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Tag: Sanremo 2023

Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang

Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang




Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Un gruppo di hacker nordcoreani conosciuto come Kimsuky ha rubato criptovaluta per finanziare le operazioni di spionaggio relative al suo programma nucleare. L’ha detto Mandiant, la sussidiaria di sicurezza informatica di Google, accendendo un ulteriore faro sulle operazioni di finanziamento illegali che sono alla base del programma nucleare di Pyongyang.

In un rapporto pubblicato sul suo blog, Mandiant ha affermato di aver tracciato il conglomerato di hacker sostenuto dallo stato nordcorrano – classificato come APT43 – negli ultimi cinque anni e di aver scoperto che Kimsuky ha commesso crimini informatici per sostenere finanziariamente il programma di armi nucleari di Pyongyang. “Si tratta di un’unità in grado di compiere una serie di crimini informatici prendendo di mira in particolare la criptovaluta”, ha affermato Luke McNamara, principale analista di Mandiant, in una conferenza stampa online per i media sudcoreani, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Yonhap. “Riteniamo – ha continuato – che la loro missione principale sia lo spionaggio informatico, la raccolta di segreti per il governo nordcoreano, in particolare sulla politica nucleare”.

APT43 fa parte del cosiddetto Ufficio generale di ricognizione del governo nordcoreano, che sovrintende a una serie di funzioni nell’articolata galassia dei servizi segreti nordcoreani. Assieme ad APT43 operano gruppi conosciuti come APT38, Temp Hermit e Andariel. In termini più generali, questo apparato di hacker è chiamato “Lazarus”, un nome che s’è conquistato gli onori delle cronache anche in Occidente dopo l’attacco contro la Sony Pictures di qualche anno fa. Si ritiene che questi gruppi condividano malware e codici di hacking per svolgere la loro missione di portare denaro al governo nordcoreano per finanziare il programma di armi.

“APT43 svolge una serie di diverse attività motivate finanziariamente, focalizzate principalmente sul furto di criptovaluta”, ha affermato McNamara. Il gruppo inoltre ha mostrato una particolare abilità nel riciclare le criptovalute rubate attraverso servizi di cloud mining, riuscendo così a nascondere le tracce di questi fondi rubati. Questi fondi sono stati poi utilizzati per finanziare la raccolta d’informazioni sulle armi nucleari, inviando e-mail di “spear phishing” rivolte a politici o ricercatori in Corea del Sud e negli Stati Uniti nelle quali si chiedevano opinioni approfondite su questioni nordcoreane. “Non hanno avuto nemmeno bisogno di inviare malware. Hanno semplicemente chiesto a qualcuno che stava lavorando su questioni politiche di fornire la loro analisi strategica di ciò che stava accadendo”, ha segnalato McNamara. “E molti obiettivi che hanno ricevuto queste e-mail hanno risposto liberamente e hanno dato risposte all’APT43, un apparato dell’intelligence della Corea del Nord”.

APT43 ha anche contattato aziende farmaceutiche globali per ottenere informazioni sui vaccini e sul trattamento Covid-19 durante la pandemia, ha affermato l’esperto di Google. Le unità cyber dell’intelligence nordcoreana sono particolarmente avanzate e svolgono un ruolo cruciale nel fornire sostegno finanziario al governo di Pyongyang in un momento di intensa attività militare e nell’imminenza – secondo diverse intelligence – di un nuovo test nuclerare.

Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina

Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina




Von der Leyen e Macron volano a Pechino per spingere la Cina a mediare fra Russia e Ucraina – askanews.it



















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – La visita a Pechino della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del presidente francese Emmanuel Macron, giovedì prossimo, ha certamente tra i suoi obiettivi principali quello di cercare di convincere la Cina a svolgere un ruolo costruttivo di mediazione con la Russia per arrivare a una cessazione del conflitto in Ucraina, chiedendo tra l’altro al presidente Xi Jinping (come ha già fatto venerdì scorso, sempre a Pechino, il premier spagnolo Pedro Sßnchez), di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e puntando allo stesso tempo a ottenere una conferma del fatto che la Cina non fornirà alcun tipo di armamenti letali all’invasore russo.

Comunque, ‘il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per il futuro delle sue relazioni con l’Ue, ha avvertito von der Leyen, intervenendo giovedì scorso a un evento organizzato a Bruxelles dal ‘Mercator Institute for China Studies’ e dallo ‘European Policy Centre’.’ Ma la visita dei due leader europei intende soprattutto rappresentare una svolta nei rapporti economici e politici con la Cina, basata su un livello di franchezza senza precedenti sulle divergenze e sui possibili punti di cooperazione, come è emerso chiaramente in diversi punti del lungo e articolato discorso, a tratti molto duro, di von der Leyen. ‘Per definire una strategia europea nei riguardi della Cina, e che cosa significhi un successo di questa strategia, bisogna cominciare con una sobria valutazione delle nostre attuali relazioni e delle intenzioni strategiche cinesi. La nostra relazione con la Cina è troppo importante per essere messa a rischio dal fallimento di una definizione chiara’ dei suoi termini, ha detto la presidente della Commissione, ricordando che ‘negli ultimi anni abbiamo visto un deliberato indurimento della postura strategica complessiva della Cina’, a cui ora si accompagnano ‘azioni sempre più assertive’. Il primo punto, forse il più importante per il cambiamento che comporta per le politiche dell’Ue, riguarda le conseguenze economiche e commerciali di quello che von der Leyen ha definito come un vero e proprio passaggio d’epoca nella ‘visione del mondo’ di Pechino, ‘plasmata da un senso di missione per la nazione cinese’ a livello globale. La Cina, secondo la presidente della Commissione, ‘ha ormai voltato pagina rispetto all’era delle riforme e dell’apertura, e si sta muovendo verso una nuova era di sicurezza e controllo. In questo contesto, l’Unione europea si sta allineando agli Usa sulla politica di controllo degli investimenti e blocco delle esportazioni verso la Cina per le tecnologie avanzate con possibile uso duale (per scopi militari oltre che civili), che possono essere usate per nuovi sistemi di armamento o per l’intelligenza artificiale, rafforzando la capacità della Cina di aumentare il proprio potenziale militare e minacciare la sicurezza dell’Occidente e l’ordine mondiale (anche nella prospettiva, mai del tutto esclusa e sempre più temuta, di una possibile aggressione militare contro Taiwan).

