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Tag: Sanremo 2023

Mes legato a Patto stabilità e banche, linea di Meloni per ratifica

Mes legato a Patto stabilità e banche, linea di Meloni per ratificaRoma, 15 mar. (askanews) – L’Italia non utilizzerà il Mes e per quanto riguarda la ratifica non dice no, ma chiede che prima venga fatta una discussione complessiva sulle ‘emergenze’ attuali: la governance europea, in particolare il Patto di stabilità e crescita, ma anche la stabilità del sistema bancario. E’ questa la strategia di Giorgia Meloni sul cosiddetto Fondo salva-Stati.
Oggi il tema è stato posto al question time alla Camera da parte di Luigi Marattin, deputato di Italia viva, che ha chiesto a Meloni quando il governo intende ratificare lo strumento. L’Italia è l’unico Paese europeo a non averlo ancora fatto e anche se non c’è un termine, c’è una “pressione” politica a concludere l’iter.
Nella sua risposta a Marattin, Meloni ha ribadito ancora una volta che “l’Italia finché ci sarà un governo guidato dalla sottoscritta non potrà mai accedere al Mes”, che è uno strumento che ritiene inadeguato perchè nato sulla base di una “linea austeritaria”. Sulla ratifica, la premier non ha dato una risposta precisa perchè il passaggio parlamentare rientra, nella sua visione, in un’ottica più complessiva. Il governo, ha ricordato, “ha ricevuto lo scorso novembre dal Parlamento il mandato” a “non ratificare la riforma” del Mes “in assenza di un quadro chiaro dell’impianto regolatorio non solo in materia di governance e non solo in materia di stabilità ma in materia bancaria”. Quindi, è il senso del discorso di Meloni, la ratifica del Mes deve essere inquadrata in un contesto radicalmente mutato rispetto a quando è nato, con altre “priorità” ed “emergenze” da affrontare. C’è da tenere conto, infatti, viene spiegato, dell’eventuale crisi bancaria che potrebbe essere innescata dal crack di Silicon Valley Bank e dalle difficoltà di Credit Suisse; della mutata situazione determinata dal rialzo dei tassi di interesse; del confronto sulla governance europea e sul Patto di stabilità e crescita, appena iniziato. Senza questo “quadro” generale, dunque, per l’esecutivo, sarebbe prematuro in questa face procedere con la ratifica.

Volkswagen ID.2all, svelato il concept della compatta elettrica

Volkswagen ID.2all, svelato il concept della compatta elettricaMilano, 15 mar. (askanews) – Sarà accessibile come una Polo, con un costo inferiore ai 25mila euro, ma “speciale” come una Golf. E’ la nuova compatta elettrica di Volkswagen, il concept ID.2all svelato in anteprima mondiale. Secondo Volkswagen sarà la vettura che renderà la mobilità elettrica accessibile a tutti, una “macchina per il popolo”. La versione definitiva per i mercati europei sarà presentata nel 2025 e sarà commercializzata insieme ad altri 9 nuovi modelli elettrici entro il 2026. Volkswagen ha anche annunciato che sta lavorando a un’altra vettura elettrica con un prezzo inferiore ai 20mila euro per avere la più ampia gamma di auto elettriche rispetto ai competitor e raggiungere una quota di mercato Bev in Europa dell’80% rispetto al 70% indicato in precedenza.
ID.2all è progettata seguendo tre caratteristiche proprie della filosofia del brand: affidabilità, accessibilità e qualità. Costruita sulla piattaforma Meb, è lunga circa 4 metri e avrà tecnologie, software e Adas, con guida autonomia di livello 2+, che si trovano su vetture di livello superiore, come ID.7 e ID.Buzz. La trazione è anteriore, la potenza è di 226 CV (166 kW) mentre l’autonomia sarà di circa 450 km, grazie a batterie di nuova generazione, come il software che permetterà di ricaricare dal 10 all’80% in circa 20 minuti. La velocità massima è di 160 km/h, mentre per lo 0-100 occorrono meno di 7 secondi. In futuro è prevista una versione Gtx più performante come per le altre ID.

