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Tag: Sanremo 2023

Un italiano su 4 ha provato la GenAI per creare testi

Un italiano su 4 ha provato la GenAI per creare testiRoma, 29 nov. (askanews) – A un anno dal lancio di ChatGPT il tema dell’Intelligenza Artificiale continua a tenere banco nel dibattito nell’opinione pubblica e nei board delle imprese. Secondo l’ultima ricerca di Deloitte sull’Intelligenza Artificiale in Italia, presentate in anteprima nel corso dell’Innovation Summit al MAXXI a Roma, gli italiani sperano che l’AI trovi applicazione soprattutto in campo medico (38%) e nella semplificazione burocratica (31%). C’è anche chi non esclude di ‘fare amicizia’ con un’intelligenza artificiale (41%), mentre molti lo troverebbero “inquietante” (28%).

Anche le imprese italiane cominciano ad attrezzarsi per cogliere le opportunità di questa tecnologia. Sempre secondo la ricerca Deloitte: il 59% ha già sperimentato qualche strumento AI e il 40% prevede di investire nei prossimi tre anni. Il 35% è già pronto alla implementazione dell’AI, mentre il 53% guarda al medio periodo, confidando nella riduzione dei costi di questa tecnologia, che oggi risultano ancora proibitivi per la maggioranza (66%) delle imprese italiane. Al summit hanno partecipato Enrico Maria Bagnasco, CEO di Sparkle, Paolo Benanti, professore presso la Pontificia Università Gregoriana, Maria Chiara Carrozza, presidente del CRN, Tom Davenport, professore distinto al MIT e al Babson College, Stefano De Alessandri, ceo di Ansa, Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, la divulgatrice scientifica Barbara Gallavotti, Alessandra Poggiani, direttrice generale di CINECA, la deputata Cristina Rossello, il senatore e ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, e Jaap Zuiderveld, vice presidente EMEA di Nvidia.

Mentre il report completo di Deloitte verrà presentato a gennaio 2024, il CEO di Deloitte Central Mediterranean (DCM) Fabio Pompei, ha commentato: ‘Per garantire uno sviluppo etico e sicuro dell’Intelligenza Artificiale è necessario costruire una collaborazione pubblico-privato capace di garantirne una governance improntata al rispetto dei criteri ESG. Una priorità assoluta che sottolineiamo come Deloitte, ma che emerge con chiarezza anche dalla nostra ricerca: secondo il 70% delle imprese intervistate la collaborazione fra attori pubblici e privati sarà imprescindibile per delineare un quadro normativo equo ed efficace’. Secondo Andrea Poggi, Innovation Leader di Deloitte Central Mediterranean (DCM): ‘Per gestire al meglio la rivoluzione innescata dall’AI e coglierne appieno i frutti, è importante andare oltre ‘l’artificiale’ e investire sul raggiungimento di una forma di Intelligenza: l’Intelligenza Simbiotica, in cui il rapporto tra intelligenza umana e intelligenza artificiale entra in una nuova fase, una joint venture governata dall’uomo che ci permetta di sfruttare le migliori qualità di entrambe le forme di intelligenza creando valore positivo per la società avanzando verso un futuro etico e sostenibile. Quello dell’Intelligenza Simbiotica è un vero e proprio approccio strategico e anche un concreto modus operandi, che prevede precise azioni da parte dei diversi attori del nostro sistema socioeconomico per realizzarla e quindi affrontare al meglio questa straordinaria rivoluzione riducendone i rischi’.

La maggioranza delle aziende intervistate (59%) già oggi utilizza soluzioni di Intelligenza Artificiale. Tra le più comuni vi sono quelle per l’automazione, l’ottimizzazione e la gestione di processi (38%), l’analisi dei dati (16%), l’analisi e la gestione dei rischi (15%). Meno frequenti l’uso di chatbot (13%), l’impiego per la formazione dei dipendenti (8%) e le applicazioni per la produzione di testo e/o immagini, usate solo dal 3% delle aziende nonostante il grande clamore mediatico di cui sono state protagoniste negli ultimi mesi. Solo nel 41% dei casi le aziende non hanno mai fatto alcun utilizzo di applicazioni AI. Nonostante le numerose incertezze che ancora riguardano gli sviluppi dell’AI e la sua regolamentazione, oltre il 40% delle aziende italiane dichiara che aumenterà gli investimenti in AI nei prossimi tre anni, puntando sull’efficientamento del data management (49%), dello sviluppo prodotti e servizi (45%) e dei sistemi software (41%). Un 10% degli investimenti, invece, potrebbe servire per adeguare il capitale umano, mentre il 5% potrebbe portare a operazione di M&A quali acquisizioni, joint-venture, partnership e alleanze strategiche.

