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Tag: Sanremo 2023

Carburanti, Folgori (Feoli): bonus benzina non convince aziende

Carburanti, Folgori (Feoli): bonus benzina non convince aziendeRoma, 18 apr. (askanews) – “Il bonus benzina varato dal governo è una misura che non ci convince fino in fondo. Il ristoro carburante di 200 a lavoratore, di fatto obbliga il datore di lavoro di anticipare somme di denaro ingenti, soprattutto per le realtà con tanti lavoratori. L’azienda non beneficia in questo modo di alcuna agevolazione, anzi, si trova in condizione di dover anticipare somme che recupererà solo successivamente e sotto forma di sgravi fiscali. In questo modo, i datori di lavoro vengono nuovamente dimenticati, soprattutto quelli che si occupano di distribuzione. Per le aziende che fanno trasporto ultimo miglio, inoltre, è impossibile recuperare le accise sul carburante a differenza di quanto avviene per i trazionisti. Così per avvantaggiare giustamente i lavoratori, si penalizzano i datori di lavoro, che con questo sistema di bonus non possono neanche rateizzare il pagamento degli oneri fiscali. Queste misure spot lasciano il tempo che trovano. Serve un tavolo serio per studiare e mettere in campo soluzioni concrete a vantaggio delle aziende che si occupano di logistica e trasporto. Feoli vuole fare cose utili e concrete a favore dei lavoratori ma anche delle aziende che rappresenta”. Lo dichiara in una nota Enrico Folgori, presidente di Feoli (Federazione Europea Operatori della Logistica Integrata) e responsabile Strategia e Sviluppo di Sic Europe Srl, società leader nel settore del trasporto, della logistica e del facility management.

Mattarella tra l’”orrore” di Auschwitz: ‘Regimi fascisti complici’

Mattarella tra l’”orrore” di Auschwitz: ‘Regimi fascisti complici’

Auschwitz, 18 apr. (askanews) – “Milioni di cittadini furono assassinati da un regime sanguinario come quello nazista che, con la complicità dei regimi fascisti europei, che consegnarono propri concittadini ai carnefici, si macchiò di un crimine atroce contro l’umanità. Un crimine che non può conoscere né oblio né perdono”. Sergio Mattarella scandisce queste parole davanti ai deicimila ragazzi arrivati da tutto il mondo per la “marcia dei vivi” che da 35 anni vede arrivare giovani di origine ebraica ad Auschwitz per ricordare ma anche per riaffermare il valore della vita proprio tra le palazzine del campo di concentramento più grande del mondo. La macchina infernale concepita dai nazisti per eliminare non solo ebrei ma anche dissidenti e minoranze etniche “sgradite”.

“In quattro anni, dal 1941 al 1945, in questo complesso furono assassinate centinaia di migliaia di persone, ben oltre un milione, in ragione della propria appartenenza a una fede, a una cultura, in ragione delle loro convinzioni o della loro condizione”, ricorda il capo dello Stato che nella visita al museo “dell’orrore inimmaginabile” prodotto dall’uomo contro l’uomo è stato accompagnato da due sopravvissute, Andra e Tatiana Bucci, internate a Birkenau quando avevano 4 e 6 anni. “Siamo state fortunate” dicono a Mattarella e ai ragazzi di tre licei italiani che le hanno seguite in questo viaggio nella memoria. “Della nostra famiglia siamo stati portati qui in 13”, ne usciranno vivi in 4. Qui ad Auschwitz furono internati 232mila bambini ma solo 7.500 sono sopravvissuti. “Per me venire qui è come visitare il cimitero di famiglia”, dice Tatiana Bucci che ammette di essere stata molto scettica se partecipare a questa giornata di commemorazione, “ma vedere tutta questa gioventù mi ha convinto, mentre giravo per il campo non riuscivo a parlare, piangevo. Sono tornata qui per la prima volta negli anni 90, prima non parlavamo noi sopravvissuti, non ci volevano ascoltare e noi non volevamo parlare di quello che avevamo vissuto”.

