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Autore: Redazione StudioNews

David Donatello, 19 candidature a “C’è ancora domani” di Cortellesi

David Donatello, 19 candidature a “C’è ancora domani” di CortellesiRoma, 3 apr. (askanews) – Dopo gli incredibili risultati ottenuti al botteghino con il suo “C’è ancora domani”, Paola Cortellesi quest’anno conquista anche il maggior numero di candidature ai David di Donatello, ben 19. Nessun film d’esordio ne aveva mai avuto tante. Il film di Matteo Garrone che è stato in corsa per gli Oscar, “Io capitano”, ne ha ottenute 15, “La chimera” di Alice Rohrwacher 13, “Rapito” di Marco Bellocchio 11, “Il sol dell’Avvenire” di Nanni Moretti 7. Sono proprio questi cinque che si contenderanno quest’anno il David più importante, quello per il miglior film.


La cerimonia di premiazione della 69esima edizione dei David di Donatello si terrà il 3 maggio negli studi di Cinecittà e andrà in diretta su Rai1. La serata, durante la quale verranno assegnati 25 premi, sarà condotta da Carlo Conti e Alessia Marcuzzi. Cortellesi rientra nella cinquina per il “miglior esordio alla regia”, insieme a Giacome Abruzzese per “Disco boy”, Micaela Ramazzotti per “Felicità”, Michele Riondino per “Palazzina LaF”, Giuseppe Fiorello per “Stranizza d’amuri”. Una delle grandi caratteristiche di quest’anno, infatti, è che ci sono diversi attori che si sono cimentati con la regia. Come “miglior regista” in gara per il David ci sono: Moretti, Garrone, Rohrwacher, Bellocchio e Andrea Di Stefano per “L’ultima notte di amore”.


Per quanto riguarda la cinquina per il David come miglior attrice protagonista, ritroviamo Cortellesi insieme a Isabella Ragonese, Micaela Ramazzotti, Linda Caridi, Barbara Ronchi. Per il miglior attore protagonista sono in lizza Valerio Mastandrea, Antonio Albanese, Pierfrancesco Favino, Michele Riondino, Josh O’Connor. Le candidature sono state annunciate in Rai alla presenza, fra gli altri, di Piera Detassis, presidente e direttrice artistica Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello, di Nicola Maccanico – amministratore delegato Cinecittà S.p.A, e Lucia Borgonzoni, sottosegretario del MiC. “La cerimonia deve essere meno autoreferenziale possibile, arrivare a persone che hanno perso l’abitudine di vedere cinema come luogo di socializzazione e magia” ha sottolineato il sottosegretario. Ed è per questo che si darà grande spazio al glamour con coreografie e scenografie di Luca Tomassini, e non mancherà il red carpet, animato da Fabrizio Biggio.

La radice di rafano croato entra nel registo delle Dop

La radice di rafano croato entra nel registo delle DopRoma, 3 apr. (askanews) – La radice di rafano croato “Ludbreški hren” è stata inserita nel registro delle denominazioni di origine protetta (Dop) dalla Commissione Europea.


Il nome “Ludbreški hren” si riferisce alla radice cruda, cioè non lavorata, dell’omonima varietà di rafano. La radice rappresenta la parte sotterranea della radice ed è spesso ramificata, cilindrica, ispessita e carnosa; ha una forma leggermente affusolata e una sezione trasversale rotonda. La superficie della radice è da liscia a leggermente ruvida, ed è bianco-giallastra all’esterno e da bianca a biancastra all’interno. La zona di produzione del “Ludbreški hren” comprende l’area geografica dell’intera contea di Varaždin, in Croazia. Le condizioni climatiche e pedologiche ottimali per la coltivazione del rafano nella zona geografica delimitata, insieme alla specifica tecnica di coltivazione e all’abilità dei produttori, hanno portato alla tradizione di questa produzione, che esiste a fini commerciali. esclusivamente in questa zona. Il terreno pianeggiante della piana della Drava garantisce un flusso d’acqua uniforme nella zona di produzione e, oltre ai corsi d’acqua esistenti, ci sono anche acque sotterranee che forniscono un ulteriore apporto idrico ai terreni su cui viene prodotto il “Ludbreški hren”.

Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza

Confindustria, Garrone si ritira dalla corsa per la presidenzaRoma, 3 apr. (askanews) – L’industriale Edoardo Garrone si ritira dalla corsa per la presidenza di Confindustria. Garrone ritira “per il bene di Confindustria”. Lo apprende Askanews da fonti vicine all’industriale.


In una lettera inviata ai colleghi dell’associazione, l’imprenditore ligure scrive: “è evidente che in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di ‘impegni o scambi’ eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria. Dunque, “la scelta di anteporre il fine alla persona, mi impone quindi – spiega – di fare un passo indietro e di consentire ad Emanuele Orsini di trovare quelle condizioni ideali per guidare Confindustria senza condizionamenti, e di poterlo fare con grande senso di responsabilità, in nome di un fine collettivo che è molto più importante di noi singoli”.

Governo, mozioni sfiducia Salvini-Santanché saranno votate oggi

Governo, mozioni sfiducia Salvini-Santanché saranno votate oggiRoma, 3 apr. (askanews) – Saranno votate nella giornata di oggi le mozioni di sfiducia presentate nei confronti dei ministri Matteo Salvini e Daniela Santanchè. È quanto si apprende da fonti parlamentari di maggioranza.


Alla ripresa dei lavori, l’aula della Camera procederà all’esame della pdl sul riconoscimento dei teatri monumento nazionale. Terminato l’esame del provvedimento, la maggioranza chiederà una inversione dell’ordine del giorno (che vede altri due pdl, terzo settore e cessione crediti agricoli) per anticipare e procedere subito all’esame della mozione di sfiducia Azione-Pd-M5s-Avs nei confronti del ministro per i Trasporti e le Infrastrutture e poi a quella nei confronti della ministra del Turismo. Le votazioni saranno per appello nominale e sarà con ogni probabilità necessaria una seduta notturna per concludere. Resta fermo in calendario il question time delle 15.

Sfiducia a Santanchè, Conte: si stanno disonorando le istituzioni

Sfiducia a Santanchè, Conte: si stanno disonorando le istituzioniRoma, 3 apr. (askanews) – “Io ricordo che la Meloni e la Santanchè a ogni stormir di fronda quando erano all’opposizione chiedevano dimissioni per fatti molto meno gravi. Oggi mi sorprende che di fronte a fatti così gravi, ad accuse così gravi e circostanziate… indipendentemente da quella che sarà la vicenda giudiziaria, ma qui stiamo parlando dell’onore delle istituzioni e qui si stanno disonorando le istituzioni”. Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, parlando dell’inchiesta sulla ministra del Turismo e della mozione di sfiducia presentata contro di lei.


L’ex premier ha risposto ai cronisti a margine del sit-in di protesta dei giornalisti dell’Agenzia Italia. A chi gli ha chiesto se lui, da capo del Governo, avrebbe chiesto le dimissioni della ministra del Turismo, ha replicato: “Io l’ho dimostrato nei fatti, non è che lo avrei fatto: l’ho fatto quando è capitato come presidente del Consiglio che un mio sottosegretario si è trovato in questa situazione. L’ho convocato, poi, con tutto il rispetto per la persona, augurandogli di poter difendere le sue ragioni nella sede giudiziaria, gli ho chiesto di fare un passo indietro, com’è stato fatto, poi. In questo caso invece la ministra Meloni che parla tanto di meritocrazia, di credibilità delle istituzioni, sta disonorando le istituzioni per il famoso amichettismo dei parenti d’Italia”. Quanto alle assenze dei ministri dalle aule parlamentari dove si discutono le mozioni di sfiducia loro indirizzate, “non lo so, c’è tanta retorica da parte di questo governo, loro ci mettono la faccia… Spesso è una faccia di bronzo, stavolta neppure ce la mettono”, ha commentato Conte, che ha respinto anche l’argomento del “garantismo” come critica alla sfiducia per la ministra del Turismo. “Il garantismo per cosa? Quando c’è il disonore per le istituzioni, qui è la garanzia che stiamo disonorando le istituzioni, al contrario. Il garantismo – ha ribadito – è una cosa seria, non lo invochiamo fuori luogo. Ci sono delle garanzie costituzionali, che riguardano i processi, vanno garantite a tutti gli indagati e gli imputati ma è una cosa ben diversa. Qui stiamo parlando di un principio di responsabilità politica, di opportunità e la presidente Meloni scredita l’Italia, perché se ministri con accuse così gravi, circostanziate, così , rimangono al loro posto, stai dando un segnale non solo in Italia ma anche in Europa e a livello internazionale, che non hai considerazione per le istituzioni: che il bene di partito, l’amicizia, l’amichettismo, la solidarietà, la logica solidale far compagni di partito – ha concluso il leader stellato – prevale su tutto”.

