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Autore: Redazione StudioNews

Dardust, fuori il nuovo album “Urban Impressionism”, poi tour europeo

Dardust, fuori il nuovo album “Urban Impressionism”, poi tour europeoRoma, 27 set. (askanews) – Esce l’8 novembre per Artist First e Sony Masterworks il nuovo progetto discografico di Dardust, “Urban Impressionism”, un lavoro al pianoforte in cui l’artista esplora nuove combinazioni di suoni e contrasti per aumentarne la vividezza, già anticipato dai brani Mon coeur, Béton Brut, Impression, Skyline, Italian Rêverie, Danse (en plein air), Nocturne of You.


Dopo l’asse geografico Berlino, Reykjavík e Londra, che ha attraversato i primi tre dischi (7, Birth, S.A.D Storm and Drugs) e approdando poi a Duality (2022), l’album ispirato al Giappone con cui ha delineato i suoi due emisferi sonori, in bilico tra ragione e sentimento, tra musica strumentale da camera ed elettronica da club, Urban Impressionism, il suo quinto album in studio, rappresenta una vera e propria sintesi capace di ricomporre le sue dicotomie. Dardust torna a sfidare ancora una volta le convenzioni della musica neoclassica/contemporanea e lo fa, come suo solito, abbattendo i confini tra le arti, unendo musica e architettura, armonizzando i contrasti ma partendo da nuove fonti d’ispirazione. Da un lato, le geometrie architettoniche delle periferie urbane, dal brutalismo al post-modernismo, che in musica si traducono in espressioni genuine, forgiate senza il ricorso ad abbellimenti o artifici produttivi; dall’altro, le rapide pennellate dell’impressionismo pittorico, che si riflettono nel suo approccio alla composizione. Dardust esplora nuovi scenari urbani attraverso viaggi e registrazioni di suoni nelle periferie di diverse città e lo fa prendendo a modello la capacità degli impressionisti di dipingere scene di vita moderna all’aperto rappresentando la realtà in modo soggettivo ed enfatizzando la percezione personale e immediata piuttosto che la precisione dei dettagli.


“Tutto è nato da un’analisi delle strutture compositive di Brian Eno, Debussy e Steve Reich. Da lì ho trovato un mio linguaggio minimale, in cui il pianoforte continua a ricoprire un ruolo centrale”, racconta Dardust. “Ho cercato di realizzare un album dalle atmosfere urbane e oniriche, attraversato dai suoni analogici dei sintetizzatori Moog One, Juno 66 e Take5, le ripetizioni del Godfather e dai campionamenti registrati negli spazi urbani di Parigi, New York e Londra. Mi piaceva l’idea di andare a colorare il bianco e nero delle nostre zone emotive come un pittore impressionista. Le periferie che si vestono di nuovi colori non sono altro che ‘i non-luoghi’ della nostra sfaccettata sfera emotiva lasciati in disparte, i nostri traumi, le nostre ferite. Vulnerabilità che vanno percorse e indagate senza paura, per acquisire una rinnovata luminosità e plasmare una versione migliore di noi stessi”, aggiunge. I singoli brani sono accompagnati da video musicali girati a Parigi in luoghi brutalisti, da Les Arènes de Picasso a Viaduc de Montigny, traducendo così in immagini il contrasto e al tempo stesso la fusione tra la geometria dei luoghi e la musica.


Dardust come producer vanta due vittorie al Festival di Sanremo e un palmarès di 100 dischi di platino. Il tour Urban Impressionism prenderà il via il 18 marzo 2025, e attraverserà i palchi di 9 città europee, partendo da Barcellona e proseguendo poi a Madrid, Lisbona, Parigi, Bruxelles, Amburgo, Berlino, Praga, Londra. Il tour è prodotto da Metatron, A1 Concerti, ITB International Talent Booking.

Renato Zero accende l’autunno con i nuovi live di “Autoritratto”

Renato Zero accende l’autunno con i nuovi live di “Autoritratto”Roma, 27 set. (askanews) – Renato Zero è pronto a dare il via ai live autunnali di “Autoritratto – I concerti evento” nei principali palasport d’Italia. La partenza, dall’Unipol Forum di Milano, ha tutto il sapore di una speciale festa in tre date -29 e 30 settembre, e 2 ottobre: per la prima volta nella sua ultracinquantennale carriera, Zero festeggerà con il suo pubblico il compleanno sul palco della città meneghina.


