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Autore: Redazione StudioNews

Fondo QuattroR entra nel caffè Segafredo: rileva 50% Massimo Zanetti

Fondo QuattroR entra nel caffè Segafredo: rileva 50% Massimo ZanettiMilano, 4 apr. (askanews) – Il fondo di private equity QuattroR ha acquisito una quota del 50% di Massimo Zanetti Beverage Group con l’obiettivo di accelerarne la crescita e la creazione di valore a lungo termine.


Fondato da Massimo Zanetti più di 50 anni fa, Massimo Zanetti Beverage Group è uno dei principali attori globali nel settore del caffè. Con un portafoglio di oltre 40 marchi, tra cui il rinomato Segafredo, il gruppo conta oggi più di 3.300 dipendenti e ha chiuso il 2023 con un fatturato di 1,1 miliardi. Nonostante le origini italiane, il mercato italiano rappresenta oggi meno del 10% del fatturato del gruppo, presente in 110 paesi, con 20 stabilimenti e un network importante di caffetterie. QuattroR entra nel gruppo principalmente attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale. L’obiettivo è quello di consolidare la leadership europea e rafforzare ulteriormente la sua presenza globale. Massimo Zanetti, presidente della società, continuerà a contribuire con la propria esperienza e capacità imprenditoriale allo sviluppo del gruppo. Il cda di Massimo Zanetti Beverage Group ha nominato in data odierna Pierluigi Tosato nuovo Ceo. Tosato vanta più di 25 anni di esperienza nel settore food&beverage di grandi gruppi industriali, come Ceo e membro del board di aziende tra cui Biscuits Bouvard, Continental Bakeries, Deoleo, Bolton Food, Acqua Minerale San Benedetto. “Sono davvero onorato di poter guidare il Gruppo Massimo Zanetti Beverage in questa stimolante fase di crescita e consolidamento – ha commentato Tosato – Vedo nel gruppo un notevole potenziale sia strategico che commerciale in un settore molto interessante”.


“La partnership con QuattroR rappresenta un’opportunità e uno stimolo per noi, per consolidare ulteriormente il percorso di crescita del gruppo, massimizzando la creazione di valore”, ha commenta Massimo Zanetti, fondatore e presidente di Massimo Zanetti Beverage Group. “La condivisione dei nostri valori imprenditoriali e la complementarietà di competenze agevolerà il raggiungimento degli obiettivi del gruppo”. “Con questa operazione confermiamo il nostro impegno ad affiancare e sostenere nel medio-lungo periodo imprenditori di successo, focalizzati a dare ulteriore sviluppo al proprio business”, ha sottolineato Francesco Conte, amministratore delegato di QuattroR. “L’investimento in Massimo Zanetti Beverage Group è perfettamente in linea con il nostro impegno di valorizzare importanti marchi italiani presenti su scala globale”. (Foto dal sito Web di Massimo Zanetti Beverage Group)

Scaroni (Enel): solo i salotti vedono la transizione energetica Ue

Scaroni (Enel): solo i salotti vedono la transizione energetica UeRoma, 4 apr. (askanews) – “Vedo conversazioni salottiere in cui si è convinti che la transizione energetica stia avvenendo: non sta avvenendo un bel niente”. Soprattutto in Europa, “che si è posta di obiettivi estremamente ambiziosi, prima un po’ tutti condividevano questi obiettivi, ora improvvisamente comincio a vedere delle incrinature qua e là”. Lo ha affermato il presidente di Enel, Paolo Scaroni, durante un dibattito a Sky Tg24 Economia.


“Nella storia dell’umanità abbiamo bruciato più carbone, più petrolio e più gas quest’anno, e le emissioni di CO2 sono al più alto livello mai fatto della storia. Significa – ha detto – che sulle rinnovabili non siamo nemmeno riusciti a compensare la crescita dei consumi. E abbiamo davanti a noi una montagna da scalare”. “Tanto per dare un dato – ha proseguito Scaroni – solo per raggiungere gli obiettivi della Cop28 per il 2030, quindi sto parlando da qui a sei anni, noi dovremmo investire in rinnovabili il triplo di quello che abbiamo investito nella storia del rinnovabili dal 2004 al 2022. Quindi abbiamo davanti a noi un enorme sforzo. Che è fattibile, che si può fare, ma che richiede un senso di urgenza, un senso di necessità, che vedo meno forte che nel passato”, ha avvertito.


