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Tag: Sanremo 2023

Cia ad Eima: subito decreti attuativi su agricoltori under 40

Cia ad Eima: subito decreti attuativi su agricoltori under 40Roma, 7 nov. (askanews) – Tra tre mesi la tanto attesa legge sull’imprenditoria agricola giovanile compirà un anno dalla sua approvazione in Parlamento, ma non c’è ancora traccia dei decreti attuativi per utilizzare le già scarse risorse messe a disposizione. Cia-Agricoltori Italiani e Agia, la sua Associazione dei giovani imprenditori attivano di nuovo il countdown per le istituzioni e da Eima, in corso a Bologna Fiere, rilanciano l’impegno, in prima linea, per traghettare la norma oltre gli ostacoli della burocrazia.


Per questo, continua il dialogo diretto con il presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei deputati e primo firmatario della legge, Mirco Carloni, intervenuto oggi in fiera, alla Sala Quadriportico, per l’incontro promosso da Agia-Cia proprio sul futuro del comparto e sul ruolo del ricambio generazionale nei campi, dando seguito al lavoro congiunto già portato avanti per la stesura della legge. “Al momento, però, abbiamo un’attuazione con le quattro frecce -hanno commentato il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, e di Agia-Cia, Enrico Calentini – Così, nonostante la soddisfazione per il percorso intrapreso insieme e che ha recepito diverse delle nostre proposte, siamo ancora ai nastri di partenza. I decreti dedicati agli sgravi fiscali, come per le spese notarili e la formazione, sono prioritari”.


Il nodo risorse, poi, il più dibattuto dopo l’iniziale annuncio dei 200 milioni euro in arrivo con la legge Carloni, di cui 156 milioni dal 2024 al 2029. “Il primo anno, per il quale era stato previsto uno stanziamento di 15 milioni di euro per il primo insediamento, è già sfumato -aggiungono Fini e Calentini- e non abbiamo evidenza degli importi effettivi, come dell’uso che se ne vorrà fare nel breve e medio termine. Abbiamo condiviso subito l’approccio della legge 36, soprattutto nella volontà di dare ai giovani strumenti d’investimento importanti per l’accesso al credito e, quindi, per lo sviluppo vero della loro imprenditorialità. Adesso, dobbiamo fare quadrato affinché la riforma strutturale introdotta, si dimostri davvero smart nella sua applicazione, altrimenti diventerà puro esercizio anacronistico”. Infine, l’Onilga, l’Osservatorio nazionale per l’imprenditoria e il lavoro giovanile in agricoltura, istituito lo scorso luglio, ma mai convocato, quando per Agia-Cia rappresenta un contesto indispensabile al disegno di nuove politiche coerenti con i tempi e con i risultati finora raggiunti, anche in linea con gli obiettivi Ue e la risoluzione Carvalhais sul ricambio generazionale nel comparto”.

Aumento siccità moltiplica le migrazioni interne in tutto il mondo

Aumento siccità moltiplica le migrazioni interne in tutto il mondoRoma, 7 nov. (askanews) – L’aumento delle ondate di calore e dei periodi di siccità dovuto al cambiamento climatico sta portando milioni di persone a lasciare le loro case per spostarsi altrove. In molti casi questi movimenti migratori avvengono però tra regioni diverse dello stesso stato e restano così spesso invisibili.


Per cercare di quantificare e tracciare questo fenomeno, un gruppo internazionale di studiosi ha elaborato per la prima volta i dati delle migrazioni interne avvenute in 72 paesi tra il 1960 e il 2016. I risultati – pubblicati su “Nature Climate Change” – mostrano in che modo l’aumento della siccità favorisce lo spopolamento delle regioni colpite, soprattutto se si tratta di territori con una forte diffusione dell’agricoltura. “L’aumento della siccità ha un impatto significativo sulle migrazioni interne in particolare nelle regioni aride dell’Europa meridionale, del sud dell’Asia, dell’Africa, del Medio Oriente e del Sud America”, spiega Raya Muttarak, professoressa al Dipartimento di Scienze Statistiche “Paolo Fortunati” dell’Università di Bologna, tra gli autori dello studio. “Questi fenomeni migratori sono influenzati dal livello di ricchezza, dalla dipendenza dall’agricoltura e dal livello di urbanizzazione delle aree di origine e di destinazione: in particolare le regioni rurali e agricole sono quelle più colpite dallo spopolamento”.


