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Tag: Sanremo 2023

Renzi: politici e giornalisti spiati dagli 007? Il governo faccia chiarezza

Renzi: politici e giornalisti spiati dagli 007? Il governo faccia chiarezzaMilano, 31 mag. (askanews) – “In gioco c’è la tenuta democratica di un Paese, il nostro”. A dirlo è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista a La Repubblica a proposito dei politici e dei giornalisti che, secondo il libro “I potenti al tempo di Giorgia” di Paolo Madron e da Luigi Bisignani(Chiarelettere), sarebbero stati spiati dai servizi segreti italiani. “In quel libro c’è scritta una cosa molto chiara che mette il Governo e l’Autorità delegata, Alfredo Mantovano, davanti a due sole strade possibili: dire che è stata scritta una bugia, smentendo ufficialmente. Oppure venendo immediatamente a spiegare al Copasir cosa è accaduto, da quanto tempo e cosa sta accadendo ora” ha aggiunto l’ex premier.

“Parlano di intercettazioni preventive. Quel lavoro, cioè, che l’intelligence può fare in assenza di un’inchiesta giudiziaria, ma quando si ritiene che sia in qualche modo in pericolo la sicurezza nazionale”, afferma Renzi. È uno strumento previsto dal nostro Codice che però le consente soltanto in presenza di un’autorizzazione preventiva da parte del procuratore generale della Corte di Appello. “Io parlo di qualcosa che conosco, essendo stato a Palazzo Chigi. Non posso evidentemente svelare particolari coperti da segreto, di ufficio e di Stato, ma posso dire qual era stata sempre la mia linea: ero stato irremovibile nel dire che esiste un confine di etica della democrazia che impedisce ai Servizi di intercettare giornalisti e parlamentari in questo sistema di intercettazioni preventive a strascico. Di più: non ho mai visto una sola riga che riportava intercettazioni preventive. Di quelle si occupava l’Autorità delegata. Ora chiedo: la premier Meloni e il sottosegretario Mantovano la pensano come me o diversamente” si è chiesto. “Sia chiaro: il mio problema non è il governo Meloni perché se questa abitudine esiste, sono certo che bisogna andare indietro nel tempo. Io non voglio fare polemica con loro, non è un problema di gestione dell’intelligence. Stimo Mantovano e sono certo che faccia bene il suo lavoro. E non metto in discussione il diritto del governo di fare le nomine che preferisce scegliendo persone degnissime come Vittorio Pisani e Andrea de Gennaro, dal curriculum impeccabile. Ripeto: se però davvero sono stati intercettati preventivamente giornalisti e politici, sono state minate le basi della democrazia. Il Governo ha il dovere della verità. Non vedo l’ora che arrivi una smentita ufficiale” ha concluso.

Prodi: il governo ora punta a prendersi tutto, questo è autoritarismo

Prodi: il governo ora punta a prendersi tutto, questo è autoritarismoMilano, 31 mag. (askanews) – “In questi giorni sono emersi due segnali nuovi che non si debbono sottovalutare. Nessuno ha ragionato su un sistema informativo che dopo decenni di duopolio si sta trasformando in un monopolio della destra. E al tempo stesso sta emergendo la tentazione di escludere il presidente Stefano Bonaccini dalla ricostruzione in Emilia-Romagna. Ma così siamo davanti ad un governo che punta a prendersi tutto. C’è una parola semplice che riassume tutto questo: autoritarismo. Così si sta cambiando la natura del Paese”. Lo ha detto il fondatore dell’Ulivo e ex premier Romano Prodi in un’intervista a La Stampa.

Quanto al quadro economico dell’Italia per il professore “certo che se la cava, ma stiamo attenti a non esagerare. Abbiamo un rimbalzo un po’ più forte da una caduta molto più violenta e la palla è rimbalzata un po’ più in alto. Tuttavia gli ultimissimi dati, riferiti all’export, non sono consolanti. Nei riguardi dell’analisi della nostra economia c’è infatti una certa fragilità da parte dei commentatori italiani, professori e politici compresi, che esaltano sempre il presente senza guardare al lungo periodo”. “Il governo ha impostato le cose in modo da minimizzare il rischio, affidando gli Esteri al più americano della coalizione e l’Economia al più bruxellese. Su questo non aveva alternative. Su tutto il resto i partiti della coalizione si stanno dividendo il bottino, litigando tra loro. Questo contrasto emerge anche riguardo al Mes. D’altra parte quando non si vuole un provvedimento, che nel peggiore dei casi è a danno zero, significa che lo si vuol tenere come un’arma contrattuale. In questo caso non mi sembra un’arma efficace, ma un corpo urticante, capace solo di irritare. Quanto al Pnrr era nato per aumentare la pigra produttività del Paese, grazie a un mix di grandi riforme e grandi investimenti. Le riforme non ci sono e gli investimenti, bene che vada, si stanno spargendo in rivoli inadatti ad aumentare la produttività” ha continuato.