Secondo Scaroni “i cittadini europei danno un segno, qualche senso di sofferenza, il sentiment è un po’ cambiato. Sono diventati più insofferenti di fronte ai temi ambientali e all’impatto dei temi ambientali sulle loro tasche. E quindi quella della transizione energetica è una partita ancora tutta da giocare, per quello che mi riguarda. E non parlo solo di agricoltori. E non ne farei nemmeno un tema politico, è un quadro un po’ variegato. Tutto questo mette a rischio gli obiettivi che noi ci siamo dati. Quindi se non entriamo con quel senso di urgenza, (se non ne facciamo) veramente una priorità, noi non arriveremo mai: qui apriamo un dibattito che vogliamo fare. Io resto ottimista perché poi magari le soluzioni vengono da sole. Però – ha concluso il presidente di Enel – il tema è molto complicato”.

Covid, archiviato anche l’ultimo procedimento a carico di Speranza. L’ex ministro: ho sempre creduto nella verità

Covid, archiviato anche l’ultimo procedimento a carico di Speranza. L’ex ministro: ho sempre creduto nella veritàMilano, 4 apr. (askanews) – Il Tribunale dei ministri di Roma ha archiviato l’ultimo procedimento a carico dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, che era stato aperto a seguito di alcune denunce relative alla campagna di vaccinazione. Lo ha scritto in una nota l’avvocato Danilo Leva, legale di Speranza. Secondo Leva nell’ordinanza, in sintonia con quanto già affermato nella richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica, viene “riconosciuta la correttezza della condotta di Speranza volta esclusivamente alla difesa dell’interesse pubblico e del diritto alla salute dei cittadini”.


“Ho sempre creduto che la verità sarebbe emersa. In una situazione difficilissima, ho dato tutto me stesso per salvare la vita delle persone, seguendo le indicazioni della comunità scientifica. Questa è stata la mia esclusiva priorità, come è giusto che sia per chi ha giurato sulla Costituzione come Ministro della Salute”, ha scritto sui social l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo che il Tribunale dei ministri di Roma ha archiviato l’ultimo procedimento giudiziario ancora aperto a suo carico relativo alla campagna vaccinale contro il Covid. “Ho vissuto giorni non facili, anche per una vera e propria campagna d’odio, tuttora in corso, alimentata da alcuni organi di comunicazione. Oggi però voglio solo dire grazie dal profondo del cuore alle tante persone che mi hanno fatto sentire il loro sostegno” ha aggiunto.


Speranza ha infine citato le parole usate dal Tribunale per il provvedimento di archiviazione: “Roberto Speranza ha agito, all’interno delle proprie prerogative istituzionali, per l’esclusivo fine di tutelare la salute collettiva della popolazione e giammai per fini individualistici, specialmente dolosi”.

Feltrinelli: lettori tornano in libreria, previste 3 aperture in 2024

Feltrinelli: lettori tornano in libreria, previste 3 aperture in 2024Milano, 4 apr. (askanews) – Nella strategia di crescita prevista dal piano, Feltrinelli nel 2024 punta ad aprire tre nuove librerie, due delle quali al sud, Taranto e Capaci, e una nella Capitale. “Continuiamo a credere nella nostra attività di librai – ha detto il presidente Carlo Feltrinelli – vogliamo continuare con nuove aperture nel 2024 ma soprattutto vogliamo sempre più caratterizzare le nostre librerie come grandi luoghi di proposte, con i libri al centro possibilmente in ambienti accoglienti come presidi culturali. La buona notizia è che dopo una pandemia terribile e altre sbornie amazoniane le lettrici e i lettori hanno voglia di tornare in libreria ed è un segnale molto forte che abbiamo riscontrato anche nei primi mesi del 2024 dove i risultati sono in vantaggio sul primo trim 2023 che di per sè era molto forte”. Il riferimento è al boom di acquisti online che si sono registrati durante gli anni del Covid che non è rimasto strutturale ma si è stabilizzato a livelli di crescita molto contenuti. In particolare l’ecommerce di Feltrinelli.it rappresenta circa il 15% del fatturato retail percentuale che sale al 25% se si considerano i portali Ibs e Libraccio.


