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Tag: Sanremo 2023

Il Padiglione Italia di Fosbury: architettura collaborativa

Il Padiglione Italia di Fosbury: architettura collaborativaMilano, 27 apr. (askanews) – “Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri” è il titolo del Padiglione Italia alla 18. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della cultura e curato da Fosbury Architecture (Giacomo Ardesio, Alessandro Bonizzoni, Nicola Campri, Veronica Caprino e Claudia Mainardi).

Per la prima volta un gruppo curatoriale costituito da architetti nati tra il 1987 e il 1989 porta a Venezia le istanze di una nuova generazione di progettisti under 40 (nove gruppi di progettisti e altrettanti advisor, professionisti provenienti da diversi campi delle industrie creative, per un totale di circa 50 persone con età media di 33 anni) cresciuta e formatasi in uno scenario di crisi permanente e che per questo ha fatto della collaborazione, della condivisione e del dialogo la base di ogni propria attività. Una generazione consapevole, da un lato, dell’impatto e della responsabilità del settore delle costruzioni nella crisi ambientale e, dall’altro, della crisi di rilevanza dell’architettura e del progetto nella trasformazione di città e territori. Una generazione di progettisti che, rispetto alle precedenti, è cresciuta in un regime di scarsità di risorse e di opportunità, che vive come cruciale il tema della sostenibilità, e che sa che questo è l’unico contesto nel quale potrà operare ora e in futuro. Fosbury Architecture si fa portavoce di quei progettisti italiani “nativi sostenibili” che hanno già accettato tutte queste sfide, per i quali la transdisciplinarietà è uno strumento per espandere i limiti dell’architettura e il manufatto costruito è un mezzo e non un fine ultimo. “Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri” nasce da questi presupposti e si fonda sulla visione dell’Architettura come pratica di ricerca multidisciplinare al di là dei manufatti e della Progettazione come risultato di un lavoro collettivo e collaborativo, che supera l’idea dell’architetto-autore. In questa visione, lo spazio è inteso come luogo fisico e simbolico, area geografica e dimensione astratta, sistema di riferimenti conosciuti e territorio di possibilità.

Spaziale fa dunque riferimento a una nozione espansa del campo dell’architettura: intervenire nello spazio significa operare su quel tessuto di relazioni tra persone e luoghi che è alla base di ogni progetto. “Spaziale. Ognuno appartiene a tutti gli altri” porta al centro del Padiglione Italia un processo collaborativo ad ampio spettro, un progetto inclusivo che coinvolge figure di eccellenza e comunità locali, mettendo in scena le migliori ricerche portate avanti da architetti italiani under 40 in relazione a specifiche necessità territoriali.

Per la prima volta, infatti, il Padiglione Italia è stato interpretato dai curatori come l’occasione per realizzare nuovi progetti: un attivatore di azioni concrete a beneficio di territori e comunità locali, oltre l’idea che una mostra debba essere solo “esibizione”. Per questa ragione una parte consistente dei fondi pubblici destinati al Padiglione è stata utilizzata per innescare nuovi processi o potenziare progetti esistenti aggiungendovi un nuovo capitolo. Fosbury Architecture ha individuato e invitato a collaborare nove pratiche spaziali, progettisti chiamati a sviluppare nove progetti pionieri per il Padiglione Italia: nove pratiche di architettura – architetti o gruppi italiani under 40 rappresentativi di ricerche originali, attivi in Italia e all’estero – selezionati in base all’attitudine con cui operano, i territori in cui intervengono, i mezzi che utilizzano, le questioni che sollevano e le risposte che suggeriscono, e che rappresentano un elenco, seppure incompleto, di professionisti italiani che lavorano lungo il perimetro di ciò che è considerato oggi architettura.

Per rendere i nove progetti dei prodotti transdisciplinari genuini, i curatori hanno affiancato a ciascun progettista un advisor, proveniente da altri campi della creatività: artisti visivi e performer, esperti di alimentazione e di intelligenza artificiale, scrittori e registi. Sono state poi individuate nove stazioni, siti rappresentativi di condizioni di fragilità o trasformazione del nostro Paese, dove ciascun gruppo transdisciplinare è stato chiamato a intervenire. Infine, ciascun gruppo di progettazione ha collaborato e collaborerà con una serie di incubatori – attori locali come musei, associazioni, festival culturali – con l’obiettivo di radicare ciascun progetto nel territorio di riferimento.