Per l’ex premier la vicenda del commissario alla ricostru- zione in Emilia è una “vicenda incomprensibile che rischia di concludersi con un enorme autogol per il centrodestra. In una tragedia come questa, chi altro può fare il Commissario se non un presidente di Regione che gode di una incontestata fiducia? Che ha rapporti diretti con i sindaci, con i prefetti, che conosce tutti i tecnici e a cui risponde la catena burocratica regionale. Bonaccini ha inoltre già dato prova di saper gestire la ricostruzione dopo il terremoto: uno dei pochi casi nei quali nessuno ha avuto nulla da ridire”. Quanto alla lottizzazione della tv pubblica per Prodi “oggi, sommando Rai e Mediaset, stiamo marciando verso un’assoluta omogeneità dell’informazione televisiva”. A proposito della vittoria della destra alle Comunali secondo il professore bolognese “c’è un sentimento che sta guidando le opinioni pubbliche in tutto il mondo. La paura. Per la guerra. Per i migranti. La destra ha sempre saputo governare bene e meglio di altri, questi sentimenti. Una paura che finisce per coinvolgere anche temi più condivisi, come l’ambiente”. Per Prodi “il cattivo risultato” del Pd, “in queste pur limitate elezioni, è un segnale allarmante che oltre tutto spingerà la destra ad au- mentare la ‘presa’ sul Paese”.

A proposito delle contestazioni al Salone del libro contro la ministra Roccella per Prodi la mancata presa di distanza da parte di Elly Schlein “è stato un autogol. Istintivamente si può pensare che quelli erano dei ‘ragazzotti’, ma questo non giustifica nulla. Si doveva dire che una contestazione di quel tipo è inammissibile. Poi, semmai, ti occupi dei ragazzi” ha conluso.

Frida Kahlo, una vita per immagini ad Alberobello dal 24 giugno

Frida Kahlo, una vita per immagini ad Alberobello dal 24 giugnoRoma, 30 mag. (askanews) – Frida Kahlo. Una vita per immagini è il titolo della mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alberobello, e organizzata da Bass Culture srl e Rjma Progetti culturali in collaborazione con Locus Festival e Diffusione Italia International che sarà aperta al pubblico dal 24 giugno all’8 ottobre 2023.

“Il percorso all’insegna della internazionalizzazione e innovazione culturale di Alberobello è tracciato”, spiega Valeria Sabatelli, assessora alla Cultura, la quale aggiunge che “tra le artiste che nel Novecento si sono distinte per originalità dei contenuti e delle espressioni, abbiamo scelto Frida Khalo, diventata una icona della rivoluzione generazionale e di emancipazione femminile, per la sua arte e soprattutto per le vicende della sua vita controcorrente, straordinariamente documentate da foto scattate da alcuni dei maggiori fotografi del Novecento”. L’esposizione è allestita nel Museo del Territorio – Casa Pezzolla, protetto dall’UNESCO e costituito da 15 trulli comunicanti, dove l’unicità dell’architettura rurale si incontrerà con le immagini di Frida e della sua Casa Azul a Città del Messico, diventata oggi il visitatissimo Museo Frida Kahlo. La mostra sarà corredata da eventi collaterali come il concerto di Max Gazzè con l’Orchestra della Notte della Taranta il 30 giugno in largo Martellotta, l’esibizione di Frida Bollani Magoni il 7 agosto al Trullo Sovrano e da una serie di appuntamenti letterari organizzati dall’Associazione Culturale Spine all’interno della suggestiva Casa Pezzolla.

«La rivoluzione di genere che vede in Frida una figura pioneristica – aggiunge il Sindaco Francesco De Carlo – è presente in ogni attività del mio esecutivo, sin dal suo insediamento. Dal primo progetto europeo ‘No women No panel’ all’individuazione di qualificate figure femminili in ambito politico/istituzionale e manageriale.». Attraverso un centinaio di scatti, per la maggior parte originali, la mostra, a cura di Vincenzo Sanfo, ricostruisce le vicende della vita controcorrente della grande artista messicana, alla ricerca delle motivazioni che l’hanno trasformata in un’icona femminile e pop a livello internazionale. Le foto sono state realizzate dal padre Guillermo durante l’infanzia e la giovinezza della figlia e poi da alcuni dei più’ grandi fotografi della sua epoca, a cui è dedicata una istallazione nel giardino del Palazzo Pezzolla: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston, Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Nickolas Muray e altri ancora. In questo straordinario “album fotografico” si rincorrono le vicende spesso dolorose ma sempre appassionate di una vita, oltre agli amori, alle amicizie e alle avventure di Frida. In mostra è esposto anche un gruppo di piccole fotografie molto intime di Frida, scattate dal gallerista Julien Levy.

