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Tag: Sanremo 2023

Al Bambino Gesù di Palidoro inaugurata l’Isola di Carlo

Al Bambino Gesù di Palidoro inaugurata l’Isola di CarloRoma, 7 ott. (askanews) – Un campo di basket in materiale antitrauma e colorato per i bambini e i ragazzi seguiti dalla neuroriabilitazione del Bambino Gesù di Palidoro: “L’isola di Carlo” è stata realizzata grazie alla donazione della famiglia Benedizione ed è intitolata alla memoria del figlio Carlo. L’opera è stata realizzata grazie alla donazione di circa 55.000 euro della famiglia attraverso la Fondazione Bambino Gesù Onlus. All’inaugurazione hanno partecipato il direttore sanitario dell’Ospedale, Massimiliano Raponi, il segretario generale della Fondazione Bambino Gesù Onuls, Francesco Avallone, il presidente del Comitato Italiano Paralimpico della Regione Lazio, Armando Marco Iannuzzi e la famiglia Benedizione.

“L’isola di Carlo” consiste in mezzo campo da basket con canestro unico, regolabile in altezza per le differenti esigenze di gioco, realizzato con una speciale gomma in materiale ecosostenibile, antitrauma e colorato. Si tratta di uno spazio per lo svolgimento della pratica sportiva dei bambini e dei ragazzi in carrozzina che consente un significativo ampliamento delle attività riabilitative e terapeutiche, già avviate con la bicicletta adattata. Si chiama attività sportiva adattata quella rivolta alle persone che non sono in grado, per diversi tipi di motivi, di partecipare alle normali attività sportive. La famiglia Benedizione ha deciso di realizzare quest’opera per esaudire il desiderio del figlio che quando era ricoverato in Ospedale aveva espresso la voglia di aiutare i bambini e i ragazzi che aveva incontrato durante la sua degenza. «Carlo era un ragazzo che amava lo sport. Si era infatti laureato in diritto sportivo. Il progetto del campo da gioco è stato realizzato da un suo compagno di classe, diventato architetto, e i colori sono un omaggio alla sua personalità solare e vivace» racconta la mamma, Maria Grazia Benedizione.

«La realizzazione di questo campo rappresenta un punto di arrivo per la famiglia e un punto di partenza per noi clinici della neuroriabilitazione – spiega la dottoressa Gessica Della Bella, responsabile dell’Unità Operativa di Attività Sportiva Adattata -La linea di confine tra riabilitazione e sport adattato è infatti sempre più sottile. Il nostro obiettivo è quindi quello di integrare lo sport nel progetto riabilitativo, perché abbiamo visto che lo sport adattato dà la possibilità ai bambini unici e speciali come quelli seguiti da noi di poter arrivare a un gesto funzionale e a svolgere l’attività sportiva come i pari età». I bambini e i ragazzi che saranno avviati all’attività si sottoporranno a una valutazione clinico-riabilitativa da parte di un team interdisciplinare, composto da medici dello sport, fisiatri, fisioterapisti, personale laureato in scienze motorie, esperti in attività fisica adattata. Si prevede di includere nel primo anno di attività 50 giovani di età compresa tra i 5 e i 16 anni.

Ue potrebbe aprire indagine su sussidi a turbine eoliche cinesi

Ue potrebbe aprire indagine su sussidi a turbine eoliche cinesiRoma, 7 ott. (askanews) – Dopo l’apertura di un’indagine sui sussidi ai veicoli elettrici cinesi, l’Unione europea potrebbe aprire un’inchiesta dello stesso tipo in relazione alle turbine per la produzione di energia eolica. L’ha detto alla rete francese BFM TV Didier Reynders, commissario alla competizione ad acta.

“Nel settore dell’energia eolica ci sono componenti che possono essere in competizione con componenti cinesi. Se c’è una possibilità di troppi sostegni da parte cinese, (…) noi siamo aperti a un’indagine”, ha detto Reynders.

Hamas spiega perché ha lanciato l’attacco a Israele

Hamas spiega perché ha lanciato l’attacco a IsraeleRoma, 7 ott. (askanews) – Il portavoce del gruppo palestinese Hamas, Khaled Qadomi, ha detto ad Al Jazeera che l’operazione militare lanciata oggi contro Israele è la risposta a tutte le “atrocità” subite dai palestinesi.