Il discorso di Ursula von der Leyen è stato chiaro su questo: ‘Sappiamo – ha detto – che ci sono alcune aree in cui il commercio e gli investimenti mettono a rischio la nostra sicurezza economica o nazionale, in particolare nel contesto della esplicita fusione, in Cina, del settore militare con il settore commerciale. Questo è vero per alcune tecnologie sensibili, beni a duplice uso, o anche investimenti che derivano da trasferimenti forzati di tecnologia o conoscenza’. Bisogna perciò utilizzare in pieno gli strumenti per contrastare le distorsioni economiche che l’Unione si è già data, con il regolamento sui sussidi esteri, e il nuovo strumento per scoraggiare la coercizione economica. ‘Ora – ha osservato von der Leyen – abbiamo bisogno dell’unità a livello dell’Ue per un uso più audace e rapido di questi strumenti, quando è necessario, e un approccio più assertivo alla loro applicazione. Ma non basta: ‘Il cambiamento delle politiche della Cina – ha osservato – potrebbe richiederci di sviluppare anche altri nuovi strumenti difensivi per alcuni settori critici’.

‘L’Ue – ha spiegato – deve definire le sue future relazioni con la Cina e altri paesi in settori sensibili ad alta tecnologia come la microelettronica, l’informatica quantistica, la robotica, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e altri. E ‘laddove il duplice uso’, civile e militare, ‘non possa essere escluso, o i diritti umani potrebbero essere implicati, sarà necessario stabilire chiaramente se gli investimenti o le esportazioni’ da parte delle imprese europee ‘sono nei nostri interessi di sicurezza’. Dobbiamo garantire, ha sottolineato, ‘che il capitale, le competenze e le conoscenze delle nostre società non vengano utilizzate per migliorare le capacità militari e di intelligence di coloro che sono anche nostri rivali sistemici’. ‘Questo è il motivo per cui – ha riferito la presidente della Commissione – stiamo attualmente riflettendo su se e come l’Ue debba sviluppare un nuovo strumento mirato sugli investimenti in uscita. Questo riguarderebbe un piccolo numero di tecnologie sensibili in cui gli investimenti possono portare allo sviluppo di capacità militari che pongono rischi per la sicurezza. Per questo, ha annunciato, ‘la Commissione presenterà entro quest’anno alcune idee iniziali come parte di una nuova ‘Strategia di sicurezza economica. Intanto, bisogna riconoscere che l’Accordo complessivo sugli investimenti (Cai) dell’Ue con Pechino, per il quale i negoziati sono stati conclusi nel dicembre 2020, ma che è rimasto da allora congelato, con lo stop al processo di ratifica, ‘dovrà essere riesaminato alla luce della nostra più ampia strategia nei riguardi della Cina’, perché, ha ricordato von der Leyen, ‘negli ultimi tre anni il mondo e la Cina sono cambiati’.

