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Autore: Redazione StudioNews

Lombardia, R.La Russa: autorizzare agenti penitenziaria a uso taser

Lombardia, R.La Russa: autorizzare agenti penitenziaria a uso taserMilano, 10 apr. (askanews) – “Auspico” che il ministero dell’Interno “autorizzi, come richiesto dai rappresentanti degli agenti di polizia penitenziaria, l’uso del taser anche nelle carceri, strumento che può svolgere un’ottima funzione di deterrenza senza provocare danni irreparabili”. Lo ha scritto in una nota l’assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia, Romano La Russa, commentando l’aggressione di tre agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Vigevano.


“Ancora una volta un gruppo di detenuti stranieri ha aggredito degli agenti di polizia penitenziaria, mandandoli in ospedale, e ha devastato l’intera ala di un istituto penitenziario. Ne prenda atto certa sinistra che propone misure alternative e meno ‘dure’ al carcere! Troppo spesso i detenuti hanno comportamenti violenti come quelli messi in atto a Vigevano, cosa farebbero questi soggetti se fossero ‘a piede libero’?” si è chiesto l’assessore. “Ai tre agenti feriti rivolgo la mia solidarietà e i miei auguri per una pronta guarigione – ha proseguito La Russa-. L’allarme del sindacato va ascoltato, gli agenti non possono essere abbandonati a sé stessi. È necessario costruire nuove carceri, più funzionali, che permettano di ospitare un numero maggiore di detenuti e che allo stesso tempo garantiscano agli agenti la possibilità di svolgere con efficienza e in sicurezza il proprio lavoro” ha concluso.

Suviana, Calderone: premature le valutazioni sulle dinamiche

Suviana, Calderone: premature le valutazioni sulle dinamicheBargi di Camugnano, 10 apr. (askanews) – “Credo che sia prematuro descrivere una dinamica dei fatti che ancora non è accertata e soprattutto lanciarsi, come ho visto che ha fatto qualcuno, in valutazioni e affermazioni su quelle che potrebbero essere state le cause dell’incidente” alla centrale idroelettrica di Suviana avvenuto ieri pomeriggio che è costato la vita a tre operai. “Dobbiamo il rispetto al lavoro dei soccorritori, delle famiglie e di chi avrà il compito di definire il quadro esatto di ciò che è successo”. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, arrivata sul posto dopo un confronto con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e la segretaria del Pd, Elly Schlein.


“Per questa situazione specifica credo che sia ancora, veramente, prematuro andare a ragionare su come si siano svolte le dinamiche e soprattutto fare delle valutazioni che attengono a informazioni che ognuno di noi può avere ma che sono veramente soltanto sommarie e non hanno l’effettività e la completezza” ha proseguito Calderone incontrando i cronisti davanti la centrale idroelettrica di Suviana. “Stanno lavorando, stanno procedendo – ha detto -, c’è da tenere in considerazione che chi scende tanti metri sottoterra come stanno facendo i soccorritori lo deve fare in sicurezza e in questo momento bisogna attendere che si creino alcune situazioni di sicurezza dando loro la possibilità di poter agire in modo efficace. Io credo che ci sia veramente da sottolineare la grandissima professionalità delle squadre di soccorso che sono qui impegnate, che non hanno paura di fare un passo in più pur di restituire alle famiglie i loro cari. Aspettiamo sperando di avere risultati e notizie in poco tempo”.

Stellantis: al via cambi eDct a Mirafiori, 100 mln per nuova 500e

Stellantis: al via cambi eDct a Mirafiori, 100 mln per nuova 500eMilano, 10 apr. (askanews) – È partita a Mirafiori la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDCT) di Stellantis nell’ambito della joint venture eTransmissions Assembly, con una produzione a regime di 600.000 unità all’anno. Obiettivo: contribuire ad alimentare la futura generazione di vetture ibride del gruppo, ritenute “strategiche” per ridurre le emissioni.


La produzione di eDCT è una delle otto nuove attività che hanno trovato sede a Mirafiori dalla nascita di Stellantis, tra cui il Battery Technology Center, il Circular Economy Hub, il grEEn-campus e la sede globale di Pro One. A Mirafiori vengono prodotte Abarth 500e, Fiat 500e, Maserati GranTurismo e Maserati GranCabrio. Più del 90% dei veicoli prodotti viene esportato. Le attività introdotte nel sito piemontese sono raccolte nel progetto Mirafiori Automotive Park 2030 che prevede un investimento di oltre 240 milioni di euro per trasformare il sito in un polo unico nel suo genere a livello mondiale, completamente rinnovato e pensato per ospitare attività di progettazione, ingegneria e tecnologia, produzione, supply chain ed economia circolare.


