Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tag: Sanremo 2023

Combustibili fossili e phase out: in vista della COP29 Babbel svela i tabù del linguaggio climatico

Combustibili fossili e phase out: in vista della COP29 Babbel svela i tabù del linguaggio climaticoRoma, 12 nov. (askanews) – Con l’avvio della COP29, che proseguirà fino al 22 novembre a Baku, in Azerbaijan, si intensificano le discussioni su come affrontare la crisi climatica attraverso politiche concrete ed azioni collettive. In questo contesto, gli esperti di Babbel – l’ecosistema leader nell’apprendimento delle lingue – hanno analizzato come l’uso del linguaggio o l’omissione di alcune terminologie riveli le complesse dinamiche legate al cambiamento climatico e hanno sviluppato un glossario utile a comprendere i concetti chiave dei discorsi sul clima e sull’ambiente.


“Le parole che usiamo per descrivere la crisi climatica sono più di semplici termini tecnici: hanno un peso emotivo e sociale. Aiutare le persone a comprendere ed usare correttamente questi termini è cruciale per facilitare un dialogo più informato su questi temi” spiega Esteban Touma Portilla, Content Producer e insegnante di Babbel Live, la piattaforma che offre lezioni online dal vivo tenute da insegnanti altamente qualificati. “Il modo in cui parliamo del cambiamento climatico non è solo una questione di parole: è una questione di azione. Le parole che scegliamo hanno infatti la capacità di alimentare la consapevolezza e spingere al cambiamento o, al contrario, generare confusione”. Il linguaggio gioca un ruolo chiave non solo nella percezione pubblica, ma anche nei contesti politici e scientifici: è quindi importante considerare come in questi scenari esso possa riflettere priorità diverse. L’uso o l’omissione di alcuni termini potrebbe infatti avere un impatto sull’equilibrio tra esigenze ambientali ed economiche. Un esempio rilevante è l’uso del termine “combustibili fossili”, evitato per 28 anni negli accordi finali delle conferenze sul clima. Alla COP26 di Glasgow, nel 2021, si fece per la prima volta menzione esplicita del “carbone”, ma solo alla COP28 si è parlato della necessità di allontanarsi da tutti i combustibili fossili. Tuttavia, la formula scelta, “allontanarsi gradualmente”, è stata considerata dagli attivisti ambientali troppo debole rispetto alla transizione rapida e decisa che essi auspicano; il linguaggio adottato non rifletterebbe difatti l’urgenza della crisi climatica e rischierebbe di rallentare l’azione concreta necessaria.