Quali sono i benefici che le aziende puntano ad ottenere con l’AI? Il 45% si aspetta una maggiore efficienza e produttività, mentre il 40% pensa a una riduzione dei costi dell’azienda. Quote inferiori ma significative puntano all’abilitazione dei nuovi modelli di business (23%) e alla capacità di guadagnare reattività rispetto ai cambiamenti esterni (20%), nonché maggiore controllo ed efficacia nel controllo dei rischi (20%). Tra le aree aziendali che potrebbero ricavare il maggiore valore aggiunto ci sono le operations (49%), l’amministrazione e il controllo di gestione (34%), le infrastrutture e sistemi IT (30%), il settore sales (17%) e il comparto R&D e innovazione (13%). Secondo le imprese intervistate, le barriere che ostacolano l’implementazione aziendale di tecnologie AI sono la mancanza di conoscenze e competenze tecniche (40%), l’incompatibilità tecnologica con i sistemi attuali (37%) e la carenza di adeguate risorse finanziarie (31%), che nel caso delle aziende del Sud arriva al 47%. Altri ostacoli che vengono segnalati dalle aziende sono la difficoltà nella raccolta e gestione dei dati (27%) e il grado di maturità del mercato/settore di riferimento (17%). Ma la reale implementazione dell’AI nel tessuto economico italiano procede tra molte incertezze. Così, il 71% delle aziende ritiene che l’orizzonte temporale per la diffusione dell’Intelligenza Artificiale sia di lungo periodo e il 66% fa notare come nel breve periodo la maggior parte delle tecnologie e innovazioni AI abbia un costo proibitivo per la maggior parte delle aziende italiane. Tuttavia, il 53% confida che il costo dell’AI tenderà a ridursi progressivamente grazie ad economie di scala, sinergie, guadagni di efficienza e produttività. Sette aziende su dieci concordano sul fatto che la collaborazione fra pubblico e privato sarà imprescindibile per delineare un quadro normativo equo ed efficace sull’AI. Inoltre, il 68% conviene che per garantire uno sviluppo etico e responsabile sarà fondamentale regolamentare la tecnologia AI fin dalle prime fasi della progettazione. Ma in che modo garantire uno sviluppo etico dell’AI? Il 59% sottolinea l’importanza delle competenze delle persone all’interno delle imprese, mentre il 33% indica come prioritaria la formazione di ricercatori e sviluppatori di algoritmi AI su problematiche etiche. Il 31%, invece, pone l’accento sull’importanza di una maggiore trasparenza sui meccanismi di funzionamento dell’AI. Intervistate sugli ambiti di applicazione dell’AI per la sostenibilità ambientale, le aziende dimostrano il maggiore interesse per le soluzioni che riguardano l’efficienza energetica (70%), la riduzione dell’inquinamento (57%), l’economia circolare (41%) e la prevenzione delle calamità naturali tramite strumenti predittivi (22%). L’impiego dell’AI, invece, secondo il 20% potrebbe servire allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, mentre l’8% ne sottolinea il potenziale nella protezione della biodiversità. Tra le applicazioni di Intelligenza Artificiale più diffuse tra gli italiani c’è la traduzione simultanea: il 43% degli intervistati la usa e il 36% pensa che continuerà ad usarla. Grande successo anche per gli assistenti vocali: il 40% ne fa uso e il 29% continuerà