Il secondo punto è la presa di coscienza ‘non ingenua’ del fatto che la Cina e ormai un ‘rivale sistemico’, e che Pechino propone un ordine mondiale alternativo a quello fondato e sostenuto dall’Occidente, di cui non riconosce l’universalità dei valori della democrazia, dei diritti umani, dello stato di diritto. Il tentativo di imporre questo nuovo ordine mondiale, che l’accomuna alla Russia, vede la Cina impegnata nella ricerca di alleanze con il ‘global South’, con l’India e con le altre economie emergenti. ‘Il chiaro obiettivo del Partito comunista cinese – ha osservato von der Leyen – è un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale, con la Cina al centro. Lo abbiamo visto con le posizioni della Cina negli organismi multilaterali, che mostra la sua determinazione a promuovere una visione alternativa dell’ordine mondiale. Una visione ‘in cui i diritti individuali sono subordinati alla sovranità nazionale’, e dove ‘la sicurezza e l’economia prendono il sopravvento sui diritti politici e civili. Qui la risposta dell’Europa deve saper distinguere dove rispondere con fermezza, e dove, invece, bisogna cercare delle convergenze con Pechino, nelle aree in cui si può ancora collaborare a livello internazionale. ‘La nostra risposta – ha indicato la presidente della Commissione – deve iniziare dal lavoro per rafforzare lo stesso sistema internazionale. Noi vogliamo lavorare con i nostri partner su questioni globali come il commercio, la finanza, il clima, lo sviluppo sostenibile o la salute’, e a questo fine ‘è di vitale importanza garantire stabilità diplomatica e aprire linee di comunicazione con la Cina. Credo che non sia fattibile, né nell’interesse dell’Europa – ha avvertito -, rompere i ponti (‘decouple, ndr) con la Cina. Le nostre relazioni non sono bianche o nere, e nemmeno la nostra risposta può esserlo. Questo è il motivo per cui dobbiamo concentrarci sulla riduzione del rischio, e non sulla rottura. ‘E questo è uno dei motivi – ha aggiunto von der Leyen – per cui visiterò Pechino insieme al presidente Macron. Gestire questa relazione e avere uno scambio aperto e franco con le nostre controparti cinesi è una parte fondamentale di ciò che definirei la riduzione del rischio attraverso la diplomazia delle nostre relazioni con la Cina’. Ma, ha assicurato, ‘non saremo mai timidi nel sollevare le questioni profondamente preoccupanti’ riguardo alle violazioni dei diritti umani (come nello Xinjang), le pressioni militari e la disinformazione, e poi la coercizione economica e commerciale (in particolare contro i paesi che intensificano le relazioni con Taiwan), e ‘il deliberato sfruttamento della dipendenza e della leva economica per ottenere ciò che Pechino vuole dai paesi più piccoli’. La presidente della Commissione ha evidenziato che l’Ue vuole ‘riequilibrare e non tagliare’ le relazioni con la Cina, che è ‘un partner commerciale vitale’, con una politica di ‘riduzione del rischio’ a livello diplomatico ed economico. Negli scambi delle merci, la Cina vale il 9% delle esportazioni dell’Ue e il 20% delle importazioni, e nonostante il fatto che gli squilibri in questo rapporto stiano aumentando, ‘la maggior parte del nostro commercio in beni e servizi resta reciprocamente benefico e non comporta rischi’. Ma von der Leyen ha anche rilevato che ‘la nostra relazione è sbilanciata e subisce un impatto crescente dalle distorsioni create dal capitalismo di Stato cinese’. E dunque bisogna puntare, ha concluso la presidente della Commissione, a ‘un riequilibrio di questa relazione basato sulla trasparenza, la prevedibilità e la reciprocità’.

Ue-Cina, giovedì la visita di von der Leyen e Macron a Pechino

Ue-Cina, giovedì la visita di von der Leyen e Macron a Pechino




Ue-Cina, giovedì la visita di von der Leyen e Macron a Pechino – askanews.it



















Bruxelles, 4 apr. (askanews) – La visita a Pechino della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del presidente francese Emmanuel Macron, giovedì prossimo, ha certamente tra i suoi obiettivi principali quello di cercare di convincere la Cina a svolgere un ruolo costruttivo di mediazione con la Russia per arrivare a una cessazione del conflitto in Ucraina, chiedendo tra l’altro al presidente Xi Jinping (come ha già fatto venerdì scorso, sempre a Pechino, il premier spagnolo Pedro Sánchez), di incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e puntando allo stesso tempo a ottenere una conferma del fatto che la Cina non fornirà alcun tipo di armamenti letali all’invasore russo.

Comunque, ‘il modo in cui la Cina continuerà a interagire con la guerra di Putin sarà un fattore determinante per il futuro delle sue relazioni con l’Ue’, ha avvertito von der Leyen, intervenendo giovedì scorso a un evento organizzato a Bruxelles dal ‘Mercator Institute for China Studies’ e dallo ‘European Policy Centre’. ” Ma la visita dei due leader europei intende soprattutto rappresentare una svolta nei rapporti economici e politici con la Cina, basata su un livello di franchezza senza precedenti sulle divergenze e sui possibili punti di cooperazione, come è emerso chiaramente in diversi punti del lungo e articolato discorso, a tratti molto duro, di von der Leyen. ‘Per definire una strategia europea nei riguardi della Cina, e che cosa significhi un successo di questa strategia, bisogna cominciare con una sobria valutazione delle nostre attuali relazioni e delle intenzioni strategiche cinesi. La nostra relazione con la Cina è troppo importante per essere messa a rischio dal fallimento di una definizione chiara’ dei suoi termini, ha detto la presidente della Commissione, ricordando che ‘negli ultimi anni abbiamo visto un deliberato indurimento della postura strategica complessiva della Cina’, a cui ora si accompagnano ‘azioni sempre più assertive’.

Il primo punto, forse il più importante per il cambiamento che comporta per le politiche dell’Ue, riguarda le conseguenze economiche e commerciali di quello che von der Leyen ha definito come un vero e proprio passaggio d’epoca nella ‘visione del mondo’ di Pechino, ‘plasmata da un senso di missione per la nazione cinese’ a livello globale. La Cina, secondo la presidente della Commissione, ‘ha ormai voltato pagina rispetto all’era delle riforme e dell’apertura, e si sta muovendo verso una nuova era di sicurezza e controllo’. In questo contesto, l’Unione europea si sta allineando agli Usa sulla politica di controllo degli investimenti e blocco delle esportazioni verso la Cina per le tecnologie avanzate con possibile uso duale (per scopi militari oltre che civili), che possono essere usate per nuovi sistemi di armamento o per l’intelligenza artificiale, rafforzando la capacità della Cina di aumentare il proprio potenziale militare e minacciare la sicurezza dell’Occidente e l’ordine mondiale (anche nella prospettiva, mai del tutto esclusa e sempre più temuta, di una possibile aggressione militare contro Taiwan).