Il percorso di mostra ricostruisce innanzitutto il contesto in cui si è affermata la sua personalità: è il Messico del primo Novecento, attraversato da una rivoluzione che ne ha cambiato la storia, grazie a umili campesinos ed eroici protagonisti come Pancho Villa e Emiliano Zapata. L’epopea e il mito della rivoluzione messicana resteranno impresse nella mente di Frida e ne forgeranno il carattere indomito, alimentando il suo senso di ribellione verso le convenzioni borghesi e le imposizioni di una società’ fortemente maschilista. In questo contesto si innestano le vicende della famiglia Kahlo. Guillermo, il padre, è un fotografo di professione di origine tedesca, giunto in Messico nel 1891 e ben presto innamoratosi del paese che lo ha accolto. In mostra è ritratto con Matilde Calderon, sua sposa e madre di quattro figli, tra cui Frida. Alcune litografie di Rufino Tamayo insieme al catalogo originale della mostra di Frida, organizzata a Parigi, il primo “manifesto della pittura rivoluzionaria” firmato da Breton e Rivera sono a testimoniare la vivace cultura artistica che caratterizza il Messico nei primi decenni del secolo.

Di sangue misto, tedesco e messicano, Frida cresce nel mito di un Messico rivoluzionario e trova nella pittura un linguaggio appassionato, viscerale, dai forti contenuti impietosamente autobiografici, con cui si racconta senza ipocrisie. Tutta la sua opera è una forma di autoanalisi, alla ricerca di una propria identità e di una ragione di vita. Nei suoi numerosi autoritratti non teme di mettere a nudo le proprie debolezze e le proprie inquietudini. Accanto a Frida è spesso ritratto Diego Rivera, il pittore e muralista con cui ha condiviso un rapporto intenso e turbolento, che ha attraversato gran parte della sua vita. Ma vi appaiono anche altri personaggi come Leon Trotskij e André Breton. La mostra si conclude con un video che raccoglie le poche immagini filmate della grande artista messicana. Nella sala di accoglienza e di uscita è presentata una documentazione fotografica della sua famosa Casa Azul, che, dopo la sua morte, Diego Rivera donò allo stato messicano per creare il Museo Frida Kahlo. Tutto il percorso espositivo è accompagnato da un’audioguida a disposizione di tutti i visitatori, inclusa nel biglietto. Il catalogo, curato da Vincenzo Sanfo, è edito da Papiro Art.

Calexico e Blonde Redhead al Barezzi Festival in Emilia Romagna

Calexico e Blonde Redhead al Barezzi Festival in Emilia RomagnaRoma, 30 mag. (askanews) – Un festival che fa della ricerca e della contaminazione musicale i suoi punti cardinali, capace di guardare sempre oltre, alla ricerca di nuovi suoni e nuovi territori da esplorare: Barezzi Festival, organizzato e prodotto dalla Associazione culturale Luce in collaborazione con la Fondazione Teatro Regio di Parma, è pronto a ripartire, e lo fa annunciando due concerti speciali di due grandi band internazionali, che tornano al festival per le uniche date italiane dei loro tour.

Il primo è una grande anteprima, in collaborazione con il Festival Aperto. Martedì 24 ottobre al Teatro Municipale Valli a Reggio Emilia arriva un gruppo che ha segnato la storia della musica con il suo sound senza confini: i CALEXICO, che tornano a Barezzi per l’unica data italiana del tour che festeggia il ventesimo anniversario dell’ iconico album Feast of Wire. Un concerto imperdibile in una location suggestiva che accoglie per la prima volta il festival, grazie alla collaborazione con il Festival Aperto e la Fondazione I Teatri, a conferma della volontà di Barezzi di continuare ad allargare i propri confini coinvolgendo luoghi e territori che circondano il suo cuore pulsante, da sempre nella città di Parma. Barezzi annuncia anche il primo headliner della nuova edizione, che si svolgerà dal 19 al 26 novembre a Parma e provincia. Martedì 21 novembre il Teatro Regio di Parma ospiterà una band di culto, i BLONDE REDHEAD, nel loro unico appuntamento dal vivo in Italia, occasione preziosa per ascoltare il nuovo album Sit Down For Dinner, in uscita a settembre 2023.

