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Tag: Sanremo 2023

”Champagne Experience 2023″: a Modena 176 maison e più di 900 vini

”Champagne Experience 2023″: a Modena 176 maison e più di 900 viniMilano, 9 ott. (askanews) – Saranno più di 900 gli champagne di 176 Maison storiche e piccoli vigneron che saranno in degustazione alla sesta edizione di “Champagne Experience”, l’importante appuntamento dedicato alle bollicine francesi in programma domenica 15 e lunedì 16 ottobre nei padiglioni di Modena Fiere. La manifestazione è organizzata da Società Excellence, realtà che riunisce ventuno tra i maggiori importatori e distributori italiani di vini e distillati d’eccellenza.

Confermata anche per questa edizione la suddivisione espositiva dei vini in base alla loro appartenenza geografica, corrispondente alle diverse zone di produzione della Champagne – Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Aube – oltre alle “maison classiche” riunite in una specifica area. “Siamo pronti e, come ogni anno, anche particolarmente emozionati nel vedere come questo appuntamento sia così atteso da tutti gli amanti dello champagne in Italia” ha dichiarato il presidente di Società Excellence, Luca Cuzziol, sottolineando che “anche quest’anno la manifestazione cresce a doppia cifra per quanto riguarda il numero di aziende che vi partecipano, con un aumento del 25%”. “L’idea di selezionare e invitare maison che hanno una commercializzazione ben strutturata nel nostro paese continua a essere vincente e dimostra il ruolo fondamentale che riveste il mondo della distribuzione del vino e dei distillati di qualità” ha proseguito, aggiungendo che “gli operatori sanno di poter trovare a Modena un luogo ideale per conoscere etichette da proporre alla loro clientela nei loro locali”.

L’appuntamento prevede, come di consueto, anche molti momenti di formazione, confronto, approfondimento e dibattito con l’obiettivo di offrire al visitatore un’esperienza sensoriale coinvolgente insieme a un supporto culturale di grande livello. Il programma di master class prevede quest’anno sei incontri suddivisi nei due giorni di svolgimento di Champagne Experience, condotti da professionisti e profondi conoscitori del mondo dello champagne. Champagne Experience conta anche quest’anno sul supporto della Camera di Commercio di Modena e si avvale del patrocinio del Comune della città emiliana, “che ha trovato in questa manifestazione un alleato per far convergere sulla città il meglio della distribuzione nazionale di fine wine insieme a ristoratori, enotecari e operatori interessati a tenere alta la proposta delle loro carte dei vini”.

Vino, Oss. Uiv-Vinitaly: 2023 il più complicato degli ultimi 20 anni

Vino, Oss. Uiv-Vinitaly: 2023 il più complicato degli ultimi 20 anniMilano, 9 ott. (askanews) – Il 2023 si sta manifestando come il più complicato degli ultimi 20 anni. Lo sostiene l’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Uiv, a partire dalle stime sul piano quantitativo della vendemmia che si prospettano ancora più in ribasso rispetto a quanto già anticipato un mese fa, -12%. In particolare al Nord, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, ma anche nel Mezzogiorno, Abruzzo e Sicilia, i volumi delle uve raccolte sono inferiori a quanto preventivato a causa di eventi grandinigeni e del caldo persistente, che ha asciugato le uve. Per contro, si prospetta un’annata di qualità eccellente per molte importanti denominazioni dello Stivale, a partire dai vini rossi.

