Esa, missione Juice arrivata a spazioporto Kourou. Lancio ad aprile
Esa, missione Juice arrivata a spazioporto Kourou. Lancio ad aprileRoma, 10 feb. (askanews) – La missione dell’Agenzia spaziale europea per esplorare Giove e le sue lune più grandi – Ganimede, Europa e Callisto – è arrivata sana e salva allo spazioporto europeo di Kourou in Guyana francese, dove sono ora in corso i preparativi finali per il suo lancio in programma ad aprile con un razzo Ariane 5 operato da Arianespace.
Juice (Jupiter Icy Moons Explorer) è arrivato l’8 febbraio all’aeroporto Félix Eboué di Cayenne con uno speciale volo cargo An-124 di Antonov Airlines da Tolosa, in Francia, dove il prime contractor Airbus ha completato un processo quasi decennale di ideazione, progettazione, test e costruzione. Ora, il veicolo spaziale sarà sottoposto a test finali e ispezioni da parte degli ingegneri dell’Esa e di Airbus prima di essere rifornito e montato sul suo razzo Ariane 5.
Il lancio intorno alla metà di aprile – l’ultimo di una missione Esa con Ariane 5 – segnerà l’inizio di un viaggio di otto anni verso Giove per studiare le lune ghiacciate del pianeta e ricavare informazioni utili alla comprensione delle condizioni per la formazione dei pianeti e la comparsa della vita e sul funzionamento del Sistema Solare. Giove è oltre cinque volte più lontano dal Sole rispetto alla Terra, quindi arrivarci è una grande sfida. Dopo il lancio, una serie di sorvoli gravitazionali della Terra e di Venere daranno a Juice la velocità e la direzione di cui ha bisogno per volare oltre la fascia degli asteroidi e raggiungere il più grande pianeta del nostro Sistema Solare.
Dopo il suo arrivo a Giove nel 2031, – spiega l’Esa – Juice sarà guidato attraverso altri 35 sorvoli delle lune del gigante gassoso per esplorare i suoi obiettivi principali: Callisto, Europa e Ganimede. La missione si concluderà con uno studio esteso di Ganimede: nel 2034 diventerà il primo veicolo spaziale a orbitare attorno a una luna diversa da quella terrestre.
Gli scienziati ritengono che Callisto, Europa e Ganimede contengano grandi quantità di acqua sepolta sotto le loro superfici in volumi molto maggiori rispetto agli oceani della Terra. Queste lune di dimensioni planetarie offrono indizi che le condizioni per la vita potrebbero esistere oltre il nostro pianeta, forse su mondi in orbita attorno a pianeti giganti invece che a stelle calde. Giove e la sua famiglia di grandi lune rappresentano un archetipo per i giganteschi sistemi planetari gassosi in tutto l’Universo, e come tali sono alcune delle destinazioni più interessanti nel nostro Sistema Solare. Grande nel cielo notturno, Giove era naturalmente un obiettivo per uno dei primi astronomi assistiti dal telescopio, Galileo, che nel 1610 scoprì Io, Europa, Callisto e Ganimede. A lui la missione rende omaggio con una targa che ne celebra l’opera.
Ampio il coinvolgimento italiano in questa missione e in particolare dell’Agenzia spaziale italiana affiancata dalla comunità scientifica – a partire dall’Inaf – e dall’industria nazionale. Dei 10 strumenti a bordo tre – la camera ottica JANUS, il radar RIME, lo strumento di radio scienza 3GM – sono sotto la guida dell’Italia con principal investigator, rispettivamente, Pasquale Palumbo dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, Lorenzo Bruzzone dell’Università degli Studi di Trento e Luciano Iess della Sapienza di Roma; e uno, lo spettrometro MAJIS, frutto di un accordo bilaterale tra l’Asi e l’agenzia spaziale francese Cnes, è sotto la responsabilità francese ma ha come co-principal investigator Giuseppe Piccioni dell’Inaf di Roma. Leonardo ha realizzato la telecamera ad alta risoluzione JANUS, ha fornito la testa ottica iperspettrale di MAJIS e ha realizzato i pannelli solari di Juice, i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria. Il radar RIME e lo strumento 3GM sono stati realizzati in Italia da Thales Alenia Space (joint venture tra Thales 67% e Leonardo 33%).