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Tag: Sanremo 2023

Industria, Istat: a gennaio fatturato -1,1%, su anno +8,6%

Industria, Istat: a gennaio fatturato -1,1%, su anno +8,6%


Industria, Istat: a gennaio fatturato -1,1%, su anno +8,6% – askanews.it



Industria, Istat: a gennaio fatturato -1,1%, su anno +8,6% – askanews.it



















Roma, 31 mar. (askanews) – A gennaio si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, diminuisca dell’1,1%, in termini congiunturali, registrando una dinamica negativa su entrambi i mercati (-0,3% su quello interno e -2,6% su quello estero). Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce in termini tendenziali dell’8,6%, con incrementi del 9,1% sul mercato interno e del 7,7% su quello estero. I giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di gennaio 2022. Lo ha reso noto l’Istat.

Nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 l’indice complessivo resta invariato rispetto al trimestre precedente (-0,1% sul mercato interno e +0,1% su quello estero). Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a gennaio gli indici destagionalizzati del fatturato segnano una flessione congiunturale della stessa intensità per i beni di consumo e per i beni strumentali (-0,4%), più marcata per i beni intermedi (-1,5%) e per l’energia (-4,4%). Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registrano incrementi tendenziali marcati per i beni di consumo (+14,8%), per i beni strumentali (+16,4%) e per l’energia (+9,7%), mentre per i beni intermedi si registra una lieve diminuzione rispetto a gennaio 2022 (-0,1%).

Quanto al comparto manifatturiero, tutti i settori di attività economica mostrano una crescita tendenziale, ad eccezione del comparto chimico e della metallurgia. A gennaio si stima che l’indice destagionalizzato del fatturato in volume, relativo al settore manifatturiero, registri una flessione in termini congiunturali (-2,1%).

Corretto per gli effetti di calendario, a gennaio il volume del fatturato del comparto manifatturiero cresce in termini tendenziali dello 0,5%, con un incremento molto più contenuto di quello in valore (+9,1%). “Dopo due mesi di crescita, si registra a gennaio – è il commento dell’Istat – un calo congiunturale del fatturato industriale, imputabile soprattutto alla componente estera. Negativo anche l’andamento di tutti i raggruppamenti principali di industrie, soprattutto dell’energia e dei beni intermedi. In termini tendenziali e corretto per gli effetti di calendario si registra una crescita sia dell’indice generale, sia dei principali settori, con l’eccezione dei beni intermedi, sostanzialmente stazionari”.

Bankitalia, utile netto 2022 dimezzato a 2,1 mld con stretta Bce

Bankitalia, utile netto 2022 dimezzato a 2,1 mld con stretta Bce


Bankitalia, utile netto 2022 dimezzato a 2,1 mld con stretta Bce – askanews.it



Bankitalia, utile netto 2022 dimezzato a 2,1 mld con stretta Bce – askanews.it




















Roma, 31 mar. (askanews) – Lo scorso anno il risultato lordo di bilancio della Banca d’Italia, prima di imposte e accantonamenti al fondo rischi generali, “si è significativamente ridotto, passando da 9,2 a 5,9 miliardi, a causa soprattutto della contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e delle maggiori svalutazioni sui titoli valutati al mercato, soprattutto in dollari statunitensi, per ulteriori 1,5 miliardi”. Lo spiega il governatore Ignazio Visco, nella sua relazione all’Assemblea dei partecipanti. L’utile netto è calato a 2,1 miliardi di euro, quasi dimezzato dai 3,9 miliardi del 2021.

In base a questi sviluppi il Direttorio dell’istituzione propone di non modificare i livelli di dividendi distribuiti ai partecipanti, già sottoposti a soglie limitative, mentre allo Stato arriverà un utile residuo da 1,676 miliardi che, sommandosi a imposte per 1,304 miliardi porterà la somma complessivamente destinata alle casse statali a circa 3 miliardi. Il rialzo dei tassi della Bce “ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche e dal saldo debitorio Target, a fronte del quale non vi è stato un corrispondente incremento del rendimento delle attività di politica monetaria, meno sensibili alla crescita dei tassi – ha spiegato Visco – in quanto costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso e scadenza a medio-lungo termine”.