“Nei campi nazisti, oltre a milioni di ebrei, bersaglio di quella disumana macchina di orrore, anche oppositori politici, sinti, rom, disabili, omosessuali trovarono la morte nelle camere a gas, o per il freddo, la fatica, la fame e le malattie o, ancora, perché vittime di esperimenti criminali”, dice ancora Mattarella che poco prima ha girato tra questi edifici di orrore e ha potuto vedere tutti gli oggetti che sono stati ritrovati e recuperati, scarpe, valige, perfino abiti di neonati: “Ho studiato tutto questo molto a lungo ed è impressionante ma vederlo è un’altra cosa. E’ già straziante leggere e vedere nei video le testimonianze, ma vederlo è un’altra cosa, dà la misura dell’inimmaginabile”, ha detto il Presidente durante la visita al museo. “Vedere quelle scarpe, vedere quelle scarpette dei bambini, dei neonati sono cose inimmaginabili – ha ripetuto – e bisogna continuare a ricordare perchè quello che vediamo è una piccola parte”, ha aggiunto. “Cittadini innocenti di ogni parte d’Europa furono tradotti bestialmente a questo luogo di morte. Un immenso cimitero senza tombe. Possiamo recarci al Muro della Morte – come Mattarella ha fatto fermandosi per un lungo momento di raccoglimento davanti alla corona deposta sul muro – ma, se pensiamo alle vittime, dobbiamo alzare lo sguardo ben oltre”.

E se la Polonia, ricorda, “ha pagato un prezzo altissimo” Mattarella non dimentica che “tra l’autunno del 1943 e gli ultimi mesi del 1944, anche migliaia di italiani furono deportati qui dall’Italia. Per la quasi totalità di loro fu un viaggio senza ritorno”. Il messaggio che Mattarella vuole trasmettere a questi studenti, ai giovani che sono venuti qui per incontrare le sorelle Bucci e per vedere con i loro occhi cosa è stato l’Olocausto, è di non dimenticare e di ricordare per quando i sopravvissuti non ci saranno più: “La cosa che dovete fare è trasmettere anche voi, a vostra volta, la memoria. Dovete trasmetterla anche voi a chi verrà dopo”. Ricordare, avverte Mattarella parlando più tardi alla cerimonia conclusiva della marcia dei vivi a Birkenau, “è dimensione di impegno. È dimostrazione che, contro gli araldi dell’oblio, la memoria vince. Per affermare l’orgoglio di voler essere ‘persone umane’. Per ripetere – e ribadire – ‘mai più’”.

Oggi più che mai infatti secondo il presidente della Repubblica mentre vediamo “riproporsi temi e argomenti che avvelenarono la stagione degli anni ’30 del secolo scorso con l’infuriare dell’aggressione russa all’Ucraina, la Memoria dell’Olocausto rimane un monito perenne che non può essere evaso. L’odio, il pregiudizio, il razzismo, l’estremismo, l’antisemitismo, l’indifferenza, il delirio, la volontà di potenza sono in agguato, sfidano in permanenza la coscienza delle persone e dei popoli” e per questo “non può essere ammesso nessun cedimento alle manifestazioni di intolleranza e di violenza, nessun arretramento nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, base del nostro convivere pacifico. Chi aggredisce l’ordine internazionale fondato su questi principi deve sapere che i popoli liberi sono e saranno uniti e determinati nel difenderli”. “Abbiamo bisogno di coesione da tutte le parti – è il monito di Tatiana Bucci -, dobbiamo essere pronti ad accettare il diverso, è insopportabile che il nostro Mediterraneo sia diventato un cimitero”.

Verso accordo con Lega su dl Cutro. Ma Fdi: tema migranti nostro

Verso accordo con Lega su dl Cutro. Ma Fdi: tema migranti nostroRoma, 18 apr. (askanews) – L’ordine di scuderia è quello di mostrare compattezza, sempre e comunque. Persino quando la tensione è su un tema – come quello dei migranti – su cui Fratelli d’Italia e Lega si sono costruiti negli anni buona parte del loro capitale politico. E così da palazzo Chigi è arrivato l’input di trovare a tutti i costi un accordo sul cosiddetto dl Cutro, su cui il Carroccio in commissione non ha rinunciato a presentare 21 emendamenti con lo scopo di ripristinare di fatto i decreti sicurezza di salviniana memoria, nonostante nella maggioranza si fosse arrivati a un faticoso compromesso sul tema centrale della cancellazione della protezione speciale. Norma sulla quale sin dall’inizio sono stati puntati i riflettori del Quirinale.

