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Tag: Sanremo 2023

Lazio, Fratelli d’Italia primo partito: 33,8% (10% scrutinate)

Lazio, Fratelli d’Italia primo partito: 33,8% (10% scrutinate)Roma, 13 feb. (askanews) – Fratelli d’Italia è il primo partito nelle elezioni regionali nel Lazio (con 561 su 5.306 sezioni scrutinate). Queste le percentuali dei singoli partiti:
Fratelli d’Italia 33,88% Lega 5,71% Forza Italia 5,09% Lista Civica Francesco Rocca presidente 2,25% Unione di Centro 1,36% Noi moderati – Rinascimento Sgarbi 1,27%
Partito Democratico 21,86% Azione – Italia Viva 5,28% Lista Civica D’Amato presidente 3,79% Verdi e Sinistra-Europa Verde-Possibile 3,61% Demos Democrazia Solidale 1,60% +Europa-Radicali Italiani-Volt 1,27% Partito Socialista Italiano 0,35%
Movimento 5 Stelle 9,82% Polo Progressista Sinistra e Ecologista 1,19%
Partito Comunista Italiano 0,84%
Unione Popolare 0,83%

Boom edilizia, Tutor Consulting: boom incidenti sul lavoro

Boom edilizia, Tutor Consulting: boom incidenti sul lavoroRoma, 13 feb. (askanews) – Il rilancio dell’edilizia, dopo lo stop per il Covid, ha fatto registrare, nel 2021, un considerevole aumento degli infortuni sul lavoro. Sono stati 38.541, in aumento del 17,7% rispetto all’anno precedente. 196 i casi mortali: “Sono numeri importanti che – spiega Ottone Lambiase, direttore tecnico di Tutor consulting – potrebbero essere dimezzati se si seguissero le norme vigenti sulla sicurezza. La prevenzione continua a essere considerata, per almeno il 30% degli imprenditori, un costo da tagliare. Un errore imperdonabile e non solo perché, non commettendolo, si garantisce la tutela dei propri dipendenti. Non seguire le regole espone l’azienda, che deve gestire un determinato appalto, a multe salate che non possono più essere messe, come accadeva un tempo, a budget. senza dimenticare che si rischia la chiusura del cantiere, o di parte di esso, per un lungo periodo. E in alcuni casi si può arrivare a rischiare sanzioni di carattere penale”.
Ma è solo un problema di costi o ce ne sono altri di natura, diciamo così, culturale? “La verità – afferma Bruno Ranellucci, che di Tutor consulting è il Ceo – è che la normativa in materia ha dei paradossi lungo i quali si annidano le difficoltà e gli errori. Il primo, il più eclatante, è che la legge non prevede una distinzione netta fra il direttore dei lavori e il cosiddetto Cse, ovvero il coordinatore della sicurezza. Il primo, estremizzando, vuole terminate l’attività nel più breve tempo possibile, il secondo invece ha l’obbligo di far sì che tutte le norme vengano rispettate. Per dirla in altri termini, il primo tenderebbe ad accelerare, mentre il secondo non deve guardare ai tempi ma al benessere di chi nel cantiere ci lavora. Bene, ad oggi le due figure possono essere interpretate da una stessa persona. Un controsenso”.
Ma i passi falsi potenziali sono diversi e, in fondo, tutti causati da questioni economiche: “Le faccio un esempio -dice Lambiase. Avevamo il compito, poche settimane fa, di controllare, in termini preventivi, la sicurezza di un cantiere da sei milioni di euro. Ci siamo accorti, a un certo punto, che, nel capitolato, non era previsto il ponteggio che invece era indispensabile. Una struttura che costa 150mila euro mette a rischio un investimento che è appunto a nove zeri. Un’assurdità che però è indice di come questo sia un tema che ancora viene affrontato in maniera superficiale. Bisogna lavorarci molto. Anzi, io penso che sia giunto il momento di un vero e proprio cambio di paradigma, stimolato magari da azioni che vadano a premiare chi si comporta in modo virtuoso”.
Azioni che di fatto penalizzino chi invece continua a voler risparmiare sulla pelle dei propri dipendenti: “A mio parere -sostiene Ranellucci- è giunto il momento di introdurre una sorta di patente a punti. Una patente che quei punti li scali per ogni infrazione commessa e che permetta al contrario a chi li mantiene per comportamenti corretti di partecipare alle gare pubbliche di appalto. Sarebbe un giusto riconoscimento a chi non considera la prevenzione una palla al piede, ma anzi una medaglia al merito per la propria impresa. Ma non basta solo questo. Serve una maggiore competenza, aspetto che, con l’attuale boom dell’edilizia abbiamo riscontrato ancor di più. La materia è vasta e spesso non tutti, pur avendone la responsabilità, sanno interpretarla al meglio”.
Dopo l’annus horribilis, il 2020, il settore edile ha ripreso a correre. Nel 2021, gli investimenti nelle costruzioni sono aumentati del 22,3%, grazie al riavvio delle attività dopo l’emergenza sanitaria ma anche grazie alle iniziative messe in campo dallo Stato per favorire la ripresa del settore e di tutto l’indotto, con incentivi per interventi di efficientamento energetico, consolidamento statico e riduzione del rischio sismico degli edifici: “Questo ha fatto sì -chiosa Lambiase- che aumentasse a dismisura il lavoro per chi deve fornire piani di prevenzione. Professionisti, che fino all’anno prima gestivano una decina di ristrutturazioni l’anno, si sono ritrovati ad affrontare compiti per i quali non avevano e non hanno la giusta preparazione. Un guaio che naturalmente sta avendo delle conseguenze significative. Anche perché non basta adottare protocolli prestabiliti ma bisogna saper gestire quelle che, in gergo, si definiscono interferenze, che si presentano quando bisogna coordinare le diverse figure presenti in un cantiere. Ed è qui che ci vuole occhio clinico ed esperienza. La competenza salva vite umane e, sulla pelle dei lavoratori, non si può scherzare”.