Nonostante la scarsità del prodotto disponibile per la nuova annata, rileva Uiv, il mercato del vino sfuso è fermo, con il numero di contrattazioni a -40% rispetto alla media tradizionale del periodo e prezzi che, non solo sui vini comuni, ma anche su quelli Dop-Igp, specie del Centro-Sud Italia, stanno registrando forti pressioni verso l’alto. Particolarmente fragile la posizione della parte industriale, che teme effetti speculativi a catena che potrebbero coinvolgere anche regioni e vini non particolarmente toccati da scarsità di prodotto. “A causa dell’incertezza dettata dalla complicata situazione vendemmiale, in questo frangente di mercato abbiamo da un lato quotazioni di sfuso che tentano, con poco successo, un comprensibile rimbalzo dettato dalla scarsità di prodotto, e dall’altro c’è un mercato della domanda, a partire dalla Gdo, che non è disposto ad assorbirne la dinamica e che, anzi, chiede in molti casi la riduzione dei prezzi” rileva il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, parlando di “un paradosso, per le imprese del vino, accentuato da un commercio con l’estero in forte ripiegamento”.

E proprio dal commercio internazionale arrivano ulteriori segnali negativi. Secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, che ha elaborato gli ultimi dati export di vino italiano verso l’area extra-Ue relativi ai primi 7 mesi dell’anno, il trend ha ormai raggiunto decrementi tendenziali ormai quasi in doppia cifra nei volumi (-9%) e in recessione anche nei valori (-6%). Pesante la situazione nel primo mercato al mondo, gli Stati Uniti, che negli ultimi 4 mesi è passato da -4% (volume) a -12%, con gli spumanti tricolori a -16% e i fermi imbottigliati a -10%. Complessivamente, a eccezione della Russia tutti i top 12 mercati terzi presi in esame segnano quantità in calo a partire, oltre che dagli Stati Uniti, da sbocchi chiave come Regno Unito (-3%), Svizzera (-10%), Canada (-20%), Giappone (-16%), Norvegia (-13%), ma anche da piazze emergenti come Cina (-27%) Sud Corea (-40%), Australia (-20%) e Brasile (-4%). Un quadro difficile, evidenzia l’Osservatorio, che però nell’ultimo quadrimestre potrebbe migliorare in Nord America, dove sono segnalati ordini in rialzo in Canada e, per la fascia medio alta, negli Stati Uniti. “Il vino è un bene voluttuario e come tale risente particolarmente della congiuntura: c’è la consapevolezza che dopo un biennio eccezionale questo sarà un anno di sacrifici per tutti, con riduzioni che si sperano essere solo congiunturali” ha proseguito Castelletti, aggiungendo che “ognuno dovrà privarsi di qualcosa per traguardare il periodo, evitando fenomeni speculativi. Contestualmente – ha concluso – sarà fondamentale concordare con le istituzioni un piano strategico per la promozione e il business del vino italiano nel mondo”.

L’Ue sospende “tutti i pagamenti” per i palestinesi

L’Ue sospende “tutti i pagamenti” per i palestinesiRoma, 9 ott. (askanews) – L’Ue ha sospeso i versamenti per gli aiuti allo sviluppo ai palestinesi e sta mettendo “sotto revisione” 691 milioni di euro di sostegno dopo l’assalto di Hamas a Israele. Lo rende noto il commissario Ue per l’allargamento e il vicinato Oliver Varhelyi.

“Tutti i pagamenti immediatamente sospesi. Tutti i progetti messi sotto revisione. Tutte le nuove proposte di bilancio, anche per il 2023, sono rinviate fino a nuovo avviso. Valutazione globale dell’intero portafoglio”, pubblica sui social media Oliver Varhelyi.

L’esercito di Israele: “Uccisi sospetti armati” entrati dal Libano

L’esercito di Israele: “Uccisi sospetti armati” entrati dal LibanoRoma, 9 ott. (askanews) – Le forze armate israeliane hanno ucciso “diversi sospetti armati che si erano infiltrati nel territorio israeliano dal territorio libanese”. E’ quanto ha riferito l’esercito israeliano su Telegram, aggiungendo che “i soldati stanno continuando a perlustrare la zona” e che “gli elicotteri stanno colpendo l’area”.

Un funzionario di Hezbollah ha detto alla Reuters che il gruppo sciita libanese non ha lanciato alcuna operazione in Israele. La fonte è stata interpellata dopo che l’esercito israeliano ha riferito di aver ucciso “diversi sospetti armati che si erano infiltrati nel territorio israeliano dal territorio libanese”.

