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Tag: Sanremo 2023

Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko

Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko


Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko – askanews.it



Biennale Architettura, Leone d’oro al nigeriano Demas Nwoko – askanews.it


















Milano, 23 mar. (askanews) – Il eone d’Oro alla carriera della 18esima Mostra Internazionale Architettura della Biennale di Venezia è stato assegnato a Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano. La decisione è stata approvata dal Cda della Biennale presieduto da Roberto Cicutto, su proposta della curatrice Lesley Lokko.

“Sembra del tutto appropriato che il Leone d’Oro alla carriera – ha scritto Lokko nella motivazione del riconoscimento – venga assegnato a chi ha al suo attivo una produzione di opere materiali che coprono gli ultimi settanta anni, ma la cui eredità immateriale – approccio, idee, etica – è ancora in via di valutazione, comprensione, celebrazione. Demas Nwoko è tutto in una sola volta: architetto, scultore, designer, scrittore, scenografo, critico e storico. Quando viene interpellato, si riferisce a se stesso come a un “artista-designer”, il che dice molto sia della natura poliglotta dei suoi talenti e delle sue opere, sia dell’interpretazione piuttosto ristretta della parola ‘architetto’ che ha probabilmente tenuto il suo nome fuori dagli annali”. “È stato uno dei primi creativi nigeriani dello spazio e della forma – ha aggiunto la curatrice – a criticare la dipendenza della Nigeria dall’Occidente per i materiali e i beni importati, oltre che per le idee, ed è sempre rimasto impegnato nell’utilizzo delle risorse locali. Sebbene siano relativamente pochi, gli edifici di Nwoko in Nigeria svolgono due ruoli fondamentali. Sono i precursori delle forme di espressione sostenibili, attente alle risorse e culturalmente autentiche, che stanno attraversando il continente africano – e il mondo – e puntano verso il futuro, un risultato non da poco per chi è ancora in gran parte sconosciuto, anche a casa”.

Il principe Demas Nwoko nasce nel 1935 a Idumuje Ugboko, Nigeria, nell’area a governo locale di Aniocha North, Delta State. È figlio dell’Obi (il Re) Nwoko Secondo. Cresciuto a Idumuje Ugboko, si è lasciato ispirare dai complessi architettonici più moderni della sua città e dal Palazzo dell’Obi, disegnato dal nonno. Ulteriori ampliamenti del palazzo furono commissionati dal padre di Nwoko. Ha studiato al Nigerian College of Arts, Science and Technology di Zaria (1957-1961), città dove è diventato tra i più importanti membri fondatori della Zaria Art Society. Questo influente gruppo di artisti, noto come ‘Zaria Rebels’, sosteneva il concetto di ‘sintesi naturale’, coniato dall’artista Uche Okeke per colmare, con temi e narrazioni africane, quella formazione occidentale ricevuta da educatori coloniali. Negli anni ’60 gli Zaria Rebels hanno contribuito, insieme ad altri esponenti della letteratura, del teatro e della musica, all’avanguardia modernista postcoloniale in Nigeria.

Nel 1961 Nwoko ha ottenuto una borsa di studio per il Centre Français du Théâtre di Parigi, dove ha studiato architettura teatrale e scenografia. Dopo l’università è tornato in Nigeria per insegnare presso la neonata Scuola di Recitazione dell’Università di Ibadan. Riunitosi ai colleghi della Zaria Art Society, Nwoko ha successivamente fondato spazi come il Mbari Writers and Artists Club, sviluppando una nuova arte che fonde estetica, forme e processi modernisti africani e occidentali volta a riflettere sullo spirito di indipendenza politica. Nel 1970 ha ricevuto come primo incarico la costruzione dell’Istituto Domenicano di Ibadan, dopo i primi passi mossi nello studio dell’architettura al New Culture Studios di Ibadan alla fine degli anni ’60. Sempre a Ibadan ha fondato il New Culture Studios, centro di formazione per le arti dello spettacolo e del design. Negli anni ’70 ha fondato il New Culture Magazine (non più in produzione) che documentava l’arte e la cultura contemporanea.

La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Architettura 2023, si terrà sabato 20 maggio 2023 a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia.

Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino

Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino


Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino – askanews.it



Migranti, Schlein a Bruxelles: l’Italia dovrebbe chiedere il superamento del regolamento di Dublino – askanews.it



















Bruxelles, 23 mar. (askanews) – Sui migranti “io dico, e dico anche al governo italiano che celebra la grande attenzione che ottiene su questo tema, che questa è la strada sbagliata, fanno le domande sbagliate all’Unione europea. Dovrebbero invece chiedere una maggior condivisione della responsabilità dell’accoglienza, e di superare quindi il regolamento di Dublino”. Lo ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha partecipato questa mattina al pre-vertice del Partito socialista europeo (Pse) a Bruxelles. L’Italia, ha aggiunto, dovrebbe chiedere “una missione europea di ricerca e soccorso in mare, perché dove non ci sono, dove non arrivano purtroppo le motovedette della guardia costiera e le ONG, vediamo tragedie e stragi in mare”.

Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro

Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro


Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro – askanews.it



Unionfood: in 2022 esportate 2,4 mln ton pasta (+5,2%), pari a 3,7 mld euro – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – Nel 2022 l’Italia si è confermata primo produttore al mondo di pasta con 3,5 milioni di tonnellate, davanti a Usa e Turchia. Di queste il 61% è destinato all’estero. Infatti sono salite a quasi 2,4 milioni le tonnellate che hanno varcato i confini nazionali, con una crescita del 5,2% sul 2021. Parliamo di 3,7 miliardi di euro a valore, un +31% sul 2021 che riflette i rincari legati alle materie prime e all’energia. E’ quanto emerge da un’elaborazione di Unione italiana Food su dati Istat.

L’export nei Pesi Ue occupa il 65,2% del totale mentre il restante 37,8% riguarda i Paesi non Ue, America, Asia, Africa, Oceania. In valori assoluti, Germania (440.044 tonnellate), Regno Unito (296.578 tonnellate), Francia (267.685 tonnellate), USA (259.470) e Giappone (67.126) sono i mercati più strategici per l’export di pasta italiana. Ma la voglia di spaghetti&co prodotti nel Belpaese registra crescite intorno o superiori al 20% in Canada, Polonia, Malta, Libia e Kenya, superiori al 50% verso Arabia Saudita e Tunisia, e addirittura superiori al 100% per Repubblica di Moldavia, Indonesia, Iraq, Costa d’Avorio e Birmania. Discorso a parte per la Russia, Paese importatore che a seguito del conflitto ha visto contrarsi le quantità del 41,4% dalle 20.955 tonnellate del 2021 alle 12.287 dello scorso anno. A valore si tratta di una contrazione che sfiora il 28% dai 26,3 milioni del 2021 ai 19 del 2022.

In vent’anni sono quasi raddoppiati (54 oggi contro i 30 di allora) i Paesi dove si consuma più di un chilo di pasta pro capite di pasta all’anno. In questa classifica però l’Italia è ben avanti: noi consumiamo una media di 23 chilogrammi di pasta l’anno a testa, contro i 17 della Tunisia, che ci rincorre. Seguono Venezuela (15 kg), Grecia (12,2 kg), Perù (9,9 kg) Cile (9,6 kg), Stati Uniti (8,8 kg), Turchia (8,7 kg), Iran (8,5 kg), Francia (8,3 kg) e Germania (7,9 kg). “Oggi oltre il 60% dei pacchi di pasta prodotti in Italia viene esportato, contro il 48% nel 2000 e il 5% nel 1955 – afferma Riccardo Felicetti, presidente dei Pastai italiani di Unione italiana food – Se la pasta italiana gode all’estero di tanto successo e ha un percepito estremamente positivo è merito del saper fare centenario dei pastai italiani. Protagonista di infinite ricette antispreco e del giorno dopo, la pasta si conferma un alimento sostenibile, versatile, nutrizionalmente bilanciato e accessibile”.

Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari

Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari


Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari – askanews.it



Stampa della “Grande Onda” di Hokusai venduta a 2,8 milioni di dollari – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Una delle opere più iconiche dell’arte giapponese, la xilografia della “Grande onda di Kanagawa” di Katsushika Hokusai, è stata venduta all’asta da Christie’s a New York per 2.76 milioni di dollari, quasi quattro volte la previsione fatta dalla casa d’asta.

La xilografia, che rappresenta barchette di pescatori sotto le acque agitate, con sullo sfondo il monte Fuji, è parte della serie “Trentasei vedute del Monte Fuji” realizzata da Hokusai tra il 1826 e il 1833. Christie’s si aspettava che l’opera sarebbe stata venduta tra 500.000 e 700.000 dollari. Secondo il Wall Street Journal, sei offerenti su sono dati battaglia per 13 minuti facendo levitare il prezzo. L’identità dell’acquirente, inclusa la sua nazionalità, non è stata rivelata.