Contestualmente all’inaugurazione del sito per i cambi eDct, Stellantis ha annunciato un investimento di 100 milioni di euro per aumentare il potenziale dell’iconica Fiat 500e, con una piattaforma ridisegnata che integrerà la tecnologia delle batterie di nuova generazione per rendere il modello più accessibile, con un aumento della produzione a Mirafiori sostenuta dagli incentivi pensati per stimolare il mercato dei veicoli elettrici. Mirafiori è una delle tre sedi Stellantis a livello mondiale che supportano il piano strategico Dare Forward 2030 e sarà il fulcro del futuro della mobilità sostenibile, che mira a ridurre le emissioni di 36.000 tonnellate di CO2 equivalente.


“Per guidare le proprie operazioni in tutto il mondo, Stellantis parte dalle proprie origini in Italia, Francia e Stati Uniti – ha dichiarato Carlos Tavares, Ceo di Stellantis -. Tra tutte, Mirafiori è unica per Stellantis perché sta diventando un centro operativo completo, che riunisce funzioni centrali, sviluppo tecnologico, produzione e attività di economia circolare”. “L’annuncio odierno di un investimento di ulteriori 100 milioni di euro risponde all’ambizione di avere una Fiat 500e ancora più attraente e accessibile per ampliare la base clienti, e di conseguenza l’attività produttiva di Mirafiori. Come dimostrato oggi, vogliamo difendere la nostra leadership in Italia contro tutti i competitor, compresi i costruttori cinesi, qualunque sia il supporto di cui potranno beneficiare nel Paese”.


“I nostri dipendenti italiani stanno dimostrando ogni giorno grande professionalità, impegno e resilienza. Voglio ringraziarli calorosamente e sinceramente per il supporto che danno a Stellantis. Gli stakeholder possono essere certi che continueremo ad avere cura delle nostre radici, coltivandole in modi nuovi, a volte sorprendenti”, ha concluso Tavares.

Comuni, Faenza entra nel team di ‘Città dei motori’

Comuni, Faenza entra nel team di ‘Città dei motori’Roma, 10 apr. (askanews) – E’ l’unica città al mondo a ospitare due team che gareggiano ai massimi livelli del motorsport e che è da sempre legata profondamente al tema dei motori, grazie a figure simbolo della competizione automobilistica e motociclistica come Gian Carlo Minardi (Minardi Team, Scuderia Toro Rosso ora Racing Bull), Fausto Gresini (Gresini Racing) e più recentemente Andrea Dovizioso (04 Park Monte Coralli). Faenza, in provincia di Ravenna, entra oggi ufficialmente in ‘Città dei Motori’, la rete Anci dei comuni del Made in Italy motoristico che, dal 13 aprile al 21 aprile, organizza la seconda edizione di “Italian Motor Week”, la manifestazione nazionale che mette in mostra le eccellenze del patrimonio motoristico e delle altre tipicità italiane dei territori dell’associazione che attirano, ogni anno, centinaia di appassionati e turisti motoristici da tutto il mondo.


“Siamo particolarmente contenti di entrare a fare parte di questa importante rete di comuni italiani – ha confermato il vicesindaco di Faenza, Andrea Fabbri -, attraverso la quale vogliamo valorizzare maggiormente, in sinergia con le altre realtà italiane, le nostre eccellenze motoristiche, così da dare il nostro contributo alla crescita e dell’associazione e di questo assett così strategico per il ‘Sistema Italia’. Abbiamo voglia di lavorare e costruire nuovi progetti trasversali insieme”. “Accogliamo con entusiasmo l’ingresso di Faenza tra i Comuni soci di ‘Città dei Motori’ – è il messaggio di benvenuto del sindaco di Maranello e presidente dell’associazione, Luigi Zironi -, con questa adesione la nostra rete si arricchisce di una realtà capace di esprimere due team di altissimo livello, in Formula Uno come nella Moto GP, alle quali si aggiunge un impianto strategico per il motocross come 04 Park Monte Coralli. La presenza di queste eccellenze del motorsport in uno solo territorio rende ancor più naturale l’approdo di Faenza alla nostra Rete, che oggi può ampliarsi ulteriormente e raccontare agli appassionati nuove, grandi storie di motori”.