Alla fine, viene spiegato, l’idea a cui si lavora prevede che la Lega mantenga alcuni emendamenti-bandiera che però dovrebbero essere o sottoscritti dagli altri partiti o presentati con testo identico dagli alleati. In questo modo il provvedimento dovrebbe superare l’esame dell’aula del Senato, dove approderà senza relatore, senza che il governo debba mettere la fiducia: un passaggio che probabilmente sarà invece necessario alla Camera ma che, si sottolinea, Giorgia Meloni ha voluto evitare nella prima lettura perché non si accusasse l’esecutivo di forzature istituzionali. Se però la priorità resta dare l’idea di un governo che procede con unità d’intenti, certamente non meno importante viene considerata dalla presidente del Consiglio la necessità di battere su alcuni punti identitari per Fratelli d’Italia. E quello dei migranti è certamente uno di questi. Giorgia Meloni, raccontano, ha chiesto al suo partito di intervenire nei dibattiti, di essere presenti sempre sul tema, insomma di non lasciarlo alla mercé della Lega. Soprattutto non adesso che la presidente del Consiglio ha anche la necessità di contemperare nelle scelte di governo le trattative con l’Europa e la costante attenzione su certi passaggi del Colle.

Ed ecco l’uno due di oggi, della stessa premier e di uno dei suoi ministri più rappresentativi, il cognato Francesco Lollobrigida. Entrambi cominciano discettando di come affrontare il tema della denatalità e finiscono a parlare di migranti. In visita al Salone del Mobile di Milano, Meloni afferma infatti che il problema demografico dell’Italia e le sue ripercussioni sul Pil si risolvono “non con i migranti” ma incentivando la natalità e aumentando il tasso di occupazione femminile. Più o meno lo stesso concetto che esprime, con toni decisamente più tranchant, il ministro dell’Agricoltura che, ospite del congresso della Cisal, sostiene che “vanno incentivate le nascite. Va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque di lavorare e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica”. Parole che vengono stigmatizzate da tutta l’opposizione, a cominciare dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, secondo cui si tratta di “linguaggio da suprematismo bianco”. Ma c’è anche chi tra gli alleati insinua il dubbio che il polverone suscitato da Lollobrigida non sia affatto casuale: “Fateci caso – fa notare un parlamentare – ogni volta che la maggioranza è in difficoltà c’è qualcuno che distoglie l’attenzione con una polemica”.

Milano-Cortina, pista pattinaggio veloce in padiglioni 13-15 fiera

Milano-Cortina, pista pattinaggio veloce in padiglioni 13-15 fieraMilano, 18 apr. (askanews) – La pista per la gare di pattinaggio di velocità dei Giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026 sarà ricavata all’interno del polo espositivo di Fieramilano a Rho, unificando i padiglioni 13 e 15 in un unico spazio per un totale di oltre 35mila metri quadrati di superficie coperta. Lo prevede il progetto scelto oggi dal comitato organizzatore dei Giochi e oggetto di un memorandum of understanding firmato oggi anche dalla Fondazione Fiera Milano, proprietaria della struttura.

