Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: Sanremo 2023

Fondo per la Repubblica Digitale: 53 nuovi progetti per il 2024

Fondo per la Repubblica Digitale: 53 nuovi progetti per il 2024Roma, 21 dic. (askanews) – Nel 2024 oltre 8.500 tra disoccupati e lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dell’automazione e dell’innovazione tecnologica potranno beneficiare gratuitamente dei 53 progetti selezionati e sostenuti dal Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale. In totale sono stati messi in campo circa 22,2 milioni di euro.

Dei 53 progetti selezionati, 41 sono risultati idonei per il bando “Prospettive” per un totale di 18,6 milioni assegnati e 12 per “In Progresso”, sostenuti con 3,6 milioni di euro. Per “In Progresso” i progetti si rivolgono ad uno specifico territorio, mentre per “Prospettive” una è l’iniziativa di carattere nazionale, mentre 16 si rivolgono al Nord-Centro e 24 all’area Sud-Isole. “Il Fondo per la Repubblica Digitale è sulla giusta strada per centrare l’obiettivo di formare migliaia di persone come disoccupati e lavoratori con mansioni a forte rischio di sostituibilità a causa dell’innovazione tecnologica, dando un contributo di rilievo al miglioramento delle competenze digitali del nostro Paese. Sulla base dei risultati fino ad oggi raggiunti, sono felice di confermare che il Dipartimento per la Transizione Digitale ha ulteriormente sostenuto il Fondo con 70 milioni di euro di credito di imposta per il 2024, prevedendo l’attivazione di nuovi percorsi formativi. Si tratta di un impegno concreto, da parte del Governo, per fare in modo che nessuno venga lasciato indietro nell’era dell’innovazione tecnologica e per assicurare a tutti l’opportunità di sviluppare competenze digitali essenziali” ha dichiarato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti.

Per Giovanni Fosti, Presidente del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa sociale: “In poco più di un anno di attività l’Impresa sociale Fondo per la Repubblica Digitale ha pubblicato quattro bandi – dedicati alle donne (18-50 anni), ai NEET (15-34), ai disoccupati e inattivi (34-50 anni), ai lavoratori a rischio di sostituzione a causa dell’innovazione tecnologica. In totale sono state ricevute 456 proposte progettuali. I progetti selezionati e sostenuti sono in tutto 76. Sono stati assegnati in totale poco più di 35 milioni di euro per 13.390 beneficiari. I due bandi pubblicati nel 2023 prevedono il sostegno di 53 progetti che saranno avviati nel corso del prossimo anno. Sono felice di rilevare che per il bando “Prospettive” verranno coinvolti diversi target fragili, come persone senza dimora, persone con disabilità, detenuti e migranti. Per il bando “In Progresso” parteciperanno 112 aziende che coinvolgeranno 1.805 lavoratori. La trasformazione digitale deve riguardare tutta la popolazione”. I PROGETTI SOSTENUTI. La maggioranza dei progetti lavora sull’integrazione delle competenze digitali di base e avanzate. Diversi percorsi formativi del bando “Prospettive” si rivolgono a target fragili come persone senza dimora, persone con disabilità, detenuti, migranti. Per “In Progresso” sono diversi i percorsi dedicati ai lavoratori metalmeccanici e manifatturieri come del settore dell’industria alimentare.

Cinema, ‘Vacanze di Natale’ torna in sala il 30 dicembre

Cinema, ‘Vacanze di Natale’ torna in sala il 30 dicembreRoma, 21 dic. (askanews) – Cresce l’attesa per il ritorno in sala di “Vacanze di Natale”, la commedia cult di Natale firmata da Carlo Vanzina, prodotta dalla Filmauro di Luigi e Aurelio De Laurentiis e distribuita da Nexo Digital, che, a 40 anni dall’uscita, sarà al cinema solo il 30 dicembre, in versione restaurata e rimasterizzata.