Questa asimmetria incide negativamente sul margine di interesse, che dopo la diminuzione del 2022 è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni. “Analogamente alla Bce e ad altre banche centrali dell’Eurosistema, che già da quest’anno li registrano, la Banca d’Italia si troverà nei prossimi anni a dover fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere – ha proseguito Visco -. La politica monetaria è infatti disegnata in funzione del raggiungimento del mandato statutario della stabilità dei prezzi, anche se questo può comportare un temporaneo peggioramento dei risultati economici”. Proprio per meglio fronteggiare queste eventualità e preservare la propria indipendenza finanziaria, negli ultimi anni, di forte espansione monetaria, anche grazie al livello particolarmente elevato dei profitti la Banca d’Italia ha rafforzato il proprio patrimonio. Nel 2022 il fondo rischi generali è stato alimentato con un accantonamento di 2,5 miliardi, mezzo miliardo in più rispetto all’esercizio precedente, raggiungendo così 35,2 miliardi.

I fondi patrimoniali accumulati sino a oggi “sono quindi ampiamente sufficienti per coprire le perdite lorde che, sulla base delle attuali aspettative di mercato circa l’evoluzione dei tassi di interesse, sono attese nel biennio 2023-2024”. Lo scorso anno, ha detto ancora il governatore, le imposte di competenza sono state pari a 1,3 miliardi, di poco superiori agli 1,2 miliardi del 2021. L’esercizio 2022 si è quindi chiuso con un utile netto di 2,1 miliardi, in diminuzione di 3,9 miliardi rispetto allo scorso anno.

“Ai sensi dello Statuto vi sottopongo per l’approvazione il piano di riparto dell’utile netto deliberato dal Consiglio superiore, su proposta del Direttorio e sentito il Collegio sindacale – ha quindi detto Visco -. La vigente politica di distribuzione dei dividendi stabilisce che le somme destinate ai Partecipanti siano comprese nell’intervallo di 340-380 milioni, subordinatamente alla capienza dell’utile netto e alle esigenze di patrimonializzazione della Banca”. “La differenza tra l’estremo superiore del suddetto intervallo e il dividendo effettivamente posto in distribuzione nell’anno può alimentare la posta speciale per la stabilizzazione nel tempo dei dividendi, fino alla consistenza massima di 450 milioni. In linea con tale indirizzo – ha detto il governatore – a valere sull’utile netto di 2.056 milioni, si propone di attribuire ai Partecipanti un dividendo di importo uguale a quello corrisposto negli ultimi anni, pari a 340 milioni, corrispondenti al 4,5 per cento del capitale. La posta speciale sarebbe alimentata per 40 milioni, attestandosi così a 280 milioni”. “Tenuto conto di quanto precede, l’utile residuo per lo Stato sarebbe pari a 1.676 milioni che, in aggiunta a imposte di competenza per 1.304 milioni, porterebbe la somma complessivamente destinata allo Stato a circa 3 miliardi. Negli ultimi dieci anni – ha rilevato Visco – l’importo cumulato riconosciuto allo Stato sotto forma di utili raggiungerebbe così l’ammontare di 38,2 miliardi, oltre a imposte di competenza per 12,8 miliardi”.

Schifani: Fi non si appiattisca su alleati, dialoghi con Renzi

Schifani: Fi non si appiattisca su alleati, dialoghi con Renzi


Schifani: Fi non si appiattisca su alleati, dialoghi con Renzi – askanews.it



Schifani: Fi non si appiattisca su alleati, dialoghi con Renzi – askanews.it




















Milano, 31 mar. (askanews) – “I miei rapporti personali sono buoni con tutti. Ma dal punto di vista politico, è stato un errore entrare in rotta di collisione con l’alleato fino a non votare La Russa”. Ma non significa che ora tutto sia risolto. Serve infatti che, pur nella fedeltà agli alleati, Fi “non si appiattisca troppo”, cercando “un dialogo della coalizione con Renzi”. Lo afferma, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’, il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, commentando il cambio di linea impresso da Silvio Berlusconi a Forza Italia. E auspicando un’aprtura di dialogo con Matteo Renzi.