Nel dettaglio del piano di aperture, a fine maggio aprirà il nuovo bookstore all’interno del complesso Must23 – Museo Stazione 23 maggio a Capaci, il progetto di riqualificazione culturale e urbana promosso dall’associazione “Capaci no mafia Ets”áe dalla cooperativa sociale Addiopizzo Travel in memoria della strage del 23 maggio 1992. L’altra apertura al sud invece è a Taranto in via Di Palma: a partire da fine giugno, uno spazio di 250 metri quadrati disposti su due livelli e una sala eventi proporranno un percorso di esplorazione che conterà circa 20 mila titoli. Infine la terza apertura dell’anno su Roma, che sarà la sedicesima libreria Feltrinelli nella Capitale. I vertici, il presidente Carlo Feltrinelli e l’amministratrice delegata, Alessandra Carra, l’hanno presentata come una officina di quartiere che aprirà i battenti a fine luglio in Largo Pio XI con un assortimento da 40mila titoli nei suoi 460 metri quadrati di superficie. “Continuare ad aprire librerie ci riempie di orgoglio – ha detto Carra – Nel 2023 orgogliosi di aver aperto una libreria a Lucca e una a Venezia”. Se questo riguarda il polo canali, per il polo editoriale – Feltrinelli oggi rappresenta il quarto player editoriale italiano, con una quota di mercato che nel 2023 è passata dal 6,5% al 6,8% – è l’arrivo di Gramma, il nuovo imprint che esordisce in libreria il prossimo 7 maggio dedicato a libri in cui si annunciano le forme nuove della riflessione, dell’immaginazione e dell’invenzione che attraversano la nostra contemporaneità così come sarà il luogo ideale per le opere che, dal passato, ci parlano ancora. A inaugurare Gramma il prossimo 7 maggio sarà il nuovo libro di Eshkol Nevo, Legami.


Sul 2024, inoltre, Feltrinelli prevede la partenza di una nuova realtà: “Stiamo iniziando a ricreare a quella che si chiamerà Feltrinelli media o Feltrinelli studios – ha anticipato carra – la stiamo costruendo ma ancora non abbiamo ancora tutti gli elementi. Ci stiamo investendo e faremo attività di podcast, audiolibri e coproduzioni di sceneggiature originali”. Intanto entro l’estate arriverà la nuova sede del gruppo: “Tra la fine dell’estate e il ritorno dal festival della letteratura di Mantova Casa Feltrinelli sarà aperta – hanno assicurato oggi l’ad – sarà una grande sede dove ci saranno tutte le unità aziendali attualmente separate in tre sedi diverse. La storica sede non si tocca”.

Vino, a Vinitaly il nuovo progetto di Luca Currado Vietti e Elena Penna

Vino, a Vinitaly il nuovo progetto di Luca Currado Vietti e Elena PennaMilano, 4 apr. (askanews) – Esordiranno alla 56esima edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile, i primi vini di Cascina Penna-Currado, il nuovo progetto di Luca Currado Vietti e dalla moglie Elena Penna, che nel gennaio 2023 hanno interrotto definitivamente il loro lavoro per Vietti, la storica Cantina di famiglia a Castiglione Falletto (Cuneo) che nel 2016 avevano venduto al miliardario statunitense Kyle Krause.


Si tratta di una Barbera d’Alba, di un Dolcetto d’Alba e di un Langhe Nebbiolo prodotti da una ventina di ettari vitati in affitto a lungo termine, 13 dei quali in località San Sebastiano a Monforte d’Alba e gli altri nella zona del Barolo Classico. La regia è in una cascina del 1500, un’azienda agricola di Serralunga d’Alba (Cuneo), che questa celebre coppia del vino formata da un enologo e da una commerciale assieme ai figli Giulia e Michele, ha finito di restaurare nel marzo scorso. La presentazione ufficiale dei primi tre vini sarà di fatto il lancio di Cascina Penna-Currado, Cantina volutamente piccola e artigianale, che punta a fare vini immediatamente riconoscibili per la loro forte impronta territoriale. “Vini a trazione Langa” sintetizza Luca Currado Vietti, fatti “in modo semplice e umile, cioè, cercando di dare il nostro meglio, con credibilità, ogni giorno: l’unica strada che conosciamo”.