Basilicata, Amendola (Pd): operai precettati per arrivo Lollobrigida

Basilicata, Amendola (Pd): operai precettati per arrivo LollobrigidaRoma, 3 apr. (askanews) – “Il ministro arriva in Basilicata e cosa succede? Il presidente del consorzio di bonifica, Giuseppe Musacchio, manda un messaggio in cui avvisa tutti i capisquadra di precettare gli operai per partecipare alla presentazione delle liste per le regionali. Cito, testualmente: ‘All’attenzione di tutti i capisquadra di avvisare gli operai della propria squadra Per disposizione del presidente del Consorzio di Bonifica della Basilicata Domani 03/04/2025 alle 10, c/o Cinema Comunale siete tutti invitati alla presentazione delle liste elettorali del Cdx da parte dell’onorevole Francesco Lollobrigida grazie’. La claque coi soldi pubblici: ecco cos’è la destra. Presenterò un’interrogazione”. Così su Facebook il deputato Enzo Amendola (Pd).

Oculistica, Associazione Pazienti: serve soluzione su cataratta

Oculistica, Associazione Pazienti: serve soluzione su catarattaMilano, 3 apr. (askanews) – L’ultima revisione dei Lea – i Livelli Essenziali Assistenza sanitaria, che sarebbe dovuta entrare in vigore ad aprile 2024 ma è stata rimandata a gennaio 2025 – prevede un risarcimento dell’intervento di cataratta per gli ospedali del Ssn di circa 800 euro: troppo pochi per coprire i costi del personale, dei materiali e della sala operatoria. Per non parlare delle tecnologie innovative spesso decisive. “Se questa revisione andrà veramente in vigore, i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie decideranno di non lavorare in perdita e spingeranno i medici ad eseguire sempre meno cataratte, lasciando due alternative alle persone: chi potrà pagarsi il privato o l’assicurazione, si farà operare. Chi non avrà i mezzi, diventerà cieco o ipovedente”, spiega Francesco Bandello, Direttore Clinica Oculistica Università Vita Salute Irccs Ospedale San Raffaele Milano e presidente dell’Associazione Pazienti Malattie Oculari.


La denuncia è stata fatta dal professor Bandello e da un nutrito panel di medici oculisti – tra i circa 6-7 mila operanti sull’intero territorio italiano, di cui intorno ai 1.500 nel SSN – ed esperti sanitari alla presenza delle istituzioni, nella Sala Stampa della Camera dei deputati, oggi 3 aprile 2024 durante l’incontro “Sanità pubblica senza cataratte. Così l’oculistica sta scomparendo dal Ssn” a cura dell’Associazione Italiana Pazienti Oculari in collaborazione con Aimo (Associazione Italiana Medici Oculisti) e con Siso (Società Italiana Scienze Oftalmologiche). “Il problema di fondo – spiega Bandello – è che l’oculistica è considerata una disciplina sulla quale si può risparmiare, e rischia come già l’odontoiatria e, negli ultimi anni, la Dermatologia e, in parte, l’Otorinolaringoiatria, di venire sacrificata all’interno del Ssn fino a scomparire”. Questa, però, è l’anticamera di una ‘catastrofe sociale’ che ha messo in guardia il panel degli esperti. “Questo provvedimento avrà degli altissimi costi sociali e non permetterà di erogare le prestazioni assistenziali con adeguati standard di qualità ed efficienza: a pagare il prezzo sarà il paziente – conferma Teresio Avitabile, presidente della Società italiana Scienze Oftalmologiche Siso – La vista è un bene troppo prezioso e deve essere tutelato. È necessario un drastico cambiamento di rotta per riportare il bene del paziente e della comunità al centro dell’attenzione. Ci batteremo per questo”