In questo modo i nove progetti legati al Padiglione Italia andranno a configurare le tappe di un’inedita geografia, diventando mete simboliche di un rinnovato Viaggio in Italia.

Il lavoro di ciascun gruppo risponde a una serie di temi urgenti per il contesto italiano e la disciplina in generale: sfide ‘impossibili’ se arontate a livello globale ma che arontate nei contesti locali sono in grado di produrre riscontri immediati e tangibili.

A Taranto la convivenza con il disastro verrà raccontata sui tetti della città dal collettivo Post Disaster in dialogo con Silvia Calderoni e Ilenia Caleo. Nella Baia di Ieranto, oasi naturalistica del FAI nei pressi di Napoli, gli architetti BB – Alessandro Bava e Fabrizio Ballabio – con Terraforma Festival metteranno in scena la riconciliazione con l’ambiente. A Trieste la coesistenza multiculturale verrà analizzata lungo il confine italo-sloveno da Giuditta Vendrame con Ana Shametaj. A Ripa Teatina, in provincia di Chieti, gli HPO con Claudia Durastanti coinvolgeranno la comunità nel recupero del patrimonio incompiuto. Nella terraferma veneziana, tra Mestre e Marghera, i Parasite 2.0 con Elia Fornari affronteranno il tema dell’inclusione sociale lavorando sulla democratizzazione delle attività ricreative. A Cabras, nel Montiferru in Sardegna, il gruppo Lemonot lavorerà con Roberto Flore sulla transizione alimentare. A Librino, quartiere di Catania, Studio Ossidiana collaborerà con Adelita Husni Bey a un progetto di rigenerazione delle periferie. A Belmonte Calabro, a rappresentare le aree interne italiane, il collettivo Orizzontale con Bruno Zamborlin si interrogherà sul superamento del divario digitale. Infine, nella piana fra Prato e Pistoia, i progettisti (ab)Normal e CAPTCHA in collaborazione con Emilio Vavarella investigheranno i limiti della tutela del paesaggio e della sua riproducibilità.

All’interno del Padiglione Italia non verrà dunque presentato un progetto finito, ma l’avvio di una serie di iniziative che avrà un impatto di lunga durata.

Dal punto di vista espositivo, il Padiglione restituirà la sintesi formale e teorica dei processi innescati nei nove territori nei mesi precedenti all’apertura, da gennaio a maggio, restituendo una diversa e originale immagine dell’architettura italiana nel contesto internazionale.

Non solo canzoni per Yoon negli Usa: porta a casa accordo nucleare

Non solo canzoni per Yoon negli Usa: porta a casa accordo nucleareRoma, 27 apr. (askanews) – Può darsi che l’immagine del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol che canta “American Pie” al ricevimento organizzato dalla Casa bianca ieri possa aver dato un’impressione che la visita solenne del leader di Seoul a Washington sia stata un’occasione di leggerezza. Niente di più sbagliato: Yoon, quando non ha cantato, ha perorato la causa di un rafforzamento della capacità militare dell’alleanza con gli Stati uniti e di quella trilaterale Usa-Giappone-Sudcorea per affrontare le minacce nucleari e missilistiche nordcoreane. E ha sostenuto che Pyongyang si affronta con la forza, non con un effimero dialogo.

“Il nostro futuro sarà più luminoso del passato. I nostri due paesi costruiranno la pace attraverso la forza e guideranno solidali il fronte della libertà per promuovere la pace nell’Asia orientale e nel resto del mondo”, ha detto oggi nel ricevimento offerto dal segretario di Stato usa Antony Blinken, alla presenza della vicepresidente Usa Kamala Harris. La pace “attraverso la forza”. D’altronde anche ieri, con a fianco Joe Biden, Yoon ha detto seccamente durante la conferenza stampa congiunta alla Casa bianca: “I nostri due paesi hanno deciso di rafforzare in modo significativo la deterrenza estesa contro le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord, in modo da poter raggiungere la pace attraverso la superiorità di una forza schiacciante e non una falsa pace basata sulla buona volontà”.

