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Tag: Sanremo 2023

Mostre, Chiara Dynys annuncia le sue porte di luce ed ombra al Mart

Mostre, Chiara Dynys annuncia le sue porte di luce ed ombra al MartMilano, 6 mar. (askanews) – La luce, in primis, e il suo corrispettivo antitetico, l’ombra non intesa nella sua connotazione negativa bensì quale proiezione misteriosa, entità invisibile in assenza di luminosità: questi i temi al centro di “Chiara Dynys. L’ombra della luce”, il Focus espositivo dell’artista Chiara Dynys, a cura di Daniela Ferrari, in programma presso il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto dal prossimo 21 aprile fino al 27 agosto 2023.
Il progetto, che rientra fra quelli organizzati presso gli spazi non convenzionali del museo – quali la piazza ed il foyer – ruota attorno alle tematiche distintive del percorso dell’artista.
Gran parte del lavoro di Dynys è caratterizzato dalla luce che indaga lo spazio creato dalla luce. Presentata in collaborazione con WEM Gallery, la Giuseppe’s Door, come soglia magica, accoglie nella piazza del museo i visitatori: una grande scultura in corten e vetro di Murano fotosensibile, le cui lastre hanno la proprietà di caricarsi di luce solare che viene rilasciata la notte con una fluorescenza “fantasmatica”.
Dynys afferma che una porta è una sfida, il coraggio nell’andare oltre, un nuovo inizio. All’interno del foyer e in collaborazione con Building, sette Giuseppe’s Door attraggono il pubblico con i loro colori brillanti. Le opere, che si rifanno al modello concepito dall’artista nel 1993 ai tempi della mostra al Museo di Saint-Etienne sono in vetro di murano colorato: un caleidoscopio di luci che si riflettono sulle sculture generando significati emozionali sempre nuovi.
Dalla luce sprigionata dalla grande porta che si staglia in piazza e dalle sculture piccole, si passa alla luce della consapevolezza emanata degli Enlightening Books, libri illuminanti, esposti sempre nel foyer del museo.
(In foto: Chiara Dynys, Giuseppe’s Door, diurna, photo Andrea Bonatti, Courtesy FAI – Villa e Collezione Panza, Varese)