I baiocchi compiono 40 anni: 13 mld di biscotti l’anno e 37 mln fatturato

I baiocchi compiono 40 anni: 13 mld di biscotti l’anno e 37 mln fatturatoMilano, 9 ott. (askanews) – Se ne producono 13 miliardi l’anno per quasi 120mila tonnellate e generano un fatturato – sono dati 2022 – pari a 37 milioni di euro. Parliamo dei baiocchi, i biscotti farciti Mulino Bianco che quest’anno festeggiano i 40 anni. Un anniversario che Barilla ha deciso di festeggiare con il lancio di una edizione limitata al gusto caffè, che si affianca, ai due gusti nocciola e pistacchio.

Prodotti con 2.000 tonnellate di farina, 8.500 di nocciole e quasi 3.000 di cacao, i Baiocchi nascono nel 1983 dalle mani di Mara Cesari e Signorina Solzi e traggono il loro nome da una moneta d’argento coniata nel XV secolo. E se all’inizio il biscotto faceva parte dei dolcetti delle feste, la linea presto si trasforma in una gamma di prodotti. Solo negli ultimi cinque anni questi biscotti farciti, prodotti negli stabilimenti Barilla di Novara e Ascoli, hanno quasi triplicato il lorovalore di vendita, superando nel 2022 i 37 milioni di euro (fonte Nielsen Mercato Italia).

Ora il nuovo gusto al caffè in edizione limitata è in vendita solo online sul sito dedicato a te Mulino Bianco, l’e-commerce dove è possibile anche acquistare oggetti e confezioni personalizzate con nomi, foto e dediche. In realtà non è la prima volta che si sperimenta con farciture: negli anni sono arrivate, infatti, la crema alla vaniglia e quelle speciali al cacao e al latte. Ma anche i formati sono diventati un terreno di scoperta, con le mini size lanciate agli inizi degli anni ’90, la versione Choco lanciata nel 2020, fino alla più recente edizione con crema al pistacchio e a quella gelato realizzata da Algida – gruppo Unilever. 

Valditara ha disposto ispezioni in alcune scuole contro atteggiamenti antisemiti

Valditara ha disposto ispezioni in alcune scuole contro atteggiamenti antisemitiRoma, 9 ott. (askanews) – Ispezioni in alcune scuole per verificare se effettivamente sono stati tenuti atteggiamenti antisemiti e di esaltazione dell’azione di Hamas. Se appurati, saranno denunciati alla Procura della Repubblica. A stabilirlo è stato il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che questa mattina ha portato la solidarietà del Ministero e del Governo italiano alla Scuola della Comunità Ebraica di via Sally Mayer a Milano.

“In queste ore drammatiche – ha detto il ministro – voglio esprimere vicinanza al popolo ebraico, vittima di un attacco brutale che richiama i metodi nazisti. Partendo dalla scuola è necessario elaborare una strategia complessiva per debellare ogni residuo di antisemitismo e promuovere la cultura del rispetto. Questo odio feroce, disumano, richiama le esperienze dei peggiori totalitarismi che hanno insanguinato e continuano a insanguinare il mondo intero. Non basta coltivare la memoria: occorre esaltare la centralità e la bellezza dell’essere umano, la cui esistenza è sacra e inviolabile. Saranno quindi effettuate ispezioni in quegli istituti scolastici dove sarebbero emersi atteggiamenti di odio antisemita e di esaltazione della infame azione di Hamas. Vogliamo verificare se qualcuno ha realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento alla guerra contro Israele. Se questi fatti venissero appurati, i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica. Chi ha gioito per azioni che hanno portato a sgozzare bambini e ragazzi, donne e uomini innocenti, solo perché ebrei, deve essere perseguito dalle leggi penali”.