Faenza, città storicamente nota per la produzione di ceramica artistica, può vantare anche una grande tradizione motoristica come quella della rievocazione storica del Gp delle Nazioni del 1948 che si tenne sul circuito cittadino delle Bocche dei Canali nell’immediato dopoguerra e ospita un centro di eccellenza nel campo dell’innovazione come il C-Hub, per la progettazione e produzione delle applicazioni destinate alle alte prestazioni nel mondo dell’automotive e motorsport.

Vino, Campo alla Sughera acquista altri 3,3 ettari a Bolgheri

Vino, Campo alla Sughera acquista altri 3,3 ettari a BolgheriMilano, 10 apr. (askanews) – Campo alla Sughera, Cantina della famiglia tedesca Knauf che sorge tra Bolgheri e Castagneto Carducci (Livorno), ha acquisito sulla via Bolgherese un nuovo terreno di 3,3 ettari, di cui uno già vitato a Bolgheri Doc, che si aggiungono ai 18 ettari già in produzione. Lo ha comunicato la stessa azienda, spiegando che l’obiettivo “non è solo quello di incrementare la produzione ma anche di migliorare la qualità dei vini”.


“Il terreno, con esposizione Sud Ovest, si trova a pochi chilometri di distanza da Campo alla Sughera, non lontano dall’abitato di Castagneto Carducci” racconta Francesco Gagliardi, responsabile enologico di Campo alla Sughera, sottolineando che “la breve distanza dalle colline che sovrastano la via bolgherese fa sì che sia presente nel suolo una buona componente di matrice alluvionale ricca di ciottoli e sabbie fini. Nei prossimi mesi – precisa – provvederemo a lavorare, fertilizzare e livellare questo terreno che poi pianteremo a partire dal prossimo anno”. Per quanto riguarda invece l’ettaro già in produzione, Gagliardi spiega che “è vitato dai primi anni Duemila con Merlot, Cabernet Sauvignon e una piccola parte di Vermentino, con un suolo con buone percentuali di argilla, in aggiunta a ciottoli e ghiaia”, e che qui “si riscontrano invece buone percentuali di argilla, in aggiunta a ciottoli e ghiaia”. A inizio 2022 l’azienda aveva già acquisito due ettari, di cui 1,5 erano stati coltivati a Cabernet Sauvignon l’anno scorso, per incrementare la produzione del “Bolgheri Superiore Arnione”, vino icona della tenuta.


“L’acquisto di nuovi ettari è un segno forte dell’impegno della famiglia Knauf per far crescere Campo alla Sughera in modo costante” dichiara il winery director, Tommaso Alessandri, evidenziando che “l’investimento arriva a seguito di un importante risultato economico ottenuto negli ultimi quattro anni, durante i quali l’azienda è cresciuta in doppia cifra in ogni anno, perseguendo con successo una rigorosa politica di riposizionamento”.

Arrivano i Green Jobs per i cinema e i teatri

Arrivano i Green Jobs per i cinema e i teatriRoma, 10 apr. (askanews) – Aperte le selezioni fino al 30 aprile 2024 per i corsi gratuiti “Orientati all’ecologia – Percorsi di orientamento e formazione per lo spettacolo e l’ambiente” per diventare manager e tecnici per la progettazione e gestione sostenibile delle sale cinematografiche e teatrali. Tre diverse sessioni per un totale di 250 ore che potranno essere seguite anche singolarmente e che si svolgeranno da maggio a ottobre prossimi.


A realizzarli è l’Osservatorio Spettacolo e Ambiente costituito dalla Rete dello spettacolo e dell’ambiente, di cui fanno parte ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema – Sezione regionale del Lazio, Green Cross Italia, ATIP – Associazione Teatri Privati Italiani e finanziato dall’Unione Europea – NextGeneration EU per progetti di Capacity building per gli operatori della cultura. “I tecnici del settore radiotelevisivo, cinematografico e teatrale sono nella top ten delle professioni censite dal sistema Excelsior di Unioncamere per le quali sono richieste l’attitudine al risparmio energetico e la sensibilità alla riduzione dell’impatto ambientale”, spiega Marco Gisotti, direttore scientifico dell’Osservatorio e fra i maggiori esperti italiani di green jobs. “Nei prossimi quattro anni il settore richiederà circa 9.000 nuovi occupati, fra professionisti e tecnici -prosegue- e lo stesso vale per le competenze digitali 4.0”.