Seoul creerà fondo per risolvere caso lavoratori forzati in Giappone

Seoul creerà fondo per risolvere caso lavoratori forzati in GiapponeRoma, 6 mar. (askanews) – La Corea del Sud ha annunciato oggi la costituzione di un fondo per risarcire i lavoratori forzati coreani che furono costretti a lavorare per compagnie giapponesi durante la seconda guerra mondiale. Lo riferiscono i media locali, che annunciano anche la decisione di Seoul di porre termine al ricorso all’Organizzazione mondiale per il commercio (Omc) contro il Giappone per ostacoli alle esportazioni.
Si tratta di un ennesimo passaggio che mostra la volontà sudcoreana di riallineare le sue relazioni a quelle di Tokyo, anche alla luce del mutato contesto regionale che vede gli Usa desiderosi di avere un fronte più compatto con gli alleati rispetto a una montante potenza della Cina.
L’apprezzamento americano è stato esplicitato dallo stesso presidente Joe Biden, che in un annuncio ha lodato il “nuovo capitolo della cooperazione e della partnership tra due dei più stretti alleati degli Stati uniti” e un “passo critico per forgiare un futuro per i popoli coreano e giapponese che sia più sicuro e più prospero”.
Il ministro degli Esteri sudcoreano Park Jin ha detto che verrà creata una fondazione governativa per risarcire 15 vittime le quali hanno vinto in tribunali sudcoreani cause contro la Mitsubishi Heavy Indusries e la Nippon Steel nel 2018, sentenze che Tokyo non ha mai riconosciuto. Il fondo verrà creato usando donazioni provenienti dal settore privato.
“Il governo spera che Sudcorea e Giappone possano lavorare assieme per sviluppare relazioni orientate al futuro e basate sulla riconciliazione, su un’amichevole cooperazione, superando la storia disgraziata del passato”, ha dichiarato Park in una conferenza stampa. “Questa soluzione – ha detto ancora – va incontro al rafforzato potere e status della Repubblica di Corea. Il governo non farà finta di niente sulla materia, dando risposta alle sofferenze delle persone”.
La vicenda del lavoro forzato – con quella delle cosiddette “donne di conforto” sfruttate nei bordelli militari dell’Esercito imperiale nipponico durante il periodo coloniale e una disputa territoriale – ha rovinato le relazioni tra Seoul e Tokyo per decenni.
Collegata ha questa è anche la questione delle restrizioni alle importazioni imposte dal Giappone alla Corea del Sud dal 2019, in seguito proprio alle sentenze della Corte suprema sudcoreana sul lavoro forzato. Tokyo da allora ha innalzato barriere all’importazione di materiali industriali, tra i quali chip e monitor e ha rimosso la Corea del Sud dalla lista di nazione più favorita.
Seoul ha annunciato oggi di aver deciso di ritirare il ricorso che aveva presentato in merito al WTO, per favorire l’apertura di negoziati sulla revoca di queste strutture restrittive.
Gli annunci sono venuti meno di una settimana dopo che il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha affermato che il Giappone si è trasformato da aggressore militarista in un “partner” che confivide gli stessi valori universali della Corea del Sud.
Park, dal canto suo, ha chiesto al governo giapponese e alle aziende nipponiche di contribuire volontariamente al fondo per i lavoratori forzati, oltre che presentare delle scuse complessive, in modo da contribuire allo sviluppo su una nuova base dei rapporti bilaterali.
La mossa del governo di Seoul, tuttavia, rischia di essere troppo spinta per l’opinione pubblica sudcoreana, che ha una visione del Giappone ancora fortemente negativa.
Dal canto suo, il ministro degli Esteri giapponese Yoshimasa Hayashi ha espresso “apprezzamento” per gli annunci sudcoreani, spiegando che Tokyo “ha ereditato la sua posizione da quella di successivi governi su un riconoscimento storico nel suo complesso”, i quali in passato hanno espresso “rimorso” per l’eredità storica coloniale. Il governo giapponese – ha detto ancora Hayashi – manterrà la sua posizione, non fornendo fondi statali. Ma “non ha una particolare posizione” rispetto a donazioni volontarie da parte dlele compagnie giapponesi. Invece il tema dei controlli sulle importazioni sudcoreane “è una discussione a parte”.

Tim: se possibile offerta Cdp-Macquaire all’esame Cda il 15 marzo

Tim: se possibile offerta Cdp-Macquaire all’esame Cda il 15 marzoMilano, 5 mar. (askanews) – Tim ha ricevuto da un consorzio formato da CdP Equity (Cdpe) and Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe), che agisce per conto di Mam Funds, un’offerta non vincolante per l’acquisto del 100% della costituenda società coincidente con il perimetro gestionale e infrastrutturale della rete fissa, inclusivo degli asset e attività di FiberCop, nonché della partecipazione in Sparkle.
L’offerta, che scade il 31 marzo 2023, sarà sottoposta all’esame preliminare del Comitato Parti Correlate, ai sensi della normativa applicabile a CdP Equity, quale parte correlata di Tim, e sarà, a seguire, portata all’attenzione del Cda, ove possibile nella riunione già programmata per il 15 marzo 2023 o in un’altra data da definire.

Cdp: via libera Cda a offerta con Macquarie per rete Tim

Cdp: via libera Cda a offerta con Macquarie per rete TimMilano, 5 mar. (askanews) – Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, riunitosi oggi sotto la presidenza di Giovanni Gorno Tempini, ha dato il via libera alla presentazione di un’offerta non vincolante da parte di Cdp Equity, congiuntamente a Macquarie Asset Management, per l’acquisto della costituenda NetCo di Tim. L’offerta ricomprenderà la rete infrastrutturale e la partecipazione in Sparkle.
Il termine di validità dell’offerta è fissato al 31 marzo 2023.