Martedì 24 ottobre i Calexico, nati a Tucson (AZ) dall’incontro tra il chitarrista/cantante Joey Burns e il batterista John Convertino, arrivano dunque al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia per festeggiare i venti anni dalla pubblicazione del loro album più realizzato e compiuto, fatto di canzoni seducenti ed emozionanti sulla speranza schiacciata e la corruzione della bellezza e alcuni dei loro arrangiamenti più ambiziosi, come lo definisce Mojo. Un LP magistrale, pieno di canzoni immediate, dai mutevoli stati d’animo e in aperta esplorazione secondo Pitchfork. Feast of Wire ha segnato la svolta critica e commerciale del duo: il disco presenta un ritratto insolitamente intimo degli in-betweeners, persone colte in flagrante mentre cercano di migliorare la propria sorte. Questo aspetto si riflette nella purezza dei suoi testi, attenuata rispetto alla spettacolarità delle esibizioni dei Calexico. Molte delle canzoni contenute nell’album cercano di costruire un senso di comunità e dignità, con le loro storie cupe sollevate da melodie pesanti, esplosioni di ottoni, archi svettanti e l’incomparabile batteria di Convertino. Nel live, le canzoni di Feast of Wire si alterneranno ad altre tra le più amate nell’immenso repertorio della band, fautrice di un indie rock tentacolare e interculturale (come lo definisce NPR), che ha trascorso la maggior parte degli ultimi tre decenni esplorando le polverose terre di confine musicali del sud-ovest americano, creando canzoni singolari e cinematografiche, misteriose e magnifiche come gli aridi paesaggi desertici che le hanno ispirate. Una ricerca che si è concretizzata in numerosi album applauditi da pubblico e critica, tra cui Years To Burn – realizzato insieme a Iron & Wine e nominato ai Grammy nel 2019 – e il profondo ultimo disco El Mirador (2022), che vuole regalare a chi lo ascolta l’opportunità di guardarsi dentro e riflettere sulle connessioni tra la Terra e l’umanità, ambendo a illuminare un percorso in avanti. La loro lunga carriera li ha portati a calcare i palcoscenici più prestigiosi, da quello del Lollapalooza a Glastonbury, e a collaborare con artisti del calibro di Willie Nison, Jim James e Nancy Sinatra.

Martedì 21 novembre invece i Blonde Redhead, iconico trio rock fondato da Kazu Makino e i gemelli italiani Simone e Amedeo Pace, presentano al Teatro Regio di Parma il loro nuovo lavoro discografico Sit Down for Dinner. Scritto e registrato in un periodo di cinque anni tra New York, Milano e la Toscana e anticipato dal singolo Snowman, è un album perfettamente strutturato, intriso di sensibilità, chiarezza e determinazione. Nel disco, il primo LP dal 2014, melodie sobrie ma viscerali avvolgono testi che parlano delle inevitabili lotte dell’età adulta. Un lavoro meticoloso e coinvolgente, un testamento dell’inconfondibile stile che la band ha raffinato nei suoi tre decenni di esistenza, caratterizzati da una persistente volontà di stare insieme e da una continua evoluzione. Sono poche infatti le band con una carriera così lunga alle spalle che continuano a esplorare nuovi territori album dopo album, passando da quel noise rock degli esordi che ha conquistato Steve Shelley dei Sonic Youth (produttore del loro primo omonimo disco) all’art rock con il quale Misery is butterfly ha conquistato il panorama indipendente, dal pop elettronico, sofisticato e consapevole, di 23 all’ancora più radicalmente minimale Penny Sparkle, fino alle vibrazioni romanticamente notturne dell’ultimo EP 3 o’clock. Un sound unico e sempre in movimento, che rifiuta di essere confinato in una categoria univoca o in un tempo che non sia il presente, e che li ha portati a condividere palcoscenici con artisti come Red Hot Chili Peppers e Interpol.

Barezzi Festival, che prende il nome da Antonio Barezzi, l’illuminato mecenate di Giuseppe Verdi che ne intuì il genio e ne sostenne gli studi e l’inizio della carriera, è organizzato e prodotto dalla Associazione culturale Luce in collaborazione con la Fondazione Teatro Regio di Parma, con la direzione artistica di Giovanni Sparano. Barezzi Festival è realizzato grazie al contributo di Regione Emilia Romagna, Comune di Parma, Comune di Busseto e Comune di Fidenza, con il sostegno di Associazione Parma Io ci Sto! e Fondazione Cariparma.

Per il Pd “day after” di tensione, per Schlein missione-Europee

Per il Pd “day after” di tensione, per Schlein missione-EuropeeRoma, 30 mag. (askanews) – È un Pd spaesato quello che esce dalla sconfitta delle comunali, un partito che per settimane aveva coltivato la speranza di una rapida ripartenza dopo le primarie e che invece si trova a dover gestire un passaggio assai delicato. Elly Schlein ieri in segreteria si è trovata di fronte un gruppo dirigente inquieto, preoccupato, e ha capito quanto sia precario l’equilibrio che le ha consentito una navigazione tranquilla in questi primi tre mesi. La minoranza brontola, lamentando una linea troppo “radicale”, ma anche diversi esponenti della maggioranza pensano che ci siano diverse cose da correggere. Tutti, comunque, spingono per una linea più “interventista”, per una marcatura più “a uomo” nei confronti del governo e che batta soprattutto sui temi principali dell’agenda politica. “Giusto essere radicali – commenta un esponente della maggioranza – ma non su temi minoritari nel paese…”.