L’elenco delle sale e i biglietti in prevendita sono disponibili su nexodigital.it. Uscito al cinema nel dicembre del 1983, “Vacanze di Natale” riconquista il grande schermo per una giornata unica: il VACANZE DI NATALE DAY sarà infatti uno speciale appuntamento nelle sale pensato per radunare tutti i fan che ne conoscono a memoria le battute e le scene più esilaranti e che ne ricordano perfettamente la colonna sonora in cui sono presenti alcuni dei brani più celebri di tutti gli anni Ottanta.

Celebrando al cinema i 40 anni di un film che ha fatto ridere e divertire intere generazioni, il 30 dicembre sarà anche il momento per rivivere un rito che per molti anni ha accompagnato i tradizionali festeggiamenti natalizi italiani: andare al cinema in compagnia di amici e familiari per vedere un film tutti insieme. Ed è proprio per tornare indietro nel tempo che Filmauro e Nexo Digital invitano gli spettatori a scegliere un dress code rigorosamente anni Ottanta per rivivere a pieno l’energia di quegli anni. “Vacanze di Natale” diretto nel 1983 da Carlo Vanzina, scritto insieme a suo fratello Enrico, è una commedia cult, patrimonio dell’immaginario del nostro Paese. Ambientata a Cortina d’Ampezzo e ritmata da una colonna sonora che ha fatto epoca, fotografa con umorismo e leggerezza l’Italia di allora avvalendosi di un cast memorabile: Jerry Calà, Christian De Sica, Claudio Amendola, Stefania Sandrelli, Karina Huff, Guido Nicheli, Riccardo Garrone, Mario Brega, Marilù Tolo, Antonellina Interlenghi, Moana Pozzi e tantissimi altri divertenti interpreti della commedia italiana. Gli arricchiti e i periferici romani, gli sbruffoni milanesi, i pianobar, le cene di Natale, le piste innevate, le gare di sci, le comitive giovanili, le battute fulminanti, fanno di questo film un piccolo romanzo generazionale su come eravamo. E forse su come vorremmo ancora essere.

Tunnel sotto la manica chiuso per sciopero, tutti i treni sospesi

Tunnel sotto la manica chiuso per sciopero, tutti i treni sospesiRoma, 21 dic. (askanews) – Uno sciopero inaspettato dei dipendenti francesi di Eurotunnel, la società che gestisce il tunnel sotto la Manica, ha portato alla chiusura della struttura, nella quale non transitano più treni da giovedì a mezzogiorno. Tutti i treni Eurostar che circolano nel tunnel così come le navette che trasportano auto e camion sono bloccati fino a nuova disposizione, mentre sono già iniziate le prime partenze per le vacanze.

Lo sciopero, indetto dai sindacati francesi, ha portato “alla completa interruzione del servizio e alla chiusura dei nostri terminal in Francia e nel Regno Unito”, ha affermato in un comunicato Getlink, la società madre di Eurotunnel. “Le organizzazioni sindacali hanno rifiutato il bonus eccezionale di 1.000 euro annunciato a fine anno dalla direzione e hanno indetto uno sciopero per chiederne il triplo”, ha continuato la direzione. L’annuncio della cancellazione dei treni pomeridiani dalla stazione di St-Pancras a Londra per Parigi, Bruxelles e Amsterdam ha provocato il panico tra i passeggeri, secondo un giornalista dell’AFP presente sul posto. I tanti viaggiatori che progettavano di tornare in Francia o in Belgio per le vacanze si sono precipitati ai loro telefoni per provare a cambiare il biglietto per il giorno successivo, o per prenotare velocemente uno dei voli ancora disponibili dalla capitale britannica. La compagnia Eurotunnel ha consigliato a tutti gli utenti di X di rinviare il proprio viaggio.

Gli agenti dell’accoglienza e quelli della sicurezza della stazione, che sembravano colti di sorpresa, hanno dovuto allontanare i passeggeri che avevano già superato i controlli di sicurezza e si trovavano sulla banchina.

Concerto di Natale 2023 dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo”

Concerto di Natale 2023 dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo”Roma, 21 dic. (askanews) – L’Associazione “Bambino Gesù del Cairo Onlus”, il cui Presidente è Monsignor Gaid Yoannis Lazhi, già Segretario di Sua Santità Papa Francesco, ha organizzato, in occasione delle festività natalizie il Concerto di Natale, la cui finalità è di condividere con tutti i soci, gli amici e i sostenitori, un evento pastorale ed artistico, caratterizzato dall’esecuzione di prestigiosi brani musicali, accompagnati da immagini altamente significative.