Regionali, Bonaccini: M5s e Terzo polo pronti per alternativa?

Regionali, Bonaccini: M5s e Terzo polo pronti per alternativa?Roma, 13 feb. (askanews) – “Le opposizioni inizino a ritrovarsi su battaglie comuni per dare all’Italia un progetto alternativo alla destra: il nuovo Pd che stiamo costruendo avrà al centro lavoro, scuola e sanità pubbliche, 5 Stelle e Terzo Polo sono pronti a impegnarsi con noi in Parlamento e nel Paese?”. Lo chiede Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, commentando in una nota il risultato delle elezioni regionali in Lombardia e Lazio.
“Credo che il voto degli iscritti di questi giorni sia già un segnale della voglia di cambiamento e sono convinto che dalle primarie del 26 febbraio verrà un’ulteriore spinta in questa direzione – osserva -. Ho detto per primo ‘basta all’autoflagellazione’ e non torno indietro: chiudiamo questa pagina e ne apriamo subito un’altra, con orgoglio e intelligenza. L’orgoglio deve essere quello di una comunità che ha perso ma non si perde. L’intelligenza deve essere quella di fare tesoro degli errori e darsi l’obiettivo di tornare a vincere. Perdere si può sempre in democrazia, ma l’obiettivo deve essere quello di vincere. Respingo alla radice ogni tentazione all’autoprotezione e all’autoconsolazione identitaria”.

Lazio, Rocca al 47,85%. D’Amato al 37,90%. (10% sez. scrutinate)

Lazio, Rocca al 47,85%. D’Amato al 37,90%. (10% sez. scrutinate)

Bianchi (M5S) 12,02%, Pecorilli (PCI) 1,14%, Rinaldi (U. Popolare) 1,09%

Roma, 13 feb. (askanews) – Il candidato del centrodestra alla Regione Lazio, Francesco Rocca, è al 47,85% di preferenze (e 66.458 voti) con poco più del 10% di sezioni scrutinate (561 su 5.306). Il candidato del centro-sinistra Alessio D’Amato è al 37,90% (52.642 voti). Donatella Bianchi, candidata del Movimento 5 Stelle, è al 12,02% (16.697 voti), Sonia Pecorilli del Partito Comunista Italiano è all’1,14% (1.585 voti), la candidata dell’Unione Popolare, Rosa Rinaldi è all’1,09% (1.508 voti).