Foto: Molchenphoto

Fuorisalone, un progetto di Marco Nereo Rotelli per Bertolotto

Fuorisalone, un progetto di Marco Nereo Rotelli per BertolottoMilano, 4 apr. (askanews) – “Door is Love” è un progetto artistico di Marco Nereo Rotelli che “apre le porte” verso un mondo migliore, dove l’amore vince sulla guerra. L’opera commissionata da Bertolotto S.p.A. consiste in un grande Portale d’Oro, allestito nel Cortile d’Onore dell’Università degli Studi di Milano, formato da una serie limitata di porte incise con versi poetici sui concetti dell’amore, che si fondono con un carro armato dipinto di blu.


“L’installazione vuole essere un paradosso, una provocazione, dove arte e design si uniscono per portare un messaggio di pace”, sottolinea Celia Stefania Centonze, partner di Ever in Art, società che ha prodotto il concept. “Sulla soglia, spazio reale e metaforico, si svolge infatti una metamorfosi: il portale diventa un varco, un luogo di passaggio verso un mondo migliore, dove l’amore vince la guerra, vince su tutto”. L’installazione verrà inaugurata il 17 aprile, con un cocktail riservato alla stampa ed agli ospiti di Bertolotto. All’evento parteciperà anche il prof. Riccardo Valentini, premio Nobel per la pace e guru sulle tematiche della sostenibilità, già partner di Ever in Art in precedenti progetti. Nel suo discorso inaugurale Valentini esprimerà il suo pensiero di fiducia verso le nuove generazioni: “Le guerre le decidono le persone anziane che vivono in un mondo sbagliato, fatto di armi, di sangue. Sono convinto che il sentimento delle nuove generazioni sia più aperto alla socialità e alla comprensione delle diversità”.


La collaborazione tra Bertolotto, Ever in Art e l’artista Marco Nereo Rotelli, celebrata con l’installazione “Door is Love” alla Milano Design Week 2024, darà presto origine ad un’edizione speciale di porte d’autore: una collezione esclusiva di 14 porte che riporteranno l’inconfondibile cifra stilistica di Marco Nereo Rotelli, con versi poetici e messaggi di pace su differenti laccature, in un’inedita gamma di colorazioni. Ogni porta dell’edizione “Door is Love” sarà un’opera unica, con dettagli esclusivi, creata dall’artista per valorizzare gli ambienti come una vera opera d’arte.

Italia-Francia, Gribaudo (Pd) a incontro Unione interparlamentare

Italia-Francia, Gribaudo (Pd) a incontro Unione interparlamentareRoma, 4 apr. (askanews) – “Sono intervenuta per ribadire la necessità di una forte e piena attuazione del Trattato del Quirinale, in particolar modo per quel che riguarda le infrastrutture comuni tra il Piemonte e il territorio d’oltralpe. Serve mettere nero su bianco la convenzione per i treni e la mobilità sostenibile, mettendo in campo strategie e investimenti comuni. Un passaggio necessario in vista della prossima conferenza intergovernativa, che non potrà prescindere da queste tematiche, anche considerata la difficoltà che sta subendo la mia Regione con le recenti problematiche della tratta ferroviaria Cuneo-Ventimiglia”. Così la deputata Pd, Chiara Gribaudo si trova a Parigi per l’incontro dell’Unione interparlamentare di amicizia tra Italia e Francia. Sul tavolo tante questioni internazionali: la guerra in Ucraina,i fenomeni migratori e la necessità di una maggior coesione europea.


Nel suo intervento Gribaudo alludeva ai disagi degli ultimi giorni causati dalla sospensione della linea ferroviaria dovuta a una frana avvenuta il 1 aprile, che ha così lasciato per alcuni giorni il territorio cuneese isolato e ha costretto i pendolari a fare un’ onerosa deviazione di 250 km da Cuneo via Savona/Imperia e Ventimiglia via gomma. “Per sbloccare le infrastrutture servono la politica e il confronto, non bastano i comunicati di Cirio. Gli incontri tra delegazioni e le CIG vanno preparati con percorsi politici di cooperazione e dialogo, altrimenti queste importanti questioni vengono lasciate nelle mani dei funzionari, escludendo le istituzioni che dovrebbero invece essere quelle deputate a risolvere i problemi e che in cinque anni, come la Regione Piemonte, non sono state in grado di fare. Serve uno sforzo politico più forte, da parte del governo francese e italiano ma anche dalle regioni. Oggi era importante per me essere qui per fare quello che la Regione non sta facendo: difendere il nostro territorio, non alle sagre ma nei contesti istituzionali corretti. Non si può solo e sempre fare campagna elettorale come fa la destra senza risolvere nessun problema”, ha aggiunto.


