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Tag: Sanremo 2023

L’Europa si riarma, rapporto Sipri: nel 2022 la spesa è aumentata del 13%

L’Europa si riarma, rapporto Sipri: nel 2022 la spesa è aumentata del 13%Roma, 24 apr. (askanews) – La spesa militare globale è aumentata del 3,7% in termini reali nel 2022, raggiungendo un nuovo massimo di 2.240 miliardi di dollari: in particolare l’Europa ha registrato il suo più forte aumento annuale, negli ultimi 30 anni, con un +13% sui 12 mesi precedenti. E’ quanto emerge dai nuovi dati sulla spesa militare globale pubblicati oggi dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI). I tre paesi che hanno speso di più nel 2022, si spiega, sono Stati Uniti, Cina e Russia: insieme rappresentano il 56% del totale mondiale. L’Italia occpua il 12esimo posto del ranking di Sipri, immediatamente dietro l’Ucraina, con una spesa di 33,5 miliardi di dollari nel 2022, in calo del 4,5% rispetto all’anno precedente. La percentuale di spesa rispetto al Pil è stata, secondo Sipri, dell’1,7%.

LE PREOCCUPAZIONI PER GUERRA IN UCRAINA E TENSIONI IN ASIA La spesa militare mondiale è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo nel 2022 fino al massimo storico di 2.240 miliardi di dollari. L’aumento di gran lunga più marcato della spesa (+13%) è stato registrato in Europa ed è in gran parte legato all’invasione russa dell’Ucraina, secondo quanto spiegato da Sipri. Gli aiuti militari all’Ucraina e le preoccupazioni per un’accresciuta minaccia da parte della Russia hanno infatti fortemente influenzato le decisioni di spesa di molti Stati, così come un ruolo determinante hanno avuto anche le tensioni nell’Asia orientale.

‘Il continuo aumento della spesa militare globale negli ultimi anni è un segno che viviamo in un mondo sempre più insicuro’, ha affermato Nan Tian, ricercatore senior presso il programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Gli Stati stanno rafforzando la forza militare in risposta a un ambiente di sicurezza in deterioramento, che non prevede un miglioramento nel prossimo futuro’. SPESA MILITARE IN EUROPA A LIVELLI DELLA GUERRA FREDDA

La spesa militare degli stati dell’Europa centrale e occidentale è stata di 345 miliardi di dollari nel 2022. Per la prima volta, la spesa di questi Stati ha superato quella del 1989, mentre la Guerra fredda stava già concludendosi, ed è stata del 30% superiore a quella del 2013. Gli stati europei, in particolare, hanno aumentato significativamente le loro spese militari in seguito all’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, mentre altri Paesi hanno annunciato piani per aumentare i livelli di spesa per periodi fino a un decennio. ‘L’invasione dell’Ucraina ha avuto un impatto immediato sulle decisioni di spesa militare nell’Europa centrale e occidentale. Ciò include piani pluriennali per incrementare la spesa di diversi governi’, ha confermato Diego Lopes da Silva, ricercatore senior presso il programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Di conseguenza, possiamo ragionevolmente aspettarci che la spesa militare nell’Europa centrale e occidentale continui ad aumentare negli anni a venire’.

Alcuni degli aumenti più marcati sono stati osservati in Finlandia (+36%), Lituania (+27%), Svezia (+12%) e Polonia (+1%). ‘Mentre l’invasione su vasta scala dell’Ucraina nel febbraio 2022 ha certamente influito sulle decisioni di spesa militare nel 2022, le preoccupazioni per l’aggressione russa sono andate crescendo da molto più tempo’, ha affermato Lorenzo Scarazzato, altro ricercatore del Sipri. ‘Molti Stati dell’ex blocco orientale hanno più che raddoppiato le loro spese militari dal 2014, anno in cui la Russia ha annesso la Crimea’. L’AUMENTO DELLA SPESA DI RUSSIA E UCRAINA

La spesa militare russa è cresciuta di circa il 9,2% nel 2022, a circa 86,4 miliardi di dollari: ciò equivale al 4,1% del Prodotto interno lordo (PIL) della Russia nello scorso anno, rispetto al 3,7% del Pil del 2021. I dati diffusi dalla Russia alla fine del 2022 mostrano inoltre che la spesa per la difesa nazionale, la componente più importante della spesa militare russa, era già superiore del 34% rispetto ai piani di bilancio elaborati nel 2021, spiega Sipri.