Il discorso di Ursula von der Leyen è stato chiaro su questo: ‘Sappiamo – ha detto – che ci sono alcune aree in cui il commercio e gli investimenti mettono a rischio la nostra sicurezza economica o nazionale, in particolare nel contesto della esplicita fusione, in Cina, del settore militare con il settore commerciale. Questo è vero per alcune tecnologie sensibili, beni a duplice uso, o anche investimenti che derivano da trasferimenti forzati di tecnologia o conoscenza’. Bisogna perciò utilizzare in pieno gli strumenti per contrastare le distorsioni economiche che l’Unione si è già data, con il regolamento sui sussidi esteri, e il nuovo strumento per scoraggiare la coercizione economica. ‘Ora – ha osservato von der Leyen – abbiamo bisogno dell’unità a livello dell’Ue per un uso più audace e rapido di questi strumenti, quando è necessario, e un approccio più assertivo alla loro applicazione’. Ma non basta: ‘Il cambiamento delle politiche della Cina – ha osservato – potrebbe richiederci di sviluppare anche altri nuovi strumenti difensivi per alcuni settori critici’.

‘L’Ue – ha spiegato – deve definire le sue future relazioni con la Cina e altri paesi in settori sensibili ad alta tecnologia come la microelettronica, l’informatica quantistica, la robotica, l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e altri’. E ‘laddove il duplice uso’, civile e militare, ‘non possa essere escluso, o i diritti umani potrebbero essere implicati, sarà necessario stabilire chiaramente se gli investimenti o le esportazioni’ da parte delle imprese europee ‘sono nei nostri interessi di sicurezza’. Dobbiamo garantire, ha sottolineato, ‘che il capitale, le competenze e le conoscenze delle nostre società non vengano utilizzate per migliorare le capacità militari e di intelligence di coloro che sono anche nostri rivali sistemici’. ‘Questo è il motivo per cui – ha riferito la presidente della Commissione – stiamo attualmente riflettendo su se e come l’Ue debba sviluppare un nuovo strumento mirato sugli investimenti in uscita. Questo riguarderebbe un piccolo numero di tecnologie sensibili in cui gli investimenti possono portare allo sviluppo di capacità militari che pongono rischi per la sicurezza’. Per questo, ha annunciato, ‘la Commissione presenterà entro quest’anno alcune idee iniziali come parte di una nuova ‘Strategia di sicurezza economica”. Intanto, bisogna riconoscere che l’Accordo complessivo sugli investimenti (Cai) dell’Ue con Pechino, per il quale i negoziati sono stati conclusi nel dicembre 2020, ma che è rimasto da allora congelato, con lo stop al processo di ratifica, ‘dovrà essere riesaminato alla luce della nostra più ampia strategia nei riguardi della Cina’, perché, ha ricordato von der Leyen, ‘negli ultimi tre anni il mondo e la Cina sono cambiati’. Il secondo punto è la presa di coscienza ‘non ingenua’ del fatto che la Cina e ormai un ‘rivale sistemico’, e che Pechino propone un ordine mondiale alternativo a quello fondato e sostenuto dall’Occidente, di cui non riconosce l’universalità dei valori della democrazia, dei diritti umani, dello stato di diritto. Il tentativo di imporre questo nuovo ordine mondiale, che l’accomuna alla Russia, vede la Cina impegnata nella ricerca di alleanze con il ‘global South’, con l’India e con le altre economie emergenti. ‘Il chiaro obiettivo del Partito comunista cinese – ha osservato von der Leyen – è un cambiamento sistemico dell’ordine internazionale, con la Cina al centro. Lo abbiamo visto con le posizioni della Cina negli organismi multilaterali, che mostra la sua determinazione a promuovere una visione alternativa dell’ordine mondiale’. Una visione ‘in cui i diritti individuali sono subordinati alla sovranità nazionale’, e dove ‘la sicurezza e l’economia prendono il sopravvento sui diritti politici e civili’. Qui la risposta dell’Europa deve saper distinguere dove rispondere con fermezza, e dove, invece, bisogna cercare delle convergenze con Pechino, nelle aree in cui si può ancora collaborare a livello internazionale. ‘La nostra risposta – ha indicato la presidente della Commissione – deve iniziare dal lavoro per rafforzare lo stesso sistema internazionale. Noi vogliamo lavorare con i nostri partner su questioni globali come il commercio, la finanza, il clima, lo sviluppo sostenibile o la salute’, e a questo fine ‘è di vitale importanza garantire stabilità diplomatica e aprire linee di comunicazione con la Cina. Credo che non sia fattibile, né nell’interesse dell’Europa – ha avvertito -, rompere i ponti (‘decouple’, ndr) con la Cina.Le nostre relazioni non sono bianche o nere, e nemmeno la nostra risposta può esserlo. Questo è il motivo per cui dobbiamo concentrarci sulla riduzione del rischio, e non sulla rottura’. ‘E questo è uno dei motivi – ha aggiunto von der Leyen – per cui visiterò Pechino insieme al presidente Macron. Gestire questa relazione e avere uno scambio aperto e franco con le nostre controparti cinesi è una parte fondamentale di ciò che definirei la riduzione del rischio attraverso la diplomazia delle nostre relazioni con la Cina’. Ma, ha assicurato, ‘non saremo mai timidi nel sollevare le questioni profondamente preoccupanti’ riguardo alle violazioni dei diritti umani (come nello Xinjang), le pressioni militari e la disinformazione, e poi la coercizione economica e commerciale (in particolare contro i paesi che intensificano le relazioni con Taiwan), e ‘il deliberato sfruttamento della dipendenza e della leva economica per ottenere ciò che Pechino vuole dai paesi più piccoli’. La presidente della Commissione ha evidenziato che l’Ue vuole ‘riequilibrare e non tagliare’ le relazioni con la Cina, che è ‘un partner commerciale vitale’, con una politica di ‘riduzione del rischio’ a livello diplomatico ed economico. Negli scambi delle merci, la Cina vale il 9% delle esportazioni dell’Ue e il 20% delle importazioni, e nonostante il fatto che gli squilibri in questo rapporto stiano aumentando, ‘la maggior parte del nostro commercio in beni e servizi resta reciprocamente benefico e non comporta rischi’. Ma von der Leyen ha anche rilevato che ‘la nostra relazione è sbilanciata e subisce un impatto crescente dalle distorsioni create dal capitalismo di Stato cinese’. E dunque bisogna puntare, ha concluso la presidente della Commissione, a ‘un riequilibrio di questa relazione basato sulla trasparenza, la prevedibilità e la reciprocità’.