Pera dell’Emilia Romagna Igp: raccolto -70% rispetto al 2022

Pera dell’Emilia Romagna Igp: raccolto -70% rispetto al 2022Roma, 9 ott. (askanews) – Raccolto in calo del 70% rispetto al 2022 per una stagione da allarme rosso per il comparto della pera dell’Emilia Romagna Igp. A raccolto appena concluso, infatti, la situazione si sta rivelando anche peggiore rispetto alle più prudenti previsioni formulate lo scorso luglio.

Secondo i dati di UNAPera, la più grande associazione europea di pere, che riunisce oltre 5.000 aziende agricole su più 8.500 ettari, pari in media al 70% della produzione dell’Emilia Romagna, quest’anno ci sono appena 30.000 tonnellate di prodotto per il consumo fresco, pari a un terzo di quelle dello scorso anno, quando la raccolta si era attestata a quota 90.000 tonnellate. Per questo, il Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna IGP ha deciso di stringere una partnership con il mondo della distribuzione per qualificare al meglio il prodotto disponibile attraverso attività di comunicazione in store, accompagnata dalla campagna stampa e tv “Pera dell’Emilia Romagna IGP. Un’eccellenza da salvare”.

Il calo della produzione, soprattutto in Emilia Romagna, è un trend che in questi ultimi anni è andato consolidandosi, complice innanzitutto la riduzione degli ettari coltivati: dai 18.500 del 2017 si è passati agli attuali 12.000. Una flessione dettata dalle difficoltà tecniche legate a questa coltivazione, indotte in gran parte dalle avversità climatiche. Quest’anno il settore ha risentito negativamente di tre fattori: a primavera le gelate tardive, da Reggio Emilia a Ravenna; in maggio, l’alluvione in Romagna, soprattutto nella zona di Ravenna ma anche nella provincia di Ferrara; la siccità e le grandinate a macchia di leopardo, durante l’estate. Fenomeni che hanno portato ulteriori conseguenze: insetti alieni come la cimice asiatica, che vengono da lontano e ben si adattano alle nostre condizioni; malattie fungine e batteriosi anch’esse alimentate da condizioni favorevoli e piante già debilitate.

Il crollo delle rese si riflette sulla remunerazione degli agricoltori. UNAPera spiega che lavorerà per liquidare ai pericoltori un valore medio-alto per unità di prodotto, sia per il fresco che per il prodotto destinato all’industria. Ma nonostante questo, il totale per ettaro sarà ovviamente poco più di un terzo rispetto al 2022, poiché risentirà del calo produttivo, per un totale che per l’associazione si attesterà su poco più di 30 milioni di euro, quasi il 70% in meno rispetto ai poco meno di 100 dello scorso anno. Una contrazione, si spiega in una nota, che genera difficoltà per chi lavora nei campi e rende ancora più difficile realizzare quegli investimenti tecnologici per tutelarsi nel futuro da situazioni analoghe a quelle registrate, esponendo nuovamente le coltivazioni ai rischi nelle prossime stagioni. Un’eventualità che potrebbe favorire l’abbandono della pericoltura, da scongiurare in ogni modo ma da non escludere a priori.

Angelina Mango, online il videoclip “Che t’o dico a fa”

Angelina Mango, online il videoclip “Che t’o dico a fa”Roma, 9 ott. (askanews) – È online il videoclip di “Che t’o dico a fa’” (LaTarma Records/BMG), il nuovo singolo di Angelina Mango, disponibile su tutte le piattaforme digitali e in radio. Il brano è il miglior debutto femminile solista del 2023 con quasi 200mila stream in 24 ore, in Top20 su tutte le piattaforme digitali e #1 in classifica iTunes. Al successo del nuovo singolo si aggiunge il sold out di tutte le date del “Voglia di vivere tour”, che porterà Angelina ad esibirsi per la prima volta nei club delle principali città d’Italia.