Governo, sindacati: mobilitazione unitaria per cambiare la rotta

Governo, sindacati: mobilitazione unitaria per cambiare la rotta

Landini lancia proposta. Sbarra e Bombardieri: vediamoci subito

Roma, 15 mar. (askanews) – Prove di unità sindacale al XIX congresso della Cgil, che si è aperto questo pomeriggio al palacongressi di Rimini dal titolo “Il lavoro crea il futuro”. E proprio le scelte sul futuro del Paese illustrate ai sindacati dal premier Giorgia Meloni, attesa venerdì dalla platea congressuale, mettono d’accordo le tre confederazioni sulla necessità di una mobilitazione unitaria per cambiare la rotta.
Nella relazione introduttiva il leader della Cgil, Maurizio Landini, si è rivolto ai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, per mettere in campo iniziative di lotta: “E’ il momento di mobilitarci. Facciamolo insieme. Organizziamo già nei prossimi giorni una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro e sul territorio aperte a tutti i lavoratori, ai pensionati, ai giovani, ai cittadini, alle associazioni per discutere e sostenere le nostre proposte su fisco, sanità, previdenza, salario e rinnovo dei contratti, politiche industriali e ambientali, superamento della precarietà”.
Dal palco della Cgil la risposta di Sbarra non si è fatta attendere: “Se il Governo mette alla prova la capacità di mobilitazione del sindacato, stia pur certo che non ci tireremo indietro. Siamo pronti a valutare con voi quali iniziative di lotta mettere in campo a sostengo delle nostre ragioni. Vediamoci subito per definire le modalità, l’intensità e i tempi da dare per una fase di lotta e mobilitazione”. Il numero uno della Cisl ha sottolineato che il dialogo con Palazzo Chigi “si va affievolendo. Ora basta. Caro Maurizio, caro Pierpaolo: incontriamoci. Siamo pronti a valutare insieme iniziative di lotta comuni per dare risposte sul merito ai tanti dossier aperti e aprire uno spazio di confronto vero, strutturato, che attivi ogni energia sociale nella costruzione di un futuro migliore per tutti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il leader della Uil: “Possiamo vederci già domenica. Maurizio, hai lanciato una proposta: è ora di mobilitarci. Ho sentito Gigi e con piacere ho registrato una disponibilità. Dico che la mobilitazione l’abbiamo cominciata da due mesi e siamo pronti a continuarla insieme se l’obiettivo è quello di cambiare le cose. Mi pare ci siano le condizioni per l’unità sindacale”.

Vino, Confagricoltura: è emergenza Flavescenza dorata, servono fondi

Vino, Confagricoltura: è emergenza Flavescenza dorata, servono fondi

Convegno da Antinori nel Chianti Classico. Giansanti: serve fare squadra

Milano, 15 mar. (askanews) – La crescente diffusione della Flavescenza dorata preoccupa i produttori vitivinicoli italiani. Dal convegno che si è tenuto oggi all’auditorium di Antinori nel Chianti Classico a Bargino (Firenze), Confagricoltura ha lanciato oggi un appello alle istituzioni per un intervento efficace per evitare che questa malattia, una delle più distruttive dei vigneti, comprometta il potenziale produttivo di intere zone viticole. Le aree più colpite da questa grave malattia epidemica che porta a un graduale deperimento della vegetazione condizionando la produzione della vite, sono Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, e anche in Toscana sono stati segnalati di recente nuovi focolai.
“Dietro il controllo della fitopatia c’è molto di più, c’è il tema dell’economia di un territorio e c’è la questione del lavoro” ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sottolienado che “dobbiamo fare squadra e collaborare con tutte le istituzioni, perché la situazione è di emergenza e per questo chiediamo che vengano assegnati fondi di emergenza”.
Il presidente della Commissione Industria, Attività produttive, Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, ha spiegato che il governo è conscio dell’importanza del tema, ricordando che “la fitopatia è difficile da contrastare senza fitofarmaci e per affrontare la questione sono fondamentali l’innovazione e le TEA”. A De Carlo ha fatto eco il presidente della Commissione Agricoltura della Camera, Mirco Carloni, precisando che questo tema “è stato uno dei primi argomenti in discussione in Commissione: siamo e staremo vigili, e siamo consapevoli che le risorse ad oggi disponibili sono esigue e che occorre che lo Stato investa di più per il contrasto alla fitopatia”.
Informazione, formazione e un ruolo proattivo del viticoltore sono elementi vitali per la gestione della malattia, hanno ribadito Elisa Angelini del CREA, Claudio Ioratti e Mario Pezzotti della Fondazione Edmund Mach, che hanno ripercorso la diffusione e l’andamento della Flavescenza dorata e illustrato le linee di ricerca in corso. L’aumento dell’incidenza della fitopatia ha molteplici cause, fra cui la ridotta disponibilità di fitofarmaci, i cambiamenti climatici, la difficoltà a contenere l’insetto vettore e la presenza di superfici vitate incolte che di fatto fungono da serbatoi di infezione. “Il decreto di lotta obbligatoria alla Flavescenza dorata è del 2000 – ha evidenziato il direttore generale del CREA, Stefano Vaccari – occorre cambiare qualcosa; ad esempio, il regime sanzionatorio che evidentemente va inasprito per far rispettare le regole”.
“E’ necessario un coordinamento tra i vari sistemi, regionali e nazionale, con il supporto dei consorzi di tutela, ma è soprattutto necessario avere risorse” ha aggiunto il presidente della FNP Vino di Confagricoltura, Federico Castellucci, concludendo “per rafforzare la strategia di contrasto alla Flavescenza dorata sono necessari fondi appropriati e commisurati alla gravità della situazione, in grado non solo di finanziare la sostituzione delle viti estirpate, ma anche e soprattutto di coprire il potenziamento di una serie di azioni coordinate di lotta alla fitopatia”.