Il Concerto si è tenuto il 19 dicembre, alle ore 19.30, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, in Piazza di S. Croce in Gerusalemme, 10, e ha visto le esibizioni della Banda Musicale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e del Soprano Minji Kang. Ha presrntato la serata Claudia Conte. A diffondere la notizia sono stati Biagio Maimone e Francesca Lovatelli Caetani della Direzione dell’ufficio stampa dell’Associazione. Tale iniziativa si inserisce nell’attività di Fundraising dell’Associazione, il cui obiettivo è di ultimare in Egitto i lavori inerenti la costruzione dell’Orfanotrofio “Oasi della Pietà”, la cui denominazione fa riferimento al prezioso dono che Sua Santità Papa Francesco ha benevolmente voluto destinare a questo progetto, che è una copia della Pietà di Michelangelo.

Il progetto suddetto è stato avviato in seguito alla sottoscrizione del Documento “Sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune” da Sua Santità Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, nella città di Abu Dhabi, il 4 febbraio 2019. Le altre iniziative in essere dell’Associazione “Bambino Gesù del Cairo” sono l’Ospedale pediatrico e materno “Bambino Gesù del Cairo”, la catena di ristoranti “Fratello”, volta a offrire gratuitamente cibo alle famiglie povere e la Scuola della Fratellanza Umana.

Il Presidente dell’Associazione Monsignor Yoannis Lahzi Gaid desidera ringraziare le Istituzioni, le Autorità, i Soci e le tutte le persone che hanno contributo a realizzare le opere di cui sopra. Papa Francesco guarda con fiducia ai progetti suindicati, sorretti dalla pedagogia dell’amore e della pace ed, ancor più, in quanto finalizzati all’educazione e alla cura dei bambini, nonché al rispetto della loro sacralità.

Meloni scioglie nodo Mes all’indomani Patto Ue: no Camera alla ratifica

Meloni scioglie nodo Mes all’indomani Patto Ue: no Camera alla ratificaRoma, 21 dic. (askanews) – Il Parlamento è “sovrano” e ha deciso di non ratificare il nuovo Mes, che comunque per l’Italia presenta modifiche – il salva-banche – di “relativo interesse e attualità”. Dopo molti rinvii, con un’accelerazione improvvisa, l’Aula della Camera ha bocciato l’adesione dell’Italia (unica in Europa) alle nuove regole. Quello che appare è un doppio messaggio – anche se il governo tende a minimizzare – a Bruxelles ma anche internamente, visto che la maggioranza si è divisa: contrari Lega e Fdi, astenuta Forza Italia, con molti azzurri che avrebbero voluto votare sì.

La premier Giorgia Meloni, ancora influenzata, al momento non si pronuncia, ma Fonti di Palazzo Chigi cercano di smorzare la rilevanza del passaggio di oggi, sottolineando che l’esecutivo “si era rimesso al Parlamento” e dunque “prende atto del voto”. Comunque, viene sottolineato, quella introdotta sarebbe stata “un’integrazione di relativo interesse e attualità per l’Italia, visto che come elemento principale prevede l’estensione di salvaguardie a banche sistemiche in difficoltà, in un contesto che vede il sistema bancario italiano tra i più solidi in Europa e in Occidente”. Per la sua funzione principale, ossia di “sostegno agli Stati membri in difficoltà finanziaria” il Mes “è in piena funzione nella sua configurazione originaria”. Resta, da Palazzo Chigi, una porta “aperta” perchè – viene spiegato – la scelta del Parlamento “può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona”. Al di là delle spiegazioni ufficiali, restano i dati politici. Il primo è quello in sede europea. La decisione italiana è arrivata – dopo mesi di rinvii – all’indomani del via libera, con ben poco entusiasmo, al nuovo Patto di stabilità. Una strana ‘coincidenza’ temporale (e notoriamente in politica le concidenze sono assai rare, se anche esistono). “E’ un collegamento che fate voi”, si schermisce un rappresentante di alto livello di Fdi, mentre da Forza Italia il ‘link’ non viene negato. Comunque sia dall’esecutivo si cerca anche di minimizzare gli impatti nei rapporti con i partner europei. “Sicuramente c’erano state delle interlocuzioni, non è stata una sorpresa in Europa”, spiega un esponente del governo, mentre altre fonti fanno notare che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (che in controtedenza rispetto al suo partito auspicava il via libera), a chi glielo chiedeva nei vertici a Bruxelles aveva sempre detto chiaramente che “per la ratifica in Parlamento non ci sono i numeri”.