La Schlein ha voluto dare subito un segnale per rassicurare gli animi, ha annullato il viaggio a Bruxelles per restare al lavoro a Roma. La segretaria ha incontrato in videoconferenza gli eurodeputati, per gestire il difficile voto di giovedì sulla relazione “Asap’ che apre all’uso del Pnrr anche per costruire armi. Per la prossima settimana, poi, potrebbe essere convocata la direzione per un’analisi del voto e, soprattutto, per provare a serrare le file in vista della vera sfida, quella delle Europee del prossimo anno. La Schlein lo ha detto anche ai parlamentari europei: le Comunali hanno avuto un “risultato non positivo”, ma “ora guardiamo alle Europee come banco di prova importante”. È lì che si tirerà un primo bilancio della sua leadership, sarà quello il momento in cui verranno definiti i rapporti di forza anche con i possibili alleati del Movimento 5 stelle e dei partiti di centro. E fino ad allora nessuno farà sconti, come dimostrano anche oggi le dichiarazioni di Giuseppe Conte. Ieri la segretaria Pd aveva lanciato un appello agli altri partiti di opposizione spiegando “da soli non si va da nessuna parte” e aggiungendo che non può toccare solo ai democratici l’onere di costruire una coalizione. Il leader M5s oggi ribatte così: “Non ci sottraiamo affatto al dialogo, l’ho sempre auspicato. Ma certo dialogo non può significare un incontro di vertice che risolve il problema dell’offerta politica, che va invece costruita con progettualità, va spiegata per bene, e sicuramente occorre anche del tempo per spiegarla”.

Da qui al 2024, insomma, sarà competizione e il Pd deve attrezzarsi per la partita. “Dobbiamo imporre la nostra agenda – dice un esponente della segreteria – dobbiamo dire la nostra sul lavoro, il fisco, il Pnrr”. Appunto, non solo le battaglie “minoritarie”, ma i temi principali dell’agenda. Prioritario, però, sarà tenere unito il partito. Già ieri alcuni esponenti della minoranza come Simona Malpezzi e Elisabetta Gualmini fanno capire che la sconfitta ha messo già a dura prova la “pax democratica” imposta dal risultato delle primarie. “Serve una riflessione”, ha detto l’ex capogruppo al Senato. “Il Pd dice no a tutto”, si è lamentata invece l’europarlamentare. “No al taglio del cuneo fiscale, no al premierato (che avevamo lanciato noi), no a tutto. Aggiungendo che al governo abbiamo i fascisti. E le nostre proposte non si capisce quali siano. Come si fa a convincere gli elettori?”. E Pierluigi Castagnetti invita la segretaria a “leggere i risultati spagnoli(prevedibilissimi) assieme a quelli dei ballottaggi italiani (prevedibilissimi). E tutti insieme decidere come ripartire”.

Di sicuro non basta la lettura che dà Francesco Boccia. Il capogruppo al Senato risponde alle critiche dicendo che la segretaria è in carica solo da tre mesi: “Elly Schlein si è insediata il 12 marzo. Non c’è stata un’alleanza decisa dalla nuova segreteria e le liste del Pd erano di fatto già chiuse”. Una sottolineatura che non piace a Monica Nardi, portavoce di Enrico Letta durante la segreteria: “Lo scaricabarile, vi prego, no. Enrico Letta le amministrative le ha stravinte e per 2 anni di seguito”.

Fvg, Fedriga: nuova apertura Gangi bel segnale per territorio

Fvg, Fedriga: nuova apertura Gangi bel segnale per territorioUdine, 30 mag. (askanews) – “Quando una realtà produttiva apre i battenti o estende la propria attività è sempre un bel segnale per il territorio. La Regione è sempre al fianco degli imprenditori che decidono di investire: le saracinesche alzate non sono solo un servizio al cittadino, ma anche un presidio fondamentale per la vita sociale dei nostri paesi”. È il pensiero espresso dal governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga e dall’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini a margine dell’inaugurazione del nuovo punto vendita Dusci Gangi in viale Tricesimo a Udine. Si tratta del quarto locale della catena di pasticceria e gastronomia siciliana a conduzione familiare aperto in città, dopo quelli di via Grazzano (attivo dal 2001), via Lionello e via Sarpi. Fedriga e Bini hanno visitato anche l’annesso laboratorio artigianale per la produzione di dolci, gelati e snack salati. Circa 20 complessivamente saranno i dipendenti impiegati nella nuova attività. Presente al taglio del nastro anche il vicesindaco di Udine Alessandro Venanzi.