a sfruttarli. Molto utili anche le previsioni del traffico in tempo reale, che sono adottate dal 37% e continueranno a essere usate da un cittadino su tre. Il 25% ha provato applicazioni per la generazione di testo, come ChatGPT e Bard, e il 15% continuerà a usarle. Tra le applicazioni ancora di “nicchia” la guida autonoma di veicoli (il 13% l’ha provata, il 4% continuerà), la creazione di contenuti artistici e multimediali (l’11% ha provato, il 5% continuerà) e quelle per i servizi finanziari (provati dal 10%, continueranno a essere usati dal 5%). Alla domanda: “Farebbe amicizia con un’intelligenza artificiale?”, il 28% dichiara “impossibile” e “inquietante” familiarizzare con una tecnologia, “tanto più con sembianze umane”; il 31% dice “probabilmente no”, spiegando di non essere interessato a familiarizzare con uno strumento tecnologico; il 22% è possibilista, soprattutto se l’AI “avesse connotati umani”; infine vi è un 19% di entusiasti che risponde con un sì deciso, a prescindere dalla forma che l’AI assumerebbe. Interrogati su quali settori dovrebbero essere considerati prioritari nello sviluppo di nuovi prodotti o servizi, gli italiani ripongono speranze soprattutto in ambito medico (38%). E tra chi scommette sull’AI per il settore salute, il 57% immagina di utilizzarla per monitoraggio dello stato di salute e rilevamento di segnali di attenzione, il 52% pensa che sarà utile alla ricerca farmaceutica-sanitaria, il 47% ipotizza un miglior accesso a servizi di prevenzione o assistenza sanitaria personalizzata, mentre il 41% spera in un supporto alla diagnosi attraverso l’analisi di dati. Significativa anche l’indicazione sul settore dei servizi pubblici e l’interazione con la PA (31%), che grazie all’AI potrebbe essere migliorata tramite l’automazione e semplificazione burocratica. Al terzo posto (30%), invece, vi è l’indicazione di un possibile utilizzo applicato a “telecomunicazioni, media e intrattenimento”. Interrogati sul loro grado di conoscenza dell’Intelligenza Artificiale, gli italiani si suddividono in quattro categorie: i “grandi conoscitori” (17%) sono coloro che affermano di conoscere bene le applicazioni e i prodotti AI, nonché la tecnologia sottostante; il 19% si definirebbe come “grande utilizzatore”, cioè utilizza frequentemente prodotti e servizi AI nella vita quotidiana ed è interessato all’utilizzo di futuri sviluppi nel settore; i “non utilizzatori” sono il 22% e dichiarano uno scarso uso e interesse verso l’AI; il 42%, invece, esprime timore o preoccupazione per i futuri rischi che questa tecnologia pone. Deloitte porta avanti il suo impegno nello sviluppo dell’IA attraverso il Deloitte AI Institute, un istituto di ricerca sull’AI che verrà lanciato in Italia nelle prossime settimane, e con l’AI Demystification Program, un programma di formazione a supporto delle oltre 12 mila persone di Deloitte in Italia. Deloitte ha inoltre sviluppato e adottato ‘Trustworthy AI”, un framework che promuove un’adozione dell’AI responsabile, affidabile e conforme alle normative; la progettazione di soluzioni simbiotiche ‘by design’ che deve sempre essere svolta da team multidisciplinari e preceduta da una seria valutazione ex-ante di tutti gli impatti dell’adozione dell’AI.