Questo per quanto riguarda i ‘messaggi’ politici all’Europa, ma c’è anche la vicenda interna, anche in vista delle europee. Mentre Matteo Salvini esulta per una “battaglia vinta dalla Lega” e Fdi sottolinea la propria “vittoria” e la “coerenza”, Forza Italia si è smarcata dagli alleati, con una astensione che rappresenta – spiega un dirigente – un “segnale di stimolo a riprendere il percorso verso l’Europa”. Anche ripresentando la proposta di ratifica in Senato, magari integrata con la clausola, messa nero su bianco, di un passaggio parlamentare obbligatorio in caso di richiesta di accesso ai fondi.

Sogin, al via operazioni smantellamento vessel centrale Garigliano

Sogin, al via operazioni smantellamento vessel centrale GariglianoRoma, 21 dic. (askanews) – Nella centrale del Garigliano (comune di Sessa Aurunca, Caserta), ieri è stata aperta la parte superiore del vessel, denominata “testa”, il contenitore d’acciaio nel quale durante l’esercizio dell’impianto avveniva la reazione nucleare. Lo comunica una nota di Sogin.

Con questa operazione per la prima volta in Italia Sogin insieme alla controllata Nucleco iniziano l’”attacco al vessel”, l’attività di smantellamento più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo nella dismissione di una centrale nucleare. Si tratta di un risultato significativo che è motivo di orgoglio per tutte le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo e delle ditte appaltatrici che consente di entrare nella fase conclusiva del decommissioning nucleare del sito campano. In particolare, l’apertura del vessel consentirà la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore, fino a sommergere completamente lo stesso vessel posizionato al suo interno. Ciò permetterà di svolgere le successive operazioni di smantellamento sotto battente d’acqua, che è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza.

Prima di “attaccare il vessel”, è stato necessario svolgere una serie di attività propedeutiche, fra cui il ripristino di tutti i sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del circuito di allagamento del canale reattore. L’intervento di ieri, per la sua rilevanza e complessità è stato svolto sotto la supervisione dell’Isin, Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione.

La prima fase del programma di smantellamento prevede la rimozione delle attrezzature presenti nella parte superiore del vessel entro il primo trimestre 2024. A seguire Sogin avvierà i lavori di smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, denominati internals.

Starbucks apre due store a Malpensa e nel centro commerciale Porta di Roma

Starbucks apre due store a Malpensa e nel centro commerciale Porta di RomaMilano, 21 dic. (askanews) – Starbucks ha aperto in partnership con Percassi, licenziatario esclusivo del brand in Italia, due nuovi negozi a Malpensa e nel centro commerciale Porta di Roma nella Capitale, per un totale di 40 nuovi posti di lavoro. Il 2023 per la catena di caffetterie si chiude così con 35 punti vendita in Italia, di cui 12 inaugurati nell’anno corrente, distribuiti in otto regioni: Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Toscana, Lazio, Campania e Puglia. Nel corso dell’anno sono state assunte 541 nuove risorse ed erogate centinaia di ore di corsi di formazione. Per il 2024, è previsto un piano di crescita ancora più importante, spiegano le due società in una nota, che coinvolgerà nuove città e regioni.