“L’oculistica è e rimane infatti la disciplina con il miglior rapporto costo-beneficio in tutto l’orizzonte medico – specifica Alberto Quadrio Curzio, professore Emerito di Economia politica all’Università Cattolica di Milano e Presidente onorario Associazione Pazienti malattie oculari -. Da una buona vista dipendono autonomia personale, risultati scolastici, aggiornamento delle competenze professionali e la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Perdere la vista, oltre al danno alle persone in termini di sofferenza, implica anche un costo sociale ed economico – mancati guadagni, peso sulle famiglie, assistenza di invalidità, esclusione – che è enormemente più alto di quanto costerebbe mantenere la salute visiva dentro il Ssn”. “Siamo molto preoccupati per la riduzione dei rimborsi per gli interventi oculistici ed in particolare per le cataratte e le terapie intravitreali finalizzate alle patologie retiniche che rappresentano gli interventi più eseguiti su tutto il territorio nazionale – puntualizza la dottoressa Alessandra Balestrazzi, Presidente Aimo Associazione Italiana Medici Oculisti – Piuttosto che far uscire la nostra specialità dal Ssn o ridurre drasticamente il numero di interventi, si potrebbe pensare di prevedere una compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini per alcune tecnologie più costose che potrebbero permettere ai pazienti una migliore qualità della vista”.


A sua volta, il professor Mario Stirpe, decano dell’oculistica italiana e presidente dell’Irccs Fondazione Bietti che ha appena celebrato i 40 anni di attività, ricorda con amarezza che “la sanità attuale non è più quella di cui ci siamo vantati in passato. Una sanità nella quale i medici erano protagonisti ed integravano con gli istituti di appartenenza l’assistenza verso le categorie meno abbienti non tutelate dai pur efficienti Enti Assistenziali che gestivano esclusivamente la salute delle categorie lavorative. Quello che si lascia presagire – continua Stirpe – è che l’assistenza ospedaliera venga progressivamente limitata alle materie salvavita con la consegna delle materie specialistiche ad una sanità convenzionata il cui primo obbiettivo sarà quello di mantenere bilanci positivi, e ancor peggio, l’intrusione di categorie che già oggi tendono ad assumere compiti impropri”. “La proroga del governo, che rimanda l’applicazione del nuovo tariffario Lea è sì una vittoria per chiunque abbia a cuore la sanità pubblica, ma è una vittoria di breve durata – riprende Bandello -. Perché, fra pochi mesi, il problema rischia di riproporsi invariato. Tutti/e noi vorremmo lanciare un appello per provare a guardare al futuro dell’oculista nel Ssn esplorando con coraggio, flessibilità e onestà intellettuale il futuro dell’oculistica nel Ssn. Al momento le strade che si possono prendere sono tre. Il governo modifichi i Lea permettendo agli ospedali di ricevere almeno 1000 euro circa per intervento; oppure indichi un livello di reddito al di sotto del quale la cataratta viene garantita dal Ssn; in alternativa, ammetta in maniera trasparente che tutti i cittadini e le cittadine devono pensare di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria per la salute visiva. Già ora le liste di attesa superano i 18 mesi. Se le cose rimangono come sono, eseguire la cataratta in ospedale diventerà un’illusione”.


“Su una cosa non ci possono essere dubbi od equivoci, infatti: con questi Lea, se invariati, l’oculistica esce dal Servizio Sanitario. Non ci sono trucchi contabili o retorici che possano nascondere la verità. Se questa è la decisione del governo, il governo deve trovare il coraggio di ammetterlo. Dobbiamo dare alle persone il tempo di prepararsi. La scelta di trascurare l’oculistica in quanto disciplina non salvavita potrebbe sembrare ‘comprensibile’ in un periodo in cui la domanda di salute eccede le risorse disponibili, ma in realtà è completamente priva di lungimiranza. Quella di sacrificare l’Oculistica è una scelta lucida – conclude Bandello -. Ed è la scelta sbagliata: costa più di quanto faccia risparmiare e sacrifica il futuro di una disciplina che non potrà più contare su giovani medici formati nella sanità pubblica”.