Oggetti volanti sugli Usa, la parola all’esperto Gregory Alegi

Oggetti volanti sugli Usa, la parola all’esperto Gregory AlegiMilano, 13 feb. (askanews) – Gli americani ora li chiamano Unidentified anomalous Phenomena, in tutto il mondo sono conosciuti come Ufo, oggetti volanti non identificati e sono l’argomento del giorno, dopo che i caccia degli Stati Uniti ne hanno abbattuti quattro in pochi giorni.
Del primo si sa che era un pallone cinese fuori rotta ma uno strano alone di mistero circonda gli altri 3 di cui, al momento, si ignora la natura.
E se c’è chi parla anche di alieni, il Pentagono (per ora) ha escluso l’ipotesi “omini verdi”. Di oltre 320 segnalazioni, almeno 160 sono state rubricate come palloni. Askanews per capire meglio ha intervistato Gregory Alegi, tra i più importanti esperti d’aviazione italiani.
“Io per indole quando sento di Roswell e di fenomeni paranormali sono immediatamente molto scettico – ha spiegato – resta il fatto che ci sono delle segnalazioni che attualmente non siamo in grado di spiegare. Io rimango dell’idea scientifica: ‘per ora’ non siamo in grado. Metà di questi casi sconosciuti adesso sono stati riclassificati come palloni, altro è dire che non saremo mai in grado di spiegarli e che, pertanto, sono in qualche modo extraterrestri, alieni, paranormali o quello che sia e penso che col tempo si vadano risolvendo le questioni”.
Ma perché usare un aerostato, difficilmente manovrabile, al posto, per esempio, dei satelliti, rischiando una crisi diplomatica e poi, perché così tanti, tutti insieme e tutti ora?
“Probabilmente è più ‘pesca a strascico’ diciamo – ha precisato Alegi – sorvolare delle zone, magari difficilmente raggiungibili con altri modi più convenzionali e vedere cosa prende. Cosa prende? Non tanto fotografie, per le quali diciamo i satelliti sono sufficienti quanto emissioni dello spettro elettromagnetico, in qualche modo emissioni radio; quelle sono cose che non si prestano a essere rilevate dal satellite. Tutti i Paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e anche l’Italia hanno degli aeroplani con delle attrezzature che vanno a rilevare queste emissioni, però per poterlo fare con l’aereo bisogna stare vicini. La Cina non ha basi vicino agli Stati Uniti e, quindi, è assolutamente possibile che abbia scelto di mettere attrezzature sui palloni, lanciarli verso gli Stati Uniti e vedere cosa raccolgono”.
“Entrambe le parti non hanno grandissimo interesse a dire tutto quello che sanno; gli americani perché, oggettivamente, è imbarazzante che, con la rete di difesa aerea come quelle che hanno, degli oggetti relativamente semplici come dei palloni siano a lungo passati inosservati, i cinesi perché, ovviamente, colti con le mani nella marmellata, cercano di dire che la mano è di qualcun altro”.
“I radar mandano impulsi radio che poi sbattono contro delle cose e tornano indietro. Per evitare di segnalare qualsiasi stormo di gabbiani o altre cose del genere, il sistema viene tarato per filtrare sia i ritorni non sistematici, cioé se capita una volta sola era uno sbaglio, ma anche le cose troppo piccole, troppo morbide eccetera. Evidentemente, di fronte a questa serie di segnalazioni, è stata cambiata la taratura per rilevare anche oggetti che prima venivano filtrati. Non vuol dire che adesso ce ne siano di più, vuol dire che adesso ci stiamo facendo più attenzione. Abbiamo, in qualche modo abbassato anziché alzare la soglia di attenzione”.
Insomma niente alieni, forse palloni spia o sonde meteo fuori rotta, droni o, addirittura – come negli ultimi casi – anche possibili giocattoli finiti fuori controllo. In ogni caso tali da determinare un pericolo per la sicurezza nazionale o per la navigazione aerea. Ma vale la pena mandare ad abbatterli caccia supersofisticati con costosissimi missili?
“La normativa europea EASA, io sono andata a guardarla dopo il primo pallone – ha concluso l’esperto – dice che su questi mezzi non pilotati, oltre i 6 kg di massa (e, chiaramente, con il primo pallone era ben oltre ma forse anche con questi altri), ci debbano essere a bordo due sistemi di autodistruzione, proprio perché essendo non pilotati, qualora finissero in zone pericolose per la navigazione o altro, il proprietario deve poterli far esplodere. Ora avvicinarsi a un mezzo che ha delle cariche esplosive e sparargli, provoca un pericolo per chi lo abbatte, quindi, a quel punto, ci si tiene a distanza di sicurezza. Il che, per quanto quanto possa sembrare controintuitivo giustifica l’uso di un costoso missile su relativamente economico pallone, senza considerare poi se proprio dobbiamo fare un calcolo economico che il costo del missile non va parametrato al costo del pallone ma al valore delle informazioni che sto bloccando”.