Il consiglio è di “non schiacciarsi sulle posizioni dell’alleato. È bene che Fi porti avanti le sue iniziative su politica europea, giustizia, direttiva Bolkenstein, balneari. Temi sui quali abbiamo sensibilità diverse rispetto agli alleati”. Riguardo al sogno di Berlusconi di un partito unico, Schifani commenta: “È un sogno legittimo, ma credo che storicamente le fusioni non paghino mai in termini elettorali: avere più liste aiuta ad avere più eletti con l’impegno sul campo. Comunque, anche da conversazioni private, non ho percepito che questo approdo sia vicino. Forse più in là”. La coalizione, secondo Schifani, “dovrebbe allargarsi. Dall’altra parte, con l’elezione di Elly Schlein, si assisterà fatalmente ad un’alleanza strutturale con il M5s e la sinistra estrema: già a Catania dove si vota a maggio l’hanno sancita e così sarà in futuro, immagino. Noi dobbiamo attrezzarci, puntando ad un bipolarismo vero, non tentando di annettere ma provando a dialogare con Renzi, che su molti temi ha posizioni affini alle nostre: Europa, atlantismo, giustizia. Carfagna, Glemini, Rosato, Boschi, non sono certo di sinistra”.

Tornando a Forza Italia, per Schifani serve “maggior coordinamento tra gli eletti sul territorio, e parlo in particolare di noi governatori, e i vertici del partito. Fi oggi esprime le proprie cariche da Roma in su, ma prende i voti da Napoli in giù…”.

1 maggio, Sbarra: manifestazione a Potenza, tema 75 anni Costituzione

1 maggio, Sbarra: manifestazione a Potenza, tema 75 anni Costituzione


1 maggio, Sbarra: manifestazione a Potenza, tema 75 anni Costituzione – askanews.it



1 maggio, Sbarra: manifestazione a Potenza, tema 75 anni Costituzione – askanews.it



















Roma, 31 mar. (askanews) – I sindacati saranno “il primo maggio a Potenza. Come tema dell’iniziativa nazionale i 75 anni della Costituzione. E’ un tema per noi di assoluto valore e grande significato anche in coerenza con i continui richiami del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella”. Lo ha detto il leader della Cisl, Luigi Sbarra, a Sky Tg 24.

“Per noi – ha aggiunto Sbarra – parlare di Costutuzione significa valorizzare e riprendere il tema del lavoro con l’articolo 1: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. C’è tanto da fare sui temi del lavoro”.

Covid, Iss: rischio altro in 4 Regioni, moderato in 8

Covid, Iss: rischio altro in 4 Regioni, moderato in 8



Covid, Iss: rischio altro in 4 Regioni, moderato in 8 – askanews.it



Covid, Iss: rischio altro in 4 Regioni, moderato in 8 – askanews.it



















Milano, 31 mar. (askanews) – Quattro tra Regioni e Province Autonome sono a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza, tra cui una che risulta “non valutabile” per la “mancanza di trasmissione di dati” e perciò è stata equiparata a rischio alto ai sensi del DM del 30 aprile 2020. E’ quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale sul Covid-19della Cabina di regia Iss-Ministero della Salute.

Otto Regioni sono a rischio moderato e altre otto classificate a rischio basso. Quindici tra Regioni/PPAA riportano almeno una allerta di resilienza. Sei Regioni/PPAA riportano molteplici allerte di resilienza.

Covid, Iss: incidenza stabile, Rt sù ma sotto la soglia epidemica

Covid, Iss: incidenza stabile, Rt sù ma sotto la soglia epidemica


Covid, Iss: incidenza stabile, Rt sù ma sotto la soglia epidemica – askanews.it



Covid, Iss: incidenza stabile, Rt sù ma sotto la soglia epidemica – askanews.it



















Milano, 31 mar. (askanews) – E’ “sostanzialmente stabile” l’incidenza settimanale dei contagi di Covid a livello nazionale: secondo quanto emerge dai dati del monitoraggio della Cabina di regia Iss-Ministero della Salute, nella settimana compresa tra il 24 e il 30 marzo sono stati 37 ogni 100 mila abitanti, contro i 38 ogni 100 mila abitanti registrati nella settimana precedente. 17/03/2023 -23/03/2023). Secondo quanto emerge

Quanto all’Rt medio calcolato sui casi sintomatici, nel periodo 8 – 21 marzo è stato pari a 0,99 (range 0,93-1,10), in lieve aumento rispetto alla settimana precedente ma sotto la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in aumento e appena sopra la soglia epidemica: Rt=1,01 (0,96-1,06) al 21 marzo contro Rt=0,89 (0,84-0,94) registrato il 14 dello stesso mese.