Molte aree del mondo – evidenzia Unibo in una nota – stanno subendo prolungati periodi di siccità e un conseguente aumento dell’aridificazione a causa dell’aumento delle temperature e dei cambiamenti nella stagionalità delle precipitazioni. Secondo la Banca Mondiale, questi fenomeni potrebbero spingere fino a 216 milioni di persone, entro il 2050, a lasciare le loro case e migrare in altre regioni del loro paese. Si tratta di movimenti migratori già in corso ma finora poco studiati. Per indagarli più da vicino, i ricercatori hanno elaborato i dati presenti in 201 censimenti di 72 Paesi nel periodo compreso tra il 1960 e il 2016. In questo modo, analizzando 107.840 movimenti migratori tra le 1.410 regioni amministrative considerate, hanno dato vita, per la prima volta, a un database globale delle migrazioni interne. I dati mostrano chiaramente che le migrazioni aumentano con l’aumentare dei livelli di aridità: la pressione climatica porta le popolazioni a un punto in cui lasciare la propria casa diventa l’unica soluzione possibile. Una spinta alla migrazione che coinvolge soprattutto le persone più giovani, nella fascia di età tra 21 e 30 anni, in prevalenza maschi e con un livello di istruzione medio-alto.


“Mentre gli effetti del cambiamento climatico continuano a mostrarsi davanti ai nostri occhi, i modelli previsionali suggeriscono che continueranno ad aumentare la frequenza e la dimensione dei periodi di siccità in varie regioni del pianeta”, aggiunge Muttarak. “Problemi di scarsità idrica e difficoltà nella gestione dei terreni agricoli diventeranno sempre più profondi in queste aree, costringendo le popolazioni a cercare condizioni di vita migliori altrove”. A partire da questi scenari – suggeriscono gli studiosi – diventa fondamentale creare dei corridoi migratori, offrendo strutture e infrastrutture adeguate a sostenere i movimenti delle persone, oltre a servizi sociali e sanitari in grado di gestire le necessità di popolazioni urbane in continua crescita. “Sono necessarie politiche per promuovere la diversificazione delle attività economiche, soprattutto nelle regioni molto legate all’agricoltura, e reti sociali di sostegno che possano mitigare il ricorso forzato alla migrazione”, conferma Muttarak. “Solo in questo modo sarà possibile proteggere le popolazioni e favorire la resilienza nelle comunità colpite da siccità e aridificazione”.

Venerdì 8 è sciopero di 24 ore per bus, metro e tram

Venerdì 8 è sciopero di 24 ore per bus, metro e tramRoma, 7 nov. (askanews) – “Domani, venerdì 8 novembre sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale con prestazioni ridotte nelle fasce di garanzia e manifestazione a Roma, dalle 10.30, davanti al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture”. A proclamarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna “per il rinnovo del contratto nazionale, per la carenza di risorse, per la mancanza di politiche di programmazione, per la riforma del settore e per la salute e sicurezza sul lavoro”.


“Venerdì 8 novembre, a differenza dei precedenti scioperi – riferiscono le organizzazioni sindacali – non si prevede, nel rispetto della legge 146 che regolamenta il diritto di sciopero e una volta sola nell’ambito della vertenza di rinnovo di un contratto nazionale, la garanzia totale del servizio nelle fasce orarie che tutelano la mobilità dei viaggiatori ma sarà garantito, durante le fasce orarie previste a livello locale, l’utilizzo del 30% del personale viaggiante ed inoltre i servizi assolutamente indispensabili per la generalità degli utenti come collegamenti con porti e aeroporti nonché quelli specializzati di particolare rilevanza sociale quali trasporto dei disabili e scuola bus per materne e elementari”.