Anche l’uso di termini come “unabated”, “phase out” e “geoengineering” riflette diverse visioni. L’ambiguità di questi termini solleva degli aspetti interessanti dal punto di vista linguistico, come rilevato dagli esperti di Babbel, che hanno analizzato le implicazioni di tali scelte lessicali: – Unabated: quando si parla di combustibili fossili “unabated” (letteralmente “non ridotto” o “non attenuato”), si fa riferimento a quelli che continuano a essere utilizzati senza alcuna misura per ridurre le emissioni di gas serra, come la cattura del carbonio. In altre parole, i gas serra prodotti da questi combustibili vengono rilasciati direttamente nell’atmosfera, contribuendo significativamente al riscaldamento globale. – Abated: al contrario di “unabated”, significa “ridotto” o “attenuato”. In questo contesto, indica i combustibili fossili il cui utilizzo è accompagnato da tecnologie per catturare una parte delle emissioni, riducendo così l’impatto ambientale. Tuttavia, non esiste una definizione universalmente concordata su quanta parte delle emissioni debba essere trattenuta per poter considerare un combustibile “abated”. – Phase out: traducibile con l’espressione “eliminare gradualmente”,si usa per descrivere l’intenzione di smettere di utilizzare i combustibili fossili in modo definitivo, ma in maniera progressiva nel tempo, fino a che non verranno completamente dismessi. L’espressione implica una chiara eliminazione graduale di un’attività, in questo caso l’uso dei combustibili fossili. È una scelta linguistica che denota un forte impegno a fermare completamente questa pratica, ed è spesso usata nei contesti in cui si vuole sottolineare la necessità di un’azione decisiva per il cambiamento climatico. – Phase down: significa “ridurre gradualmente”, ma non implica necessariamente una completa eliminazione. È un termine meno forte rispetto a “phase out” e suggerisce una diminuzione dell’uso dei combustibili fossili, senza promettere un’eliminazione totale. “Phase down” è una scelta linguistica più morbida, che riflette un impegno meno deciso, una formulazione che può essere percepita come una strategia più prudente che lascia margine a una riduzione progressiva, ma non definitiva, del loro utilizzo. – Geoengineering: si riferisce ad un insieme di tecnologie “speculative” progettate per modificare su larga scala il clima terrestre, con l’obiettivo di mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Questo termine comprende una gamma di interventi ancora poco testati, che spaziano da tecniche come l’iniezione di aerosol nella stratosfera per riflettere la radiazione solare, fino a interventi come la verniciatura dei tetti in colori chiari per ridurre l’assorbimento di calore. Durante la COP28, questo tema ha suscitato dibattiti accesi, con organizzazioni della società civile come la Women and Gender Constituency e la Climate Action Network che avvertono che tali tecnologie speculative potrebbero distogliere l’attenzione dalla necessità urgente di ridurre le emissioni di gas serra: il timore è che la normalizzazione di termini come “geoingegneria” nel discorso sul clima possa portare a una più ampia accettazione di queste tecnologie, rischiando di mettere in secondo piano le discussioni su soluzioni climatiche più efficaci, eque e sostenibili. Infine, stanno emergendo formulazioni alternative che cercano di trasmettere l’urgenza della transizione energetica. Anche qui il linguaggio è fondamentale: termini come “substitution” (sostituzione) legano l’espansione delle rinnovabili alla progressiva sostituzione dei combustibili fossili, aggiungendo verbi come “accelerating” (accelerare) e avverbi come “rapidly” (rapidamente). Questi termini sono spesso accompagnati da parametri temporali precisi, come “by this decade” (entro questo decennio), e cercano di trasmettere l’urgenza della transizione energetica. Anche in questo caso, le formulazioni possono apparire più o meno incisive, suggerendo diversi gradi di impegno da parte dei governi e degli attori politici.

Tennis, Ferrara torna dopo il caso Sinner, in team con Berrettini

Tennis, Ferrara torna dopo il caso Sinner, in team con BerrettiniRoma, 12 nov. (askanews) – Da Jannik Sinner a Matteo Berrettini: secondo quanto riportato da “Il Tennis Italiano”, l’ex preparatore atletico del n° 1 del mondo, Umberto Ferrara affiancherà il tennista romano nella prossima stagione. Il 55enne bolognese non fa più parte dello staff di Sinner, così come il fisioterapista Luca Naldi, dallo scorso agosto, poco prima dell’inizio dello US Open, a causa delle note vicende legate al caso Clostebol (sono stati sostituiti rispettivamente da Marco Panichi e Ulises Badio). In passato Ferrara ha seguito tra gli altri Ludmilla Samsonova, Stefano Travaglia e Marco Cecchinato. Ora è pronto ad una nuova avventura in attesa di scoprire quale sarà il successore di Francisco Roig nel ruolo di coach di Berrettini.

Visa riconosce i creator come piccole imprese

Visa riconosce i creator come piccole impreseRoma, 12 nov. (askanews) – In occasione della sessione di apertura del Web Summit di Lisbona, Visa ha presentato importanti iniziative a supporto dei digital creator. Consapevole dell’impatto che questi hanno sull’economia digitale, la società riconosce ufficialmente i creator come piccole imprese. Oggi, i creator possono pagare ed essere pagati in modo semplice e sicuro utilizzando gli strumenti finanziari, le risorse e i prodotti Visa messi a disposizione delle piccole imprese di tutto il mondo.


Visa, informa una nota, sta anche supportando i creator per essere pagati più velocemente. Secondo un sondaggio condotto dall’azienda, più di due terzi sono alle prese con pagamenti lenti che ostacolano la loro crescita . Visa Direct risponde a questo problema attraverso partnership con piattaforme di social media e marketplace al fine di aiutarli a ricevere i pagamenti in tempo reale sulla loro carta di debito. “È incredibilmente gratificante vedere che il mondo finalmente riconosce i creator come la forza trainante dell’economia digitale”, ha dichiarato Stefano M. Stoppani, Country Manager di Visa Italia. “Siamo orgogliosi di supportare questi giovani imprenditori a far crescere le loro attività, sia che si tratti di aiutarli ad accedere ai finanziamenti con una soluzione di capitale circolante di piccole dimensioni, sia che si tratti di aiutarli a essere pagati in tempo reale sulla loro carta di debito”.