“Vogliamo che la comunità internazionale fermi le atrocità a Gaza, contro il popolo palestinese e contro i nostri luoghi santi come Al-Aqsa. Tutte queste cose sono la ragione per cui abbiamo iniziato questa battaglia”, ha detto Qadomi. Alla domanda se l’organizzazione abbia preso in ostaggio civili e militari israeliani, ha risposto: “Non sono ostaggi. Sono prigionieri di guerra”.

Hamas lancia operazione contro Israele: razzi e scontri nel sud

Hamas lancia operazione contro Israele: razzi e scontri nel sudRoma, 7 ott. (askanews) – Sono più di 2.200 i razzi lanciati contro Israele da questa mattina alle 6.30 e ci sono scontri in almeno sette località nel sud di Israele, dopo che i miliziani di Hamas si sono infiltrati in territorio israeliano via terra, mare e aria in quella che l’organizzazione palestinese ha definito Operazione “Al Aqsa Flood”. Stando a quanto riportato dai media israeliani, oltre 200 israeliani sono rimasti feriti, ma dalle località situate nel sud di Israele stanno arrivando notizie anche di diverse persone rimaste uccise.

“Hamas ha commesso un grave errore questa mattina e ha iniziato una guerra contro lo Stato di Israele”, ha detto il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, poco prima che l’esercito lanciasse l’operazione “Spade di ferro” nella Striscia di Gaza, con decine di caccia israeliani impegnati a colpire obiettivi di Hamas. “Lo Stato di Israele vincerà questa guerra”, ha rimarcato Gallant. Il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha definito l’attacco “una campagna eroica per difendere la moschea Al-Aqsa, i luoghi santi e i prigionieri”. E il gruppo palestinese Jihad islamica ha fatto sapere di essere coinvolto nell’operazione. Sui media circolano notizie di civili e militari israeliani sequestrati da Hamas, ma l’esercito non ha voluto finora commentare.