Adecco: il 68% dei colletti bianchi italiani usa l’intelligenza artificiale

Adecco: il 68% dei colletti bianchi italiani usa l’intelligenza artificialeMilano, 29 nov. (askanews) – L’intelligenza artificiale generativa è uno strumento molto diffuso in Italia, presso il mondo dei white collar: il 68% di chi svolge lavori impiegatizi ne fa già uso. Questa evidenza emerge dallo studio Global workforce of the future di The Adecco group, basata su un campione di quasi 2.000 rispondenti distribuiti su tutte le regioni italiane. L’opinione è generalmente positiva verso questo strumento: il 73% dei lavoratori è convinto che renderà più agevole il lavoro, il 19% ipotizza saranno necessari percorsi di upskilling per rimanere nel mercato del lavoro, mentre il restante 8% è più pessimista, e teme di perdere il lavoro a causa dell’Intelligenza Artificiale.

In particolare, emerge inoltre una marcata richiesta dei dipendenti verso i datori di lavoro di seguire corsi di formazione sull’utilizzo di questo strumento: il 53% vorrebbe percorsi dedicati, mentre il 12% evidenzia che i datori di lavoro hanno già sviluppato linee guida su come utilizzare al meglio lo strumento. La richiesta di essere formati in tal senso, poggia prevalentemente su tre ragioni: eliminare il lavoro ripetitivo, focalizzarsi sugli aspetti a maggior valore aggiunto, aumentare le possibilità di carriera. La ricerca evidenzia, infine, per quali aspetti l’IA generativa è maggiormente utilizzata oggi dai lavoratori italiani: trovare informazioni rapidamente (25%), imparare nuove skill e approfondire argomenti che non si conoscono (23%), sviluppare nuove idee (21%), ridurre il carico di lavoro (18%).

“I risultati sulla diffusione dell’intelligenza artificiale fra i white collar ci impongono di ragionare su come mettere i professionisti nelle migliori condizioni possibili per sfruttare al meglio le potenzialità di questa tecnologia. I lavoratori italiani hanno già colto con molta chiarezza che questa innovazione si presenta più come un’opportunità che come qualcosa di cui avere timore, dimostrando una maturità di cui come sistema Paese dobbiamo essere orgogliosi – afferma Andrea Malacrida, amministratore delegato di Adecco Italia – Come Adecco ci siamo già mossi per sviluppare un’offerta in tal senso, firmando un memorandum d’intesa con Microsoft, per la creazione di una piattaforma basata su IA Generativa. Il suo scopo sarà supportare i lavoratori nel proprio percorso professionale, aiutandoli a mantenere e sviluppare le loro competenze, al fine di garantire l’occupabilità nel lungo periodo”.

Golf, Luke Donald confermato capitano Europa Ryder 2025

Golf, Luke Donald confermato capitano Europa Ryder 2025Roma, 29 nov. (askanews) – Il board della Ryder Cup Europe confermato Luke Donald come capitano del Team Europa anche per la sfida con il team Usa in programma nel 2025 a Bethpage (New York). L’inglese, ex numero 1 al mondo, è il primo capitano europeo dal 1995 a ricoprire per due edizioni consecutive della Ryder Cup questo incarico dopo il trionfo di Roma. Il “record” appartiene allo scozzese Bernard Gallacher capitano nel 1991, 1993, 1995. “Sono felice e onorato di avere la possibilità di guidare ancora una volta il team Europe. Le grandi opportunità non si presentano molto spesso nella vita, pertanto serve sfruttarle al massimo. La Ryder Cup significa molto per me, anche se non c’è dubbio che svolgere questo ruolo Oltreoceano sarà un compito arduo. Non vedo l’ora di cominciare a lavorare e di creare il miglior team possibile”, la soddisfazione di Donald. Edoardo Molinari, determinante nel successo del team Europe, potrebbe ora essere riconfermato come vicecapitano.

Brigate al Qassam: i bombardamenti di Israele hanno ucciso il piccolo Kfir, il fratellino e la mamma

Brigate al Qassam: i bombardamenti di Israele hanno ucciso il piccolo Kfir, il fratellino e la mammaRoma, 29 nov. (askanews) – Le Brigate al Qassam, l’ala militare del movimento integralista palestinese Hamas, hanno riferito che tre ostaggi israeliani sono stati uccisi a causa dei precedenti bombardamenti delle Forze di Difesa Israeliane (Idf) sulla Striscia di Gaza.

“Le Brigate al Qassam annunciano la morte di tre ostaggi sionisti, come risultato dei precedenti bombardamenti sionisti sulla Striscia di Gaza”, ha dichiarato il gruppo sul suo canale Telegram. La nuova spirale del conflitto israelo-palestinese, innescata dall’attacco a sorpresa lanciato da Hamas il 7 ottobre, ha provocato finora circa 1.200 morti e quasi 5.500 feriti in Israele e oltre 15mila morti e 36mila feriti a Gaza, secondo gli ultimi dati ufficiali.Una tregua umanitaria di quattro giorni, concordata da Israele e Hamas con la mediazione del Qatar, è entrata in vigore il 24 novembre dopo sette settimane di ostilità ed è stata estesa lunedì per altri due giorni.