Le nuove regole per il commercio nell’area Unesco a Roma

Le nuove regole per il commercio nell’area Unesco a RomaRoma, 30 mag. (askanews) – L’Assemblea Capitolina ha approvato con 34 voti, di cui 31 favorevoli e 3 astensioni, il nuovo regolamento per il commercio in sede fissa nell’area Unesco, il centro storico della Capitale. “Ho modificato il precedente regolamento in tutte le sue parti – spiega il primo firmatario del provvedimento, il presidente Pd della commissione capitolina Commercio Andrea Alemanni, agli esiti del voto – e Roma da oggi ha nuove regole, più semplici e serie da rispettare”.

Da subito, dunque, scatta il divieto di attività come sexy shop, lavanderie, compro oro e sale da gioco, mentre vengono tutelate attività come librerie, antiquari, erboristerie, le botteghe storiche e le boutique d’alta moda. Sono bloccate per tre anni le aperture di nuovi minimarket e fino al 31 dicembre del 2023 quelle di laboratori artigianali, sui quali sono concentrate le preoccupazioni degli abitanti dell’area, esasperati dal proliferare di pizzerie al taglio, spacci di alcolici, gelaterie e fast food. “A fine anno aggiorneremo gli indici su uno studio che seguirò personalmente e regoleremo nuovamente le aperture in zona Unesco che ora avranno veri vincoli di serietà nei trasferimenti e dei parametri di qualità nei controlli a monte”, ha assicurato Alemanni. Non sarà possibile, secondo le nuove regole, anche per trasferimento di altro esercizio già operante in area Unesco, aprire supermercati sotto i 2.500 metri quadri, minimarket più piccoli di 100 metri quadri e laboratori artigianali con meno di 80 metri quadri. Nell’area Unesco i minimarket non potranno offrire il servizio di ‘moneytransfer’, centro telefonico o cambio valuta, e i laboratori artigianali non potranno godere di una superfice per il consumo sul posto dei prodotti superiore al 25% di quella occupata dall’intero esercizio. Anzi: se c’è consumo sul posto dovranno dotarsi di servizi igienici.

Per garantire il decoro non si potranno stoccare merci o esporre alcolici nelle vetrine; stop a richiami luminosi e segnali, insegne escluse, tranne che a Natale; no ai carrelli, ai contenitori e agli oggetti esposti al di fuori dei negozi. Dalle opposizioni hanno garantito voto favorevole la Lista Calenda e il M5S. “È stato un grande lavoro, anche se un po’ con il fiato sospeso – ha dichiarato in Aula la consigliera di LC Flavia De Gregorio -. Ci sono stati contrasti ma ci siamo dati il respiro di sei mesi per capire che città vogliamo, a fronte di un’identità dei rioni da preservare, il turismo da qualificare ma non a scapito dei residenti, ridottisi del 40%, che vanno preservati”. “Una giornata che poteva andare molto male – ha sottolineato il consigliere M5S Daniele Diaco – ma alla fine sono state accolte le istanze dei cittadini e di un’opposizione che vuole che il centro di Roma sia una risorsa di livello per la Capitale”.

Il gruppo di Fdi si è astenuto “per i troppi ‘avanti e indietro’ della maggioranza – ha detto il capogruppo Giovanni Quarzo -. Riconosciamo la buona volontà e la condivisione finale, ma vogliamo capire quale è la direzione nella quale vogliamo andare dopo queste ore di grande confusione”, ha aggiunto. Si riferiva alla lunga riunione di maggioranza, durata dalle 11 del mattino, ora di convocazione del Consiglio, a oltre le 17, quando il relatore ha acconsentito, sotto il pressing dei colleghi, a introdurre la proroga al divieto di apertura di laboratori artigianali al 31 dicembre 2023, come chiedevano i comitati cittadini. Bocciatura del provvedimento da parte di Italia Viva: “Siamo arrivati a ridosso della scadenza delle vecchie regole, fissata a domani, e il testo presenta lacune frutto di dilettantismo politico, perché non si può arrivare a capovolgere, anche se lo volevamo, la linea politica della maggioranza a poche ore dal voto finale”, è stata la dura dichiarazione di voto della consigliera Francesca Leoncini. “Dopo un mese di lavoro serrato, grazie a chi ha contribuito a confrontarsi con il sottoscritto”, è il commento finale del relatore Alemanni.