Indagine Lab21.01: giovani generazione “Z” più fiduciosi e ottimisti

Indagine Lab21.01: giovani generazione “Z” più fiduciosi e ottimistiRoma, 7 ott. (askanews) – I giovani della generazione “Z” si dimostrano più fiduciosi e ottimisti (gen Z 45,3% – pop 36,6%) rispetto al resto della popolazione che è più agganciata al concetto di preoccupazione, paura e precarietà (gen Z 54,7% – pop 63,4%). Lo evidenzia l’indagine demoscopica realizzata dall’Istituto Lab21.01 nel mese di settembre 2023, in occasione del XX Congresso annuale CODAU 2023 in collaborazione con ALE’ Comunicazione, dal titolo “L’impatto sociale delle Università e le aspettative della generazione Z”. Uno studio con due estensioni parallele: 1.000 interviste valide e complete per il target “Generazione Z” e 1.000 interviste per il target “Popolazione” (italiani maggiorenni con età superiore ai 29 anni). Le prime differenza tra i due target appaiono già alla prima domanda sul futuro dell’Italia: Se i giovani gen “Z” sono più fiduciosi e ottimisti rispetto al futuro, gli over 29 anni si sentono più consapevoli della responsabilità per migliorare il Sistema Paese (70,6%) rispetto alla “generazione Z” (50,4%). Diversi anche i possibili interventi delle Istituzioni per valorizzare al meglio i giovani del futuro: la “generazione z” mette al primo posto “Aumentare le assunzioni dei giovani nelle pubbliche amministrazioni” (gen. Z 46,2% – pop. 32,4%) mentre la popolazione italiani adulta “Incentivare con sgravi fiscali l’assunzione di giovani lavoratori” (gen. Z 27,8% – pop. 36,1%). Concordi i due target di riferimento rispetto alla domanda “secondo lei quale è il ruolo principale delle università italiane nel Sistema Paese”: al primo posto “Formare e istruire nuovi studenti” (gen. Z 52,9% – pop. 46,7%); “Fare ricerca” (gen. Z 26,9% – pop. 29,2%); “Aumentare e valorizzare la conoscenza e lo studio” (gen. Z 25,3% – pop. 38,9%). Ancora a braccetto nell’individuare gli elementi che incidono maggiormente nella scelta dell’ateneo universitario per tutti gli intervistati al primo posto “L’offerta formativa – piano didattico” (gen. Z 35,7% – pop. 43,2%); in seconda posizione per la generazione Z “Il blasone – la reputazione dell’università” (gen. Z 30,2% – pop. 24,1%) mentre gli over 29 “Il corpo docenti” (gen. Z 19,3% – pop. 30,2%). Ancora una volta concorde l’intero campione investigato che individua in “Un percorso universitario tradizionale (triennale o magistrale)” La scelta migliore per la propria crescita personale e lavorativa (gen. Z 41,3% – pop. 40,3%), seguito da “Un master privato post diploma scolastico” (gen. Z 25,6% – pop. 22,6%). La generazione Z individua in quattro i principali problemi delle università italiane di oggi: al primo posto “Le tasse universitarie troppo elevate” (35,1%); tallonate dallo “Scarso ricambio generazionale nel corpo docente” (34,9%); seguite dalla “Scarsa o assente disponibilità per studenti lavoratori” (30,4%) e dalle “Strutture universitarie poco tecnologiche” (30,2%). Bene “l’orientamento personalizzato”, “la poca distanza tra studente e corpo docente”, “la varietà di scelte nelle discipline universitarie” e “l’offerta didattica al passo con i tempi”. Ancora poco inclusivo e adatto a studenti con disabilità motorie, visive o uditive (gen. Z 59,1% – pop. 62,7%) e tecnologico (gen. Z 61,9% – pop. 55,7%) l’ambiente universitario; ma con responsabilità non solo riconducibili agli atenei in senso stretto: appare chiaro infatti per tutti gli italiani che giochino un ruolo decisivo le istituzioni statali e regionali che non sostengono adeguatamente le università nella creazione di ambienti idonei per l’apprendimento (gen. Z 57,2% – pop. 54,1%). Al solo target “generazione Z” è stato chiesto poi se il processo di ammissione all’università sia troppo selettivo e la risposta è inequivocabilmente “si” (gen. Z 78,9% – pop. 21,1%) ritenendo l’accesso al corso di laurea tramite numeri programmati “una limitazione nelle scelte dello studente” (74,3%) più che “un utile programmazione per un percorso di studio più efficace” (25,7%). Molto bene l’impatto post-covid della “didattica digitale” ritenuto da 8 giovani su 10 uno strumento utile e, di conseguenza considerato “uno strumento che può garantire un livello di istruzione universitaria adeguato” dal 76,9% degli intervistati. Ai ragazzi appena laureati è stato chiesto quale sia la cosa più importante che ha lasciato il percorso universitario e, in prima posizione, con il 45,7% troviamo “La preparazione e la formazione” seguita, a 5 punti percentuali di distanza, dalla “Crescita personale e professionale” e, a dieci, “Dall’esperienza di vita in generale”. Molto buona la “consigliabilità” del proprio ateneo universitario (73,4%) mentre segmentante appare la possibilità di continuare o meno il percorso di studi accademici (Si 52,5%). Nel caso in cui però si decidesse però di continuare il percorso di studi 6 giovani su 10 si dichiarano orientati a farlo nello stesso ateneo in cui hanno conseguito il primo titolo di laurea. Infine, la “Top five” dei desideri dei giovani italiani rispetto alle università vede al primo posto “Un’offerta formativa ancora più ampia e al passo con i tempi” (30,7%); in seconda posizione “Maggiori agevolazioni per studenti fuori sede o in difficoltà economiche” (28,3%); in terza posizione “La possibilità di seguire i corsi e le lezioni sia in presenza che da remoto” (26,7%); in quarta e quinta posizione “Strutture universitarie tecnologicamente avanzate” (24,4%) e “Implementazione del collegamento tra università e aziende” (24,2%).

Tajani in costante contatto con Unità crisi e ambasciata in Israele

Tajani in costante contatto con Unità crisi e ambasciata in IsraeleRoma, 7 ott. (askanews) – “A partire dalla mattina di sabato 7 ottobre si stanno verificando attacchi missilistici e incursioni via terra da parte di gruppi armati di Hamas in Israele. Il vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, immediatamente informato, è in costante contatto con l’Unità di Crisi e l’Ambasciata d’Italia in Israele per monitorare gli sviluppi della situazione e ha invitato i connazionali residenti in Israele alla massima prudenza”: è quanto ha riferito la Farnesina in una nota.