Il riferimento del presidente sudcoreano è stato alla politica dal suo predecessore, l’ex presidente Moon Jae-in, che tentò un disgelo diplomatico con la Corea del Nord, anche con passi storici come gli incontri con il leader supremo nordcoreano Kim Jong Un. Fu, quella, una stagione alla fin fine effimera: il fallimento del summit di Hanoi tra l’allora presidente Usa Donald Trump e Kim, pose di fatto termine a questi tentativi. Oggi, inoltre, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha dichiarato, parlando al Congresso Usa in occasione del 70mo anniversario dell’alleanza, che è necessario accelerare la cooperazione trilaterale con il Giappone e gli Stati Uniti per contrastare le crescenti minacce nucleari nordcoreane e ha affermato che il mondo non deve “smetterla” di chiedere la libertà per il popolo del Nord della Penisola coreana.

Il lungo viaggio di stato negli Usa, il primo con questo tasso di formalità di un presidente sudcoreano da 12 anni a questa parte, ha permesso a Yoon di presentarsi come uno dei principali alleati regionali degli Usa, avendo pagato il prezzo di un disgelo con il Giappone, accelerato dalla decisione sicuramente dolorosa di rinunciare a pretendere dalle aziende nipponiche che si giovarono del lavoro forzato coreano durante la seconda guerra mondiale il risarcimento per le vittime ancora viventi. Ai parlamentari Usa, Yoon ha rivendicato i suoi sforzi verso il riavvicinamento con il Giappone dopo anni di relazioni tese, come un passo necessario per creare un fronte unito contro le minaccia nordcoreana: “Insieme a uno stretto coordinamento Corea-Usa, dobbiamo accelerare la Cooperazione di sicurezza trilaterale Usa-Giappone-Sudcorea per contrastare le crescenti minacce nucleari nordcoreane”.

Il presidente sudcoreano stato accolto con una standing ovation e ripetuti applausi in una sala gremita della Camera dei Rappresentanti da membri della Camera e del Senato. Ma, più che gli applausi, Yoon riporta a casa un allargamento del concetto di deterrenza estesa, con un rafforzamento del coordinamento nucleare con gli Stati uniti. Un accordo che dovrebbe superare le perplessità che nei mesi scorsi avevano portato lo stesso Yoon e i suoi alleati conservatori a Seoul a chiedersi se la Sudcorea, di fronte all’arsenale di Kim, non debba dotarsi a sua volta di armi nucleari. Ieri Yoon e Biden hanno annunciato la creazione di un nuovo meccanismo che, secondo i due leader, dovrebbe sopire questi dubbi. Il nuovo organismo si chiama Nuclear Consultative Group (NCG) e servirà da coordinamento tra i due paesi per discutere qualsiasi possibile uso di armi nucleari nella penisola coreana.

Il fulcro dell’accordo è che la Corea del Sud avrà una linea dedicata per comunicare agli Stati Uniti qualsiasi preoccupazione nucleare. Allo stesso tempo, Biden ha parlato in termini decisivi dell’impegno del suo paese per difendere la Corea del Sud, anche se ciò dovesse comportare l’uso di armi nucleari. In una dichiarazione congiunta, definita “Dichiarazione di Washington”, Biden ha ribadito “che qualsiasi attacco nucleare della Repubblica democratica popolare di Corea (Pyongyang) contro la Repubblica di Corea (Seoul) sarà accolto con una risposta rapida, travolgente e decisiva”.

Meloni da Sunak: piena sintonia. Ma ‘scivolone’ Def guasta festa

Meloni da Sunak: piena sintonia. Ma ‘scivolone’ Def guasta festaLondra, 27 apr. (askanews) – La notizia è piombata nel salottino dell’appartamento al numero 10 di Downing street, poco dopo che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è accomodata accanto al premier britannico Rishi Sunak per un bilaterale che il governo italiano considera importantissimo, anche perché ha portato alla firma di un memorandum a cui i due Paesi lavoravano dai tempi del Conte 2 e che finora, complici anche pandemia e guerra, non si era mai chiuso. Un accordo che spazia da ambiti come difesa e energia, fino a transizione ecologica e scambi commerciali. La premier aveva da poco ribadito al padrone di casa la “piena sintonia” su molti temi, a cominciare dall’Ucraina e soprattutto i migranti, arrivando anche ad appoggiare l’idea da molti contestata, di spostare in Ruanda i richiedenti asilo sbarcati sulle coste del Kent.