“Che t’o dico a fa’” arriva dopo i numerosi successi di quest’estate tra cui il doppio platino della hit da oltre 42 milioni di stream “Ci pensiamo domani”, da settimane in Top20 della classifica FIMI e in Top10 della classifica Airplay Radio Earone. Scritta da Angelina Mango con Alessandro La Cava e prodotto da Antonio Cirigliano, E.D.D. e Zef, “Che t’o dico a fa’” è il manifesto della cifra stilistica di Angelina. Con il racconto di una notte di fuga tra le vie di Spaccanapoli, il brano è una presa di coscienza su quanto a volte l’unica soluzione per vivere senza pensare ai rimpianti sia scappare dalla realtà.

Il sound del pezzo richiama la tradizione vestita di modernità e travolge chiunque l’ascolti, così come fa l’amore quando arriva all’improvviso senza chiedere il permesso. È una conferma di Angelina della “voglia di vivere” che la caratterizza e della necessità di godersi l’attimo. È sold out il “Voglia di vivere tour”: con otto appuntamenti live nelle principali città d’Italia, la cantautrice è pronta per il suo primo tour nei club, prodotto e organizzato da Live Nation. Sul palco porterà tutto il suo colore e la musica del suo album “Voglia di vivere”, oltre al nuovo singolo “Che t’o dico a fa’”. Il tour, che ha registrato il tutto esaurito, partirà da Napoli il 12 ottobre (Duel Club) e proseguirà il 14 ottobre a Bari (Demodè Club), il 16 ottobre a Roma (Largo Venue), il 18 ottobre a Firenze (Viper Theatre), il 19 ottobre a Torino (Hiroshima Mon Amour), il 21 ottobre a Bologna (Locomotiv Club), il 23 ottobre a Milano (Magazzini Generali) e si concluderà il 26 ottobre a Roncade, TV (New Age Club).

Tra le artiste più amate e seguite della GenZ, Angelina Mango ha conquistato oltre 42 milioni di stream con il brano “Ci pensiamo domani”, che ha raggiunto la Top 10 della classifica Airplay Radio Earone e ha totalizzato 13 milioni di views con il video ufficiale su YouTube. La cantautrice conta 6,7 milioni di like su TikTok e, dopo aver conquistato il giovane pubblico della piattaforma con l’audio della hit “Ci pensiamo domani”, il suono del nuovo singolo “Che t’o dico a fa’” è stato utilizzato già oltre 20mila volte, diventando virale sin da subito con dei risultati senza precedenti: anche l’anteprima del videoclip ufficiale ha conquistato in poche ore più di 1 milione di views.

Solidarietà, giovedì messa a Roma in ricordo Don Luigi Di Liegro

Solidarietà, giovedì messa a Roma in ricordo Don Luigi Di LiegroRoma, 9 ott. (askanews) – Anche quest’anno da 26 anni, il 12 ottobre (alle ore 18:30) nella Basilica dei Santi XII Apostoli, verrà celebrata una Santa Messa in memoria di Don Luigi Di Liegro, scomparso nel 1997 all’età di 69 anni. Quest’anno la celebrazione eucaristica sarà presieduta da monsisnìgno Baldassarre Reina, vicegerente della Diocesi di Roma e animata dai musicisti dal Coro polifonico Cantoria Nova romana con i partecipanti del laboratorio di Musicoterapia della Fondazione Di Liegro.

La visione profetica di Don Luigi è stata ed è di grande attualità, anche in questi tempi difficili e incerti, dove gran parte della società ha perso la fiducia nel futuro. Ricordarlo, a 26 anni dalla sua scomparsa, significa ripercorrere una vicenda che intreccia l’impegno di tanti cittadini, volontari e parroci, in un viaggio dentro la crescita di una coscienza civile che ancora oggi può essere in grado di rispondere ai bisogni dei più poveri ed emarginati, se è capace di “sporcarsi le mani” e toccare la storia delle persone. Perché, come diceva Don Luigi: “Non si può amare a distanza restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani, ma soprattutto non si può amare senza condividere.”