Friuli, Conte: convergenza su temi, non su nuova segreteria dem

Friuli, Conte: convergenza su temi, non su nuova segreteria dem


Friuli, Conte: convergenza su temi, non su nuova segreteria dem – askanews.it



Friuli, Conte: convergenza su temi, non su nuova segreteria dem – askanews.it




















Udine, 31 mar. (askanews) – “La convergenza per noi si fa su temi e programmi, indipendentemente dalla nuova segreteria dem. Quando, come in questo caso, si costruisce un’intesa attorno a una svolta su transizione ecologica, sanità e trasporti si va incontro a un modello virtuoso che sicuramente può essere replicabile”. Così Giuseppe Conte, leader del M5S, valuta – in un’intervista al Messaggero Veneto – l’appoggio dato per le Regionali in Fvg al candidato alla presidenza Massimo Moretuzzo, sostenuto anche dal Pd.

Oggi “proponiamo ai cittadini un cambiamento all’insegna di un rafforzamento dei sostegni per chi è in difficoltà o perde il lavoro e il potenziamento di una sanità pubblica che deve liberarsi dalle logiche partitiche. Abbiamo in mente una Regione che corre a livello economico e che si oppone alle logiche di un centrodestra che tradisce le imprese. Penso a quanto successo con il Superbonus 110% e le misure per l’edilizia, con l’inaccettabile serie di contraddizioni del duo Fedriga-Giorgetti: mettono a rischio le aziende, i cantieri e tanti posti di lavoro”. Quanto al dibattito sul Pnrr, Conte sottolinea che “il Governo non deve nascondere la polvere sotto il tappeto aspettando che sia l’Europa a dirci che siamo in ritardo. I ritardi accumulati durante la gestione di Draghi e Meloni devono però spingere tutti ad agire subito per superare criticità e intoppi”.

Sul nuovo codice degli appalti, Conte ricorda che “noi al Governo abbiamo promosso le semplificazioni ma mantenendo solidi presidi di legalità. Le scelte del Governo, invece, ci preoccupano. Consentire il ricorso, ad esempio, ad affidamenti diretti generalizzati e subappalti a cascata rischia di creare un varco per il malaffare”.

Peggy Guggenheim, mostra per riscoprire la luce di Edmondo Bacci

Peggy Guggenheim, mostra per riscoprire la luce di Edmondo Bacci


Peggy Guggenheim, mostra per riscoprire la luce di Edmondo Bacci – askanews.it



Peggy Guggenheim, mostra per riscoprire la luce di Edmondo Bacci – askanews.it



















Venezia, 31 mar. (askanews) – Esplosioni di luce e colore, una fortissima consapevolezza dello spazio e una pittura venata di “veggenza”. Edmondo Bacci oggi non è uno dei nomi di artisti del 900 più noti al grande pubblico, ma la mostra che è stata presentata alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia ci permette di reincontrare la forza dell’artista veneziano, nato nel 1913 e morto nel 1978, che proprio la collezionista americana aveva scoperto per prima.

“Quando incontra Bacci e vede le sue pitture – ha detto ad askanews la direttrice della Collezione Peggy Guggenheim, Karole P. B. Vail – Peggy se ne innamora, le paragona addirittura alle tele di Kandinskij, che amava molto. Quindi comincia a sostenerlo in maniera molto entusiasta, vende i suoi quadri in America e ci sono direttori di musei americani come Alfred Barr che compra un’opera che oggi abbiamo qua in mostra. E dunque lo aiuta moltissimo”. La mostra è intitolata “L’energia della luce” e intende approfondire la parte più lirica dell’opera di Bacci, nel momento più internazionale della sua carriera, gli anni Cinquanta, quando è già affermato negli ambienti legati allo Spazialismo di Lucio Fontana e tra gli artisti contemporanei più innovativi a livello nazionale. “Qual è la teoria principale di Fontana: in fondo – ci ha detto la curatrice della mostra, Chiara Bertola – lui dice che tutto è fare spazio, quindi occorre riuscire a liberarsi, occorre costruire spazio facendolo e non soltanto rappresentandolo. Quindi questa è una dimensione molto importante, che però gli artisti veneziani continuano a rappresentare attraverso la pittura”.