Vino, a Vinitaly il battesimo ufficiale della nuova Allegrini Wines

Vino, a Vinitaly il battesimo ufficiale della nuova Allegrini WinesMilano, 3 apr. (askanews) – Si terrà alla 56esima edizione di Vinitaly, in programma a Veronafiere dal 14 al 17 aprile, il battesimo ufficiale di Allegrini Wines, la realtà frutto del recente riassetto societario della storica Cantina della Valpolicella fondata da Giovanni Allegrini, con l’acquisizione della maggioranza delle quote da parte dei fratelli Francesco, Matteo e Giovanni, insieme con la cugina Silvia (rispettivamente figli di Franco e Walter Allegrini), e l’uscita della loro zia, Marilisa Allegrini che, con le sue figlie, si dedicherà invece alle Cantine Poggio Al Tesoro a Bolgheri, San Polo a Montalcino e Villa Della Torre a Fumane.


Al Salone internazionale del vino e dei distillati, la nuova governance dell’azienda ha anche annunciato che presenterà il nuovo logo con le iniziali stilizzate del “naming” e la sua “brand architecture”. Sotto il cappello di Allegrini Wines si collocano il marchio Allegrini e la società di distribuzione Allegrini Wine Distribution con le referenze di Corte Giara, della marchigiana Agricola Lanciani, della piccola maison Domaine du Couvent di Gevrey-Chambertin in Borgogna, di Jacques Picard della Champagne, che si aggiungono a quelle di Olivier Leflaive, Thibault Liger-Belair, Domaine Henri Rebourseau e Valentin Leflaive. Sempre nell’orbita di Allegrini Wines, la nuova governance ha confermato che “nei prossimi anni” vedrà la luce il nuovo centro produttivo, Tenuta Merigo, che sorgerà nell’area adiacente all’attuale sede aziendale a Fumane. Una struttura “che sarà dedicata anche all’accoglienza enoturistica e alla valorizzazione del territorio della Valpolicella, uno degli obiettivi imprescindibili perseguiti dalla nuova governance.


“Assieme all’agenzia di comunicazione integrata Hangar Design Group, abbiamo portato a compimento il rebranding che sancisce ufficialmente l’inizio del nuovo corso aziendale” ha affermato il Ceo, Francesco Allegrini, spiegando che “vogliamo mantenere Allegrini al centro di tutto ed è il motivo per cui questo nome resta cruciale, pur venendo declinato in più ‘units’ relative alle diverse anime e sfaccettature del nostro operato”. Foto di Federico Bontempi

Milano, Sala: no referendum su monopattini, decide amministrazione

Milano, Sala: no referendum su monopattini, decide amministrazioneMilano, 3 apr. (askanews) – “Al di là del fatto che non penso si debba andare a fare un referendum su ogni cosa il punto è che se partecipa come a Parigi il 7% della popolazione” è giusto che sia l’amministrazione a prendersi “la responsabilità di decidere”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a proposito dell’ipotesi di un referendum cittadino sull’uso dei monopattini elettrici in città come fatto a Parigi.


“Noi non stiamo sviluppando il servizio”, ha aggiunto durante una diretta sui social il sindaco riferendosi ai 2.000 monopattini elettrici in condivisione attualmente rimasti disponibili, dopo la fuga di alcuni operatori, “siamo un po’ prudenti, ma continuiamo a pensare” che possano essere “un mezzo utile” per ridurre il numero delle auto presenti in città. “Siamo totalmente consapevoli” del fatto che il servizio è spesso visto dalla popolazione in maniera “non positiva” per l’uso improprio che ne viene fatto, ma per ridurre il numero di auto circolanti “anche i monopattini possono fare la loro parte” ha ribadito il primo cittadino.


Quanto alle 3.430 auto in condivisione ancora offerte da quattro operatori Sala ha osservato che si tratta di un servizio “vitale” per le politiche cittadine di riduzione del traffico, anche se non redditizio per gli operatori, visto che ciascuna auto viene usata solo per 112 minuti al giorno, dato calato dopo la pandemia Covid.