‘La differenza tra i piani di bilancio della Russia e la sua spesa militare effettiva nel 2022 suggerisce che l’invasione dell’Ucraina è costata alla Russia molto più di quanto previsto’, ha affermato Lucie Béraud-Sudreau, direttrice del programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri.

Quanto all’Ucraina, la sua spesa militare ha raggiunto i 44 miliardi di dollari nel 2022. Con un +640%, questo è stato il più alto aumento in un solo anno della spesa militare di un Paese mai registrato nei dati dell’organizzazione. A seguito dell’aumento e dei danni causati dalla guerra all’economia ucraina, l’onere militare (spesa militare in percentuale rispetto al Pil) è salito al 34% nel 2022, dal 3,2% nel 2021.

USA: CRESCE LA SPESA MILITARE NONOSTANTE L’INFLAZIONE

Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga il più grande investitore militare del mondo. La spesa militare degli Usa ha raggiunto gli 877 miliardi di dollari nel 2022, pari al 39% della spesa militare globale totale e tre volte superiore all’importo speso dalla Cina, il secondo più grande investitore mondiale in armi. ‘L’aumento della spesa militare degli Stati Uniti nel 2022 è stato in gran parte dovuto al livello senza precedenti di aiuti militari forniti all’Ucraina’, ha affermato Nan Tian. ‘Data l’entità della spesa statunitense, anche un piccolo aumento in termini percentuali ha un impatto significativo sul livello della spesa militare globale’.

L’aiuto militare finanziario degli Stati Uniti all’Ucraina ha raggiunto i 19,9 miliardi di dollari nel 2022. Sebbene questo sia stato il più grande importo di aiuti militari fornito da qualsiasi paese a un singolo beneficiario in un anno, dal tempo della Guerra fredda, esso ha rappresentato solo il 2,3% della spesa militare totale degli Stati Uniti. Nel 2022 gli Stati Uniti hanno stanziato 295 miliardi di dollari per le operazioni militari e la manutenzione, 264 miliardi di dollari per l’approvvigionamento, la ricerca e lo sviluppo e 167 miliardi di dollari per il personale militare, sottolinea inmfatti Sapri.

I PAESI NATO: +0,9%, IN EUROPA PRIMATO AL REGNO UNITO

La spesa militare dei Paesi membri della Nato è stata pari a 1.232 miliardi di dollari nel 2022, ovvero lo 0,9% in più rispetto al 2021. Detto degli Usa, il Regno Unito ha avuto la più alta spesa militare nell’Europa centrale e occidentale con 68,5 miliardi di sterline, di cui circa 2,5 miliardi (3,6%) per aiuti militari finanziari all’Ucraina. La spesa militare di Turchia è invece diminuita per il terzo anno consecutivo, raggiungendo i 10,6 miliardi di dollari, con un calo del 26% rispetto al 2021.

