondo che penalizza gli agricoltori europei e che l’Ue dovrebbe impegnarsi a colmare per garantire la sovranità alimentare. Una necessità ancora più impellente se si considera l’elezione a presidente degli Stati Uniti di Donald Trump nel cui programma c’è proprio una serie di misure fiscali e incentivi per rafforzare la produzione alimentare statunitense e incrementare la presenza sui mercati esteri. Ma se si guarda a un altro competitor dell’Europa, la Cina, questa attualmente produce il 70% in più dell’intera produzione agricola dell’Unione.


Peraltro sostenere l’agricoltura, conclude Coldiretti, significa anche sostenere l’ambiente, invertendo la falsa narrazione prevalente con la passata Commissione Ue secondo la quale la transizione ecologica andava fatta contro gli agricoltori, contrapposti assurdamente a una natura della quale, al contrario, sono i primi difensori. Una realtà confermata anche dal comune sentire degli italiani. Secondo Coldiretti/Censis, il 72% dei cittadini ritiene che proprio l’agricoltura e le sue attività siano la miglior garanzia per la tutela del territorio e contro il dissesto idrogeologico.

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatori

Istat, a novembre in calo la fiducia di imprese e consumatoriRoma, 28 nov. (askanews) – A novembre sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori sia l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sono stimati in diminuzione, da 97,4 a 96,6 e da 93,4 a 93,1 rispettivamente. Lo ha reso noto l’Istat spiegando che il clima di fiducia delle imprese scende per il terzo mese consecutivo rimanendo su un livello minimo da aprile 2021.


Tra i consumatori, si evidenzia un peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura: il clima economico cala da 99,7 a 97,8 e quello futuro si riduce da 95,0 a 93,8. Più contenuto il calo del clima personale (da 96,6 a 96,2) e di quello corrente (da 99,2 a 98,7). Sul fronte delle imprese, l’indice di fiducia aumenta nella manifattura (da 85,8 a 86,5) e, soprattutto, nel commercio al dettaglio (da 103,8 a 106,7) mentre diminuisce nelle costruzioni (da 103,9 a 101,5) e nei servizi di mercato (l’indice passa da 95,2 a 93,7).


Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura i giudizi sul livello degli ordini migliorano mentre le aspettative sul livello della produzione diminuiscono; le scorte sono giudicate in decumulo rispetto al mese scorso. Nelle costruzioni, il saldo dei giudizi sugli ordini si rafforza in presenza di un deciso deterioramento delle aspettative sull’occupazione presso l’azienda. Passando al comparto dei servizi di mercato, si evidenzia un diffuso peggioramento di tutte le componenti; invece, nel commercio al dettaglio giudizi e aspettative sulle vendite registrano un’evoluzione positiva e il saldo dei giudizi sulle scorte rimane sostanzialmente stabile.

Osservatorio Visa: più della metà degli italiani utilizza principalmente strumenti di pagamento digitale

Osservatorio Visa: più della metà degli italiani utilizza principalmente strumenti di pagamento digitaleRoma, 28 nov. (askanews) – Negli ultimi tre anni, in Italia l’utilizzo di strumenti di pagamento digitale è cresciuto sensibilmente. L’uso delle app di pagamento e dei digital wallet, in particolare, ne è una dimostrazione: se nel 2021 queste soluzioni erano adottate dal 17% degli italiani, oggi a usarle regolarmente è il 44% dei consumatori. In crescita anche l’utilizzo di carte di debito, credito e prepagate, con rispettivamente il 69%, il 40% e il 41% degli italiani che ne fa un uso abituale per l’acquisto di beni e servizi, in aumento rispetto al 61%, al 34% e al 31% del 2021. È quanto emerge dall’Osservatorio annuale Visa, quest’anno giunto alla terza edizione e realizzato in collaborazione con Ipsos per analizzare le tendenze in atto nel mercato dei pagamenti, le aspettative dei consumatori e le opportunità per gli operatori del settore.


Lo studio, informa una nota, evidenzia un buon grado di fiducia degli italiani verso i pagamenti digitali: il 39% è aperto alle innovazioni tecnologiche che semplificano l’esperienza di pagamento e più di un consumatore su due (il 52%) si è dichiarato Digital First , ovvero effettua pagamenti principalmente con carte, app o digital wallet. Gli Hybrid Payers, cioè coloro che usano i contanti almeno una volta la settimana, si attestano invece al 22%, mentre i Cash Users, ossia le persone che pagano generalmente in contanti, al 26%. “Si coglie una significativa evoluzione nell’approccio ai pagamenti digitali da parte degli italiani: chi li possiede tende a utilizzarli sempre di più e 1 italiano su 5 è pronto a rinunciare all’acquisto se non può pagare tramite carta o app. Un segnale forte per piccole e microimprese ed esercenti che possono contare sugli strumenti digitali non solo per espandere le proprie opportunità di business all’online, ma anche per non perdere occasioni di vendita in store, – ha commentato Stefano M. Stoppani, Country Manager Visa Italia. “In Visa, ogni secondo creiamo e preserviamo il futuro del commercio digitale, consentendo l’accesso sicuro, disponibile per tutti e ovunque, alla nostra rete globale che si estende in oltre 200 Paesi, connettendo circa 14.500 istituzioni finanziarie, più di 130 milioni di esercizi commerciali e 4,3 miliardi di credenziali di pagamento .”