Regionali, Bonaccini: chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo

Regionali, Bonaccini: chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovoRoma, 13 feb. (askanews) – “La sconfitta di oggi è in continuità con quella delle politiche del 25 settembre scorso, dove un Pd ridotto e un campo progressista diviso regalano un’altra vittoria alla destra, anche quando è in difficoltà. Credo non ci sia proprio nulla da rimproverare ai nostri due candidati, Pierfrancesco Majorino e Alessio D’Amato, che anzi ringrazio. E con loro tutte le donne egli uomini del Pd che hanno provato a scongiurare un esito per molti aspetti atteso. Dobbiamo chiudere questo capitolo e aprirne uno nuovo, dove il Pd torna centrale e attrattivo”. Così Stefano Bonaccini, candidato alla segreteria del Pd, commenta in una nota la sconfitta alle regionali di Lombardia e Lazio.

Gentiloni: consumo gas Ue ottobre-novembre -25%, crollo quota russa

Gentiloni: consumo gas Ue ottobre-novembre -25%, crollo quota russaRoma, 13 feb. (askanews) – “A ottobre e novembre i consumi di gas dell’Unione Europea sono stati del 25% inferiori a quelli della media del passato quinquennio, spingendosi oltre l’obiettivo di riduzione del 15% concordato lo scorso anno. Contemporaneamente gli sforzi per diversificare le forniture hanno dato risultati: nelle prime cinque settimane del 2023 il gas pervenuto da gasdotti dalla Russia ha rappresentato circa il 7,5% del totale delle importazioni europee di gas, a fronte del 37% sulla media 2021”. Lo ha riferito il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni durante la conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo i dati che sono stati presentati ai ministri.
“Intanto le importazioni di gas liquefatto via mare sono più che raddoppiate, dal 20% del 2021 al 42% di inizio 2023”. Gentiloni ha anche sottolineato che i livelli delle scorte di gas dell’Ue si attestano a circa il 75%, solo marginalmente inferiori a quanto si attestavano all’inizio della stagione invernale.
“Il calo dei prezzi dell’energia dovrebbe consentire ai governi di rimuovere gradualmente le misure di supporto sull’energia e rendere quelle rimanenti più mirate. Li incoraggiamo a muoversi in tal senso. C’è una piccola finestra di opportunità nei mesi a venire per migliorare la qualità delle misure uscendo da quelle più costose e meno efficienti”, ha detto.
“Ma per essere chiari non siamo fuori pericolo. I prezzi dell’energia restano ben superiori ai livelli visti negli anni passati e potrebbero restare volatili – ha detto ancora Gentiloni – mentre le penurie sulle forniture potrebbero riemergere nei prossimi mesi. Per questo intendiamo approntare un meccanismo di acquisti comuni non più tardi della fine di questo trimestre”.

Dal palco di Sanremo a Rock in Roma 2023: Lazza live il 3 luglio

Dal palco di Sanremo a Rock in Roma 2023: Lazza live il 3 luglioRoma, 13 feb. (askanews) – A poche ore dal termine del 73esimo Festival di Sanremo, che l’ha visto trionfare al secondo posto con Cenere (Island Records), l’aura di Lazza è sempre più potente. Gli oltre 10 milioni di stream macinati ad oggi su tutte le piattaforme sono segno inequivocabile di come l’artista dei record abbia marchiato a fuoco il palco dell’Ariston con un brano che ha letteralmente conquistato pubblico e critica, posizionandosi in cima alle classifiche di Apple Music e Spotify, dove CENERE è l’unico tra i sanremesi ad essere entrato nella Top 50 Global – attualmente salito alla posizione 29.
Sull’onda di questo straordinario exploit, cresce sempre più l’attesa di vederlo live. E a grande richiesta, il cantante e pianista milanese annuncia oggi il Lazza Ouvertour Summer 2023 che infiammerà lo stage di Rock in Roma.
Se Cenere vola sempre più in alto, la scia luminosa del successo di Sirio non è da meno: dopo aver conquistato per la diciannovesima settimana dalla release la vetta della classifica degli album più venduti, eguagliando l’incredibile primato di permanenza al n.1 di Vasco Rossi del 2011, oggi il disco dei record da oltre 800 milioni di stream è ufficialmente Quinto Disco di Platino, allungando la grande serie di certificazioni ottenute dall’artista del roster Me Next, ad oggi 43 Dischi di Platino e 37 Dischi d’Oro.