Visa ha, inoltre, annunciato l’ampliamento della partnership con Pharrell Williams, musicista e regista vincitore di un GRAMMY Award e nominato agli Academy Award, nonché imprenditore e filantropo. Brand Advocate di Visa e protagonista del film “Prodigies”, la società è orgogliosa di collaborare con Pharrell in due delle sue iniziative filantropiche: Black Ambition e YELLOW. Nel 2019 Pharrell ha fondato YELLOW, un’organizzazione no-profit che mira a fornire pari opportunità per i giovani attraverso l’istruzione. Nell’ambito dell’ampliamento della partnership, Visa fornirà strumenti e risorse di inclusione finanziaria e digitale agli studenti di YELLOW, con l’obiettivo di migliorare l’alfabetizzazione finanziaria.


Pharrell ha annunciato la partnership insieme al Chief Marketing Officer di Visa, Frank Cooper III, in occasione del Web Summit, durante il quale hanno discusso di come le aziende e gli individui possano sfruttare la potenza della creator economy. “Visa riconosce da tempo che i creator svolgono un ruolo fondamentale nel plasmare la cultura che ha un impatto significativo sul commercio”, ha dichiarato Cooper. “Pharrell incarna lo spirito di questi professionisti e, per questo, siamo entusiasti di ampliare la nostra partnership con lui”.


“In quanto creator, artista e filantropo, sono entusiasta di aiutare gli altri a realizzare i propri sogni,” ha affermato Pharrell Williams. “Questa collaborazione ci permetterà di supportare gli studenti e le piccole imprese delle comunità nere e ispaniche, infondendo in loro uno spirito di miglioramento continuo e ispirandoli a lottare ogni giorno per l’eccellenza.” Questi impegni si affiancano al sostegno continuo alla comunità dei creator. L’iniziativa si aggiunge a programmi come “GetP@id”, la social series di Visa in cui gli influencer sostengono e insegnano ai loro allievi come trasformare le loro passioni in denaro, e il primo Creator Summit di Visa. L’evento di due giorni si terrà a Tokyo alla fine di novembre, in collaborazione con leader del settore come Amplify e influencer emergenti. Insieme agli esperti di Visa, gli influencer, sia aspiranti che affermati, impareranno come compiere il passo successivo nel loro viaggio digitale di piccola impresa, compreso il modo migliore per pagare ed essere pagati.

Imprese, Confimitalia: Edlira Kraja nuova Presidente

Imprese, Confimitalia: Edlira Kraja nuova PresidenteRoma, 12 nov. (askanews) – Cambio al vertice per Confimitalia. La Confederazione Imprese Italiane si rinnova completamente a partire dai vertici con l’arrivo della nuova Presidente, Edlira Kraja. Nuova anche la squadra di presidenza composta da Rosalia Panzanella, Presidente Nazionale Aggiunto; Giuseppina Mesiano, Vice Presidente Nazionale; Francesco Spena Barretta, Coordinatore Nazionale; Narcisa Iolena Dita, Tesoriere e Responsabile Amministrativo; Paolo Vesparoli, Responsabile Tecnologie Informatiche e Privacy.


Confimitalia, informa una nota, nasce nel 2016 dall’esperienza ventennale dei suoi fondatori, che consente di affiancare le aziende nella gestione del processo di vita dell’impresa e permettere loro di cogliere le opportunità di sviluppo in un mercato in continua evoluzione e trasformazione. La Confederazione non ha finalità di lucro, e ha come obiettivo lo sviluppo delle condizioni culturali, morali, professionali, giuridiche, economiche degli associati, sul fondamento della libertà, della giustizia nella società e della partecipazione alla risoluzione dei problemi che caratterizzano di volta in volta il confronto tra mercato, impresa, produzione e lavoro. La Confederazione – concepita in pieno spirito di libertà, democrazia, indipendenza politica – si rivolge agli imprenditori di tutti i settori produttivi e a tutti gli organismi imprenditoriali correlati: artigiani, commercianti, ambulanti, PMI, agricoltori, caccia e pesca, operatori del terzo settore, liberi professionisti, consorzi. Si articola in settori di rappresentanza, fra cui: Artigianato, Agricoltura e Agroalimentare, Commercio, Ambiente, Turismo, Terzo Settore, Caccia e Pesca, Servizi, PMI e altri, strutturati in comparti, molto snelli e con responsabilità e compiti certi. I servizi offerti vanno dall’assistenza contrattuale, alla rappresentanza degli imprenditori, formazione e sicurezza, certificazione dei contratti di lavoro, tutela legale, servizi di CAF impresa, vertenze e conciliazioni di lavoro, promozione sociale, assistenza legale, fiscale, societaria, consulenza per i produttori agricoli attraverso gli Sportelli del CAA-SAE Srl, assistenza per la gestione delle Colf e Badanti.