Alla Camera primo duello Meloni-Schlein. Leader Pd attacca: incapaci

Alla Camera primo duello Meloni-Schlein. Leader Pd attacca: incapaciRoma, 15 mar. (askanews) – Va in scena nell’aula della Camera il primo duello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, con la neo segretaria del Pd che approfitta del question time per denunciare la “incapacità”, la “insensibilità” e “l’approssimazione” della presidente del Consiglio.
Schlein sceglie il terreno di scontro: “Perchè non approviamo subito salario minimo e congedo paritario di almeno tre mesi? Aiuterebbe anche il lavoro delle donne, noi ci siamo”, dice illustrando la sua interrogazione. Ma a partire all’attacco è Meloni, che sceglie il sarcasmo per addossare ai governi precedenti la responsabilità della perdita di potere d’acquisto dei salari e degli stipendi: “Gli interroganti del Pd, con una sincerità che fa loro onore, fanno notare che la quota di pil destinata a salari e stipendi è diminuita più che negli altri Paesi industrializzati. È vero, c’è un problema: chi ha governato fino ad ora ha reso gli italiani più poveri e questo governo deve fare quello che può per invertire la rotta”.
Nel merito, la presidente del Consiglio ribadisce il no al salario minimo: nel sistema italiano, è la convinzione della presidente del Consiglio, potrebbe “per paradosso” generare per i lavoratori condizioni “peggiori di quelle di oggi”, favorendo “le grandi concentrazioni economiche”. La strada, per Meloni, invece quella di estendere la contrattazione collettiva e tagliare le tasse sul lavoro. Il congedo parentale è invece l’unico tema di possibile avvicinamento: “Siccome abbiamo molto a cuore la questione della denatalità, sul tema del congedo parentale sono sempre pronta a confrontarmi”.
Durissima la replica di Schlein, che sceglie tre sostantivi per definire l’azione del governo: “Incapacità, approssimazione e insensibilità”. Perchè oggi, ricorda Schlein a Meloni, “lei è al governo, ci sono io all’opposizione: non è più tempo di dare la responsabilità ad altri, spetta a voi dare risposte agli italiani. Servono risposte immediatamente, ma lei dice di no e rinvia a soluzioni incerte che risulteranno tardive e inadeguate”, insiste la leader dem. E anche se al governo da soli cinque mesi, “siete andata nella direzione opposta e sbagliata: più voucher e volete estendere i contratti a termine”. Ma ora “la vostra propaganda sta sfumando, ora che non siete più all’opposizione e il giudizio degli italiani sarà per quello che fate e non per le false promesse alimentate per anni e svanite nei primi mesi del governo”.