La spesa militare della Germania ha raggiunto i 55,8 miliardi di dollari nel 2022, ovvero il 2,3 per cento in più rispetto al 2021 e il 33 per cento in più rispetto al 2013. La stima del Sipri include gli aiuti militari finanziari tedeschi all’Ucraina, che ammontano a circa 2 miliardi nel 2022, rendendo la Germania il secondo più grande donatore europeo di aiuti militari all’Ucraina dopo il Regno Unito. Roma, 24 apr. (askanews) –

CINA E GIAPPONE I PRIMATISTI IN ASIA E OCEANIA

La spesa militare combinata dei paesi dell’Asia e dell’Oceania è stata di 575 miliardi di dollari, con un incremento del 2,7% rispetto al 2021 e del 45% rispetto al 2013. Secondo Sipri, dunque, è stata confermata una tendenza al rialzo ininterrotta risalente ad almeno il 1989. La Cina è rimasta il secondo Paese con la maggiore spesa militare al mondo, stanziando circa 292 miliardi di dollari nel 2022. L’incremento è pari al 4,2% rispetto al 2021 e al 63% rispetto al 2013. Quello registrato da Sipri in Cina, inoltre, è un aumento che prosegue ininterrottamente da da 28 anni consecutivi.

La spesa militare del Giappone è aumentata invece del 5,9% tra il 2021 e il 2022, raggiungendo i 46 miliardi di dollari, pari all’1,1% del Pil: si tratta del livello più alto di spesa militare giapponese dal 1960. Una nuova strategia per la sicurezza nazionale, pubblicata nel 2022, stabilisce d’altra parte piani ambiziosi per aumentare la capacità militare del Giappone nel prossimo decennio in risposta alle crescenti minacce percepite da Cina, Corea del Nord e Russia.

‘Il Giappone sta subendo un profondo cambiamento nella sua politica militare’, ha affermato Xiao Liang, ricercatore del programma di spesa militare e produzione di armi del Sipri. ‘Le restrizioni del dopoguerra imposte dal Giappone alle sue spese militari e alle sue capacità militari sembrano allentarsi’ definitivamente, ha aggiunto. Roma, 24 apr. (askanews) –

INDIA E ARABIA SAUDITA SI ARMANO: SPESA IN CRESCITA

In generale, sottolinea Sipri, l’aumento in termini reali della spesa militare mondiale nel 2022 è stato comunque rallentato dagli effetti dell’inflazione, che in molti Paesi è salita a livelli che non si vedevano da decenni. In termini nominali (vale a dire a prezzi correnti al netto dell’inflazione), il totale mondiale è aumentato del 6,5 per cento.

La spesa militare dell’India di 81,4 miliardi di dollari è stata la quarta più alta al mondo. L’incremento è stato pari al 6% rispetto al 2021. Nel 2022 la spesa militare dell’Arabia Saudita, quinto più grande investitore militare, è aumentata del 16% per raggiungere una stima di 75 miliardi di dollari, mentre la spesa militare della Nigeria è diminuita del 38% a 3,1 miliardi di dollari, dopo un aumento della spesa del 56% nel 2021.

La spesa militare dell’Etiopia è aumentata dell’88% nel 2022, raggiungendo 1,0 miliardi di dollari. L’aumento, sottolinea infine il Sipri, ha coinciso con una rinnovata offensiva del governo contro il Fronte popolare di liberazione del Tigray nel nord del Paese. (di Corrado Accaputo)

Affonda barchino in acque italiane: un morto e 20 dispersi

Affonda barchino in acque italiane: un morto e 20 dispersiLampedusa, 24 apr. (askanews) – Un naufragio in acque italiane con un barchino di 7 metri che è affondato. A salvare 34 migranti un peschereccio che ha pure recuperato il cadavere di un uomo. I sopravvissuti è il corpo del migrante morto sono stati trasbordati successivamente dalla Guardia Costiera a Lampedusa. I migranti salvati però riferiscono che all’appello mancherebbero altre 20 persone. Sono in corso, infatti, le ricerche di eventuali dispersi, nell’area Sar italiana dove si è verificato il naufragio, da Capitaneria di porto e Guardia di finanza. I sopravvissuti, nelle prossime ore, verranno sentiti anche dalla Squadra mobile nell’hotspot di Lampedusa.