“Confimitalia – spiega la Presidente Kraja – è partner delle imprese. Il nostro motto è ‘Insieme per crescere’, perché vogliamo assistere le imprese in ogni ambito. Assistenza continuativa in materia societaria, amministrativa, legale, della formazione e della sicurezza sindacale e previdenziale, contabile e fiscale, definendo soluzioni che semplificano la pianificazione e il controllo aziendale, al fine di garantire all’imprenditore un vantaggio competitivo, essenziale per cogliere nuove opportunità e innovare continuamente il proprio business con un approccio pratico e diretto, al fine di agevolare e implementare il rapporto con i propri dipendenti nella nuova era digitale”.

Disagi psicologici, ne soffrono 2,7 mln di ragazzi fra i 10 e i 20 anni

Disagi psicologici, ne soffrono 2,7 mln di ragazzi fra i 10 e i 20 anniRoma, 12 nov. (askanews) – Isolamento, difficoltà nel relazionarsi, apatia e attacchi di panico; questi sono solo alcuni dei disagi che, secondo l’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Bilendi, colpiscono oltre 2,7 milioni di giovani con età compresa tra i 10 e i 20 anni. Eppure, quasi una famiglia su due sceglie di non ricorrere a cure specialistiche adeguate, spesso anche per ragioni di natura economica.


L’indagine – realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale* – ha evidenziato come i disagi giovanili siano un fenomeno che colpisce ormai una fetta ampissima della popolazione: dalla pandemia ad oggi ben 4 ragazzi su 10 con età compresa tra i 10 e i 20 anni hanno manifestato una o più problematiche di natura psicologica. Una vera e propria impennata di casi. Analizzando più da vicino le fasce anagrafiche, emerge che sebbene i disagi si comincino a manifestare in maniera evidente sin dai 10 anni di età, i più colpiti da questi problemi sono i ragazzi con età compresa tra i 15 e i 17 anni (46,3%) e quelli nella fascia 13-14 anni (44,6%).


I disagi più diffusi Isolamento nella propria stanza (20,3%, pari a più di 1,2 milioni di ragazzi), difficoltà nelle relazioni con i coetanei (17,1%) e diverse forme di apatia (11,7%), come detto, sono risultati essere i problemi psicologici più diffusi tra i giovani con età compresa tra i 10 e i 20 anni. Ma la lista è purtroppo lunga. Continuando a leggere i dati dell’indagine si scopre che, ad esempio, il 9,4% dei ragazzi, pari a circa 588.000 individui, soffre di attacchi di panico (percentuale che cresce fino a sfiorare l’11% tra i 18-20enni), mentre sono quasi 530.000 (8,5%) quelli che manifestano disturbi alimentari (fenomeno particolarmente diffuso nella fascia 13-17 anni). La depressione colpisce 335.000 ragazzi (con un’incidenza che arriva addirittura al 7% tra i giovani con età 18-20 anni), mentre sono almeno 94.000 i giovani che fanno abuso di alcol o usano sostanze stupefacenti; sebbene si tratta di un comportamento diffuso maggiormente nella fascia 18-20 anni, preoccupa vedere come questo fenomeno inizi a manifestarsi già a partire dai 10-12 anni.


Colpisce, infine, vedere come si diventi bulli molto presto e, addirittura, circa 40.000 bambini abbiano iniziato ad avere atteggiamenti di violenza verso altri prima ancora di aver compiuto i 12 anni. Famiglie, cure e costi Fa riflettere vedere che, a fronte di una situazione di disagio, quasi 1 famiglia su 2 (42%) abbia scelto di non fare ricorso ad un medico specializzato per affrontare la situazione. Tra questi, il 70% dei genitori intervistati ha detto di aver preso la decisione perché “riteneva non necessario l’intervento di un medico”; il 12,5%, invece, ha dichiarato di non poterselo permettere economicamente, dato equivalente a 133mila ragazzi non curati per questa ragione.