E come afferma Leandro Pesci, presidente di Anec Lazio, “il corso per la progettazione e gestione sostenibile di cinema e teatri che noi lanciamo oggi è solo il primo passo di un progetto che vuole vincere tre volte: tagliando gli sprechi economici e realizzando interventi di efficienza energetica; preservando l’ambiente e offrendo sale sempre più confortevoli e sicure e creando nuova occupazione di qualità”. “Dopo i 200 milioni di euro del 2022 e gli ulteriori 19 milioni del febbraio scorso destinati dal PNRR all’ecoefficienza di cinema e teatri, si è dato avvio ad un ammodernamento radicale di una grandissima parte delle sale teatrali italiane, con la possibilità di creare economie di gestione e impatto positivo sull’ambiente, soprattutto per quanto riguarda i consumi energetici”, aggiunge Massimo Arcangeli, direttore generale di Atip. “Questo, però, significa la necessità di impiegare migliaia di nuovi professionisti con competenze green”.


Alla progettazione del corso ha partecipato la scuola di formazione ISNOVA, partecipata da ENEA. L’Osservatorio Spettacolo e Ambiente, infatti, aderisce a Italia in classe A, il programma nazionale di formazione e informazione sull’efficienza energetica del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, Enea e Agenzia Nazionale per l’Efficienza energetica. “Grazie all’Osservatorio su Spettacolo e Ambiente potremo mettere insieme tutte quelle esperienze e competenze affinché l’industria dello spettacolo sia fra le più sostenibili e moderne del Paese e, data la sua natura, possa servire di ispirazione ai suoi spettatori che, poi, sono i cittadini stessi: professionisti e imprenditori che saranno più informati e più preparati ad affrontare la sfida della transizione ecologica”, sostiene Elio Pacilio, presidente di “Green Cross Italia”, la ONG fondata da Mikhail Gorbaciov e Rita Levi Montalcini.


Lo scopo del progetto “Orientati all’ecologia” è quello di migliorare nella direzione dell’efficienza energetica e dell’economia circolare la capacity building degli operatori del settore attraverso la formazione degli stessi gestori e dei tecnici che lavorano in questo ambito, nonché di ingegneri, architetti o geometri che vogliano specializzarsi e allargare le proprie competenze. La selezione avverrà sulla base dei titoli e con un test motivazionale e sarà data priorità agli under 27. Per info e iscrizioni: www.osservatoriospettacoloeambiente.it Il corso è organizzato in tre diverse sessioni che sarà possibile frequentare indipendentemente le une dalle altre, sia in presenza che on-line. La prima è dedicata alle opportunità, alle norme, ai finanziamenti e ai criteri ambientali minimi. La seconda sessione ai tecnici delle strutture su progettazione, riqualificazione, edifici e strutture, sicurezza. La terza è indirizzata ai tecnici della gestione su consumi, processi, manutenzione, rifiuti, gestione degli acquisti, gestione food & beverage, comunicazione, clienti. Le lezioni si svolgeranno tutte le mattine, dalle ore 9 alle ore 13 -dal lunedì al venerdì- nei locali dell’AGIS Lazio a Roma, in via Vicenza 5A, con la possibilità di partecipazione anche in streaming da remoto, su piattaforma certificata. Al termine di ogni Sessione sarà svolto un project work e, a chi avrà seguito almeno l’80% di ogni sessione, sarà rilasciato un attestato di partecipazione. L’Osservatorio Spettacolo e ambiente, inoltre, darà ampio risalto e comunicazione dei professionisti che avranno conseguito l’attestato di tutte e tre le sessioni, o solo di una, sul proprio sito al fine di mettere in comunicazione gli operatori con i professionisti specializzati.

Papa Francesco ha incontrato lo sciamano Yanomani, in difesa dell’Amazzonia

Papa Francesco ha incontrato lo sciamano Yanomani, in difesa dell’AmazzoniaCittà del Vaticano, 10 apr. (askanews) – “Non ho paura dell’uomo bianco, ma ho tanta paura delle macchine che distruggono la terra e buttano giù gli alberi e creano fossati nel suolo per prenderne i minerali. Ho paura che questa attività estrattiva rovini le nostre comunità, i fiumi, la salute, la nostra sopravvivenza e le nostre stesse ricchezze. Sono preoccupato per il nostro futuro, le prossime generazioni avranno bisogno della foresta”. Così ai media vaticani Davi Kopenawa, sciamano e rappresentante degli Yanomami del Brasile, parla dopo l’incontro privato di stamani con Papa Francesco, avvenuto nello studio dell’Aula Paolo VI, prima dell’udienza generale.