Italia, con questo ritmo emissioni azzerate solo tra 200 anni

Italia, con questo ritmo emissioni azzerate solo tra 200 anniMilano, 24 apr. (askanews) – Secondo i dati ricordati da Italy for Climate dal 2014 in Italia abbiamo tagliato in media ogni anno 2 milioni di tonnellate di gas serra: continuando così riusciremo ad azzerarle non prima del 2220, mentre l’obiettivo è quello di raggiungere la neutralità climatica al massimo al 2050. Lo scrivono gli attivisti di Ultima Generazione in occasione del lancio della nuova campagna di disobbedienza civile “Non Paghiamo il Fossile”.

Gli effetti dell’inazione politica e dell’accelerazione della crisi climatica – spiegano – sono evidenti già adesso: Comuni del Piemonte riforniti a gennaio con le autobotti, fiumi a secco e laghi in ritirata nel Nord Italia in pieno inverno, il Veneto che a marzo ha emanato l’ordinanza per carenza di disponibilità idrica, la difficoltà a seminare il riso in Pianura Padana, che sta scatenando una “contesa” per l’acqua tra i contadini. Questa situazione metterà il settore agricolo ancora più in crisi, con pesanti ricadute sulla tenuta di un settore strategico per il Paese e sulla quotidianità degli italiani. Il rincaro dei prezzi dei prodotti e della spesa finirà direttamente sulla tavola delle famiglie e porterà un aumento della povertà sociale. Secondo gli ambientalisti per contrastare gli effetti già drammatici della catastrofe climatica non basta un Commissario alla siccità e la solita cabina di regia interministeriale. Serve un intervento strutturale sulle cause: bisogna dirottare subito i 41,8 miliardi di euro (dato 2021) di soldi pubblici degli investimenti fossili, per mettere il sistema-Paese nelle condizioni di contrastare la siccità e il dissesto idrogeologico. Per questo Ultima Generazione chiede che i sovvenzionamenti pubblici ai combustibili fossili vengano immediatamente cessati.

Jelinic (Enit): campagna con Venere piace molto all’estero

Jelinic (Enit): campagna con Venere piace molto all’esteroMilano, 24 apr. (askanews) – “Dall’estero i primi feedback sulla campagna ‘Open to Meraviglia’ del ministero del Turismo ed Enit con la Venere di Botticelli sono molto positivi perché comunque l’immagine iconica di Venere piace molto. Questo modo sbarazzino e divertente anche nell’abbigliamento viene percepito come stile italiano. E anche quello che è stato criticato, come la pizza”. Lo ha detto Ivana Jelinic, amministratore delegato di Enit ad Agorà su Raitre.

“Dobbiamo essere orgogliosi di essere riconosciuti anche per la pizza perché è tipicamente italiana – ha aggiunto Jelinic -. E quindi che cosa avremmo dovuto fare, metterci del sushi, un hamburger? Riappropriamoci anche un pochino di elementi dell’orgoglio nazionale”.

Clessidra acquisisce piemontese Everton, leader in tisane e infusi

Clessidra acquisisce piemontese Everton, leader in tisane e infusiMilano, 24 apr. (askanews) – Clessidra Private Equity Sgr ha acquisito Everton, azienda leader nel settore del tè, tisane ed infusi, da un club deal di investitori organizzato da Cronos Capital Partners. Federico Dodero, amministratore delegato di Everton, manterrà una quota di minoranza della società e continuerà nel suo ruolo operativo.

Con sede a Tagliolo Monferrato (Alessandria), Everton ha stabilimenti diretti in Italia, India e Croazia, e una succursale commerciale negli Stati Uniti. La crescita di Everton, che nel 2022 ha raggiunto un fatturato di circa 40 milioni di euro, è stata trainata negli ultimi anni dalle tisane e dagli infusi, che attualmente rappresentano la parte preponderante dell’offerta e dei ricavi. L’investimento in Everton rappresenta la quarta operazione del fondo Clessidra Capital Partners 4 e consentirà alla società di consolidare gli ambiziosi piani di crescita del management. L’operazione vedrà infatti Dodero, già azionista della società, reinvestire nell’azienda insieme agli altri dirigenti, il cui ruolo sarà fondamentale per garantire la continuità dell’azienda in questo nuovo capitolo.