Ma nell’1,7% dei casi la famiglia ha preferito tenere la problematica confinata tra le mure domestiche perché non voleva si sapesse in giro del disagio vissuto dal figlio. Rivolgersi ad uno specialista ha costi che non sempre è facile affrontare; tra gli intervistati che hanno fatto ricorso all’aiuto di un medico, il 33,4% ha optato per la sanità privata, con una spesa media pari a 1.826 euro. Cifre importanti che nell’80% dei casi sono state sostenute con risparmi personali, mentre il 7,7% dei rispondenti ha detto di aver chiesto un prestito ad una società di credito. Marginale l’intervento delle assicurazioni private, usate solo dal 4,4% delle famiglie. “In generale, la copertura assicurativa per questo tipo di spese è ancora molto rara. Nella maggior parte dei casi il rimborso avviene solamente per sedute di psicoterapia a seguito di grave infortunio o invalidità”, chiariscono gli esperti di Facile.it “C’è sempre e comunque necessità di una prescrizione medica, che certifichi un disturbo (es. anoressia). Senza di questo, non è mai possibile farsi rimborsare. Va valutato caso per caso se la polizza, sia essa una sanitaria individuale o un fondo a cui contribuisce il proprio datore di lavoro, tuteli il sottoscrittore. Tutti, comunque, possono chiaramente ricorrere ad un prestito personale in maniera tale da non dover rinunciare per ragioni economiche ad un aiuto fondamentale per la serenità psicologica dei propri figli”.

Libri, esce “Renzo Arbore Bontà Vostra” di Gianni Garrucciu

Libri, esce “Renzo Arbore Bontà Vostra” di Gianni GarrucciuRoma, 12 nov. (askanews) – Rai Libri presenta “Renzo Arbore Bontà Vostra” di Gianni Garrucciu, edizione aggiornata e ampliata di “Renzo Arbore, vita, opere e (soprattutto) miracoli”, che ricostruisce le varie figure del “Renzo nazionale” e raccoglie gli interventi di personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, dell’arte, che danno una lettura a tutto tondo del personaggio: da Pippo Baudo a Roberto Benigni, da Gianni e Barbara Boncompagni a Carlo Conti, Fiorello, Nino Frassica, Marisa Laurito, Mariangela Melato, Gigi Proietti, Gege Telesforo, Paolo Villaggio e tanti altri ancora.


Il libro propone anche una rilettura critica dell’uomo e dell’artista, di un personaggio trasversale che ha saputo unire generazioni e pubblici diversi nel nome della cultura popolare, contribuendo alla trasformazione del prodotto e del linguaggio, in radio come in televisione, nella musica come nel cinema. A impreziosire il volume la prefazione di Sergio Zavoli e l’ampia introduzione firmata dallo stesso Arbore. “Renzo Arbore Bontà Vostra” edito da Rai Libri nella collana Optima, è in vendita nelle librerie e negli store digitali dal 13 novembre 2024. Euro: 12,90.

Caritas: in povertà assoluta una persona su 10. Il dato non cala

Caritas: in povertà assoluta una persona su 10. Il dato non calaRoma, 12 nov. (askanews) – “Oggi in Italia vive in una condizione di povertà assoluta il 9,7% della popolazione, praticamente una persona su dieci. Complessivamente si contano 5 milioni 694mila poveri assoluti, per un totale di oltre 2 milioni 217mila famiglie (l’8,4% dei nuclei)”. E’ quanto rileva Caritas Italiana nel Rapporto Povertà 2024, presentato oggi.


“Il dato, in leggero aumento rispetto al 2022 su base familiare e stabile sul piano individuale, risulta ancora il più alto della serie storica, non accennando a diminuire. Se si guarda infatti ai dati in un’ottica longitudinale, dal 2014 ad oggi la crescita è stata quasi ininterrotta, raggiungendo picchi eccezionali dopo la pandemia, passando dal 6,9% al 9,7% sul piano individuale e dal 6,2% all’8,4% sul piano familiare”, conclude Caritas.