“Il governo condanna con la massima fermezza gli attacchi a Israele – ha dichiarato Tajani – sono a rischio la vita delle persone, la sicurezza della regione e la ripresa di qualsiasi processo politico. Hamas cessi subito questa barbara violenza. Sosteniamo il diritto di Israele ad esistere e difendersi”. Nella nota si precisa che l’Ambasciata italiana a Tel Aviv e il Consolato Generale a Gerusalemme sono mobilitati e pienamente operativi per fornire assistenza ai connazionali presenti nelle aree interessate. La Farnesina invita i connazionali presenti nel Paese a segnalare eventuali emergenze o difficoltà all’Ambasciata italiana a Tel Aviv (tel. +972 54 8803940), al Consolato Generale a Gerusalemme (tel. +972 505 327166; +972547688399) e all’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (tel: +39 0636225).

Tutti i connazionali presenti in Israele sono inoltre invitati a scaricare ed attivare la App “Unità di Crisi”, compresa la funzione di geolocalizzazione. In alternativa è disponibile anche il sito www.dovesiamonelmondo.it.

Vajont, Zaia: 1910 vittime innocenti per presunzione piegare natura

Vajont, Zaia: 1910 vittime innocenti per presunzione piegare naturaBelluno, 7 ott. (askanews) – “Sono trascorsi sessant’anni dal 9 ottobre 1963 quando la nostra Terra è stata lacerata da una ferita tremenda, ancora oggi non rimarginata in tanti animi. Da quel giorno i nomi di Vajont e di Longarone sono tristemente scritti nella storia del Paese e contemporaneamente sono entrati indelebilmente nei nostri cuori e nella nostra memoria collettiva. Questo anniversario ci porta, ancora una volta, a misurarci con una delle peggiori sciagure causate dalla colpevole presunzione dell’uomo di poter piegare la Natura ai suoi interessi, anche a costo di un rischio immane. In questa amara riflessione, rivolgiamo alle vittime un deferente ricordo, un pensiero alle loro famiglie e a tutti sopravvissuti, immensa gratitudine ai tanti soccorritori accorsi. Non ultimo, riconfermiamo tutta la nostra ammirazione a chi, rimboccandosi le maniche, ha vinto il dolore e ha avuto la forza di andare avanti e ricostruire”. Con queste parole, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ricorda la catastrofe del Vajont nel 60° anniversario della tragedia che sconvolse il Veneto e l’Italia, con la morte di 1.910 persone tra cui 487 bambini.

“Ringrazio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, ancora una volta, conferma la sua sensibilità partecipando alle cerimonie in questo triste anniversario – prosegue il Governatore -. Sarà accolto in una Longarone, riferimento di un importante distretto produttivo e tradizionale porta d’accesso alle nostre Dolomiti. Un centro che, insieme al territorio circostante, sembra quasi incredibile sia quel paese letteralmente spazzato dall’onda di fango provocata dalla frana del Monte Toc sessant’anni fa. È l’immagine di una comunità, pur totalmente devastata, che, vincendo il pianto, come sanno fare i veneti ha duramente lavorato per poter risorgere e vincere la tragedia con un progresso più grande”. “In questo giorno onoriamo le vittime ma anche i sopravvissuti che, oltre alle lesioni fisiche e morali, ai lutti, alla perdita dei beni, alla dimensione stupefacente dell’accaduto, alla distruzione circostante, hanno sofferto anche per l’assenza di una risposta adeguata e definitiva alla richiesta di giustizia – conclude il Presidente Zaia -. Di fronte all’esigenza di una maggiore sensibilità nel rispetto dell’ambiente, il sessantesimo anniversario del Vajont è un monito affinché l’indispensabile sfruttamento della natura sia sempre equilibrato, sostenibile e nella sicurezza per il territorio e la comunità”.