Ponte Stretto, Floridia (M5S): dal Governo semplice propaganda

Ponte Stretto, Floridia (M5S): dal Governo semplice propagandaRoma, 24 apr. (askanews) – “So bene che quella del Ponte sullo Stretto di Messina, per il Governo, è semplice propaganda. E la propaganda va sempre bene a chi la fa. La propaganda politica è buona in ogni stagione. Ma, visto che le persone, alla fine, rischiano di credere alla propaganda, è giusto che sappiano la verità. Le persone meritano rispetto e verità”. Lo ha scritto in un post su Facebook la senatrice M5s Barbara Floridia, presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai.

“Preciso – ha aggiunto – che, se non avessi sentito parlare di questo Ponte da quaranta anni, se non fossi messinese prima ancora che siciliana, se non conoscessi lo stato delle strade che dal mio paese, Venetico, conducono fino a Messina, sarei anche rimasta in silenzio, come per scelta, spesso, faccio davanti alle assurdità. Ma la mia provenienza, il mio ruolo e lo studio del Decreto Ponte mi obbligano ad intervenire, sicuramente in forma emendativa e formale prima ma oggi, con questo post, finalmente anche in forma pubblica e d’opinione”. “Apparentemente – ha spiegato la parlamentare stellata – il Governo in carica sta costringendo il Parlamento, per l’ennesima volta, ad occuparsi della realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria, il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma perché scrivo apparentemente? Perché nel Decreto Ponte NON si parla di fare o non fare il Ponte sullo Stretto di Messina, bensì di resuscitare la società Stretto di Messina s.p.a. (che fino ad oggi ci è già costata oltre 300 milioni di euro), di creare nuove poltrone per consiglieri d’amministrazione e membri di comitati scientifici, di definire contenziosi già vinti in primo grado e di mantenere l’affidamento all’impresa che ha fatto causa allo Stato. Non di fare il ponte”.

“Inoltre nel Decreto, e questo per me è molto grave, si decide di affidare a un progettista il compito di restaurare (vale a dire rendere attuale!) un progetto del ponte approvato nel lontano 2011 e che già all’epoca aveva incassato ben 223 richieste di integrazioni della commissione speciale di Valutazione di impatto ambientale. Per la serie … aggiustiamo un progetto vecchio, neanche finito, per realizzare un’opera faraonica e delicata. E questo per me è incredibile”, ha concluso Floridia.

L’Ue: la Cina chiarisca la sua posizione sugli Stati ex Urss. Pechino: rispettiamo lo status di Stati sovrani

L’Ue: la Cina chiarisca la sua posizione sugli Stati ex Urss. Pechino: rispettiamo lo status di Stati sovraniBruxelles, 24 apr. (askanews) – Oggi “valuteremo come comportarci con la Cina, come ricalibrare la nostra strategia. Abbiamo parlato molto con la Cina negli ultimi giorni, ma dovremo continuare a discuterne perché è una delle più importanti questioni della nostra politica estera”. Lo ha detto oggi a Lussemburgo l’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Josep Borrell, parlando con la stampa a la suo arrivo alla riunione del Consiglio Esteri.

“Non posso dirvi in anticipo – ha continuato l’Alto Rappresentante ai giornalisti – quale sarà il risultato della discussione, ma ci sarà sicuramente una posizione forte” sulla richiesta di “chiarire qual è il pensiero ufficiale del governo cinese circa la sovranità e l’indipendenza di certi Stati”. Il riferimento di Borrell è alle affermazioni dell’ambasciatore cinese a Parigi, Lu Shaye, che nel fine settimana in un’intervista a una Tv francese ha sostenuto che la Crimea appartiene alla Russia e i paesi dell’ex Unione sovietica non hanno uno “status effettivo” di Stati sovrani nel diritto internazionale.