“Sarà la nostra grande festa: in nome della musica, di questi anni vissuti quasi interamente al vostro fianco e delle emozioni meravigliose e indimenticabili che ogni volta ci scambiamo. Quanta energia ci ho messo per conquistarti, mia adorata Milano. Tornare a raccogliere il tuo abbraccio festoso e possente è il più bel regalo che possiamo farci”, ha dichiarato Renato Zero. L’avventura live di Autoritratto – I concerti evento, prodotta da Tattica, proseguirà nei palasport di Torino, Livorno, Bologna, Mantova, Pesaro, Perugia, Eboli, Messina per chiudere con la doppietta di Roma, raggiungendo un totale di 38 appuntamenti tra marzo e novembre.


“Affacciarmi sulla scena è ogni volta come un nuovo battesimo, fra l’esigenza di dimostrare a me stesso che sono cresciuto e quella di consegnare al pubblico sempre qualcosa di mio che sia sorprendente, si spera, e all’altezza di fare i conti con la realtà di oggi. Per questi concerti-evento ho optato per l’essenziale, non perché voglia offrire meno al pubblico, ma perché ragionevolmente la sintesi fa parte del processo di maturazione di un uomo e di un artista, e credo sia arrivato il momento – anche i tempi lo suggeriscono – di dare un’occhiata alle cose importanti e profonde, a messaggi che siano veramente incisivi”. Un’occasione perfetta per ascoltare dal vivo, accanto alle canzoni che hanno segnato la carriera musicale di Renato Zero, i brani contenuti nell’ultimo album “Autoritratto”, pubblicato lo scorso dicembre per Tattica e certificato Disco d’Oro.


Zero – che ha ideato, scritto e diretto lo spettacolo- sarà affiancato on stage da una superband composta da 7 musicisti (Danilo Madonia – direzione musicale, tastiere e pianoforte; Lorenzo Poli – basso; Lele Melotti – batteria; Bruno Giordana – tastiere e sax; Rosario Jermano – percussioni; Andrea Maddalone – chitarre; Fabrizio Leo – chitarre) e da un coro a 8 voci. A sublimare le performance la scenografia a cura di Igor Ronchese e Gigi Maresca, il light design di Francesco De Cave e i coinvolgenti visual affidati alla direzione di Younuts! (Antonio Usbergo e Niccolò Celaia). Mentre il viaggio in musica di Zero prosegue in giro per l’Italia, per rivivere tutte le emozioni dei due concerti-evento in Piazza del Plebiscito a Napoli NOVE propone in prima tv la doppia serata evento “Renato Zero: Autoritratto”, in onda domenica 29 e lunedì 30 settembre alle 21.30.


I bigliett disponibili su renatozero.com, vivaticket.com e in tutti i punti vendita Vivaticket.

Caffè bevanda globale: ogni giorno si bevono 3,1 mld di tazzine

Caffè bevanda globale: ogni giorno si bevono 3,1 mld di tazzineMilano, 27 set. (askanews) – Che siano di ceramica, vetro o carta poco importa. Quel che è certo è che ogni giorno se ne bevono 3,1 miliardi in tutto il mondo. Parliamo delle tazzine di caffè, una bevanda che per consumo è seconda solo all’acqua. Nel mondo sono diverse le abitudini e le tradizioni per gustarla ma in tutti i casi è vissuto come un rito, un momento di condivisione. È il profumo del mattino, la conclusione di un pasto, il momento di pausa, il dopo cena. Nella Giornata internazionale del caffè, che si festeggia ogni anno il primo ottobre, il Consorzio promozione caffè celebra l’iconica bevanda simbolo del made in Italy sottolineando il suo carattere globale e la sua capacità di esprimere lo spirito di ogni luogo, conservando allo stesso tempo la sua essenza.