Shoah, Sangiuliano Gualtieri e Rocca scoprono Totem della Memoria

Shoah, Sangiuliano Gualtieri e Rocca scoprono Totem della MemoriaRoma, 3 apr. (askanews) – Un totem multimediale posizionato al binario 1 della stazione Tiburtina a Roma per ricordare oltre mille donne, uomini e bambini di religione ebraica che il 18 ottobre 1943 furono deportati dalla Capitale verso il campo di concentramento di Birkenau. Il Totem della Memoria è stato inaugurato questa mattina alla presenza, tra gli altri, del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, del presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun e dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Italiane Luigi Ferraris.


Un video realizzato con il contributo dell’Istituto Luce-Cinecittà, riporta sul totem la testimonianza di alcuni dei 16 sopravvissuti alla deportazione, 15 uomini e 1 donna, nessun bambino. Quest’anno, ha ricordato il sindaco di Roma Gualtieri, “abbiamo ricordato l’80esimo anniversario del rastrellamento con il quale oltre mille romani furono strappati alle loro case dove non fecero mai più ritorno. Credo che questo totem – ha aggiunto – insieme alle pietre di inciampo e alle strade della Memoria nella Capitale ai ci aiutino a portare insieme a noi il ricordo della Shoah, la memoria delle vittime ma anche i valori che ci insegna, come il rispetto dei diritti umani e la lotta contro l’antisemitismo che devono animare le nostre iniziative”.


Il progetto del binario della Memoria, promosso da Ministero della Cultura, Gruppo FS, Comunità Ebraica di Roma e Fondazione Museo della Shoah, ha preso il via lo scorso anno con il primo totem informativo al Binario 21 della Stazione di Milano Centrale, dal quale tra il 1943 e il 1944 migliaia di ebrei e oppositori politici vennero deportati dai nazifascisti ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento o di raccolta come Fossoli e Bolzano. “Oggi continua il nostro percorso della Memoria – ha dichiarato il ministro Sangiuliano -. Quando mi sono insediato come ministro, il mio primo atto fu quello di recarmi presso la Comunità ebraica di Roma. Poi ho proposto, con mia iniziativa al Consiglio dei Ministri, la legge istitutiva del Museo della Shoah sul quale stiamo lavorando”.


“Accogliendo poi – ha ricordato Sangiuliano – la sollecitazione della senatrice Segre abbiamo realizzato un totem nella stazione di Milano. Aggiungiamo, qui a Roma, un mattoncino a questo percorso della Memoria ricordando quello che avvenne di tragico, di drammatico nella stazione Tiburtina”. “Ricordare può essere doloroso, ma dimenticare può essere molto pericoloso, perché, come doveva Primo Levi, è accaduto e può accadere di nuovo – ha evidenziato il presidente Rocca -. Un antropologo francese, da poco scomparso, Marc Augé, sosteneva che le grandi stazioni sono diventate dei non luoghi, ovvero dei luoghi solo di transito, pieni di gente ma privi di relazioni, di storie. Questo totem multimediale contribuirà a riportare la stazione Tiburtina a essere un luogo antropologico, perché farà sì che circa 2 milioni di persone l’anno, tra studenti lavoratori, pendolari e turisti potranno fermarsi per riattivare una memoria a fondamento della nostra identità”.


La stazione, ha ricordato l’Ad di Fs Ferraris, “è un crocevia di passaggi per lavoro, vacanze, momenti quotidiani e di gioia. Questo stesso luogo è stato teatro di una tragedia indicibile. Il 18 ottobre 1943 intere famiglie furono caricate su un treno che li avrebbe condotti a un tragico destino. Le stazioni sono diventate, così, luoghi di terrore e disumanità. Dobbiamo non lasciar sfumare il ricordo per constatare, l’indifferenza strisciante che rischia di riprendere il sopravvento”. Iniziative come queste, secondo il presidente della Comunità Ebraica Fadlun, “servono a non perdere il senso della realtà del male che venne fatto. Certe parole e gesti di queste ultime settimane – ga denunciato – stanno a ricordare che la memoria non è mai inutile, aiuta a disinnescare ignoranza e razzismo, e la sua complice più importante, l’indifferenza”.