Nei primi quattro giorni dell’armistizio, 50 ostaggi israeliani, per lo più donne e bambini, sono stati scambiati con 150 prigionieri palestinesi senza crimini di sangue, e il flusso di aiuti umanitari, forniture mediche e carburante verso la Striscia di Gaza è ripreso. A margine dell’accordo di tregua, Hamas ha rilasciato 17 prigionieri thailandesi, un filippino e un russo. Numerosi Paesi hanno invitato Israele e Hamas a stabilire un cessate-il-fuoco; si moltiplicano anche le voci a favore di una soluzione a due Stati come unica via possibile per raggiungere una pace Le vittime sarebbero Kfir Bibas, un bambino di 10 mesi, suo fratello di 4 anni e la loro madre.

L’esercito israeliano ha detto che sta verificando la rivendicazione delle Brigate al Qassam. La famiglia Bibas aveva ripetutamente chiesto il rilascio dei parenti. Kfir è stato rapito dal kibbutz Nir Oz insieme al fratello maggiore Ariel, alla madre Shiri e al padre Yarden. Era il più giovane dei circa 30 bambini presi in ostaggio. duratura nella regione.

Aerospazio in Italia conta 300 imprese e fattura 4 miliardi di euro

Aerospazio in Italia conta 300 imprese e fattura 4 miliardi di euroRoma, 29 nov. (askanews) – Secondo i dati dello Space Economy Report di Euroconsult l’Economia dello Spazio – a livello mondiale – si attesta sui 464 miliardi di dollari (2022). Il mercato spaziale globale si stima che raggiungerà oltre i 737 miliardi di dollari entro un decennio. L’Italia può contare su una struttura di base di circa 300 imprese con un fatturato annuo che supera i 4 miliardi di euro.

L’Economia del Mare, secondo i dati dell’XI Rapporto Nazionale di Unioncamere, contribuisce in maniera significativa alla formazione del PIL per un valore aggiunto prodotto pari a 52,4 miliardi di euro, che hanno attivato altri 90,3 miliardi negli altri settori economici, per un valore aggiunto complessivo che raggiunge i 142,7 miliardi di euro (pari all’8,9% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia nazionale), con oltre 913.000 addetti in ben 228.190 imprese. I dati sono emersi al Ministero delle imprese e del Made in Italy durante il Forum: “Space&Blue. Economia dello Spazio e del Mare: interconnessioni Made in Italy”. I lavori, moderati dalla giornalista del TG1 Paola Cervelli, sono stati promossi e introdotti da Roberta Busatto, giornalista specializzata nei due settori, e dal keynote speaker Silvio Rossignoli, esperto aerospaziale e Presidente di Federlazio.

“Sessant’anni dopo l’avvio delle prime attività spaziali in Italia – ha affermato Silvio Rossignoli secondo quanto riporta una nota – abbiamo l’occasione, data dalle capacità di ricerca del CNR, dall’impegno della Marina Militare, della Fondazione Leonardo e delle altre realtà industriali coinvolte, di avviare una nuova fase economica per il nostro Paese, con l’avvio di nuove modalità di utilizzo delle risorse sottomarine. Una nuova economia che si inserisce a pieno titolo nel più ampio ambito di congiunzione tra Spazio e Mare”. Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Come Mimit siamo al lavoro su tre collegati alla legge di bilancio, di cui uno dedicato alla Blue Economy, uno alla Space Economy e uno sulle nuove tecnologie abilitanti. Guardiamo con grande attenzione alla cantieristica, alla robotica marina, alle biotecnologie blu, alle energie rinnovabili marine e allo sviluppo di tecnologie sostenibili per lo sfruttamento di risorse abiotiche marine, perché avranno un ruolo di prim’ordine per l’industria”.

Nello Musumeci, Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare: “Riunirò il Comitato interministeriale per le politiche del mare per definire una bozza di piano strategico. Il nostro Paese può diventare leader. Sono convinto che tanto lo spazio quanto il mare debbano promuovere interconnessioni, perché l’uno è utile all’altro e viceversa. È un nuovo spazio economico assai ampio in cui l’industria italiana può davvero trovare spazio e affermarsi nella leadership”.