Dopo lo store inaugurato nel 2018 al Terminal 1 dell’aeroporto verersino, ha aperto il 15 dicembre il nuovo chiosco Starbucks al Terminal 2 dello scalo recentemente rinnovato. La struttura si sviluppa su una superficie di 26metri quadrati con 26 posti a sedere. La nuova apertura ha portato all’assunzione di 20 nuove risorse. Quello nel centro commerciale Porta di Roma, il quinto locale Starbucks a Roma città, si sviluppa lungo circa 150 metri quadri ed è stato progettato per accogliere sia visitatori di passaggio, che per offrire una pausa più lunga grazie all’area relax che conta 25 posti a sedere. Saranno presenti nel nuovo negozio 20 nuovi dipendenti. “Il 2023 è stato un anno molto positivo per Starbucks e Percassi e siamo orgogliosi di poter contare oggi su 35 punti vendita in Italia. La nostra partnership, nata nel 2018 – ha detto Matteo Morandi, Ceo di Starbucks Italia – ha dato e continua a portare i suoi frutti. Il nostro obiettivo per il 2024 è quello di rafforzare ulteriormente la nostra presenza in Italia con nuove aperture e sostenere l’economia dei territori in cui operiamo, collaborando con le istituzioni locali per creare nuovi posti di lavoro”. “Le nuove aperture nell’aeroporto di Malpensa e nel centro commerciale Porta di Roma rispecchiano appieno l’obiettivo di Starbucks e Percassi – ha aggiunto Vincenzo Catrambone, general manager di Starbucks Italia – Salutiamo quest’anno guardando con fiducia al 2024, che riserverà ulteriori sorprese a tutti gli appassionati dell’iconico brand”.

Consorzio Prosecco Doc: già superate 612 mln di bottiglie prodotte

Consorzio Prosecco Doc: già superate 612 mln di bottiglie prodotteMilano, 21 dic. (askanews) – “E’ già stato superato il traguardo delle 612 milioni di bottiglie, con una produzione che, alla fine dell’anno, dovrebbe assestarsi in termini di volume poco al disotto dell’anno precedente (635 mln di bottiglie) ma con una crescita sensibile a valore, a beneficio dell’intera filiera produttiva e del territorio”. Lo annuncia il Consorzio di tutela del Prosecco Doc parlando di dati “confortanti” nonostante lo scenario tutt’altro che semplice.

“Attenzione costante alla qualità dei nostri vini e alla sostenibilità delle nostre attività hanno premiato il nostro lavoro anche in questo periodo particolarmente complesso a livello globale” commenta il presidente del Consorzio, Stefano Zanette, aggiungendo che “ricerca e analisi, tutela della Denominazione e promozione della stessa costituiscono gli assi che guidano la nostra azione a difesa e valorizzazione delle nostre produzioni. Ma sono soprattutto qualità e sostenibilità – conclude il presidente – a guidare il nostro impegno e quello dei nostri associati, allo scopo di offrire un vino sempre migliore ai tanti che nel mondo scelgono il Prosecco Doc”. “Il Consorzio – sottolinea il direttore, Luca Giavi – sta valutando alcune modifiche del Disciplinare che consentiranno alla Denominazione di poter esprimere al meglio, nell’etichetta di ciascuna bottiglia, le caratteristiche del territorio e degli operatori, garantendo maggiore consapevolezza a beneficio dei consumatori”.

Nel corso del 2023, ricorda il Consorzio, l’area di ricerca, viticoltura e sostenibilità ha avviato il progetto “Prosecco Sostenibile”, è stato realizzato il “Protocollo Viticolo Prosecco” per il miglioramento continuo nella gestione viticola, ed è stato sviluppato un sistema digitale che connette aziende, Cantine e Consorzio, “consentendo di legare i registri di campagna ai calcolatori di impronta carbonica ed idrica”. Tra i progetti ancora in corso, c’è quello della zonazione della Denominazione in un’ottica di cambiamento climatico e la validazione di strategie di difesa della vite”. In merito all’attività di protezione della Denominazione, il Consorzio ricorda la recente vittoria sull’Australian Grape and Wine Inc, a Singapore , dove è stato stabilito in maniera definitiva che Prosecco è una IG. L’ente consortile ha inoltre trasmesso oltre 200 diffide per contrastare utilizzi della Doc per identificare prodotti diversi dal vino, attraverso più di 50mila verifiche sia sui punti di vendita sia online.