Secondo l’intelligence inglese la Russia cerca una società di mercenari per sostituire Wagner

Secondo l’intelligence inglese la Russia cerca una società di mercenari per sostituire Wagner




Secondo l’intelligence inglese la Russia cerca una società di mercenari per sostituire Wagner – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Russia starebbe cercando delle società militari private alternative a Wagner. E’ quanto riferisce il ministero della Difesa britannico, riportando l’ultimo bollettino della sua intelligence militare sulla guerra in Ucraina.

“Questo avviene nel contesto della faida di alto profilo tra il ministero della Difesa russo e il gruppo Wagner. La leadership militare russa probabilmente vuole una PMC (Private Military Company, ndr) sostitutiva su cui avere un maggiore controllo. Tuttavia, nessun’altra PMC russa conosciuta attualmente si avvicina alle dimensioni o al potere di Wagner”, si legge in una nota del ministero britannico.

Svezia: ora Ungheria e Turchia ratifichino la nostra adesione alla Nato

Svezia: ora Ungheria e Turchia ratifichino la nostra adesione alla Nato




Svezia: ora Ungheria e Turchia ratifichino la nostra adesione alla Nato – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Svezia si attende che Ungheria e Turchia rafichino l’adesione alla Nato, dopo che già la Finlandia ha potuto accedere all’alleanza. L’ha detto in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera il ministro degli Esteri Tobias Billstroem.

“Per noi era molto importante entrare insieme con la Finlandia. Abbiamo tenuto fede a tutti gli impegni sottoscritti nel memorandum sottoscritto con la Turchia, tranne un’ultima parte di legislatura che entrerà in vigore il primo giugno, quindi ora ci aspettiamo che il parlamento turco e quello ungherese ratifichino la nostra adesione”, ha detto il ministro svedese. Intanto, Stoccolma sta lavorando alla costituzione di una forza aerea congiunta nordica con Finlandia, Norvegia e Danimarca, con lo scopo di rafforzare il fianco est della Nato. “Questa iniziativa non inficia il nostro impegno su tutto il territorio Nato: dal Mar Nero all’Islanda. Siamo pronti anche a mandare nostri soldati per rafforzare il fianco Est dell’Alleanza, soprattutto nei Paesi baltic”, ha detto ancora il ministro.

Fedriga: premiata serietà. Matteo? In pochi mesi invertito trend

Fedriga: premiata serietà. Matteo? In pochi mesi invertito trend




Fedriga: premiata serietà. Matteo? In pochi mesi invertito trend – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – “Qui c’è solo una Regione che è stata ben governata. Sono contento per questo risultato che, per le sue dimensioni, mi carica di ancora maggiori responsabilità… Avevo percepito il clima positivo, ma non pensavo di andare oltre il 56-57%”. Lo ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, riconfermato ieri alla guida della regione, in una intervista al Corriere della Sera.

A cosa si deve un risultato così alto? “È stato riconosciuto l’impegno di 5 anni di lavoro. Probabilmente, la serietà di governo. Lo stile di chi bada alla sostanza dei problemi, che non fa dichiarazioni robo-anti. La proposta di governo dei territori, come si è visto anche in Lombardia e Lazio, è stata apprezzata dagli elettori. E poi l’apporto di Salvini come ministro delle Infrastrutture è stato premiante. A Roma Matteo sta lavorando molto bene”, ha sottolineato Fedriga sottolineando che “è sbalorditivo come in pochi mesi si sia riusciti ad invertire una tendenza negativa. Di solito per cambiare un trend servono anni”. Un ruolo a livello nazionale? “No – ha concluso -, mi sono proposto per la guida della mia Regione, per questo sono stato eletto e questo voglio fare. Non penso a nient’altro”.

Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative

Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative




Danza, Teatro e Musica: tre Biennali per le arti performative – askanews.it




















Venezia, 3 apr. (askanews) – Tre Biennali per stare dentro il sistema delle arti con ancora più autorevolezza. E allora ecco 70 novità, tra prime assolute, europee, italiane; 41 produzioni e coproduzioni, di cui molte commissionate; 48 giorni di programmazione per i Festival di Teatro (dal 15 giugno al 1 luglio), Danza (dal 13 al 29 luglio), Musica (dal 16 al 29 ottobre), che si estendono fino a 3 mesi di attività con le residenze dei giovani artisti di Biennale College. Si tratta di un intenso intervento della Biennale di Venezia nella produzione, la promozione e la documentazione della nuova creatività delle arti dal vivo, che vede quest’anno le nuove opere prodotte per e con la Biennale raggiungere la metà dell’intero programma.

“La Biennale – ha detto il presidente Roberto Cicutto – ha deciso da quest’anno di aumentare le risorse e il sostegno destinati ai Settori Danza Musica e Teatro e ai rispettivi Festival Internazionali. Questi Festival non sono mai stati concepiti come rassegne per mostrare il meglio delle produzioni nei campi di competenza dei tre direttori artistici, ma come lo sviluppo di un progetto che arricchisca conoscenza e sperimentazione in coerenza con un mandato quadriennale. Le maggiori risorse consentiranno anche al pubblico di poter più agevolmente assistere agli spettacoli che avranno un maggior numero di repliche, masterclass, installazioni e attività interdisciplinari. Soprattutto consentono alla Biennale di affidare commissioni, produrre o coprodurre nuovi spettacoli, colmando in parte (soprattutto nel Settore Musica) una falla nell’impegno pubblico rispetto a quanto si fa in altri Paesi. Il lavoro dei direttori artistici Wayne McGregor per la Danza, Lucia Ronchetti per la Musica, Stefano Ricci e Gianni Forte per il Teatro ha dimostrato nei primi tre anni del loro mandato le infinite possibilità nel tessere un filo ininterrotto fra maestri del passato, artisti contemporanei e professionisti del prossimo futuro. In questo modo si dà concretezza a quanto spesso si afferma ma difficilmente si realizza: far crescere donne e uomini all’inizio delle loro carriere, alimentandoli della lezione di chi li ha preceduti con spirito innovatore e di ricerca”. Sono oltre 450 gli artisti coinvolti, da 30 Paesi diversi, per i tre Festival di Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia. Il Teatro vedrà in scena, tra gli altri, Armando Punzo, Leone d’oro alla carriera, con lo straordinario gruppo di attori-detenuti della Compagnia della Fortezza; Romeo Castellucci, che con le sue performance simboliche e visionarie attraversa generi, pubblici e continenti; due delle compagnie che maggiormente incarnano le tendenze degli ultimi anni, la catalana El Conde de Torrefiel e la fiamminga FC Bergman, destinataria del Leone d’argento. E ancora: le nuove voci di Boris Nikitin, attore, autore oltre che regista di ascendenze ucraino-franco-ebraiche, e di Bashar Murkus con il Khashabi Ensemble, teatro palestinese indipendente creato all’interno dello Stato di Israele, ad Haifa.

Spiccano per la Danza, fra i tanti appuntamenti in programma, un omaggio a Simone Forti, Leone d’oro alla carriera, con un’ampia mostra retrospettiva del suo lavoro di “artista del movimento” proveniente dal Museum of Contemporary Arts di Los Angeles; un trittico di coreografie che hanno la forza ipnotica della danza pura di Tao Dance Theater, Leone d’argento; Sidi-Larbi Cherkaoui, Javier De Frutos, Michaela Taylor, Alexis Fernandez, quattro coreografi per l’ensemble fondato dal super divo del balletto internazionale Carlos Acosta; la prima mondiale di Pontus Lidberg, coreografo, filmmaker e danzatore svedese che ha conquistato le compagnie più blasonate – dal New York City Ballet al balletto dell’Opéra di Parigi. E inoltre, le figure di Oona Doherty, Andrea Peña, Luna Cenere, giovani coreografe che si sono imposte recentemente all’attenzione di pubblico e critica. La Musica mette sotto i riflettori l’elettronica digitale a partire dal pioniere Morton Subotnick, passando per Brian Eno, Leone d’oro alla carriera, e l’eretico John Zorn, per arrivare al leggendario duo noto col criptico nome di Autechre, che ha portato la club culture ai confini con la musica d’avanguardia. Fra i tanti artisti invitati ci saranno: il musicista e performer Robert Henke, che rimette in circolo la tecnologia vintage dei pc Commodore; Brigitta Muntendorf che lancia la musica nello spazio con Orbit, voci di donne clonate dall’intelligenza artificiale e audio 3D, sottotitolo A War Series, ovvero le guerre che nei millenni si sono combattute contro il corpo femminile. Tante, inoltre, le figure dell’elettronica live più sperimentale, come Lamin Fofana, Jjjjjerome Ellis, Jace Clayton aka Dj Rupture, Steve Goodman aka Kode9, Loraine James, Aya, Emme, S280F, Soft Break, Yen Tech, Snufkin.