Hokusai è uno dei maestri della xilografia ukiyo-e, le rappresentazioni del “mondo fluttuante”, che rappresentavano scene della quotidianità, di viaggio o di vita nei bordelli dei quartieri di piacere, oltre a soggetti spiccatamente satirici o erotici. Questa arte caratteristica del periodo Edo (1603-1868) è diventata sinonimo di Giappone – la “Grande onda” è persino rappresentata nei passaporti giapponesi – e ha influenzato molta arte impressionista e pittori come Claude Monet, Edouard Manet, Edgar Degas, Gustav Klimt e Vincent Van Gogh.

Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina

Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina


Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina – askanews.it



Fs: al via lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – Sono stati avviati i lavori della tratta Taormina-Fiumefreddo sulla Catania-Messina, parte integrante della nuova potenziata linea ferroviaria Palermo-Catania-Messina.

La tratta Taormina-Fiumefreddo, spiega una nota del gruppo Fs, rientra nel progetto di raddoppio, velocizzazione e potenziamento tecnologico della Giampilieri-Fiumefreddo, tra i più impegnativi della Catania-Messina, che prevede la realizzazione di 43 km di un nuovo doppio binario, di cui circa 37 km in sotterranea e in variante rispetto all’attuale linea. Gli interventi consentiranno di incrementare il traffico merci e migliorare la mobilità dei viaggiatori siciliani, riducendo di 30 minuti i tempi di viaggio tra Messina e Catania e ponendo le condizioni per sviluppare un servizio di tipo metropolitano. I lavori sono stati affidati da RFI al Raggruppamento Temporaneo di Imprese che vede Webuild come capofila e Pizzarotti, il tutto sotto la direzione lavori di Italferr. L’investimento per l’intera tratta tra Giampilieri e Fiumefreddo è di oltre 2,25 miliardi e per la sua realizzazione saranno impegnate oltre 3mila persone. La nuova potenziata linea Palermo – Catania – Messina, parte integrante del Corridoio Scandinavia- Mediterraneo, ha un valore complessivo di oltre 11 miliardi. L’intervento, realizzato per conto di RFI, con il supporto della società di ingegneria Italferr, sotto l’egida del Commissario straordinario di Governo, beneficia anche di risorse provenienti dal Pnrr.

Presenti all’inaugurazione, tra gli altri, Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana, Mario Bolognari, Sindaco di Taormina, Filippo Palazzo, Commissario straordinario dell’opera, Luigi Ferraris, amministratore delegato del Gruppo Fs Italiane, e Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild. L’evento ha rappresentato anche la prima tappa in Sicilia dei Cantieri Parlanti, progetto ideato dal Gruppo FS Italiane con le società del Polo Infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana e Italferr insieme alle imprese coinvolte nei lavori, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Commissario Straordinario di Governo, per raccontare i cantieri ai territori e alle comunità interessate. Presentato anche il nuovo infopoint dedicato agli investimenti ferroviari in Sicilia di RFI e Italferr, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS, da oggi nell’atrio di Palazzo Zanca a Messina.

Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati

Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati


Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati – askanews.it



Giappone, crisi di vocazioni per la “yakuza”: mai così pochi affiliati – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – Il numero di membri dei clan della yakuza, la “mafia” giapponese, è sceso nel 2022 a circa al minimo storico di 22.400, con un calo di 1.700 unità rispetto all’anno precedente. L’ha reso noto oggi l’Agenzia nazionale di polizia nipponica.

Invece indagati dalla polizia per presunta associazione ai clan yakuza nel 2022 è sceso sotto i 10mila per la prima volta da quando il Giappone ha promulgata la legge contro la criminalità organizzata nel 1991. Le forze dell’ordine hanno da tempo avviato un’azione più deciso per reprimere il fenomeno della yakuza. Lo scorso anno , sono stati indagati su 9.903 membri e fiancheggiatori dei gruppi mafiosi, in calo di 1.832 rispetto all’anno precedente.

Tra gli indagati, 2.141 erano sospettati di violazioni alle leggi contro gli stimolanti e stupefacenti, 1.424 per presunte frodei e 1.142 per aggressioni fisiche. La polizia continua a mantenere i fari accesi, in particolare, per la guerra di mafia che si è determinata tra gruppi rivali in seguito alla scissione avvenuta nel 2015 nell,ambito del principale clan del paese, il potente Yamaguchi-gumi.