“Sapevo che era molto importante per me e per la causa del mio popolo parlare con Papa Francesco. Sono stato ricevuto molto bene, con rispetto”, racconta il leader Yanomami, spiegando che al Pontefice ha fatto presente la situazione “di calamità” in cui vivono le comunità indigene dell’Amazzonia già da troppo tempo, situazione, afferma, che ultimamente è peggiorata molto. “Nonostante a livello internazionale sia stata riconosciuta la protezione di questi territori, sono stati invasi continuamente perché le autorità lo permettono, anzi, – precisa – ci sono state anche autorità che hanno incentivato il fenomeno. Io ho chiesto – riferisce – che per favore che il Papa interceda con il presidente della Repubblica del Brasile perché lo convinca a far ritirare i cercatori d’oro e gli altri sfruttatori”.

Al Senato in corso discussione su premio Maestro cucina italiana

Al Senato in corso discussione su premio Maestro cucina italianaRoma, 10 apr. (askanews) – “Promuovere la cucina italiana significa promuovere il nostro Paese, la nostra cultura e identità. Con l’istituzione del Premio ‘Maestro dell’arte della cucina italiana’ si rafforza la vicinanza delle istituzioni, del governo non solo ad una nobile professione ma ad una vera e propria arte”. Lo ha detto la senatrice Michaela Biancofiore, annunciando il voto favorevole del gruppo Civici d’Italia, Noi moderati, Coraggio Italia, Udc, Maie al ddl che istituisce il Premio ‘Maestro dell’arte della cucina italiana’, già approvato dalla Camera dei deputati, la cui discussione è in corso al Senato.


Il ddl si compone di 11 articoli e verrà conferito ai cittadini italiani che si siano distinti in maniera encomiabile nel campo della gastronomia e, con la loro opera, abbiano esaltato il prestigio della cucina italiana, contribuendo a valorizzare l’eccellenza nazionale. Cinque le categorie di merito: gelateria, pasticceria, cucina, vitivinicoltura, olivicoltura e il premio è conferito annualmente dal Presidente del Consiglio dei ministri. “Questo ddl – aggiunge – è una tappa del più ampio percorso avviato dal governo Meloni teso a tutelare e valorizzare le eccellenze italiane, di cui la sovranità alimentare fa parte a pieno titolo. Rispediamo quindi al mittente ogni volontà di deridere un Premio ai nostri artisti culinari così come ogni tentativo delle opposizioni di ridurlo ad una semplice ‘medaglia di cartone’”.


“Non è un caso, ma un dato di fatto certificato, che un turista su quattro sceglie l’Italia per scoprire la sua enogastronomia. Di fronte a questi numeri abbiamo il dovere di difendere e promuovere questo settore che, dopo le nostre bellezze architettoniche e storiche, è la caratteristica per cui l’Italia è rinomata nel mondo. E il ddl – ha concluso – che approviamo coglie questo obiettivo, valorizza la qualità dei prodotti, conserva le tradizioni e dà supporto alle professionalità del settore”.

Lotta ai tumori, prevenzione, AI e assistenza alleate nel contrasto

Lotta ai tumori, prevenzione, AI e assistenza alleate nel contrastoRoma, 10 apr. (askanews) – Di tumore ci si ammala di più, anche da giovani, ma si muore sempre meno. Il risultato è che un numero crescente di persone convive con una patologia che diventa cronica e impone molto impegno anche dal punto di vista emotivo ed economico per mantenere inalterata la qualità della vita personale e dei propri cari. Il dato è emerso dal MetLife Human Health Summit, organizzato da MetLife, compagnia leader globale nell’offerta di prodotti assicurativi, sul tema ‘Innovazione e scienza incontrano le persone’.