Dal 29 marzo al 3 aprile Rendez-Vous, festival cinema francese

Dal 29 marzo al 3 aprile Rendez-Vous, festival cinema franceseRoma, 5 mar. (askanews) – Rendez-Vous, Festival del cinema francese, giunto alla sua XIII edizione, apre i battenti, come ogni anno, a Roma, al Cinema Nuovo Sacher, dove sono accolti film e ospiti della rassegna. Il viaggio, partito dalla Capitale, fa poi tappa, con sezioni speciali e ospiti, alla Cineteca di Bologna, al Cinema Massimo di Torino, agli Institut Français di Milano e di Palermo. Il più prestigioso evento cinematografico italiano dedicato al cinema francese, nasce da un’iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, è realizzato dall’Institut français Italia, co-organizzato con Unifrance, l’organismo di promozione del cinema e dell’audiovisivo francese nel mondo. La direzione artistica è affidata a Vanessa Tonnini. Il festival beneficia come sempre del sostegno di BNL BNP Paribas, di Borsalino, della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea -, dell’Hotel Sofitel Rome Villa Borghese, di France 24, la chaîne d’information internationale e della SACEM. Questa edizione nasce all’insegna di un cinema libero e umanista: è proprio la libertà il motore delle scelte stilistiche dei suoi autori e insieme il messaggio trasmesso dalle opere presenti nella selezione. Il cinema francese, da sempre fucina di una grande ecletticità di talenti, in questi ultimi anni sembra attraversato da un bisogno radicale di rinnovarsi nella forma per dar meglio voce all’inquieto corpo sociale contemporaneo. Il programma di quest’anno vede opere che mescolano intimo e politico, storie dai grandi personaggi, per lo più femminili, che sono motore e acceleratore del cambiamento. Questa XIII edizione si svolgerà a Roma dal 29 marzo al 3 aprile, al Cinema Nuovo Sacher per poi spostarsi a Bologna, Torino, Milano, Palermo, con focus e sezioni speciali.
Ospite d’onore di questa edizione, un’icona del cinema internazionale: Isabelle Huppert. Pluripremiata dai festival di tutto il mondo, dal 1970 a oggi ha interpretato oltre cento film, lavorando con alcuni tra i più importanti registi di sempre. L’attrice sarà a Roma con due film: LA SYNDICALISTE di Jean-Paul Salomé e MON CRIME di François Ozon.