Dal gruppo yakuza che conta migliaia di affiliati in tutto il Giappone si è staccata un’ala nella città di Kobe. Particolarmente accesa è la faida che si è determinata tra lo Yamaguchi-gumi e lo Ikeda-gumi, che è un clan associato al Kobe Yamaguchi-gumi. La polizia ha segnalato sette incidenti legati a questa rivalità nel 2022. Il Giappone è considerato un paese molto sicuro. I numeri in generale confermano questa percezione: nel 2022 ci sono state in tutto il paese soltanto nove sparatorie con quattro morti, Uno di questi è stato l’ex primo ministro Shinzo Abe, ucciso con un’arma da fuoco improvvisata durante un comizione per le elezioni politiche per la Camera alta da un singolo.

In totale 321 pistole sono state confiscate dalla polizia nel 2022, 26 in più rispetto all’anno precedente, comprese le armi fatte in casa dall’uomo che ha assassinato Abe. La polizia giapponese ha anche indagato un totale di 9.548 cittadini stranieri durante tutto l’anno, in calo di 1.129 rispetto all’anno precedente a causa delle restrizioni di viaggio dovute alla pandemia di COVID-19. Circa il 60% dei cittadini stranieri indagati proveniva dal Vietnam o dalla Cina.

Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25%

Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25%


Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25% – askanews.it



Gb, Banca d’Inghilterra alza tassi di 25 punti base al 4,25% – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – La Banca d’Inghilterra ha deciso di alzare nuovamente i tassi di interesse sulla sterlina, nella misura di 25 punti base con cui il riferimento sale al 4,25%. La decisione giunge dopo una inattesa riaccelerazione dell’inflazione del Regno Unito, al 10,4% a febbraio, a fronte di un obiettivo della anche per la Bank of England è del 2%.

La decisione, in linea con le attese prevalenti, è stata presa dal direttorio della Boe a maggioranza: due componenti avrebbero voluto lasciare i tassi al 4%, secondo quanto riferisce la stessa istituzione con un comunicato.

Uncem: bene consultazione avviata da Calderoli su fondo Montagna

Uncem: bene consultazione avviata da Calderoli su fondo Montagna


Uncem: bene consultazione avviata da Calderoli su fondo Montagna – askanews.it



Uncem: bene consultazione avviata da Calderoli su fondo Montagna – askanews.it


















Roma, 23 mar. (askanews) – “È molto importante la consultazione avviata dal ministro Calderoli sul fondo Montagna, che per il 2023 ammonta a 200 milioni di euro. Nel 2010 era a zero. Poi è stato reintrodotto il fondo annuale di 5 milioni. Ora sono 200, importanti, che devono essere spesi sui territori, per le comunità, per lo sviluppo locale, per generare Green communities, per migliorare i servizi. Ma non bastano”. Così Marco Bussone, presidente dell’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani.

“Occorre definire politiche e scelte per la valorizzazione dei servizi ecosistemici ambientali che la montagna eroga, a partire da acqua e legno, beni ambientali, climatici, sociali, che la montagna con il presidio antropico eroga. E vanno riconosciuti”, ha aggiunto. “Il governo ha una delega votata dal Parlamento per attuare tutto questo. Sono certo la prenderà in mano, così come sono certo possa essere presto definito il bando da 160 milioni di euro collegato alla legge 158/2017 sui piccoli Comuni, che aspettiamo da cinque anni. Si uniscono altri 200 milioni per i territori montani stanziati in legge di bilancio per il turismo montano. Siano investiti su un patto tra imprese e comuni. Non da soli. Mai i Comuni da soli. Tutti i fondi vadano oltre la logica del campanile e del piccolo è bello. Montagna è territori, comunità insieme, Comuni piccoli e grandi di una stessa valle che lavorano insieme. Questa è la ratio per tutte le risorse disponibili, per investirle bene. Senza lasciare indietro nessuno”, ha sottolineato Bussone.

“Rafforziamo dunque con i ministri Calderoli e Piantedosi le Comunità montane, tanto bistrattate in passato, ma così necessarie per riconfigurare politiche e investimenti pubblici. Lavoriamoci per dare al Paese un sistema istituzionale nelle zone montane, il 50 per cento dell’Italia, più solido”, ha concluso.