La pista sarà lunga 400 metri e avrà una tribuna da circa 6.500 posti a sedere con visibilità totale del circuito, oltre a una pista lunga di allenamento, spogliatoi e ulteriori strutture necessarie all’organizzazione come un impianto di condizionamento e regolazione dell’umidità in grado di garantire le più idonee condizioni di mantenimento delle superfici ghiacciate secondo i requisiti della Federazione internazionale di pattinaggio (30-40 % umidità e 15 gradi centigradi a livello ghiaccio). I padiglioni sono già dotati di servizi a supporto delle manifestazioni quali biglietteria, sale riunioni, bar, ristorante self-service. Il padiglione 24 sarà dedicato alla realizzazione di un media center e ad ambienti di supporto all’evento. La struttura sarà alimentata quasi esclusivamente dall’impianto fotovoltaico, tra i più grandi installati in Europa sulle coperture dei padiglioni fieristici, che oggi raggiunge una potenza di 12,1 Mwp e che entro il 2024 sarà ampliato fino a 15 Mwp. Il condizionamento invernale sarà generato dall’impianto di teleriscaldamento proveniente dal termovalorizzatore del comune di Milano che sfrutta l’incenerimento dei rifiuti della città. A disposizione dell’impianto circa 6mila posti auto per il pubblico e 1.500 per staff e personale di servizio, oltre alla dotazione infrastrutturale pubblica come metropolitana e servizio ferroviario. I padiglioni adattati, una volta conclusi i Giochi, saranno destinati a nuove iniziative ed eventi per il grande pubblico.

“Questa iniziativa conferma la missione di Fondazione Fiera Milano a sostegno dello sviluppo di Fiera Milano e dell’attrattività del territorio – ha commentato il presidente della Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali -. Siamo orgogliosi di poter contribuire alla realizzazione di un evento mondiale straordinario e allo stesso tempo di rafforzare il nostro impegno per lo sviluppo del gruppo Fiera Milano che vedrà, grazie a questo investimento, la creazione di nuove opportunità di business date anche dalla diversificazione dell’uso del quartiere fieristico che risulterà sempre più competitivo a livello internazionale. Siamo assolutamente certi della validità del nostro progetto unico e innovativo a livello internazionale che lascerà al termine della manifestazione una nuova area utilizzabile anche per altre tipologie di eventi”.

Rifiuti, Giani: Roma ha bisogno urgente del termovalorizzatore

Rifiuti, Giani: Roma ha bisogno urgente del termovalorizzatoreFirenze, 18 apr. (askanews) – “Io voterei a favore del termovalirzzatore di Roma perché è assolutamente urgente, non possiamo permetterci di lasciare Roma in questa situazione di degrado”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, al Tg4. “Però – ha aggiunto Giani – non ci dobbiamo fermare lì. Ci sono sistemi che per lo smaltimento dei rifiuti prevedono la dissociazione molecolare, la loro cristallizzazione e la produzione di gas. In Giappone hanno trenta impianti di questo tipo. Noi, in Toscana, dove non abbiamo le urgenze di Roma, stiamo puntando a questo”.

Piemonte, Cirio: acqua è di tutti, agricoltori non siano penalizzati

Piemonte, Cirio: acqua è di tutti, agricoltori non siano penalizzatiRoma, 18 apr. (askanews) – La Regione Piemonte ha intimato formalmente all’Associazione irrigua Est Sesia di ritirare il regolamento sulla distribuzione dell’acqua perché non garantisce, allo stato attuale, un’equa distribuzione sui due territori di Piemonte e Lombardia.

“Qualora ciò non dovesse avvenire entro sette giorni – si legge nella lettera inviata al presidente del Consorzio – investiremo l’avvocatura della Regione Piemonte al fine di individuare le azioni migliori e più efficaci per tutelare gli interessi degli agricoltori piemontesi non escludendo, se necessario, di impugnare l’atto in oggetto di fronte alla competente autorità giudiziaria”. Come promesso ai risicoltori dell’area novarese e vercellese, durante l’incontro di lunedì sera a Vicolungo, il presidente della Regione, Alberto Cirio, assieme agli assessori all’Agricoltura, Marco Protopapa, e all’Ambiente, Matteo Marnati, ha sollecitato duramente i vertici del Consorzio affinché il regolamento approvato nei giorni scorsi sia immediatamente sospeso e venga previsto a breve un incontro con Regione Piemonte e Regione Lombardia, finalizzato a definire un nuovo atto deliberativo in grado di superare l’attuale impostazione del regolamento che penalizza gli agricoltori piemontesi.