Ucraina, Mercenario Wagner su Stalin: mi piace suo essere spietato

Ucraina, Mercenario Wagner su Stalin: mi piace suo essere spietatoMilano, 5 mar. (askanews) – “Quello che mi piace di lui? È il suo essere spietato”. A parlare è – in tutta evidenza – un mercenario della Wagner in un video pubblicato sui social dove parla di Stalin. La telecamera scende e inquadra la sua spalla: c’è un’effige del magnifico georgiano e la scritta “ai tempi miei questo casino non c’era”.
Oggi sono 70 anni dalla morte di Stalin, icona e fantasma che aleggia spesso in Russia. Forse più che in passato, alla luce della guerra in Ucraina. Il Cremlino apparentemente ignora questa data per diversi motivi, ben consci che nella società russa ci sono molti sostenitori di Stalin e ma anche duri antistalinisti. Mosca ha ancora paura di essere accusata dall’Occidente di stalinismo e Vladimir Putin sa bene che il confronto con il leader storico può rivelarsi una lama a doppio taglio. Per ora si è ricorsi ai richiami. In primis il mito della Vittoria nella II guerra mondiale, che nella sua forma attuale è inseparabile da Stalin, o ad esempio l’anniversario di Stalingrado. Ma se la Russia continua a subire sconfitte, il tema di Stalin diventerà uno dei principali, dicono gli esperti.
“Il tiepido sfatare il “culto della personalità” operato dagli eredi di Stalin non ha potuto fermare la venerazione quasi religiosa del leader” annota oggi il sito di opposizione Meduza. “La divulgazione di informazioni sul Grande Terrore, l’Holodomor, la realpolitik di Stalin alla vigilia e durante la seconda guerra mondiale ha inorridito molti, ma non ha nemmeno portato alla destalinizzazione” aggiunge. Senza contare l’infamia dei Gulag.
E la scena anche oggi si ripete, sotto la neve, sulla Piazza rossa di Mosca: i membri del Partito Comunista della Federazione Russa, guidati dal leader del partito Gennady Zyuganov, hanno deposto fiori e ghirlande sulla tomba vicino al muro del Cremlino. “Esattamente 70 anni fa, in questo giorno alle 21.50, Joseph Vissarionovich Stalin morì. Morì, ma non morì. Le sue grandi azioni e creazioni, le sue gloriose vittorie vissero e vivranno per secoli … Ha trasformato l’impero crollato in una potenza leader, la più rispettata del pianeta”, ha detto Zyuganov ai giornalisti dopo la cerimonia, secondo Ria Novosti.
Mentre il partito dei Comunisti della Russia ha inviato un appello al Ministero dell’Istruzione con la richiesta di introdurre l ‘”Orologio di Stalin” al liceo: tre lezioni obbligatorie sulla personalità di Stalin. Secondo il presidente del partito Sergei Malinkovich, la prima lezione dovrebbe riguardare Stalin come “comandante supremo dell’esercito sovietico”.
Leader spietato e solo, Stalin. Come racconta anche la sua morte. Secondo la versione ufficiale oggi reiterata: “Stalin morì 70 anni fa per un ictus, e un esame potrebbe finalmente dissipare tutte le insinuazioni su questo punto. L’assistenza medica è stata fornita al capo dello stato sovietico troppo tardi perché Stalin ha proibito a chiunque di entrare senza permesso nella sua stanza: le guardie di sicurezza non osarono entrare quando Stalin non ne uscì, come era solito fare”. Così lo storico Sergey Viktorovich Devyatov.
E il silenzio che è seguito a quella morte è stato tanto assordante, da coprire anche un altro decesso: esattamente 70 anni fa, il 5 marzo 1953, Sergei Sergeevich Prokofiev morì nel suo appartamento. La scomparsa del più grande compositore russo del XX secolo, un brillante pianista, direttore d’orchestra (sei volte vincitore del Premio Stalin), non ha avuto praticamente alcuna risonanza nel suo paese natale a causa delle circostanze: Stalin era morto lo stesso giorno.
(Di Cristina Giuliano)

Papa Francesco: tragedie come Cutro non si ripetano mai più

Papa Francesco: tragedie come Cutro non si ripetano mai piùMilano, 5 mar. (askanews) – “Esprimo il mio dolore per la tragedia nelle acque di Cutro, prego per le vittime, i familiari e i sopravvissuti, esprimo apprezzamento alla popolazione locale e alle istituzioni per l’accoglienza e la solidarietà mostrata. Rinnovo il mio appello perché non si ripetano più queste tragedie. I trafficanti di uomini siano fermati e i viaggi della speranza non si trasformino più in acque della morte. Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere”. Lo ha detto Papa Francesco al termine dell’Angelus in piazza San Pietro.

Santanchè: lavoreremo insieme per carenza personale turismo

Santanchè: lavoreremo insieme per carenza personale turismoMilano, 5 mar. (askanews) – “Nelle prossime settimane sarò ben felice di ascoltare le associazioni di categoria per affrontare l’annosa questione del problema della mancanza di personale nel settore del turismo. Lavoreremo insieme al ministro del Lavoro Calderone per affrontare la questione e trovare soluzioni adeguate. Al tempo stesso dobbiamo rivolgerci alle nuove generazioni raccontando loro quanto sia stimolante lavorare in un comparto così variegato e trasversale. E su questo, oltre a mettere in campo attività legate alla formazione, faremo una specifica campagna di comunicazione”. Lo ha detto il ministro del Turismo Daniela Santanchè commentando l’allarme lanciato oggi da Assoturismo sulla mancanza di 50 mila addetti per le prossime feste.