“Anche per questo torno a richiedere dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni e dopo settimane di silenzio che venga il ministro Salvini a spiegare le problematiche e a dare un cronoprogramma sul lavoro del tunnel di Tenda. Siamo stufi delle passerelle, Cirio ricerchi il confronto nelle sedi istituzionali corrette, come il comitato di monitoraggio o in prefettura. Non possiamo permetterci di arrivare all’estate senza nessun passo avanti. Ora chiedo e chiediamo al governo nazionale e regionale e che alla prossima CIG si approvi la nuova convenzione, che da troppo tempo deve essere aggiornata, per garantire che la linea ferroviaria Torino-Cuneo-Ventimiglia-Nizza sia funzionante ed efficace – considerato il ritardo che si avrà sul tunnel di Tenda. Con questo spirito ho chiesto una mano ai colleghi francesi: ognuno faccia la sua parte così da onorare realmente il trattato del Quirinale, la ragione per la quale siamo qui e dobbiamo provare ad unire più e meglio i nostri Paesi, non solo nelle relazioni commerciali ed economiche ma rafforzando il legame storico ed infrastrutturale oggi messo fortemente a rischio”, ha concluso Gribaudo.

E’ crisi idrica nelle campagne siciliane, Cia: danni incalcolabili

E’ crisi idrica nelle campagne siciliane, Cia: danni incalcolabiliRoma, 4 apr. (askanews) – Un calo del 30% dell’acqua contenuta negli invasi rispetto allo stesso periodo del 2023 e danni incalcolabili ai terreni seminati a grano duro, ma anche al comparto zootecnico. “Le nostre migliori estensioni cerealicole delle aree rurali del centro Sicilia oggi sono una desolazione: sterminate aree seminate a grano che non andranno a maturazione perché sono già ingiallite e in alcune zone, le piante si presentano con il gambo alto solo alcuni centimetri”. A lanciare l’allarme è la Cia della Sicilia Orientale.


“Non è più solo un grido di allarme quello che proviene dalle campagne siciliane, ma una tragica conferma della perdita irreversibile delle produzioni agricole che getta nello sconforto i nostri agricoltori. Alte temperature e siccità hanno messo all’angolo la Sicilia”, spiega l’organizzazione che lancia l’ennesimo appello al Governo regionale e nazionale. “La richiesta dello stato di emergenza Nazionale decisa dalla Giunta Regionale, non ancora approvata dal Consiglio dei Ministri – si legge nella nota sottoscritta dalla Giunta CIA Sicilia Orientale – dovrà garantire un approvvigionamento idrico e potabile ai cittadini e alle aziende agricole e zootecniche della Sicilia, e mettere in campo una serie di interventi finanziari mirati al sostegno delle aziende agricole per compensare la perdita secca di reddito, con uno sgravio immediato dei ruoli consortili ordinari ed irrigui e altri oneri fiscali, contributivi e di moratoria, sospensione dei mutui che pesano sulle imprese del settore agricolo e zootecnico”.


“Il comparto zootecnico vive la stessa drammatica situazione – conferma Donatella Vanadia, che conduce una strutturata azienda zootecnica in territorio di Vizzini con centinaia di capi di bovini – Allevatori esasperati e animali sfiancati dalla mancanza di foraggio e di acqua per il minimo sostegno vitale”. “Ribadiamo con forza che urge un Piano Straordinario per affrontare le emergenze – conclude la nota di Cia Sicilia Orientale – e, seppur consapevoli delle difficoltà del momento e degli sforzi che si stanno facendo per colmare i ritardi del passato, bisogna pianificare gli interventi necessari a medio e lungo periodo per rilanciare il comparto e il reddito degli agricoltori”.