E nella pittura Bacci trova nuove strade, trova delle vere e proprie illuminazioni, come quelle legate alle sue “Fabbriche” così astratte, politiche e dense di colore o ai magnetici “Avvenimenti” degli anni successivi. Dipinti che si inseriscono nella storia dell’arte accanto per esempio a quelli di Vedova o di Tancredi, ma che prendono poi sempre una strada personale e innovativa. Tra l’altro la mostra presenta anche una serie di disegni e progetti sperimentali inediti. “Il percorso – ha aggiunto Bertola – si incentra soprattutto sugli anni Cinquanta, io ho voluto arrivare fino al 1958, quando la Biennale gli dedica una sala. Però ho voluto mettere una sorta di cesura importante, esponendo tutte le opere concettuali che lui realizza negli anni Settanta, perché rappresentano uno slancio straordinario, che reinterpreta di nuovo quel concetto di spazio, però con materiali completamente inediti e sperimentali”.

La mostra è realizzata con sostegno di Lavazza, Institutional Patron della Collezione Peggy Guggenheim, e all’inaugurazione è intervenuta Francesca Lavazza, Board Member di Lavazza Group. “È un passo avanti rispetto alla nostra collaborazione pluriennale – ci ha detto – abbiamo iniziato nel 2017 a sostenere questo progetto a Venezia perché crediamo in questa città come luogo di formazione di una nuova classe artistica progettuale”. L’esposizione, anche come omaggio alla venezianità dell’artista, dell’opera e del museo, si chiude con il confronto tra un’esplosione di Bacci e un Tiepolo. E noi sentiamo che, seppur in modi magari imprevedibili, tutto si tiene.

(Leonardo Merlini)

Trump incriminato, l’ombra della “tempesta americana” sulle elezioni del 2024

Trump incriminato, l’ombra della “tempesta americana” sulle elezioni del 2024


Trump incriminato, l’ombra della “tempesta americana” sulle elezioni del 2024 – askanews.it



Trump incriminato, l’ombra della “tempesta americana” sulle elezioni del 2024 – askanews.it




















Roma, 31 mar. (askanews) – L’incriminazione di Donald Trump catapulta le elezioni del 2024 per la Casa Bianca in terra incognita, con la concreta possibilità che il principale candidato alla nomination repubblicana per le presidenziali decida di candidarsi per un nuovo mandato malgrado sotto processo. La decisione del grand giurì di Manhattan allunga l’ombra della ‘tempesta americana’ sulla campagna per le prossime presidenziali. Non a caso, sottolineano diversi media americani a poche ore dallo storico annuncio, diverse figure di peso in campo repubblicano si sono affrettate a criticare duramente l’accusa. In particolare, senza nominare Trump, il governatore della Florida Ron DeSantis ha definito la mossa “antiamericana”. L’ex vicepresidente Mike Pence, parlando alla Cnn ha definito le accuse “un oltraggio”. Dichiarazioni lette come posizionamenti per evitare di inimicarsi l’elettorato fedele all’ex presidente.

Ma la messa in stato di accusa solleva interrogativi profondi per il futuro del Grand Old Party, anche perchè su Trump pesa la la possibilità di ulteriori accuse ad Atlanta e Washington. I sostenitori dell’ex presidente potrebbero risultare galvanizzati dal nuovo scenario, ma per il Gop il rischio di un indebolimento negli ‘swing states’ è una minaccia concreta. Trump è stato incriminato dal gran giurì di Manhattan con accuse di violazioni connesse a pagamenti (130mila euro) alla pornostar Stormy Daniels per evitare che rivelasse durante la campagna elettorale per la Casa Bianca nel 2016 di avere avuto una relazione, o rapporti sessuali, con il candidato diversi anni prima. I dettagli non sono stati resi noti per ora, ma secondo i media americani, sono oltre 30 i capi di accusa contestati all’ex presidente, che dovrebbe consegnarsi martedì prossimo e che ha definito la vicenda “una persecuzione politica e ingerenza elettorale al livello più alto della storia”. Il gran giurì è formato da 23 cittadini, scelti a sorteggio, e può essere chiamato in caso di vicende particolarmente gravi a stabilire se le prove in mano alla procura sono base sufficiente per lanciare un procedimento penale.