Auto, l’Europa sfida la Cina con la prima gigafactory di Acc

Auto, l’Europa sfida la Cina con la prima gigafactory di AccMilano, 30 mag. (askanews) – L’Europa mette un primo tassello importante nel contrasto all’offensiva cinese sull’elettrico con l’inaugurazione della prima gigafactory a Douvrin, nel Nord della Francia realizzata da Acc, Automotive Cell Company, la joint venture paritetica fra Stellantis, Mercedes e TotalEnergies/Saft. “Abbiamo anni di ritardo su Asia e Cina, ma siamo orgogliosi di essere i primi in Europa ad aprire una gigafactory che ci fornirà soluzioni all’avanguardia necessarie per sopravvivere perché la lotta è dura e ci sarà una trasformazione darwiniana”, ha detto il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares che ha annunciato anche l’intenzione di costruire altre 2 gigafactory in Nord America, oltre alle due già previste in Usa e Canada.

“Qui siamo nel futuro, è un grande progetto europeo”, ha detto John Elkann presidente Stellantis presente all’inaugurazione come il Ceo di Mercedes, Ola Kallenius. Al loro fianco numerose figure istituzionali a sottolineare l’importanza della collaborazione fra paesi Ue. Fra questi Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese, Adolfo Urso, ministro dell?Industria e Made in Italy e Volker Wissing Ministro dei Trasporti della Germania. Sull’importanza di far fronte comune per affrontare le sfide dell’elettrico ha parlato il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. “Oggi è un grande giorno per l’industria europea e francese. Con partner chiave come Italia e Germania abbiamo creato la filiera strategica delle batterie per affrontare la sfida con la Cina che non ci farà sconti”, ha detto. Le Maire ha poi puntato il dito contro la normativa Euro 7 che “è inutile e dannosa e distrae risorse dagli investimenti nell’elettrico” e ha invocato “misure protezionistiche” per difendere le imprese e i prodotti europei. “L’Europa deve mostrare i muscoli e pensare a misure come l’Ira negli Stati Uniti” per attirare investimenti.

Di una “nuova fase” per l’industria europea ha parlato anche il ministro Urso che si è soffermato sull’importanza di rilanciare la produzione di auto. “Serve un quadro chiaro di politica industriale. Sono molto fiducioso del risultato che conseguiremo insieme a Stellantis”, ha detto. La gigafactory di Acc Douvrin sarà operativa nel secondo semestre 2023 con una capacità di 13 GWh e circa 300 dipendenti con l’obiettivo di arrivare a 40 GWh entro il 2030 e un organico di 2mila dipendenti. L’impianto, all’avanguardia, con consumi di acqua ridotti del 30% e rifiuti riciclabili al 90% e linee di assemblaggio automatizzate realizzate da Comau, è in grado di gestire tutto il ciclo di produzione dalla lavorazione delle materie prime (litio, cobalto, manganese e nickel) alla realizzazione delle celle, e produrrà a regime 800mila batterie per circa 500mila veicoli elettrici l’anno.

Dopo Douvrin, Acc costruirà in Europa altre 2 gigafactory: in Germania a Kaiserslautern che sarà operativa entro il 2025 e in Italia a Termoli che entrerà in funzione nel 2026. L’investimento è di 7,3 miliardi di euro, di cui 1,3 miliardi di fondi pubblici per Germania e Francia e 360 milioni per Termoli. Entro il 2030 saranno creati 6 mila posti di lavoro con una capacità totale 120 GWh che permetterà di produrre circa 2,4 milioni di batterie l’anno per equipaggiare circa 1,5 milioni di veicoli elettrici di Stellantis e Mercedes. Stellantis in Francia punta a produrre 12 modelli elettrici entro il 2024 con l’obiettivo di arrivare a una capacità di un milione di auto elettriche l’anno.

Roma, nuove regole su commercio in centro: verifica a fine 2023

Roma, nuove regole su commercio in centro: verifica a fine 2023Roma, 30 mag. (askanews) – L’Assemblea Capitolina ha approvato con 34 voti, di cui 31 favorevoli e 3 astensioni, il nuovo regolamento per il commercio in sede fissa nell’area Unesco, il centro storico della Capitale. “Ho modificato il precedente regolamento in tutte le sue parti – spiega il primo firmatario del provvedimento, il presidente Pd della commissione capitolina Commercio Andrea Alemanni, agli esiti del voto – e Roma da oggi ha nuove regole, più semplici e serie da rispettare”.