Per quanto riguarda infine l’attività di promozione, il Consorzio precisa che sono stati “ben 415 gli eventi organizzati nel corso dell’anno in 36 diversi Paesi obiettivo”, che hanno coinvolto 110 aziende. Tra i nuovi mercati di intervento del 2023: Vietnam, Corea del Sud e Nuova Zelanda, che negli ultimi anni hanno registrato in significativo aumento della quota import del Prosecco.

Maggioranza lo stoppa ma si spacca: astenuta Fi. ‘No’ anche da M5S

Maggioranza lo stoppa ma si spacca: astenuta Fi. ‘No’ anche da M5SRoma, 21 dic. (askanews) – “Presentata il 13 dicembre 2022” e respinta “il 21 dicembre 2023”. Dopo oltre un anno dal deposito in commissione Affari esteri della Camera, la ratifica del Mes (chiesta in due ddl di Pd e Iv) è stata bocciata (unico Paese in Europa). Un anno in cui governo e maggioranza, di fronte alle divergenze interne al centrodestra, hanno buttato la palla avanti ogni volta che si avvicinava il momento di prendere una posizione univoca, tra richieste di chiarimenti al Mef e rinvii spiegati dalla Premier Giorgia Meloni con la logica del ‘pacchetto’ (legandone cioè la ratifica o meno sul Mes alla riforma del patto di stabilità in Ue avvenuta ieri).

Una frattura che plasticamente si è riproposta quando dopo mesi di slittamenti, si è arrivati al dunque con il voto di oggi. L’aula della Camera ha bocciato la proposta di ratifica del Mes con 72 voti a favore e 184 contrari. Gli astenuti sono stati 44. Contrari alla ratifica Fdi e Lega; mentre Fi e Nm si sono astenuti. Favorevoli le opposizioni tranne M5S che ha espresso voto contrario. Pochi minuti dopo è Matteo Salvini a intestarsi la bocciatura sul Mes. “Il Parlamento boccia il Mes: pensionati e lavoratori italiani non rischieranno di pagare il salvataggio delle banche straniere. E pazienza se a sinistra si arrabbieranno. Una battaglia della Lega combattuta per anni e finalmente vinta. Avanti così, a testa alta e senza paura”, scrive sul suo profilo Instagram.

Nessuno commento, per ora dalla Premier Giorgia Meloni che invece preferisce far parlare fonti di Palazzo Chigi: “il Governo, che si era rimesso al Parlamento, prende atto del voto dell’Aula di Montecitorio sulla scelta di non ratificare la modifica al trattato Mes” e aggiungono le fonti: “la scelta del Parlamento italiano di non procedere alla ratifica può essere l’occasione per avviare una riflessione in sede europea su nuove ed eventuali modifiche al trattato, più utili all’intera Eurozona”. Qualche giorno fa in un’intervista, il ministro degli Esteri Antonio Tajani e leader di Forza Italia, invece aveva evidenziato alcune criticità ma aveva anche ribadito il suo ‘sì’ alla ratifica (“la verità è che ciò di cui stiamo parlando è un estintore: nessuno si augura venga usato, ma se c’è un incendio meglio averlo in casa che non averlo”).