Nel suo lungo viaggio fino alla tazzina, il caffè racchiude le influenze di numerosi Paesi: il caffè verde, infatti, dalle piantagioni del Brasile, della Colombia e dell’Etiopia, tra i principali produttori della varietà Arabica, e da quelle dell’Africa Occidentale, dell’Indonesia e dell’India, dedicate invece alla coltivazione di Robusta, è trasportato per migliaia di chilometri fino in Nord America e in Europa, dove sono situati i principali paesi consumatori, per trasformarsi grazie al processo di tostatura che conferisce al chicco il proprio aroma inconfondibile. Ed è proprio questo uno dei tratti distintivi del caffè italiano, un’arte che i maestri torrefattori italiani si tramandano di generazione in generazione. L’eccellenza nella torrefazione made in Italy ci vede protagonisti a livello globale, con il Belpaese secondo esportatore al mondo di caffè torrefatto (2,25 miliardi di euro nel 2023 in crescita del 6,8%). Lungo lo Stivale, è possibile gustarlo in infinite preparazioni: dalla moka all’espresso napoletano, passando per il “nero” triestino e per quello valdostano, perfetto da bere in compagnia grazie alla tipica “grolla”. O ancora le varianti corrette al rum, come la moretta di Fano e il ponce di Livorno, per arrivare in Puglia con il caffè freddo leccese, con ghiaccio e latte di mandorla.


“Da eccellenza del made in Italy, il caffè è il simbolo che meglio racconta il senso dell’italianità: la nostra capacità di aprirci al mondo e di interpretarlo, senza dimenticare la nostra essenza e la nostra tradizione. In occasione della Giornata internazionale del caffè non possiamo che celebrare la vocazione globale di questa bevanda – commenta Michele Monzini, presidente di Consorzio promozione caffè – la sua capacità di adattarsi ai gusti più diversi, che interpretano le tradizioni dei luoghi, e agli abbinamenti più particolari, restando sempre protagonista di un momento di convivialità e condivisione. Il caffè è forse la bevanda che meglio interpreta nel mondo le nostre diversità, valorizzandole e unendole in un rito che ci fa sentire più vicini”. Grazie a una tradizione lunga oltre 400 anni, gli italiani sono il popolo che maggiormente ha contribuito a rendere il caffè un rito internazionale. La diffusione delle macchine da espresso da bar a partire dal Secondo Dopoguerra, per esempio, ha contribuito alla nascita di innumerevoli tradizioni locali, in cui gli aromi e il gusto del caffè si sono uniti ai sapori e ai costumi tipici del luogo. Ne è una testimonianza, per esempio, il caffè cubano, detto anche Cafecito, dove si aggiunge un cucchiaino di zucchero di canna direttamente nel portafiltro insieme alla miscela, per conferire alla bevanda un gusto decisamente più dolce. A base di espresso sono anche il caffè bombon, una rivisitazione a base di latte condensato tipica della città di Valencia, o il galão portoghese, che ricorda sia il gusto sia l’aspetto visivo del “nostro” latte macchiato.


La versatilità del caffè si conferma anche nella sua capacità di adattarsi alle tradizioni gastronomiche di ogni Paese, dando vita ad abbinamenti inusuali. Se in Italia può essere macchiato con il latte o bevande vegetali, abbinato sia a pietanze dolci che salate, come a frutta fresca, secca e yogurt, in Finlandia è spesso accostato al leipäjuusto, un formaggio lappone cotto a fiamma che si scioglie lentamente con il calore della bevanda, mentre il messicano caffè de olla, preparato in una pentola di terracotta, è arricchito con una speciale miscela di chiodi di garofano, anice, cannella e uno zucchero lavorato noto come piloncillo. Gli accostamenti curiosi sono anche in Estremo Oriente, come in Vietnam, dove si può gustare l’Egg Coffee, con l’aggiunta di tuorlo d’uovo frullato, o a Singapore, con il tradizionale Kopi Gu You servito con una noce di burro appoggiata direttamente sul cucchiaino.

Turismo, boom dei viaggi in solitaria

Turismo, boom dei viaggi in solitariaRoma, 27 set. (askanews) – Se negli ultimi anni, con il cosiddetto “revenge travel” post-pandemia, le coppie e le famiglie hanno approfittato dell’occasione per viaggiare insieme, oggi una nuova tendenza prende piede: il 56% degli italiani in coppia – sposati o conviventi – dichiara di voler fare una vacanza in solitaria. Desiderosi di evitare discussioni familiari o disaccordi con il partner sulla meta successiva, quasi un terzo (32%) di tutti gli italiani vuole viaggiare da solo per avere la piena libertà di pianificare le vacanze quando e come preferisce, percentuale che sale al 56% tra i divorziati.