Cospito, Giurì d’Onore: Donzelli non ha leso onorabilità deputati Pd

Cospito, Giurì d’Onore: Donzelli non ha leso onorabilità deputati Pd

Commissione guidata da S. Costa esclude “incoraggiamento” dem a lotta anarchico

Roma, 15 mar. (askanews) – I parlamentari del Pd Silvio Lai, Debora Serracchiani e Andrea Orlando non hanno mai “incoraggiato” la battaglia dell’anarchico Alfredo Cospito detenuto al regime del 41 bis in seguito alla loro visita in carcere, ma il deputato di FdI Giovanni Donzelli non ne ha leso l’onorabilità con le sue parole pronunciate in aula il 31 gennaio quando li accusò di averlo fatto dicendo fra le altre cose: “Io voglio sapere se la sinistra sta dalla parte dello Stato o dei terroristi”. E’ questa in sostanza la conclusione della relazione svolta in aula a Montecitorio da Sergio Costa (M5S), vicepresidente della Camera e presidente del Giurì d’Onore convocato per indagare sulla vicenda in base all’articolo 58 del regolamento della Camera.
“Nel corso dell’audizione svolta presso la commissione, il deputato Donzelli – ha spiegato Costa nella relazione – ha evidenziato come i deputati Serracchiani Lai e Orlando fossero sicuramente interessati alla salute e alle condizioni di detenzione del Cospito ma che a suo avviso il contesto precedente e successivo alla visita abbia potuto avere, anche indirettamente, l’effetto dell’incoraggiamento sul Cospito. La Commissione ha preso atto che secondo quanto affermato in audizione, le parole utilizzate nel suo intervento in aula, seppure con toni che appaiono politicamente aspri, intendevano essere testimonianza di una preoccupazione riguardo eventuali effetti indiretti sull’affievolimento dell’istituto di cui all’articolo 41 bis nei confronti del Cospito e pertanto non lesive dell’onorabilità dei deputati Serracchiani, Lai ed Orlando”.
La commissione, nella lunga esposizione svolta dall’ex ministro dell’Ambiente, ha rivendicato il “diritto-dovere” per i parlamentari di accedere alle strutture penitenziarie per verificare le condizioni di detenzione e di salute di quanti vi sono ristretti, e ha escluso che le azioni dei parlamentari democratici possano essere interpretate come “incoraggiamento” alla battaglia del detenuto contro l’istituto del 41 bis, ma ha circoscritto l’ambito dell’indagine ai soli fatti esposti nell’intervento in discussione e alla effettiva lesione dell’onorabilità dei deputati chiamati in causa (nella stessa occasione della visita a Cospito era presente anche il senatore Walter Verini, ma il Giurì d’Onore ha concluso la relazione rimandando ad altre sedi la determinazione delle modalità attraverso le quali poter verificare le modalità di difesa dell’onorabilità dei membri di altri rami del Parlamento).