Regionali, Letta: fallita Opa M5s-Terzo polo contro il Pd

Regionali, Letta: fallita Opa M5s-Terzo polo contro il PdRoma, 13 feb. (askanews) – E’ “fallito” il tentativo di M5s e Terzo polo di affossare il Pd, secondo Enrico Letta. Il segretario uscente dei democratici commenta così il voto per le regionali. “Il dato che esce dalle urne in Lombardia e Lazio è chiaro. Il centro destra vince in entrambe le regioni; non possiamo, quindi, essere contenti di questo risultato complessivo, reso ancora più negativo dalla preoccupante crescita dell’astensione”.
“Tuttavia – aggiunge – in un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro, il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5s e Terzo Polo. Il tentativo ripetuto di sostituirci come forza principale dell’opposizione non è riuscito”.
Per Letta “l’Opa contro il Pd ha fatto male a chi l’ha tentata. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5s e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd. Il Pd rimane saldamente seconda forza politica e primo partito dell’opposizione. E questo dato può essere un viatico fondamentale per il lavoro del nuovo gruppo dirigente che uscirà dalle Primarie del Pd del 26 febbraio”.
Conclude Letta: “Vogliamo ringraziare Pierfrancesco Majorino e Alessio D’Amato che hanno condotto con coraggio e competenza una bella e convincente campagna elettorale e che guideranno con determinazione l’opposizione nei due consigli regionali”.