Confagricoltura: olio Evo, in 2023 290mila tonn. (+20% su 2022)

Confagricoltura: olio Evo, in 2023 290mila tonn. (+20% su 2022)Roma, 29 nov. (askanews) – Produzione di olio di oliva italiano a 290mila tonnellate nel 2023, con un aumento del 20% rispetto allo scorso anno, ma inferiori del 17% rispetto alle 350mila tonnellate raggiunte in alcuni anni precedenti. Centro Nord e Sud hanno situazioni diverse. Sono i dati di Confagricoltura, resi noti nel corso della firma della intesa per il rilancio e la valorizzazione della filiera dell’olio extravergine di oliva made in Italy tra la stessa Confagricoltura e Unapol oggi a Palazzo della Valle.

L’Italia è il secondo produttore al mondo di olio di oliva dopo la Spagna, il primo consumatore, il primo importatore e il secondo esportatore con un ruolo da leadership a livello internazionale. La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale, la Spagna il 45%. Insieme rappresentano anche la quasi totalità delle esportazioni mondiali (60% la Spagna e 20% l’Italia). In Puglia, Calabria e Sicilia la raccolta può essere considerata abbastanza soddisfacente, anche se la prolungata siccità ha ridotto i quantitativi. Contenuti gli attacchi di fitopatie. Differenti le performance nel Centro Nord, dove si sono verificate numerose fitopatie, come la cecidomia in Liguria, la mosca dell’olivo in varie regioni e fenomeni di cascola in Lombardia e Veneto.

“Alcune regioni, come l’Umbria – spiega Walter Placida, presidente della Federazione Nazionale Olio di Confagricoltura – hanno investito nella filiera olivicola regionale con fondi dedicati. La Calabria ne sta discutendo in questi giorni, ma in generale è necessario attribuire adeguate risorse economiche, prestando attenzione alle tecnologie e ai nuovi impianti di uliveti ad alta densità che dovranno garantire produzioni capaci di soddisfare quantomeno la domanda interna”. “Sul fronte del mercato – aggiunge Placida – gli operatori difendono le proprie posizioni. Il livello attuale dei prezzi dell’olio extravergine è adeguato al pregio di un prodotto che ha altissime proprietà salutistiche ed è il giusto differenziale che valorizza la più elevata qualità rispetto ad altri oli di oliva e a oli vegetali, differenziale che andrebbe mantenuto”. La produzione mondiale di olio di oliva, anche se leggermente più alta della scorsa campagna, con una stima di 2,6 milioni di tonnellate è ben al di sotto (-16%) della media quinquennale e con l’aggravio di avere pochissime scorte disponibili.

Sul fronte delle giacenze, se la media europea degli ultimi cinque anni era di 600mila tonnellate, al 30 settembre 2023 erano in stock soltanto 309mila tonnellate, con una previsione della Commissione di ulteriore riduzione a 203mila tonnellate a settembre 2024. In Italia, al 30 settembre c’erano 153.970 tonnellate, con riduzione di circa il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Questo andamento si riflette necessariamente sui prezzi che, anche per questo fattore, sono più alti: in alcune piazze di scambio l’olio extravergine italiano ha infatti superato i 9 euro al kg.

Intesa Confagri-Unapol per valorizzare filiera olio Evo

Intesa Confagri-Unapol per valorizzare filiera olio EvoRoma, 29 nov. (askanews) – Una intesa per valorizzare la filiera dell’olio extravergine di oliva made in Italy e ridare slancio al comparto attraverso azioni puntuali che portino a un netto cambio di passo per il settore, ancora troppo frammentato e con realtà disomogenee per livello di innovazione e competitività, soprattutto a fronte dei cambiamenti climatici che incidono sempre di più sui livelli produttivi. L’intesa è stata siglata tra Confagricoltura e Unapol oggi a Palazzo della Valle dai rispettivi presidenti, Massimiliano Giansanti e Tommaso Loiodice, con l’obiettivo di contribuire ad aumentare la produzione oleicola italiana e la commercializzazione del prodotto di origine nazionale e dell’olio extravergine 100% made in Italy, migliorando la redditività delle imprese in un periodo molto difficile per il comparto.