Biennale Teatro. I colori del Teatro. Dopo Blue e dopo Rot, ecco Emerald. Il progetto quadriennale dei direttori Stefano Ricci e Gianni Forte (ricci/forte) per il 51. Festival Internazionale del Teatro (15 giugno -1 luglio) si tinge di verde, evocando la città dei prodigi del paese di Oz, Emerald City e invitando il pubblico a un viaggio nello stupore. “Questa nuova edizione del Festival, piattaforma di una resistenza politica e poetica – ha detto i due direttori della Biennale Teatro, Ricci e Forte – continuerà a difendere l’idea che il Teatro, l’Arte e la Cultura debbano salvaguardare la loro missione di servizio pubblico; sarà un laboratorio ipnotico e vibrante di creazione scenica, riferimento essenziale come avamposto di utopie eroiche e meraviglie rivoluzionarie, e si drappeggerà in verde emerald, il cui orizzonte simbolico starà ad indicare il momento di un cambiamento profondo, di una trasformazione, di un passaggio ad una nuova fase della vita: la rigenerazione dopo l’inverno, la rivitalizzazione, la resurrezione, la rinascita e la libertà dell’essere umano. Celebreremo così un risveglio di primavera anche per il Teatro, investito ora più che mai a stimolare la fantasia, l’immaginario dello spettatore”. Biennale Danza. La chimica della danza. Altered States, titolo del 17. Festival Internazionale di Danza Contemporanea (13-29 luglio), è il terzo capitolo con cui il direttore Wayne McGregor continua a sondare questa disciplina mobile, in dialogo con le tecno-culture e il pensiero scientifico più avanzato, ma anche in relazione percettiva con lo spettatore. “Gli artisti e i lavori selezionati per la Biennale Danza 2023 – spiega il coreografo britannico – sono alchimisti del movimento. Il loro lavoro è guidato da un’insaziabile curiosità di esplorare e sperimentare sia nel processo creativo che nella performance; attraverso l’improvvisazione, l’installazione soma-sensoriale, il minimalismo radicale o con sorprendenti allontanamenti da forme e contesti consueti. Fondamentalmente, sfidano le ortodossie tradizionali della danza e, così facendo, ci portano a fare l’esperienza del nostro corpo rinnovato, connettendo i nostri modelli esterni del mondo con le meno conosciute mappe interne – alterando i nostri stati di conoscenza ed esperienza”.

Biennale Musica. In scena a Venezia dal 16 al 29 ottobre, il 67. Festival Internazionale di Musica Contemporanea Micro-Music secondo il Direttore Lucia Ronchetti “è dedicato al suono digitale, alla sua produzione e alla sua diffusione nello spazio acustico, attraverso tecnologie avanzate e ricerche sperimentali. Il Festival presenta un ampio spettro di tendenze stilistiche e ricerche creative innovative della scena musicale internazionale, secondo forme installative, performative e online, con molte prime assolute commissionate dalla Biennale Musica e coproduzioni con i più importanti festival internazionali”. Il Festival si articola in sei sezioni: Sound Microscopies; Sound Installations/Sound Exhibitions; Stylus Phantasticus-The Sound Diffused by Venetian Organs; Club Micro-Music; Digital Sound Horizons; Sound Studies.

Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà

Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà




Usa, Trump domani in tribunale per incriminazione: ecco cosa accadrà – askanews.it




















Roma, 3 apr. (askanews) – Donald Trump, il primo ex presidente Usa nella storia ad affrontare accuse penali, è arrivato a New York per la formalizzazione delle accuse a suo carico davanti a un giudice, dopo essere stato incriminato la scorsa settimana da un gran giurì di Manhattan.

L’ex presidente rimarrà alla Trump Tower stasera, dove incontrerà i suoi avvocati e i suoi consiglieri politici, riferisce Cnn. Ma anche prima della sua comparsa davanti al giudice, la sua presenza domani si farà sentire al tribunale di Manhattan, poiché tutti i processi e la maggior parte delle altre attività giudiziarie verranno interrotte prima del suo arrivo. Domani gli agenti del Secret Service, che si occupano della sicurezza dei presidenti Usa, dovrebbero accompagnare Trump nel primo pomeriggio all’ufficio del procuratore distrettuale, che si trova nello stesso edificio del tribunale.

Trump sarà arrestato dagli investigatori e gli verranno rilevate le impronte digitali. Di solito viene scattata una foto segnaletica, ma fonti a conoscenza dei preparativi hanno detto a Cnn che ancora non è certo che verrà scattata una foto segnaletica, perché l’aspetto di Trump è ampiamente noto e le autorità temono che l’immagine venga diffusa impropriamente all’esterno in violazione della legge dello stato di New York. In genere, dopo che gli imputati sono stati arrestati, vengono tenuti in celle vicino all’aula del tribunale prima di essere chiamati in giudizio. Ma questo non accadrà a Trump. Una volta che l’ex presidente avrà finito le procedure di identificazione, verrà portato attraverso una serie di corridoi e ascensori fino al piano in cui si trova l’aula di tribunale. Poi uscirà in un corridoio pubblico per entrare in aula. Trump non dovrebbe essere ammanettato, poiché sarà circondato da agenti federali armati per la sua protezione.

Nel pomeriggio, Trump dovrebbe essere portato in aula, dove l’atto d’accusa verrà reso pubblico e dovrà affrontare formalmente le accuse. Dopo essere stato chiamato in giudizio, Trump sarà quasi certamente rilasciato su sua richiesta. È possibile, anche se improbabile, che vengano poste condizioni si suoi movimenti. Normalmente, un imputato che viene rilasciato uscirebbe dalla porta principale, ma i servizi segreti vorranno limitare il tempo e lo spazio in cui Trump è in pubblico. Quindi, una volta terminata l’udienza in tribunale, Trump dovrebbe attraversare di nuovo il corridoio pubblico e i corridoi sul retro fino all’ufficio del procuratore distrettuale, e fino a dove il suo corteo di auto lo aspetterà. Quindi si dirigerà all’aeroporto in modo da poter tornare a Mar-a-Lago, dove è in programma un suo intervento pubblico in serata.