Firenze, al via la mostra su Federigo Angeli a Palazzo Medici Riccardi

Firenze, al via la mostra su Federigo Angeli a Palazzo Medici RiccardiRoma, 7 ott. (askanews) – Apre oggi al pubblico la mostra “Federigo Angeli. Il rinascimento fiorentino nel XX secolo”, promossa dalla Città Metropolitana di Firenze, organizzata da Banca Patrimoni Sella & C. attraverso la sua Direzione Artistica e grazie alla collaborazione di Sella Sgr, società appartenenti al gruppo Sella, Associazione MUS.E e Associazione Il Palmerino e visibile nelle Sale Fabiani di Palazzo Medici Riccardi fino al 7 gennaio 2024.

Il progetto espositivo, curato da Francesca Baldry e Daniela Magnetti, nasce e si sviluppa attorno a due grandi dipinti in pendant di Federigo Angeli (1891-1952) dal titolo “Dama a cavallo con corteo cavalleresco” e “Signore a cavallo con corteo cavalleresco”, appartenenti alla collezione di Sella Sgr su cui il laboratorio Thierry Radelet di Torino ha effettuato un importante lavoro di restauro. Grazie alla collaborazione con diversi storici dell’arte e alla sinergia con enti pubblici e istituzioni private, le ricerche hanno permesso di giungere ad una corretta attribuzione delle opere; inoltre, attraverso le preziose testimonianze documentali conservate presso l’Associazione Il Palmerino aps, si è potuto ricostruire il viaggio dei due dipinti, riscrivendo una pagina di storia dell’arte altrimenti sconosciuta. Le tele si possono ricondurre in modo diretto al ciclo di affreschi dipinto da Benozzo Gozzoli per la Cappella dei Magi di Palazzo Medici Riccardi tra il 1459 e il 1464 circa, sia per l’impostazione complessiva della scena che per precise citazioni letterali: il destriero al passo e quello rampante, i palafrenieri in livrea, il fondale roccioso su cui campeggiano città turrite, la trattazione della vegetazione. Rispetto al precedente gozzoliano, però, la bottega di Angeli si distingue per le innovazioni e la contaminazione delle fonti. Se nelle pareti riccamente decorate della cappella di Palazzo Medici Riccardi le figure femminili sono totalmente assenti o relegate ai margini della scena, nelle due tele firmate Angeli le donne compaiono protagoniste del corteo. Ispirate al Ghirlandaio (1448-1494) della Cappella Tornabuoni nella Basilica di Santa Maria Novella, la donna a cavallo riprende il profilo di Giovanna Tornabuoni nella Nascita di Maria, mentre la canefora che stringe in braccio il coniglio è una citazione dalla Nascita di San Giovanni Battista. Accanto alle due grandi tele la mostra pone altre testimonianze dell’ampia e variegata produzione artistica della Bottega Angeli, con l’esposizione di bozzetti, dipinti e arredi riccamente decorati, in grado di raccontare l’inesauribile ricerca della famiglia di artisti intorno alle fonti d’ispirazione rinascimentale.

La mostra è occasione di approfondimento dell’artista e del contesto in cui la sua bottega si trovò a operare. A Firenze, nel periodo a cavallo tra XIX e XX secolo, si è sviluppato un vero e proprio culto per l’arte rinascimentale grazie anche alla presenza stabile in città di numerosi turisti anglo-americani, ed è proprio in questo contesto sociale che la bottega di Federigo (1891), Alberto (1897) e Achille (1899) Angeli assunse la dimensione di una grande fucina artistica in grado di soddisfare le ambiziose stravaganze della committenza: dal restauro di dipinti alle copie dall’antico, dai cassoni alle tempere, fino alla decorazione ad affresco di intere ville negli Stati Uniti, in Costa Azzurra e a Montecarlo, contribuendo a portare oltre i confini nazionali il gusto per la pittura del Trecento e Quattrocento.

Al Teatro dell’Opera di Roma ‘Giulio Cesare’ di Handel

Al Teatro dell’Opera di Roma ‘Giulio Cesare’ di HandelRoma, 7 ott. (askanews) – “Un uomo solo, un po’ goffo, che non ne combina una di giusta”. Così Damiano Michieletto descrive il protagonista del Giulio Cesare in Egitto, il capolavoro di Georg Friedrich Handel che realizza al Teatro dell’Opera di Roma dal 13 al 21 ottobre. La prima di venerdì 13 ottobre, alle 19, in diretta da Radio3 Rai, è preceduta dall’Anteprima giovani riservata ai minori di 26 anni mercoledì 11 (alle 19) e seguita dalla Lezione di Opera tenuta da Giovanni Bietti sabato 14 ottobre (alle 16). Lo spettacolo arriva per la prima volta in Italia dopo aver debuttato nel maggio 2022 al Théâtre des Champs-Elysées di Parigi ed essere andato in scena anche all’Opéra National de Montpellier e all’Opera di Lipsia, teatri che lo coproducono assieme alla Fondazione Capitolina.