Ville, lusso e supercar: la caduta di Guo Wengui, miliardario anti-Xi

Ville, lusso e supercar: la caduta di Guo Wengui, miliardario anti-XiRoma, 15 mar. (askanews) – E’ riuscito a sfuggire alle carceri cinesi, ma alla fine è entrato in quelle statunitensi, menttendo per una volta d’accordo contro di lui Pechino e Washington. L’imprenditore cinese Guo Wengui, fuggito dalla Cina nel 2014 per evitare la morsa della spietata campagna anti-corruzione voluta dal presidente cinese Xi Jinping, è stato arrestato dalle autorità Usa. Secondo il Dipartimento alla Giustizia la principale accusa è di aver truffato i suoi seguaci online per una cifra di oltre un miliardo di dollari.
Guo e il suo consulente finanziaro Kin Ming Je avrebbero confezionato una serie di offerte finanziarie con la promessa di rendimenti “sovradimensionati” destinate a investitori indotti a fidarsi dell’imprenditore in virtù della comunanza di idee politiche rispetto alla situazione cinese.
Questi indebiti arricchimenti avrebbero consentito all’imprenditore di condurre uno stile di vita particolarmente evidente: una villa con un parco di 15 chilometri quadrati, una Ferrari da 3,5 milioni di dollari e due materassi da 36mila dollari, uno yacht di lusso da 37 milioni di dollari. Il Dipartimento ha sequestrato conti per 634 milioni di dollari che avrebbero origine fraudolenta e una supercar Lamborghini Aventador.
Ma chi è Guo Wengui? Per le cronache asiatiche e statunitensi parliamo di un pezzo da 90. Ha 52 anni – 53 da maggio – ed è conosciuto anche come Miles Guo o Miles Kwok. Nato da un famiglia numerosa, settimo di otto figli, cominciò la sua carriera a Zhengzhou diventando un imprenditore delle costruzioni, il business degli ultimi decenni in Cina, che però oggi è al centro di una grave crisi di liquidità.
Il suo grande balzo in avanti risale alle Olimpiadi di Pechino del 2008, quando si accaparrò diversi grossi affari. Tra questi la costruzione del grande hotel Pangu Plaza, attorno alla quale si sviluppò una storia particolare e significativa, che racconta il personaggio. Secondo il New York Times, nel 2006, per far fuori un vicesindaco di Pechino che si opponeva alle sue mire, inviò alla polizia una registrazione che mostrava il funzionario in atteggiamenti intimi.
Tra il 2014 e il 2015, però, la fortuna dell’imprenditore ebbe un disastroso rovescio. La dura campagna anticorruzione di Xi portò in cella alcuni dei suoi protettori politici. Inoltre il più autorevole giornale economico cinese, Caixin, condusse una grande inchiesta giornalistica che mise alla luce la sua rete di protezioni istituzionali.
Guo, che intanto era andato via dalla Cina, tentò di usare lo stesso metodo usato con il vicesindaco di Pechino anche con l’autorevole editrice di Caixin, Hu Shulin, accusandola di avere una liaison romantica con un suo rivale in affari.
Ma intanto la sua situazione in Cina era compromessa. Così, pur essendo stato in precedenza favorevole a Xi, Guo giocò la carta dell’impegno diretto in politica. Cominciò a denunciare la corruzione e attaccando il presidente cinese. Inoltre entrò sempre in più stretta connessione con i circoli trumpiani.
Nel 2018 Pechino congelò i beni di Guo in Cina, accusandolo di riciclaggio. L’imprenditore, però, si era ormai legato strettamente ai circoli iper-conservatori americani, in particolare a Steve Bannon, appoggiando le campagne anti-Pechino e arrivando a fondare un movimento per un “Nuovo stato federale di Cina” che avrebbe dovuto rovesciare il regime cinese.
Bannon era sul suo yacht quando, ad agosto del 2020, fu arrestato dalle autorità federali Usa per lo scandalo dei milioni di dollari sottratti alla campagna “We Build The Wall”, creata per finanziare la costruzione del muro anti-migranti tra Messico e Stati uniti. Un anno fa, poi, una serie di società di Guo dichiararono la bancarotta.
In relazione all’inchiesta che l’ha portato oggi in cella, l’imprenditore cinese dovrà rispondere di 11 capi d’accusa. Parallelamente la US Securities and Exchange Commission ha annunciato di aver aperto una procedura civile.
Guo – secondo quanto scrive il Financial Times – avrebbe raccolto 452 milioni di dollari attraverso il suo canale media GTV attraverso offerte non registrate da 5.500 sostenitori, oltre a 150 milioni di dollari in prestiti convertibili in azioni GTV. Ancora, altri 250 milioni di dollari sarebbero arrivati dall’offerta di un programma associativo che avrebbe consentito di accedere a prodotti, servizi ed esperienze ad alto valore aggiunto. Infine 262 milioni di dollari sarebbero arrivati da un progetto in criptovalute denominato Himalaya Exchange, per promuovere il quale aveva anche lanciato un video musicale intitolato “HCoin To The Moon” e aveva promesso che la criptovaluta sarebbe stata valida per acquistare una Ferrari.

Regioni italiane unite in Europa contro etichette irlandesi sul vino

Regioni italiane unite in Europa contro etichette irlandesi sul vino

Giani: a Bruxelles giornata importante. Prandini: bene il pressing

Milano, 15 mar. (askanews) – Regioni italiane unite contro gli “health warning” sulle etichette degli alcolici promosse dall’Irlanda. La delegazione al Comitato europeo delle Regioni (CdR) ha chiesto che se ne discuta nel corso della prossima sessione plenaria fissata per il 24 e 25 maggio a Bruxelles.
“E’ stata una giornata importante: con l’ambasciatore Benassi abbiamo discusso dell’iniziativa del governo irlandese, cui siamo assolutamente contrari, tesa a mettere sulle bottiglie di vino l’etichetta ‘nuoce gravemente alla salute’ ha spiegato il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani che faceva parte della delegazione insieme con i governatori di Abruzzo, Piemonte e Veneto, sottolineando “che mi fa piacere che l’intero sistema Italia respinga fermamente tale ipotesi: quello che fa male non è il buon vino, quale è ad esempio quello toscano, ma l’abuso dell’alcol”.
Prima di partecipare al Comitato europeo delle regioni, l’assemblea dei rappresentanti locali e regionali dell’Unione Europea, dove ha incontrato la delegazione italiana e ha partecipato ai lavori della plenaria in cui è stato ascoltato, sul tema dell’etichettatura del vino, l’ambasciatore italiano presso l’Unione Pietro Benassi, Giani ha incontrato la Commissione consiliare Politiche europee presieduta da Francesco Gazzetti, che ha svolto un incontro istituzionale nella sede della Regione in Belgio alla presenza del presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo.
“Il pressing delle regioni nella Ue contro l’etichetta sanitaria sul vino proposta dall’Irlanda è importante” ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, evidenziando che “è del tutto improprio assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità a più bassa gradazione come il vino. Il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini – ha concluso – non può tradursi in decisioni semplicistiche che rischiano di criminalizzare ingiustamente singoli prodotti indipendentemente dalle quantità consumate”.