Lo scontro con le opposizioni in aula si è fatto feroce. Sino a chiedere la ‘testa’ del ministro dell’Economia ed esponente della Lega, Giancarlo Giorgetti. La Premier “Giorgia Meloni ha mentito al Parlamento – ha esordito il presidente M5S Giuseppe Conte – solo oggi decidete sul Mes e vi assumete le vostre responsabilità. Diteci con tutte le vostre costruzioni” sullo scambio tra Mes e patto di stabilità “cosa avete ottenuto. Dovevate dire che la pacchia era finita e siete tornati con un patto di instabilità e decrescita” che “sarà un disastro, torneremo peggio dell’Austerity, lacrime e sangue, tagli al sociale grazie al vostro patriottismo. Pensate che gli italiani sono stupidi? Siete dissociati – ha attaccato – nelle vostre feste di Atreju siete dei leoni” mentre “in Europa fate i docili agnellini”. Il Pd mette il dito nella piaga di una “maggioranza spaccata” e parla di “dilettanti allo sbaraglio”. “Colleghi di Fdi – ha detto l’ex ministro Enzo Amendola – vi sfido a parlare di interesse nazionale. Il ricatto di dire ‘non ratificheremo il Mes perché facciamo il Patto di Stabilità’ si è svelato ieri. Allora vuol dire che il compromesso sul patto di stabilità non vi è piaciuto perché se oggi non si ratifica il Mes voi ci state dicendo che il patto firmato ieri è contro l’Italia”. E poi su Giorgetti: “un ministro come quello dell’Economia, sbugiardato da quest’aula, sbeffeggiato dal suo leader di partito e dal suo partito, quello che all’Ecofin ha detto ‘noi ratificheremo il Mes’, dinanzi a questo voto dovrebbe trarre le conseguenze perché si può essere realisti, difensori dell’interesse nazionale ma la parola in Europa è una, non è una qui e una in Europa. Se si dice ‘no’ si dice ‘no’ qui come in Europa”.

Il segretario di Iv ed ex Premier Matteo Renzi ironizza sulla sofferta scelta di Fi: “l’europeista Tajani che si astiene sul Mes è una barzelletta continentale”. “Dopo la dèbacle europea sul Patto di stabilità, arriva la ridicola e autolesionista rappresaglia della maggioranza contro l’Europa sul Mes, che oggi verrà bocciato dall’Italia, unico Paese europeo a non averlo ratificato. Un atteggiamento infantile e ricattatorio che non si addice a un Paese fondatore dell’Europa, membro del G7”, fa notare il segretario di +Europa, Riccardo Magi. “Oggi la maggioranza si spacca sul Mes e così il Campo largo. È la testimonianza che questo paese non si può governare con un bipolarismo che produce solo contraddizioni e figuracce”, scrive sui social il leader di Azione Carlo Calenda.

Andrea Illy: famiglia stava diventando un limite, riassetto funziona

Andrea Illy: famiglia stava diventando un limite, riassetto funzionaMilano, 21 dic. (askanews) – “Nelle famiglie ci sono interessi diversificati, possono esserci spinte centrifughe, centripete, ma l’importante è che l’azienda vada dritta. Il riassetto sta producendo i risultati sperati”. Andrea Illy, dal quartier generale di Trieste dove nasce il caffè che porta il suo cognome, racconta le sfide e i nuovi assetti con cui si prepara ad affrontare il futuro questa azienda fondata nel 1933 da Francesco Illy, suo nonno. E’ di pochi mesi fa un riassetto familiare che oggi vede Andrea e la sorella Anna con in mano una quota dell’80,5% della finanziaria che controlla il gruppo Illy.

“Noi siamo figli di una cultura secondo cui non c’è un padrone in azienda, il padrone è il consumatore con quelle 8 milioni di tazzine consumate ogni giorno. Quindi se vogliamo che illycaffè, che ha tra i suoi pregi la coerenza, vada avanti dritta per quella strada, senza deviare, la governance deve poter essere molto stabile e coerente e accompagnare questo percorso continuo, così come l’ha fatto negli ultimi 90 anni” ha detto il presidente ad askanews. Prima del riassetto, annunciato a ottobre, “noi abbiamo sposato un modello che abbiamo chiamato world class organization, che vuol dire un’azienda a controllo familiare ma a conduzione manageriale, contrariamente ai due terzi delle aziende italiane che invece sono il modello cosiddetto padronale, che è anche a conduzione familiare”. “Riteniamo che raggiunte certe dimensioni e anche un certo avanzamento nelle generazioni, sia controproducente un modello padronale, perché la famiglia comincia a costituire un limite per le prerogative dell’azienda – ha sottolineato – In questo modello ci sono tre cose. Uno: l’apertura del capitale, proprio per non essere autoreferenziali, due: una governance indipendente, e tre: il management esterno. Questo modello l’avevamo scelto con prima che poi ci fossero questi diciamo cambiamenti anche nella compagine azionaria”.