INC Non Profit Lab: 6 italiani su 10 convivono col disagio psicologico

INC Non Profit Lab: 6 italiani su 10 convivono col disagio psicologicoRoma, 9 ott. (askanews) – Il 60,1% degli italiani convive da anni con uno o più disturbi della sfera psicologica. Ne soffrono di più le donne (65%) e i giovani della Generazione Z (75%, con punte addirittura dell’81% nel caso delle donne). È la drammatica fotografia del nostro Paese scattata dall’INC Non Profit Lab, il laboratorio dedicato al Terzo Settore di INC – PR Agency Content First, attraverso la ricerca ‘L’era del Disagio’, realizzata, in collaborazione con AstraRicerche, tra gli italiani e le Organizzazioni Non Profit con il patrocinio di RAI Per la Sostenibilità-ESG e presentata questa mattina presso la sede RAI di Viale Mazzini.

‘Con questo studio – spiega il Vicepresidente di INC, Paolo Mattei – vogliamo aprire un confronto per cercare di comprendere meglio il fenomeno e fornire indicazioni concrete alle istituzioni che nel nostro Paese possono e devono occuparsene. Il titolo contiene già una importante indicazione – Il disagio che riscontriamo oggi negli italiani e nei giovani in particolare non è, come hanno scritto in molti, un portato, negativo, del Covid. La pandemia ha creato la ‘tempesta perfetta’ per far esplodere un male oscuro che covava, da decenni, nella nostra società. E sarebbe sbagliato cercare di risolvere la complessità del fenomeno, scaricandone la responsabilità su un fattore imprevedibile ed eccezionale come la pandemia. I mali della nostra società sono molti, ben descritti nella ricerca che abbiamo realizzato. E rimandano a cause di tipo culturale e sociale che solo una volta analizzate e comprese, potranno essere efficacemente affrontate a livello collettivo’. Presenti all’incontro odierno: Maria Teresa Bellucci, Viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; il Direttore di RAI Per la Sostenibilità-ESG, Roberto Natale; il Presidente di INC, Pasquale De Palma; il Vicepresidente di INC Paolo Mattei. I dati dello studio sono stati poi oggetto di un dibattito al quale hanno preso parte Maurizio Imbriale, Direttore Contenuti Digitali e Transmediali RAI; Stefano Gheno, Psicologo, presidente di Cdo Opere Sociali, membro effettivo del Consiglio Nazionale e del Forum del Terzo Settore; Cristina Migliorero, Coordinatrice nazionale Progetto Prevenzione Scuola di Progetto Itaca; Chiara Nardinocchi, giornalista; Pierluigi Policastro, Psicologo e Psicoterapeuta, Responsabile nazionale psicologi del CISOM – Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, Presidente Società Italiana Psicologi Area Professionale; Paola Severini Melograni, Giornalista e conduttrice RAI; Sofia Viscardi, Founder di VENTI e content creator, conduttrice del programma RAI ‘Dicono di noi’.

‘Dal nostro Rapporto emerge anche che c’è bisogno di una comunicazione più all’altezza della rilevanza e complessità del tema e della dimensione che questo sta assumendo – sottolinea il Presidente di INC, Pasquale De Palma -. Tutti noi comunicatori – media, influencer, ONP, società di consulenza come la nostra, ciascuno nel perimetro del proprio ruolo – siamo chiamati a contribuire a una narrazione del disagio più attenta e più efficace, perché a volte, se non spesso, il modo in cui il disagio viene comunicato non aiuta. Ma alla base di una buona comunicazione c’è sempre una profonda conoscenza del tema da comunicare. E le evidenze che raccontiamo in questo Rapporto sono il nostro piccolo, ma speriamo utile, contributo a cogliere le dimensioni e i contorni di un fenomeno così complesso’. 1 1001 interviste CAWI a un campione di 18-75enni residenti in Italia rappresentativo della popolazione italiana.