Nella cornice della Sala Lettura della Fondazione Feltrinelli sono intervenuti Paolo Veronesi, professore ordinario in Chirurgia Università degli Studi di Milano, direttore del Programma Senologia e direttore della Divisione di Senologia dell’Istituto Europeo di Oncologia oltreché presidente di Fondazione Umberto Veronesi ETS; Federico Cabitza, professore di Interazione Uomo-Macchina e Supporto decisionale, Università degli Studi di Milano-Bicocca e senior researcher IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano; Sabina Rasia, psicologa della Fondazione ANT Italia Onlus, specializzata nell’assistenza domiciliare gratuita ai malati oncologici; Maurizio Taglietti, General Manager di MetLife in Italia. Il convegno è stato moderato da Roberta Capua. Secondo un sondaggio realizzato da MetLife, le patologie più serie rappresentano una delle maggiori fonti di preoccupazione per una famiglia su tre (32,5%). Più di una su due (63,3%) cita il cancro come timore più diffuso; seguono l’ictus con il 10,9%, l’infarto con il 10,7% e la sclerosi multipla con il 10,1%.


Per Paolo Veronesi, però ci sono buone notizie, visto che la cronicizzazione della patologia è oggi un dato di fatto: si muore di meno di tumore ma, d’altro canto, bisogna convivere con la malattia più a lungo e ancora oggi una diagnosi è considerata spesso una sorta di condanna. “In realtà non è così, il problema è anche culturale. Sono 3.600.000 le persone con diagnosi di cancro in Italia che hanno superato questa malattia. Si assiste a una maggiore incidenza legata all’aumento dell’aspettativa di vita: si pensi che in Italia nel 2023 i casi sono stati 395mila, 15 mila in più rispetto all’anno precedente. È vero che i dati statistici hanno evidenziato per alcuni tumori un abbassamento dell’età di diagnosi come accade per quello alla mammella di cui mi occupo, ma è altrettanto assodato che oggi si fanno spesso esami molto precisi un tempo impensabili e quindi si scopre la patologia molto prima rispetto al passato. Vorrei sottolineare quanto oggi siano centrali i corretti gli stili di vita: quello che mangiamo, che beviamo che respiriamo rivestono un peso fondamentale. In Italia il 30% della popolazione è sovrappeso, il 30% è sedentario, il 25% fuma: si tratta di comportamenti a rischio che se corretti possono far diminuire l’insorgenza dei tumori anche del 30%. In generale la mortalità diminuisce da anni grazie a due fattori principali: diagnosi più precoce, terapie mediche molto avanzate, come quelle a bersaglio molecolare che ogni anno si arricchiscono di nuovi farmaci”. La grande conquista degli ultimi decessi è rappresentata proprio dal raggiungimento di una buona qualità della vita. “Oggi – continua il medico – si fa in modo che la terapia sia commisurata alle caratteristiche biologiche del tumore. Curiamo quindi malattie anche avanzate, con metastasi in altre sedi, grazie a una serie di farmaci che alternano e spesso sostituiscono la chemioterapia evitandone gli effetti collaterali”.


E il futuro? Di certo appartiene alla medicina predittiva: “Indagando la predisposizione genetica allo sviluppo del tumore ritengo che un giorno sarà possibile testare la predisposizione di ognuno di noi a sviluppare un cancro. Oggi, per esempio, sappiamo che l’8-10% dei casi di tumore alla mammella ha alle spalle una mutazione genetica”. Il presente, invece, appartiene di già all’intelligenza artificiale utilizzata con successo sia in fase di diagnosi sia in quella di cura. A parlarne il professore Federico Cabitza professore di Interazione Uomo-Macchina e Supporto decisionale, Università degli Studi di Milano-Bicocca e Senior researcher IRCCS Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano. “Si pensi alla diagnosi precoce aumentata: l’intelligenza artificiale addestrata sulle immagini è in grado di identificare segni subclinici difficili da vedere nel normale iter diagnostico. Questo consente di individuare dei pattern, degli schemi ricorrenti. Al momento sul mercato ci sono circa 700 dispositivi medici etichettabili come AI, la maggior parte dei quali riguardano la radiologia e quindi in molti casi un supporto in ambito di diagnosi oncologica, per l’individuazione o caratterizzazione di tumori anche molto piccoli. Certo è molto difficile fare previsioni: questo genere di sistemi cambia a un ritmo senza precedenti. L’importante è che si capisca come l’AI rappresenti davvero uno strumento in grado di migliorare la vita delle persone. Sono convinto che molti sistemi predittivi possano entrare nel quotidiano e presto non faranno più notizia, come avviene oggi per esempio con esami come la TAC”.