Acqua, Confagricoltura e Utilitalia fanno il punto a Ecomondo

Acqua, Confagricoltura e Utilitalia fanno il punto a EcomondoRoma, 7 nov. (askanews) – Rispondere ai cambiamenti climatici, garantire la sicurezza dei territori, formare e informare; e ancora diffondere principi e pratiche di circolarità e promuovere ricerca e digitalizzazione. Sono queste le proposte comuni al centro del Protocollo d’intesa tra Confagricoltura, la più antica Organizzazione di tutela e di rappresentanza delle imprese agricole, e Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche.


Oggi, alla Fiera Ecomondo di Rimini, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori a un anno di distanza dalla firma del Protocollo, che punta a ripensare la gestione della risorsa idrica in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità. Per rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici, Confagricoltura e Utilitalia ribadiscono che servono nuove infrastrutture e un piano straordinario di manutenzione di quelle esistenti. Sul primo fronte bisogna aumentare la percentuale dell’11% di acqua piovana che attualmente viene trattenuta in bacini con funzioni di riserva idrica ed è necessario realizzare bacini medio-grandi ad uso plurimo, pur mantenendo la possibilità, in relazione a specifiche condizioni territoriali, di favorire anche la creazione di piccoli bacini a servizio di una rete di imprese agricole.


Sul fronte del piano di manutenzione, l’attenzione va posta ai grandi invasi, che hanno un’età media di 62 anni: delle 350 grandi dighe esistenti, solo la metà è in pieno esercizio e problemi strutturali come l’interramento riducono del 30% la capacità di accumulo. Elevare gli investimenti nel servizio idrico, superando le gestioni comunali in economia, inoltre, contribuirebbe a destinare risorse crescenti per ridurre le perdite di rete: occorre passare dagli attuali 4 miliardi di euro di investimenti annui, a 6 miliardi di euro, il 25% dei quali andrebbe destinato al potenziamento della rete idrica. Confagricoltura e Utilitalia ritengono inoltre che l’utilizzo delle acque reflue depurate per fini irrigui sia una priorità, in linea con le buone pratiche dell’economia circolare. Attualmente, secondo i dati ISPRA, in Italia sono operativi 79 impianti per la produzione di acque di riuso, ma solo 16 sono dotati di una rete per la distribuzione e l’utilizzo dell’acqua affinata per l’irrigazione dei campi. Questi numeri sono ancora troppo ridotti: nel nostro Paese ci sono 7.781 impianti di depurazione dotati di sistema di trattamento avanzato, che potrebbero essere potenziati per la produzione di acqua per il riuso. Se tali progetti dovessero essere realizzati, la percentuale di acque reflue utilizzate in agricoltura potrebbe aumentare significativamente. Il riutilizzo rappresenta una misura con un potenziale enorme: circa 6,7 miliardi di metri cubi all’anno di acque depurate utilizzabili direttamente.


Rispetto al riutilizzo dei fanghi, in un’ottica di economia circolare, è necessario riportare nel terreno sostanze nutritive e carbonio organico, spesso carenti. La sfida è passare dalla cultura dello scarto a quella della prevenzione, del riciclo e della valorizzazione economica. L’agricoltura, che è il perno delle nuove strategie europee sulla bioeconomia, può contribuire significativamente al riutilizzo dei fanghi di depurazione come biofertilizzanti. Tuttavia, è essenziale sviluppare certificazioni di qualità degli stessi che garantiscano sicurezza per l’agricoltore e consumatore. In questo primo anno di collaborazione, partendo dalla consapevolezza dell’impatto crescente dei cambiamenti climatici sulla disponibilità idrica che rende necessario ripensare la gestione della risorsa in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità, Confagricoltura e Utilitalia hanno promosso una serie di iniziative congiunte. Sono stati organizzati momenti di confronto con stakeholder nazionali e internazionali, attività di formazione per tecnici e aziende e sono state messe in campo proposte comuni per infrastrutture idriche più efficienti, con l’obiettivo di favorire un’agricoltura e un servizio idrico integrato sempre più circolari e resilienti, contribuendo alla gestione sostenibile e oculata della risorsa acqua.