Le motivazioni che spingono a scegliere una vacanza in solitaria variano in base all’età e allo stato relazionale, ma per quasi un terzo (30%) delle persone in coppia, questa nuova tendenza è vista come un’opportunità per godersi un po’ di pace e tranquillità. Per un quinto dei viaggiatori, invece, il motivo principale è la possibilità di visitare le mete della propria lista dei desideri: la costa occidentale della Scozia, con le sue maestose scogliere e castelli, è la meta più ambita dai viaggiatori solitari (51%), seguita da Reykjavik, in Islanda, famosa per l’aurora boreale (45%), e Osaka, in Giappone, che attira oltre un terzo dei viaggiatori (34%) per la sua vivace scena culinaria e culturale. In passato, il viaggio in solitaria evocava immagini di scoperta personale alla “Eat, Pray, Love”, ma oggi sono gli uomini a trainare questa tendenza: il 66% sta pianificando un viaggio da solo, contro il 61% delle donne. Tuttavia, anche il cuore spezzato può essere un fattore scatenante, soprattutto tra gli uomini: il 25% ritiene che il momento ideale per partire da solo sia subito dopo la fine di una lunga relazione, contro il 22% delle donne.


Mentre l’era del “revenge travel” volge al termine, ciò non significa che si viaggi di meno. Al contrario, i viaggiatori stanno semplicemente prestando maggiore attenzione a come investire il proprio budget e il tempo libero in una vacanza che desiderano davvero. Più di 1 italiano su 7 ammette di voler fare più vacanze – inclusi viaggi di lusso – rispetto a partner e amici. E per trasformare il sogno di una vacanza in solitaria in realtà, gli italiani non sembrano preoccuparsi troppo del budget: quasi un terzo (29%) è disposto a spendere oltre 1000 euro per una vacanza in solitaria, con una settimana ritenuta la durata ideale per la maggioranza (41%). Booking.com offre soluzioni per ogni budget e, se gli ostelli sono spesso associati ai viaggiatori solitari e ai viaggiatori “zaino in spalla”, i B&B si confermano la scelta preferita, selezionati dal 34% per la loro tranquillità e le posizioni strategiche, rispetto all’8% che opta per gli ostelli. Anche appartamenti e case vacanza sono apprezzati per la privacy e la facilità di esplorazione, anche se offrono meno opportunità di incontrare nuove persone. Quando si tratta di voli, le offerte competitive sono fondamentali (50%), seguite dalla facilità di prenotazione (34%). La possibilità di consultare piattaforme di comparazione prezzi e combinare volo e alloggio su un’unica piattaforma è considerata un grande vantaggio (22%) per una pianificazione più semplice.


“Stiamo assistendo a un cambiamento nelle preferenze di viaggio, con sempre più italiani che cercano modi diversi per assicurarsi la vacanza che desiderano davvero”, afferma Alberto Yates, Regional Director di Booking.com. “Con l’aumento dell’interesse per i viaggi in solitaria e un pubblico sempre più ampio, questa nuova era rappresenta una grande opportunità per l’industria del turismo. I nostri dati mostrano che i viaggiatori solitari stanno esplorando destinazioni sempre più varie, dall’Albania all’Italia, fino al Giappone e alla Corea del Sud. La nostra missione è rendere la pianificazione del viaggio più semplice, offrendo una vasta gamma di alloggi, voli ed esperienze in un unico posto, permettendo ai viaggiatori solitari di realizzare facilmente il loro viaggio dei sogni”.

Cittadinanza, Salvini: no Ius scholae o Ius soli, proporremo restrizione

Cittadinanza, Salvini: no Ius scholae o Ius soli, proporremo restrizioneGenova, 27 set. (askanews) – “E’ fuori discussione che il centrodestra possa approvare lo Ius scholae, lo Ius soli o scorciatoie per la cittadinanza agli stranieri”. Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, a margine di un sopralluogo per la presentazione della nuova Torre Piloti del porto di Genova.


“Anzi – ha aggiunto il vicepremier – per quel che riguarda me e la Lega proporremo una restrizione sia sui ricongiungimenti familiari che spesso e volentieri aggirano la normativa che una legge apposita per togliere la cittadinanza agli immigrati che delinquono nel nostro Paese. Siamo già il Paese europeo che concede più cittadinanze rispetto a tutti gli altri. Non c’è bisogno di inventarsi nulla”. “Referendum? Andiamo a votare – ha concluso Salvini – ma secondo me il problema è assolutamente il contrario. Non darne di più e più in fretta ma toglierle a quelli che non se la meritano”.