Siamo pronti a ricorrere al Tar ha dichiarato il Presidente della Regione che aggiunge, sia chiaro: noi vogliamo trovare una soluzione di equilibrio nell’interesse di tutti perché l’acqua è di tutti. Non è nostra intenzione penalizzare gli agricoltori lombardi, ma oggi a essere penalizzati sono gli agricoltori piemontesi e questo non possiamo accettarlo.

La Consulta su Cospito: è illegittimo non riconoscere le attenuanti

La Consulta su Cospito: è illegittimo non riconoscere le attenuantiRoma, 18 apr. (askanews) – Nella camera di consiglio odierna la Corte ha esaminato la questione incidentale di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’assise d’appello di Torino sull’articolo 69, quarto comma, codice penale. In continuità con i suoi numerosi e conformi precedenti sulla disposizione censurata, la Corte ha ritenuto tale norma costituzionalmente illegittima nella parte in cui vieta al giudice di considerare eventuali circostanze attenuanti come prevalenti sulla circostanza aggravante della recidiva di cui all’art. 99, quarto comma, cod. pen., nei casi in cui il reato è punito con la pena edittale dell’ergastolo. Secondo la Corte, il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti previsto dai primi tre commi dello stesso art. 69. Conseguentemente, il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva. È quanto rende noto l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte Costituzionale, in attesa del deposito della sentenza. La questione di costituzionalità era stata posta dal legale di Alfredo Cospito, Flavio Rossi Albertini, di fronte alla corte d’Appello di Torino.

Dl Cutro, aula slitta, maggioranza e governo lavorano a mediazione

Dl Cutro, aula slitta, maggioranza e governo lavorano a mediazioneRoma, 18 apr. (askanews) – Slitta a mercoledì mattina l’approdo nell’aula del Senato del dl Cutro, dopo che la commissione Affari costituzionali ha preso atto di non poter concludere l’esame degli emendamenti. Se il governo non porrà la fiducia sul decreto, dovrà gestire l’Aula e il tema dei migranti richiede un accordo nella maggioranza che assicuri di portare a casa il provvedimento senza ‘incidenti’. Un’intesa su cui si sta lavorando in queste ore.

Lo stop in commissione ha azzerato i lavori sulle modifiche già presentate in quella sede, e stasera scade il termine per gli emendamenti dei senatori. Il capogruppo della Lega, Massimiliano Romeo, ha ribadito che il Carroccio conferma il suo ok all’emendamento unitario del centrodestra sul delicato tema della protezione speciale ma ha aggiunto che ci sono altri temi, come i Centri per il rimpatrio, che vanno “affrontati” e il gruppo sarebbe intenzionato a ripresentarli per l’Aula. La stretta sui migranti che arrivano attraverso canali illegali in Italia è tra i temi su cui il governo Meloni tiene a mostrare compattezza e le dichiarazioni di esponenti della maggioranza l’hanno ribadita. Non ultima quella del presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan: “Il centrodestra è compatto e questa settimana approveremo il decreto legge sull’immigrazione con il superamento della protezione speciale”.

Ma la faccia inflessibile vuole soprattutto mostrarla la Lega. Il tema è uno dei suoi cavalli di battaglia e deve mantenere il punto almeno su alcune proposte del suo pacchetto di 21 emendamenti (che era stato accantonato in commissione e su cui il governo non si era espresso). Secondo quanto si apprende, allo stato, anche Fdi e Fi starebbero ragionando sulla possibilità di avanzare richieste che vadano nella stessa direzione, proprio in chiave ‘coesione’. L’esecutivo non ha lo stesso termine perentorio ma il tentativo, a quanto si apprende, è di rispettarlo riproponendo modifiche sulla falsariga dei due maxi-testi depositati in commissione (con misure, tra l’altro, per il potenziamento delle strutture governative di prima accoglienza, la gestione del centro di Lampedusa affidato alla Croce Rossa, il giro di vite su chi domanda la protezione internazionale, sui trattenimenti e i rimpatri). Non è possibile dunque escludere qualche novità dell’ultimo minuto.