Dalla ricerca è emerso che la gestione dei pagamenti ricorrenti è il servizio più utilizzato, con il il 23% dei digital first che ne fa uso. Con un mercato degli abbonamenti in Europa atteso in aumento del 7% all’anno dal 2024 al 2028 , a partire da 1.3 miliardi nel 2023, facilitare ulteriormente la gestione dei pagamenti ricorrenti tramite funzionalità che consentono la visualizzazione e sospensione dei servizi non più desiderati, sarà per le banche e i fornitori di servizi di pagamento un’area di differenziazione, che permetterà agli utenti di avere un controllo degli stessi direttamente dalla propria app bancaria. Le aspettative dei consumatori: rilevanza, semplicità e sicurezza L’Osservatorio Visa mette in luce come un terzo degli italiani Digital First (33%) e quasi un quarto dei consumatori Hybrid Payers (23%) rinuncerebbero a procedere agli acquisti, anche per importi limitati, qualora il negoziante non offrisse loro la possibilità di pagare tramite carte o app.


Se da un lato cresce il numero di persone che si affidano ai pagamenti digitali, dall’altro emergono ulteriori margini di espansione all’utilizzo di questi strumenti in Italia. Il timore delle frodi resta la principale barriera alla loro più ampia diffusione per il 40% degli intervistati, seguita dalla paura di perdere il controllo delle spese (33%) e di dover affrontare costi aggiuntivi (29%). In questo scenario, il 44% degli intervistati si aspetta che sia la propria banca a proteggerli contro le frodi, mentre il 23% è concorde sul fatto che l’utilizzo di strumenti di riconoscimento biometrico e di screening digitale siano ormai essenziali per rendere l’esperienza di pagamento digitale semplice e veloce.


Cresce tra gli italiani l’attenzione ai servizi aggiuntivi associati al conto corrente o agli strumenti di pagamento: gli avvisi in tempo reale sulle spese previste sono un servizio popolare fra i consumatori (22%) mentre la possibilità di ricevere suggerimenti sulle strategie di risparmio suscita l’interesse del 50% degli intervistati. L’Osservatorio Visa, tuttavia, sottolinea come servizi a valore aggiunto quali per esempio la gestione personalizzata delle carte tramite app, l’utilizzo di piattaforme con promozioni e offerte dedicate, oltre che la creazione di salvadanai ad hoc, seppur di interesse per i consumatori, spesso non siano utilizzati per mancanza di conoscenze adeguate. In questo contesto, il 42% degli intervistati ritiene che ci sia ancora molto bisogno di formazione sui pagamenti digitali e l’81% avverte personalmente questo bisogno. La formazione sui pagamenti è auspicata dai canali digitali della banca dal 45% degli italiani, anche se continua a ricoprire un ruolo di rilievo il personale in filiale, ritenuto importante per il 34% degli intervistati e, in particolare, dal 40% dei Cash Users.

Coldiretti: serve etichettatura su cibi ultra-trasformati

Coldiretti: serve etichettatura su cibi ultra-trasformatiRoma, 28 nov. (askanews) – Combattere l’abuso di cibi ultra-trasformati aumentando le ore di educazione alimentare nelle scuole e mettendo in campo campagne di sensibilizzazione per far conoscere i pericoli associati all’assunzione sistematica e continuativa di cibi ultra-trasformati. Definire forme di etichettatura per evidenziare che un determinato prodotto appartiene alla categoria degli ultra-trasformati. Vietarne l’utilizzo nelle mense scolastiche e nei distributori automatici diffusi negli edifici pubblici, a partire proprio dalle scuole, con precisi limiti anche alla pubblicità, seguendo l’esempio del Regno Unito che ha vietato le fasce orarie di maggiore esposizione per bambini e adolescenti.


Lo chiede Coldiretti alla luce dei dati del rapporto Coldiretti/Censis presentato in occasione della giornata inaugurale del Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Villa Miani a Roma, organizzato in collaborazione con The European House-Ambrosetti. Dal rapporto si evince che l’82% delle famiglie italiane chiede un piano pubblico per salvaguardare la salute dei propri figli, sempre più “drogati” di energy drinks, merendine e cibi ultra-trasformati, una vera e propria dipendenza che crea enormi pericoli per il loro sviluppo.


Per l’occasione sono state allestite due grandi tavole per mettere a confronto il cibo ultra-trasformato con quello naturale, simbolo della Dieta Mediterranea. Uno stile alimentare che i genitori italiani vogliono trasmettere ai propri figli – rilevano Coldiretti/Censis – poiché percepito come un insieme di abitudini che garantiscono che i giovani mangeranno bene. Un cibo equilibrato, sano, sicuro e genuino in linea con la tutela della salute personale e del pianeta. Uno sforzo quotidiano che si scontra però con la considerazione che appena ne hanno la possibilità i propri figli non mangiano in modo salutare.