Attenzione però, la tecnologia non potrà mai sostituirsi al medico aggiunge Cabitza. “La relazione fra medico e paziente è multidimensionale, non può essere surrogata mettendo al suo posto uno schermo di un pc. Possiamo parlare di Modello Centauro: l’AI non deve essere contrapposta al medico ma va considerata come uno strumento da combinare con la capacità del professionista. Manteniamo in capo al medico l’empatia, la predisposizione a capire l’altro e invece in capo alla macchina la cosa che sa far meglio, l’elaborazione di milioni di dati. Deve passare la narrazione di un’alleanza, non di una contrapposizione fra uomini e tecnologia: si pensi che in determinate fasi dello sviluppo del farmaco, soprattutto all’inizio, l’uso dell’intelligenza artificiale può essere di grande aiuto e contribuire ad accorciare i tempi di realizzazione da 10 a un anno”. Il convegno si è soffermato anche su un aspetto più prettamente umano: l’impatto che le patologie gravi hanno sulla psiche non soltanto dei malati ma anche dei loro cari. Ad approfondire questo tema la psicologa Sabina Rasia. Come ribadisce l’associazione ANT il tumore interferisce su tutti gli ambiti della vita quotidiana del paziente, dalle relazioni amicali e familiari a quelli finanziari e lavorativi. Per questo motivo un elevato numero di pazienti sperimenta livelli severi di disagio psicologico, caratterizzati spesso da sintomatologia ansioso-depressiva, con una percentuale che varia dal 10-15% al 20-40%. “Si tratta di nodi che verranno sempre di più al pettine – ha spiegato l’esperta – a causa dell’aumento nell’aspettativa di vita che porta però alla cronicizzazione della malattia. Grazie ai passi avanti compiuti dalla medicina e alla riduzione della mortalità, infatti, i pazienti devono sottoporsi a controlli e terapie periodiche per anni e questo è fonte di continuo stress”. “L’impatto emotivo è molto forte in particolare al momento della diagnosi. La parola cancro fa ancora molta paura, genera uno shock, il disorientamento è simile a quello successivo a una forte scossa di terremoto. La crisi emotiva può assumere la forma di un trauma: il dolore oncologico impatta sulla psiche e implica dei cambiamenti radicali. Anche la cronicizzazione rappresenta una sfida: la malattia può avere diverse fasi con specifiche reazioni emotive e compiti di adattamento. Il dovere del malato è quello di riorganizzare la propria vita e trovare un patteggiamento con la patologia. Anche la famiglia viene impattata da questo cambiamento: si pensi che su 7milioni di care giver in Italia, 3milioni assistono malati con patologia oncologica. Si diventa care giver per necessità e non tutti hanno una disposizione naturale ad essere accanto al malato. Noi con la nostra rete presente in 11 regioni cerchiamo di dare una mano assistendo circa 9mila pazienti a cui si aggiungono circa 2mila per la parte che riguarda il sostegno piscologico del malato e della famiglia”. Il problema nel problema è poi rappresentato dalle persone sole “di cui la società deve farsi carico: le famiglie sono cambiate e spesso sono composte da un unico individuo. Il nostro impegno è indirizzato alla realizzazione di quella che chiamiamo Eubiosia termine coniato da fondatore di ANT, Franco Pannuti: la vita dignitosa si garantisce portando a casa dei malati non solo le competenze ma garantendo la continuità di ascolto, la presenza e quel sostegno alla speranza che dobbiamo assicurare anche quando non si può più parlare di guarigione”. Rasia ha quindi concluso con un accenno alla legge sull’Oblio oncologico, approvata dal Senato nel dicembre scorso. “Si tratta di un passaggio estremamente importante: di tumore si può guarire, si può e si deve tornare ad avere una prospettiva di vita rispetto a chi non si è mai ammalato. La persona può tornare a riappropriarsi della propria vita”. Per Maurizio Taglietti, General Manager di MetLife in Italia, l’incontro di ieri ha rappresentato un’occasione unica di approfondimento di temi nei confronti dei quali la Compagnia ha da sempre espresso una particolare sensibilità. E non potrebbe essere altrimenti considerato che ci troviamo in un contesto come quello attuale in cui assistiamo ai progressi della medicina, all’aumento delle diagnosi di malattie gravi e, allo stesso tempo, ad un welfare che fa fatica a coprire tutte le esigenze di una popolazione sempre più bisognosa di risposte immediate. “MetLife – ha spiegato Taglietti – non è solo una compagnia assicurativa ma un’azienda che si fonda su valori immutati nel tempo: esperienza, solidità, costanza, integrità, prevenzione, responsabilità. Con i nostri 150 anni di storia, assicuriamo 100 milioni di clienti nel mondo e siamo presenti in 40 paesi compresa l’Italia dove operiamo da trenta anni. Nel nostro ruolo ci siamo prefissati di contribuire al raggiungimento di alcuni obiettivi da oggi al 2030 che riguardano l’equità di genere, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della salute e del benessere delle comunità in cui operiamo. Ascoltando i consumatori e considerando i cambiamenti sociali e demografici, abbiamo deciso di rafforzarci sull’offerta malattia con un focus in particolare su quelle gravi che purtroppo colpiscono indistintamente uomini, donne, giovani e anziani. E proprio dall’attenzione rivolta al tema salute nasce l’idea di questo evento culturale e di divulgazione scientifica: un modo concreto per fornire un servizio di pubblica utilità rivolto sia a chi sta attraversando un momento di bisogno, sia a chi vuole mantenersi aggiornato su tematiche legate alla prevenzione e alle nuove cure, il tutto nel rispetto della nostra mission ‘stare vicino alle persone per costruire un futuro più sicuro e sereno’”.