“Le affermazioni dell’ambasciatore cinese sulla sovranità e l’esistenza dei paesi che erano parte dell’Unione Sovietica – ha riferito l’Alto Rappresentante – sono qualcosa che discuteremo nel quadro della questione cinese. Il Consiglio comincerà a discutere per preparare la discussione dell’Unione europea, forse a giugno, quando rivedremo la nostra strategia Verso la Cina”, ha concluso Borrell. Oggi un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha dichiarato che “la Cina rispetta lo status di Stati sovrani di tutte le repubbliche dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica”. “L’Unione Sovietica era uno Stato federale e aveva lo status di soggetto di diritto internazionale nel suo insieme negli Affari esteri. Questo non nega il fatto che dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica, ogni membro della repubblica ha lo status di Stato sovrano”, ha aggiunto il portavoce, citato dal Global Times.

Bce-Eiopa: solo un quarto di danni da clima coperto da assicurazione

Bce-Eiopa: solo un quarto di danni da clima coperto da assicurazioneRoma, 24 apr. (askanews) – Bce e Eiopa, l’autorità di Vigilanza su assicurazioni e fondi pensionistici, raccomandano di aumentare la copertura assicurativa di famiglie e imprese sui danni dovuti a “catastrofi climatiche”. Con un rapporto congiunto, le due autorità rilevano che attualmente la copertura è limitata a un quarto delle perdite causate da questi eventi e che lo scoperto è destinato a crescere con l’aumentare del cambiamento climatico.

Secondo Bce e Eiopa questa carenza di copertura assicurativa implica rischi anche per la stabilità finanziaria e l’economia. In alcuni paesi la copertura delle perdite legate alle catastrofi climatiche è inferiore al 5%. Questo, prosegue lo studio, è in parte dovuto al fatto che molte persone sottovalutano i costi dei danni legati a eventi meteorologici avversi. In altri casi perché imprese e famiglie preferiscono affidarsi alle misure di aiuto pubbliche.

Secondo Bce e Eiopa alcuni assicuratori potrebbero anche decidere di ridurre la copertura e smettere di fornire rimborsi su alcuni tipi di catastrofi, fattore che allargherebbe il gap. Lo studio viene pubblicato mentre diverse autorità europee e non solo, da anni, stanno spingendo in vari i campi per aumentare gli interventi legati al concetto di “cambiamento climatico”, che pure resta un tema controverso e dibattuto tra gli scienziati.

Bce e Eiopa spiegano perché secondo loro la mancanza di assicurazioni dai rischi climatici può intaccare economia e stabilità finanziaria. “Se le perdite non sono coperte la velocità con cui imprese e famiglie possono riavviare le loro attività viene diminuita, rallentando la ripresa economica. Il persistere di problemi nelle catene di approvvigionamento – prosegue lo studio congiunto – può anche portare a ricadute tra una impresa e l’altra, ripercuotersi sulla capacità delle imprese di ripagare i prestiti, in questo modo aumentando l’esposizione delle banche al rischio di credito”. “Inoltre la posizione di bilancio degli Stati può essere indebolita se devono fornire aiuti per coprire perdite non assicurate”, aggiungono.

Argomentazione, quest’ultima, in cui, indirettamente, si potrebbero leggere dubbi sull’opportunità di stanziare aiuti a imprese e famiglie colpite da catastrofi climatiche. Le due autorità affermano che le compagnie assicurative dovrebbero disegnare polizze per incoraggiare imprese famiglie a ridurre rischi, ad esempio offrendo sconti per migliorare la copertura o misure di adattamento. E che per supportare la copertura assicurativa potrebbe aumentare l’uso di “bond legati a catastrofi” per trasferire il rischio agli investitori.