Lavoro, Manpower: 63% italiani positivi ma 1 su 3 lo vuole lasciare

Lavoro, Manpower: 63% italiani positivi ma 1 su 3 lo vuole lasciareRoma, 12 nov. (askanews) – In Italia, il 63% dei lavoratori e delle lavoratrici ha una percezione positiva del proprio posto di lavoro. Nonostante ciò, il 53% delle persone afferma di sentirsi stressato dal lavoro, tanto che più di uno su tre (36%) ha in programma di abbandonarlo entro i prossimi sei mesi. Sono alcune delle conclusioni del primo Global Talent Barometer di ManpowerGroup, multinazionale di lavoro interinale e risorse umane, che ha effettuato lo studio in 16 Paesi su un campione di oltre 12.000 intervistati, riporta un comunicato, anche attraverso nuove metriche legate all’ambito professionale nelle aree del benessere, della soddisfazione e della fiducia.


Secondo lo studio, il 63% di persone che in Italia ha una percezione positiva del proprio lavoro è leggermente al di sotto del dato medio globale, che si attesta al 67%. Questo valore deriva dall’analisi di tre indici: Benessere, Soddisfazione lavorativa e Fiducia. In Italia, in particolare, il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici registra un livello di benessere complessivamente positivo nel proprio ambiente di lavoro (rispetto a un Indice Benessere globale del 64%). Inoltre, il 58% si ritiene soddisfatto a livello lavorativo (Indice Soddisfazione lavorativa globale 63%) e il 70% ha fiducia nelle proprie competenze e nel proprio posto di lavoro (Indice Fiducia globale 74%). Andando invece a scomporre l’indice sulla soddisfazione lavorativa, il 57% degli italiani e delle italiane confida che i propri interessi nello sviluppo della carriera siano tutelati dai manager aziendali. Un valore relativamente basso, dice Manpower, che spinge le persone a guardarsi intorno: più di un lavoratore e lavoratrice su tre (36%) intende cambiare impiego nel prossimo semestre e il 48% è convinta/o di poter trovare un lavoro in linea con le proprie esigenze nell’arco di sei mesi. Inoltre, circa un italiano su quattro (27%) non si sente sicura/o del proprio posto di lavoro e teme che entro sei mesi sarà costretta/o a lasciarlo.


“Il rapporto tra persone e aziende si sta evolvendo rapidamente. Per trattenere le migliori collaboratrici e collaboratori, in una situazione di crescente talent shortage e mismatch di competenze, il solo stipendio non è più sufficiente. Le persone si aspettano che il lavoro offra loro qualcosa di più: maggiore equilibrio, più opportunità, più empatia”, ha dichiarato Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di ManpowerGroup Italia. “Sebbene il 75% delle persone in Italia trovi uno scopo nel proprio lavoro, i dati del nostro Global Talent Barometer dimostrano che questo da solo non è sufficiente a trattenere i talenti. Le persone sono alla ricerca di ambienti di lavoro che offrano servizi su più fronti, dal supporto per la salute mentale e l’equilibrio tra vita privata e lavoro allo sviluppo della carriera e alla formazione delle competenze. Le organizzazioni che riescono a creare questi ambienti a misura d’uomo non solo tratterranno i migliori talenti, ma guideranno anche l’innovazione nel dinamico mercato odierno”. Per quanto riguarda l’indice relativo al benessere , in Italia la maggioranza delle persone (75%) ritiene che il proprio lavoro abbia significato e uno scopo, si sente allineata (68%) coi valori e la visione della propria azienda e ritiene di essere supportata (61%) per quanto riguarda l’equilibrio vita-lavoro. Tuttavia, ben il 53% delle/degli intervistati afferma di sentirsi stressato sul lavoro su base quotidiana.


Per quanto riguarda la fiducia in sé stessi e nel proprio lavoro, l’Italia fa registrare valori molto elevati per ogni componente dell’indice, prosegue Manpower. L’85% delle/degli intervistate/i ritiene di avere le capacità e l’esperienza richieste dalla posizione e il 74% di avere le tecnologie e gli strumenti necessari. Tuttavia, quando si tratta di sviluppo di carriera si rileva una differenza tra potenzialità e opportunità: il 68% dei talenti sostiene di avere in azienda l’opportunità di migliorare le proprie skills per avanzare la posizione lavorativa, ma soltanto il 53% ritiene di avere effettivamente la possibilità di ottenere una promozione. A livello territoriale, benché si registri una percezione simile lungo tutta la penisola, alcuni valori mostrano fluttuazioni rilevanti. La percentuale di persone che dichiarano di temere di dover lasciare il posto di lavoro è più alto nel Sud e Isole (30%) e nel Centro (29%) rispetto a Nordovest (24%) e Nordest (22%). Al contrario, dalle rilevazioni risulta che in Centro Italia ci sia un’alta percezione di poter migliorare le proprie competenze (77%) e la propria carriera (61%), mentre la percezione di miglioramento più bassa si registra nel Nordest sia per le competenze (63%) sia per la carriera (46%).