“QUESTO È UN ATTACCO AL NOSTRO PAESE COME NON SI È MAI VISTO PRIMA”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma social Truth Media. L’ex presidente si trova nella sua residenza di Mar a Lago. Il suo avvocato Joe Tacopini ha detto che è “pronto a combattere”. Resta da vedere come l’opinione pubblica statunitense reagirà alla vicenda. I sondaggi mostrano che Trump rimane il leader indiscusso per la nomination repubblicana e le notizie che anticipavano l’incriminazione non hanno intaccato questo primato. La speranza, e il calcolo, della campagna di Trump e dei suoi alleati è che il tutto rilanci la base fedele al “Make America Great Again”, relegando i potenziali rivali di Trump nella scomoda posizione di doverlo difendere o inimicarsi l’elettorato più attivo.

Icone contemporanee, come spazio di meditazione e spiritualità

Icone contemporanee, come spazio di meditazione e spiritualità


Icone contemporanee, come spazio di meditazione e spiritualità – askanews.it



Icone contemporanee, come spazio di meditazione e spiritualità – askanews.it



















Venezia, 31 mar. (askanews) – Lo specchio è maestoso, dorato. Ma non riflette la nostra immagine, perché un velo, fragile e rovinato, lo copre. È una metafora potente, e un’opera di David Hammons, che possiamo usare come punto di partenza narrativo per entrare nella mostra “Icones”, che segna il ritorno di una collettiva a Punta della Dogana a Venezia. Un progetto che parte dall’idea delle icone bizantine, così diffuse nella Serenissima, per ragionare sullo statuto dell’immagine nella contemporaneità. “Icona – ha detto ad askanews Bruno Racine, direttore di Palazzo Grassi-Punta della Dogana, co-curatore del progetto – è l’immagine che ti porta a guardare oltre, che ti porta alla meditazione, alla concentrazione, in un mondo che è molto agitato. Quindi abbiamo voluto, con Emma Lavigne che è l’altra curatrice della mostra, creare un percorso emozionante, che permette al visitatore di avere questa esperienza di riflessione e meditazione”.

In una società che ha reso tutto immagine e che ha fatto dell’immagine il suo Tutto, diventa interessante vedere come invece si possa restituire potere all’invisibile che sta al cuore del visibile. In questo senso è assolutamente paradigmatica la spettacolare prima sala della mostra che presenta una grande e inafferrabile installazione di Lygia Pape, accanto a un “Concetto spaziale” illuminato di Lucio Fontana e a una straordinaria scultura di acciaio e smalto di Donald Judd. Ma il discorso vale anche per il biancore della stanza di Robert Ryman. È evidente che stiamo parlando di misteri dell’arte e di qualcosa che vediamo senza vedere, la vediamo con strumenti diversi dagli occhi. “È una selezione di opere della collezione Pinault – ha aggiunto il direttore del museo veneziano – che hanno in comune questa dimensione spirituale, senza dare a questa parola un solo significato particolare”. Costruita per stanze molto diverse per luce e struttura, la mostra è però sostenuta da una coerenza costituiva che è la sua forza: le opere – siano esse un meraviglioso film di Theaster Gates oppure i dipinti dorati di Rudolf Stingel – creano esse stesse l’ambiente che le ospita, in un ribaltamento della prospettiva museale classica che cede il posto a una dimensione diversa. Bastino come esempi la vera e propria cappella che contiene le tele di Roman Opalka, con i suoi numeri senza fine, oppure le scritte al neon pensate da Joseph Kosuth per il perimetro esterno della sala centrale del museo. “C’è la dimensione intima – ha concluso Bruno Racine – accanto a quella più ampia che colpisce chi entra nella sala”.

L’icona nella storia era l’immagine che prendeva valore per ciò che rappresentava, diventava la manifestazione di una potenza. Oggi la potenza sta nel generare altre immagini, come nel caso del famosissimo Giovanni Paolo II colpito da un meteorite di Maurizio Cattelan, oppure nel rinunciare completamente a esse, come capita nelle opere di Agnes Martin, perfette nella loro drastica essenzialità. O ancora per generarne di altri tipi, come succede nel torrino di Punta della Dogana, dove l’artista coreana Kimsooja intreccia una polifonia di canti tibetani, islamici e gregoriani sopra un mare di specchi che riflettono la luce di Venezia. Non c’è più nessun’immagine, ma ogni altra cosa diventa più chiara, evidente, come succede anche di fronte alle geometrie dello spirito di Josef Albers. E noi a quel punto possiamo vedere. (Leonardo Merlini)