Libri, l’8 marzo e la fatica delle artiste italiane di Paola Ugolini

Libri, l’8 marzo e la fatica delle artiste italiane di Paola UgoliniRoma, 13 feb. (askanews) – E’ una storia dell’arte lontana dalla retorica e, nello stesso tempo, molto efficace nel rendere immediato il percorso difficilissimo compiuto dalle artiste italiane che dal dopoguerra ad oggi hanno sfidato l’impronta patriarcale del settore della cultura. Il percorso conoscitivo elaborato da Paola Ugolini è un alfabeto atroce e privilegiato che conferma quanto sia stato difficoltoso fare affiorare l’impronta femminile, combattendo stereotipi e una forte cultura di stampo maschilista. E’ ovviamente una Storia dell’Arte differente che ribalta il solito punto di vista dell’osservazione storica.
Già dal titolo del libro – Artiste e femminismo in Italia, per una rilettura non egemone della Storia dell’arte (edito da Christian Marinotti Edizioni) – si capisce la forza con la quale è stato pensato il filo conduttore che parte dalla veneziana Bice Lazzari, classe 1900, sperimentatrice di nuove tecniche che, giovanissima e senza gabbie mentali, la quale agli inizi del secolo sovvertiva gli schemi scrivendo: “Qualche volta gli elementi si raggruppano come suoni ripetuti per creare un centro focale che puo’ andare libero oltre al limite dello spazio a mia disposizione, e creare quindi una immagine non bloccata. La libertà di agire sulla tela è sempre la più importante esigenza che io mi conosca”.
Dalla Lazzari il percorso si snoda fino ad arrivare al periodo post-Covid, offrendo spazio a Silvia Giambrone, geniale giovane artista siciliana ma romana di adozione. Di lei viene ricordata, in particolare, un’opera del 2019 intitolata Il Danno che chiama in causa il corpo femminile. Si tratta di un mezzo busto femminile senza testa con una guaina elasticizzata post parto che non riesce più a contenere un corpo ormai sformato. “Questo lavoro riflette sulla profonda frattura fra donna reale e la proiezione capitalista e patriarcale della donna ideale, una contraddizione quotidiana che appare piuttosto manifesta in Italia, un fattore in larga misura ancora veicolato dall’egemonia mediatica”.
Il libro di Ugolini termina con una vetrina sul pensiero teorico di Benni Bosetto, promettente artista milanese decisa a superare ogni limite biologico tra uomo e donna per aspirare a una visione quasi spirituale dell’umanità. Il secolo delle arti al femminile è una indagine a largo spettro che fa affiorare la potenza creativa delle artiste normalmente oscurate dall’egemonia di una impronta maschile sul settore. “E’ l’indagine di una creatività osservata da un punto di vista non egemone volta ad aprire canali che, insieme alle mostre nelle gallerie e nei musei possa continuare a trasmettere e attualizzare le voci di chi per secoli non ha trovato ascolto”, scrive Ugolini.
La lista delle artiste è lunga e interessante. C’è la torinese Carol Rama che, negli anni venti, con la sua vita fuori dagli schemi ha agito in prima persona alla liberazione dai codici comportamentali imposti dalla cultura patriarcale. All’epoca il cliché della donna modello era quello di angelo del focolare e non di certo l’arte astratta e l’erotismo. Sempre a Roma, negli anni Sessanta e Settanta, opera l’artista americana Suzanne Santoro, autrice di una ricerca radicale sulla rappresentazione dell’organo sessuale femminile nella tradizione delle arti visive; anche in questo caso, la sua militanza sia in Rivolta Femminile che nella Cooperativa del Beato Angelico risulta imprescindibile per i rapporti tra arti figurative e femminismo.
A Torino troveremo invece Marisa Merz, unica donna all’interno di un gruppo “muscolare” quale quello degli artisti poveristi; il suo lavoro, apparentemente delicato, si fonde con l’esperienza della vita, con la maternità vissuta anche come momento di crisi e con l’ambiente domestico che diventa luogo di creatività e di resistenza all’omologazione. A Milano e a Roma troveremo rispettivamente Laura Grisi e Marinella Pirelli che, grazie all’uso della cinepresa, figurano tra le pioniere italiane delle sperimentazioni visive. La rosa si amplia con altri nomi altrettanto rivoluzionari: Lucia Marcucci, Ketty La Rocca, Tomaso Binga e Greta Sho¨edl, le cui perfor- mance e poesie verbo-visive si fanno militanti, destrutturano il linguag- gio e la sua rappresentazione fino a trasformarlo in strumento di lotta. Non mancano ovviamente Marina Abramovic e Ulay, una coppia fuori dagli schemi che ha trasformato la loro relazione privata in opera d’arte, dalla prima performance in Italia durante la Biennale di Venezia del 1976 alla fine del loro rapporto umano e professionale sulla Grande Muraglia Cinese nel 2017.
In Austria, Renate Bertlmann impiega l’erotismo come strumento di lotta e di empowerment a partire dalla scandalosa performance Deflorazione in quattordici stazioni presentata alla Settimana della performance di Bologna nel 1977. A Bergamo c’è Mariella Bettineschi, che dai primi anni Ottanta sperimenta una serie di linguaggi artistici anche molto diversi tra loro spaziando da opere tridimensionali al ricamo fino alla fotografia; è proprio attraverso il mezzo fotografico che, a partire dal 2008, inaugura la serie dell’Era Successiva, un work in progress sulle icone femminili della Storia dell’arte dallo sguardo raddoppiato. Negli Stati Uniti, a Providence, nella sede della Rhode Island School of Design, fiorisce l’opera della giovane e talentuosa Francesca Wood- man che nel 1977 arriva a Roma dove realizza una serie di scatti fonda- mentali per lo sviluppo della sua ricerca sull’autorappresentazione. Nella Roma la Giambrone attraverso l’uso di diversi medium compie un lavoro di scavo all’interno dei rapporti di coppia toccando la violenza di genere e l’assuefazione che porta gli esseri umani ad accettarla. Sempre a Roma viene inclusa l’artista globe-trotter Marinella Senatore, che dal 2012 ad oggi, con la sua School of Narrative Dance, ha coinvolto circa sei milioni di persone nelle sue spettacolari parate. A Palermo, invece, opera Claire Fontaine, all’anagrafe Fulvia Carnevale e James Thornhill, duo sia nella vita che nelle pratiche artistiche che attraverso l’ironia, hanno trasformato l’arte concettuale in militanza. Infine ci sono Romina de Novellis, antropologa e performer e Elena Mazzi, artista visiva e ricercatrice entrambe attive nel percorso innovativo dell’eco-femminismo.