Unapol (Unione nazionale associazioni produttori olivicoli) rappresenta 17 organizzazioni di produttori (Op) di Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia, Sicilia. L’intesa con Confagricoltura impegna le parti a collaborare anche per favorire accordi commerciali con player del settore, lavorare su specifiche tematiche ai tavoli di confronto e diffondere conoscenze tecniche. “E’ importante avviare al più presto un piano per innovare il settore, accompagnato da adeguate misure per le imprese, in un’ottica di mercato internazionale – ha detto Giansanti – Inoltre, promuovere e incentivare la conoscenza del prodotto italiano con un’educazione al consumo e un’informazione sulla ricchezza e la versatilità dell’olio EVO nazionale è altrettanto fondamentale per il rilancio del comparto, che rappresenta una delle eccellenze più conosciute e riconosciute del Made in Italy agroalimentare e ingrediente simbolo della dieta mediterranea”.

“Questo accordo vuole dare maggiore forza e aprire scenari di crescita, miglioramento e sviluppo delle politiche innovative e propositive per il settore – ha spiegato Loiodice – Bisogna fare squadra, proteggere questo prodotto e questo valore senza cadere nel tranello di tornare, da qui a breve, a un sotto -riconoscimento del valore stesso dell’extravergine di oliva, considerando anche i costi di produzione aumentati e le nuove sfide sul piano climatico, che impongono maggiori dispendi. Per fortuna il mercato oggi inizia a comprendere le tre direttrici fondamentali che sono la sostenibilità ambientale, sociale ed economica per le imprese olivicole, così anche, poco per volta, il giusto valore del prodotto finale”.

”Libri al Museo”, al Museo Napoleonico si presenta libro su Napoleone

”Libri al Museo”, al Museo Napoleonico si presenta libro su NapoleoneRoma, 29 nov. (askanews) – In occasione dell’uscita nelle sale cinematografiche italiane del film biopic “Napoleon” di Ridley Scott, la Sala Impero del Museo Napoleonico ospita venerdì primo dicembre alle 16 uno speciale incontro della rassegna Libri al Museo dedicato alla monografia Napoleone del Prof. Luigi Mascilli Migliorini, un dialogo a più voci sul personaggio Napoleone e sulla sua discussa, ma indubbia “epicità”.

Il libro, ripubblicato in un’edizione aggiornata e accresciuta da un nuovo ampio capitolo introduttivo, ha vinto il Grand Prix della Fondation Napoléon, ed è considerato una delle maggiori biografie su Napoleone, una lettura completa, ma anche avvincente, arricchita da numerosi particolari aneddotici e riferimenti a fonti letterarie. Il libro, più che celebrare l’uomo d’armi o il politico, narra la storia dell’uomo, “spettatore e attore” della propria esistenza nel qui ed ora del periodo storico di appartenenza. Il Museo Napoleonico fa da cornice e sfondo all’incontro del ciclo “Libri al Museo”, ponendo le sue opere, i suoi ambienti e la sua storia in dialogo con l’autore e gli argomenti trattati.

L’incontro verrà introdotto dall’Assessore alla Cultura Miguel Gotor. A seguire interverranno Ilaria Miarelli Mariani (Direttrice della Direzione Musei Civici della Sovrintendenza Capitolina), Luigi Mascilli Migliorini (Storico e accademico dei Lincei e autore del volume), Alessandra Necci biografa storica e docente Luiss. Libri al Museo è il ciclo a cura della Sovrintendenza Capitolina, che ospita in varie sedi museali la presentazione di pubblicazioni dedicate alla storia dell’arte, alla museologia e ai beni culturali. Aperte al pubblico, le presentazioni coinvolgono autori ed esperti del settore, mettendo al corrente i visitatori sulle novità e sul dibattito attuale. L’iniziativa è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

”Transizione ecodigitale soluzione per dare slancio all’Italia”