Non aver chiuso il testo in commissione qualcosa spiega, come l’iter del provvedimento avviato oltre un mese fa che ha visto le prime votazioni a ridosso delle feste di Pasqua e solo sui tre articoli meno divisivi, mentre sulla parte più contestata dai gruppi di minoranza (in Parlamento) e delle associazioni (nel Paese), i pareri del governo sono arrivati con il contagocce: i due maxi-testi firmati ‘esecutivo’ sono giunti giovedì 13 aprile e solo ieri è ricominciato il voto, ad oltranza, caratterizzato dall’ostruzionismo delle opposizioni. Intanto la minoranza ha annunciato battaglia anche in Aula e si appresta a depositare a breve i propri, numerosi, emendamenti. Mercoledì alle 10 la seduta inizia con il voto sulle pregiudiziali e poi si passerà all’esame del testo, emendamento per emendamento. A quel punto esecutivo e maggioranza dovranno scoprire le carte e giocare la partita sinora rinviata.

Rifiuti, termovalorizzatore è test di tenuta per Pd e Gualtieri

Rifiuti, termovalorizzatore è test di tenuta per Pd e GualtieriRoma, 18 apr. (askanews) – Campidoglio sotto esame da parte del Bureau internazionale di Expo, che esaminerà fino a venerdì il dossier di candidatura della Capitale come ospite dell’edizione 2030 dell’Esposizione internazionale. E’, tuttavia, sotto stress anche perché domani, con gli ispettori a spasso per i luoghi destinati a ospitare il grande evento, si sono dati appuntamento in Campidoglio alle 17 tutti i comitati di Santa Palomba, di Roma Sud, dei Castelli romani, le realtà ambientaliste come Legambiente, la Cgil romana e della Funzione pubblica, ma anche i partiti come il M5S e pezzi della maggioranza capitolina che, dentro e fuori il Pd, contestano la scelta del sindaco di Roma Roberto Gualtieri di voler chiudere il ciclo dei rifiuti della Capitale puntando su un nuovo inceneritore.

“A un anno dall’annuncio del sindaco Gualtieri di realizzare un termovalorizzatore da 600mila tonnellate di rifiuti – è la critica diretta del segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Natale di Cola insieme al segretario di Fp Lazio Giancarlo Cenciarelli – non si è aperto nessun confronto sulle scelte da mettere in campo per la chiusura del ciclo dei rifiuti di Roma, guardando all’economia circolare e ad un modello di sviluppo sostenibile”. Con Legambiente, continua Cgil, “avevamo proposto alternative concrete e moderne”, “continuiamo a chiedere a Gualtieri di aprire la discussione con le parti sociali, le associazioni e la cittadinanza su una decisione che determinerà quale futuro avrà la Capitale per i prossimi decenni”. Questa discussione incrocia le dinamiche della maggioranza capitolina e del Pd locale, attraversata da una dialettica serrata tra le diverse anime in vista del rinnovo della segreteria, temporaneamente ancora affidata al deputato Andrea Casu. Anche la nuova segreteria nazionale vi è coinvolta perché Elly Schlein, che si è fino ad oggi sottratta dai commenti diretti sulle scelte locali, ma ha scelto nella sua segreteria l’ingegnera ambientalista Annalisa Corrado, attivista romana personalmente e vocalmente contraria al progetto.

I deputati ed esponenti di spicco del Pd romano stanno provando da giorni a spingere la segreteria a un posizionamento: l’ex deputato Marco Miccoli, dell’influente circolo di Donna Olimpia, ha partecipato a tutte le assemblee e gli eventi dei comitati anti inceneritori, ed è stato molto frontale rispetto alla scelta del sindaco Gualtieri di tirare dritto. Roberto Morassut, che ha sostenuto la corsa di Schlein, chiede oggi al “centro sinistra, il ‘campo largo’” di lavorare sul tema “trovando un punto di sintesi tra le diverse visioni esistenti, con uno spirito concreto, consapevole della particolarità del ‘caso romano’ e senza approcci pregiudiziali di nessun tipo e da nessuna parte”. La deputata ed ex consigliera comunale e regionale dem Michela De Biase, che ha sostenuto decisamente Schlein e alcuni indicano come possibile prima scelta per la segreteria romana, si era espressa, invece, a favore dell’impianto. Anche l’esponente romano del Pd Matteo Orfini, dal versante opposto rispetto alla segreteria, sostiene oggi con il quotidiano Qn che il termovalorizzatore, “è importante farlo e giusto farlo” e che “il dibattito non riguarda né la segreteria né la Direzione del Pd, ma la città di Roma, che lo ha già fatto”.