Un bilaterale sin dalle premesse costruito per essere pressoché perfetto per la premier, che però nel bel mezzo del colloquio è stata avvertita che la maggioranza era andata sotto nella risoluzione che accompagna il Def. Un provvedimento pesante e importante, uno di quelli su cui normalmente la maggioranza dovrebbe essere a ranghi serrati, non essere battuto per troppe assenze. La prima reazione, un messaggio ai suoi: “Non ho parole”. Più che rabbia, racconteranno, dispiacere e stupore. L’obiettivo di non oscurare la visita a Londra, con tanto di giro privato con Sunak in una Westminster chiusa al pubblico che si prepara all’incoronazione di Re Carlo III, ormai impossibile da centrare. La stessa presidente del Consiglio si rende conto che, per quanto lo avrebbe voluto evitare trovandosi in una missione all’estero, si impone la necessità di dare una risposta. Anche perché il caso ha finito per coinvolgere pure il Quirinale che, interpellato sulla possibilità di rivotare lo stesso testo, ha spiegato che il guaio andava sistemato con un nuovo provvedimento e una nuova risoluzione. Cosa che poi ha portato alla convocazione del Cdm riparatore.

E così, conversando con alcuni giornalisti nell’hotel, la premier decide di mettere nero su bianco che ciò che è successo alla Camera è “uno scivolone”, “una brutta figura” per cui tutti vanno “richiamati alle loro responsabilità” ma nega che si sia trattato di un “segnale politico” da parte degli alleati e anzi assicura che il Consiglio dei ministri del 1 maggio, quello con i provvedimenti dedicati al lavoro, è confermato. Detto questo, promette anche un maggiore coinvolgimento dei gruppi anche perché c’è da portare a casa un “calendario di riforme chiaro e serrato”. Ma la visita a Londra è anche una occasione per mandare un segnale ai mercati. Giorgia Meloni, che ha incassato i complimenti di Sunak per la “gestione molto attenta dell’economia”, venerdì, in occasione del ricevimento presso l’ambasciatore Inigo Lambertini a cui parteciperà anche il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, inontrerà anche operatori del settore finanziario ed economico con cui promuoverà il made in Italy ma darà anche rassicurazione sugli impegni presi dall’Italia sul Pnrr. “Spenderemo tutti i soldi”, garantisce. “Sono i fatti a dover rassicurare i mercati. Questo governo ha lavorato con estrema serietà, i fatti dicono che i nostri fondamentali vanno meglio di nazioni considerate più solide della nostra, i fatti dicono che Rishi Sunak mi ha ringraziato per questo perché noi garantiamo stabilità”, spiega.

Cina, nuova legge controspionaggio allarma le aziende straniere

Cina, nuova legge controspionaggio allarma le aziende straniereRoma, 27 apr. (askanews) – Una nuova mannaia pende sulla testa degli uomini d’affari stranieri che frequentano la Cina. Il Congresso nazionale del popolo ha approvato mercoledì una revisione della legge sul controspionaggio, ampliando la definizione di spionaggio dal trasferimento illegale di segreti di stato a quella di “documenti, dati, materiali o elementi relativi alla sicurezza nazionale”. Lo riferisce Nikkei Asia.

Le autorità saranno autorizzate a perquisire gli effetti personali e i dispositivi elettronici di coloro che sono sospettati di spionaggio una volta che l’aggiornamento entrerà in vigore dal primo luglio. Le revisioni pongono inoltre una maggiore attenzione alla prevenzione degli attacchi informatici contro le agenzie governative e le infrastrutture chiave. Permangono inerrogativi su cosa costituisca esattamente la sicurezza nazionale. Sotto il presidente Xi Jinping, nel 2014 la Cina ha adottato una visione più ampia della sicurezza nazionale che abbraccia difesa, economia, tecnologia, informazioni e risorse.