Videogame, torna isybank University Master, alla quinta edizione

Videogame, torna isybank University Master, alla quinta edizioneRoma, 7 nov. (askanews) – Dopo il successo della scorsa edizione, con oltre 200mila spettatori in live streaming, torna “isybank University Master”, competizione italiana sui videogames che vede protagonisti gli studenti universitari dei principali atenei, mettendo in palio per i vincitori premi finalizzati alla formazione universitaria.


La manifestazione è organizzata da 2WATCH, l’entertainment hub delle nuove generazioni, ed è sostenuta da isybank, la banca digitale di Intesa Sanpaolo, title sponsor dell’intera manifestazione e da Adecco. Giunta alla sua quinta edizione, con la partecipazione di migliaia di studenti da tutta Italia, la competizione promette spettacolo e adrenalina. I gamer universitari potranno scontrarsi su due dei giochi più amati del panorama competitivo: Clash Royale e Rocket League. Le qualificazioni si terranno online, dando la possibilità a tutti di partecipare comodamente da casa. Il torneo è suddiviso in sei turni di qualificazione online che si stanno svolgendo in queste settimane. Da queste sfide emergeranno i dodici migliori giocatori che si qualificheranno per la finalissima dal vivo, il Torneo dei Campioni che sarà disputato il 22 novembre con un appuntamento durante la Milan Games Week, la più importante fiera di gaming d’Italia. La finalissima sarà presentata da Bryan Ronzani alias “Bryanbox” e Antonella Arpa alias “Himorta.


Per Rocket League, i fan saranno guidati dalle voci di Simone Lonardi, alias “ReUltras”, e Michele Zuddas, conosciuto come “Ztan”. Per Clash Royale, la telecronaca sarà affidata a Luigi Puccianti, noto come “Gigi”, e Diego Contò, alias “DC System”. Sarà disponibile anche “Area studio” format di intrattenimento che racconterà gli highlights più avvincenti e sarà condotto da Raffaele Bottone alias Il solito Mute e Giada Cristina Bessi, nota influencer e streamer. Tutti gli incontri, dalle qualificazioni alla finalissima, saranno trasmessi in diretta sui canali Twitch e TikTok di 2WATCH, dando la possibilità a migliaia di spettatori di seguire gli scontri in tempo reale. “isybank University Master” prevede nell’edizione di quest’anno un’importante novità: il “Road to isybank University Master”, un viaggio in itinere tra innovazione e passione per i videogames, che si svolgerà direttamente all’interno delle aule dei principali atenei italiani, con l’intento anche di dialogare sullo stato attuale nel panorama del mondo gaming, analizzando un fenomeno in continua crescita e in costante evoluzione.

Dl infrazioni, Erion Weee: bene via libera emendamenti sui Raee

Dl infrazioni, Erion Weee: bene via libera emendamenti sui RaeeRoma, 7 nov. (askanews) – Erion WEEE esprime grande soddisfazione per l’approvazione degli emendamenti relativi ai Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE), contenuti nella conversione in lokegge del decreto legge 16 settembre 2024, n. 131, “Salva Infrazioni”. Questi emendamenti – che Erion già nel 2022, all’interno del Libro Bianco sui RAEE elaborato congiuntamente agli stakeholder della filiera, aveva individuato come essenziali per lo sviluppo del Sistema RAEE italiano – rappresentano un cambio di passo significativo verso il raggiungimento dei target di raccolta europei.