Fisar a Vinitaly e a Verona con cinque wine talk e varie degustazioni

Fisar a Vinitaly e a Verona con cinque wine talk e varie degustazioniMilano, 10 apr. (askanews) – Territorio, cambiamento climatico e cultura: queste le parole chiave con cui la Federazione italiana sommelier albergatori e ristoratori (Fisar), si presenta a Vinitaly 2024 e a “Vinitaly and the City”, con una squadra di 140 sommelier che presteranno servizio in fiera e tra piazza dei Signori, il Cortile di Mercato Vecchio, il Cortile del Tribunale e la Torre dei Lamberti, per gestire i banchi d’assaggio, le degustazioni, le masterclass e gli eventi che animeranno il cuore della città vecchia.


Alle 21 di sabato 13 aprile, nel Palco Loggia Fra Giocondo in piazza dei Signori, la Federazione organizza l’incontro gratuito e aperto al pubblico “Intelligenza al naturale, combattere il cambiamento climatico dalla vigna al bicchiere”, presentato da Andrea Amadei. Sul palco Vittorio Garda (enologo e produttore Giovani Vignaioli Canavesi) e Andrea Faustini (enologo e responsabile scientifico del team agronomico Cavit), che saranno introdotti da Roberto Donadini e Cristina Tabacchi, rispettivamente presidente nazionale Fisar e delegata Fisar Verona. Il 14 aprile Fisar promuove alle 16.30 il “wine talk” gratuito e aperto al pubblico “Il futuro vino secondo Scienza”, in cui il celebre agronomo Attilio Scienza darà il proprio punto di vista sullo stato del mondo del vino in Italia (padiglione 12, stand G5). “Il ruolo del sommelier non è più solo relegato al servizio al tavolo o al banco e alla selezione dei vini per una carta, ma ormai siamo divulgatori a tutto tondo e il nostro compito è quello di diffondere con sempre più consapevolezza la cultura enologica” ha spiegato il presidente Donadini, aggiungendo che “Vinitaly rappresenta una delle vetrine principali per il vino italiano nel mondo e per Fisar essere protagonisti sia in fiera che in città con così tanti appuntamenti e personale in servizio non può che essere una conferma della bontà del lavoro che stiamo facendo”.


A Veronafiere è prevista anche la presenza di “Fisar in rosa”, il progetto che valorizza la componente femminile della federazione, con la rassegna “Parole nel Calice”: tre incontri con degustazione con autrici e autori di libri sul mondo del vino con i quali dialogare dei temi che costituiscono i pilastri della missione del movimento. Si comincia il 15 aprile alle 11.30 nello stand A3 della Hall 10 con Angelo Peretti che presenterà il suo ultimo libro “Esercizi spirituali per bevitori di vino” (Edizioni Ampelos)”. Alle 16 del 15 aprile nella sala degustazione del Consorzio Vini d’Abruzzo, Maria Luisa Alberico parlerà del suo libro “Vino è Donna” (Edizioni Pedrini), e infine, il 16 aprile alle 11.30, i produttori Giulia e Luigi Cataldi Madonna presenteranno il loro volume “Il vino è rosa” (Edizioni Topic) nella sala degustazione del Consorzio Vini d’Abruzzo.