Da subito, dunque, scatta il divieto di attività come sexy shop, lavanderie, compro oro e sale da gioco, mentre vengono tutelate attività come librerie, antiquari, erboristerie, le botteghe storiche e le boutique d’alta moda. Sono bloccate per tre anni le aperture di nuovi minimarket e fino al 31 dicembre del 2023 quelle di laboratori artigianali, sui quali sono concentrate le preoccupazioni degli abitanti dell’area, esasperati dal proliferare di pizzerie al taglio, spacci di alcolici, gelaterie e fast food. “A fine anno aggiorneremo gli indici su uno studio che seguirò personalmente e regoleremo nuovamente le aperture in zona Unesco che ora avranno veri voncoli di serietà nei trasferimenti e dei parametri di qualità nei controlli a monte”, ha assicurato Alemanni. Non sarà possibile, secondo le nuove regole, anche per trasferimento di altro esercizio già operante in area Unesco, aprire supermercati sotto i 2.500 metri quadri, minimarket più piccoli di 100 metri quadri e laboratori artigianali con meno di 80 metri quadri. Nell’area Unesco i minimarket non potranno offrire il servizio di ‘moneytransfer’, centro telefonico o cambio valuta, e i laboratori artigianali non potranno godere di una superfice per il consumo sul posto dei prodotti superiore al 25% di quella occupata dall’intero esercizio. Anzi: se c’è consumo sul posto dovranno dotarsi di servizi igienici.

Per garantire il decoro non si potranno stoccare merci o esporre alcolici nelle vetrine; stop a richiami luminosi e segnali, insegne escluse, tranne che a Natale; no ai carrelli, ai contenitori e agli oggetti esposti al di fuori dei negozi. Dalle opposizioni hanno garantito voto favorevole la Lista Calenda e il M5S. “È stato un grande lavoro, anche se un po’ con il fiato sospeso – ha dichiarato in Aula la consigliera di LC Flavia De Gregorio -. Ci sono stati contrasti ma ci siamo dati il respiro di sei mesi per capire che città vogliamo, a fronte di un’identità dei rioni da preservare, il turismo da qualificare ma non a scapito dei residenti, ridottisi del 40%, che vanno preservati”. “Una giornata che poteva andare molto male – ha sottolineato il consigliere M5S Daniele Diaco – ma alla fine sono state accolte le istanze dei cittadini e di un’opposizione che vuole che il centro di Roma sia una risorsa di livello per la Capitale”.

Il gruppo di Fdi si è astenuto “per i troppi ‘avanti e indietro’ della maggioranza – ha detto il capogruppo Giovanni Quarzo -. Riconosciamo la buona volontà e la condivisione finale, ma vogliamo capire quale è la direzione nella quale vogliamo andare dopo queste ore di grande confusione”, ha aggiunto. Si riferiva alla lunga riunione di maggioranza, durata dalle 11 del mattino, ora di convocazione del Consiglio, a oltre le 17, quando il relatore ha acconsentito, sotto il pressing dei colleghi, a introdurre la proroga al divieto di apertura di laboratori artigianali al 31 dicembre 2023, come chiedevano i comitati cittadini. Bocciatura del provvedimento da parte di Italia Viva: “Siamo arrivati a ridosso della scadenza delle vecchie regole, fissata a domani, e il testo presenta lacune frutto di dilettantismo politico, perché non si può arrivare a capovolgere, anche se lo volevamo, la linea politica della maggioranza a poche ore dal voto finale”, è stata la dura dichiarazione di voto della consigliera Francesca Leoncini. “Dopo un mese di lavoro serrato, grazie a chi ha contribuito a confrontarsi con il sottoscritto”, è il commento finale del relatore Alemanni.

Bankitalia, domani le ultime Considerazioni finali di Visco

Bankitalia, domani le ultime Considerazioni finali di ViscoRoma, 30 mag. (askanews) – I rappresentanti di banche, imprese e mondo del lavoro si ritroveranno domani a Roma per il tradizionale appuntamento delle Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, in occasione della pubblicazione della relazione annuale.

Si tratterà dell’ultimo evento di questo genere per Ignazio Visco, che già in occasione della recente Assemblea dei partecipanti al capitale dell’istituzione, lo scorso 31 marzo, aveva ricordato come a novembre lascerà la guida dell’Istituto, nel quale è entrato nel 1972. In attesa di conoscere quali saranno i temi toccati da Visco, è già possibile immaginare che oltre alle prospettive dell’economia, dell’Italia e dell’area euro, inflazione, stretta monetaria della Bce volta a farla rientrare, ricadute della stessa e necessità di condurla con prudenza saranno tra i temi chiave.

E mentre da mesi l’economia di tutta Europa sta pericolosamente camminando sul filo della recessione, anche la necessità di porre in essere misure per rafforzare il potenziale di crescita, in modo sostenibile, in particolare mediante il Pnrr, sarà oggetto di possibili richiami. E ancora, riforme, solidità del sistema bancario, lavoro, giovani, ambiente sono temi che tradizionalmente Visco tocca in questo importante evento. L’appuntamento è per le 10:30 a Via Nazionale.