G7 Agricoltura, a Ortigia convegno internazionale su vino e spirits

G7 Agricoltura, a Ortigia convegno internazionale su vino e spiritsMilano, 27 set. (askanews) – Evidenziare il valore e il ruolo del settore dei vini e delle bevande spiritose per le comunità agricole, per i consumatori e per le imprese e tracciare un percorso di sviluppo sostenibile condiviso a livello globale. È questo il cuore del convegno internazionale “The wine & spirits sector: creating value in a spirit of moderation” svoltosi oggi a Siracusa e promosso da Federvini in qualità di associazione di categoria del Paese ospitante il G7 Agricoltura.


L’incontro si è tenuto a Palazzo Vermexio a Ortigia sotto l’egida e con la partecipazione delle più importanti associazioni europee ed internazionali del settore, tra cui il Comité européen des entreprises des vins (Ceev), Distilled spirits council of the United States (Discus), Fédération internationale des vins et spiritueux (Fivs), International alliance for responsible drinking (Iard) e World spirits alliance e spiritsEUROPE (Wsa). Nel suo intervento di apertura, la presidente di Federvini, Micaela Pallini, ha sottolineato l’eccezionalità di questo appuntamento, il primo ad ospitare le grandi organizzazioni di rappresentanza dei produttori di vini, distillati e liquori nella cornice di un G7 Agricoltura. “Ciò esprime un doppio valore – ha rimarcato la Presidente Pallini – il primo è quello del forte legame con i territori e le comunità agricole di cui il settore è espressione, in molti casi con radici millenarie, il secondo è quello dell’avvio di un confronto e dialogo al massimo livello globale in una fase in cui sia in Europa che a livello internazionale si assiste a tentativi di demonizzare i prodotti del settore, ignorandone i valori sociali, culturali ed economici”.


Per la Federazione, l’evento di oggi “ha rappresentato l’occasione per avviare una riflessione sulle priorità dei settori e per instaurare un dialogo con i leader e le organizzazioni presenti al G7, finalizzato a delineare le linee guida per una crescita del settore sostenibile, data la rilevanza che riveste a livello socio-economico”. Nel corso delle discussioni, è stato ribadito il ruolo del settore dei vini e degli spiriti come parte del patrimonio culturale e gastronomico e come pietra miliare della sostenibilità socio-economica delle aree rurali dell’Ue. Al fine di tutelarne la competitività, è stata richiamata l’attenzione sulla necessità di facilitare l’armonizzazione degli standard normativi, rafforzare la protezione legale e la promozione dei prodotti di alta qualità. Essendo settori profondamente vocati all’export, per le organizzazioni europee ed internazionali di vini e spiriti “resta cruciale sostenere un commercio internazionale basato su regole condivise per eliminare le barriere di accesso al mercato e, “al fine di scongiurare pericolose derive proibizionistiche”, hanno ribadito la necessità di formulare politiche che distinguano opportunamente tra consumo moderato e abuso di alcol, promuovendo il dialogo costruttivo e lo scambio di buone pratiche tra i portatori di interesse.


Tra i temi affrontati, anche quello del consumo responsabile: le associazioni di rappresentanza del settore hanno voluto sottolineare l’importanza di unire le forze al fine di sensibilizzare ad uno stile di consumo responsabile ed equilibrato. In questo senso, Federvini ha evidenziato come il modello italiano si distingua come “best in class” nei consumi moderati, e rimanga “l’emblema di uno stile mediterraneo equilibrato ed ispirato alla convivialità”. “Per il nostro settore, il G7 Agricoltura di Siracusa ha rappresentato un’opportunità unica per avviare un coordinamento e una collaborazione a livello mondiale tra le organizzazioni dei produttori di vini e di spiriti e i rappresentanti dei Paesi del G7” ha chiosato Pallini, sottolineando che si tratta di “un primo passo e non dobbiamo fermarci nell’affrontare la grande sfida di tutelare valori sociali, culturali, ambientali e industriali in cui riconoscerci, nel rispetto delle nostre identità e diversità”.