“Siamo grati al Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e al Parlamento per aver recepito l’esigenza di migliorare la normativa sui RAEE, un tema che abbiamo a cuore da anni” ha dichiarato Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE. “Questi emendamenti non solo semplificano le procedure per i distributori, ma pongono anche l’accento sulla necessità di una comunicazione efficace e incisiva verso i cittadini italiani che, purtroppo, faticano ancora a inquadrare i RAEE come rifiuti che devono essere differenziati, proprio come quelli in carta, plastica e vetro”. Tra le principali novità introdotte c’è l’obbligo per i sistemi collettivi di progettare, realizzare e finanziare programmi di comunicazione, informazione e sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della raccolta separata dei RAEE e sui benefici ambientali ed economici del relativo riciclo. Il Legislatore ha infatti previsto che ogni anno i Consorzi debbano destinare a questa finalità almeno il 3% del totale dei ricavi dell’esercizio precedente.


Un’altra misura cruciale introdotta dalla nuova norma è la radicale semplificazione degli adempimenti a carico dei negozianti per l’effettuazione dei servizi di ritiro “Uno contro Uno” e “Uno contro Zero” dei RAEE. Sono stati eliminati, ad esempio, l’obbligo di iscrizione all’Albo Gestori Ambientali e quello di “tenuta del registro di carico e scarico mediante schedario numerato progressivamente, … dal quale risultino il nominativo e l’indirizzo del consumatore che conferisce il rifiuto e la tipologia dello stesso”. Queste semplificazioni, riducendo in modo significativo gli oneri (in termini di costi e di tempi) a carico dei negozianti, faciliteranno la raccolta dei RAEE e consentiranno al nostro Paese di avvicinarsi agli obiettivi fissati dall’Unione Europea. “Le nuove disposizioni – dichiara Arienti – oltre a facilitare le operazioni di ritiro da parte dei distributori, favoriranno i comportamenti virtuosi dei cittadini, verso i quali saranno finalmente realizzate importanti campagne di comunicazione, come quelle che Erion WEEE ha realizzato negli ultimi anni con il programma DireFareRAEE”.

”Offese a Valditara”, Christian Raimo sospeso dalla docenza

”Offese a Valditara”, Christian Raimo sospeso dalla docenzaRoma, 7 nov. (askanews) – Sospensione per tre mesi dall’insegnamento con una decurtazione del 50% dello stipendio. E’ il provvedimento disciplinare che l’Ufficio scolastico regionale del Lazio ha inflitto a Christian Raimo per le sue “offese” contro il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.


Come spiega Anna Paola Sabatini, Direttore Generale dell’USR Lazio, quelle del docente, già candidato alle Europee con Avs, sono state “dichiarazioni pubbliche offensive”, con cui ha definito Valditara “‘cialtrone’ e ‘lurido’ e che ‘va colpito come la Morte Nera’”, per cui “non possono essere considerate una critica costruttiva; al contrario, si configurano come un’offesa che viola i principi fondamentali di rispetto reciproco e dialogo civile”. “Preme ricordare – prosegue Sabatini in una nota – che il docente era stato già precedentemente oggetto di sanzione perché, in occasione di un suo intervento in una trasmissione televisiva, aveva affermato di incitare i giovani alla violenza. L’offensività delle dichiarazioni assume un carattere di particolare gravità quando sono indirizzate a un rappresentante delle istituzioni. La situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che tali affermazioni sono state proferite da un docente. I docenti ricoprono un ruolo fondamentale nella formazione delle giovani generazioni e dovrebbero rappresentare un esempio di comportamento etico e civile per gli studenti. Incoraggiare il rispetto e la tolleranza è parte integrante della loro missione educativa”.

Il Mar Mediterraneo è sempre più caldo

Il Mar Mediterraneo è sempre più caldoRoma, 7 nov. (askanews) – Nel 2023 le temperature del Mar Mediterraneo hanno raggiunto il valore termico più elevato dall’inizio delle rilevazioni moderne, con un incremento della temperatura media superficiale di oltre 1°C in 25 anni, un progressivo aumento dal 2013 nel Tirreno meridionale, in estensione verso nord, e il riscaldamento degli strati più profondi, fino a 800 metri. È quanto emerge dalle attività condotte da ENEA e INGV nell’ambito del progetto MACMAP e presentate in occasione dei 25 anni dell’attività di rilevamento della temperatura delle acque dei mari Ligure e Tirreno, lungo la tratta Genova-Palermo, in collaborazione con GNV, la compagnia di traghetti del Gruppo MSC.