“Dobbiamo pensare a come evitare i sospetti mentre aspettiamo annunci più dettagliati su azioni specifiche che saranno considerate spionaggio”, ha affermato un dirigente d’azienda in Cina, secondo quanto ha riferito il Nikkei. In particolare le imprese straniere dovranno essere caute quando si tratta di energia e trasporti, nonché di infrastrutture sociali come le telecomunicazioni e la finanza. Le autorità cinesi potrebbero ritenere le informazioni su fonti energetiche come petrolio, gas naturale e carbone legate alla sicurezza nazionale.

Anche l’industria dei semiconduttori, un obiettivo chiave della rivalità tra la Cina e gli Stati Uniti, potrebbe essere sottoposta a un maggiore controllo. Alcune aziende stanno anche avvertendo i dipendenti di evitare di avvicinarsi alle strutture militari, molte delle quali non sono segnate sulle mappe in Cina. Anche scattare foto e condurre sondaggi e interviste può essere rischioso,.

Qin Gang a ministri Asia centrale: lavoriamo per pace in Ucraina

Qin Gang a ministri Asia centrale: lavoriamo per pace in UcrainaRoma, 27 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha affermato oggi che la Cina è disposta a lavorare con i paesi dell’Asia centrale – tradizionale “giardino di casa” della Russia – per spingere verso una soluzione politica della crisi ucraina. Lo riferisce il South China Morning Post.

Il ministro ha parlanto all’indomani dell’attesa telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. “La Cina e i paesi dell’Asia centrale condividono una visione e una posizione simili sulla crisi in Ucraina”, ha detto Qin dopo aver incontrato i suoi omologhi regionali nella città nordoccidentale di Xian per prepararsi al vertice del mese prossimo tra Pechino e i cinque paesi dell’Asia centrale (C+C5).

Qin ha affermato che i ministri degli Esteri di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan – tutti ex repiubbliche dell’Unione sovietica – hanno apprezzato la conversazione tra Xi e Zelensky e la ritengono utile per raggiungere presto un cessate-il-fuoco e colloqui di pace. Il ministro ha inoltre aggiunto che la Cina è disposta a continuare a lavorare insieme a tutte le parti, compresa l’Asia centrale, per creare consenso e promuovere una soluzione alla crisi.

Sudan, accordo tra le forze armate: cessate-il-fuoco prorogato per altre 72 ore

Sudan, accordo tra le forze armate: cessate-il-fuoco prorogato per altre 72 oreRoma, 27 apr. (askanews) – Le forze armate sudanesi hanno concordato con il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF)di estendere il cessate-il-fuoco di 72 ore. Lo ha affermato oggi l’esercito in un comunicato. “Grazie agli sforzi compiuti dalla parte saudita e americana per aiutare a disinnescare la situazione ed estendere la tregua al fine di creare condizioni adeguate per il processo di evacuazione degli stranieri da vari paesi e per promuovere gli aspetti umanitari per i nostri cittadini, il comando delle forze armate e le RSF hanno acconsentito a una proroga del cessate-il-fuoco, proposta per ulteriori 72 ore”, ha affermato l’esercito sui social media.

Giappone declassa Covid-19 a livello d’influenza stagionale

Giappone declassa Covid-19 a livello d’influenza stagionaleRoma, 27 apr. (askanews) – Il Giappone ha deciso oggi di declassare formalmente lo status del nuovo coronavirus a un livello pari a quello dell’influenza stagionale a partire dall’8 maggio, aprendo la strada alla piena normalizzazione delle attività sociali ed economiche. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

Il governo inoltre pensa di anticipare la revoca delle rimanenti misure di controllo delle frontiere del coronavirus di oltre una settimana fino alla mezzanotte di venerdì, in previsione di un aumento delle persone che viaggiano all’estero e ritornano durante le vacanze della Golden Week, che inizia sabato. In base alle attuali disposizioni, tutti gli ingressi nel Paese devono presentare la certificazione di aver ricevuto almeno tre dosi di vaccinazione Covid-19 o un risultato negativo a un test del coronavirus, effettuato entro 72 ore dalla partenza.

Gli esperti di malattie infettive del comitato ad hoc attivo presso il ministero della Salute hanno dato il via libera al programma di riclassificazione in base all’attuale situazione della pandemia e alla preparazione del sistema sanitario per una ripresa in tutto il paese. Il panel ha riferito che circa 8.400 istituzioni mediche, che comprendono il 90% degli ospedali e delle cliniche a livello nazionale, sono pronte ad accogliere fino a 58.000 pazienti Covid-19. Circa 44.000 istituti accetteranno pazienti ambulatoriali, rispetto ai 42.000 attuali.