Cinecittà World, dal 18 marzo riparte una nuova ricca stagione

Cinecittà World, dal 18 marzo riparte una nuova ricca stagioneRoma, 15 mar. (askanews) – Sabato 18 marzo si riaccendono i riflettori di Cinecittà World, il Parco Divertimenti del Cinema e della TV di Roma. La nuova stagione 2023 promette dieci mesi di emozioni e adrenalina con 40 attrazioni, 7 aree a tema dedicate ai principali generi cinematografici (Cinecittà, Roma, Spaceland, Far West, Adventureland, Il Regno del Ghiaccio, Aqua World), 6 spettacoli live al giorno e oltre 60 eventi in calendario.
Quest’anno l’offerta di Cinecittà World si arricchisce ulteriormente: ad impreziosire il Parco arrivano quattro grandi novità per la nuova stagione. “Dal 2 giugno, con l’apertura dell’area acquatica Aqua World il divertimento raddoppia: inaugureremo Vortex e Boomerang, due nuovi spettacolari scivoli di ultima generazione, da vivere in compagnia – ha dichiarato l’amministratore delegato di Cinecittà World, Stefano Cigarini – e prosegue il nostro piano di sviluppo che ci porterà in questi anni da 1 a 3 parchi tematici”.
Da maggio sorgerà poi il Palastudio, un nuovo teatro di oltre 2.100 mq progettato per eventi, spettacoli e concerti. Nuovo anche lo spettacolo Scuola di Polizia, lo “Stunt Show Live”, tra testacoda e acrobazie su quattro ruote.
Il parco divertimenti di Roma offre attrazioni uniche in Italia, tra cui: Volarium – Il Cinema volante, un flying theatre, in cui gli ospiti volano letteralmente davanti allo schermo sospesi a 12 metri di altezza, Inferno la montagna Russa indoor che si snoda tra i gironi dell’Inferno Dantesco e Jurassic War, un tunnel immersivo in cui i visitatori, a bordo di un treno, si ritrovano catapultati indietro nel tempo di 60 Milioni di anni, in mezzo a battaglie epiche tra i più terrificanti Dinosauri. Altair, il roller coaster outdoor è un cult per i coraggiosi: con i suoi 10 passaggi a testa in giù, detiene il record di inversioni in Europa. E per chi cerca un po’ di fresco c’è solo l’imbarazzo della scelta, tra le discese a 70km/h nell’acqua di Aktium o le 4 attrazioni de Il regno del ghiaccio, unico playground sulla neve e sul ghiaccio del Belpaese.
Con la riapertura del parco parte anche la stagione degli eventi: Sabato 18 marzo al “Job Talent Day” si ricercano 300 persone da impegnare nel Parco fino al 7.1.2024
Domenica 19 marzo Cinecittà World celebra la Festa del Papà con una giornata dedicata alla solidarietà in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
Il divertimento è invece garantito dalla prima di tante premiere cinematografiche che segneranno la stagione 2023: l’Anteprima Italiana del film “Dungeons & Dragons: L’onore dei ladri” prevista alle 17.
La stagione degli eventi sarà impreziosita da grandi produzioni cinematografiche e televisive, da showcase e masterclass come quella di Alex Britti il 7 maggio, da eventi come Stelle di Fuoco, campionato italiano di fuochi d’artificio (7-16 Luglio), dai grandi concerti estivi, dalla 7° edizione di Viva l’Italia, il più grande evento interforze mai realizzato in un parco divertimenti. E con l’arrivo dell’autunno ecco i brividi di Ottobre – Il mese di Halloween, la magia del Natale a Cinecittà World, e la grande festa di Capodanno.
Venerdì 24 marzo a fianco di Cinecittà World apre Roma World, il Parco a tema dedicato all’Antica Roma con la sua esperienza unica: permette di vivere una giornata da antico romano con tante attività da godersi in mezzo alla natura.
Rinnovato anche il sodalizio tra cultura e divertimento: grazie alla collaborazione tra Cinecittà World e il Campidoglio tutti i possessori di un biglietto di accesso ai Musei Capitolini possono usufruire di un ingresso gratuito a Roma World. “Chi sceglie di visitare Roma deve sapere che troverà un’offerta sempre più ricca e pianificata – ha dichiarato l’Assessore capitolino a Turismo, Grandi Eventi, Moda e Sport, Alessandro Onorato – Cultura e divertimento – ha aggiunto – possono viaggiare insieme e l’una supportare l’altra, in una collaborazione che punti a incrementare la proposta turistica e allo stesso tempo offra occasioni di svago ai visitatori e ai romani stessi. La sinergia con le aziende del settore turistico e dell’intrattenimento è un’opportunità utile per valorizzare la città, per promuovere un’immagine moderna e accogliente e per generare importanti ricadute sul piano economico e occupazionale”.
Roma World punta negli anni a ricostruire dal vivo la Roma Imperiale, con l’obiettivo di immergere nella storia milioni di ospiti e turisti. Intanto il 1 Giugno 2024 debutterà Rome On Fire, spettacolare show serale nella maestosa cornice nel set di Ben Hur.
Il 2 giugno, infine, sarà la volta di Aqua World: fase uno del nuovo parco acquatico di Cinecittà World, dove prendere il sole tra spiagge di sabbia, la Cinepiscina, il fiume lento Paradiso, alternando il relax alle emozioni offerte dai due nuovi grandi scivoli Vortex e Boomerang.