‘Attrarre il pubblico giovane, in particolare con l’online e i social; ampliare l’offerta informativa sui disturbi alimentari, contrastare bullismo e cyberbullismo. In materia di giovani il Contratto di Servizio in dirittura d’arrivo assegna alla Rai numerosi compiti – ha ricordato Roberto Natale, Direttore di Rai Per la Sostenibilità-ESG – ma sono richieste che non trovano impreparato il servizio pubblico, capace in questi ultimi anni di notevoli passi avanti nell’intercettare gusti, tendenze, curiosità dell’universo giovanile. Facile citare il clamoroso successo di ‘Mare fuori’, ma la cosa più importante è che quel titolo non è un fiore nel deserto. Basta andare su RaiPlay e RaiPlay Sound per mettere in fila i segni dell’attenzione che, dai tempi del Covid, il servizio pubblico ha saputo riservare alle inquietudini e alle paure di una generazione: che siano inchieste di taglio giornalistico o docureality, che siano talk oppure fiction, hanno in comune la dote preziosa di dare la parola a ragazzi e ragazze, di considerarli soggetti titolati a parlare. Storie che nella loro necessaria durezza vanno verso quella ‘corretta narrazione’ che il Terzo settore chiede al mondo dei media. La presentazione della ricerca dell’INC Non Profit Lab è l’occasione giusta per capire insieme come continuare il cammino’. INSONNIA, ANSIA, DEPRESSIONE E LA PERICOLOSA TENDENZA AL ‘FAI DA TE’. I sei problemi più ricorrenti di cui dicono di aver sofferto i nostri connazionali – racconta la ricerca – sono: i disturbi del sonno (32%), varie forme d’ansia (31,9%), stati di apatia (15%), attacchi di panico (12,3%), depressione (11,5%) e disturbi dell’alimentazione (8,2%).