Bollette, Arera: +8,8% nel IV trimestre 2024 per i vulnerabili

Bollette, Arera: +8,8% nel IV trimestre 2024 per i vulnerabiliRoma, 27 set. (askanews) – Nell’ultimo trimestre del 2024 aumenterà dell’8,8% la bolletta elettrica per gli utenti vulnerabili per le quali la tariffa è fissata dall’autorità publica per l’energia. Lo rende noto l’Arera. Nel servizio di Maggior Tutela sono attualmente serviti circa 3,4 milioni di clienti. Sebbene ancora non tornata ai livelli pre-crisi, sottolinea l’Arera, la spesa per l’utente tipo vulnerabile in Maggior Tutela nel 2024 sarà di circa 498 euro, in calo del 27,2% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno 2023.

Liguria, Salvini: Iv col centrodestra? A Genova c’è già

Liguria, Salvini: Iv col centrodestra? A Genova c’è giàGenova, 27 set. (askanews) – “A livello locale mi sembra che stiano già governando la città di Genova ma non commento i problemi altrui e i litigi altrui. Io conto che Bucci vincerà non per le divisioni, le polemiche o gli errori degli altri ma per la forza del nostro progetto e della sua persona”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e leader della Lega Matteo Salvini, rispondendo ad un giornalista che gli chiedeva se il centrodestra destra sarebbe pronto ad accettare Italia Viva nella coalizione a anche a livello nazionale dopo lo strappo col campo largo in Liguria, a margine di un sopralluogo per la presentazione della nuova Torre Piloti del porto di Genova.


“Sono orgoglioso – ha aggiunto Salvini – come vice premier e segretario della Lega che ci sia Marco candidato governatore e Edoardo Rixi capolista a Genova, perché penso che siano una accoppiata non vincente, di più”.

Giovanni Allevi: la cultura? E’ la solitudine che cerca un abbraccio

Giovanni Allevi: la cultura? E’ la solitudine che cerca un abbraccioCagliari, 27 set. (askanews) – “La cultura è la solitudine che cerca un abbraccio universale. Anzi mi spingo un po’ oltre, è la solitudine che trova un abbraccio. Non ne posso più delle logiche di sopraffazione, delle divisioni, la cultura è sempre un ponte, una tensione verso l’altro, magari partiamo da qui per creare un mondo più bello”. E’ questo il messaggio che lancia Giovanni Allevi, arrivato a Cagliari per aprire il Med Fest, il festival sull’unicità dei Paesi affacciati sul Mar Mediterraneo. Si racconta, Allevi, davanti al pubblico, rispondendo alle domande della giornalista-conduttrice Barbara Politi.


Emoziona, condivide momenti di intimità, momenti di sofferenza, ma anche la forza e la speranza che trova dentro di sé e nei suoi affetti per diffondere un messaggio chiave: l’incontro con l’altro, l’empatia. “La divisione nei confronti dell’altro nasce sempre dalla paura – dice poi incontrando i giornalisti – quando abbiamo paura ci chiudiamo a riccio ed ecco nascere la visione. Poi a un certo punto quando arriva una esperienza come quella della malattia vieni catapultato in una dimensione ancora più profonda dove non c’è più la divisione ma c’è proprio la solidarietà verso l’altro, il massimo rispetto della differenza, la scoperta della dignità dell’altro. Bisogna passare attraverso la malattia per acquisire questa nuova consapevolezza”.


Allevi torna su un palco dopo Sanremo e dopo il tour, ma mai come al Med Fest si era aperto così tanto, ‘abbracciando’ il pubblico. “L’emozione è sconvolgente; entrare di nuovo in contatto con l’umanità, con questo affetto incredibile che la gente continua a darmi, anche qui in Sardegna è bellissimo – dice con un pizzico di commozione -. E’ come se questa malattia non avesse mai interrotto il filo che mi lega al cuore della gente e adesso voglio viverlo tutto, voglio viverlo con il cuore”. La risposta al dolore, per il pianista, che ha eseguito alcuni dei suoi brani – tra i quali Tomorrow scritto in ospedale – è una sola. “Quando fai esperienza concreta della possibilità della tua fine, le cose sono due: o ti fai prendere della disperazione, oppure decidi di farti attraversare dalla vita come se non ci fosse un domani. Ed è una condizione bella, drammaticamente bella, che però adesso sento proprio nel cuore”.