Oltre all’aumento della temperatura media in superficie, la “fotografia termica” del Mediterraneo, realizzata in 100 campagne durante le quali sono state lanciate oltre 3 mila sonde, evidenzia anche un incremento degli strati più profondi (100-450 metri: +0,4 – +0,6°C; 450-800 m: +0,3 – +0,5°C). Inoltre, dall’analisi delle misure emerge che tra il 2013 e il 2016 il riscaldamento è stato superiore a 0,4 °C, seguito da una leggera diminuzione e da un periodo stazionario negli anni successivi, per poi riprendere ad aumentare progressivamente dal 2021 fino al settembre 2023, quando ha raggiunto il suo massimo. Per un’indicazione dell’entità del fenomeno, va segnalato sia il breve arco temporale in cui è avvenuta questa variazione sia il fatto che per indurre nel mar Tirreno l’aumento di temperatura misurato tra 2015 e 2023 nello strato tra 200 e 800 m di profondità, sarebbe necessaria una quantità di energia pari a decine di volte il consumo di energia elettrica in Italia in un anno. “La serie storica di dati di temperatura lungo la stessa rotta è cruciale per gli studi climatici perché consente di valutarne l’evoluzione temporale evidenziando le possibili variazioni quindi di capire se nel tempo c’è stato un riscaldamento o un raffreddamento lungo colonna d’acqua nella zona monitorata”, spiegano i ricercatori dell’ENEA, tra cui Franco Reseghetti, da poco in congedo e che in prima persona ha realizzato le campagne.


“Questa collaborazione rientra nella più ampia strategia di sostenibilità di GNV attraverso cui intendiamo, tra le altre cose, dare il nostro contributo fattivo per preservare la biodiversità e l’ecosistema marino. Auspichiamo, infatti, ci sia modo di rafforzare sempre di più questo progetto portandolo anche sulle altre rotte operate dalla nostra Compagnia nel Mediterraneo. L’obiettivo a lungo termine è quello di utilizzare i dati raccolti anche per una sempre migliore gestione delle nostre navi ottimizzando, ad esempio, la manutenzione di scafi ed eliche”, afferma Ivana Melillo, Head of Energy Efficiency di GNV. “Cosa riserverà il futuro prossimo? Le indicazioni dei modelli disponibili propendono per un possibile ulteriore aumento delle temperature delle acque, ma la veridicità di tali previsioni potrà essere confermata solo dalle misurazioni che gli attori di questa venticinquennale attività hanno tutta l’intenzione di continuare a svolgere, a cominciare dalla centesima campagna prevista per il prossimo dicembre”, dichiara Simona Simoncelli ricercatrice dell’INGV.

Lollobrigida: Capannelle va salvaguardato, Comune faccia sua parte

Lollobrigida: Capannelle va salvaguardato, Comune faccia sua parteRoma, 7 nov. (askanews) – “Su Capannelle attendiamo che il Comune svolga il proprio dovere. L’ippodromo è interamente patrimonio comunale, e spetta al Comune individuare un soggetto a cui affidarne la gestione”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida a Fieracavalli in corso oggi a Verona.