Il M5S cittadino, però, accusa Orfini di “nascondere un elemento importante. Alle comunali, infatti, i cittadini avevano eletto un sindaco e uno schieramento che da sempre si dichiaravano contrari all’inceneritore: ma quello stesso sindaco, fattosi proclamare Commissario straordinario, ha rimischiato le carte in tavola e tradito quella che è la vera ‘scelta di Roma´. E mentre il Pd continua a giocare d’azzardo con il futuro dei romani, restiamo in attesa che Schlein si pronunci”. I Radicali, con Massimiliano Iervolino, chiedono “di smetterla con le strumentalizzazioni bipartisan. Si dia la parola ai cittadini attraverso un referendum consultivo”, salutato con favore ma “a titolo personale”, come aveva subito precisato il Nazareno, dal neo-membro della segreteria Pd Sandro Ruotolo. Il campo largo, insomma, sembra minato dall’immondizia capitolina anche a livello nazionale: due odg al decreto Pnrr del governo Meloni, a firma del M5S e di Verdi con Sinistra Italiana, chiedono di togliere al sindaco della Capitale i poteri di commissario per il Giubileo che gli consentono di realizzare celermente il nuovo impianto.

Elly Schlein, nel frattempo, ha annunciato una conferenza stampa per domani, per fare il punto sulle proposte del Partito democratico “in questo nuovo corso su alcuni importanti temi come sanità, precariato, Pnrr”. Ma sarà difficile per la segreteria evitare domande nel merito. La roadmap dell’impianto contestato, tuttavia, è già molto avanzata: la Commissione di valutazione tecnica ed economica del progetto dovrà esprimersi entro il 30 aprile sulla proposta coordinata da Acea, e se darà il via libera la palla tornerà al Campidoglio per la delibera di pubblico interesse sul progetto che dovrebbe essere messo a gara in estate, secondo Palazzo Senatorio, che si chiuderà al 30 ottobre.

Firenze, in vendita la casa natale di Benvenuto Cellini

Firenze, in vendita la casa natale di Benvenuto CelliniFirenze, 18 apr. (askanews) – La casa natale di Benvenuto Cellini è in vendita, e questa sarebbe già una notizia, ma a renderla speciale è la modalità con sarà presentata e fatta “vivere” a possibili acquirenti e non. Il 13 maggio l’abitazione, che si trova all’ultimo piano di un palazzo in piazza del Mercato a Firenze, diventa una “open house”, con la presenza dell’ attore, Vincenzo Schirru, che interpreta Cellini, lo scultore, orafo e scrittore tra protagonisti indiscussi dell’arte del Cinquecento.

“La vendita di questo immobile – dichiara ‘Lucy’, ideatrice del progetto – si presenta in un contesto da una parte storico e dall’altra turistico con una forte valenza internazionale. Certamente l’uso dell’Open House non è nuovo ma è la modalità che fa la differenza. Non si tratta di vendere solo un’immobile, peraltro ad un prezzo di mercato vantaggioso, ma anche di valorizzare la storia e le emozioni che ne creano le suggestioni. Infatti – aggiunge Lucy – diamo la possibilità con Le Case di Lucy di visitare l’immobile seguendo una vena creativa e appropriata al contesto della città”. Nel corso della giornata, il pittore “Pablo è vivo” esporrà fedeli riproduzioni dei sei più grandi capolavori pittorici di Cellini. La visita si concluderà con una degustazione dei vini di Maria Giulia Frova della tenuta il Corno, dove il vino si produce dal 1200.