Lombardia, Sgarbi: io contrario alle Regioni, qui mi sento inutile

Lombardia, Sgarbi: io contrario alle Regioni, qui mi sento inutileMilano, 15 mar. (askanews) – “Dal punto di vista della sensazione a pelle il Consiglio regionale è una cosa vuota. Forse non rimarrò qui perché mi sentirei inutile”. Lo ha detto il neo consigliere regionale lombardo Vittorio Sgarbi, conversando con i giornalisti a margine della prima seduta della dodicesima legislatura del Consiglio regionale lombardo.
“Il consigliere Sgarbi – dice lo stesso Sgarbi, che ricopre anche la carica di sottosegretario al ministero della Cultura – che cosa fa? Sta qui, prende uno stipendio e poi che cosa fa? Che cosa mi chiedono di fare? C’è la sensazione di una macchina che lavora a vuoto. Il Parlamento un po’ meno, perché fa misure nazionali. Ma una volta che hai fatto la legge sulla Sanità qui che legge vuoi fare, sui sensi unici?”, afferma, aggiungendo di essere “un po’ depresso” ma di “tornare” sicuramente a Palazzo Pirelli a Milano, dove ha sede il consiglio regionale lombardo “il primo aprile perché devo fare il pesce d’aprile”.
“Sono contrario da sempre alle Regioni perché sono da sempre ipercentralista – afferma Sgarbi -. La mia idea è questa: fare quattro o cinque lavori con un solo stipendio. Si può fare perché il parlamentare lavora martedì pomeriggio, mercoledì e giovedì mattina. Qui si riunisce una volta a settimana. Quindi nei tre o quattro giorni vuoti che hanno i parlamentari nazionali possono fare i consiglieri regionali. E basta. Risolvono i problemi locali e fanno l’interesse delle loro Regioni. Magari con una Giunta di esterni”.
Sgarbi propone quindi di “mantenere le Regioni” ma “con i parlamentari eletti nella Regione” al posto dei consiglieri regionali. “I parlamentari eletti in Lombardia si riuniscono il venerdì qui – afferma Sgarbi – tanto non hanno un cazzo da fare… È bello perché si è pagati di più che in qualsiasi altro ruolo”. E “il consigliere semplice d’opposizione è in vacanza: aspettano che finiscano i cinque anni e prendono un sacco di soldi. Io voglio guadagnare lavorando, guadagnare per non fare un cazzo mi deprimo. Come il direttore d’orchestra che dirige una volta all’anno”.