A questi disturbi gli italiani reagiscono con un preoccupante ‘fai da te’. Le prime quattro risposte alla domanda ‘cosa hai fatto per uscirne?’ escludono il supporto di medici e specialisti: c’è chi ha cercato le risorse per farcela dentro sé stesso (29,4%), chi ha ricevuto aiuto da amici e parenti (29,1%), chi semplicemente ha atteso che i problemi passassero (28,2%) e chi ha assunto prodotti e farmaci senza prescrizione (27,6%). Solo al quinto e al sesto posto compaiono le voci ‘mi sono rivolto al medico generico’ (22.9%) e ‘ho ricevuto l’aiuto di uno specialista’ (22,1%). Le cause percepite da parte di chi soffre di questa condizione, vedono al primo posto la preoccupazione per un mondo che sta cambiando in peggio (guerra, povertà, inflazione, crisi climatica, emergenza sanitarie etc.) per il 35,1% del campione. A seguire due diverse forme di difficoltà a relazionarsi con il mondo, molto sentite soprattutto dai giovani della Generazione Z: chiusura in sé stessi (34,1%) e difficoltà a relazionarsi con gli altri (25,1%). E ancora spaesamento per la mancanza di valori sociali condivisi (23,4%), insoddisfazione per i propri percorsi professionali (22,4%, con valori più alti da parte dei Millennials) e reazione a pressioni sociali troppo forti su obiettivi scolastici o sportivi (22,3%). Ma se guardiamo – più in generale – a ciò che minaccia il benessere psicologico collettivo degli italiani, le ragioni citate nelle prime sei posizioni sono: un forte stress da lavoro (quando c’è, è troppo pervasivo) o da disoccupazione, se non si riesce a trovarlo (46,5%); il bullismo e la violenza, fisica e verbale (42,1%) e la dipendenza dalla tecnologie e dai social media (35,6%); il timore di abusi sessuali e violenza di genere (31,1%); la mancanza di accesso ai servizi sanitari di tipo psicologico e psichiatrico (30,6%); infine alcune gravi forme di discriminazione come razzismo, omofobia e sessismo (28%). GENERAZIONE Z, IL 10,8% DEI TEENAGER ASSUME PSICOFARMACI SENZA RICETTA MEDICA La letteratura scientifica ci dice che il 62,5% delle patologie mentali insorge prima dei 25 anni. Per questa ragione parlare di disagio e di disagio giovanile – come conferma questa seconda ricerca dell’INC Non Profit Lab – è praticamente la stessa cosa. In un suo recente Rapporto l’Istat ha certificato che nel 2021 il 6,2% (l’anno prima erano il 3,2%) dei ragazzi tra 14 e 19 anni, oltre 220 mila giovani, erano insoddisfatti della propria vita e vivevano una condizione di cattiva salute mentale. Non bisogna quindi stupirsi del fatto del nostro Paese il 10,8% dei ragazzi di età compresa tra 15 e 24 anni assumono psicofarmaci senza una prescrizione medica, come viene confermato anche nella ricerca di INC Non Profit Lab: lo fanno per dormire, per dimagrire, per essere più performanti negli studi (una sfida che preoccupa e inquieta molti giovani). Se stringiamo l’attenzione sugli studenti, la percentuale di quanti cercano un ‘aiutino’ negli psicofarmaci lievita fino a oltre il 18% del totale. Parliamo di una generazione che rifiuta lo stigma sociale e su Tik Tok pubblica voti e classifiche sulla ‘efficacia’ dei medicinali, parlando senza remore del proprio disagio psicologico davanti a milioni di estranei. Ma forse qualcosa è ancora possibile fare per affrontare una situazione così difficile dal punto di vista personale e sociale. Il 47,2% degli italiani pensa che si possa restituire dignità al lavoro mettendolo meglio in equilibrio con le istanze della vita personale, mentre il 47% chiede che venga favorito l’accesso (anche con bonus economici) ai servizi di assistenza psicologica, di cui così tanti hanno bisogno. E poi ci sono altre cose che, secondo gli italiani, si possono mettere in campo per migliorare la conoscenza e la sensibilità su questi temi: promuovere la ricerca scientifica sulla salute mentale (36,7%), aumentare la sensibilizzazione per combattere lo stigma sociale sul tema (36,4%), migliorare l’accesso all’istruzione dei giovani, per dare loro più fiducia in sé stessi (30,2%). LA DIAGNOSI DELLE ONP: SERVONO FONDI E ATTENZIONE DALLE ISTITUZIONI. La sezione della ricerca realizzata dialogando con 40 Organizzazioni Non Profit offre conferma del fatto che il problema, osservato dal punto di vista di chi lo combatte sul campo, è e resta molto serio. Per il 79% delle ONP il disagio psicologico degli italiani negli ultimi anni è molto aumentato e nel 70% dei casi i loro servizi offerti per fronteggiare questa emergenza sono (molto o abbastanza) aumentati. La nota dolente arriva quando parliamo di fondi pubblici: solo il 43% degli enti li ha avuti e appena il 3% li ha ritenuti adeguati alle proprie esigenze. Anche sul fronte degli ambiti d’intervento si riscontra, nelle risposte, un senso di limitazione e impotenza: il 43% ha offerto sportelli di assistenza psicologica (gratis o a prezzo ridotto). Si è fatta anche sensibilizzazione sulle persone in generale (28%) e informazione mirata su chi soffre di problemi psicologici (25%). Si sono attivati numeri vedi e siti internet di assistenza (20%) e creati team di sostegno nelle scuole (15%). Insomma, si è fatto quello che si poteva. Ma evidentemente non è ancora abbastanza, per un tema che non può essere risolto al di fuori delle dinamiche di prevenzione, assistenza e cura offerte dallo Stato. E quando si chiede alle associazioni, che conoscono il problema da vicino, di cosa avrebbero bisogno per arginare il disagio psicologico crescente, la risposta è davvero chiara. Servono politiche adeguate di supporto sociale (80%), fondi adeguati (63%), maggiore attenzione istituzionale sul tema (60%) e l’aiuto dei media, per continuare a tenere alta la guardia sull’argomento (45%).