“Le misure speciali che il governo ha adottato in risposta al nuovo coronavirus termineranno il 7 maggio”, ha dichiarato il ministro della Salute, del Lavoro e del Welfare Katsunobu Kato in una conferenza stampa. In Giappone, Covid-19 è attualmente designato come una categoria speciale equivalente o più rigorosa della Classe 2, che copre malattie infettive come la tubercolosi e la sindrome respiratoria acuta grave, o SARS, secondo la legge.

Il governo ha dichiarato che dall’8 maggio riclassificherà il Covid-19 in malattia di classe 5 come l’influenza stagionale, il che significa che lo stato di emergenza non sarà più emesso quando si verificherà una recrudescenza dell’infezione. Anche la copertura da parte del governo delle spese mediche relative al coronavirus per le cure ambulatoriali e il ricovero terminerà, ad eccezione delle cure costose.

Ma alcuni esperti di malattie infettive sono cauti riguardo a un rapido ritorno alle norme pre-pandemia, sottolineando la necessità per gli anziani e le altre persone vulnerabili al coronavirus di continuare a indossare mascherine per proteggersi.

“C’è ancora un rischio elevato se le persone iniziano a uscire come facevano prima della pandemia di coronavirus”, ha affermato Tetsuya Matsumoto, professore di malattie infettive.

All’inizio di questo mese, un gruppo di esperti del comitato consultivo del ministero della salute ha anche avvertito che il Giappone potrebbe affrontare una “nona ondata” della pandemia di coronavirus ancora più grave della precedente, mentre il ministro della salute ha notato un aumento dei casi della nuova, contagiosa sottovariante del virus XBB.1.5.

Durante l’ultima ondata di infezioni, l’ottava in Giappone, osservata da fine novembre a fine gennaio, secondo il ministero sono stati segnalati oltre 7,5 milioni di casi.

Il governo va sotto sul Def, domani si rivota. Meloni: solo un brutto scivolone

Il governo va sotto sul Def, domani si rivota. Meloni: solo un brutto scivoloneRoma, 27 apr. (askanews) – Un “brutto scivolone ma non un segnale politico” per Giorgia Meloni, “dilettantismo” per Elly Schlein. Comunque venga definito (e alla fine risolto) il caso, oggi è stato il giorno più difficile per il governo, andato sotto alla Camera sulla risoluzione con cui chiedeva l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, necessario per i provvedimenti sul lavoro che dovrebbero andare nel Consiglio dei ministri convocato simbolicamente il primo maggio.

Al Senato il passaggio del Def è andato liscio: poco dopo le 16 l’aula di Palazzo Madama ha dato via libera alla risoluzione di maggioranza. Dato che proprio al Senato il centrodestra ha numeri meno ampi, sembrava profilarsi un pomeriggio tranquillo e invece alla Camera è arrivata la sorpresa: risoluzione bocciata per sei voti. Tra i banchi della maggioranza, secondo quanto ricostruito poi dai tabulati, al momento del voto sono assenti (al netto degli onorevoli in missione) 26 deputati: 11 della Lega, 9 di Fi, 5 di Fdi e 1 di Noi moderati. “Il problema è che i deputati non si rendono conto”, sibila scuro in volto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti attraversando il Transatlantico mentre l’opposizione esulta. Va trovata una soluzione d’urgenza, anche per non aggiungere alla figuraccia (il Def non era mai stato bocciato prima) un’altra figuraccia, ovvero essere costretti a far saltare il Cdm del primo maggio. A Londra, dove stava incontrando il premier britannico Rishi Sunak, Giorgia Meloni viene informata e alla fine, dopo un consulto con i tecnici, la soluzione viene trovata convocando d’urgenza un nuovo Cdm, che si riunisce a Palazzo Chigi sotto la presidenza del vicepremier Antonio Tajani. Pochi minuti per decidere di non toccare il Def, ma di modificare la relazione sullo scostamento sottolineando “le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il primo maggio”. Un Cdm che, assicura una (furiosa) Meloni dal Regno Unito, viene confermato. Per questo si torna subito in Parlamento. Le capigruppo decidono che alla Camera si va in commissione stasera e domani mattina in Aula, al Senato commissione domani mattina e voto in Aula alle 14.