Grecia, il premier ora si scusa: perdono per disastro ferroviario

Grecia, il premier ora si scusa: perdono per disastro ferroviarioMilano, 5 mar. (askanews) – Almeno 57 persone sono state confermate morte dopo l’incidente ferroviario in Grecia, avvenuto martedì sera di questa settimana. E ora il primo ministro greco si scusa con le famiglie delle vittime, scrive Afp. “Come primo ministro, devo chiedere perdono a tutti, ma soprattutto ai parenti delle vittime”, ha detto il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, secondo l’agenzia di stampa.
Mercoledì di questa settimana aveva detto che è stato probabilmente un errore umano che ha portato all’incidente mortale.
L’incidente è avvenuto martedì sera fuori Larissa, a circa 380 chilometri a nord di Atene. Sono stati un treno passeggeri e un treno merci a scontrarsi frontalmente, almeno tre carrozze hanno preso fuoco.
Circa 700 manifestanti si sono riuniti giovedì pomeriggio davanti alla sede delle ferrovie greche ad Atene per protestare, tra l’altro, contro la mancanza di manutenzione della rete ferroviaria.
Il capostazione della città è stato arrestato questa settimana in relazione alla tragedia. Il capostazione, 59 anni, di Larissa, è stato accusato di omicidio colposo.
L’avvocato difensore dell’uomo ha detto che il capostazione ha riconosciuto una parziale colpa del disastro, ma ha sottolineato che anche altri fattori hanno portato all’incidente

Coldiretti: da siccità rischi per 300mila imprese agricole

Coldiretti: da siccità rischi per 300mila imprese agricoleMilano, 5 mar. (askanews) – Solo in Italia sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità che riguarda in gran parte dell’Europa, dalla Francia centrale e sud-occidentale alla Spagna settentrionale fino alla Germania meridionale, ma anche parti significative della Grecia settentrionale e meridionale Bulgaria e gran parte della Turchia. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base della mappa europea del programma Copernicus che mostra allarmi e allerte sulla bassa umidità del suolo in molte parti meridionali del Continente con effetti sull’ambiente, sull’agricoltura e sugli usi civili.
Il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,2 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti mentre In Germania, le acque basse del Reno ostacolano il traffico commerciale costringendo le barche dirette verso l’Europa centrale a caricare a metà capacità, e in Spagna a Barcellona sono state adottate limitazioni per innaffiare i parchi.
Ma la situazione è preoccupante – continua la Coldiretti – soprattutto per le forniture alimentari con la siccità che ha colpito le principali economia agricole dell’Unione Europea, già in difficoltà per gli elevati costi di produzione spinti dalla guerra in Ucraina.
In Italia ad essere assediate dalla sete sono soprattutto le aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti – dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Dalla disponibilità idrica dipende la produzione degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro, dalla frutta alla verdura fino al mais per alimentare gli animali per la produzione dei grandi formaggi come Parmigiano reggiano e il Grana Padano ed i salumi più prestigiosi come il prosciutto di Parma o il Culatello di Zibello. Senza parlare del riso le cui previsioni di semina prevedono un taglio di 8muila ettari e risultano al minimo da 30 anni.
Colpite anche le tipicità in altri Paesi come in Francia dove sono con le alte temperature – continua la Coldiretti – crescono le difficoltà per le produzioni di fiori da destinate ai raffinati profumi francesi alla Spagna dove per la mancanza di precipitazioni non ci sono le ghiande per alimentare i maiali destinati al prelibato Pata negra ma soffrono anche le esportazioni di ortofrutta tanto che in Gran Bretagna si segnalano scaffali vuoti con lavvio dei razionamenti nei supermercati.
“Gli agricoltori italiani sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “con l’Italia che perde ogni anno l’89% dell’acqua piovana abbiamo elaborato con Anbi il progetto laghetti per realizzare una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all’industria e all’agricoltura”.