Secondo le due istituzioni i governi dovrebbero approntare partnership pubblico-privato e meccanismi di riassicurazione per coprire parte dei costi in cui gli assicuratori potrebbero incappare in eventuali disastri maggiori.

Anche il tema delle partnership pubblico-privato è un argomento di possibili e crescenti controversie, dato che alcuni osservatori vi vedono un modo indiretto di privatizzare crescenti settori di attività pubblica, affidandone di fatto il controllo a privati.

Secondo Bce e Eiopa, per assicurare l’uso efficiente di fondi pubblici gli Stati dovrebbero anche prevedere forti incentivi per assicurazioni che coprano questi rischi. E agli schemi assicurativi a livello nazionale potrebbero essere affiancati da uno schema su scala europea che metta un quantitativo di fondi disponibili sufficiente.

Il documento congiunto presentato oggi si inserisce nella “agenda della Bce sul clima”, riporta un comunicato, e nelle sue attività su questo versante. Le due istituzioni raccoglieranno anche i pareri di altre parti in un workshop con policy maker e regolatori, assicuratori e accademici il 22 maggio.

A Lampedusa nuova raffica di sbarchi: nel giro di 24 ore sono arrivati 891 migranti

A Lampedusa nuova raffica di sbarchi: nel giro di 24 ore sono arrivati 891 migrantiLampedusa, 24 apr. (askanews) – E’ nuovamente emergenza sbarchi sull’isola di Lampedusa. Nella tarda mattinata di ieri, dopo quattro giorni di tregua, si sono registrati in poche ore ben 21 sbarchi con l’arrivo di 891 migranti. Le condizioni sanitarie dei migranti arrivati – riferiscono dal poliambulatorio dell’isola – non sono gravi.

Tutte le persone sbarcate in queste ultime ore sono state portate all’hotspot dove al momento ci sono 1094 ospiti. Ma nelle prossime ore, considerate le buone condizioni metereologiche, si attendono altri sbarchi e ancora una volta il centro d’accoglienza potrebbe andare sotto pressione come già successo in altre occasioni. Domani mattina riprenderanno i trasferimenti dei migranti verso Porto Empedocle.

Fermato il paziente “sciamano” che avrebbe ucciso la psichiatra a Pisa

Fermato il paziente “sciamano” che avrebbe ucciso la psichiatra a PisaFirenze, 24 apr. (askanews) – Si chiama Gianluca Paul Seung, 35 anni, l’uomo fermato dalla polizia con l’accusa di aver ucciso, a Pisa, Barbara Capovani, 55 anni, tre figli, psichiatra, responsabile dell’Unità funzionale Salute Mentale Adulti dell’Usl. La morte cerebrale è stata ufficializzata domenica 23 aprile alle 23.40. I suoi organi, secondo la sua volontà, saranno donati. Il sospettato era dal 2019 un paziente della dottoressa Capovani, alla quale ha inferto gravissime ferite alla testa, aggredendola venerdì pomeriggio mentre stava uscendo dal reparto dell’ospedale Santa Chiara.

Seung è residente a Torre del Lago (Lucca) e ha varie accuse alle sue spalle per aggressioni e reati sessuali. Sul social ha creato la pagina ‘Associazione difesa utente psichiatrico’ dove ha postato le foto degli atti giudiziari che lo riguardavano, tra cui un verabale di arresto nel 2021 per essere evaso dagli arresti domiciliari. Seung era evidentemente ossessionato da a quella che poi sarebbe diventata la sua vittima: “Molti psichiatri in Italia sono coinvolti in riti satanici dove uccidono i minori, fra cui Barbara Capovani”, ha scritto su Facebook a luglio. Seung, che si definisce “uno sciamano”, nel 2012 aveva già colpito al volto un altro professionista della salute mentale a Viareggio, fratturandogli il naso.