“Sembra che il dramma si svolga attorno a Giulio Cesare, alle sue spalle – prosegue il regista Michieletto – Tolomeo ambisce al potere e si immerge in una spirale di cinismo; Cleopatra intesse trame e seduzioni; Sesto cerca di vendicare il padre e compie un percorso di maturazione generazionale. In mezzo a loro vedo un Cesare quasi spettatore, come se tutto quello che doveva realizzare (le conquiste, la gloria, le vittorie) fossero tappe già compiute del suo percorso. Händel ritrae un uomo già vecchio, e nella realtà storica morirà pochi anni dopo le vicende narrate nell’opera, appena rientrato a Roma. Gli toccherà subire una congiura e un tradimento, lo stesso trattamento riservato a Pompeo all’inizio dell’opera. Di fatto il Giulio Cesare di Händel è un dramma sul destino – conclude Michieletto – simbolizzato in scena da un trio di Parche che avvolgono il protagonista con i loro fili rossi, stabilendo il tempo della vita. Un’opera nella quale incombono i presentimenti di un destino e di una morte che le azioni frivole del generale romano sembrano voler allontanare”. (segue)

A Roma 11a edizione di “Napoli nel cuore” al Teatro Arcobaleno

A Roma 11a edizione di “Napoli nel cuore” al Teatro ArcobalenoRoma, 7 ott. (askanews) – Un nuovo affascinante viaggio nella cultura napoletana attraverso la testimonianza di grandi protagonisti della musica, del teatro e della cultura. Torna sabato 14 ottobre al Teatro Arcobaleno di Roma l’11a edizione di “Napoli nel cuore”, la rassegna benefica dedicata alla cultura napoletana, che negli ultimi dieci anni ha affascinato il pubblico portandolo in viaggio nella Napoli di ieri e di oggi, grazie alla preziosa partecipazione di grandi artisti come Renzo Arbore, Tosca, Noa, Alex Britti, Teresa De Sio, Nino D’Angelo, Mogol ed Edoardo Bennato.

Tanti gli ospiti attesi per l’edizione 2023 che vede, oltre alla consueta presenza delle due “colonne portanti”, i due grandi attori Pino Ammendola e Vittorio Viviani, l’arrivo, con una sua personale dedica a Napoli, di un cantautore di classe come Sergio Cammariere. Le sue capacità di coniugare sonorità jazz, ritmi e contaminazioni latine con la canzone d’autore, ne fanno uno dei cantautori più originali della nostra scena musicale. Ci sarà poi il ritorno di uno dei più importanti musicisti della musica popolare europea Ambrogio Sparagna e l’attesa presenza di quello che ormai è un punto di riferimento nazionale quando si parla di Napoli e della sua cultura: Maurizio De Giovanni. Allo scrittore e sceneggiatore (dai suoi racconti sono nati “Mina Settembre”, “I Bastardi di Pizzofalcone”, “Il Commissario Ricciardi” e tanti altri grandi successi televisivi) andrà il premio “Napoli nel cuore” proprio per il suo costante impegno volto a valorizzare la cultura partenopea. Dal mondo della grande musica jazz arriveranno poi Stefano Di Battista e Nicky Nicolai. Tra i più apprezzati musicisti italiani il primo e voce dalle straordinarie tonalità la seconda, la coppia, che ha saputo portare il suo originale modo di fare musica da Sanremo alle grandi rassegne internazionali, proporrà sul palco di Napoli nel Cuore il suo personale omaggio a Napoli . E ancora: darà il suo contributo in musica alla serata anche Michele Simonelli voce e ideatore del progetto “Pino Daniele Opera”.

Ad arricchire la fitta scaletta, tornano dopo il successo della passata edizione, anche i contributi di Amedeo Colella, scrittore, storico ed umorista napoletano, seguitissimo sul web per le sue pillole sulla cultura campana. (segue)