L’analisi, prosegue il comunicato, registra varie differenze anche tra le diverse generazioni. In particolare, la generazione Z si dichiara la più stressata (57%) e di gran lunga la più incline a cambiare impiego per propria scelta nei prossimi mesi (49%). Sono anche coloro che hanno più difficoltà a trovare significato e scopo nel proprio lavoro (63%). La generazione dei Millennial invece (28-43 anni) è quella che intravede più possibilità di carriera (60%). Per quanto riguarda i singoli settori, la percentuale di persone stressate più alta si registra nei beni di consumo e servizi (61%) e nella sanità e life sciences (59%), mentre la più bassa è nei trasporti, logistica e automotive con il 38%. I lavoratori e le lavoratrici di quest’ultimo settore sono anche i meno intenzionati a cambiare lavoro a breve (15%), mentre nei beni di consumo e servizi intende farlo uno su due (50%).

Cinema, boom al botteghino per il 42esimo Torino Film Festival

Cinema, boom al botteghino per il 42esimo Torino Film FestivalRoma, 12 nov. (askanews) – Boom di biglietti acquistati per il 42esimo Torino Film Festival che prenderà il via il prossimo 22 novembre: +58,9% nel primo week-end in cui sono state aperte le prevendite, rispetto allo scorso anno.


Un dato significativo se si considera che i titoli in programma di questa edizione sono 120, numero ben inferiore ai 181 film presentati in Selezione Ufficiale del 2023 (senza considerare i fuori programma) e che testimonia l’attesa e l’interesse per i film scelti dal direttore Giulio Base e dal comitato di selezione del 42TFF. Il Torino Film Festival è realizzato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del Ministero della Cultura Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT.

A metà novembre sugli scaffali l’avocado biologico siciliano Brio

A metà novembre sugli scaffali l’avocado biologico siciliano BrioRoma, 12 nov. (askanews) – Arriverà sugli scaffali a partire da metà novembre Brio, l’avocado biologico siciliano prodotto dalla azienda del Gruppo Alegra specializzata nell’ortofrutta biologica che, insieme al partner Alce Nero, ha avviato nel 2023 un ambizioso progetto per sviluppare la produzione “Made in Italy” di questo frutto.


L’avocado bio Italiano Alce Nero arriverà nei banchi dell’ortofrutta a metà novembre e sarà disponibile fino alle fine di febbraio in diversi grazie al lavoro di un gruppo di produttori altamente specializzati concentrati in provincia di Catania. Per questa prima campagna di commercializzazione saranno disponibili frutti della varietà Hass ma già dal 2025 il mercato vedrà un aumento significativo dei volumi e l’arrivo anche di frutti precoci della varietà Bacon: l’obiettivo è di ampliare la disponibilità dell’avocado italiano da ottobre a fine marzo. “Brio è stata una pioniera della vendita dell’avocado biologico, puntando su questo frutto fin dai primi anni 2000 – commenta il direttore commerciale, Mauro Laghi – Il nostro obiettivo, fin da subito, è stato quello di garantire al consumatore un prodotto di qualità elevata e certificata per 12 mesi all’anno: un risultato che abbiamo raggiunto grazie a forniture provenienti dalle aree del mondo più vocate, in primis Spagna e Perù, alle quali oggi, finalmente, si affianca una produzione consistente 100% made in Italy, coltivata in Sicilia e lavorata nei nostri stabilimenti”.


Il progetto è stato avviato nel 2023 ma è con questa campagna che i quantitativi hanno cominciato a farsi interessanti anche per la Gdo. “L’avocado è un prodotto in forte crescita, sempre più richiesto dal consumatore per le sue caratteristiche nutrizionali uniche, e da sempre distintivo dell’offerta di Brio – prosegue Laghi – L’anno scorso i volumi disponibili hanno consentito di effettuare test commerciali mirati, ma per il 2024-2025 intendiamo garantire una presenza continuativa nei reparti ortofrutta dei nostri clienti”.