Confindustria, Orsini è il nuovo presidente: ora unità e dialogo

Confindustria, Orsini è il nuovo presidente: ora unità e dialogoRoma, 4 apr. (askanews) – L’imprenditore emiliano Emanuele Orsini è il nuovo presidente di Confindustria. Dopo il passo indietro di Edoardo Garrone, presidente di Erg e del Sole 24 Ore, la strada per la designazione di Orsini era spianata. I componenti del consiglio generale, a scrutinio segreto, lo hanno votato con 147 sì. La riunione era affollata, ma non al gran completo: su 187 aventi diritto di voto erano presenti in 173. Da registrare 17 schede nulle e 9 bianche, a testimonianza di una seppur minoritoria opposizione. Dopo una campagna elettorale divisiva e contraddistinta da veleni, polemiche e ricorsi ai probiviri, il neopresidente ha subito mandato segnali distensivi. “Cercherò di convincere chi non mi ha votato”, sono state le sue prime parole dopo la proclamazione dei risultati.


“Oggi siamo riusciti dopo una campagna elettorale molto complicata e difficile – ha detto ai giornalisti che lo attendevano nel cortile di viale dell’Astronomia – a ricompattare Confindustria come è giusto che sia perchè deve guardare avanti alla realtà dell’industria italiana”. Dialogo, identità e unità le parole chiave del programma di Orsini. Anche la “competitività – ha spiegato – sarà un tema chiave, l’energia è un altro tema che metteremo al centro del nostro programma e la certezza del diritto. C’è bisogno che le imprese e le istituzioni siano sempre più vicine per far crescere il nostro sistema imprenditoriale”. Il neopresidente ha respinto una visione dicotomica tra “piccole e grandi aziende”, immaginando una “Confindustria centrale, di prospettiva e proposte, che vorrà fare sintesi per dare al governo e alla Ue soluzioni per la crescita delle nostre imprese”. E proprio dall’esecutivo sono arrivate le prime congratulazioni per Orsini con la premier Giorgia Meloni che ha sottolineato: “Per questo governo, lo Stato deve essere un alleato naturale delle imprese e degli imprenditori, cioè di coloro che creano posti di lavoro e producono ricchezza. Come sempre non faremo mancare disponibilità e dialogo”.


Prossima tappa per Orsini è la formazione della squadra che, insieme al programma, sarà sottoposta al voto del consiglio generale in programma il 18 aprile. Sui nomi nessuna dichiarazione, ma a chi gli ha chiesto di un possibile ingresso di Antonio Gozzi, il candidato escluso dai saggi per non aver raggiunto il gradimento necessario, Orsini ha spiegato: “Gozzi è una persona che stimo molto, ha fatto tantissimo per il sistema, ha un ruolo chiave nel mondo di Federacciai e il new green deal, sarà una persona con cui dialogheremo per forza, così come con Edoardo Garrone e con tutti quelli che hanno fatto campagna elettorale e che saranno valore aggiunto”. All’insegna della ritrovata compattezza anche i commenti di alcuni fra i past president dell’associazione. Emma Marcegaglia si è detta “contenta” perché Confindustria “ha ritrovato compattezza e unità e questa è la cosa più importante dopo una campagna pesante, molto mediatica complicata. Quindi il fatto che ci siamo ricompattati tutti, con convinzione, su Emanuele Orsini va bene e credo vada evidenziato che Edoardo Garrone ha fatto un atto, secondo me, importante perché proprio ha reso possibile il fatto che ci siamo riuniti”.


Sulla stessa linea Luigi Abete: “Oggi un ottimo clima. Le due persone che avevano raggiunto il maggior livello di consenso avevano entrambe esperienze ed entusiasmo progettuale per poter essere un presidente di Confindustria ottimo per il prossimo quadriennio” e “con un percorso per quanto complesso, alla fine il consenso sul designato è stato rilevantissimo”. Per l’elezione vera e propria bisognerà aspettare il 23 maggio quando si riunirà l’assemblea dei delegati.