Allevi ha deciso di partecipare al Med Fest perché ha creduto fortemente nel progetto, fin dall’inizio. “Noi tutti siamo abituati a pensare che le cose importanti avvengono nel nord dell’Europa, in questi paesi freddi dove vengono prese le decisioni – risponde – e invece il cuore della nostra tradizione, il cuore della nostra cultura è proprio attorno al Mediterraneo. E’ qui che l’uomo già nel VII-VI secolo a.C. ha fatto un balzo in avanti nella consapevolezza di quello che è l’essere, di quello che è il logos che tutti quanti ci abbraccia, di quella che è la filosofia. Esistevano delle idee meravigliose nel Pantheon delle divinità che custodivano e che abbracciavano con tenerezza i popoli che si affacciavano sul Mediterraneo. Mi piacerebbe – magari è un sogno – mi piacerebbe tanto che tornasse il Mediterraneo ad essere veramente il centro delle decisioni, il centro della bellezza, il centro del vivere, del futuro”. Adriatico (Allevi viene da Ascoli, ndr) o Mediterraneo è di uguale importanza. “Sono Adriatico, però effettivamente i popoli che si affacciano sul mare si riconoscono perché comunque hanno un’attitudine a guardare lontano”. Cos’è la cultura mediterranea per noi oggi? “Credo che sia uno dei doni che la sofferenza e che la fragilità mi hanno fatto. E mi piacerebbe che ci fosse un’inversione di tendenza, perché se davvero vogliamo costruire un mondo più bello, dobbiamo prima di tutto riconoscere la dignità dell’altro, indipendentemente dalle differenze, indipendentemente dal suo stato sociale, indipendentemente da dove viene e dalla geografia, che l’umanità è una”, conclude, prima di salutare la ‘sua’ gente che ha condiviso con lui le emozioni. Non si risparmia, Allevi, dando una parola a ciascuno, incoraggiando e – come dice lui – “attraversando l’oggi come se non ci fosse un domani”.


(Di Serena Sartini)

Netanyahu all’Onu: “Avanti fino alla vittoria totale”. E lancia un avvertimento all’Iran

Netanyahu all’Onu: “Avanti fino alla vittoria totale”. E lancia un avvertimento all’IranRoma, 27 set. (askanews) – “Ho un messaggio per i tiranni di Teheran: se ci colpite, noi colpiremo voi. Non c’è posto in Iran dove il lungo braccio di Israele non possa arrivare”: lo ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervenendo all’Assemblea generale dell’Onu. Nel suo intervento ha detto che un accordo tra Arabia Saudita e Israele era vicino quando era alle Nazioni Unite l’anno scorso, ma poi Hamas si è riversato oltre confine per uccidere, stuprare, mutilare e bruciare vive le persone “in scene che ricordano l’Olocausto nazista”. Netanyahu ha affermato che Israele ha riportato a casa 154 ostaggi, di cui 117 vivi – la maggior parte dei quali come parte di un accordo di tregua stipulato a novembre – e ha promesso che non avrà pace finché tutti gli ostaggi non saranno riportati a casa.


Netanyahu ha sottolineato che “la maledizione del 7 ottobre” si è estesa ad altri sei fronti, compreso il fronte libanese quando Hezbollah ha aperto il fuoco. Il premier ha citato gli oltre 250 attacchi degli Houthi nello Yemen e gli attacchi delle milizie appoggiate dall’Iran in Iraq. “Ho un messaggio per i tiranni di Teheran”, ha detto, “se ci colpite, noi colpiremo voi”. “Non c’è posto in Iran dove il lungo braccio di Israele non possa arrivare. E questo vale per tutto il Medio Oriente”. “Stiamo vincendo”, ha esclamato Netanyahu.E su Gaza: “La guerra può finire adesso, se Hamas si arrende, libera gli ostaggi e depone le armi. In caso contrario, Israele andrà avanti fino alla vittoria totale”, ha detto.


“Israele sconfiggerà Hezbollah”, così anche Netanyahu all’Onu. “Sono venuto qui per dire basta”, ha detto. “Non ci fermeremo finché i nostri cittadini non torneranno sani e salvi nelle nostre case”, ha ribadito, facendo riferimento ai 60.000 residenti del nord di Israele divenuti sfollati. “Per 18 anni Hezbollah si è rifiutato sfacciatamente di attuare la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza”, ha proseguito, sottolineando che ha spostato le forze direttamente al confine di Israele invece di lasciare il Libano meridionale. “Finché Hezbollah sceglie la via della guerra, Israele ha tutto il diritto di far tornare i propri cittadini sani e salvi”. Israele “continuerà a degradare Hezbollah finché tutti i nostri obiettivi non saranno raggiunti”, ha affermato.