Friuli, netta vittoria di Fedriga. Lega prima, Fdi non sfonda

Friuli, netta vittoria di Fedriga. Lega prima, Fdi non sfonda




Friuli, netta vittoria di Fedriga. Lega prima, Fdi non sfonda – askanews.it




















Trieste, 3 apr. (askanews) – Qualche conferma, ma anche qualche grossa novità dalle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia. Che Massimiliano Fedriga, presidente uscente, dovesse vincere, quasi nessuno lo metteva in dubbio. Così come molti ritenevano che la Lega, soprattutto in presenza della Lista Fedriga, potesse soccombere a Fratelli d’Italia. Salvini, invece, ha garantito al suo movimento la leadership di primo partito in Regione. Quanto all’opposizione, l’effetto Schlein è stato quasi impercettibile per il Pd. E le novità più pesanti (per gli interessati) sono che il Terzo Polo ed il Movimento 5 Stelle restano fuori del Consiglio regionale, dove, per pochi decimali, non entrano neppure i no vax, o meglio la lista ‘Insieme liberi’ della candidata Giorgia Tripoli che pure ha sfiorato il 5%.

Fedriga, ovviamente soddisfatto (è al secondo giro e da presidente della Conferenza delle Regioni ha confermato che i suoi colleghi sono sostanzialmente tutti d’accordo per il terzo mandato), ha annunciato che si prenderà qualche giorno di tempo prima di metter mano alla nomina degli assessori. E’ probabile che la vicepresidenza sarà affidata a Fdi che comunque è cresciuto, come partito, rispetto al 2018. Tra le priorità programmatiche, il porto di Trieste, il rientro dei giovani, il contrasto della denatalità con il sostegno alla famiglia. “Vorrei che questo secondo mandato si caratterizzasse per un lavoro fatto sulla traccia del primo, lavorando per i cittadini senza inseguire facili promesse. Un’azione di governo che abbia la capacità di programmare il futuro del Friuli Venezia Giulia in una prospettiva che guardi non alle prossime elezioni ma al prossimo decennio”, ha dichiarato Fedriga.

Fedriga, candidato del centrodestra, è presidente col 64,13% dei consensi. La Lega è il primo partito della coalizione ed anche del Friuli Venezia Giulia con circa il 19%. Fratelli d’Italia si accontenta del 18,18%. La lista Fedriga è al 17,51% e si piazza come terzo partito dell’alleanza e della regione. Forza Italia si è fermata al 6,68%. Autonomia responsabile, che raccoglieva anche i centristi, non riesce a raggiungere nemmeno il 2%. Massimo Moretuzzo, candidato del centrosinistra, non va oltre il 28,65%. Il Pd raccoglie il 16,69% dei consensi e si piazza al quarto posto in regione. Il patto per l’Autonomia, il gruppo di Moretuzzo, si blocca al 6,31%. Il M5S retrocede al 2,46%, i Verdi Sinistra il 2%, Open l’47, Slovenska Skupmost 1,15%.

Giorgia Tripoli di ‘Insieme Liberi’ guadagna il 4,67%, risultato che probabilmente non metteva neanche in conto, ma la lista non riesce ad entrare in Consiglio per un soffio: si ferma al 3,99% (la soglia è del 4%). Delusione nel Terzo Polo: Alessandro Maran non va oltre il 2,72%, mentre la lista di Calenda, Italia Viva e +Europa sale al 2,77%. Nei 24 Comuni al voto, Udine va al ballottaggio. In questo caso, il Terzo Polo è sceso in campo con il candidato sindaco del Pd, mentre il Movimento 5 Stelle si è candidato da solo.

Vinitaly, Umbria: ecco portale Umbriatourism per promozione enoturismo

Vinitaly, Umbria: ecco portale Umbriatourism per promozione enoturismo




Vinitaly, Umbria: ecco portale Umbriatourism per promozione enoturismo – askanews.it



















Roma, 3 apr. (askanews) – La Regione Umbria ha presentato oggi al Vinitaly, in corso a Verona, i servizi del suo portale Umbriatourism (umbriatourism.it) per la promozione dell’enoturismo.

Sul portale, strumento utile per organizzare visite e soggiorni in Umbria e supporto per connettere digitalmente l’utente con l’offerta regionale, sono attualmente accreditate 49 cantine, che possono creare e pubblicare le loro offerte promo commerciali, prodotti ed esperienze (degustazioni, visite, cooking class) oltre a contenuti volti alla conoscenza delle produzioni dei territori, con particolare riguardo alle indicazioni geografiche. Il portale della Regione consente la pubblicazione solo ad operatori accreditati il cui processo di accreditamento presuppone che siano soddisfatti requisiti formali e di riconoscibilità di un operatore/produttore, fornitore di servizi e prodotti regionali. Questo per garantire la qualità dei servizi offerti al pubblico.

L’evento è stato presentato dall’Assessorato al Turismo e Cultura e dall’assessorato alle Politiche agricole e agroalimentari.