Mlp

Primarie a Bari, sfida Conte-Schlein con l’ombra dei nuovi arresti

Primarie a Bari, sfida Conte-Schlein con l’ombra dei nuovi arrestiBari, 4 apr. (askanews) – A Bari si parla apertamente di un “terremoto” politico: la nuova ondata di arresti in una inchiesta per corruzione elettorale e voto di scambio ha lambito la Regione (è finito ai domiciliari il marito della reginetta delle preferenze Anita Maurodinoia, esponente di un movimento civico locale, anche lei indagata e che per questo ha fatto sapere di essersi dimessa dal Pd e dall’incarico di assessora ai Trasporti nella giunta presieduta da Michele Emiliano). Dopo le polemiche che hanno opposto il sindaco uscente di Bari, Antonio Decaro, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha deciso la nomina della commissione di accesso che dovrà accertare se il Consiglio comunale debba essere sciolto per mafia, un nuovo colpo all’immagine del centrosinistra pugliese. Immagine già incrinata anche dai ricordi non del tutto coincidenti fra Decaro ed Emiliano a proposito di un episodio raccontato da quest’ultimo di una visita in casa di una famiglia legata ai clan mafiosi della città vecchia: per “affidare” l’allora assessore Decaro alla parente di un boss, secondo Emiliano che rivendicava la sua primogenitura nella lotta ai clan praticata anche con queste modalità informali; episodio negato pubblicamente dall’attuale sindaco, cosa sulla quale nei giorni scorsi è filtrata anche la voce di un acceso diverbio fra i due nel corso di una riunione del Pd.


Il nuovo colpo che arriva dalla magistratura inquirente si colloca nelle battute finali della corsa delle primarie del cosiddetto campo largo per la candidatura alla successione di Decaro: si dovrebbe votare l’8 e 9 giugno prossimi e domenica prossima, in sei hotel del capoluogo pugliese, si sfideranno preventivamente il candidato “civico” di sinistra Michele Laforgia (un avvocato penalista appoggiato dal M5S, da Sinistra italiana, da Italia viva, dai socialisti e da qualche esponente locale del Pd) e il candidato ufficiale del Pd, Vito Leccese, capo di gabinetto del sindaco uscente con un lontano passato di parlamentare dei Verdi, che conta su un pezzo di mondo “civico” e sull’appoggio del leader verde Angelo Bonelli. Non a caso, proprio il faccia a faccia previsto per oggi nello scenario del Teatro Forma di Bari fra i due sfidanti alle primarie è stata la prima vittima delle notizie di cronaca della giornata: “Si sarebbe parlato solo di quello, non avrebbe fatto bene ai due candidati e nemmeno alla città di Bari”, fanno notare in ambienti della coalizione di centrosinistra per spiegare perchè non ci sarà. La tensione in città è alta, tanto quanto la curiosità per il modo in cui i due rivali e i loro sponsor politici affronteranno la vicenda: proprio il rischio di “inquinamento” del voto nelle primarie è stato a lungo oggetto di un braccio di ferro fra le due ali della coalizione di centrosinistra, con Laforgia e il M5S che a lungo hanno cercato di evitarne la celebrazione, poi con l’avvocato barese che dopo averle accettate chiedeva regole e controlli preventivi più severi sui partecipanti e il Pd che caldeggiava una consultazione più “popolare”. I due eventi principali della campagna sono in programma oggi e domani: in piazza Prefettura con Laforgia questo pomeriggio ci saranno il leader del M5S, Giuseppe Conte, e il presidente di Sinistra italiana Nichi Vendola, predecessore di Emiliano alla guida della Regione Puglia; domani in piazza Umberto al fianco di Leccese è atteso l’arrivo della segretaria del Pd Elly Schlein (che già oggi ha parlato di vicenda “gravissima” rivendicando che il Pd “non accetta voti sporchi”), ma dovrebbero esserci anche Decaro ed Emiliano. Siccome il perdente, come da galateo delle primarie, dovrebbe essere il primo sostenitore del candidato vincente, difficilmente Laforgia, Conte e Vendola potranno incentrare i loro appelli finali solo sulla “questione morale” e sulle conseguenze delle inchieste giudiziarie. Ma d’altronde, è difficile immaginare che il tema possa essere ignorato nei comizi di queste due giornate. Ed è piuttosto facile prevedere che qualunque accento appena sopra le righe possa lasciare qualche strascico nei rapporti, tradizionalmente tormentati, fra le forze del cosiddetto campo largo.


Resta confermato, per ora, un ultimo confronto fra Laforgia e Leccese, che si dovrebbe tenere nella giornata di domani nella sede di una emittente televisiva. Ma nelle prossime ore lo scenario potrebbe cambiare: negli ambienti vicini a Leccese si teme che dal campo del concorrente arrivi, magari per bocca di Conte, una clamorosa richiesta di annullamento delle primarie. Mentre fra i sostenitori di Laforgia ci si limita per ora a suggerire che un “passo indietro” del candidato marchiato Pd, che pure con le inchieste giudiziarie non ha assolutamente nulla a che fare, sarebbe stato opportuno.