”Transizione ecodigitale soluzione per dare slancio all’Italia”Milano, 29 nov. (askanews) – La transizione ecologica e digitale è l’elemento fondamentale su cui l’Italia deve investire per una vera strategia nazionale di ripresa e resilienza, per una vera indipendenza energetica e per l’adattamento agli effetti avversi del cambiamento climatico, con benefici per l’economia e nuova occupazione. L’innovazione tecnologica è per definizione il settore più dinamico e favorevole a raggiungere tale scopo, e deve essere considerata con tutte le sue potenzialità. Parlamento e Governo sono chiamati a un deciso e urgente cambio di passo su questioni cruciali come innovazione tecnologica green, economia circolare, ambiente e clima nell’interesse del Paese e dei cittadini. Una svolta equa e inclusiva che deve mettere al centro soprattutto i giovani nativi eco-digitali che con le loro competenze, capacità e attitudini sono chiamati al ruolo di protagonisti. Sono questi i principali temi affrontati ieri, 28 novembre, all’incontro nazionale della Rete EcoDigital che, insieme a Fondazione Homo Ex Machina, con il patrocinio della Fondazione UniVerde e con la Media partnership di Radio Radicale e TeleAmbiente, ha rilanciato a Roma il nuovo incontro nazionale “La rivoluzione EcoDigital. Libertà energetica e giustizia climatica. Giovani, innovazioni, best practice e norme per una transizione Ecologica e Digitale rapida ed equa” che si è svolto alla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani e in diretta streaming su Radio Radicale.

“Dobbiamo intervenire subito, le emergenze climatica e sociale peggiorano – sottolinea Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e Promotore Rete EcoDigital – . Migliaia di attivisti, imprenditori e amministratori, in gran parte giovani, stanno già operando per costruire le basi di un’Italia più ecologica, solidale e digitale. Le adesioni e le best practice che stanno giungendo da tutta Italia sono una speranza concreta per accelerare la transizione ecodigital che è l’unica garanzia di vera indipendenza energetica e slancio tecnologico per un benessere duraturo. La transizione ecologica per 100% rinnovabili e quella digitale, che consenta di controllare e ottimizzare consumi, verificare spese e opere, indirizzare i comportamenti pubblici e privati, vanno coordinate e rese efficaci. Una visione che si ispira al Green Deal europeo e l’Italia deve puntare subito sulle rinnovabili senza barriere ideologiche e burocrazia in eccesso”. “Il 30 si aprirà a Dubai la Cop 28, siamo ormai fuori tempo massimo per agire e fermare il riscaldamento del Pianeta, i cui effetti sono ormai sempre più devastanti. Davanti a questa grave emergenza non si assumono le decisioni conseguenti e soprattutto non si accelera sulla riconversione ecologica per superare al più presto l’economia fossile – ha puntualizzato Loredana De Petris, promotrice della Rete EcoDigital -. La transizione nel nostro Paese è ferma, anzi si fantastica di hub del gas, si perde tempo sul nucleare. Eppure sarebbe un grande aiuto ad un’economia ferma, se non proprio in recessione, e di grande aiuto a livello sociale. Oltretutto il Governo ha messo fine al mercato tutelato e dato incentivi alle imprese energivore”.

Winelivery: raccolta da 3,5 mln per espandere winebar e consolidarsi

Winelivery: raccolta da 3,5 mln per espandere winebar e consolidarsiMilano, 29 nov. (askanews) – Winelivery, società milanese di delivery di vino e bevande a domicilio, ha annunciato una raccolta di capitali di 3,5 milioni di euro. In particolare, la società ha spiegato di “stimare per il 2027 un fatturato di 18 milioni di euro, con un Ebitda superiore a 4 milioni”, e di voler utilizzare i capitali raccolti “per espandere la linea di business ‘Bar & Enoteca’”. Un segmento che attualmente conta “quattro locali di proprietà già operativi a Milano, Roma, Trani, tre in franchising a Parma, Roma e Andria, e otto in allestimento”, e che punta ad arrivare “a fine piano, nel 2027, a più di 80 punti vendita”.

Oltre a questo, l’azienda ha comunicato che investirà ulteriormente nella linea “Data & Media”, puntando a consolidare la propria digital marketing agency “Wedia”, e acquisendo “una media company già identificata e con cui sono in corso trattative”. Fondata nel 2016, Winelivery ha un servizio di consegna attivo in oltre 60 città italiane e “al 30 giugno la sua applicazione ha registrato 1,6 milioni di download, risultando l’app italiana del beverage ad oggi più scaricata”.