Per tutti, parlamentari, sottosegretari, vice ministri e ministri scatta la precettazione, a scanso di sorprese. Poi, al rientro di Meloni, è prevedibile che arrivi anche una “strigliata”.

Governo va sotto sul Def, dopo passaggio in Cdm ci sarà nuovo voto

Governo va sotto sul Def, dopo passaggio in Cdm ci sarà nuovo votoRoma, 27 apr. (askanews) – Un “brutto scivolone ma non un segnale politico” per Giorgia Meloni, “dilettantismo” per Elly Schlein. Comunque venga definito (e alla fine risolto) il caso, oggi è stato il giorno più difficile per il governo, andato sotto alla Camera sulla risoluzione con cui chiedeva l’autorizzazione allo scostamento di bilancio, necessario per i provvedimenti sul lavoro che dovrebbero andare nel Consiglio dei ministri convocato simbolicamente il primo maggio.

Al Senato il passaggio del Def è andato liscio: poco dopo le 16 l’aula di Palazzo Madama ha dato via libera alla risoluzione di maggioranza. Dato che proprio al Senato il centrodestra ha numeri meno ampi, sembrava profilarsi un pomeriggio tranquillo e invece alla Camera è arrivata la sorpresa: risoluzione bocciata per sei voti. Tra i banchi della maggioranza, secondo quanto ricostruito poi dai tabulati, al momento del voto sono assenti (al netto degli onorevoli in missione) 26 deputati: 11 della Lega, 9 di Fi, 5 di Fdi e 1 di Noi moderati. “Il problema è che i deputati non si rendono conto”, sibila scuro in volto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti attraversando il Transatlantico mentre l’opposizione esulta. Va trovata una soluzione d’urgenza, anche per non aggiungere alla figuraccia (il Def non era mai stato bocciato prima) un’altra figuraccia, ovvero essere costretti a far saltare il Cdm del primo maggio. A Londra, dove stava incontrando il premier britannico Rishi Sunak, Giorgia Meloni viene informata e alla fine, dopo un consulto con i tecnici, la soluzione viene trovata convocando d’urgenza un nuovo Cdm, che si riunisce a Palazzo Chigi sotto la presidenza del vicepremier Antonio Tajani. Pochi minuti per decidere di non toccare il Def, ma di modificare la relazione sullo scostamento sottolineando “le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per il primo maggio”. Un Cdm che, assicura una (furiosa) Meloni dal Regno Unito, viene confermato. Per questo si torna subito in Parlamento. Le capigruppo decidono che alla Camera si va in commissione stasera e venerdì mattina in Aula, al Senato commissione venerdì mattina e voto in Aula alle 14.

Per tutti, parlamentari, sottosegretari, vice ministri e ministri scatta la precettazione, a scanso di sorprese. Poi, al rientro di Meloni, è prevedibile che arrivi anche una “strigliata”.

Enti locali, Calderoli: al via incentivi per aggregazione servizi

Enti locali, Calderoli: al via incentivi per aggregazione serviziRoma, 27 apr. (askanews) – “E’ proseguito anche oggi il lavoro delle Conferenze Unificata e Stato-Regioni, riunite questo pomeriggio per una seduta straordinaria. Proprio in sede di Conferenza Unificata è arrivato il via libera agli incentivi per gli enti locali che aderiscono a riorganizzazioni e aggregazioni dei servizi pubblici locali, con un’intesa raggiunta all’unanimità”. Lo dichiara in una nota il ministro per gli Affari reigonali e l’Autonomia, Roberto Calderoli.

“L’obiettivo di questo provvedimento – spiega Calderoli – è favorire l’efficientamento dei servizi resi ai cittadini grazie al potenziamento delle aggregazioni, incentivando gli enti locali che riorganizzano i propri servizi pubblici in funzione di questo. Una misura che rientra negli adempimenti del Pnrr, approvata secondo i tempi previsti. E’ stato inoltre garantito l’impegno del governo a reperire risorse aggiuntive da destinare a incentivi per gli enti territoriali, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica”.