Dal 2021 il fondo Rhone Capital è nel capitale di illycaffè con una quota del 20%: “Con loro la collaborazione va bene, abbiamo un’ottima intesa, che abbiamo costruito prima del loro ingresso. E hanno rispettato la parola, quindi l’intesa è molto positiva”. Nel futuro di questa azienda c’è l’approdo in Borsa: la proprietà e il management lo hanno più volte ribadito ma ancora sono definiti i tempi e la piazza. “Oggi il capitale è già aperto ma solo a un privato. L’uscita del capitale privato prevede l’apertura del capitale al mercato. Questa è la via maestra. Non è obbligatorio, ma è quello che è pianificato. E questo dovrebbe in qualche misura consolidare questo modello di world class organization, perché capitale aperto vuol dire aperto al mercato”. Il presidente conferma che è “tutto ancora in divenire. Adesso è l’azienda che si deve preparare per essere un’ottima azienda, diciamo una matricola, e nel prossimo anno cominceremo a fare le scelte che servono poi alla quotazione”. E l’incertezza del contesto macro-economico non consente neanche di dire che avverrà entro il 2026. “Non posso confermarlo, è una data orientativa, poi le scelte si fanno sotto data in funzione delle condizioni di mercato che non sono prevedibili. Non si può sapere come andranno i mercati nel 2026 e visto che non se ne ha bisogno è anche inutile punire l’azienda per fare una quotazione in una condizione di mercato non favorevole”.

Sui risultati 2023 (è stata annunciata una crescita a doppia cifra per ricavi e utile) “Siamo soddisfatti perché il percorso di crescita, che era stato temporaneamente interrotto dal Covid, ancorché durante il Covid abbiamo mantenuto comunque l’equilibrio anche finanziario ed economico, adesso è ripreso bene. E questo è molto positivo, sebbene questo fosse un anno molto difficile, funestato da un’elevata inflazione, dalle guerre, dalla crisi in Cina. C’è soddisfazione”. E il 2024 come sarà? “Sarà un ulteriore anno di crescita, se vogliamo, anche di accelerazione sui mercati internazionali. E di dinamismo anche sul piano delle attività, un marketing mix più completo, anche con strumenti di comunicazione. Il prossimo anno può essere reso più rischioso solo dal rischio sistemico che ormai ci attanaglia. Adesso abbiamo la situazione dei porti bloccati a causa del canale di Suez e le guerre, il cambio climatico, quindi purtroppo è sempre più superfluo fare previsioni”. Sul fronte dei mercati internazionali – illycaffè è presente in 140 Paesi – dopo l’Italia ci sono gli Stati Uniti per importanza ma Illy ha un presidio importante anche in Cina. “Fino ad oggi gli Stati Uniti sono stati il mercato più grande fuori dall’Italia e la Cina è quello che cresce di più. È vero che hanno un consumo pro capite ancora basso lì, ma è in forte crescita e sono molti. In Cina c’è un fenomeno di cross-fertilizzazione culturale. Loro occidentalizzano il loro stile di vita e il caffè, che affianca non sostituisce il tè, è sempre più apprezzato e questa credo che sia una tendenza inarrestabile. Essendo un Paese con una popolazione così grande, ci bastano un consumo pro-capite che è una frazione di quello italiano per fare una seconda Italia in termini di consumo. Noi siamo in Cina in gestione diretta, con la nostra società, da ormai 25 anni. Siamo stati pionieri, siamo presenti in una dozzina di città e continuiamo a crescere con il mercato del caffè”. Alla filiera si aggiunge poi la partnership per online e canale domestico con Hangzhou Onechance Tech. “Siamo soddisfatti del partner e dei primi passi, però è ancora presto per dirlo in generale perché sono passati pochi mesi dall’esordio – ci ha risposto – La Cina sta vivendo un momento particolare: è uscita dal Covid ad aprile, anche se ufficialmente a febbraio, ed è entrata in crisi economica. Un’incertezza dettata anche da un momento incerto a livello istituzionale e dalla crisi del mercato immobiliare, che per i cittadini cinesi è fondamentale. Adesso non si fidano più, non sanno dove investire e hanno tirato discretamente i remi in barca quest’anno”.