Capennelle, ha aggiunto il ministro, “è un ippodromo centrale e strategico, e siamo molto preoccupati per i lavoratori e per coloro che vi operano. Tuttavia, il Comune deve assumersi le sue responsabilità: ad oggi non abbiamo la certificazione di un affidamento che ci metta in condizione di essere sereni sullo svolgimento delle attività ippiche all’interno di questo ippodromo. Si tratta di una questione grave, e ovviamente siamo disponibili a collaborare, ma ciascuno deve rispettare le proprie competenze. Il Comune ha le sue responsabilità, su cui non possiamo né vogliamo intervenire”. “Ho scritto più volte al sindaco Gualtieri – prosegue Lollobrigida – senza ottenere risposta, pur segnalando l’urgenza della questione. Mi auguro che il sindaco intervenga e regolarizzi la situazione di uno degli ippodromi più importanti d’Europa, permettendoci di rafforzare e valorizzare l’attività ippica. Guardando al settore nelle capitali europee, come Parigi, è evidente il suo ruolo strategico. Il Comune faccia la sua parte, e noi continueremo a fare la nostra. Chiunque operi nell’ippica sa che il Ministero, in questi due anni, ha fatto più di quanto sia stato fatto negli ultimi quindici”, ha concluso il ministro.

Usa2024, Legale Usa: con Trump principe Harry rischia lasciare Paese

Usa2024, Legale Usa: con Trump principe Harry rischia lasciare PaeseMilano, 7 nov. (askanews) – “Gli avvocati del principe Harry saranno molto impegnati nei prossimi quattro anni, poiché Donald Trump ha chiarito che se tornasse in carica, cercherebbe di far espellere Harry dal Paese”. Lo dice ad askanews Alphonse Provinziano, avvocato italoamericano e fondatore dello studio legale statunitense Provinziano & Associates, un vero principe del foro in California nonché raro esperto certificato in diritto di famiglia dal Consiglio di specializzazione legale dello Stato (solo l’1% degli avvocati specializzati in diritto di famiglia nello Stato ha ottenuto questa certificazione).


Secondo Provinziano “l’amministrazione di Joe Biden aveva protetto Harry. Una causa intentata dalla Heritage Foundation per chiedere maggiori informazioni è stata respinta, ma Trump potrebbe avere la meglio se si scoprisse che Harry non era stato sincero sul suo passato consumo di droga nella sua domanda di visto, nonostante lo abbia ammesso nella sua autobiografia e in varie interviste nel corso degli anni”. Trump ha ripetutamente affermato di pensare che a Harry non dovrebbe essere consentito di rimanere negli Stati Uniti poiché ha “tradito la regina”, oltre alla macchia per il fatto di non essere stato disponibile a parlare del suo passato consumo di droga nella sua domanda di visto.


In passato alcuni media in lingua inglese hanno parlato di un vero e proprio odio di Donald Trump per il principe Harry che metterebbe a rischio il suo futuro negli Stati Uniti. Greg Swenson, presidente dei Republicans Overseas UK, ha attaccato duramente Harry per aver scritto dell’assunzione di droghe nelle sue memorie, ovvero in “Spare”. Swenson ha anche detto a The Sun: “A Donald Trump non piacciono Harry e Meghan. Ama il Re ma non gli importa affatto di Harry”. E ancora: “Hanno incriminato Trump per aver travisato una voce di contabilità: si potrebbe sostenere che travisare l’uso di droga su un modulo per il visto sia più grave”.


L’ammissione sull’uso di droghe ha poi scatenato un’accesa polemica sulla questione se gli fosse consentito di rimanere nel Paese. Il think tank americano The Heritage Fund aveva già fatto ricorso contro la decisione dell’amministrazione Biden di mantenere riservati i dettagli del visto di Harry. Uno dei requisiti del visto è che l’interessato debba spuntare una casella per verificare se abbia assunto droghe, e molti ipotizzano che possa aver mentito. Tuttavia non si sa cosa fosse scritto sul modulo del visto di Harry. Ma tra le affermazioni contenute in “Spare”, Harry fa riferimento alle volte in cui si fece di cocaina a 17 anni, prima di sperimentare funghi allucinogeni e fumare marijuana. Ciò ha spinto un gruppo di esperti di Washington DC a chiedersi perché gli fosse stato permesso di entrare negli Stati Uniti nel 2020.


A questo si aggiungono le condizioni complicate del matrimonio con Meghan, che alcuni danno sull’orlo del baratro. Alcuni ritengono che se non gli fosse più consentito di vivere negli Usa, Harry potrebbe considerare il Portogallo dove possiede una casa.