Vela, Vesuvio Race: la regata delle isole del Golfo di Napoli

Vela, Vesuvio Race: la regata delle isole del Golfo di Napoli


Vela, Vesuvio Race: la regata delle isole del Golfo di Napoli – askanews.it



Vela, Vesuvio Race: la regata delle isole del Golfo di Napoli – askanews.it



















Roma, 23 mar. (askanews) – Mancano poche ore allo start della Vesuvio Race 2023, regata d’altura promossa dal Circolo nautico Torre Annunziata, in programma alle 12:00 di sabato 25 marzo. Un percorso di 70 miglia nautiche che abbraccia le Isole di Procida, Ischia e Capri, con partenza nello specchio d’acqua antistante tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata e arrivo nelle acque antistanti l’incantevole porto di Marina di Stabia, tra i principali partner organizzativi e base logistica della manifestazione. Circa 40 imbarcazioni attese, Il Marina di Stabia sta accogliendo già le prime in preparazione per l’evento e gli armatori insieme ai propri equipaggi dedicano questi ultimi giorni al setting delle barche per essere il più pronti e competitivi possibile.

Tra queste, un fantastico trio proveniente da Gaeta: Locoura3, Globulo Rosso e Ariele. Tra le diverse categorie, anche quest’anno sarà istituito il premio Vesuvio Racex2: Ummagumma, Vetara, Don’t Worry, Zen II e Freedom si sfideranno con equipaggio super ridotto sul percorso completo, un’ardita impresa che potremo seguire tramite il sistema di tracking offerto da Metasail, che consentirà di seguire l’intera flotta in tempo reale, dal divano di casa. La Vesuvio Race IV edizione ha implementato una sinergia con Alyena Shipyard, innovativa realtà nel campo della cantieristica navale che basa le proprie fondamenta nello stretto connubio tra progettazione e produzione. Alyena, che ha nel proprio DNA la Vela, ha scelto così l’evento della Vesuvio Race per presentare al pubblico i progetti futuri. Sfida sulla linehour per battere il record di Macchia Mediterranea, il TP 52 dell’armatore Giampiero Russo con i colori del Reale Yacht Canottieri Savoia, ha terminato l’impresa in 09h:41min:12sec registrato nel corso della II edizione del 2019, aggiudicandosi il Trofeo Placido Barbero.

Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace

Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace


Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace – askanews.it



Il Papa: la guerra in Ucraina ha scosso l’Europa, adesso deve essere unita per la pace – askanews.it



















Città del Vaticano, 23 mar. (askanews) – La pace è tra i principi ispiratori dell’Unione europea e, malgrado “molteplici alleanze, interessi, strategie” dei vari paesi che la compongono, occorre rilanciare congiuntamente “un impegno coeso”, basato su “un principio etico-politico”, secondo il quale “la guerra non può e non deve più essere considerata come una soluzione dei conflitti”. Lo ha detto stamane Papa Francesco, che ha citato il drammatico conflitto in Ucraina, parlando in Vaticano ai partecipanti all’Assemblea Plenaria della Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea (COMECE).

Francesco ha voluto indicare “due punti focali, che corrispondono ai due grandi ‘sogni’ dei padri fondatori dell’Europa: il sogno dell’unità e il sogno della pace”. Per quanto riguarda quest’ultimo ha affermato che “la storia di oggi ha bisogno di uomini e donne animati dal sogno di un’Europa unita al servizio della pace. Dopo la seconda guerra mondiale, l’Europa ha vissuto il più lungo periodo di pace della sua storia. – ha ricordato – Nel mondo però si sono susseguite diverse guerre. Nei decenni scorsi alcune guerre si sono trascinate per anni, fino ad oggi, tanto che si può parlare ormai di una terza guerra mondiale. La guerra in Ucraina – ha sottolineato Francesco nel suo discorso – è vicina, e ha scosso la pace europea. Le nazioni confinanti si sono prodigate nell’accoglienza dei profughi; tutti i popoli europei partecipano all’impegno di solidarietà con il popolo ucraino. A questa corale risposta sul piano della carità dovrebbe corrispondere – ma è chiaro che non è né facile né scontato – un impegno coeso per la pace”, ha voluto sottolineare ancora. Una “sfida è molto complessa”, non si è nascosto il Papa, “perché i Paesi dell’Unione Europea sono coinvolti in molteplici alleanze, interessi, strategie, una serie di forze che è difficile far convergere in un unico progetto. Tuttavia, un principio dovrebbe essere condiviso da tutti con chiarezza e determinazione: la guerra non può e non deve più essere considerata come una soluzione dei conflitti”, ha detto richiamando l’enciclica “Fratelli tutti”.

“Se i Paesi dell’Europa di oggi non condividono questo principio etico-politico, – ha proseguito Papa Francesco – allora vuol dire che si sono allontanati dal sogno originario. Se invece lo condividono, devono impegnarsi ad attuarlo, con tutta la fatica e la complessità che la situazione storica richiede. Perché la guerra è un fallimento della politica e dell’umanità”.